Augusta. Collegamento ferrovia-porto, sopralluogo del commissario Palazzo

Il commissario straordinario per la realizzazione delle opere ferroviarie in Sicilia, Filippo Palazzo ha fatto tappa ad Augusta, su input del vicepresidente della commissione Trasporti, il parlamentare Paolo Ficara (M5S).  I due hanno visionato i luoghi e fatto il punto sull’avanzamento progettuale dell’importante “fiocco” ferroviario, ovvero il collegamento dell’area portuale con la rete ferroviaria nazionale. Con loro anche il commissario della Adsp Chiovelli ed il segretario generale Montalto. “E’ ancora una volta emersa tutta l’importanza dell’intervento relativo al collegamento ferroviario del porto di Augusta, il cosiddetto fiocco o ultimo miglio, e quindi la conseguente necessità di procedere celermente agli adempimenti progettuali affidati a Rfi”, spiega al termine Paolo Ficara. “L’opera è strategica e finanziata interamente con fondi del Pnrr. Verrà realizzata con il ricorso al metodo commissariale, per rendere ancora più veloce e snella la procedura. Questi sono i risultati evidenti del nostro impegno per il porto di Augusta dopo anni di stallo e tante chiacchiere roboanti a cui nessuno, e ripeto nessuno, ha mai fatto seguire fatti. In tre anni stiamo riuscendo a sbloccare quanto era rimasto bloccato negli ultimi venti. Un dato di fatto che non può essere smentito. Ringrazio il commissario Palazzo per la visita ed il lavoro che, con la sua struttura, si trasformerà celermente in lavori. Un ringraziamento anche al commissario Chiovelli ed al segretario Montalto: il loro impegno per il porto di Augusta lascia una impronta decisa, nel cui solco muoversi”, commenta Ficara.
Confronto odierno incentrato su vari aspetti tecnici che dovrebbero confluire nell’aggiornamento della convenzione tra Rfi e Autorità Portuale di Augusta. Entro marzo, poi, Rfi dovrebbe presentare il progetto di fattibilità tecnico-economica dell’opera.
In mattinata, invece, il commissario Palazzo aveva incontrato il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare per fare il punto sulla prevista eliminazione della cintura ferroviaria, ovvero del passaggio a livello che taglia in due la cittadina.




Covid, il bollettino: 306 nuovi positivi in provincia, -83 a Siracusa. Vaccini: 436 inoculazioni

Sono 306 (-410) i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Come ogni lunedì, numeri più contenuti anche per effetto del minor numero di laboratori che processano tamponi di domenica.
Uno sguardo in dettaglio ai numero del capoluogo. A Siracusa, in questo lunedì, le guarigioni tornano ad essere più numerose dei nuovi casi: -83 nelle ultime 24 ore. Sono ora sono 2.461 (ieri 2.544) gli attuali positivi. Scendono 87 (-96) le persone in isolamento fiduciario a Siracusa città.
Sostanzialmente stabili i ricoveri: sono 46 (-1) i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 40 (-1) di loro ricovero in regime ordinario, ma in 6 si trovano in terapia intensiva.
Per quel che riguarda la campagna vaccinale, sono state 436 le inoculazioni nelle ultime 24 ore. Prime dosi: 44. Sono state 177 le seconde dosi e 215 quelle booster. I dati, si ricorda, sono relativi a Siracusa città.
In Sicilia sono 3.463 i nuovi casi di covid19 registrati a fronte di 28.099 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 273.993(+3.054). I guariti sono 743, 25 i decessi. Negli ospedali sono 1.539 i ricoverati (+16), 127 in terapia intensiva. I numeri delle singole province: Palermo 849 nuovi casi, Catania 822, Messina 660, Siracusa 306, Trapani 349, Ragusa 265, Caltanissetta 245, Agrigento 248, Enna 78.




