Coronavirus, Siracusa e provincia: 86 contagiati, 56 ricoverati, 12 deceduti

Aggiornamento quotidiano sugli attuali positivi in provincia di Siracusa. Secondo i dati forniti dalla Regione, scendono a 86 i contagiati, uno in meno rispetto ad ieri. Sono 56 i ricoverati mentre i guariti raggiungono la ragguardevole cifra di 60. Da registrare anche un ulteriore decesso, quello un anziano di Sortino ricoverato all’Umberto I di Siracusa da diversi giorni. Diventano così 12 i deceduti.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 128 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 116 (17, 11, 10); Catania, 595 (124, 65, 65); Enna, 294 (176, 24, 22); Messina, 366 (132, 46, 37); Palermo, 325 (71, 44, 24); Ragusa, 59 (6, 4, 5); Trapani, 112 (8, 17, 5).
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal Ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.




Coronavirus, due decessi in poche ore: sono entrambi sortinesi. Il sindaco: "pensiero alle famiglie"

Sono di Sortino due degli ultimi deceduti a causa dell’epidemia di coronavirus nel siracusano. I due, di 72 e 83 anni e con pregresse patologie, erano ricoverati da giorni nell’area covid dell’ospedale di Siracusa. Nelle settimane scorse erano risultati positivi al tampone, dopo aver accusato degli eventi sintomi riconducibili al coronavirus. Ricoverati nell’area dedicata del nosocomio siracusano, hanno perduto la vita a poche ore di distanza uno dall’altro, tra ieri e oggi.
A dare la notizia è stato il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato. “Le mie condoglianze alla famiglie in questo momento di forte dolore”, ha detto in apertura del consueto video di aggiornamento rivolto alla popolazione. Salgono così a 5 i sortinesi deceduti a causa del coronavirus. E’ uno dei dati più alti tra i comuni siracusani.
La situazione appare in miglioramento nella cittadina montana. “Abbiamo un solo positivo in assistenza domiciliare. Due dimissioni dall’ospedale, perchè negativizzati. Quanto agli altri due sortinesi ricoverati, uno è stato trasferito al covid di Noto e questo significa che le sue condizioni migliorano”, spiega il sindaco Parlato.




Siracusa. Tamponi fine quarantena: c'è chi aspetta il risultato da 11 giorni. E resta a casa

Lentamente, inizia a sbloccarsi la macchina dei tamponi di fine quarantena per i rientranti dal nord. In migliaia si sono correttamente autodenunciati in provincia di Siracusa, segnalandosi nei comuni di residenza. Per molti, l’isolamento però sta andando ben oltre i prescritti 14 giorni. Nelle ultime giornate, l’Asp ha cercato di incentivare il servizio ma il ritardo accumulato è notevole ed i disservizi non mancano.
C’è chi è arrivato ad un mese di isolamento e ancora attende convocazione. Chi ha inviato decine di mail all’indirizzo predisposto per le comunicazioni sul servizio, senza mai ottenere una convocazione. In più, lamentano alcuni, il disagio di dover chiamare numeri telefonici indicati dallo stesso centralino Asp ma senza che qualcuno risponda. Aumenta il nervosismo. AL punto che c’è chi si pente di aver rispettato le regole. “Sarebbe stato meglio comportarsi da scorretti, se questo poi è il riconoscimento…”, scrivono in chat.
Ma anche chi è riuscito ad ottenere il tampone di fine quarantena non esulta. Come Giuseppe, infermiere siracusano rientrato da fuori regione lo scorso 15 marzo. “Ero insieme a mio padre e ci siamo autodenunciati. Abbiamo
eseguito il tampone lo scorso 4 aprile e ancora ad oggi non abbiamo avuto risultato, nessuno sa dei nostri tamponi”, racconta alla nostra redazione.
Undici giorni in attesa di un risultato che non arriva, senza informazioni in un senso o in un altro e il timore di dover ripetere tutto il percorso. Con l’unica immediata conseguenza di non poter ancora rientrare a lavoro. La quarantena è finita, tampone fatto, l’isolamento ancora no.




Coronavirus, richiesta di accesso agli atti: "quanti sono i sanitari contagiati a Siracusa?"

