Il grande limite del Verde Pubblico: capitolato incompleto, senza dettaglio attrezzature

Almeno due errori da correggere per la gestione del verde pubblico con il nuovo appalto, per il quale, tuttavia, occorrerà attendere settembre 2023.

Mentre con l’acquisto di un nuovo macchinario, la ditta che gestisce il verde pubblico nella zona A del capoluogo (dalla Pizzuta a via Algeri) dovrebbe poter risolvere alcuni problemi atavici, accorciando i tempi per la potatura di siepi, restano irrisolti problemi come l’impiego di forza lavoro sottodimensionata rispetto alle necessità.

L’assessore al Verde Pubblico, Carlo Gradenigo assicura che, con questo acquisto, “la ditta completerà in dieci giorni interventi che prima richiedevano un paio di mesi di lavoro. Ovviamente, completato un intervento, era già emergenza in un altro luogo della vasta fetta di territorio di competenza della ditta, con cui per fortuna la collaborazione avviata è fluida”.

Da ieri le operazioni di diserbo e potatura sono in corso, dunque, nella parte alta della città: da via Asbesta a via Madre Teresa di Calcutta; da via Lo Surdo a via Foti.

“I  tempi sono stati lunghi -riconosce l’assessore- proprio per i problemi relativi all’appalto. Il bando non indicava il numero di operatori da impiegare e nemmeno il tipo di macchinari di cui disporre. Si limitava a chiedere di preferire mezzi rispettosi dell’ambiente rispetto a quelli a motore”.

La gara d’appalto fu espletata nel 2015. Alcune zone non sono state inserite nell’elenco di quelle da curare, anche se magari si tratta di aree limitrofe a quelle in cui l’intervento della ditta è richiesto.

“Capita di trovare zone in cui per 900 metri si deve intervenire e per i 100 metri avanti, no- racconta ancora Gradenigo- Ho il dubbio che nel censimento, alcune aree siano sfuggite, siano state dimenticate. Mi rendo conto che si tratta di una porzione vastissima in effetti e spesso siamo costretti a mettere mano al portafogli con interventi straordinari. Ciò non toglie che l’idea di suddividere il capoluogo in cinque porzioni non era a mio avviso sbagliata”.

Tra i paradossi con cui ci si scontra spesso: zone in cui l’albero deve essere potato perchè inserito nel capitolato e l’erba sottostante, no.

Del prossimo appalto si occuperà la prossima amministrazione comunale. Quella attuale, intanto, si appresta a rinnovare parte del patrimonio verde della città. In piazza Euripide gli alberi torneranno “in numero superiore rispetto ai prevedenti- chiarisce Gradenigo- Ci saranno giacarante e, lungo i marciapiedi, agrumi, probabilmente aranci amari”.




Covid, il bollettino: 38 nuovi positivi in provincia, aumentano i ricoveri in terapia intensiva

Sono 38 i nuovi positivi al covid in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Dieci casi in più rispetto al dato dei contagi di ieri. Oggi “respira” Melilli, dopo giornate di intensa pressione del covid: sono 71 gli attuali positivi, 5 in meno. Anche a Francofonte il peggio sembra essere passato: sono 52 gli attuali positivi, 3 i francofontesi ricoverati. Occhi puntati, allora, su Floridia dove sono 25 gli attuali positivi mentre 27 persone si trovano in isolamento fiduciario da contatto. Sono 6 i floridiani ricoverati nelle strutture ospedaliere.
La situazione nel capoluogo. A Siracusa sono 187 gli attuali positivi (+4). Aumentano anche i ricoverati, sono adesso 16. Attenzione al dato della terapia intensiva, dove sono 3 oggi gli accessi (+2). La fascia d’età più soggetta al contagio rimane quella 40-49 anni con 37 positivi; poi under 12 (28); quindi 30-39 anni e 70-79 anni (24). In terapia intensiva due persone 70-79 anni ed una della fascia 50-59.
In Sicilia sono 264 i nuovi casi di covid nelle ultime 24 ore, a fronte di 19.282 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 6.847 (-697). I guariti sono 948, 13 i decessi. Negli ospedali sono adesso 303 i ricoverati (+6), 48 in terapia intensiva (+5). Sul fronte del contagio nelle singole province: Palermo 14 casi nuovi, Catania 118, Messina 38, Siracusa 34, Ragusa 5, Trapani 16, Caltanissetta 10, Agrigento 12, Enna 17.




