Caro carburante, Codacons: “Cala il prezzo ma timori per il Natale”

Prezzi della benzina e del diesel in calo con la verde al minimo storico per il 2023. Sospiro di sollievo per gli automobilisti italiani, secondo quanto nelle scorse ore ha evidenziato il ministero delle Imprese e del Made in Italy.
Negli ultimi due mesi, il costo per litro della benzina è diminuito di quasi 20 centesimi di euro, per il gasolio si parla di 15 centesimi al litro.
Il Mimit lo considera un risultato anche legato all’esposizione del prezzo medio, con un conseguente contenimento dei prezzi, ma le associazioni dei consumatori la vedono diversamente.
Il Codacons, ad esempio, interviene sul tema esponendo un punto di vista ben preciso. “I listini dei carburanti afferma Francesco Tanasi, docente dell’Università San Raffaele- scendono alla pompa grazie al ribasso del petrolio sui mercati internazionali, non certo per l’effetto dei cartelli con i prezzi medi esposti presso i distributori. I prezzi di benzina e gasolio stanno registrando una lenta e progressiva diminuzione rispetto ai picchi toccati nei mesi scorsi, ma occorre precisare che le quotazioni del petrolio hanno subito un sensibile decremento nelle ultime settimane. Si è passati infatti dal picco di 97 dollari al barile toccato lo scorso 28 settembre agli attuali 81 dollari, con un crollo del -16,5% che, in parte, si è trasferito sui listini dei carburanti alla pompa. Un ribasso su cui il provvedimento del Governo che ha introdotto i cartelli con i prezzi medi non ha avuto alcun tipo di influenza”. Tanasi esprime un timore ben preciso. “Il vero pericolo -sostiene il rappresentante del Codacons- ora è rappresentato dalle partenze di Natale. Con l’aumento degli spostamenti degli italiani durante il periodo delle festività, i prezzi di benzina e gasolio potrebbero subire nuovi e sensibili rialzi, fenomeno che si ripresenta puntualmente in Italia in occasione di esodi e controesodi, e che nessun governo ha saputo contrastare efficacemente”.




Due pistole, cartucce e droga in casa: arrestato dalla Polizia un 33enne di Augusta

Arrestato dalla Polizia, ad Augusta, un uomo di 33 anni già noto alle forze dell’ordine. E’ accusato di detenzione illegale di armi e munizionamento oltre che possesso ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. E’ stato condotto in carcere.
Dopo una veloce indagine, i poliziotti megaresi hanno effettuato una perquisizione domiciliare nell’abitazione dell’uomo. Hanno rinvenuto e sequestrato un revolver con matricola abrasa, una pistola automatica calibro 7,65 con caricatore e 6 cartucce, 2 cartucce calibro 28, 6 cartucce calibro 38 special e 10 calibro 9. E poi ancora 9 panetti di hashish del peso di 100 grammi ciascuno, un pezzo di hashish di circa 20 grammi, un bilancino di precisione e 1.150 euro in contanti, probabile provento dell’attività di spaccio.




In giro per la città nonostante i domiciliari, 43enne arrestato per evasione

Era stato arrestato nei giorni scorsi per furto e condotto in carcere, poi posto ai domiciliari ma quando sono arrivati i carabinieri, per verificare il rispetto di quanto previsto a suo carico, l’uomo non era in casa.
I militari della Sezione Radiomobile di Siracusa hanno, dunque, arrestato nuovamente il 43enne, questa volta per evasione dagli arresti domiciliari. Era in giro per la città quando è stato rintracciato. Dopo le formalità di rito è stato nuovamente condotto ai domiciliari presso la sua abitazione, come disposto dall’Autorità giudiziaria di Siracusa.




