Covid, i numeri: 65 nuovi positivi in provincia di Siracusa, 765 in Sicilia

Sono 765 i nuovi positivi al covid in Sicilia, nelle ultime 24 ore. Sono stati 25.977 i tamponi processati, con una incidenza che scende al 2,9%. I guariti sono stati 845, 22 i decessi. Si arresta l’aumento dei ricoveri ospedalieri: sono 812 i pazienti nei reparti covid dei nosocomi siciliani, due in meno rispetto a ieri. In terapia intensiva si trovano invece 119 persone.
In provincia di Siracusa sono 65 i nuovi casi di contagio. Ad Augusta gli attuali positivi salgono a 181, a Melilli 102 (-7). A Priolo si alza il livello di allerta, da oggi e fino a Pasqua chiuse tutte le scuole ed annunciato il divieto di stazionamento su piazze e vie pubbliche. A ritmo di circa 630 vaccini al giorno, prosegue intanto la vaccinazione – tra alti e bassi – nell’hub provinciale allestito dalla Regione all’interno dell’Urban Center di via Bixio, a Siracusa.
Quanto alle altre province: Catania 116, Messina 78, Trapani 26, Ragusa 14, Caltanissetta 71, Agrigento 107, Enna 29.




Cambiamenti climatici, lo studio: Siracusa sommersa nel 2100, il mare si prenderà 10km quadrati

