Siracusa. Strade al buio, la protesta: “Via Renella attende da 13 anni il ripristino dell’impianto”

“Un’attesa lunga 13 anni e che non è ancora terminata”.

Il Comitato Pro Arenella, attraverso il coordinatore, Sandro Caia, torna a far sentire la propria voce su una vicenda che rappresenta motivo di forte rammarico per i residenti. “Via Renella è al buio da 13 anni- spiega Caia- e da tutto questo tempo si attende, fino ad oggi invano, il ripristino dell’impianto di illuminazione pubblica”.

Per Caia il paragone è inevitabile. “In questi giorni si è parlato della soluzione del problema che si è venuto a creare alla Pizzuta a causa del furto di 3 chilometri di rame- prosegue il rappresentante dei residenti della contrada marina- Il Comune è intervenuto e dopo poche settimane sono in corso gli interventi di ripristino dell’illuminazione. Non possiamo dire, purtroppo, altrettanto, per il problema segnalato all’epoca e risegnalato periodicamente fino a quello che sembrava un incontro risolutivo, lo scorso anno”.

Durante la riunione a cui fa riferimento Caia, i residenti delle contrade marine con il Coordinamento Siracusa Sud, il Comune con l’assessore Pierpaolo Coppa e l’ex Provincia regionale, oggi Libero Consorzio Comunale con il dirigente Grimaldi riuscirono a venire a capo della questione competenze territoriali, stabilendo che quel tratto è di competenza dell’ex Provincia. L’ente di via Malta avrebbe, dunque, dovuto provvedere al ripristino dell’impianto di illuminazione.

“Si entrò anche nel dettaglio- prosegue Caia- Ci fu prospettata una soluzione a breve scadenza, con lo stanziamento di 134 mila euro che l’ex Provincia stava per ricevere dalla Regione e che sarebbe stato utilizzato proprio per mettere fine ai lunghi anni di buio e disagi. Da quell’incontro, tuttavia- dice ancora il coordinatore del Comitato Pro-Arenella- non è accaduto assolutamente nulla. E’ calato il silenzio -Caia non nasconde il proprio disappunto – ed è rimasto il buio lungo la strada che regna sovrano da 13 anni a questa parte. Del resto a chi importa se lungo quella strada ci sono tre strutture ricettive, due curve pericolose ed una farmacia?”.

 

 




Controlli dei carabinieri provincia: sanzioni per 4 mila euro in poche ore

Potenziati i controlli per la verifica del rispetto delle misure di contenimento della pandemia.

I carabinieri della Compagnia di Augusta sono stati impegnati, nelle scorse ore, lungo le principali vie di collegamento del territorio di loro competenza.
Nello specifico,  oltre a vigilare le zone più sensibili per l’ordine e la sicurezza pubblica, i militari hanno concentrato l’attenzione sulle arterie che conducono ai luoghi di intrattenimento più frequentati. Durante i servizi sono stati controllati diversi esercizi commerciali, 346 persone e 183 veicoli. Sono state inoltre eseguite perquisizioni personali, veicolari e domiciliari contestando violazioni al Codice della Strada per il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, per guida con il contestuale utilizzo del telefono cellulare, senza la revisione periodica del mezzo o privo di assicurazione RCA o, in ultimo, per essersi posto alla guida di veicolo sotto l’effetto dell’alcool. Un soggetto, per quest’ultima violazione, è stato segnalato alla Prefettura di Siracusa, poiché dopo l’alcoltest, è risultato con un tasso alcolemico di 0,70 g/litro.
Gli importi dovuti per le violazioni contestate ammontano complessivamente a circa 4.000 euro, sono stati sottratti complessivamente 35 punti dalle patenti di guida e ritirati 3 documenti di circolazione.
Infine, I Carabinieri di Ferla, hanno segnalato alla Prefettura aretusea un giovane poiché è stato trovato in possesso di circa 4 grammi di marijuana e di uno spinello.




Villasmundo e Città Giardino verso la metanizzazione: transazione con Italgas

L’amministrazione comunale, retta dal sindaco Giuseppe Carta, lo definisce un risultato storico per le frazioni di Villasmundo e Città Giardino.

