Incendio ad Augusta, la Regione istituisce gruppo di lavoro per emergenza ambientale

Quasi una settimana dopo, la Regione “scopre” la gravità dell’incendio che si è sviluppato in Ecomac (Augusta), con una nube nera che ha tormentato per giorni le popolazioni dei centri vicini. «In seguito al grave incendio verificatosi nel sito di stoccaggio della Ecomac, ad Augusta, e alle criticità ambientali che ne sono derivate, ho disposto l’immediata istituzione di un gruppo di lavoro, sotto il coordinamento della nostra Protezione civile. Ne fanno parte Asp, Arpa, Vigili del fuoco e i Comuni interessati, con l’obiettivo di monitorare, valutare e affrontare tempestivamente ogni ricaduta sulla salute pubblica e sull’ambiente”, spiega il presidente Schifani.
“Il capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina – prosegue Schifani – ha già preso contatto con sindaci e Vigili del fuoco per agire con rapidità, garantendo ai cittadini il massimo supporto. Il governo regionale è al fianco delle amministrazioni locali e delle autorità sanitarie e ambientali, a cui è assicurato tutto il necessario supporto operativo e istituzionale. La tutela della salute dei siciliani e della sicurezza del territorio resta la nostra assoluta priorità”.
L’incendio è scoppiato il 5 luglio. Attualmente l’area è ancora presidiata notte e giorno dai Vigili del Fuoco impegnati in operazioni di smassamento e spegnimento nuovi focolai, con altri pennacchi di fumo nero che si levano. Le analisi Arpa, in attesa dei valori di diossina e furani, hanno intento evidenziato le aree raggiunte dal plume e dai relativi inquinanti collegabili all’incendio.
Ieri, il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa ha diffuso consigli prudenziali per l’uso di acqua ed il consumo di frutta e verdura.




La nube nera sprigionata dall’incendio Ecomac, i nuovi dati Arpa: il 7 luglio il giorno peggiore

Tra poche ore saranno disponibili i dati relativi ai valori di diossine e furani sprigionatisi a seguito del rovinoso incendio di migliaia di tonnellate di materiale plastico, all’interno dell’impianto Ecomac di contrada San Cusumano (Augusta). Nel frattempo, Arpa Sicilia ha rilasciato un aggiornamento sul monitoraggio ambientale in corso nell’area.
Tredici pagine di dati e analisi. “L’incendio avvenuto presso l’impianto Ecomac, nella zona industriale di Augusta, tra il 5 e il 7 luglio 2025, ha comportato il rilascio di significative quantità di fumi in atmosfera” è l’incipit accompagnato da un immagine satellitare (FIRMS-MODIS-NASA), in cui l’area rossa più estesa indica l’incendio allo stabilimento Ecomac e la parte rossa più piccola è causata dal calore degli impianti Sonatrach.