Le coste della Sicilia sud-orientale potrebbero vivere nei prossimi decenni una progressiva sommersione per effetto del cambiamento climatico, con una possibile perdita di circa 10 chilometri quadrati di superficie nel 2100. Sono i risultati di uno studio finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, nell’ambito del progetto Pianeta Dinamico svolto in collaborazione con le università “Aldo Moro” di Bari e di Catania e la Radboud Universiteit in Olanda.
Lo studio è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Remote Sensing dal titolo “Relative Sea-Level Rise Scenario for 2100 along the Coast of South Eastern Sicily (Italy) by InSAR Data, Satellite Images and High-Resolution Topography”.
“Sappiamo che dal 1880 in poi il livello marino ha iniziato ad aumentare di 14-17 cm, ma negli ultimi anni sta accelerando e sale alla velocità di oltre 30 centimetri per secolo”, spiega il prof. Giovanni Scicchitano, associato di Geomorfologia del Dipartimento di Scienze della Terra e Geoambientali dell’Università di Bari.
Negli ultimi anni il riscaldamento climatico globale sta causando la fusione dei ghiacci continentali e l’espansione termica degli oceani, come riportato nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change che illustra le relazioni tra gas serra, aumento delle temperature globali e aumento del livello marino e questo si ripercuote anche sulle coste della Sicilia.
“In particolare, se non verranno ridotte le emissioni di gas serra, il livello del mare potrebbe innalzarsi anche di un metro e 10 centimetri nel 2100 e di vari metri nei due-tre secoli successivi, con conseguente impatto sulle coste – continua il prof. Scicchitano -. Ma quelle basse e subsidenti, cioè dove la superficie terreste si muove verso il basso per cause naturali o antropiche, possono accelerare il processo di invasione marina. Per queste ragioni abbiamo realizzato uno studio sugli scenari attesi lungo le coste della Sicilia orientale per il 2050 e 2100”.
L’area è ben conosciuta dal team di ricercatori già dai tempi del terremoto di Santa Lucia del 1990. In particolar modo sono stati effettuati studi multidisciplinari che hanno permesso di ricostruire accuratamente i movimenti del suolo in occasione di terremoti e il livello del mare, con particolare attenzione a quelle avvenute negli ultimi 10 mila anni, così come la tipologia e la forza dei principali eventi meteomarini estremi quali tempeste, uragani mediterranei e tsunami.
“Abbiamo calcolato le proiezioni di aumento di livello marino per differenti scenari climatici, sulla base di vari parametri tra cui l’espansione termica del mare, la fusione dei ghiacci continentali, la concentrazione di gas serra in atmosfera e infine dei movimenti verticali del suolo – aggiunge Marco Anzidei, primo ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma -. Questo ci ha permesso di realizzare mappe ad alta risoluzione di aree che saranno potenzialmente allagate nel 2050 e nel 2100, seguendo le metodologie sviluppate nei progetti SAVEMEDCOASTS e SAVEMEDCOASTS2 coordinati dall’INGV e finanziati dalla Unione Europea che stanno fornendo nuove informazioni sugli scenari attesi nei prossimi anni nel Mediterraneo”.
“Nello studio delle coste della Sicilia orientale abbiamo usato varie tecniche analitiche per definire tutte le componenti in gioco nel sollevamento relativo del livello del mare e abbiamo utilizzato dati satellitari per calcolare la velocità di subsidenza, dati mareografici per l’andamento del livello marino e modelli digitali ad alta risoluzione della superficie del suolo lungo la fascia costiera, calibrati con campagne di rilievo topografico di alta precisione – continua il ricercatore dell’Ingv -. Nel calcolo abbiamo considerato gli effetti della tettonica regionale e della subsidenza con tecniche spaziali che includono reti di stazioni Gps permanenti dell’Ingv e dati dei satelliti interferometrici Sentinel che ci hanno permesso di valutare gli scenari in sei zone costiere. Queste includono la parte meridionale della piana di Catania, i porti di Augusta e Siracusa, la foce dell’Asinaro, Vendicari e Marzamemi”.
I risultati ottenuti hanno, oltre ad una grande rilevanza metodologica, “una particolare importanza in termini di valutazione della vulnerabilità e del rischio delle aree costiere della Sicilia sud-orientale – spiega il prof. Carmelo Monaco, ordinario di Geologia strutturale del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania -. Nel nostro lavoro abbiamo scelto queste 6 aree perché sono di particolare importanza per il territorio regionale: la piana di Catania ad intensa vocazione agricola, i porti di Augusta e Siracusa, di particolare rilevanza commerciale ed industriale, e Vendicari e Marzamemi, particolarmente rilevanti dal punto di vista ambientale e turistico”.
Per la piana di Catania i risultati indicano che nell’area compresa tra i fiumi Simeto e San Leonardo la perdita di territorio al 2100 sarebbe considerevole, con il mare che invaderebbe la zona depressa per diverse centinaia di metri. Nel porto di Augusta alcune aeree industriali potrebbero essere coinvolte, mentre il porto di Siracusa è l’area che più soffrirebbe di un potenziale innalzamento del livello del mare al 2100: “secondo le nostre proiezioni l’area della foce del fiume Ciane potrebbe essere invasa dal mare per una estensione fino ad 1 km nell’entroterra rispetto l’attuale linea di riva. Le Saline del fiume Ciane, attualmente area protetta e che negli ultimi anni hanno già subito un arretramento misurato da dati satellitari di circa 70 metri, verrebbero totalmente sommerse. Sorte simile potrebbe toccare alla Riserva naturale orientata di Vendicari, le cui aree umide potrebbero sparire lasciando sparse isole relitte”, aggiunge ancora il prof. Monaco.
“A questi scenari va aggiunto che, come stimato da vari studi pubblicati negli ultimi anni, in condizioni di riscaldamento globale anche le tempeste potrebbero avere effetti più forti su queste aree costiere – aggiunge il prof. Scicchitano -. È un altro fenomeno che stiamo verificando e analizzando. In un recente studio che abbiamo condotto in collaborazione con l’Università di Catania e l’Area marina protetta del Plemmirio di Siracusa, che esporremo al prossimo congresso dell’European Geosciences Union, abbiamo verificato che gli uragani mediterranei, conosciuti come medicane, che negli ultimi anni hanno colpito le coste della Sicilia sud-orientale (come Quendresa nel 2014 e Zorbas nel 2018), hanno prodotto effetti più intensi rispetto a quelli generati dalle normali tempeste stagionali avvenute negli ultimi 10 anni”.
In quest’ottica, concludono i ricercatori, in condizioni di livello marino più alto, gli effetti di eventi meteomarini estremi verrebbero amplificati. “Questo implica sicuramente la necessità di continuare le nostre ricerche anche in altre aree costiere, ma soprattutto diviene necessario aumentare la consapevolezza della popolazione sugli effetti attesi mentre la comunità nazionale ed internazionale dovrebbe dare maggiore attenzione al fenomeno dell’aumento del livello del mare causato dai cambiamenti climatici in corso”.