Incidente in autostrada, tre feriti: in prognosi riservata al Cannizzaro un 43enne di Melilli

E’ di tre feriti il bilancio dell’incidente stradale avvenuto nel primo pomeriggio in autostrada, tra Avola e Noto. Per cause ancora al vaglio degli investigatori, sono entrate in collisione una Giulietta ed una Maserati. Violento l’impatto.
Dopo i primi soccorsi, il 43enne alla guida della Giulietta, originario di Melilli, è stato trasferito in elicottero al Cannizzaro di Catania. Il trasferimento è avvenuto dalla elipista del Di Maria di Avola, dove era stato nel frattempo condotto per i primi soccorsi. Le sue condizioni sono serie ma non sarebbe in pericolo di vita. I medici si sono comunque riservati la prognosi.
Sono ricoverati in ospedale gli altri due feriti, di 76 e 50 anni. Erano a bordo della Maserati e sono residenti nel ragusano.
Sul posto è intervenuta la Polizia Stradale, insieme ai Vigili del Fuoco ed al personale del Consorzio Autostrade Siciliane che si sono occupati del rispristino delle condizioni di sicurezza del tratto interessato dal sinistro.




Investito in viale Tica, non ce l’ha fatta: il decesso dopo un mese in ospedale

Non ce l’ha fatta Stefano Di Giovanni. Il 67enne era rimasto vittima di un incidente stradale lo scorso 7 gennaio, nel centrale viale Tica. Centrato da un’auto mentre attraversava a piedi la strada, è stato soccorso e trasferito in ospedale con diverse fratture. Sottoposto ad un primo intervento chirurgico, ha accusato un improvviso peggioramento che ha reso necessario il trasferimento in rianimazione a Taormina: a Siracusa la terapia intensiva è riservata ai casi covid. Il peggio sembrava finalmente alle spalle, aveva anche iniziato a respirare senza l’ausilio delle macchine. Nelle ultime ore, però, le condizioni si sono aggravate.
Stefano Di Giovanni era nipote di Ettore ed Umberto, il primo esponente di primo piano della sinistra siracusana ed il secondo importante avvocato. Aveva fondato Radio Archimede.
Sui social il cordoglio dei familiari e degli amici, che avevano seguito con speranza il decorso ospedaliero. Tra i primi a lasciare un messaggio, Ermanno Adorno ed Alessandro Acquaviva, altri nomi di primo piano della sinistra aretusea, ed il segretario della Flc Cgil, Paolo Italia.




Polveri sottili e biossido d’azoto, i nemici della qualità dell’aria: la situazione a Siracusa

Secondo il dossier di Legambiente “Mal d’Aria” anche i capoluoghi di provincia siciliani hanno superato, nel 2021, le soglie definite di guardia dall’Oms relative alle concentrazioni medie delle polveri sottili (Pm10 e Pm2.5) e di biossido di azoto. Palermo e Catania hanno la “peggiore” qualità dell’aria in Sicilia ma anche Siracusa si ritaglia, purtroppo, la sua fetta di disdoro. Quasi a sorpresa, il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna, individua nel traffico e nella vetustà dei veicoli privati e pubblici che circolano in regione la responsabilità principale dei dati registrati durante l’anno trascorso dalle centraline della rete Arpa. “Non è da ricercare nelle emissioni industriali ma nell’elevata motorizzazione”, spiega in una nota.
I dati di Siracusa, inseriti nel rapporto Mal d’Aria 2022, individuano una concentrazione media di Pm10 di 21µg/mc a fronte di un limite indicato dall’Oms in 15µg/mc; concentrazione media di Pm2,5 di 9µg/mc con limite Oms fissato a 5µg/mc; quanto al biossido di azoto, concentrazione media a Siracusa pari a 15µg/mc a fronte di limite Oms di 10. Fanno peggio, insieme a Palermo e Catania, anche Messina e Ragusa.
Dagli ultimi dati “è emerso come l’esposizione al particolato fine (le polveri sottili, ndr) causi circa 400mila morti premature all’anno nei 41 Paesi europei, di cui circa 50mila solo in Italia. A questo proposito, è importante sottolineare che non esiste una soglia minima per gli effetti negativi sulla salute dell’esposizione alle polveri sottili: diminuire le concentrazioni è un beneficio per la salute indipendentemente dai valori di concentrazioni da cui si parte”, si legge nell’analisi di Legambiente allegata al rapporto Mal d’Aria 2022.
In Italia, gli “agglomerati” urbani peggiori, da questo punto di vista, sono maggiormente concentrati nel nord del Paese; si va dalla valle del Sacco al territorio ricadente tra Napoli e Caserta, dalla zona di Pianura ovest e Pianura Est in Emilia Romagna all’agglomerato di Milano, Bergamo, Brescia, Roma, Venezia, Treviso, Padova, Vicenza, Verona, Torino, Palermo, dalle zone di Prato-Pistoia, Valdarno Pisano e Piana Lucchese, Conca Ternana, zona costiera collinare di Benevento all’area industriale della Puglia. “Tutti territori dove la salute dei cittadini è stata messa sistematicamente a rischio per le elevate concentrazioni degli inquinanti atmosferici”, l’accusa dell’associazione ambientalista.
I dati confluiti nel report di Legambiente sono stati analizzati e interpretati partendo dalle analisi di 238 centraline per il monitoraggio dell’aria di 102 città capoluogo di provincia. Le centraline in questione, definite di fondo o di traffico urbano, servono per rilevare le concentrazioni dei principali inquinanti monitorati dalle autorità competenti. Polveri sottili e biossido di azoto “sono ritenuti dalla comunità scientifica internazionale come i marker principali che determinano la qualità dell’aria che respiriamo ma soprattutto gli inquinanti che determinano prevalentemente l’insorgenza di effetti sanitari cronici sul sistema respiratorio e cardiovascolare”, spiega ancora Legambiente.




