La morte di una 16enne sconvolge Francofonte, annullati gli eventi pubblici

Francofonte sotto shock, a pochi giorni dagli attesi festeggiamenti per la patrona Santa Maria della Neve. Natasha, una ragazzina di appena 16 anni, ha perso la vita in seguito – pare – ad una grave malattia autoimmune, la sindrome di Guillain Barrè.
Il sindaco, Daniele Lentini, ha annullato in segno di lutto tutti gli eventi pubblici in programma oggi e domani nell’estate feancofontese.
“Il sindaco, la giunta e l’intera amministrazione di Francofonte esprimono profondo cordoglio per la prematura e improvvisa scomparsa della giovane Natasha Pilli”, recita il post comparso sulla pagina social del Comune di Francofonte.
Secondo una prima ricostruzione, la ragazzina avrebbe accusato un malessere importante nel fine settimana scorso. Ricoverata a Catania, qui le sarebbe stata riscontrata la sindrome di Guillain Barrè. Nel giro di pche ore, si è aggravata finendo in coma. Nonostante i disperati tentativi dei medici, il suo cuore ha cessato di battere.
“La notizia ha profondamente scosso l’intera comunità. In questo momento di grande dolore, ci stringiamo con sincera partecipazione al lutto della famiglia, esprimendo vicinanza e affetto a tutti coloro che le hanno voluto bene. Francofonte conserverà con affetto il ricordo di Natasha”, fanno sapere dal Comune. Il sindaco, nella serata odierna, ha raggiunto i familiari. Il papà Antonio ed il nonno Saro della sfortunata ragazza sono molto conosciuti ed apprezzati a Francofonte, dove gestiscono una nota pizzeria. La comunità si è stretta in doloroso silenzio alla famiglia, tutti colpiti dalla immane tragedia.




Sanità, la bozza della nuova rete ospedaliera regionale all’esame dei sindaci

La Conferenza dei sindaci della provincia di Siracusa si riunirà domani, 16 luglio, per esaminare la bozza della nuova rete ospedaliera così come predisposta dall’Assessorato regionale alla Salute. Si tratta di un documento che ridisegna la distribuzione dei servizi sanitari — dagli ospedali alle cliniche, passando per ambulatori e strutture di prossimità — e che già sta suscitando forti polemiche in diversi territori siciliani.
Secondo quanto anticipato nei giorni scorsi da BlogSicilia, il nuovo piano prevede per la provincia di Siracusa una riduzione di 12 posti letto. Il taglio si concentrerebbe sugli ospedali periferici: Avola perderebbe 6 posti e Lentini 10, con un parziale recupero di 4 posti assegnati all’Asp provinciale. Un trend che riflette quanto accade anche in altre aree della regione, dove si registra una redistribuzione che penalizza soprattutto le strutture decentrate.
Ma è nella zona sud del Siracusano che si concentra una delle principali preoccupazioni, in particolare sul futuro dell’Ortopedia del Trigona di Noto, parte integrante dell’ospedale unico Avola-Noto, riconosciuto da Agenas come una delle 28 strutture di eccellenza a livello nazionale. Il reparto — che annualmente registra circa 14.000 prestazioni, di cui 8.000 in Pronto Soccorso e quasi 1.000 interventi chirurgici — rischia di vedere una drastica riduzione dei posti letto, passando da 16 a soli 9. L’allarme è stato lanciato dall’associazione Cittadinanzattiva, tramite l’assemblea territoriale della zona sud.
Tra i partecipanti all’incontro siracusano ci sarà, ovviamente, anche Paolo Amenta, sindaco di Canicattini Bagni e presidente di ANCI Sicilia. Intervenuto questa mattina su FMITALIA ha rinnovato le sue perplessità sul piano dell’assessorato regionale, censurando la mancata convocazione della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e sociosanitaria.
L’assemblea di domani si preannuncia dunque come un momento di snodo cruciale non solo per il futuro della rete ospedaliera siracusana, ma anche per l’equilibrio complessivo del sistema sanitario siciliano.