Un intervento portato avanti nonostante i diversi contenziosi con Italgas, con la quale si è giunti ad una transazione che ha messo fine, definitivamente, alle problematiche che per troppi anni hanno discriminato le due frazioni.

“È stato un lavoro faticoso, diversi i tavoli tecnici, tante le riunioni interne e tra le parti. Con l’ausilio dei nostri legali siamo riusciti a trovare un accordo con Italgas – afferma il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta – ma c è voluta anche tanta determinazione per superare le diverse criticità che caratterizzavano il contenzioso.” “Una determinazione che è mancata in passato ma che ci permette oggi di dichiarare concluso un lavoro preliminare molto importante per le due località”.
“Adesso – ha concluso il Sindaco Carta- una volta definito il progetto preliminare e deliberata la transazione, si procederà spediti alla realizzazione della metanizzazione dei due territori, opera che costerà più di 3 milioni di euro.”




La droga servita direttamente in auto: “Coca Drive In”, sgominato traffico ad Avola

La Polizia ha sgominato una organizzazione che si era specializzata nello spaccio di droga ad Avola, tra le vie cittadine. Azzerato una attività definita dagli investigatori “fiorente”.
La droga veniva approvvigionata a Catania e veniva ceduta ai clienti con una sorte di metodo drive in: senza scendere dall’auto, accesa sulla pubblica via. E proprio “Coca Drive In” è il nome scelto per l’operazione scattata all’alba.
Per il recupero dei crediti, a fronte delle reiterate cessioni di droga, gli indagati avrebbero fatto ricorso a violenze fisiche e minacce, commettendo il reato di estorsione aggravata. In totale sono state eseguite 8 misure cautelari ed effettuate altrettante perquisizioni. Denunciate 12 persone.
Gli uomini del Commissariato di Avola, a conclusione di un’articolata attività investigativa, coordinata dalla dal procuratore Fabio Scavone e dal sostituto Gaetano Bono, hanno eseguito le 8 misure cautelari: in 7 sono stati arrestati. Durante le perquisizioni sono state rinvenute e sequestrate alcune dosi di cocaina, bilancini di precisione e vario materiale utile al confezionamento dello stupefacente.
Le celeri indagini degli investigatori hanno fin da subito consentito di “decodificare” il linguaggio utilizzato dagli indagati nelle loro conversazioni. E’ emerso che, a partire dal dicembre 2020, vi erano degli accordi criminali finalizzati ad attivare dei canali di fornitura di stupefacente da Catania verso Avola, per poi smerciare le singole dosi tra le vie di un quartiere.
In appena sei mesi di indagine, accertati numerosi episodi di acquisto all’ingrosso dello stupefacente che veniva poi trasportato ad Avola e custodito presso una autocarrozzeria. La droga veniva suddivisa in singole dosi e ceduta comodamente tra le vie adiacenti all’abitazione di due degli indagati, un uomo ed una donna che, avvalendosi di altri fiancheggiatori, soddisfacevano le richieste dei loro “clienti”.
Durante le indagini sono state effettuate numerose attività di riscontro del traffico illecito, oltre che diverse perquisizioni volte ad interrompere le condotte illecite.
Arrestato un uomo di 48 anni, ritenuto l’autore del traffico di stupefacenti. Sua moglie, di 38 anni, proseguendo l’attività illecita per conto del marito avrebbe effettuato numerose cessioni di sostanza stupefacente anche dopo l’arresto del marito che, nonostante fosse ai domiciliari, continuava, anch’egli, a spacciare droga.
Gli investigatori, infatti, hanno accertato alcuni incontri tra gli indagati e contatti con un catanese, anch’egli arrestato, che avrebbe garantito la fornitura all’ingrosso di stupefacente ed ha proposto con nuove modalità che potessero far proseguire il flusso di droga verso Avola.
Per il pagamento dello stupefacente ceduto, gli indagati erano soliti concedere ai propri acquirenti dei crediti via via crescenti che, tuttavia, molto spesso i “clienti” non riuscivano a rimborsare subendo gravi minacce e, nei casi più gravi, atti di aggressione fisica commessi da alcuni degli indagati.
Proprio a seguito delle reiterate minacce patite, una donna – ormai stanca e preoccupata delle possibili ritorsioni ai danni del proprio nucleo familiare – si è rivolta ai poliziotti denunciando i fatti che avevano coinvolto il proprio figlio tossicodipendente che non aveva potuto onorare i debiti assunti.
La consequenziale attività info – investigativa, ha permesso di individuare sia il principale fornitore della cocaina, nel comune di Catania, sia i principali “spacciatori” della sostanza stupefacente ed i soggetti di cui si sono avvalsi in varie occasioni e per i diversi compiti.
Inoltre, sono state portate alla luce numerosi casi di estorsione messi in atto per la riscossione dei crediti concessi nel tempo. I poliziotti del Commissariato di Avola, diretti dal Commissario Capo Mario Venuto, si sono avvalsi di intercettazioni telefoniche e tra persone presenti, attuando sistematiche attività di osservazione e controllo anche attraverso sistemi di video sorveglianza.
Infine, gli elementi acquisiti hanno anche consentito di stimare il valore economico dell’attività illecita di spaccio che ha garantito al nucleo familiare che la gestiva ed agli altri concorrenti nel reato, di mantenere uno stile di vita ampiamente superiore alle loro possibilità economiche.
Pertanto, alla luce del solido quadro indiziario, emerso a carico di ciascuno degli indagati, la Procura di Siracusa ha avanzato richiesta di misura cautelare a seguito della quale il gip Andrea Migneco ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare alla cui esecuzione hanno preso parte circa 60 poliziotti.