Scuola: nuove regole per la quarantena, in ddi solo i non vaccinati e green pass in classe

Da oggi cambiano le regole per la gestione dei casi covid a scuola. Le novità introdotte con decreto legge riguardano fondamentalmente le quarantene, allontanano il ricorso alla dad e fissano come principio una differenza tra vaccinati e non vaccinati.
Vediamo nel dettaglio le nuove regole, partendo dalla scuola dell’infanzia. Fino a quattro casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo. In tali casi, è fatto comunque obbligo di effettuare un test antigenico rapido o molecolare o test antigenico autosomministrato alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione.
Con cinque o più casi di positività nella stessa sezione o gruppo classe, sospensione delle attività per una durata di cinque giorni. La sospensione delle attività avviene se l’accertamento del quinto caso di positività si verifica entro cinque giorni dall’accertamento del caso precedente.
Passiamo alla scuola primaria. Alle elementari, fino a quattro casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni che abbiano superato i sei anni di età, fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo. E’ obbligatorio un test antigenico rapido o molecolare o test antigenico autosomministrato alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione.
Con cinque o più casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, verificatisi entro cinque giorni dall’accertamento del caso precedente, i vaccinati proseguono in presenza con obbligo di ffp2, mentre per i non vaccinati si applica la didattica digitale integrata per cinque giorni.
Diverso, invece, il sistema ora valido per le scuole medie (secondaria): con un caso di positività accertato tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo di mascherine FFP2 da parte degli alunni e dei docenti. Con due o più casi di positività tra gli alunni presenti in classe, vaccinati in presenza con ffp2, non vaccinati in didattica digitale integrata per la durata di cinque giorni.
Ci sono poi ulteriori norme valide per tutte le scuole. Ad esempio, in caso di positivi in classe, agli alunni in classe si applicherà il regime di auto-sorveglianza con esclusione dell’obbligo di indossare mascherine FFP2 sotto i sei anni di età. Agli alunni per i quali non sia applicabile il regime sanitario di auto-sorveglianza si applica la quarantena precauzionale della durata di cinque giorni, la cui cessazione consegue all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare.
Per la riammissione in classe di chi finisce in quarantena precauzionale, bisogna dimostrare di avere effettuato un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo, anche in centri privati. In classe può essere verificato il possesso del green pass per consentire la didattica in presenza.
Importante, il ministero ha chiarito che il periodo di quarantena di cinque giorni si applica anche ai soggetti che alla data del 5 febbraio 2022, siano già sottoposti a tale misura senza che questa sia ancora cessata ovvero che si trovino in quarantena da almeno cinque giorni. Resta fermo, in ogni caso, che la cessazione della misura è condizionata all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare eseguito alla scadenza di detto periodo.
Le nuove norme non convincono la Flc Cgil siciliana. “È inspiegabile l’allentamento delle misure di contenimento del contagio per le fasce d’età per le quali non sussiste l’obbligo di vaccinazione e nel caso dei bambini della scuola dell’infanzia anche l’obbligo dell’uso delle mascherine”. Lo dicono Katia Perna, della segreteria della Flc Cgil Sicilia, e Francesco Pignataro, coordinatore regionale dei dirigenti scolastici della Flc Cgil Sicilia, commentando le ultime misure varate dal governo.