In sintesi, l’incendio “si è inserito in un contesto meteorologico particolarmente variabile, caratterizzato da un’evoluzione delle condizioni atmosferiche che ha influenzato in modo significativo il comportamento e la dispersione degli inquinanti rilasciati. Nei giorni del 5 e del 6 luglio – spiegano gli esperti di Arpa Sicilia – il sistema di ventilazione prevalente ha favorito una diffusione del plume (la colonna di fumo, gas e calore che si innalza da un focolaio di incendio) su un’area piuttosto ampia, con un trasporto degli inquinanti verso sudest che ha contribuito a ridurne l’impatto localizzato. In queste due giornate, la presenza di venti moderati provenienti principalmente da nord-ovest ha consentito al pennacchio di disperdersi in direzione della fascia costiera ionica, limitando fenomeni di accumulo al suolo in prossimità della sorgente. Tuttavia – proseguono – la situazione è radicalmente cambiata il 7 luglio, che ha rappresentato la fase più critica dell’intero evento. In questa giornata, si è verificata una combinazione di fattori atmosferici sfavorevoli: l’assenza quasi totale di vento, un possibile strato di inversione termica nei bassi livelli dell’atmosfera e un marcato ristagno delle masse d’aria hanno ostacolato in modo netto la dispersione verticale e orizzontale degli inquinanti. Queste condizioni hanno favorito l’accumulo del plume nei pressi del suolo, soprattutto nelle ore notturne e del primo mattino”. I valori più elevati di benzene, Pm10 e H2S (idrogeno solfarato, ndr) sono stati rilevati dalle stazioni di Augusta-Megara, Augusta-Marcellino e Priolo.
Il giorno successivo, l’8 luglio, sebbene la ventilazione ha ripreso progressivamente vigore, tornando a interessare l’area con direzioni più organizzate e una moderata intensità, “si registra ancora nella stazione Augusta- Megara alle ore 7 dell’8 luglio un picco orario di benzene e la concentrazione media giornaliera di PM10 risulta più elevata di quella del giorno precedente”.
nel dettaglio, le concentrazioni di benzene hanno registrato diversi picchi superiori a 20 µg/m3. Nella stazione Priolo, ad esempio, sono stati registrati tre superamenti: il 5 luglio alle ore 22:00 con una concentrazione pari a 36 µg/m3 , il 6 luglio alle ore 00:00 con una concentrazione pari 33 µg/m3 e il 6 luglio alle ore 23:00 con una concentrazione pari 26 µg/m3. Nella stazione Augusta-Megara si riscontrano 15 superamenti della soglia oraria nei giorni 7 e 8 luglio, di cui 4 superiori a tre volte la soglia oraria. “Tali concentrazioni, visto peraltro la vicinanza all’impianto Ecomac, sono da correlare all’incendio”, spiega Arpa Sicilia.
Le concentrazioni di idrocarburi non metanici, NMHC, hanno registrato numerosi picchi orari superiori al valore soglia (200 µg/m3), in particolare nella stazione Augusta-Megara sono stati registrati cinque picchi orari superiori a 1400 µg/m3 : il 7 luglio alle ore 06:00 e alle ore 21:00 pari a 1430 µg/m3 e 1403 µg/m3 e l’8 luglio alle ore 06:00 e alle 07:00 pari a 1486 µg/m3 e 1642 µg/m3. “Queste concentrazioni orarie sono comunque spesso rilevate in questa stazione, vista la prossimità agli impianti petrolchimici”, la postilla che arriva dall’agenzia regionale protezione dell’ambiente.
Per l’idrogeno solforato (H2S), sono stati registrati dieci superamenti della soglia olfattiva nella stazione di Augusta-Marcellino dal 5 all’8 luglio, con valori intorno a 9 µg/m3 (8,8 e 9,1 µg/m3 ) e tre superamenti nella stazione Priolo il 7 e l’8 luglio con valori pari a 8,1, 13,5 e 11,6 µg/m3. “Se il materiale combustibile che ha provocato l’incendio conteneva zolfo, uno dei gas prodotti può essere l’idrogeno solforato”, la valutazione dei tecnici.
Quanto alle concentrazioni giornaliere di PM10 e PM2.5, il limite della concentrazione media giornaliera (50 µg/m3) è stato superato nella stazione Augusta-Megara il 7 e l’8 luglio, con concentrazioni pari a 79 e 108 µg/m3. “Tali concentrazioni, non rilevate nelle altre stazioni, sono attribuibili all’incendio”.
Per il PM2,5 il valore guida OMS (15 µg/m3 ) sulla concentrazione media giornaliera è stato superato in molte stazioni, soprattutto il 7 luglio e in particolare nelle stazioni di SR-Via Gela, Augusta, SR-Verga e Melilli.
