Ponte sullo Stretto, Prestigiacomo: "Indispensabile per la Sicilia, mozione in parlamento"

“Solo con il Ponte sullo Stretto sarà possibile parlare di alta velocità in Sicilia. Incredibile che su questo tema ci siano ancora divisioni ideologiche”. La deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo entra nel dettaglio di un dibattito che torna in questi giorni attuale. La linea del partito di Berlusconi è sempre stata indirizzata alla realizzazione dell’infrastruttura. “Ero ministro dell’Ambiente quando furono superati gli ultimi problemi di carattere ambientale, addirittura quello relativo alle rotte migratorie degli uccelli. Non possiamo pensare all’idea romantica del traghetto e poi lamentarci degli alti costi, ad esempio, dei trasporti”. Prestigiacomo ricorda che “il  governo Berlusconi ha portato avanti la progettazione del ponte e tutti i passi necessari per realizzare quest’opera, che incredibilmente divide ancora dal punto di vista ideologico, mentre altrove si realizzano, nel mondo, infrastrutture piu’ complesse”. Il Governo Conte ha mostrato oggi un’apertura.  “Abbiamo colto al volo questo segnale- prosegue l’ex ministro all’Ambiente- Le parole di Franceschini lasciano ben sperare e, per vedere se si tratta di parole o reali intenzioni, abbiamo preparato una mozione da discutere in parlamento subito dopo il via libera al Decreto Rilancio”.La parlamentare siracusana ricorda come i “costi della mancata realizzazione del ponte sarebbero piu’ bassi di quelli che dovremmo sostenere per il risarcimento danni nei confronti dei soggetti che hanno sostenuto degli investimenti. Vale la pena, quindi, di avviare una nuova e seria riflessione. La Sicilia non è una cosa a parte rispetto all’Europa. L’alta velocità prevede corridoi e non potremo mai parlarne, nella nostra isola, senza il ponte. Un fatto peraltro economico molto importante. Il Sud arretrato non serve a nessuno”. Prestigiacomo parla del ponte come di un elemento per uno scatto in avanti della Sicilia e del Paese. Il ministro Provenzano ha elaborato una serie di progetti su cui siamo d’accordo. Non condividiamo la tempistica. Inevitabile un costo ambientale, riconosce Prestigiacomo, per le infrastrutture di cui l’Italia ha bisogno. Ma non si tratta di nulla di trascendentale. Tutto, oggi, viene fatto con un’attenzione assoluta.




Siracusa. Macabro rinvenimento: recuperato cadavere in mare, indagini per identificarlo

E’ stato recuperato e sarà sottoposto a ispezione cadaverica il corpo senza vita rinvenuto in mare, a mezzo miglio circa dall’imboccatura del Porto Grande di Siracusa. La Procura ha aperto un’inchiesta. Le operazioni di recupero sono state affidate agli uomini della Capitaneria di Porto di Siracusa. La macabra scoperta, nella tarda serata di ieri. Secondo i primi elementi trapelati, la salma risulterebbe in avanzato stato di decomposizione. A riportare il cadavere a terra, intorno alle 22, gli uomini della Guardia Costiera. Le indagini, condotte dalla Capitaneria e dalla Polizia, partono dall’analisi di tutte le denunce di persone scomparse. Maggiori elementi potrebbero anche emergere da un’eventuale autopsia




Covid, in Sicilia dati sbagliati: Siracusa fuori dalle polemiche. Razza getta acqua sul fuoco