Ponte Umbertino, un mese dopo il crollo: uno stampo per ricostruire i pezzi distrutti

Un mese dopo il distacco di elementi decorativi dal torrione del ponte Umbertino, inizia lentamente a prendere corpo l’operazione di recupero. Al momento, le transenne delimitano ancora l’area interessa dal cedimento prima e da una maldestra operazione di messa in sicurezza dopo.
Nei giorni scorsi, tecnici del Comune e della Soprintendenza di Siracusa hanno eseguito l’invocato sopralluogo comune per valutare i danni, lo stato degli altri elementi decorativi e decidere il da farsi. Attenzioni concentrate sul torrione “spoglio” e da ricostruire. Utilizzando le parti ancora integre della decorazione rimossa verranno realizzati degli stampi fedeli all’originale in modo da produrre i nuovi elementi da utilizzare per il ripristino del torrione. Per piazzarli, suggerito l’uso di malte con adeguata quantità di legame cementizio ma solo dopo una verifica del sottofondo, non apparso uniforme e di adeguata consistenza.
I tecnici di Comune e Soprintendenza hanno anche analizzato le balaustre del ponte Umbertino, pure queste in cemento, e bisognose di recupero in più punti.
Gli uffici di Palazzo Vermexio si occuperanno della redazione del progetto di intervento e della necessaria quantificazione dei costi. Alla Soprintendenza il compito di sorvegliare sulla qualità e conformità degli interventi, trattandosi di un monumento tutelato. Le tempistiche non sono ancora chiare.
Nel frattempo, è passato il primo mese dal cedimento: era l’11 settembre. Dopo essersi punti a distanza per la gestione dell’emergenza, i due enti pubblici hanno ritrovato la via del dialogo. La Soprintendenza puntò il dito contro il metodo di intervento scelto dal Comune che, dal canto suo, si giustificò con la necessità di intervenire in urgenza per tutelare la salute pubblica. “E’ stato subito di palese evidenza il pericolo incombente e la necessità di rimuovere le modanature pericolanti del torrione nord-ovest, per cui si è proceduto a rimuovere, con mezzi a disposizione, anche gli altri tre lati del cornicione, in conglomerato cementizio non armato, tutti in fase di crollo incipiente. La decisione è stata presa per evitare un aggravamento delle condizioni statiche già labili di quel che rimaneva del cornicione con pericolo per la pubblica incolumità. La causa di tale crollo infatti è addebitabile, principalmente, al fatto che le modanature del torrione in parola, differentemente da quelle degli altri tre torrioni, erano prive di una copertina sommitale in conglomerato cementizio, che si trova invece sopra i cornicioni degli altri tre torrioni e che è realizzata con una forma atta ad allontanare l’acqua piovana dallo spazio fra le modanature e la superficie perimetrale grezza del torrione. Negli anni, mancando tale protezione, l’acqua piovana ha potuto liberamente infiltrarsi sommitalmente nell’intercapedine fra le modanature e la superficie laterale grezza del torrione ed ha determinato il degrado del materiale ivi presente con funzione di legante, causando infine il crollo”, si affrettarono a spiegare i tecnici di Palazzo Vermexio. In città si ironizzò molto per il ricorso ad un autocarro destinato alla rimozione delle auto in sosta.