“Quanti sono gli operatori sanitari contagiati all’Umberto I di Siracusa ed in quali reparti? E quante persone sono decedute in terapia intensiva in ospedale ed altre, invece, in casa?”. Per avere risposta a questi interrogati, Legambiente Sicilia ha presentato una richiesta di accesso agli atti, inoltrata all’Asp di Siracusa.
Sono 14 i punti su cui Legambiente chiede risposte e chiarezza, a partire dalla vicenda di Calogero Rizzuto su cui, peraltro, è in corso anche una indagine della Procura.
Attraverso il suo presidente regionale, Gianfranco Zanna, l’associazione ambientalista vuol vedere i documenti che possano, ad esempio, comprovare il rispetto dal 1 marzo 2020 delle prescrizioni “idonee a garantire il distanziamento effettivo tra i pazienti che si recano al Pronto Soccorso per sospetto di contagio da Covid-19 e coloro che ivi si recano per ragioni diverse dall’epidemia”. Occhi puntati anche sui provvedimenti adottati per le residenze degli anziani. Ma sono i “casi” del Pronto Soccorso e dei reparti di Oncologia e Geriatria dell’Umberto I ad attirare l’attenzione di Legambiente.
Non poteva mancare anche una sezione dedicata ai tamponi. Dai laboratori a cui è affidato il compito di analizzare i tamponi, ai tempi per effettuarli e comunicarle l’esito, fino alle misure precauzionali adottate nei confronti di chi chiede il tampone.
“E’ certamente nota la gravissima situazione venutasi a creare, in queste ultime drammatiche settimane, presso il Pronto Soccorso e il nosocomio Umberto I di Siracusa, a seguito della diffusione dell’epidemia di Covid-19.
Non può, infatti, sottacersi il grave rischio di contagio a cui quotidianamente sono esposti i cittadini e il personale sanitario; rischio che è oltremodo acuito in assenza di misure adeguate volte a fronteggiare la crisi”, scrivono nella richiesta di accesso agli atti gli avvocati Corrado Giuliano. Nicola Giudice e Desiree Fonte. “La denunciata mancata adozione da parte del nosocomio siracusano delle minime misure di distanziamento e di ogni cautela necessaria per evitare il contagio, ha destato forte sfiducia nella collettività, anche a seguito della morte del Dott. Calogero Rizzuto il 23 marzo, su cui la Procura ha aperto un’indagine, e del decesso della collaboratrice Silvana Ruggeri il 25 marzo”, aggiungono i legali.
“Tale situazione emergenziale – si legge ancora – postula l’interesse di tutti i cittadini ad ottenere dati e informazioni relativi alla emergenza sanitaria in atto, allo scopo di comprendere le misure finora adottate e quelle che verranno assunte, al fine di evitare che tale epidemia, che ha già interessato un certo numero di individui, ne colpisca altri incrinando la sicurezza delle condizioni di salute della collettività, in modo particolare negli ambienti ospedalieri”.




Coronavirus, test sierologici per screening epidemilogico in Sicilia: categorie interessate

C’è il si della Regione ai test sierologici per contrastare il contagio da Coronavirus. Dopo il parere positivo del comitato tecnico scientifico siciliano, adesso inizia la pianificazione di uno screening che abbia come obiettivo quello di monitorare l’andamento del contagio, come avvenuto per altre epidemie.
“Pur ribadendo l’importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia – sottolinea l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza – attraverso i test sierologici puntiamo ad un’azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia”.
I test sierologici, ritenuti complementari al tampone, così come indicato dal Comitato tecnico scientifico siciliano, verranno condotti su precise categorie: sul personale sanitario si effettueranno i test sierologici quantitativi, mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le Case di riposo, ad esempio, si procederà con i test sierologici qualitativi, cioè con le card.
Nello screening epidemiologico, che la Regione condurrà attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute, sono previsti, infatti, test per le Forze dell’ordine, per gli uffici pubblici, la popolazione carceraria e comunque su una porzione significativa della cittadinanza siciliana.
“L’avvio di operazioni di screening a partire dalle Rsa, dalle Cta, dalle Case di riposo e più in generale dalle comunità che ospitano pazienti fragili – commenta l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone – assieme a un elevato controllo sanitario va allargato anche al personale delle strutture, ma non può limitarsi ad esso. Infatti bisogna puntare anche ad altre categorie”.