Operazione “Coca Drive in”: le minacce nelle intercettazioni e la paura di una madre disperata

Le intercettazioni raccontano bene quelle che sarebbero state le modalità utilizzate per spacciare la droga.

L’operazione “Coca Drive in” condotta dalla polizia, con 8 misure cautelari e 12 denunce, ha portato alla luce una gestione del traffico di stupefacenti ad Avola che prevedeva anche che i pusher facessero credito agli acquirenti, salvo poi rivendicarne il pagamento con minacce e, almeno in un caso, secondo quanto appurato dalla polizia, violenza.

Alcune frasi intercettate parlano chiaro, come quelle pronunciate dal presunto spacciatore, che ricorda all’acquirente:

Ti ho dato 9 mila euro di merce. Oggi non te lo da nessuno 9 mila euro di merce”.

Un modo per far notare all’assuntore una “benevolenza” che andava premiata onorando il debito contratto. Cifre che salivano, volta dopo volta, vertiginosamente, fino a  non poter più sperare di riuscire a pagare.

A quel punto sarebbero subentrate le minacce. Tra le ipotesi di reato, infatti, figura anche quella di estorsione.

Ancor più esplicite le intercettazioni raccolte dalla polizia del commissariato di Avola, in cui si arriva alla evidente ed inequivocabile minaccia.

“Attia, pezzo di m…. che sei, se per stasera o domani mattina non sei qui, vedi che vengo fino a lì e ti scippo i cannarozza”.

“A capo dell’organizzazione -spiega il commissario capo, Mario Venuto- ci sarebbero stati un uomo ed una donna, marito  (peraltro ai domiciliari) e moglie. Questo nucleo familiare era promotore e gestiva l’attività con ruoli decisionali, di promozione e con compiti esecutivi”.

Lo smercio della droga, approvvigionata lungo l’asse Catania-Avola e poi nascosta in un’autocarrozzeria, avveniva sulla pubblica via. L’acquirente restava a bordo della propria auto. Così facendo, la cessione era certamente molto celere.

“Con l’operazione di oggi abbiamo azzerato un fenomeno- conclude Venuto- Possiamo ritenerci dunque pienamente soddisfatti del risultato conseguito”.




Medicane Apollo, dichiarato lo stato di emergenza per Siracusa e altri 18 città aretusee

In seguito al passaggio del ciclone Apollo e al progressivo aggiornamento della ricognizione dei danni causati dall’eccezionale ondata di maltempo che lo scorso ottobre ha colpito la Sicilia, il governo regionale ha esteso ad altri Comuni lo stato di emergenza regionale e la richiesta dello stato di calamità nazionale già deliberati il 27 ottobre.