Resort di Ognina, furia Cafeo: “occasione di sviluppo persa per volontà di una minoranza”

“Siracusa appare oggi una città letteralmente in ostaggio, stretta tra la morsa delle battaglie ideali e delle ripicche politiche, con in mezzo però i problemi e le necessità dei cittadini che si vedono scippare, ogni volta, opportunità di sviluppo e di lavoro proprio in un ambito, quello della valorizzazione turistica, dove invece da anni si predica bene ma si razzola malissimo”. La spietata analisi porta la firma del deputato regionale Giovanni Cafeo (Lega), segretario della Commissione Attività Produttive.
“Resort di Ognina? Vicenda incredibile. Il comune di Siracusa ha avuto nel tempo un atteggiamento sempre favorevole, anche per tutte le iniziative di riqualificazione ad esso collegate per una zona che, oggettivamente, ad oggi risulta di fatto abbandonata a sé stessa. È bastata però un’uscita politica di una delle liste rappresentate in giunta (Lealtà&Condivisione, ndr) per cambiare atteggiamento e ritrovare quella pavidità che nel tempo non ha fatto altro che danneggiare la città”, attacca Cafeo. “E così si rispediscono al mittente centinaia di milioni di euro di investimenti previsti sul territorio, un vero record in negativo per cui qualcuno dovrebbe rispondere”.
Per Cafeo a Siracusa splende solo la capacità “di fare scappare chi vuole investire sul territorio”. Cosa che sarebbe “proprio l’opposto il compito di ogni istituzione pubblica”.
Il no al resort è “un’occasione persa, anche grazie alle paradossali posizioni contrarie di chi, direttamente o indirettamente, ha contribuito negli anni alla cementificazione spesso irregolare di una costa meravigliosa ed esclusa da progetti di riqualificazione proprio a causa di atteggiamenti ideologici e pregiudiziali”.




Siracusa. Niente resort ad Ognina, la società: “Scelta assurda ma non andremo avanti”

“La città di Siracusa rinuncia ad un importante investimento, a 140 milioni di euro, a mille posti di lavori in fase di cantiere e a 400 successivamente. Rinuncia alla destagionalizzazione e ad un turismo di alto livello, preferendo quello di basso livello come succede in Ortigia”.

Duro il commento  di Gaetano Bordone,  procuratore della Sun Llc, la società con sede a Miami che avrebbe voluto costruire un resort nella zona di Pane e Biscotti, tra Ognina e Fontane Bianche e il cui progetto è stato bocciato ieri dalla conferenza dei servizi convocata nella sala Archimede del Palazzo Municipale di Piazza Minerva.

Un “no”, quello della Soprintendenza ai Beni Culturali e del Comune, espresso per incompatibilità rispetto a quanto prevede il Piano Paesaggistico. Questo punto non vede affatto d’accordo la società, convinta che  l’aspetto tecnico non sia stato tenuto nella giusta considerazione in fase di esame del progetto.

“Volevamo realizzare un’iniziativa utile per la città- torna a dire Bordone- per il turismo, per la Sicilia, senza dover utilizzare nemmeno un euro italiano. Purtroppo- chiara l’accusa- la convinzione di questi signori è stata preponderante. A quanto pare in Italia, gli abusivi hanno titolo, chi vuol fare le cose legalmente, evidentemente no. Il piano paesaggistico sarebbe stato pienamente rispettato”.

Il capitolo, tuttavia, con la bocciatura al progetto sembra definitivamente chiuso. La società non sembra intenzionata a far valere le proprie ragioni in altre sedi e secondo altri percorsi.

“La democrazia- chiarisce Bordone- prevede che un consesso superiore decide se un progetto ha la correttezza tecnica e amministrativa. Soltanto la seconda, in questo caso, è stata presa in considerazione. Ad ogni modo, non si può andare avanti. Non possiamo fare altro – c’è amarezza nelle parole del procuratorie della Sun Llc – che prendere atto dell’esito negativo e del fatto che qui si è bravissimi a fare scappare gli investitori stranieri”.

Se realizzata, l’opera dovrebbe sarebbe costruita su di un’area di poco meno di 150 ettari. Il progetto prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di 17 lotti o unità destinati ad accoglienza turistico-alberghiera e alberghiera-privata. E poi grandi spazi destinati a servizi: campo da golf, eliporto, spa, area convegnistica aperta al pubblico.




