Ripristino e ammodernamento strade provinciali, Edy Bandiera: "2,7 mln al Comune di Noto"
L’assessorato regionale all’Agricoltura ha finanziato 4 progetti, presentati dal Comune di Noto, per i ripristino e l’ammodernamento di alcune strade provinciali. Interventi di viabilità inter-aziendale e strade rurali per 2,7 milioni di euro, a valere sulla Misura 4.3.1 del Programma di Sviluppo Rurale 2014/2020.
“Attraverso questo finanziamento diamo risposte concrete al territorio che necessita di un ammodernamento della
viabilità interaziendale per una migliore fruizione e interconnessione di fondi e aziende che gravitano sul territorio”, ha detto l’assessore regionale Edy Bandiera.
Con un contributo pari al 100% ed interamente a fondo perduto sono state pertanto approvate le perizie di variante presentate dal Comune e relative ai progetti, già ammessi a finanziamento. Nella fattispecie, le strade interessate dai lavori di ripristino e ammodernamento sono: un tratto di strada provinciale n. 81 denominata strada del Castelluccio, nelle contrade Castelluccio e Mezzogricoli, per un importo pari a € 673.858,63; un tratto di strada provinciale n. 90 denominata Palazzolo – Falabia – Castelluccio nelle contrade Castelluccio e
Mucia, per un importo pari a € 667.063,25; un tratto di strada provinciale n.80 denominata San Marco Aguglia nelle contrade Aguglia – Bancazzo – San Marco – Testa dell’Acqua per un importo pari a € 675.988,54 ed in ultimo un tratto della provinciale n. 64 denominata Noto Antica – Testa dell’Acqua nelle contrade Noto Antica – Testa dell’Acqua per un importo pari a € 674.192,48.
Molestie olfattive, il sindaco di Priolo scrive ai Ministri dell'Ambiente e della Salute
“Negli ultimi tempi si sono verificati numerosi episodi di cattiva qualità dell’aria, in particolare nelle giornate del 28, 29 e 30 agosto e il 5 e 6 settembre. Durante le ore in cui le concentrazioni di inquinanti sono state più elevate sono pervenute lamentele da parte dei cittadini che, oltre al disagio olfattivo, hanno registrato numerosi fastidi, come bruciore agli occhi e difficoltà respiratorie. In qualità di responsabile della salute della popolazione mi trovo costretto a rappresentare una situazione ormai insostenibile che colpisce ininterrottamente il nostro territorio”. Lo scrive il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, in una lettera indirizzata ai Ministri dell’Ambiente e della Salute, agli assessori regionali all’Ambiente e alla Salute ed alla Prefettura di Siracusa. Il primo cittadino priolese chiede un incontro congiunto urgente sulle problematiche ambientali, per risolvere (“definitivamente”) il problema dei miasmi.
In allegato alla lettera, i report con i dati registrati dalla rete di monitoraggio ambientale del Libero Consorzio e dell’Arpa. Chieste indagini mirate da parte dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute, con l’obiettivo finale di incidere su quelle sostanze ad oggi non normate dal Decreto Legge 155/10, come gli idrocarburi non metanici, composti solforati, COV “e fornire così risposte concrete alla popolazione”.
Nella missiva, il Sindaco Gianni chiede inoltre di poter riconsiderare la sospensione delle Aia, decadute a seguito della recente sentenza del Tar sul Piano Regionale della Qualità dell’Aria.
A far ben sperare il sindaco di Priolo c’è il precedente di Torino. Nel giugno del 2019, il ministro dell’Ambiente, Costa, ha siglato un protocollo d’intesa per il miglioramento della qualità dell’aria. “Già a novembre dello scorso anno, durante la visita del ministro a Priolo, abbiamo chiesto di attivarsi per una analoga iniziativa. Reitero oggi quella richiesta”.
Intanto, nel pomeriggio di ieri – su richiesta del sindaco Gianni e del Disaster Manager Gianni Attard – Arpa, ex Provincia, Vigili del Fuoco e Vigili Urbani hanno effettuato un sopralluogo nel centro abitato per testare la qualità dell’aria e individuare la fonte delle emissioni che nelle ultime settimane hanno creato fastidi alla popolazione.
Siracusa. "Docenti di ruolo ingiustamente lasciati al palo dall'Ufficio scolastico regionale", monta la protesta
“Docenti di ruolo, da anni, posti liberi e destinati proprio a loro. Eppure gli scorrimenti in graduatoria, in Sicilia, vengono stoppati e gli insegnanti continuano a viaggiare su e giù per l’Italia, con quello che può significare in termini di rischio di contagio del Covid-19”.