Per la valutazione della dispersione del plume, effettuata in collaborazione con l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISAC), sono stati esaminati i dati meteo delle 5 stazioni di monitoraggio di qualità dell’aria ubicate nel raggio di 20 km dall’impianto (Augusta Monte Tauro, Melilli, Solarino, SR – Asp Pizzuta e SR – Via Gela). Le cinque stazioni meteo esaminate mostrano un quadro coerente ma differenziato nelle condizioni meteo.
Il 5 luglio, quando scoppia l’incendio, la dispersione del plume si è orientata in direzione SSE–SE, “con trasporto efficiente nelle ore notturne e mattutine”. Gli effetti a terra sono probabili verso Priolo, Floridia, Solarino e Siracusa alta, con bassa concentrazione per effetto della ventilazione. Il 6 luglio, il plume si è spostato in direzione SE–ESE, lungo una fascia geografica che comprende Belvedere, Solarino, Siracusa città, “mantenendo però una buona dispersione grazie a condizioni ventilatorie più favorevoli rispetto al giorno precedente”.
Il 7 luglio è la giornata critica per ristagno. “Le condizioni possono aver favorito un accumulo locale degli inquinanti, con dispersione molto limitata e potenziale aumento delle concentrazioni al suolo. Particolarmente a rischio l’area immediatamente circostante l’Ecomac, fino a 2–3 km sottovento, in condizioni di inversione termica o aria stagnante”. In quella data si sono infatti rilevate concentrazioni medie orarie di benzene e PM10 elevate nella stazione Augusta-Megara, distante circa 700 m dall’impianto Ecomac.
L’8 luglio riprende la ventilazione. “Sebbene le condizioni sembrino favorevoli alla dispersione e diluizione del plume residuo, in quanto il cambiamento nella direzione del vento devia il trasporto verso il mare, si registra ancora nella stazione Augusta- Megara alle ore 7 dell’8 luglio un picco orario di benzene e la concentrazione media giornaliera di PM10 risulta più elevata di quella del giorno precedente”.
I dati meteo delle 5 stazioni sono stati utilizzati per modelli di dispersione atmosferica di tipo gaussiano radiale isotropo, costruito per visualizzare qualitativamente il potenziale comportamento del plume su base oraria e spaziale. In particolare: il 5–6 luglio, i modelli mostrano una traiettoria chiara verso sud-est, con effetto mitigato dalla ventilazione; il 7 luglio è il giorno più critico quando in assenza di ventilazione, il plume resta intrappolato nei primi 100–200 m di atmosfera, con possibilità di ricadute elevate di particolato; l’8 luglio dovrebbe corrispondere ad una fase iniziale di pulizia atmosferica, in cui però si registrano ancora in prossimità dell’impianto (Augusta-Megara) concentrazioni elevate di benzene e PM10.
La mappa realizzata da Arpa Sicilia “rappresenta visivamente la dispersione stimata degli inquinanti atmosferici rilasciati durante l’incendio, utilizzando una scala cromatica che va dal giallo al rosso fino al nero per indicare la decrescita della concentrazione del plume. Le zone più vicine alla sorgente, evidenziate in rosso vivo, individuano l’area di massima ricaduta al suolo, tipicamente localizzata entro un raggio di uno o due chilometri dal punto di emissione. Spostandosi verso l’esterno, il colore sfuma in tonalità arancio e poi violacee, corrispondenti a concentrazioni intermedie che si possono verificare in condizioni di ventilazione debole o stagnante, come quelle osservate nella notte tra il 6 e il 7 luglio. Ancora più lontano dalla sorgente, la mappa mostra zone grigio-trasparenti che indicano concentrazioni più basse, compatibili con il trasporto del plume su distanze superiori ai cinque chilometri. Nel contesto geografico della mappa, si possono distinguere alcuni centri abitati e aree sensibili potenzialmente interessate dalla ricaduta del plume. A sud-ovest della sorgente si trova il centro urbano di Melilli, che risulta tra i più prossimi e quindi potenzialmente esposto soprattutto nelle prime fasi dell’incendio. Più a nord-ovest, in direzione dell’interno, si collocano Villasmundo e Borgo Rizza, due località rurali che potrebbero essere state coinvolte soprattutto nelle ore notturne, quando i venti tendono ad affievolirsi. Infine, procedendo verso sud, si estende l’area industriale e urbana tra Priolo Gargallo e Castelluccio, che nelle condizioni di ristagno e instabilità direzionale registrate il 7 luglio, potrebbe aver subito un’esposizione prolungata agli inquinanti, specialmente nei bassi strati dell’atmosfera”.