«Continuiamo incessantemente, con i nostri uomini della Protezione civile e del Corpo forestale e con l’aiuto degli enti locali, ad effettuare sopralluoghi sui territori colpiti per rilevare le devastazioni causate da piogge, venti ed esondazioni. Il bilancio complessivo è pesante, altri Comuni si aggiungono alla lista di quelli che dovranno ricevere adeguati ristori. Roma ci ha assicurato sostegno, confidiamo che sia celere e adeguato», commenta il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.

In base alla relazione della Protezione civile regionale, guidata da Salvo Cocina, l’elenco degli 86 Comuni danneggiati dagli eventi meteo tra il 5 e il 26 ottobre è stato integrato con altri 13 territori: Biancavilla, Bronte, Mascali, Mascalucia, Mineo, Ramacca, San Pietro Clarenza, Sant’Agata Li Battiati, Sant’Alfio, Tremestieri Etneo e Vizzini nel Catanese; Nicosia nell’Ennese e Castell’Umberto nel Messinese.

Relativamente al passaggio del ciclone Apollo tra il 28 e il 31 ottobre – che ha causato danni al patrimonio pubblico e privato, interruzione di viabilità comunale, provinciale, statale e autostradale, allagamenti, interruzione di pubblici servizi, cedimenti di opere di protezione di moli e porti, isolamento di frazioni costringendo all’evacuazione di numerose famiglie – sono interessati alla dichiarazione dello stato di emergenza 32 Comuni: Sant’Angelo Muxaro nell’Agrigentino; Acireale e Militello Val di Catania nel Catanese; Alì, Alì Terme e Itala nel Messinese; Belmonte Mezzagno nel Palermitano; Acate, Ispica e Scicli nel Ragusano; Augusta, Avola, Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Carlentini, Cassaro, Ferla, Floridia, Francofonte, Lentini, Melilli, Noto, Pachino, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero, Rosolini, Siracusa, Solarino, Sortino nel Siracusano; Erice e Paceco nel Trapanese.

La stima dei danni è ancora in corso. Una prima valutazione dei danni causati dal passaggio del ciclone Apollo, tra il 28 e il 31 ottobre, ha quantificato in 2 milioni di euro gli interventi urgenti e in 50 milioni quelli strutturali di riduzione del rischio. Complessivamente, l’importo dei danni causati dal maltempo in tutto il mese di ottobre è stimato in 10 milioni per gli interventi urgenti e in 150 milioni per quelli strutturali. Inoltre, si stimano ulteriori 50 milioni di danni all’agricoltura, alle attività produttive e residenziali.




Cocaina e hashish: sequestrate dosi nella zona di via Avola, coppia denunciata

Novantasette grammi di cocaina e 247 grammi di hashish, suddivisi in dosi, sono stati sequestrati da agenti delle Volanti e investigatori della Squadra Mobile nei pressi di via Avola, a Siracusa. Rinvenuta anche una cartuccia calibro 45, nell’ambito dei controlli quotidiani di contrasto allo spaccio di droga in città.
Dopo un’accurata perquisizione domiciliare, sono stati denunciati proprio per spaccio due persone (un uomo classe 1974 ed una donna classe 1973). A casa dei due è stato trovato materiale utile al confezionamento dello stupefacente.
Intanto, agenti della Squadra Mobile hanno denunciato una siracusana (classe 1977) nella cui abitazione sono stati trovati 6 cartucce calibro 7,65 di cui una “tracciante”, illegalmente detenute.




Siracusa. Nuovi cavi di rame per l’illuminazione pubblica della Pizzuta: via al ripristino degli impianti

Consegnati i cavi di rame che serviranno a ripristinare gli impianti di illuminazione pubblica della Pizzuta.
Il materiale dovrà sostituire quello rubato nelle scorse settimane, in più riprese. A causa dei furti in questione, le vie della zona residenziale sono rimaste (da settimane) al buio. Motivo di disagio per i residenti.

I malviventi a caccia di “oro rosso” da rivendere sul mercato nero, hanno aperto tombini e perfino vani contatore. Non solo il furto e il problema di interruzione dell’erogazione dell’energia elettrica, dunque, ma anche un rischio concreto per chi percorre i marciapiedi, invasi dalla vegetazione. Questo non permette sempre di scorgere in tempo i chiusini lasciati aperti dai ladri.