foto da portale Regione Siciliana




Siracusa. "Riapertura regolamentata del cimitero", la battaglia diventa regionale

Riaprire il cimitero comunale, con regole ben stabilite, rigide, nel massimo rispetto delle norme per il contenimento dell’emergenza Coronavirus. La proposta del  Comitato “Gli Angeli” , guidato da Giacinto Avola sembrava destinata ad essere accolta dal Comune. L’assessore ai Servizi Cimiteriali, Alessandra Furnari aveva mostrato apertura, condividendo, durante i colloqui che si sono svolti, il programma che il comitato stava studiando per garantire alle famiglie siracusane la possibilità di qualche minuto di raccoglimento per rendere omaggio ai propri defunti. “Avevamo previsto tutto- spiega Avola- con delle precise regole per evitare ogni possibilità di assembramento. L’amministrazione comunale non sembrava avere nulla in contrario”. L’ostacolo sarebbe, però, burocratico. Il Comune, infatti, non sarebbe nelle condizioni di autorizzare l’apertura, per cui servirebbe l’ok della Regione. Una delusione per il comitato e per le famiglie che attendevano l’esito del percorso intrapreso. Lungi dal demordere, tuttavia, Giacinto Avola ha voluto vederci chiaro. In questi giorni, una vicenda analoga si sarebbe verificata a Catania, dove il Comune avrebbe prima detto “si” ma poi fatto una sorta di marcia indietro obbligata, per via della necessità, appurata strada facendo, di ottenere prima l’autorizzazione da parte della Regione. Il gruppo di Catania si è costituito in comitato, si chiama “Gli Angeli di Catania” . Insieme al gruppo guidato da Giacinto Avola, si farà adesso pressing sulla Regione con una voce univoca. “L’appello è adesso rivolto anche alle altre province siciliane- aggiunge Avola- La questione riguarda tutti noi, nella stessa maniera. Vorremmo poter accedere all’interno del cimitero secondo un ordine ben stabilito, magari alfabetico, con un numero massimo di persone ammesse, con l’accesso, magari, con mezzi propri per evitare assembramenti e, ovviamente, con mascherine e guanti obbligatori. Si parla tanto della necessità di contenere lo stress psicologico di questo periodo. Questo è uno di quegli elementi su cui intervenire non comporta alcun rischio, ma sarebbe di enorme sollievo per tanti di noi”. L’ipotesi non prevede, ovviamente, anche la riapertura degli esercizi commerciali dei fiorai. L’attenzione è focalizzata soltanto sull’aspetto intimo del rendere omaggio ai familiari defunti.




Siracusa. La paura del contagio allontana i pazienti dall'ospedale, sottovalutati gli infarti

La paura del contagio tiene i pazienti lontani dall’ospedale di Siracusa. Al punto che persino sintomi riconducibili all’infarto vengono sottovalutati, con conseguenze potenzialmente gravi. A lanciare l’appello è allora il direttore di Emodinamica, il dottore Marco Contarini. Il reparto è considerato una eccellenza e sono centinaia le testimonianze di pazienti “salvati” dall’equipe del medico siracusano, una vera eccellenza invidiata dalle principali realtà ospedaliere.
Il timore di contrarre il virus in un ospedale al centro di mille polemiche avrebbe però indotto molti a sottovalutare sintomi e dolori, “e così siamo tornati indietro di vent’anni” denuncia Contarini per via del drastico calo di accessi. Aumenta il rischio di mortalità, quando invece le procedure da anni applicate in reparto consentirebbero un sereno decorso.