Industria, spento l’impianto di etilene. Era il più grande d’Europa, diventerà bioraffineria

Versalis ha fermato l’impianto di etilene. Il cracking, cuore pulsante dello stabilimento nel cuore del polo petrolchimico di Siracusa, è ufficialmente in dismissione dopo poco meno di quarant’anni di storia industriale, occupazionale, sociale e un grave incidente a metà degli anni 80 (leggi qui).
“Quella del cracking di Priolo è stata una storia straordinaria, fatta di eccellenza tecnica, sacrificio umano, orgoglio operaio. Era il più grande impianto di cracking d’Europa, il simbolo di un’intera generazione di lavoratori, il motore di un sistema produttivo interconnesso e complesso”, ricorda oggi Andrea Bottaro, segretario regionale della Uiltec.
Cosa succederà adesso? Si lavora per la messa in sicurezza dell’impianto, poi la bonifica e infine la costruzione della nuova bioraffineria destinata alla produzione di biojet (combustibile sostenibile per l’aviazione, ndr) e di un impianto per il riciclo chimico della plastica (hoop). L’azienda ha assicurato che non ci saranno sacrifici in termini di posti di lavoro, con garanzie per gli occupati diretti e quelli dell’indotto. “Un percorso complesso, certo, ma anche una straordinaria occasione di riconversione sostenibile, di rinascita industriale, di nuova occupazione. Perché il territorio siracusano merita un futuro e quel futuro passa anche da qui. Dalla capacità di trasformare una fine in un nuovo inizio”, commenta Bottaro.
Un ottimismo non condiviso dall’ex sindacalista Cgil e parlamentare Pippo Zappulla, che non nasconde i timori per l’occupazione davanti alla scelta di abbandonare la chimica di base percorrendo un sentiero nuovo ed incerto.
“Da parte di Versalis non c’è un disimpegno ma una chiara volontà di riconversione produttiva della chimica di base, passando da un settore che ha accumulato perdite di 3 miliardi negli ultimi 5 anni a settori in significativa espansione che potrebbero rappresentare uno sviluppo significativo sia sul piano industriale sia per quanto riguarda l’impegno ambientale”, disse a dicembre del 2024 il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in chiusura del tavolo di confronto su Versalis. Per Priolo sono stati messi a terra investimenti per 900mila euro.




Chiude Etilene, nel 1985 la terribile esplosione che spaventò l’intera area industriale

L’impianto di etilene di Priolo Gargallo non è più in funzione. Sarà bonificato, dismesso e lascerà posto ad una nuova linea di produzione: una bioraffineria per nuovi carburanti per l’aviazione e riciclo chimico della plastica. Si chiude una pagina di storia importante, durata quattro decenni. Era il cracking più grande d’Europa, motivo di orgoglio per chi lì lavorava. Al reparto etilene di Priolo è anche collegato il ricordo dell’incidente industriale più spaventoso di sempre per il polo petrolchimico siracusano.
Era il 19 maggio del 1985. Una palla di fuoco si stagliò nel cielo, ben visibile a chilometri di distanza. Da una colonna fuoriuscì del gas che, con un fortuito innesco, si incendiò dando vita a quello che è noto come “jet fire” che ha colpito un serbatoio di etilene. Lo chiamavano “sigaro” per la sua forma stretta e allungata. La forza del gas infuocato scagliò il sigaro letteralmente in aria, tipo un missile. Nella ricaduta, si conficcò tra tubi e lamiere. Diversi furono i feriti e purtroppo anche un decesso, dopo 15 giorni di agonia in ospedale. L’impianto venne ricostruito e rimesso in funzione in poco tempo.

“Abbiamo visto l’inferno e siamo risaliti”, racconta Andrea oggi in pensione. Quel giorno drammatico, era in servizio. Beniamo Scarinci, priolese, esponente della DC, quel 19 maggio lo ricorda bene. “L’impianto di etilene ci ha fatto passare la notte più brutta. Un boato ci fece uscire tutti per strada, il cielo color fuoco, l’intensità delle fiamme: tutto ci fece capire subito che era accaduto qualcosa di veramente grave. Moltissimi Priolesi passarono quella notte in macchina, un ricordo indelebile! E ora che quello stesso impianto è stato spento per sempre, che dire, speriamo che il futuro ci riservi un rilancio in modo che ci ricorderemo di questo luglio 2025 come di un mese normale e non come quello in cui si è detta la parola fine!”.