Spaccio di droga in Borgata, arrestati in 4: occupata una casa, trasformata in laboratorio

Le attenzioni dei Carabinieri si concentrano sulla piazza di spaccio della zona Santa Lucia, a Siracusa. Dopo il blitz di viale Algeri, ed i circa 30 arresti, sono state ora condotte altre due operazioni che si sono concluse con la denuncia di 6 persone, di cui 4 in stato di arresto, e con il sequestro di armi clandestine e ingenti quantitativi di stupefacente.
La più importante attività è stata condotta in via Enna, nella nottata fra lunedì 22 e martedì 23 marzo, ed ha visto anche il supporto di una squadra dei Vigili del Fuoco.
I Carabinieri si sono recati, per un controllo, presso l’abitazione di Gianclaudio Assenza, noto pregiudicato già sottoposto agli arresti domiciliari. Una volta entrati, hanno distintamente percepito un forte odore di cannabis provenire dall’appartamento posto a dirimpetto dell’abitazione del pregiudicato. Sebbene tale appartamento fosse disabitato ed apparentemente oggetto di lavori di ristrutturazione non terminati, si presentava stranamente chiuso da una robusta porta in metallo e dal suo interno provenivano dei rumori e delle voci soffuse, divenute concitate non appena i Carabinieri dall’esterno hanno intimato di aprire subito la porta per una perquisizione. Immediatamente dopo, dall’abitazione in questione ha cominciato a fuoriuscire fumo con un forte odore di marijuana e plastica bruciata. Temendo quindi che gli ignoti stessero bruciando dello stupefacente per far sparire tracce di reato, grazie anche al supporto di una squadra dei Vigili del Fuoco prontamente intervenuta, i Carabinieri hanno abbattuto la porta di ingresso, sorprendendo all’interno dell’appartamento tre persone e rinvenendo 4 pistole con matricola abrasa, 24 proiettili cal. 7,65, 50 grammi circa di cocaina semi combusta e oltre 130 grammi di marijuana già suddivise in 40 dosi pronte per essere vendute al dettaglio.
Un quadro tanto inquietante quanto chiaro, che ha svelato come i due appartamenti fossero utilizzati dai quattro come una base di spaccio. Nei locali disabitati e nell’abitazione di Assenza sono stati infatti ritrovati appunti inerenti all’attività di spaccio di stupefacenti, soldi contanti ritenuti probabile provento di attività illecita nonché materiale vario atto al taglio e confezionamento della droga. Nella casa del pregiudicato è stato sequestrato anche un mega-schermo collegato ad un sofisticato impianto di videosorveglianza che gli dava modo di controllare i movimenti esterni alla sua abitazione.
Le indagini hanno anche permesso di scoprire che i locali disabitati ed adibiti a deposito di droga da parte dei 4 erano stati occupati senza il consenso dei legittimi proprietari, i quali di fatto erano stati da tempo privati del godimento della loro proprietà ed impossibilitati ad accedervi.
I quattro sono stati tratti in arresto per detenzione in concorso di armi clandestine e di sostanze stupefacenti: mentre i tre complici (G.F. cl. 1993, V.C. cl. 1962 e Q.G. cl. 1988) sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, Gianclaudio Assenza è stato tradotto presso la Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa.
La zona della Borgata si conferma quindi quartiere interessato da traffici di stupefacenti, così come peraltro più volte emerso in recenti circostanze, l’ultima delle quali pochi giorni fa quando altri due soggetti sono stati denunciati a piede libero dai Carabinieri per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con il sequestro di circa 250 grammi di cocaina. In quella circostanza, i Carabinieri si sono insospettiti vedendo un soggetto già noto uscire furtivamente da un circolo privato che avrebbe dovuto essere chiuso per via delle attuali restrizioni anti covid. Fermato, l’uomo ha cominciato a dare ingiustificati segni di agitazione, asserendo di non essere responsabile di qualunque cosa i militari avessero trovato all’interno del locale. In effetti, una minuziosa perquisizione del circolo ha portato al rinvenimento di una busta contenente circa 250 grammi di cocaina occultata in un anfratto del sottotetto.
Il titolare del circolo, giunto poco dopo sul posto, ha riferito che i locali erano chiusi da tempo per via delle restrizioni relative alla “zona arancione” e che quindi disconosceva anche lui la paternità dello stupefacente. I Carabinieri, dopo aver sequestrato lo stupefacente – del valore di circa 13.000 euro – hanno comunque denunciato a piede libero entrambi in quanto, allo stato dei fatti, erano gli unici detentori delle chiavi di accesso del circolo privato.




