Covid, il bollettino: 692 nuovi positivi in provincia di Siracusa, +307 nel solo capoluogo

Sono 692 i nuovi casi di covid-19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Un trend di crescita che ha spinto il tasso di incidenza su base settimanale oltre ogni limite in 19 città del siracusano su 21 in totale. Inevitabile, oggi è arrivato il provvedimento di proclamazione della zona arancione, con ripartenza delle scuole in dad e limitazioni per chi non è in possesso di super green pass.
A dare una misura della situazione – definita in una nota “davvero allarmante” dall’autorità sanitaria locale – sono i numeri del capoluogo, peraltro non uno dei centri “peggiori” quanto ad incidenza. Nella sola città di Siracusa gli attuali positivi sono oggi 2.657. Ieri erano 2350: altri 307 nuovi casi in 24 ore, al netto delle guarigioni. Impennata anche neri ricoveri: sono adesso 46 i siracusani del capoluogo in ospedale per covid, 2 in terapia intensiva.
La fascia più esposta al contagio è quella 20-29 anni, con 434 positivi attivi. Probabile risultato delle festività natalizie e degli incontri tipici del periodo. Segue poi la fascia 40-49 anni, con 416 positivi; quindi 30-39 anni, 411 contagiati. Gli under 12 positivi al covid nella sola città di Siracusa sono 209. Nessun ricoverato sotto i 40 anni.
In Sicilia sono 9.248 i nuovi casi di covid19 registrati a fronte di 28.804 tamponi processati. Il tasso di positività sale al 32%. Gli attuali positivi sono 88.384 (+8.268). I guariti sono 971, 9 i decessi. Negli ospedali siciliani sono 1.138 i ricoverati (+75), 135 in terapia intensiva (+16).
I numeri delle singole province: Palermo 1.229 nuovi casi, Catania 1.741, Messina 1.575, Siracusa 692, Trapani 725, Ragusa 405, Caltanissetta 849, Agrigento 1.579, Enna 453.




Al via campagna “booster” per target 12-15 anni: da domani le prenotazioni

Da domani sarà possibile la prenotazione per la somministrazione della terza dose “booster” destinata alla fascia 12-15 anni, così come previsto dal ministero della Salute in tutta Italia. Parte, infatti, lunedì 10 gennaio la campagna di vaccinazione che interessa i giovani fra i 12 e 15 anni che hanno già completato il ciclo primario, dopo un intervallo minimo di 4 mesi (120 giorni) dalla somministrazione dell’ultima dose, ovvero dalla diagnosi di avvenuta infezione in caso di vaccinazione precedente o successiva all’infezione, analogamente a quanto stabilito per le fasce di età superiore.
Nell’ambito della campagna di vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 per tutti i soggetti della fascia di età 12-15 anni è prevista la somministrazione di una dose di vaccino Comirnaty (Pfizer/Biontech) al dosaggio di 30 mcg in 0,3 ml, come richiamo (booster) di un ciclo primario, indipendentemente dal vaccino utilizzato per lo stesso, con le stesse tempistiche previste per i soggetti a partire dai 16 anni di età.
La stessa circolare del Commissario straordinario, Figliuolo, alla luce dell’incremento dell’infezione nell’ambito pediatrico e nelle fasce scolastiche, e tenuto conto della disponibilità dei vaccini, fra l’altro, invita a dare maggiore impulso alla campagna vaccinale della fascia 5-11 anni, coinvolgendo maggiormente i pediatri di libera scelta e i medici di medicina generale.
La prenotazione può essere effettuata collegandosi alla piattaforma governativa (prenotazioni.vaccinicovid.gov.it) predisposta da Poste Italiane, oppure attraverso il sito www.siciliacoronavirus.it, da dove è possibile scaricare la modulistica relativa alla vaccinazione.
Il giorno della vaccinazione è necessario che sia presente anche uno solo dei genitori/tutori legali, il quale dovrà dichiarare di avere informato l’altro genitore.