Turismo, al via domande per potenziare offerta ricettiva in Sicilia

Si è aperta oggi (martedì 15 luglio) alle ore 12 la piattaforma telematica dell’Irfis per la presentazione delle domande relative al bando promosso dalla Regione Siciliana per il potenziamento dell’offerta ricettiva. L’iniziativa, finanziata per complessivi 135 milioni di euro con risorse del Fondo sviluppo e coesione 2021-2027, è rivolta a micro, piccole, medie e grandi imprese alberghiere ed extralberghiere operanti in Sicilia: alberghi, bed and breakfast, ostelli, campeggi, villaggi turistici, case vacanze, rifugi e strutture aggregate, comprese reti d’impresa e cooperative.
I contributi a fondo perduto sono destinati a progetti di ristrutturazione, ampliamento, riattivazione o realizzazione di nuove attività turistiche attraverso il recupero o la riconversione di immobili esistenti. Le domande potranno essere presentate fino alle ore 17 del 15 ottobre 2025.
«Come avevo anticipato – dichiara il presidente della Regione Renato Schifani – siamo riusciti a pubblicare questo bando in tempi record, a conferma della determinazione e dell’efficienza della nostra azione. Si tratta di uno strumento strategico per rafforzare e rendere ancora più competitiva l’offerta turistica siciliana. I dati continuano a premiarci: la Sicilia si conferma tra le mete preferite nel panorama internazionale, attirando un numero crescente di visitatori, anche di fascia medio-alta. È dunque il momento giusto per accelerare gli investimenti sull’accoglienza e sulla qualità dei servizi turistici dell’Isola».
Le agevolazioni vanno da 50 mila a 3,5 milioni di euro, con procedura valutativa a graduatoria. Sono previsti due distinti regimi di aiuto, “de minimis” e “in esenzione”, ognuno con soglie e condizioni specifiche. Gli interventi dovranno rispettare i limiti di cubatura previsti dalle normative edilizie vigenti e non sarà ammesso consumo di nuovo suolo. Le imprese selezionate avranno 24 mesi di tempo per completare i lavori.
Le istanze possono presentate esclusivamente sulla piattaforma incentivisicilia.irfis.it accendo con Spid o Cns.




Terremoto all’Ambientale, cambia la giunta e si dimette il comandante del nucleo

Terremoto nel nucleo Ambientale della Polizia Municipale di Siracusa. Ha rimesso l’incarico di comandante l’ispettore Andrea Pirrera. Sotto la sua guida, la sezione aveva registrato ottimi numeri grazie ad una serie di combinate azioni che hanno, ad esempio, reso possibile di incrociare i dati di vari database comunali in modo da rendere più veloce ed incisiva l’azione di sanzione degli abbandoni di spazzatura e l’emersione di evasione ed elusione del tributo. Grazie alle tante telecamere piazzate in angoli strategici di Siracusa, sensibilmente aumentato il numero di multe a cittadini per nulla rispettosi delle regole. Un modo di procedere che aveva anche incoraggiato l’invio di segnalazioni da parte dei cittadini, con foto e video di episodi spiacevoli, soprattutto ingombranti scaricati in strada.
Un’azione divenuta settimana dopo settimana sempre più incisiva. E adesso il rischio di vanificare tutto e dovere ricominciare da zero, con la nomina di un nuovo responsabile e la speranza che prosegua seguendo il buon esempio del predecessore.
Non sfuggirà, intanto, che le dimissioni del comandante dell’Ambientale arrivino poco dopo il rimpasto di giunta. Il nuovo assessore alla Municipale è Sergio Imbrò che ha preso il posto di Giuseppe Gibilisco.




Il dibattito sul turismo in calo. La politica commenta, ma qual è la ricetta giusta?

I numeri in calo registrati dalle strutture ricettive siracusane a giugno 2025 (rispetto a giugno 2024) pubblicati da SiracusaOggi.it hanno acceso un vivace dibattito politico. Una serie di prese di posizione a mezzo stampa, destinate a durare il tempo di un post ma che valgono come segnali di timida attenzione. In fondo, il tema è serio e richiederebbe analisi rigorose, autorevoli, scevre da condizionamenti di parte. Tutto molto difficile in una città che, invece, è già da un decennio divisa in fazioni, con i cittadini come fan di questa o di quella parte (politica) e non più dell’interesse collettivo e preminente.
Nella volontà di commentare, si commettono alle volte sviste come quella dell’analisi critica proposta dal movimento Oltre che, in un post poi cancellato, finisce quasi per dimenticare che negli ultimi sette anni il settore è stato amministrato da Fabio Granata che di Oltre è stato il creatore.
In questo quadro e pur tra condivisibili analisi e prese di posizione, resta il dato: i turisti sono in calo. Siamo lontani dai livelli pre-covid e solo l’aumento operato lo scorso anno sulla tassa di soggiorno ne garantisce ancora un importante gettito per le casse comunali. Ma se i turisti non vengono, non ci sarà aumento che tenga prima o poi.
Prima ancora che l’inflazione, il caro voli, l’erosione del potere di acquisto ed i prezzi alle volte spropositati per la qualità offerta, Siracusa deve preoccuparsi di sè stessa. Perchè a leggere quello che i turisti scrivono sui social, ci sono aspetti che impattano maggiormente. E sono facilmente riassumibili alla voce “ordine e pulizia”. Ortigia è bellissima, straordinaria, affascinante. Ma è in preda al caos, vittima di interessi criminali come svela la recente operazione di Carabinieri e Guardia di Finanza; bulli e bulletti liberi di scorrazzare in scooter anche alla Marina; odori fastidiosi e molesti; pulizia carente; disordinate espressioni di festa; caotica viabilità; improvvisazione.
O si decide di mettere la testa sotto la sabbia, per fare finta di non vedere e finchè va tutto bene, ok; altrimenti è adesso il momento di chiamare alla responsabilità (ed alle capacità) gli amministratori tutti. Con una provocazione: si liberi Ortigia dai siracusani.
Come dire che senza coltivare nei fatti – non nelle parole – una nuova sensibilità e la cultura delle regole e del decoro, il futuro è tristemente segnato. Ortigia ha bisogno di nuova identità, di imprenditori appassionati e non di affaristi del momento sulle spalle del turista. Di persone che, a qualunque titolo, sappiano rispettarne e raccontarne fascino e beltà. Ma senza coltivare l’oggi, non c’è domani che splenda.