Cibo scotto, poco pane, no etichettatura: la falsa partenza della refezione scolastica

E’ un avvio tutto in salita per il servizio di refezione scolastica a Siracusa. Prima le procedure complicate da varie traversie, con la necessità di una gara ponte e oltre due mesi di ritardo nell’avvio. Poi, al debutto, prime forti lamentele dalle scuole, giustificate con lo sciopero regionale svolto lunedì nel capoluogo aretuseo. Ma i problemi, a dar retta agli istituti comprensivi ed ai genitori degli studenti, sono andati avanti. Se in un primo momento sembrava fosse “colpa” attribuibile al ritardo delle scuole nelle comunicazioni al centro pasti, è poi emersa un’altra storia.
E così, un servizio avviato giorno 20 novembre si ritrova con una prima contestazione ufficiale dopo appena 5 giorni. Una nota del settore Istruzione del Comune di Siracusa, indirizzata alla Grande Ristorazione srl, mette in fila i “disservizi”. L’elenco è piuttosto lungo e, per certi versi, anche sorprendente. Si va dalla mancata consegna di porzioni di pane e frutta sufficienti al numero non soddisfacente di scodellatori; dal generale ritardo nella consegna dei pasti all’incertezza sulla somministrazione dieta special; dalla pasta servita cruda alla mancata fornitura di tovagliette e posate e addirittura la mancata etichettatura dei pasti con ingredienti e grammature (necessarie in caso di soggetti allergici).
Gli episodi sono accaduti in questi primi giorni, in momenti diversi. Ma a leggere l’elenco destano una certa impressione. E tra i genitori circola, insieme al malcontento, qualche insistente dubbio sulla qualità del servizio.
Già ad inizio settimana, il consigliere comunale di opposizione Ivan Scimonelli (Insieme) aveva sollevato il caso. La replica del settore Istruzione, con l’assessore Celesti, aveva addossato parte della responsabilità dei ritardi sullo sciopero regionale e parte sulle comunicazioni delle scuole. Ma, a quanto pare, neanche le giornate successive hanno visto un’esecuzione brillante del servizio di refezione scolastica, sino all’attuale contestazione ufficiale di disservizi all’azienda che si è aggiudicata la gara ponte. Questa la situazione, in attesa delle eventuali versioni e repliche dell’assessorato e della stessa azienda che si occupa del servizio. Va da sè che alcuni problemi, in avvio di servizio, possono anche essere fisiologici.
Intanto, avviate le procedure per l’affidamento pluriennale della refezione scolastica nella prima parte del prossimo anno.




Lezioni di cinema al Quasimodo di Floridia con due maestri d’eccezione

Tecniche e trucchi del cinema raccontati dal regista e sceneggiatore Nello Correale e dall’attore Antonio Catania. I due personaggi di primo piano nel panorama cinematografico italiano hanno incontrato gli studenti del IV istituto comprensivo “Salvatore Quasimodo” e del liceo “Leonardo Da Vinci” di Floridia, nella sala Iris della città. L’iniziativa, dal titolo “Lezioni di cinema. Racconti dietro lo schermo. Tecniche, trucchi e stratagemmi” si inserisce nell’ambito del progetto “CinemaLab al Quasimodo, il linguaggio cinematografico e audiovisivo come oggetto e strumento di educazione e formazione”, promosso dal ministero della Cultura e dal ministero dell’Istruzione e del Merito.
Il progetto in rete, di cui l’istituto “Quasimodo” è capofila e che coinvolge anche il liceo “Leonardo Da Vinci”, ha così permesso ai ragazzi di scoprire come si costruisce e si realizza un film. In un racconto di ciò che succede “dietro lo schermo”. Una sorta di backstage in cui gli spettatori, ma anche i protagonisti privilegiati, sono stati tanti studenti che, nell’ambito del progetto, si sono cimentati con diverse attività, la scrittura di una sceneggiatura, la regia e il doppiaggio, per citarne alcune. Tante “sperimentazioni” confluite nella realizzazione di cortometraggi su temi di scottante attualità come inclusione, immigrazione, dispersione scolastica, educazione ambientale e alla legalità, contrasto alla violenza di genere e al bullismo.
«L’arte della recitazione – ha detto Antonio Catania ai ragazzi – è imparare a conoscere meglio se stessi, a crescere, a capire quali sono le emozioni, i sentimenti degli altri. E così si comincia anche a essere più tolleranti rispetto alle altre persone».
«È in queste occasioni, proprio con i ragazzi – ha aggiunto Nello Correale – che riscopro come ci sia la passione dietro quello che per me, a questa età, è un mestiere, un lavoro».
Soddisfatto Salvatore Cantone, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Quasimodo”: «Progetti come questi, basati sull’educazione al linguaggio audiovisivo, dunque alla percezione di cosa significhi immagine, sono molto importanti per i nostri studenti perché consentono la creazione di un pubblico consapevole e di una nuova coscienza anche per questa tipologia di linguaggio, quello cinematografico».
Il prossimo appuntamento del progetto è in programma lunedì 27 novembre alle 9,30, sempre nella sala Iris, dove si terrà l’incontro con l’attrice Manuela Ventura e l’attrice e regista Rita Abela.