Una situazione paradossale quella descritta da un gruppo di insegnanti della provincia di Siracusa, che parlano di provvedimento “assolutamente illegittimo, che si sta consumando ai nostri danni da parte dell’Ufficio regionale scolastico”.
A parlare, a nome dei colleghi, è una docente siracusana, di ruolo dal 2015 e padre di due ragazzini. “Nonostante la presenza di posti liberi al 31 agosto 2020 , e destinati per legge ai docenti di ruolo che ne abbiano fatto richiesta – ricorda- in modo del tutto illegittimo e privo di buon senso il Direttore generale dell’ufficio scolastico regionale ha deciso che i posti già dati erano numerosi e pertanto non ha autorizzato gli scorrimenti.Non possiamo accettare tale arbitraria ingiustizia né rischiare di diventare veicolo del Covid_19, costretti a viaggiare su e giù per l’Italia”.
Gli elementi di preoccupazione sarebbero anche di altra natura e riguardano le graduatorie provinciali, che secondo i sindacati sarebbero state predisposte in maniera errata, con le conseguenze che possono facilmente essere immaginate anche in termini di possibili ricorsi.
Il ciclone Cassilda osservato speciale sullo Jonio
Il ciclone Cassilda è l’osservato speciale dai centri meteo del Mediterraneo. Si trova al momento sul basso Mar Ionio e, secondo le previsioni, dovrebbe risalire a nord, lambendo (ma a debita distanza) la costa est della Sicilia. E proprio il settore orientale dell’isola (ragusano, siracusano e catanese) potrebbe maggiormente risentire in serata degli effetti del transito sullo Jonio di Cassilda.
Gli esperti avvisano sulla possibilità che possano verificarsi piogge temporalesche. La parte più intensa dei venti (fino a 100kmH) dovrebbe rimanere in aperto Jonio, così come le piogge alluvionali. Attese a terra, nel siracusano, folate fino ad un massimo di 60 kmh. La tempesta tropicale si sposterà poi verso la Grecia.
Coronavirus, il bollettino: 90 nuovi casi in Sicilia, tre decessi; uno in provincia di Siracusa
Sono 90 i nuovi positivi al coronavirus in Sicilia. Palermo e Catania si conferma le province con una più alta risalita dei contagi: nelle ultime 24 ore registrati 33 nuovi casi nel palermitano e 35 nel catanese. La provincia di Siracusa, per il secondo giorno consecutivo, non riporta alcun nuovo contagio. Uno dei tre decessi per covid, in Sicilia, è però avvenuto proprio nel siracusano. Sono tre purtroppo le morti legate al virus registrate nelle ultime 24 ore. I dati sono contenuti nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute. I dati sanitari parlano comunque di persone affette da altre patologie.
Quanto alle altre province: 4 a Trapani, 5 ad Agrigento, 1 a Caltanissetta, 1 a Ragusa, 4 a Messina e 7 ad Enna.
Sono 155 i pazienti ricoverati con sintomi, altri 16 in terapia intensiva. In isolamento domiciliare ci sono 1.817 persone. Il totale degli attuali positivi sale a 1.988.
foto dal web
Varenne, l'indagine e le intercettazioni: la droga"mascherata" dietro termini ippici
L’indagine che ha condotto all’odierna operazione “Varenne” ha preso il via nell’agosto 2018, con l’arresto in flagranza del siracusano Salvatore Di Fede (detto “il pelato”). L’uomo venne sorpreso dai Carabinieri in possesso di circa 9 kg di hashish.
Un quantitativo che ha fatto sorgere agli investigatori il sospetto che Di Fede potesse essere un importante acquirente di stupefacente che poi rivendeva in città per alimentare varie piazze di spaccio. L’attività investigativa avrebbe fatto emergere anche che, nonostante fosse sottoposto agli arresti domiciliari, riusciva a continuare la sua attività di acquisto e rivendita di grosse partite di hashish e cocaina, coadiuvato da Claudio Barone e Massimo Toromosca.
Da quanto emerso nel corso delle indagini, Di Fede sarebbe stato solito utilizzare due canali per l’approvvigionamento dello stupefacente: il primo facente capo al palermitano Giovanni Pasqua, per l’hashish; ed il secondo, attraverso soggetti catanesi tra cui Rosario Sicurella.
Per i viaggi di approvvigionamento di hashish e di cocaina veniva utilizzato come corriere – secondo la ricostruzione degli investigatori – Massimo Toromosca.