Tra il 5 e l’8 luglio sono pervenute tramite il sistema Nose diverse segnalazioni da parte dei cittadini. Il picco il 7 luglio, nella fascia oraria 8-10, con i cittadini che hanno percepito un forte odore di bruciato. Le zone più interessate sono Augusta e Melilli. “Sebbene l’incendio sia divampato giorno 5 luglio, soltanto dopo due giorni le centraline della zona di Augusta hanno registrato concentrazioni di benzene, H2S e PM sopra le soglie”.




Ancora fumo dall’impianto Ecomac, smassamento e nuovi focolai. “Situazione in controllo”

Ancora fumo nero dallo stabilimento Ecomac per lo smaltimento di rifiuti ad Augusta. Nonostante la fase critica dell’incendio sia ormai alle spalle, continuano a registrarsi piccoli focolai ancora da spegnere completamente. Da diversi giorni sono entrate in azione le ruspe per rimuovere i rifiuti, così da facilitare l’intervento dei Vigili del Fuoco. Dopo cinque giorni dallo scoppio dell’incendio (sabato 5 luglio, ndr), è ancora visibile una colonna di fumo nel cielo di contrada San Cusumano, ad Augusta.
Si tratta tuttavia di una situazione considerata normale: le operazioni di smassamento proseguono incessantemente per spegnere eventuali riaccensioni. Questa è una fase impegnativa dal punto di vista operativo, ma non comporta particolari criticità tecniche. L’incendio è stato dichiarato domato, ma durante la rimozione dei rifiuti è normale che si possano generare piccole fiammate, con conseguente fumo. Nessun allarmismo, dunque: la situazione è sotto controllo. L’obiettivo è concludere le operazioni di smassamento entro la prossima settimana, lavorando giorno e notte.
Nelle ultime ore la politica, con in prima linea l’assessore regionale all’Energia, Francesco Colianni, ha ribadito la necessità di fare piena luce sull’accaduto, parlando di eventuali responsabilità. Ieri, inoltre, il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Salvatore Madonia, ha suggerito misure di massima cautela.
In una nota inviata ai sindaci di Siracusa, Augusta, Priolo, Melilli, Solarino e Floridia, oltre che al Prefetto, Madonia invita i primi cittadini a informare la popolazione su alcune misure precauzionali a tutela della salute pubblica: utilizzare acqua minerale in bottiglia per uso alimentare e igiene orale; consumare alimenti confezionati e prodotti ortofrutticoli provenienti da aree non interessate dalla nube; evitare il consumo di frutta e verdura coltivate localmente e non adeguatamente protette; lavare accuratamente frutta e verdura.
Intanto, il Prefetto di Siracusa, Giovanni Signer, ha disposto controlli sulla possibile presenza di diossine nelle coltivazioni. Domani, inoltre, tutti gli enti coinvolti si confronteranno in Prefettura per analizzare nel dettaglio l’accaduto e valutarne i risvolti ambientali ed economici. Fondamentali saranno i dati dell’Arpa su diossine e furani.




Smantellata una piantagione di cannabis, arrestato un 51enne

Smantellata una coltivazione di cannabis. È successo martedì pomeriggio, quando i Carabinieri di Sortino e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, durante un servizio di controllo del territorio nelle campagne di Sortino, hanno individuato un appezzamento coltivato con oltre 450 piante di marijuana, ciascuna alta più di 150 cm.
La piantagione si trovava all’interno di un terreno di pertinenza del casolare di un 51enne, arrestato in flagranza di reato per coltivazione e produzione di sostanze stupefacenti.
Durante la perquisizione, i militari hanno rinvenuto e sequestrato anche 5,6 kg di marijuana già essiccata e conservata in fusti di plastica, oltre a vario materiale per la coltivazione indoor dello stupefacente (lampade a LED, ventilatori, stufe elettriche e termometri per ambienti).