Scuola, la Regione: “ripartenza il 10 in zona gialla”. Se Siracusa passa arancione, via con dad

Confronto tra il presidente della Regione, Nello Musumeci, e gli assessori regionali all’Istruzione Roberto Lagalla e alla Salute Ruggero Razza, sul tema della riapertura delle scuole in Sicilia. Al termine, dalla presidenza della Regione è stato emesso un comunicato.
«Le misure urgenti proposte dal governo nazionale per il tracciamento dei contagi da Covid-19 nella popolazione scolastica prevedono approcci differenziati in relazione al numero degli studenti positivi, alla tipologia del ciclo educativo e allo stato vaccinale dei singoli. A questi è necessario attenersi in Sicilia. Infatti, le norme vigenti consentono alle Regioni di intervenire con decisioni autonome solo nel caso di zona arancione o zona rossa. La Sicilia, come si sa, è nella fase attuale in zona gialla, quindi deve applicare le norme nazionali. Pertanto, si impone di alzare l’asticella dei controlli nel pieno rispetto delle regole generali di cautela, a partire dalla didattica a distanza nel caso di soggetti positivi nella scuola primaria e di seguire le regole della sorveglianza sanitaria negli altri casi”.
Ma tenuto conto dell’andamento esponenziale della curva epidemiologica, “abbiamo evidenziato perplessità in ordine alla possibilità di garantire l’assolvimento delle articolate procedure di testing e di monitoraggio sanitario nei tempi e con le modalità contenute nelle disposizioni del Consiglio dei ministri. Ci attendiamo, pertanto, la prevista attività di supporto operativo e di fornitura di dispositivi Ffp2 che sono state delegate alla Struttura Commissariale nazionale, proprio a seguito delle osservazioni avanzate da noi nel corso del dibattito istruttorio che ha preceduto il provvedimento dell’altro ieri”, si legge ancora nel comunicato della presidenza della Regione.
I sindaci siciliani e i vari sindacati hanno sottolineato con forza, nelle ultime ore, la critica diffusione del contagio e la temuta sua estensione nelle fasce anagrafiche di studenti con assente o limitata copertura vaccinale.
“Tutto ciò premesso, il governo della Regione Siciliana conferma di operare secondo le disposizioni del governo nazionale, con l’obiettivo di garantire lo svolgimento delle attività didattiche in presenza e in sicurezza, a partire da lunedì 10 gennaio. Faranno eccezione, nel rispetto delle prerogative regionali, le zone ad alta densità di contagi dichiarate con ordinanza del presidente della Regione, tenuto conto dell’andamento della pandemia, per le quali è prevista la facoltà di procedere con la didattica a distanza, previa ordinanza del sindaco e su conforme parere dell’autorità sanitaria”.




Rientro a scuola, i presidi chiedono lo slittamento di 15 giorni

Pressing dei dirigenti scolastici dopo le misure assunte dal Consiglio dei Ministri con le nuove norme di contrasto al Covid-19. Il rientro a scuola entro il 10 Gennaio preoccupa e non poco i presidi, che attraverso la loro associazione e con una raccolta firme, chiedono lo slittamento di 15 giorni del giorno in cui alunni e personale scolastico rientreranno in classe.

Le procedure si preannunciano di difficile gestione e, secondo i presidi, di dubbia efficacia. Una posizione chiara che, in provincia di Siracusa, viene ribadita dalla dirigente scolastica Pinella Giuffrida in rappresentanza dell’Anp. “Non è infatti possibile assicurare la riapertura delle scuole in sicurezza senza tener conto dell’impossibilità di applicare la sorveglianza con testing nella scuola primaria e l’autosorveglianza nella secondaria in un momento in cui l’aumento esponenziale dei contagi ha messo in crisi tutto il sistema del tracciamento che le Asp- dicono a chiare lettere i presidi-  non riescono più a garantire. Non può essere scaricata sui dirigenti scolastici la responsabilità di mantenere in presenza alunni senza l’esito del tampone da effettuare
nell’immediatezza che dovrebbe attestarne la negatività al Covid-19”.

A lasciare perplessi i dirigenti scolastici anche le due modalità previste, in presenza e in Dad, a seconda della situazione dei singoli studenti e del numero di positività nella stessa classe. La formula mista, già sperimentata lo scorso anno, avrebbe peraltro dimostrato la propria inefficacia, secondo i dirigenti, che si sentono messi di fronte ad un bivio: assicurare la continuità del servizio o la tutela della salute degli alunni e del personale.

A tutto questo si aggiunge il numero alto di contagi anche tra i personale vaccinato e la complessa gestione degli inadempienti all’obbligo vaccinale. “Questo impedirà ai dirigenti di assicurare la sostituzione degli assenti- dicono ancora- una situazione drammatica, a fronte della quale il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero dell’Istruzione non ha fornito indicazioni alle scuole”.