Parallelamente, nel corso dell’attività di indagine, è stata scoperta l’esistenza di un altro piccolo gruppo di spacciatori composto da Sebastiano Galeota, Giuseppe Bronzo e Giuseppe Greco. Questi ultimi, dopo essersi affrancati e aver guadagnato la loro autonomia nel mondo dello spaccio, avrebbero iniziato ad approvvigionarsi in maniera autonoma dagli stessi fornitori di Salvatore Di Fede, tra i quali Giovanni Pasqua.
Da quest’ultimo, è emerso durante le indagini, si sarebbero “riforniti” anche altri presunti spacciatori “autonomi” come Francesco Paolo Zuccarello, Daniele Alì e Francesco Campanella.
Nelle telefonate intercettate, Pasqua e tutti i suoi interlocutori utilizzavano un linguaggio convenzionale mutuato dal mondo dell’ippica, per riferirsi alle varie tipologie di sostanza stupefacente. Così, di volta in volta, gli stupefacenti venivano denominati in base al loro colore, associato a quello del mantello dei cavalli: pertanto, per riferirsi all’hashish, sostanza dal tipico colore marrone, gli spacciatori usavano il termine convenzionale “sauro”, un cavallo dal manto castano.
Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati complessivamente ben 73 kg di hashish e 171 grammi di cocaina, procedendo all’arresto in flagranza di reato di 16 persone. L’introito stimato del giro di droga scoperto grazie a questa indagine, iniziata a marzo 2018 e conclusasi a novembre dello stesso anno, è di circa 350.000 euro.
Sono stati tradotti in carcere:
• DI FEDE Salvatore, classe 1974
• BARONE Claudio, classe 1983
• TOROMOSCA Massimo, classe 1974
• ZUCCARELLO Francesco Paolo, classe 1971
• ALI’ Daniele, classe 1986
• GALEOTA Sebastiano, classe 1978
• BRONZO Giuseppe, classe 1979
• GRECO Giuseppe, classe 1968
• CAMPANELLA Francesco, classe 1988
sono stati sottoposti alla misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Siracusa:
• PASQUA GIOVANNI, classe 1968
• SICURELLA Rosario, classe 1978
All’attività di esecuzione hanno preso parte 80 militari dell’Arma dei Carabinieri di Siracusa.
Nel corso delle odierne perquisizioni sono stati altresì rinvenuti nell’abitazione dell’Alì e sequestrati circa 17 grammi di marijuana e 1 pianta della medesima sostanza alta circa 2 metri.
Risultano attive le ricerche su di un altro soggetto allo stato resosi irreperibile.
Operazione antidroga "Varenne", 12 misure cautelari tra Siracusa, Catania e Palermo
Sono 12 le persone coinvolte nell’operazione antidroga “Varenne”. Dalle prime ore del mattino, i Carabinieri stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Siracusa. Tutti gli arrestati sono ritenuti responsabili di concorso in detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti: cocaina, marijuana ed hashish. Sono 10 le ordinanze di custodia in carcere, 2 invece, le misure interdittive (divieto di dimora a Siracusa). Numerose le perquisizioni eseguite, con l’ausilio di cani antidroga. I Carabinieri hanno eseguito anche controlli per scovare eventuali armi ed esplosivi.
Le indagini sono iniziate ad agosto 2018, con notevoli riscontri sulla presunta fiorente attività di spaccio a Siracusa e i relativi canali di rifornimento. Un gruppo di spacciatori “slegati” dai grandi sodalizi presenti sul territorio e che anzi ha saputo approfittare dei “buchi” creati nella rete criminale dalle brillanti operazioni di contrasto condotte dalle forze dell’ordine. Ingenti le quantità di stupefacenti sequestrate durante le indagini. Il procuratore aggiunto Scavone ha evidenziato come “la richiesta di droga non cessa, i gruppi sono sempre pronti ad organizzarsi. Acquistano a Catania ed e Palermo, dove il costo della cocaina è inferiore”.
La terminologia utilizzata dagli odierni indagati faceva spesso riferimento ai termini dell’ippica e dei cavalli. Da qui la scelta del nome dell’operazione, battezzata appunto Varenne. Il pm Dragonetti ha evidenziato come “il linguaggio utilizzato durante le conversazioni intercettate sia stato facilmente interpretato e decriptato. Utilizzate telecamere ed intercettazioni ambientali, decisive per lo sviluppo dell’attività”.
Le indagini hanno preso le mosse dall’arresto in flagranza di Salvatore Di Fede (detto “il pelato”), considerato dagli investigatori il referente del piccolo gruppo che muoveva comunque una grande quantità di droga. Numerosi i sequestri, soprattutto se si considera il breve periodo di indagine.