Coronavirus, 50enne denunciato: in quarantena volontaria ma a passeggio

Un 50enne è stato denunciato a Priolo. I poliziotti lo hanno fermato mentre si spostava sul territorio comunale nonostante fosse soggetto a quarantena. Era rientrato nelle settimane scorse dal nord Italia ed aveva provveduto all’autodenuncia. Trascorsi i 14 giorni di prescritto isolamento, si sarebbe ritenuto libero di muoversi. E questo ha provato a spiegare ai poliziotti che lo hanno sottoposto a controllo.
Ma, come da ordinanza regionale, la quarantena viene completata solo dopo l’effettuazione del tampone di fine isolamento. Prima, nonostante il superamento dei prescritti 14 giorni, non è consentito lasciare il domicilio di quarantena. “Nessuno me lo aveva comunicato”, ha provato ad obiettare l’uomo, denunciato per aver violato il divieto di mobilità, sebbene sottoposto alla quarantena.




Avola. Sopralluogo del sindaco all'ospedale "Di Maria": "Due positivi, attesa per gli altri"

Sopralluogo all’ospedale Di Maria. Il sindaco, Luca Cannata ha fatto tappa questa mattina all’interno della struttura sanitaria, con l’obiettivo di  fare chiarezza sulla notizia relativa ai 12 casi positivi accertati e di un possibile focolaio all’interno del nosocomio della zona sud della provincia. Al termine del suo sopralluogo, il primo cittadino esclude che la situazione possa essere seria come sembrava nelle ultime ore.  “Era necessario fare chiarezza- spiega il sindaco- Niente allarmismo, ma soltanto la necessità che i cittadini abbiano contezza di quello che si fa per evitare la diffusione del Coronavirus”. Luca Cannata assicura di avere chiesto subito spiegazioni al direttore Rosario Di Lorenzo. “Due i positivi accertati, mentre per gli altri casi si è -garantisce Cannata -in attesa dell’esito dei tamponi effettuati. Ci sono dei tamponi che vengono ripetuti, altri che sono, invece, al primo prelievo “. Il primo cittadino assicura di avere chiesto di conoscere ogni singolo esito, sia  “di chi sta nuovamente sottoponendosi a tampone, sia di tutti coloro i quali lo fanno per la prima volta. E’ fondamentale mantenersi esclusivamente sul campo delle prove certe”. Intanto l’Asp assicura che “tutti gli operatori sanitari sottoposti a controllo sono stati precauzionalmente allontanati dal lavoro e posti in isolamento domiciliare. Ogni qualvolta viene accertato anche un solo caso dubbio, scattano le procedure che prevedono anche la sanificazione e nebulizzazione degli ambienti interessati nonché il controllo dei pazienti ricoverati. I tamponi effettuati a questi ultimi hanno dato tutti esito negativo”.




Siracusa. Gente per strada: chi si gode le belle giornate, chi esce perchè ha finito la droga

Sempre più evidente la stanchezza dei cittadini della provincia di Siracusa che , se bloccati dai carabinieri per strada, alla richiesta di una spiegazione, rispondono di avere bisogno di un po’ di svago perché stufi di stare in casa. Multe a Siracusa, Augusta, Noto, Lentini, Rosolini, Pachino, Palazzolo Acreide, Canicattini Bagni, Sortino, Villasmundo, Francofonte, Carlentini, Ferla. Testa dell’Acqua.Com’è ormai consuetudine i carabinieri mettono in rilievo alcuni tra i casi che ritengono maggiormente significativi. A Floridia , un 50enne è stato trovato, in zona periferica, mentre svolgeva attività fisica, un pensionato è stato sanzionato mentre si svagava circolando in sella alla sua bicicletta, una donna rumena è stata sorpresa mentre, seduta su una panchina, era intenta a parlare al cellulare ed infine altre due sue connazionali hanno dichiarato che si stavano recando da incontrare degli amici per passare insieme la giornata. A Solarino, tre floridiani sono stati sanzionati perché si trovavano fuori dal comune di residenza, dichiarando di essersi recati in paese per trovare degli amici vista la bella giornata; a Siracusa, sanzionato un 40enne che ha candidamente ammesso di essere uscito di casa spinto dalla necessità di procacciarsi dello stupefacente; a Melilli e Siracusa, dove sono stati sanzionati due soggetti (un uomo ed una donna) che, in circostanze diverse, circolavano senza motivo valido e che sono stati trovati in possesso di sostanza stupefacente, motivo per cui sono stati anche segnalati alla Prefettura quali tossicodipendenti.