Siracusa. Finite le dosi di AstraZeneca all'Hub vaccinale, la Marina corre in soccorso

Altra giornata “movimentata” all’hub vaccinale di via Nino Bixio a Siracusa. Se da una parte i disagi per le attese sono risultati minori rispetto alla Caporetto di ieri, dall’altra non sono mancate le sorprese. La principale attorno alle 16, quando sono terminate le dosi di AstraZeneca disponibili. Ma all’esterno, in fila, c’erano ancora poco più di cento persone da vaccinare.
Il momento di impasse è stato superato grazie alla collaborazione della Marina Militare. Dalla base di Augusta, dopo una serie di concitate telefonate, sono partite 400 dosi per l’hub di Siracusa. Nessun contraccolpo per le inoculazioni in corso: si è proceduto con il Pfizer per gli aventi diritto, mentre chi attendeva di ricevere la dose di AstraZeneca ha intanto proceduto ad anamnesi ed altri adempimenti che precedono solitamente l’iniezione. La notizia aveva però preso a circolare anche all’esterno, causando qualche animata reazione.
Intanto, nella mattinata, i Nas hanno effettuato un sopralluogo all’interno della struttura nell’ambito di programmati controlli regionali. Verificate le celle frigorifere e tutte le fasi della vaccinazione: dall’arrivo delle dosi alla loro somministrazione. Non sarebbero emerse criticità e pare, anzi, che ci sia stato dell’apprezzamento per le pratiche in atto nella struttura aretusea.
Negli ultimi giorni è sensibilmente aumentato il numero dei cittadini prenotati convocati per la somministrazione del vaccino. E se il direttore generale dell’assessorato regionale invita a rispettare gli orari di convocazione e non giocare allo scavalco, dall’altro è ormai chiaro in tutta la Sicilia che non è proprio quello il vero problema che chiama invece in causa aspetti gestionali delle prenotazioni e delle postazioni attive, da Siracusa a Palermo passando per Catania e Ragusa.




Hub vaccinale, cosa non ha funzionato: prenotazioni in eccesso, poche postazioni attive