La provincia di Siracusa non rientrerebbe tra quelle che, per settimane, avrebbero comunicato dati sbagliati alla Regione in merito all’emergenza Coronavirus. Le polemiche divampano dopo quanto emerso a proposito dei numeri pubblicati dalla Regione nonostante, a quanto pare, la consapevolezza che fossero di gran lunga superiori rispetto a quelli reali.  La Regione parla di “allineamento” dei dati relativi ai positivi al Coronavirus in Sicilia. L’ammissione fa ovviamente discutere. I positivi erano molti meno rispetto a quanto comunicato. Non 805 ma 153. Un margine ben ampio tra i due numeri.  Non di certo una differenza da poco. E soltanto dopo un articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia il governo regionale ha reso noto di essere a conoscenza dell’errore, pur non avendolo mai spiegato. Il problema è stato segnalato poco meno di un mese fa, secondo quanto emerge adesso, dal commissario Covid dell’Asp di Catania, Pino Alberti. L’assessorato regionale ne venne a conoscenza in questo modo. Erano, infatti, i dati sui positivi di Catania a non coincidere con quelli indicati dalla Regione, con i suoi bollettini, dove il dato era molto più alto. Non si tratterebbe degli unici numeri sbagliati. Sarebbe accaduto anche con quelli delll’Asp di Messina. Sul tema, l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, getta acqua sul fuoco e parla di “una differenza che riguardava solo gli attuali malati, e non i contagiati dall’inizio dell’epidemia, i dati diffusi hanno costantemente fotografato l’andamento epidemiologico in Sicilia, che oggi risulta essere quasi Covid free”. A indicare un numero più basso rispetto a quello reale di guariti, secondo la spiegazione della Regione, sarebbero state le stesse Asp. Dopo una richiesta di riscontro, sarebbe venuto fuori il numero corretto e l’ultimo bollettino ne tiene conto. Il riallinamento, insomma, c’è stato. Razza ritiene le polemiche ingiuste: “per chi ha lavorato, per chi è morto, per gli ammalati. Perchè quando potevamo verificare quanto stava accadendo in Italia e nel mondo, noi lavoravamo per assicurare un letto ad ogni malato siciliano”.  Queste, integralmente, le dichiarazioni dell’assessore Razza. Clicca qui




Siracusa. Telecamere a "difesa" della zona di spaccio, sequestrato impianto di videosorveglianza

Non erano passate inosservate quelle telecamere, verosimilmente piazzate a “guardia” della zona di spaccio. Sono state sequestrate dagli agenti della Squadra Mobile di Siracusa che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Siracusa a carico di Sebastiano Genovese, attualmente in carcere a Brucoli.
Il 4 giugno era stato arresto in flagranza insieme ad altre due persone (Federico Pugliara e Christopher Colombo).
Proprio durante quell’arresto, sono state notate le telecamere collegate ad un complesso sistema di video sorveglianza al servizio dell’appartamento di Genovese, verosimilmente utilizzato come “base logistica” per una intensa attività di spaccio.
L’intera apparecchiatura è stata post sotto sequestro. Sarebbe stata utilizzata per eludere gli eventuali controlli delle forze di polizia.




Siracusa. Nullatenente ma i Carabinieri gli sequestrano 4 appartamenti in Ortigia

I Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Siracusa sequestrato questa mattina 4 appartamenti in Ortigia, riconducibili ad un soggetto ritenuto abitualmente dedito al traffico di stupefacenti. Il decreto di sequestro è stato emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione.
Colpito dal provvedimento Angelo Messina, più volte condannato in via definitiva per reati attinenti a traffici illeciti di sostanze stupefacenti ed attualmente imputato per associazione per delinquere finalizzata al compimento degli stessi reati.