A sollecitare l’intervento di ripristino è stata, nei giorni scorsi, la delegata del quartiere Tiche, Luana Aliano. “Da contatti diretti con la gli addetti alla pubblica illuminazione- aveva spiegato- si è potuto appurare che la situazione di disagio è stata provocata da un furto dei cavi, su un percorso di circa 3 Km” Da stasera-annuncia-  una parte di via Lo Surdo e una parte di via Asbesta torneranno illuminate. I lavori continueranno da lunedì e l’area rimasta al buio per un mese e mezzo tornerà illuminata. I pozzetti da rimettere a posto perchè scoperti erano addirittura quattro. L’intervento di ripristino, in questo caso, è stato portato a termine”.




Il principe Alberto di Monaco a Noto: ieri la consegna del Grifone d’Argento dell’Ente Fauna Siciliana

Il Grifone d’Argento 2020 dell’Ente Fauna Siciliana è adesso di Alberto di Monaco.

Ieri, nella splendida cornice del Teatro comunale Tina Di Lorenzo di Noto, il principe ha ricevuto il riconoscimento.

“Già nel marzo del 2014, il Consiglio Comunale da me presieduto-ricorda il sindaco, Corrado Figura-  volle conferire a Sua Altezza Serenissima Alberto II di Monaco la Cittadinanza Onoraria per la sensibilità dimostrata verso i problemi ambientali. Sensibilità per nulla mutata tanto che ieri sera, sul palco del Teatro Tina Di Lorenzo, ho avuto l’onore di consegnare nelle sue mani il Grifone d’Argento 2020 dell’Ente Fauna Siciliana, per le attività svolte dalla “Fondation Prince Albert II de Monaco. Nel pomeriggio ed alla mia presenza il Principe aveva inaugurato il Museo tattile olfattivo “Jacques di Monaco”, finanziato dalla fondazione che porta il Suo nome, ed allestito nel centro visitatori della Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari; e da lì, ho comunicato che la Giunta da me presieduta aveva appena deliberato il divieto di fumo sulle spiagge di tutta la Riserva. Seguo con attenzione ciò che avviene alla Cop26 di Glasgow, e spero che almeno parte degli obiettivi auspicati da tanti vengano in quella sede raggiunti. Il nostro pianeta ha bisogno di tutela; contribuiamo tutelando uno degli angoli più belli di questo pianeta: Noto ed il suo territorio”.




Sono tornati a Siracusa i due volontari modicani aggrediti nei giorni scorsi alla Fanusa

“Nonostante tutto, i nostri volontari sono tornati a dare una mano alla città di Siracusa che ancora è costretta ad affrontare gli strascichi dell’alluvione della scorsa settimana. Fiero di loro come sindaco e come cittadino modicano”. Così Ignazio Abbate, primo cittadino di Modica, ha voluto salutare – non senza orgoglio – la loro scelta di tornare a Siracusa dopo essere stati aggrediti alla Fanusa, durante le operazioni di soccorso alla popolazione rimasta bloccata in casa per via degli allagamenti causati da Apollo.
Uno dei volontari è stato spedito in ospedale da un 50enne che gli ha sferrato due pugni. Secondo una ricostruzione, sarebbe andato in escandescenza perché chiedeva di transitare urgentemente con la sua automobile in un passaggio stradale che era limitato dalla presenza di alcune auto parcheggiate. Prima parole pesanti all’indirizzo di una volontaria di 24 anni, poi un colpo alla testa al padre che si era interposto per salvaguardare la figlia e quindi almeno un pugno a un altro volontario che arrivava in soccorso.
L’episodio è stato duramente condannato anche dal prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto, dal sindaco Francesco Italia e dal capo del Dipartimento regionale di Protezione Civile, Salvo Cocina.
Raffaele Sortino e Antonio Pasqua, questi i nomi dei uomini, avevano già anticipato la loro volontà di tornare a Siracusa, nonostante il bruttissimo accadimento. Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci hanno chiamato ed espresso vicinanza: dal presidente della Regione, Nello Musumeci, al presidente nazionale dell’associazione di protezione civile, Curcio. Siamo dispiaciuti, amareggiati, ma le persone come noi vanno avanti senza rimuginare troppo”.