Siracusa. Il Caravaggio in prestito, la Diocesi: "vicenda simbolo di una crisi di valori"
“E’ chiaro che occorre ritrovare la via del dialogo, del confronto serrato ma sereno e costruttivo; è affrontando i problemi che si possono risolvere definitivamente, partendo dall’ascolto delle ragioni dell’altro. Le recenti questioni sul prestito o meno del Caravaggio sono solo un aspetto marginale ma simbolico della deriva valoriale che stiamo vivendo”. Sono le parole di monsignor Sebastiano Amenta, delegato ad omnia della Diocesi di Siracusa, intervistato da Orazio Mezzio, direttore del settimanale Cammino, sulla vicenda della tela il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio.
“Il dibattito che si è acceso in merito al prestito del quadro ha visto l’intervento di persone che liberamente hanno espresso il loro parere, ma senza averne cognizione di causa. La tela del Caravaggio non è un’opera d’arte come le altre esposte nei musei, perché ha uno statuto giuridico diverso. Inoltre, anche se requisita con le leggi eversive, è una pala d’altare e per questo è vincolata dalla legge alla cosiddetta deputatio ad cultum, è cioè destinata al culto e non può essere utilizzata per altro. In questa vicenda si è scientemente ignorato questo principio giuridico sancito dal Concordato tra Stato e Chiesa” ha voluto specificare monsignor Amenta.
Parole che non mancheranno di dare il via a nuove discussioni attorno all’opera ed al suo trasferimento in prestito.
Siracusa. Percettori reddito di cittadinanza per lavori utili alla collettività, via libera
Via libera all’impiego dei percettori di reddito di cittadinanza a Siracusa nei progetti utili alla collettività, i cosiddetti Puc. La giunta ha deliberato all’unanimità un atto di indirizzo per l’attivazione delle procedure e la stesura dei progetti. Tra gli ambiti previsti dalla normativa, l’Alamministrazione ha deciso di intervenire sull’Ambiente e sui Beni comuni.
Il provvedimento raccoglie le indicazioni della riunione dello scorso 31 agosto ed è rivolto ai dirigenti dei settori interessati. Toccherà a loro predisporre i Puc, completi di costi di organizzazione e gestionali, e poi passarli al settore Pari opportunità sociali per il coordinamento l’attuazione e l’impegno di spesa.
“Con questo provvedimento – affermano il sindaco, Francesco Italia e l’assessore alle Politiche sociali, Maura Fontana – potremo ripulire dalle erbacce le strade, i marciapiedi e le corsie ciclabili, cureremo e sorveglieremo i parchi e assicureremo la giusta manutenzione di ciò che appartiene alla collettività e che talvolta, per mancanza di fondi, viene trascurato. I Puc, però, sono un’opportunità non solo per le città ma anche per le persone. È una modo di dare dignità ai percettori del reddito di cittadinanza facendoli sentire utili alla collettività e parte del sistema economico e produttivo. In questo consiste il valore sociale del lavoro”.
I beneficiari potranno essere impegnati da un minimo di 8 ore a un massimo di 16 a settimana, ciò in virtù del fatto che il reddito di cittadinanza contempla da parte loro la sottoscrizione di un patto per il lavoro e l’inclusione sociale. Inoltre l’erogazione del sostegno economico è condizionata a una dichiarazione di disponibilità ad accettare un percorso personalizzato all’inserimento nel mondo del lavoro.
Tuttavia, i progetti non sono forme di impiego subordinato o parasubordinato e devono avere carattere temporaneo. In più non possono sostituire le attività già svolte dal Comune o che vengono affidate a ditte esterne.
Furto di 5 tonnellate di mandorle di Avola, denunciati in tre dalla Polizia
Lunedì scorso, agenti del Commissariato di Avola sono intervenuti in una campagna di contrada Mammanelli di Avola, zona nota per la produzione di mandorle pregiate. Ignoti erano riusciti ad impossessarsi di circa cinque tonnellate di mandorle raccolte e pronte per la commercializzazione.
Gli investigatori del Commissariato, hanno avviato febbrili indagini di polizia giudiziaria avvalendosi anche di telecamere di videosorveglianza, grazie alle quali sono riusciti ad individuare tre dei quattro ladri autori del furto.
I tre sono stati rintracciati in un terreno di loro proprietà, in contrada Zuccaro, ancora intenti a scaricare le mandorle e a nasconderle in un deposito.Le mandorle, che hanno un valore di mercato di oltre 10.000 euro, sono state riconsegnate al legittimo proprietario. I tre, invece, sono stati denunciati.