Le investigazioni, condotte anche attraverso intercettazioni ed approfondimenti patrimoniali, hanno consentito di far luce sugli espedienti che sarebbero stati posti in essere dall’uomo, al fine di acquisire nel tempo un corposo patrimonio immobiliare nell’isola di Ortigia, ostacolandone la riconducibilità alla sua persona.
Il provvedimento, emesso ai sensi dell’art. 20 del Codice Antimafia, ha raccolto le risultanze investigative dei Carabinieri che hanno dimostrato come Angelo Messina – dedito negli anni 1986-1999 e 2016-2017 in modo definito “professionale” al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti – avvalendosi della collaborazione dei propri familiari, abbia acquisito 4 appartamenti nell’isola di Ortigia impiegando i proventi delle proprie attività illecite. Queste le conclusioni degli investigatori.
Le indagini, particolarmente analitiche, hanno infatti messo in luce come l’uomo ed il suo nucleo familiare in quegli anni percepissero redditi leciti talmente esigui da non poter giustificare l’acquisizione di quegli immobili.
Angelo Messina, spiegano gli investigatori, aveva intestato gli appartamenti alla moglie e ad uno dei figli, provvedendo a dare vita ad una separazione dalla conserte ritenuta fittizia, per avere modo di sostenere di non disporre di quelle abitazioni.
I Carabinieri hanno invece appurato che l’uomo convive ancora stabilmente con la moglie e che, fino ad oggi, avrebbe goduto pienamente della disponibilità degli appartamenti.




Domiciliari amari per un 39enne: minaccia la compagna e finisce in carcere

Una lite particolarmente accesa spalanca le porte del carcere di Brucoli ad un 39enne augustano. L’uomo era ai domiciliari, presso la casa della compagna. L’avrebbe però minacciata, colpendola anche in presenza della figlia di 10 anni. Sul posto sono intervenuti i poliziotti ma anche alla presenza degli agenti, l’uomo avrebbe continuato a proferire gravi minacce nei confronti della convivente. E’ stato subito allontanato presso un differente domicilio, sempre in regime di detenzione domiciliare.
I successivi accertamenti hanno però permesso di appurare gli avvenuti maltrattamenti contro la donna. Il 39enne è stato denunciato e, a seguito di apposita richiesta da parte del Commissariato, il magistrato di sorveglianza ha sospeso il beneficio della detenzione domiciliare, ripristinando il regime carcerario.




Rischio incompiuta, manifestazione di protesta al cantiere della caserma dei Vigili del Fuoco

I lavori per concludere il secondo lotto della costruenda caserma dei Vigili del Fuoco non sono ancora ripartiti. E allora questa mattina, davanti al cantiere, sit in di protesta organizzato dai movimenti civici ‘Siracusa Protagonista con Vinciullo’ e ‘Prima Siracusa’. Hanno chiesto la ripresa dei lavori per completare la costruzione in corso, in zona Pizzuta.
“Abbiamo preso atto con piacere che appena abbiamo annunciato, oltre 15 giorni fa, la nostra intenzione di protestare, la Regione Siciliana ha emanato un provvedimento con il quale viene liquidata una somma importante alla ditta che sta eseguendo i lavori e che, di conseguenza, adesso non c’è più alcuna giustificata o presunta motivazione per non riprendere i lavori”, spiega Vincenzo Vinciullo con accanto Fabio Alota, Salvatore Castagnino e Vincenzo Salerno.
“Anche le disposizioni volute dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri prevedono che i lavori per la realizzazione di opere pubbliche, e la caserma è un’opera pubblica, abbiano la precedenza sui lavori privati, ma qui riteniamo che non ci siano motivi per cui questi lavori debbano ancore essere fermi o addirittura essere sollecitati a riprendere. Contestiamo l’inerzia della Regione Siciliana che pur avendo a disposizione dall’ottobre 2018 quasi 1 milione di euro, non ha ancora proceduto al terzo bando relativo alla conclusione dei lavori”, la posizione espressa dai manifestanti.




Siracusa. Auto cappotta in viale Santa Panagia, illesa la donna alla guida

Se l’è cavata con tanta paura e appena qualche graffio la donna alla guida dell’auto che si è ribaltata in viale Santa Panagia. Un incidente autonomo che poteva avere ben altre conseguenze.
Secondo una prima ricostruzione, la vettura avrebbe prima impattato contro un cancelletto, finito divelto. Subito dopo si sarebbe capottata.
Sul posto Polizia Municipale ed il 118.