Cassibile e Fontane Bianche senz’acqua per un guasto alla condotta, lavori in corso

Grossa perdita idrica a Cassibile. Un improvviso guasto ha colpito la condotta principale che attraversa via Nazionale. Una grande quantità di acqua ha iniziato allora a depositarsi e scorrere sulla sede stradale. Sul posto è a lavoro una squadra tecnica di Siam, società che gestisce il servizio idrico a Siracusa. E’ stato necessario procedere alla chiusura totale dell’acqua in uscita dal serbatoio, per consentire l’esecuzione urgente della riparazione.
“La momentanea chiusura dell’acqua interesserà le zone di Cassibile, Fontane Bianche e l’intera fascia costiera servita dalla medesima rete”, spiega in una nota Siam.
Il ripristino del regolare servizio idrico, salvo imprevisti, dovrebbe avvenire nel tardo pomeriggio di oggi 10 luglio.




Cannata (FdI) visita l’impianto Versalis di Priolo: “Qui tassello del futuro energetico”

Il parlamentare Luca Cannata (FdI) ha visitato lo stabilimento Versalis di Priolo, dove è iniziato il piano di trasformazione green. “Priolo non è solo un polo industriale, è un tassello strategico del futuro energetico italiano”, ha detto con riferimento al passaggio da sito petrolchimico a una moderna bioraffineria con annesso un impianto per il riciclo chimico dei rifiuti in plastica mista con tecnologia Hoop, su scala industriale. “Un’opportunità rilevante per la Sicilia, che può e deve restare protagonista della transizione energetica e industriale, facendo leva sulle competenze e sulla storia produttiva del nostro territorio”, ha aggiunto.
“La riconversione in corso si concentrerà sulla produzione di biocarburanti HVO, come il Sustainable Aviation Fuel (SAF), utilizzando materie prime rinnovabili prevalentemente di scarto quali oli vegetali, biomasse non edibili e scarti organici. Una filiera innovativa e sostenibile che permetterà di ridurre in modo significativo le emissioni di CO₂ rispetto alla produzione tradizionale di combustibili fossili, contribuendo concretamente agli obiettivi di decarbonizzazione europei e nazionali”, le parole di Cannata.
Per quanto riguarda l’impianto Hoop, il cui dimostrativo da 6mila tonnellate/anno è stato recentemente avviato a Mantova, i dati sperimentali hanno evidenziato una riduzione dell’81% delle emissioni di gas serra rispetto allo scenario di riferimento. “È la dimostrazione concreta di come l’innovazione tecnologica possa generare benefici ambientali misurabili, favorendo un recupero efficiente dei rifiuti plastici, che vengono trasformati in nuova materia prima per la produzione di plastiche circolari. L’investimento complessivo previsto è di circa 900 milioni di euro, destinato alla riconversione delle infrastrutture esistenti e alla costruzione dei nuovi impianti. Questo progetto si inserisce nel piano da 2 miliardi di euro sottoscritto da Eni-Versalis con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy a marzo 2025 per sostenere la transizione ecologica dei poli chimici italiani”.
Attenzione anche all’aspetto occupazionale: l’accordo prevede il mantenimento dei livelli occupazionali e la formazione di nuove professionalità nel campo della chimica verde e dell’economia circolare. “È questa l’industria che vogliamo per l’Italia e per la Sicilia: capace di competere, ma anche di custodire e valorizzare il territorio”.