Incidente nel tunnel della circonvallazione di Avola, un ferito grave

È di tre feriti il bilancio del grave incidente avvenuto all’interno del tunnel della circonvallazione di Avola. Ad avere la peggio, l’uomo che si trovava alla guida dell’auto che – per cause al vaglio degli investigatori – si è scontrata con un autocarro.
Le sue condizioni sono subito apparse serie ed è stato richiesto l’intervento dell’elisoccorso, atterrato poco distante mentre la Municipale di Avola ha chiuso il tratto per consentire le operazioni di rilievo e soccorso.
I sanitari si sono riservati la prognosi sulla vita.




Il “no” all’ascensore per le Latomie dei Cappuccini, il Sindaco contro la Soprintendenza

Il “no” della Soprintendenza al progetto finanziato dalla Regione per la realizzazione di un ascensore per la Latomie dei Cappuccini fa infuriare il sindaco di Siracusa. “Per quel luogo magico abbiamo ottenuto tre finanziamenti. Due li abbiamo già realizzati, il terzo non possiamo perchè dalla Soprintendenza hanno deciso di negare alle persone a ridotta mobilità di accedere al sito”, dice d’un fiato Francesco Italia.
L’ascensore panoramico, da realizzarsi lungo la parete lato Villa Politi, non ha ottenuto il nulla osta per ragioni di tutela archeologica. “Qualcuno mi dica perchè anche all’Acropoli di Atene c’è un ascensore panoramico e qui non si può. Vi dico questa: il battuto su cui avremmo dovuto realizzare lo scavo per l’ascensore è di cemento. Non dovremmo scavare su chissà quale basamento greco. Questa cosa mi fa molto arrabbiare. Così si impedisce alle persone con ridotta mobilità di fruire del sito”.
Alle Latomie si accede (e si esce) fondamentalmente solo tramite una ripida scala con affaccio su via Puglia. L’ingresso da Villa Politi è in piena proprietà privata ed anche per l’eventuale ascensore questo aspetto andrebbe chiarito.
In attesa di conoscere la versione della Soprintendenza di Siracusa, il sindaco racconta un ulteriore dettaglio. “Ad un certo punto, ci avevano detto che per avere l’ok alla realizzazione dell’ascensore dovevamo assicurare che non sarebbe stato ancorato alla parete ed al suolo. E come avrebbe dovuto reggere?”, si domanda polemicamente Italia. “Rispetto il parere della Soprintendenza, ma non lo condivido. Lotterò in tutte le sedi competenti per chiarire questa vicenda”, anticipa il primo cittadino.
Il tema è sempre lo stesso, di ordinaria attualità a Siracusa: deve prevalere la conservazione o la fruizione di un sito? “Un luogo non fruito diventa abbandonato. Non voglio che la Latomia dei Cappuccini diventi l’ennesimo luogo ristrutturato con soldi pubblici e poi abbandonato”, taglia corto Italia.
Il progetto, finanziato con 300mila euro “restituiti” alla Regione dopo il no della Soprintendenza, prevede anche la realizzazione di una scala, tramite impalcato, sempre lungo la stessa parete dell’ascensore. Si creerebbe così una ulteriore via di accesso e di fuga, per poter ottenere un’autorizzazione più ampia rispetto all’attuale (99 posti) per il teatro grande ed il teatro piccolo della Latomia.