Pinella Giuffrida assicura che le norme saranno rispettate, sottolineando tuttavia la posizione chiara, assunta anche dai sindaci di Anci Sicilia. “Abbiamo anche i piccoli senza mascherine, quelli che non possono vaccinarsi, quelli che non si sono vaccinati- mette in rilievo- Succederà che insegnanti risulteranno positivi. La risposta dell’assessore regionale Lagalla, per il momento, è che se dovessimo diventare Zona Arancione, potrebbero  essere assunte conseguenti decisioni. La questione resta, dunque, aperta e rischia di complicarsi ulteriormente, magari pochi giorni dopo la riapertura delle scuole. L’Asp chiederà a noi di sapere, ad esempio, tra gli alunni, chi è vaccinato e chi no, ma noi non possiamo essere nelle condizioni di farlo. Con le regole sulla Dad, secondo me si rischia di avere ugualmente una sorta di Dad intermittente di continuo, ogni volta che qualcuno,con classi a macchia di leopardo, si ammalerà. Il programma didattico deve avere una fluidità, un’organizzazione adeguata. Se non sarà rivisto tutto questo, noi non possiamo nemmeno garantire la sicurezza nelle scuole”.

Sullo stesso tema interviene la Flc Cgil, che invita, attraverso la responsabile nazionale dei dirigenti scolastici, Roberta Fanfarillo, a “segnalare tempestivamente alle famiglie a a tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei contagi le criticità che i colleghi saranno chiamati ad affrontare alla ripresa delle attività didattiche e la possibilità di non poter garantire la regolarità del servizio scolastico”.




Coro della parrocchia senza mascherine, divisioni sul vaccino: “Chi ha paura, resti a casa”

La paura del Covid non risparmia nessun ambito. Con l’aumento esponenziale dei contagi, cresce anche il timore di ritrovarsi positivi anche a seguito di attività ordinarie. Capita, così, che una passione possa essere messa in discussione e che una consuetudine in parrocchia diventi motivo di preoccupazione.
Il riferimento, in questo caso, è all’attività del coro della parrocchia di San Corrado Confalonieri, alla Mazzarrona. Alcuni dei componenti sono allarmati ed hanno contattato la nostra redazione. Lo schema è sempre il solito: la contrapposizione tra vaccinati e non vaccinati.
Nello specifico, alcuni tra i componenti del coro (vaccinati) esprimono forti perplessità circa la presenza di non vaccinati “che cantano, come tutti gli altri del resto, senza mascherina”. Un rischio, secondo quanto mettono in evidenza, per la salute di tutti anche “vista la distanza ravvicinata”.
Padre Antonio Panzica sembra sorpreso da questo baillame tutto interno al coro della parrocchia. “Comprendo i timori di chi li ha espressi- commenta- ma nessuno è obbligato a continuare a far parte del coro. E’ giusto che chi si vuol tutelare ulteriormente, lo faccia. Nella nostra parrocchia, in ogni caso, non ci sono mai stati contagi. Che qualcuno abbia contratto il virus in altre circostanze, certamente si. Ma il virus non ha mai viaggiato in parrocchia. Rispettiamo le distanze e quanto occorre per agire in sicurezza. Parlare di mascherine mentre si canta mi sembrerebbe francamente assurdo”.




Neve, grandine o graupel: lo strano risveglio “imbiancato” di Siracusa e Priolo

Giornata con allerta meteo gialla per la provincia di Siracusa. Previste piogge sin dal mattino, intensità moderata. Ma il vero fenomeno meteorologico curioso si è manifestato nelle prime ore del mattino. Un misto di neve e grandine, a dispetto dai circa 12 gradi, è caduto in particolare tra Siracusa e Priolo.
A terra è rimasta una striscia imbiancata evidente a bordo strada a Targia, all’altezza delle portinerie sud della zona industriale e in autostrada all’altezza dello svincolo di Priolo. Ma anche a pochi passi dal mare, sempre a Priolo scene con questa strana imbiancata mattutina.