Naumachia, blitz antimafia nel catanese: 38 arresti, toccata anche la provincia di Siracusa

Oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, con il supporto dei Reparti specializzati dell’Arma – tra cui lo Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” e il 12^ Nucleo Elicotteri – sono stati coinvolti dalle prime ore della mattina nell’operazione Naumachia. Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 38 persone, ritenute appartenenti al sodalizio mafioso dei “Santapaola-Ercolano”, storicamente radicato nel territorio catanese. Secondo le accuse, sarebbero responsabili – a vario titolo – di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione, porto e cessione di armi comuni e da guerra, ricettazione ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.
L’operazione ha toccato anche la provincia di Siracusa e quelle di Enna, Asti, Agrigento, Caltanissetta, Napoli, Pavia e Palermo.




Istituto Rizza, al via le nuove mobilità Erasmus: studenti e docenti per l’Europa

Un viaggio di formazione, crescita e incontro tra culture. È con questo spirito che l’Istituto Superiore “Alessandro Rizza” di Siracusa si prepara a vivere una nuova stagione di esperienze Erasmus+, il programma europeo che promuove la mobilità di studenti, docenti e personale scolastico in tutto il continente.
Il progetto, coordinato dalla Commissione Erasmus dell’Istituto – composta dal docente referente prof. Roberto Mandolfo e dai docenti Eliana Salvo e Rino Mulè – rappresenta da anni un fiore all’occhiello per la scuola siracusana, da sempre impegnata nel costruire ponti educativi e culturali con l’Europa.
Le nuove mobilità coinvolgeranno studenti e docenti che, nel corso delle prossime settimane, si recheranno in Germania, Spagna, Austria e Irlanda, per vivere esperienze di studio, formazione e scambio interculturale.
In Germania, una delegazione composta da quattro studenti delle quarte classi e un docente accompagnatore sarà ospitata presso l’Istituto Johann Philipp Reis Schule di Weinheim, dove parteciperà a laboratori didattici e incontri con coetanei europei. Contemporaneamente, due insegnanti del Rizza prenderanno parte ad attività di job-shadowing, affiancando i colleghi tedeschi nelle loro lezioni per condividere metodologie e strategie didattiche innovative.
Un secondo gruppo partirà alla volta delle Isole Canarie, destinazione Fuerteventura, per un soggiorno presso l’Istituto IES Santo Tomàs de Aquino: qui sei studenti – tra cui uno con minori opportunità – e due docenti vivranno settimane di attività formative e visite culturali, in un contesto internazionale di scambio e inclusione.
“Ogni mobilità è un’occasione di crescita personale e culturale – sottolinea la prof.ssa Eliana Salvo –. La selezione avviene sulla base del merito e del comportamento, ma ciò che più conta è la voglia di mettersi in gioco, di imparare e di rappresentare la nostra scuola all’estero. E poi ci sarà anche la fase di accoglienza: perché Erasmus è uno scambio, non solo una partenza”.
Non solo studenti: anche docenti e personale amministrativo si preparano a partire. A Vienna, tre insegnanti – tra cui uno di lingua inglese – e un membro del personale ATA parteciperanno alle attività di job-shadowing presso il Bernoulli Gymnasium, mentre in Irlanda, a Dublino, otto docenti, tre amministrativi e il dirigente scolastico frequenteranno un corso intensivo di lingua inglese alla A.T.C. Language School.
“Ci attendono settimane impegnative ma stimolanti – racconta la prof.ssa Daniela Castelluccio –. L’Erasmus è un’esperienza che arricchisce tutti: non solo gli studenti, ma anche noi docenti, che abbiamo l’opportunità di confrontarci con realtà scolastiche diverse e portare a casa nuove idee per migliorare la didattica”.
L’Istituto “Alessandro Rizza” conferma così la sua vocazione europeista e innovativa, capace di coniugare formazione, inclusione e apertura al mondo. Il progetto Erasmus+ non è soltanto un percorso di apprendimento, ma una vera palestra di cittadinanza europea, dove giovani e adulti imparano a crescere insieme oltre i confini geografici e culturali.