Dopo la giornata nerissima dell’hub vaccinale, è arrivato il momento di dimostrare di saper rispondere alle evidenti criticità organizzative del servizio. Le mettiamo in fila, al netto della co-responsabilità di furbetti e quanti non rispettano orari e file.
Cominciamo dai numeri. Ieri sono state inoculate circa 640 dosi di vaccino nella struttura di via Bixio. Fatti due veloci calcoli, nelle 9 ore di attività dell’hub sono state somministrate circa 70 dosi ogni 60 minuti. La sensazione, a vedere le otto pagine su cui sono raccolte le sole prenotazioni della giornata di ieri, è che la piattaforma regionale abbia lavorato su di un ampio overbooking, assegnando la stessa fascia oraria anche a 120/140 persone. E questo primo elemento genera, come comprenderete, fila all’esterno ed attese. Ricapitolando: se la struttura è capace, al momento, di 70 vaccinazioni in un’ora, prenotarne il doppio comporta inevitabile disagio. E questo pur comprendendo la necessità di garantirsi una soglia di sicurezza, per evitare che disdette dell’ultimo istante possano mettere a rischio le stesse dosi di vaccino. L’Asp di Siracusa ha comunque contatto i referenti della piattaforma chiedendo modifiche a questo sistema, dietro segnalazione degli uffici di Protezione Civile del Comune di Siracusa. Da lunedì dovrebbe migliorare questo aspetto.
Altro rilievo organizzativo: perchè concentrare 500 prenotazioni al mattino e 300 nel pomeriggio? I numeri sono indicativi, ma vicinissimi alla realtà. A parità di postazioni vaccinali attivate tra mattina e pomeriggio (in media 5), perchè “caricare” le ore antimeridiane, senza predisporre un adeguato rafforzamento delle unità in servizio (medici ed infermieri, ndr)? Anche questo causa (ed ha causato) un forte rallentamento nelle operazioni.
A questo punto è inevitabile parlare di personale. L’hub di via Nino Bixio è di respiro provinciale. Arrivano persone da ogni parte del siracusano e delle 24 annunciate postazioni vaccinali all’inaugurazione, difficilmente sono più di 7 quelle attive. Va bene la penuria di vaccini, ma i numeri sembrano poco rispondenti al tipo di utenza provinciale. Potenziare quindi il personale all’interno – medici ed infermieri – sarebbe un’altra buona mossa. Competenza e professionalità sono evidenti una volta dentro la struttura, e questo va riconosciuto. Ma servirebbero rinforzi, anche in previsione dall’apertura della vaccinazione ad un numero sempre maggiore di persone.
Sono stati oggetto di critiche social i volontari di Protezione Civile. Ne prendiamo le difese. Si tratta di persone che, senza alcun tornaconto, si mettono al servizio della collettività ricevendo in cambio insulti gratuiti e spesso fuori luogo. Lode ai volontari. Ma per quante altre settimane potranno resistere ad un simile sforzo organizzativo e su base volontaria, prima di scoppiare?
Intanto, da questa mattina sono attivi due info point all’esterno della struttura. Bene anche il doppio percorso istituito in prefiltraggio. Converrà però l’Asp di Siracusa che queste soluzioni potevano essere facilmente predisposte sin dal primo giorno di apertura dell’hub vaccinale e non inseguendo il problema. In fondo, non dimentichiamo, siamo alle prese con la più grande campagna di vaccinazione mai vista prima. Lo straordinario deve, pertanto, essere inteso come strettamente ordinario. Il celebre motto del supereroe Spiderman recita, in fondo, ce “da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Alle volte c’è da imparare anche da un fumetto.




Siracusa e le code all'Hub Vaccinale: la situazione oggi, dopo il grande caos

Siamo andati a vedere come si è presentato questa mattina l’hub vaccinale di Siracusa dopo la giornata nera vissuta ieri. Primi tentativi di migliorie ma code, file e assembramenti restano all’ordine del giorno. Per ogni turno orario di prenotazione si accumulano dai 20 ai 40 minuti di ritardo per le fasce successive.

“È quantomeno incomprensibile – denuncia la Cgil di Siracusa – come si possa verificare una situazione simile, specie se a pagarne le conseguenze sono gli anziani, come peraltro testimoniano le numerose foto pubblicate sui social. Bisogna che venga messo in atto un progetto organizzativo più efficace che possa evitare assembramenti e ed estenuanti file che mettono a dura prova anziani, disabili o soggetti fragili dal punto di vista sociale o sanitario. Individuare oltre Urban Center di via Malta anche altri siti che possano fungere da hub vaccinali per smaltire le infinite prenotazioni, potrebbe essere una soluzione”. Il sindacato chiede anche l’intervento del sindaco, Francesco Italia. “Convochi tutti i soggetti interessati, comprese le forze sociali, per affrontare e risolvere i tanti problemi organizzativi e logistici delle aree destinate alle vaccinazioni, a tutela soprattutto della popolazione anziana e dei soggetti più fragili”.