“Di fatto – spiegano – si annullano quelle misure che finora, pur tra mille difficoltà, hanno permesso di tutelare gli alunni più piccoli. Scompare, infatti, la quarantena di dieci giorni e si introduce anche nella scuola primaria la distinzione tra alunni vaccinati e non vaccinati, già in atto nelle scuole superiori di primo e di secondo grado. Per loro le disposizioni di isolamento (che riguarderanno l’intera classe nella scuola dell’infanzia ed esclusivamente i bambini non vaccinati nella scuola primaria) saranno applicati solo dopo l’accertamento nell’arco di cinque giorni di cinque casi positivi, a differenza di quanto previsto nelle scuole superiori, dove basta un secondo caso positivo accertato per applicare le stesse procedure”.
“Ci troviamo ancora una volta – aggiungono Perna e Pignataro – di fronte a scelte che non tengono conto della realtà: le classi della scuola dell’infanzia sono già dimezzate a causa delle assenze per paura del contagio e i numeri di positivi tra i più piccoli sono elevati. Scelte che contribuiscono ad aggravare il carico di lavoro affidato alle scuole e, in particolare, ai dirigenti scolastici chiamati, in costante condizione di supplenza alle mancanze degli enti preposti, a eseguire compiti che vanno ben oltre le loro competenze e il loro profilo contrattuale: dalla progettazione di lavori di edilizia leggera, alla gestione di tracciamenti sempre più difficili e alla raccolta di certificazioni e persino di autocertificazioni sullo stato di salute”.
“Anche la procedura ideata per richiedere le mascherine sulla base del fabbisogno di ogni singola scuola – continuano – risulta farraginosa e poco chiara. Mentre ancora si attendono dal Commissario straordinario le forniture di mascherine ffp2, a seguito del monitoraggio richiesto all’inizio di gennaio, si chiede ai dirigenti di stimare il fabbisogno presunto di mascherine dello stesso tipo per il personale e per gli studenti in regime di auto-sorveglianza, aggiungendo a questa stima un 10% in più e di effettuare direttamente gli ordini stando attenti che siano accompagnati da un’attestazione che ne ‘comprovi l’esigenza’”.
“A ciò si aggiunga che il decreto pubblicato sulla gazzetta ufficiale in prossimità del week-end, quando la maggior parte delle scuole è chiusa – proseguono Perna e Pignataro – interviene con effetto immediato sui numerosi provvedimenti in corso, senza che dai Dipartimenti di prevenzione giungano indicazioni tempestive su come convertire le disposizioni già in atto e con la difficoltà per i dirigenti, per i quali da due anni il diritto alla disconnessione è una chimera, di avvertire tempestivamente le famiglie”.
“Abbiamo affermato con forza la necessità di garantire la scuola in presenza – concludono – ma chiediamo tutela e sicurezza per chi a scuola vive e lavora e che si ponga fine alla pratica di scaricare sulle scuole e sui loro dirigenti responsabilità e compiti che appartengono ad altri soggetti”.
Per il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, “prendiamo atto, ancora una volta, che chi prende decisioni in merito al sistema d’istruzione del nostro Paese, dimostra di essere lontano anni luce dalla realtà quotidiana delle nostre scuole”.




Foro Siracusano, la proposta: “Ritrovi natura di giardino storico con Pnrr, spostare i giochi altrove”