Violenza sulle donne, emergenza anche siracusana: 6 richieste di aiuto in 2 giorni

La matematica non fornisce un quadro rassicurante: in due giorni, sei telefonate al Centro Antiviolenza Ipazia di altrettante donne alla ricerca di aiuto.
La responsabile, l’avvocata Daniela La Runa, parla di un fenomeno che in provincia di Siracusa non si presenta affatto in diminuzione. Il dato positivo è, però, l’aumento di sensibilità. “Non chiamano soltanto le donne vittime di violenza- racconta Daniela La Runa. Ma anche le persone che stanno loro intorno ed anche uomini, per segnalare, chiedere consigli su come muoversi per affrontare il problema e superarlo. Un dato fondamentale- aggiunge- E’ quello che diciamo da anni: non ci si deve voltare, è fondamentale intervenire per tempo, prima che accada l’irreparabile”.
Il Centro Antiviolenza Ipazia svolge quest’attività sul territorio da decenni. “Ascoltiamo le donne anche in anonimato- ribadisce La Runa- Possiamo supportarle, senza alcun obbligo di denuncia. Molte di loro si rivolgono a loro quando non sono ancora pronte a denunciare. Noi siamo al loro fianco, le accompagniamo nel percorso verso la liberazione. Dopo la denuncia, ancor di più siamo a loro supporto, perché la condizione di pericolo venga meno. Ci sono tante strade: collocarle in strutture collocate in luoghi segreti, sostenerle con i percorsi psicologici, aiutarle ad ottenere il Reddito di Libertà, tutto quello che serve per venir fuori dalla condizioni di violenza che si subisce” .
Se spesso le donne vittime di violenza si rassegnano ad una situazione intollerabile è anche per la paura di non avere, se si lascia l’uomo violento con cui si vive, possibilità di sostentamento economico, per sé e per i propri figli. “Una delle forme di violenza meno visibili- conferma La Runa – è quella determinata dalla dipendenza economica. Anche in questo caso le donne devono sapere che noi possiamo aiutarle in questo senso”.
Chi è vittima di violenza, ha anche solo il dubbio di esserlo, chi vive vicino ad una donna vittima di violenza, può comporre 24 ore su 24 un numero: è il 3701137246. Rispondono le volontarie del Centro Antiviolenza Ipazia, appositamente formate. E rispondono sempre. Per segnalazioni e per ascolto.
Intanto, nelle scorse ore, è partita una forte campagna di sensibilizzazione. “Con questa campagna- spiega la responsabile di Ipazia- invitiamo tutte le donne a inviarci una loro foto, con liberatoria, in cui si mostra il cosiddetto Signal for Help (#SignalForHelp), la mano che indica il numero quattro con le dita. Ciascuno può metterci la faccia. Ne faremo volantini da distribuire in maniera capillare e in cui sarà ovviamente riportato anche il nostro numero”.
Sulla necessità di introdurre nelle scuole l’educazione affettiva, La Runa si mostra d’accordo ma con alcune puntualizzazioni. “I corsi di educazione affettiva – sostiene- possono servire se sono portati avanti in maniera davvero coinvolgente per i ragazzi, se questi vengono resi partecipi. Per fare prevenzione nelle scuole si devono mettere in campo precisi strumenti”.
Le volontarie del Centro Antiviolenza Ipazia sono attualmente impegnate proprio nelle scuole, in maniera capillare, per lanciare messaggi chiari, soprattutto alla luce degli ultimi tragici avvenimenti.
La prevenzione è e resta alla base. Ma per non arrivare ad un punto di non ritorno è indispensabile riconoscere la situazione in cui ci si trova o ci si può presto trovare. Occorre capire cosa sia violenza.
“Violenza è quando ci si ritrova costrette a privarsi di qualcosa, quando un’altra persona si inserisce nella propria sfera di vita indirizzandola. Quando inizia il controllo, quando per gelosia si impongono o vietano comportamenti che rientrano nella violazione della libertà personale. Sono tutti elementi che possono indicare che quella è una relazione tossica. Lo schiaffo non è un “primo segnale”: se ci si arriva siamo già oltre”.
Anche il Centro Antiviolenza Ipazia parteciperà domani al grande corteo organizzato dalla giornalista Mascia Quadarella e dalla Presidente dell’Associazione WonderSammy, Samanta Ponzio, e a cui hanno aderito numerose associazioni, ordini professionali, singoli cittadini.