Zona industriale e riconversione: l'occasione del Recovery, incontro del M5s con il MITE

I parlamentari siracusani del MoVimento 5 Stelle tornano a porre l’accento sul tema delle transizione energetica e della riconversione della zona industriale, accelerando sui fondi del Recovery. Ne hanno parlato nel corso di un incontro in videoconferenza con la sottosegretaria alla transizione energetica, Ilaria Fontana. Collegati in remoto anche i vertici italiani di Isab-Lukoil, Sonatrach ed Erg. Sono stati così approfonditi i progetti di Isab-Lukoil, Sonatrach ed Erg, presenti alla riunione in remoto.
Il parlamentare Paolo Ficara ed i deputati regionali Stefano Zito e Giorgio Pasqua hanno spinto l’attenzione del governo sulla strategicità per il Paese dell’asset industriale che opera nel polo siracusano, pronto ora a dare prova di nuovo coraggio e ritrovata ambizione, anche sui temi ambientali e delle nuove produzioni ma attraverso il necessario supporto dei fondi del Recovery.
“Efficientamento e riconversione dei processi industriali, idrogeno, fonti rinnovabili e maggiore sostenibilità. Il Mite ha confermato la sua attenzione la zona industriale siracusana, mostrando interesse anche per il fattore crescita e sviluppo garantito dalle trasformazioni progettate. A Roma continuiamo a lavorare perchè questo diventi un momento storico per rivoluzionare e rilanciare uno dei settori portanti della nostra economia, con obiettivo principale la tutela dell’Ambiente”, hanno detto Ficara, Zito e Pasqua.
Da mesi la deputazione pentastellata sta facendo da pontiere tra le aziende della zona industriale ed il governo centrale sui temi del rilancio e dello sviluppo green con investimenti finanziati dal Recovery. “Finalmente anche la Regione si è accorta di questa tema, con una riunione convocata oggi. Hanno preparato un piano obiettivo regionale dove non hanno minimamente preso in considerazione la provincia di Siracusa e ora prendono a cavalcare il tema di moda. Francamente, è un modo di fare approssimativo. E’ il momento di remare tutti dalla stessa parte, per ottenere risultati concreti. Solo quelli conteranno”.




Siracusa. Restauri in Ortigia, un milione di euro al Comune. Fondi anche per Augusta e Vendicari

Un milione di euro per Ortigia e fondi per Augusta e Noto, nel dettaglio per la Bandiera Verde attribuita a Vendicari. E’ quanto prevede il Fondo per le Autonomie locali, adesso approvato, che prevede lo stanziamento, quale contributo straordinario, di 1 milione di euro in favore del Comune di Siracusa, per le opere di restauro e ogni altro elemento di decoro nel quartiere di Ortigia”. Lo comunica Rossana Cannata, deputato regionale di Fratelli d’Italia, che aggiunge: “Previsto un sostegno anche per Augusta, impegnata nell’accoglienza dei migranti e che, assieme ad altri Comuni siciliani come Lampedusa e Pozzallo, soffre le difficoltà del flusso immigratorio”. La vicepresidente della commissione Antimafia continua: “Approvato, ancora, un contributo per il Comune di Noto con riguardo alla bandiera verde attribuita alla spiaggia di Vendicari. Inoltre, la riserva annuale stanziata per i Comuni che rientrano tra i borghi più belli d’Italia, consentirà ai comuni di Palazzolo e Ferla di attivare e potenziare interventi e servizi di accoglienza e promozione territoriale turistica. Confermata, inoltre, la riserva per i Comuni in pre-dissesto che vede, tra gli altri, il Comune di Avola e, ancora, un contributo straordinario per Portopalo, tra quei Comuni dichiarati zona rossa con ordinanza del presidente della Regione, per fronteggiare i danni economici”. Secondo Cannata, “si tratta di un importante sostegno ai Comuni del territorio siracusano che, con grandi difficoltà, garantiscono servizi e soddisfano i bisogni alle comunità in un momento difficile e di emergenza, come quello che stiamo vivendo”.