Dopo l’esperienza da assessore al verde pubblico, Carlo Gradenigo ritrova lo smalto che lo ha contraddistinto con decine di proposte “green” da consigliere comunale prima ed esponente di Lealtà&Condivisione adesso. Con una nuova iniziativa pubblica, via social, concentra l’attenzione sui giochi ed il giardino storico del foro siracusano. “E’ un patrimonio da recuperare. In un momento nel quale il PNRR finanzia la riqualificazione di simili strutture, c’è una proposta rimasta in bozza che riguarda il Foro Siracusano”, rivela. Un piano che prevede “un’area a verde tra il Pantheon e l’asse stradale di corso Umberto, anticamente utilizzata come agorà cittadino e in epoca romana come foro, realizzata ai primi del 900 dall’architetto Luigi Mauceri”.
E l’esistente assortimento di giochi per bambini lì presente? Scivoli, castelletti a una e due torri, mini cucine, giochi a molla non sfruttati dai bambini e soggetti a degrado, spesso utilizzati più come nascondiglio che per la loro funzione. Ecco, “potrebbero essere recuperati e destinati ad ampliare l’offerta di giochi in altri parchi”, suggerisce Gradenigo.
Per ripararli, prima di destinarli ad altri parchi o aree gioco pubbliche, servono circa 17mila euro incluso trasporto e riallocazione, secondo una prima valutazione. “Un budget limitato, quando il prezzo di un singolo gioco può superare i 20.000 euro, per un intervento che concorrerebbe a riqualificare e restituire il carattere monumentale che spetta al giardino storico più antico della città”.




Canale Galermi, nuovo allarme: “l’acqua si disperde sulle strade, agricoltori a secco”

Un nuova perdita interessa il sistema del Canale Galermi. Da giorni, litri e litri di acqua si riversano sulla provinciale 36, nei pressi del ponte Diddino. L’acqua sprecata, invero destinata all’agricoltura, rappresenta anche un potenziale elemento di rischio per gli automobilisti. la situazione è nota, ma complesso il sistema di interventi per la riparazione. “Gli agricoltori della nostra provincia che attingono l’acqua dal Canale Galermi continuano a soffrire per la vergognosa gestione dell’acquedotto che dovrebbe passare nelle competenze del Consorzio di Bonifica e, invece, viene lasciato nel limbo dell’incapacità gestionale che caratterizza la vita della Regione Siciliana negli ultimi 4 anni e mezzo”, attacca il coordinatore provinciale della Lega, Vincenzo Vinciullo.
Vinciullo preannuncia un sit-in sotto la Prefettura di Siracusa per giovedì mentre l’avvocato Sebastiano Moncada sta predisponendo una querela-denuncia da presentare alla Procura della Repubblica di Siracusa, per interruzione di pubblico servizio. “Perché il Consorzio di Bonifica non rispetta la volontà del Parlamento Siciliano? E che fine hanno fatto gli oltre 1,5 milioni di euro finanziati negli anni?”, si domanda Vinciullo anche nel testo dell’esposto.




Spaccio di stupefacenti, bar chiuso per 30 giorni: il titolare arrestato per droga

Un bar di corso Vittorio Emanuele a Canicattini è stato chiuso per 30 giorni dal Questore di Siracusa. Ad eseguire il provvedimento sono stati i Carabinieri. Si tratta di sospensione dell’attività commerciale per 30 giorni, ai sensi dell’art. 100 del Testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza, su proposta degli stessi Carabinieri. Al termine di una mirata attività d’indagine, conclusa nello scorso mese di novembre , hanno arrestato il titolare dell’attività per spaccio di sostanze stupefacenti: gli investigatori hanno appurato che venivano distribuite direttamente ai clienti, dall’interno del locale. Il bar, pertanto, era divenuto da diverso tempo ritrovo di pregiudicati e assuntori di stupefacenti che vi si recavano, non solo per consumare bevande, ma per l’acquisto di stupefacente.




Ciak si gira, spot nazionale a Siracusa: si cercano comparse, una mail per candidarsi

Inizieranno nei prossimi giorni le riprese a Siracusa per uno spot pubblicitario di un noto marchio. Il filmato promozionale avrà diffusione nazionale. Una società di produzione cinematografica, con la collaborazione della Film commission del Comune, ha scelto nelle settimane scorse le location, attualmente coperte dal massimo riserbo.
La produzione cerca adesso comparse, di età compresa tra i 25 ed i 60 anni, uomini e donne di qualsiasi nazionalità. Per partecipare al casting, bisogno inviare entro mercoledì 9 febbraio una mail con dati anagrafici, residenza e codice fiscale. Vanno allegate anche tre foto recenti (primo piano, mezzo busto e figura intera); numero di cellulare e indirizzo email oltre alla propria taglia ed alla misura delle scarpe. Tutte le informazioni vanno inoltrate all’indirizzo castingsiracusa2020@gmail.com.
​I partecipanti al casting devono essere inoltre muniti di green pass valido.