Verde Pubblico, quell’appalto nato male che resta a galla grazie alle rimodulazioni

Dopo decine di segnalazioni e proteste, via ai lavori di diserbo su strade e marciapiedi di via Asbesta, via don Puglisi, via Ada Meli, Lo Surdo. Il settore verde pubblico è riuscito a sbloccare lo stallo, dovuto verosimilmente ad un non perfetto censimento degli spazi da curare quando – nel 2015 – si decise di divedere la città in lotti, assegnati a ditte diverse, per la cura del verde. C’è voluto più impegno di quanto si possa credere dall’esterno per riuscire a rimodulare il lotto A dell’appalto, inserendo queste ed altre zone che – incredibilmente – non erano contemplate. “A costo zero, rimediamo ad un capitolato nato male e dal quale erano state lasciate fuori ampie zone verdi, aiuole e alberature per questo oggetto di perenni disservizi per i cittadini e di maggiori costi per il Comune costretto ad intervenire con singoli interventi straordinari”, rivela l’assessore Gradenigo.
La ditta incaricata dei lavori nella zona alta della città si è anche impegnata all’acquisto di un nuovo mezzo meccanico che “permetterà di abbattere drasticamente i tempi di lavorazione delle siepi lungo i chilometri di strade e marciapiedi che vanno da Via Algeri alla Pizzuta, con il duplice risultato di migliorarne decoro e sicurezza e liberare del tempo utile per la gestione delle restanti aree da oggi in capitolato”, dice l’assessore Carlo Gradenigo.
Chiesta inoltre ordinanza alla Municipale per l’interdizione della sosta su piazza Bonanno a Belvedere dove, tra le giornate di giovedì e venerdì, inizieranno le operazioni di potatura dei ficus. Attività quest’ultima per la quale si è atteso l’inizio del periodo utile per la potatura degli alberi che va da ottobre a febbraio.




Vaccini: terza dose per gli over 60, in Sicilia via alle prenotazione. Ecco come fare

Da oggi in Sicilia è possibile, per gli over 60, vaccinarsi con la terza dose, purché siano trascorsi sei mesi dalla somministrazione della seconda. La prenotazione può essere effettuata, cliccando sull’immagine dedicata, attraverso l’apposita piattaforma della Regione (https://www.siciliacoronavirus.it) o direttamente su quella della Struttura commissariale nazionale gestita da Poste Italiane e raggiungibile al seguente indirizzo: https://prenotazioni.vaccinicovid.gov.it
È possibile, inoltre, prenotarsi chiamando il numero verde 800.00.99.66, attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18: è sufficiente indicare il codice fiscale, il numero della tessera sanitaria e quello del telefono cellulare, indispensabile per la conferma dell’appuntamento.




In giro per la città con una pistola semiautomatica addosso: 30enne arrestato dalla Polizia

Il 30enne Claudio Nicosia è stato arrestato da agenti della Mobile di Siracusa. Aveva con sè un’arma clandestina e le relative munizioni. Gli agenti lo hanno intercettato in via Pasquale Salibra. All’alt intimato dalla Polizia ha risposto accelerando e forzando il posto di blocco a bordo del suo scooter Honda.
E’ stato bloccato poco dopo da un secondo equipaggio di Polizia e sottoposto a controllo insieme al fratello che era con lui sulla moto.
Il 30enne aveva addosso una pistola Beretta modello 418, calibro 6.35, con matricola abrasa. La pistola, un’arma semiautomatica, era funzionante e rifornita di caricatore con 4 cartucce.
Il 30enne è stato posto ai domiciliari.




Street Art per Akradina, quattro murales su quattro grandi pareti per Mimesi Fest