Secondo gli esperti meteo, si tratta di graupel. Fondamentalmente si tratta di una precipitazione solida e granulosa chiamata anche “neve tonda”, spesso scambiata per grandine sulla base della considerazione che la neve non andrebbe d’accordo con temperature ampiamente positive, come quelle registrate questa mattina.




Code all’hub vaccinale, il dg Ficarra (Asp): “Prenotatevi e siate più ordinati all’esterno”

Da alcune settimane sono tornate le lunghe code all’hub vaccinale di Siracusa. Non sono bastate le due file (una per prenotati e una per non prenotati) ed altri correttivi per far fronte alla crescente risposta della popolazione. E le scene di assembramento, con tensioni e polemiche all’esterno, non sono mancate.
Il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra, ha invitato nelle ore scorse a un maggiore senso civico e ad utilizzare il sistema di prenotazione. “E’ l’unico modo per ricreare l’ordine dei mesi scorsi evitando intasamenti e, soprattutto, lunghe file di attesa. Ciò in quanto è sufficiente, rispetto all’orario di prenotazione previsto, presentarsi all’hub quindici minuti prima e non in maniera non preordinata alle sette del mattino, come sta accadendo, suscitando lamentele, assembramenti e attribuendo erroneamente la responsabilità all’organizzazione”. Prenotazione caldeggiata anche alla luce degli incrementi che si registreranno nei prossimi giorni, per l’introdotto obbligo vaccinale per gli over 50.
Parole, però, che hanno fatto storcere qualche naso tra l’opinione pubblica che ha percepito in quell’invito quasi una indicazione di responsabilità. Come se la colpa delle file fosse solo delle persone che si mettono in coda per farsi vaccinare. Interpretazione magari spinta all’estremo. C’è, però, anche un’altra chiave di lettura ed a fornirla è lo stesso Ficarra. “Non intasare i centri di somministrazione attenendosi agli appuntamenti, ci aiuta a gestire meglio questa fase così delicata della pandemia con una affluenza sicura ed ordinata, evitando lunghe attese e problemi di gestione al personale nel rispetto degli altri cittadini e degli stessi operatori che con spirito di abnegazione stanno combattendo da due anni contro il covid e ancora di più in questo periodo di forte espansione della curva epidemica”.
Va comunque riconosciuto lo sforzo dell’Asp di Siracusa in questa quarta ondata. “Per la gestione del Covid abbiamo assunto oltre trecento unità di personale”, ricorda il direttore generale. “Nella nostra provincia abbiamo superato punte di tremila vaccinazioni al giorno che, sommate all’esecuzione di migliaia di tamponi e alle attività consequenziali, alla gestione dei ricoverati negli ospedali e alla gestione dell’affluenza nei Pronto soccorso in maniera anche inappropriata, tutto il personale dell’Azienda di ogni ordine e grado, nei confronti del quale va tutta la gratitudine dell’Azienda, è impegnato a lavorare almeno venti ore al giorno”.




Augusta: negozio dato alle fiamme, in precedenza bruciate due auto in Borgata

Crescono le preoccupazioni ad Augusta dopo l’atto incendiario che ha gravemente danneggiato un negozio di autoricambi, in via delle Fornaci, zona Borgata. Il sindaco Giuseppe Di Mare ha subito condannato l’accaduto, portando personalmente la sua vicinanza e solidarietà ai due proprietari. “E’ stato un gesto grave e vile. Sono sicuro che le forze dell’ordine faranno luce in fretta. Sostegno e convinta vicinanza agli imprenditori che investono ad Augusta e danno lavoro a tante famiglie nel segno della legalità”, le parole del primo cittadino.
Anche Confcommercio non nasconde la sua inquietudine. “Il rogo ha destato troppe preoccupazioni. Cosa c’è dietro?”, si domanda in una nota l’associazione di categoria. Il presidente Elio Piscitello ripone fiducia negli investigatori, “ma questo episodio, insieme a quello della scorsa settimana che ha visto bruciare due auto sempre in Borgata, non ci fanno dormire sonni tranquilli”.
Confcommercio Siracusa ha intenzione di riprendere a breve i lavori sul “tavolo tecnico di sicurezza”, già avviato nei mesi scorsi, per monitorare ogni fenomeno criminale del territorio provinciale e trovare soluzioni a sostegno degli imprenditori eventualmente taglieggiati.