Variante inglese a Priolo, diversi casi sospetti: chiuse le scuole e "chiuse" le piazze

Tutte le scuole di Priolo Gargallo, di ogni ordine e grado, pubbliche e private, segreterie comprese, resteranno chiuse da oggi e fino al 2 aprile.
Il sindaco Pippo Gianni ha firmato ieri sera l’ordinanza che prevede la temporanea sospensione di tutte le attività scolastiche e didattiche in presenza.
Il primo cittadino, “dopo numerose interlocuzioni telefoniche e sollecitazioni esercitate nei confronti dell’Asp”, ha ricevuto in serata una nota da parte del direttore del Coordinamento Covid, Ugo Mazzilli e ha così disposto la chiusura delle scuole. L’Azienda Sanitaria ha riscontrato tra i positivi parecchi casi di sospetta variante inglese. Le attività scolastiche e didattiche proseguiranno esclusivamente con modalità a distanza.
Il sindaco Gianni ha intanto annunciato la chiusura di piazze e luoghi di assembramento e ha lanciato un appello alla popolazione. “Invito i miei concittadini – ha detto – ad attenersi alle misure di prevenzione e a sostenermi in un momento così delicato. Gli ospedali cominciano ad affollarsi un po’ ovunque e dobbiamo prestare la massima attenzione al virus. Aiutatemi ad aiutarvi ed insieme usciremo presto da questo difficile momento”.




Su Cassibile e stagionali stranieri la Prefettura mette (quasi) tutti d'accordo

La guida impressa dalla Prefettura di Siracusa nella gestione della soluzione abitativa per gli stagionali extracomunitari che si concentrano a Cassibile convince anche il Comitato contrario alla realizzazione del villaggio in contrada Palazzo. “Il comitato condivide e sostiene l’iniziativa di sua eccellenza il Prefetto di Siracusa di convocare i sindaci e i datori di lavori per trovare soluzioni al problema. Finalmente si incomincia a ragionare seriamente”, spiega il portavoce Paolo Romano.
Quello che è stato tracciato dal prefetto Scaduto, convocando sindaci e imprenditori agricoli oltre che le strutture deputate ai controlli, è un percorso che “porterà definitivamente alla risoluzione del problema”. Le ultime mosse sembrano, insomma, avere riportato il sereno su di un terreno dove lo scontro era sempre dietro l’angolo. Ma non sul costruendo villaggio per gli stagionali, in quel di Cassibile. Che pure, però, è parte di questo immaginato sistema di accoglienza diffusa.
“Ma noi lo diciamo da anni che il coinvolgimento dei sindaci e dei datori di lavoro doveva essere il primo passo. Una accoglienza diffusa sull’intero territorio provinciale rappresenta la scelta migliore da applicare. Allo stesso tempo, la costruzione del villaggio ghetto dimostra però l’inutilità, lo spreco e lo sperpero di denaro pubblico come più volte detto”, dice a proposito Romano.
“Da quando finalmente si stanno applicando le regole esistenti ed i controlli del territorio, a Cassibile tutto si svolge regolarmente. Molti extracomunitari stagionali hanno trovato alloggi dignitosi. Ciò dimostra ancora una volta che il villaggio ghetto è superfluo e soprattutto rappresenta uno dilapidazione di denaro ed è motivo divisorio e di protesta tra i cittadini. Siamo sicuri che ragionando e coinvolgendo tutte le parti interessate, soprattutto i cittadini residenti, si possa addivenire ad una soluzione definitiva”.