Siracusa. Covid: "Comune premia associazioni di protezione civile, nulla alle altre di volontariato"

Crea l’incidente diplomatico la decisione del sindaco di premiare quanti, componenti delle associazioni di volontariato di protezione civile, si sono spesi per l’emergenza Coronavirus a Siracusa. Il sindaco, Francesco Italia e l’assessore Giusy Genovesi hanno consegnato targhe di riconoscimento in segno di ringraziamento per l’impegno profuso nelle difficili settimane dell’emergenza Covid-19. Una scelta che, tuttavia, avrebbe lasciato fuori tante altre realtà locali, sempre di volontariato, che hanno fatto la loro parte, in alcuni casi anche in maniera importante, nel segno della solidarietà. Lo mettono in evidenza esponenti dell’associazionismo locale. Lo ha fatto Cristina Aripoli di ZuiMama, lo fa anche Tiziana Biondi di Stonewall. “La nostra città per fortuna -osserva Aripoli- ha una infinita anima solidale. Molte le realtà del Terzo settore che stanno ancora continuando a dare e non si sono fermati neanche nel periodo della pandemia in egual rispetto di tutti i volontari sopra ricordati. Spero di non dimenticare nessuno e mi dispiace che ci siano volontari di serie A e volontari di serie B eppure molti hanno partecipato ad un avviso mai attuato, molti fanno parte di reti istituzionali, molti sono indispensabile per la vita di uomini donne bambini, persone lgbt, anziani, malati, tutte persone che meritano rispetto e attenzione”. Amaro il commento di Cristina Aripoli quando evidenzia come “abbiamo compreso che non siamo tutti uguali e che purtroppo gli invisibili sono molti più di quello che si creda. Non vogliamo nessun riconoscimento ma parliamo perchè sia data voce a tutte quelle realtà oggi ancora non ascoltate non soccorse e non attenzionate . Riconosciamo l’immenso lavoro svolto dai volontari di protezione civile, ma in egual modo ci sono volontari senza i quali molte persone non avrebbero vita”. Segue l’elenco delle associazioni impegnate in tale direzione: “Astrea in memoria di Stefano Biondo, Arci, Zuimama Arciragazzi, Stonewall Glbt, Arciragazzi Siracusa, Fratres, Avo, Legambiente, Coprodis, Diversamente Uguali, Aipd, Mareluce Onlus, Assofadi, Anfass, Auser, Insieme, Afadipsi, La Bacchetta Magica, Ipazia, Cittadinanzattiva, Unione Rete degli Studenti Medi Siracusa, Unione degli Studenti, La Nereide, Laberform, Eos, Ciao Onlus, Oltre. Grazie al Forum Terzo Settore Regionale- prosegue. Non chiediamo nessun favore, ma che siano rispettati i diritti delle persone. Abbiamo veramente tanta strada ancora da fare”. Tiziana Biondi di Stonewall Glbt aggiunte alle parole di Aripoli l’auspicio che il sindaco e l’assessore Furnari “trovino il tempo di leggere questo post e magari trovino qualche minuto del loro prezioso tempo per confrontarsi con chi da mesi chiede un incontro non per chiedere qualcosa ma per mettere a disposizione gratuitamente competenze e per suggerire soluzioni concrete a problemi reali attualmente non risolti. Forse meritiamo, noi volontari e volontarie meritiamo un po più di rispetto e considerazione da parte delle istituzioni”.




Maltrattamenti in famiglia: calci, pugni e persino candeggina. Scatta divieto di avvicinamento

Avrebbe colpito la ex convivente con calci e pugni, persino al volto. Al culmine di una lite, le avrebbe anche tirato i capelli e versatole addosso della candeggina. La donna se l’è cavata con un trauma cranico e un trauma all’occhio sinistro.
La Polizia ha avviato delle immediate indagini che si sono concluse con la notifica all’uomo di un decreto di non avvicinamento. I fatti sono avvenuti tra il 12 ed il 13 di giugno.

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