Lotteria Italia, per la provincia di Siracusa premio da 20mila euro a Carlentini

Un premio da 20mila euro dalla Lotteria Italia per la provincia di Siracusa. Tra i 150 biglietti vincenti di terza fascia ce ne è anche uno venduto a Carlentini, cittadina della zona nord del territorio aretuseo. Si tratta del tagliando con numero di serie R 180870. Un anno fa, la provincia di Siracusa era rimasta a bocca asciutta.
Per la Sicilia gloria anche in prima fascia con un milione di euro vinto a Trapani. Poi diversi altri premi di seconda e terza fascia in località sparse della Sicilia.
In questa edizione della Lotteria Italia, in Sicilia sono stati venduti complessivamente 330.460 biglietti. La provincia in cui sono stati staccati più tagliandi è stata Palermo, con 101.980 biglietti, seguita da Catania con 73.260, da Messina con 47.000, da Trapani con 25.920, da Agrigento con 22.080, da Siracusa con 21.680, da Ragusa con 15.680, da Enna con 11.720 e da Caltanissetta con 11.140.
Nella scorsa edizione, ricorda l’agenzia Agimeg, in Sicilia sono stati vinti complessivamente 2,2 milioni di euro euro, grazie al secondo premio della Lotteria Italia venduto a Prizzi (PA) da 2 milioni, cui si aggiungono tre premi da 50 mila euro, centrati a Messina, Catania e Cammarata (AG) e due da 25 mila euro a Patti (ME) e Caltanissetta.
Nella storia della Lotteria Italia, il premio più alto finito in Sicilia è stato centrato a Palermo nell’edizione 2000, pari a 10 miliardi di lire.




Siracusa. Zona industriale, futuro incerto? Alosi (Cgil): “Chiarezza dalla Regione”

“Le recenti notizie, con esponenti politici e autorevoli rappresentanti del Governo regionale preoccupati per l’incerto futuro della nostra area industriale, al netto di evidenti sbavature strumentali di facile lettura elettorale, pongono alcuni preoccupanti interrogativi ai quali occorre urgentemente dare risposte. Come mai solo adesso il Governo regionale, Assessori e deputati regionali della Lega e di Forza Italia del nostro territorio si accorgono del reale rischio di esclusione dell’intera nostra area industriale dalle risorse del PNRR? ”

A porsi e porre questa domanda è il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi, che aggiunge altri interrogativi. “Perché -chiede l’esponente del sindacato- l’assessore regionale Turano, anziché fingere di stracciarsi le vesti per le mancate risposte del Governo nazionale sul tema dell’area di crisi complessa non si rimbocca le maniche e fa valere tutto il peso politico della Sicilia nei confronti del Governo nazionale? E perché non prova a dare risposte politiche “vere” rispetto, ad esempio, al “passo indietro” della Lukoil in merito alla partecipazione al bando sulla realizzazione del termovalorizzatore? E ancora: come mai interi pezzi della nostra classe politica territoriale sono diventati improvvisamente leghisti al seguito del Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti che incarna il disegno di esercitare un forte trazione settentrionalista delle risorse disponibili? “.

Alosi chiede di conoscere la posizione del Governo Musumeci, se abbia intenzione di alzare le barricate in difesa dell’apparato industriale siracusano contro “un progetto antimeridionalista o se stia fingendo e preferisce restare alla finestra a guardare il fiume che passa”.

Il sindacato ricorda che “in discussione c’è il futuro di 10 mila lavoratori”. Poi un ulteriore passaggio: “Siracusa-dice Alosi – per la sua storia e la sua vocazione industriale, non può in alcun modo essere condannata ai margini dei processi di sviluppo produttivo ed industriale della Sicilia e dell’intero Paese, se non addirittura esclusa. Sganciare Siracusa e la Sicilia dal resto del Paese e dell’Europa sarebbe una iattura esiziale che lascerebbe sul terreno solo macerie e macelleria sociale. Per queste ragioni, lanciamo un appello alle massime istituzioni della Città e della Provincia al fine di convocare subito le forze sociali, Confindustria, i Sindaci, le forze politiche e le deputazioni regionali e nazionali per contrastare con determinazione qualunque progetto antimeridionalista e di emarginazione politica, sociale, economica e culturale dei nostri apparati industriali. Se la democrazia consiste in un rendiconto quotidiano sull’uso del potere- la chiosa del segretario della Cgil- ora è il momento di renderne conto”.