Non accetta la fine della relazione, minaccia la ex e va sotto casa con un coltello: denunciato ed espulso 34enne

Minaccia telefonicamente l’ex fidanzata e si dirige verso casa della donna con un coltello. Un tunisino di 34 anni è stato denunciato dagli agenti del Commissariato di Pachino, intervenuti in un’abitazione del centro cittadino, per possesso di un coltello.
In particolare, l’uomo non si rassegnava alla fine del rapporto con la sua ex fidanzata e, dopo un intervento presso l’abitazione della donna, i poliziotti, intuendo che la sua sicurezza fosse in pericolo, hanno intercettato l’uomo mentre si stava recando a casa di lei. Una volta bloccato, il 34enne, privo di documenti, è stato sottoposto a perquisizione personale, che ha consentito di rinvenire e sequestrare un coltello a serramanico.
Inoltre, a seguito di un approfondimento investigativo condotto insieme agli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Questura, è emerso che il tunisino si trovava irregolarmente sul territorio nazionale e che, in passato, era già rientrato illegalmente in Italia.
Infine, al termine di un’accurata istruttoria, l’Ufficio Immigrazione ha eseguito nei confronti dell’uomo un provvedimento di espulsione, emesso dal Prefetto, con trattenimento disposto dal Questore presso un CPR dell’isola, ai fini del successivo rimpatrio.




Carenza di personale e sovraffollamento a Cavadonna, stanziati circa 25mila euro

Accordo per la distribuzione di 25.221,00 euro al personale della Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa per premiare il disagio legato alla carenza di organico.
L’intesa è stata firmata questa mattina dalle OO.SS. OSAPP, USPP, UIL e CISL, sindacati maggiormente rappresentativi a livello nazionale della Polizia Penitenziaria, insieme al Direttore della Casa Circondariale di Siracusa.
“A fronte di un organico che normalmente dovrebbe essere di 250 unità – dice Giuseppe Argentino, Segretario Provinciale OSAPP della Polizia Penitenziaria – ne sono operativi circa 190, con una carenza di circa 60 unità. Inoltre – sottolinea – l’istituto, che dovrebbe contenere normalmente non più di 400 detenuti, ne ospita mediamente 700/750, con un sovraccarico di circa 300/350 detenuti.
Questo si traduce inevitabilmente in un maggior malessere per i detenuti, legato appunto al sovraffollamento, e in un carico di lavoro più intenso per il personale di Polizia Penitenziaria, che deve governare una massa sproporzionata di detenuti. Se a questo aggiungiamo la condotta aggressiva di qualche detenuto, il quadro si completa in peggio.
Le istituzioni promettono nuove assunzioni, ma fino a quando i concorsi per la Polizia Penitenziaria, che pure si stanno facendo, non supereranno la carenza determinatasi nei vari anni a causa del blocco delle assunzioni nella pubblica amministrazione e dei pensionamenti che, volenti o nolenti, annualmente incidono sull’organico totale, i buoni propositi rimarranno tali”, conclude Giuseppe Argentino.




Con una pistola nascosta nell’auto, 59enne denunciato

Un 59enne, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio, è stato denunciato dai Carabinieri di Rosolini per porto di armi e oggetti atti ad offendere. Ieri mattina, durante un controllo alla circolazione stradale, i militari hanno trovato all’interno della sua auto, nascosta nel vano portaoggetti dello sportello lato guida, una pistola revolver “Olimpic 38” a salve, priva del tappo rosso, completa di relativo munizionamento: cinque bossoli a salve calibro 9 mm. L’arma è stata sottoposta a sequestro.