Prevenzione incendi, Pantano: “Interventi di diserbo in corso da giugno, 63 aree ad oggi interessate”

“Gli interventi di diserbo di interi lotti o particelle di terreno di proprietà comunale sono stati avviati a giugno scorso, con un mese di anticipo rispetto al 2024. Non risponde quindi al vero che l’Amministrazione comunale non si sia mossa in tema di prevenzione incendi. Su preciso input del sindaco Francesco Italia, il Comune di Siracusa ha messo in campo una serie di importanti azioni di scerbatura, manuale o meccanica, che hanno già permesso di bonificare più aree, garantendo sicurezza e pulizia”. Lo sottolinea l’assessore Enzo Pantano nel corso di un incontro negli uffici della Protezione Civile dedicato all’analisi della situazione.
“Nelle scorse settimane gli operai della ditta ragusana che si è aggiudicata il servizio per una somma di poco inferiore ai 45mila euro sono intervenuti a Grottasanta, Epipoli, Pizzuta, Scala Greca, Bosco Minniti, Fontane Bianche, Villaggio Miano, Tiche, Arenella e Isola”, sintetizza Pantano.
Nel dettaglio, disponibile file in allegato sui 63 interventi sin qui condotti, zona per zona. Diserbo, scerbatura, esecuzione di strisce tagliafuoco: questi i lavori completati nelle settimane scorse.
“I lavori di diserbo proseguiranno fino ad agosto e continueranno ad interessare tutto il territorio comunale, incluse le contrade marinare e le frazioni. Gli uffici restano a disposizione dei cittadini, anche per eventuali segnalazioni. Ricordiamo che non tutti i terreni sono di proprietà comunale ma anche di altri enti oltre che di privati”.




Istruzione, 15 mln di euro per edilizia scolastica in Sicilia: 23 gli interventi in provincia di Siracusa

Il governo Schifani, nell’anno scolastico 2024-2025, ha stanziato oltre 15 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria nelle scuole siciliane, tra fondi regionali ed economie residue del Piano di azione e coesione (Pac).
Complessivamente, dal 2024 ad oggi, sono 314 gli interventi finanziati nelle 9 province dell’Isola: 104 in provincia di Messina per un valore di 4,4 milioni di euro; 72 in quella di Catania per 3,4 milioni di euro; 42 nel Palermitano per 2,2 milioni; 29 in provincia di Agrigento per un importo pari a 2,3 milioni; 23 in provincia di Siracusa per 1,2 milioni; 17 nel Trapanese per 737 mila euro; 13 in provincia di Enna per 513 mila euro; 9 in quella di Ragusa per 359 mila euro; 5 in provincia di Caltanissetta per 280 mila euro.
«Abbiamo finanziato tutte le richieste pervenute da Comuni e Province per mettere in sicurezza gli istituti. Ciascun intervento di manutenzione straordinaria ha potuto beneficiare di un finanziamento massimo di 40 mila euro – afferma l’assessore regionale all’Istruzione e della professionale, Mimmo Turano – In tema di edilizia scolastica, è bene specificare che l’assessorato all’Istruzione ha una capacità di azione “limitata” allo stanziamento di risorse per finanziare interventi, con bandi o circolari, poiché la competenza “esclusiva” è degli enti locali, che sono i proprietari degli edifici».
«Con questi finanziamenti – prosegue – abbiamo dato un aiuto concreto ai Comuni e alle ex Province e dunque alle scuole di tutta la Sicilia, che in questo modo possono mettere in sicurezza gli edifici, procedere con interventi di risanamento delle palestre, di rifacimento di finestre, solai pericolanti, per citare solo qualche esempio. Inoltre, a questi fondi per la manutenzione straordinaria, si aggiungono altri 52 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo regionale 2021-2027 per investimenti nelle scuole, che hanno consentito di realizzare 209 interventi in tutta la Sicilia come mense, palestre, laboratori. Stiamo lavorando all’individuazione di ulteriori risorse, perché migliorare strutture ed edifici significa migliorare la qualità della didattica per i nostri studenti e le nostre studentesse».