Dalla parte delle donne, Polizia: “Questo non è amore”, un’altra vita è possibile

La Polizia di Stato rinnova anche a Siracusa il suo impegno dalla parte delle donne, con la campagna “Questo non è amore”. La cultura del rispetto e della consapevolezza è costruita anche attorno ad iniziative divulgative come questa, che affianca l’attività quotidiana dei poliziotti e delle poliziotte della Questura di Siracusa.
L’indignazione da sola non basta, bisogna lotta contro ogni forma di violenze ed, in specie, quella di genere in ogni sua forma. E questo la Polizia lo fa, con numeri che danno la dimensione del problema: sono circa 300 i Codice Rosso attivati dall’inizio dell’anno nel siracusano, quasi uno ogni giorno; oltre duemila gli interventi delle Volanti per liti in famiglia.
A fornire i dati è Giulia Guarino, a capo delle Volanti della Questura aretusea. Con credibilità ed estremo tatto, le forze dell’ordine stanno iniziando ad aprire una breccia nel muro di rassegnazione e omertà che – per un falso retaggio culturale – circonda gli episodi di violenza sulle donne. “Sono in aumento le denunce”, conferma ospite su FMITALIA.
Le storie vere raccolte nell’opuscolo “Questo non è amore” aiutano poi a infondere coraggio nel chiedere aiuto, per venire fuori dall’incubo. E la denuncia è un passaggio necessario Rivolgersi alla forze dell’ordine o contattare la rete nazionale antiviolenza tramite il numero 1522 è fondamentale per poter uscire efficacemente dalla spirale di violenza, fisica e psicologica, di cui si è vittime.
“Non devono sentirsi sole o abbandonate, c’è una rete di vigilanza e protezione”, ricorda la dirigente Guarino.
Contro maltrattamenti, atti persecutori, violenza domestica, vessazioni morali e psichiche, quelle fisiche c’è la possibilità di chiedere aiuto anche attraverso l’app YouPol.




Dalla parte delle donne, Carabinieri: la storia del puntino “salva-vita” e “stanza per sè”

“La violenza ha molte sfaccettature, e può essere, oltre che fisica, anche morale, psicologica ed economica. Può manifestarsi sotto forma di ricatto, intimidazione, vittimismo e privazione e in nessuno di questi casi può essere sottovalutata. Una volta compreso che la propria relazione ha assunto una connotazione nella quale sono frequenti uno o più segnali di questa natura, è necessario fermarsi a riflettere, confrontarsi il più presto possibile con una persona di fiducia e con le istituzioni e non indugiare nel chiedere aiuto”. Rossana Chiriatti è un maresciallo dei Carabinieri in servizio a Cassibile e ben conosce il fenomeno della violenza di genere e di come sia purtroppo presente sul territorio provinciale.
Ospite di FMITALIA, ha raccontato come individuare i primi segnali di comportamenti “tossici” e l’importanza di chiedere aiuto. Nella sua lunga intervista, anche il racconto della storia di due amiche del siracusano. Avevano concordato un “segnale di aiuto” reciproco e segreto, che consisteva nell’invio in chat di un puntino. Ed è stato grazie a quel messaggio con il puntino “salvavita” che sono state disposte tutte le attività necessarie per “salvare” una delle due amiche che, divenuta preda di un compagno che l’aveva privata della libertà e le controllava il cellulare, aveva come unica possibilità quella di sperare nella complicità con l’amica. “Dopo quel puntino, capito il pericolo, è riuscita ad accompagnare l’amica in Caserma e con la denuncia le ha permesso di ritrovare finalmente la serenità”.