(cs) Quattro grandi pareti di un rione di case popolari e quattro street artist sono il punto di partenza di un più ampio progetto di rigenerazione urbana che interesserà per due settimane il quartiere Akradina, dal 25 ottobre al 7 novembre, e che punta a sensibilizzare sui temi della sostenibilità e della salvaguardia ambientale e del patrimonio culturale cittadino. Si chiama Mimesi Fest, e sarà un evento che parte dall’arte e dalla presa di coscienza che essa non è solo ricerca estetica ma anche consapevolezza, coinvolgimento, partecipazione e spinta al cambiamento.
L’evento è stato presentato stamattina in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il sindaco, Francesco Italia, e l’organizzatore Carlo Alberto Giardina, un trentenne siracusano al quale il lockdown ha cambiato la vita: dopo essersi affermato come illustratore digitale e street artist, infatti, è dovuto tornare a casa ma ha deciso di non ripartire e di mettere la sua creatività a disposizione della città.
Il cuore di Mimesi Fest sono le case popolari comunali di via Antonello da Messina. Su quattro pareti quadrate, ciascuna di 12 metri per lato, saranno realizzati dei murales ma la manifestazione vivrà altri momenti in cui residenti e alunni della scuola Verga saranno coinvolti in attività come la pulizia della Balza Akradina (con la collaborazione di Rifiutiamoci e PlasticFree Siracusa), incontri con studiosi e naturalisti e pure per portare la musica nel quartiere.
«Carlo Alberto Giardina – ha detto il sindaco Italia – è un giovane siracusano di talento che ci ha proposto un’idea nella quale l’Amministrazione si riconosce perché parla di consapevolezza ambientale, di transizione energetica, di patrimonio naturale e culturale. Siracusa non è nuova ad esperienze di street art e alcuni murales ormai fanno parte della nostra identità, ma questo festival si caratterizza perché si inserisce in un progetto di rigenerazione urbana, per altro in quartiere in cui l’azione dell’Amministrazione è molto avanti, i cui protagonisti non sono solo gli artisti ma anche i residenti».
Giardina sarà uno degli artisti all’opera, assieme ad Alice Lotti, Alesenso (Alessandra Senso) e Fabio Guarino. A ciascuno è stato assegnato un tema agganciato a un luogo o a un elemento importante per Siracusa: la preservazione, rappresentata dalla riserva naturale del Ciane; la rivalutazione, prendendo come oggetto il Tempio di Zeus; la salvaguardia, che rimanda all’Area marina protetta; e la rigenerazione, il cui spunto saranno i ricci di mare, un simbolo della cucina siracusana che per non scomparire necessità di consumi limitati ad alcuni periodi dell’anno e del fermo biologico.
«Mi sono dedicato alla street art – ha spiegato Giardina – perché l’opera muraria ha un grande impatto sulle persone, cambia la percezione dello spazio e incide sui comportamenti. Il concetto che vogliamo elaborare è quello del prendersi cura di sé, che per i greci antichi era rendere servigi alla propria anima ma per noi deve significare anche cura dell’ambiente e, a partire dalla propria città, di tutto il pianeta. Il concetto di mimesi per l’artista significa operare in maniera simile alla natura, significa generare trasformazione attraverso un percorso di consapevolezza e un processo di rigenerazione silenziosa e necessaria».
Il Mimesi Fest sarà anche un’occasione di divulgazione avvalendosi delle competenze della presidente dell’Area marina protetta, Patrizia Maiorca, dell’ornitologo Renzo Ientile, della biologa marina Linda Pasolli, dell’archeologo Fabio Caruso e di Sebastiano Mazzarino dell’associazione Sea Shepherd impegnata nella difesa dell’ambiente marino.




Latitante catanese bloccato a Floridia: era sfuggito all’arresto lo scorso 15 ottobre

Si nascondeva in provincia di Siracusa il ricercato catanese Vincenzo Dato. Il 45enne era destinatario di una misura cautelare emessa nell’ambito dell’operazione Picaneddu dei giorni scorsi. E’ stato rintracciato dai Carabinieri, alla guida di una Panda sulla Provinciale 12, a Floridia. Era in compagnia del padre. Avrebbe tentato di sfuggire all’arresto, anche speronando l’auto dei militari. Bloccato, è stato accompagnato nel carcere di Bicocca, a Catania.
Nell’inchiesta sono coinvolte 13 persone, accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e procurata inosservanza di pena, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare la famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola Ercolano – gruppo di Picanello.
Dato è considerato dagli investigatori figura di spicco, al vertice della gestione degli affari del clan. Lo scorso 15 ottobre, quando è scattata l’operazione Picaneddu, era riuscito a rendersi irreperibile. Erano subito state avviate le ricerche.