Siracusa. Un fondo sblocca pagamenti nella manovra anticrisi

In un momento in cui il ricorso ad immediata liquidità è vitale per le aziende e le imprese, un prezioso aiuto arriva dalla spinta per sbloccare i debiti della pubblica amministrazione. “Si tratta dell’articolo 116, ovvero la manovra anticrisi che mette in moto un meccanismo sblocca-pagamenti da 12 miliardi per la liquidazione dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2019 da parte di enti territoriali e Asl”, illustra il parlamentare Paolo Ficara (M5s).
“I ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni pesano spesso sulle spalle delle imprese. Ed oggi minacciano la tenuta dei loro bilanci. Di queste risorse 6,5 miliardi sono destinati a comuni, province e città metropolitane; 1,5 miliardi sono per le regioni e 4 miliardi sono riservati alle aziende sanitarie locali. Le risorse sono gestite da Cassa Depositi e Prestiti, con anticipazioni da restituire in 30 anni con la prima rata a partire dal 2022”.
Secondo una recente analisi di Confartigianato, il 39,8% dei comuni siciliani, pagano ben oltre i limiti della legge, superando i 60 giorni. Delle 49 province per cui l’incidenza dei Comuni che pagano oltre i 60 giorni è superiore alla media regionale (15,3%), 16 presentano quote addirittura doppie, e di queste sei sono siciliane: Siracusa (57,1%), Ragusa (50,0%), Catania (46,4%), Messina (45,4%), Agrigento (37,2%) ed Enna (36,8%). “Da questi dati si comprende quanto importante sia questo fondo per sbloccare i pagamenti delle pubbliche amministrazioni”, aggiunge Ficara.
La convenzione è consultabile sui siti del ministero dell’Economia e delle Finanze e della Cassa depositi e prestiti. Le richieste delle anticipazioni di cassa, che avranno durata fino ad un massimo di 30 anni e saranno regolate ad un tasso fisso dell’1,22%, dovranno pervenire a Cdp tra il 15 giugno e il 7 luglio prossimi, con la stessa Cassa che comunicherà all’ente beneficiario la concessione dell’anticipazione entro il 24 luglio




Siracusa. Pensionati contro i sindaci, mobilitazione unitaria: "Parti sociali ignorate"

Mobilitazione unitaria dei pensionati della provincia di Siracusa contro il mancato coinvolgimento, da parte delle amministrazioni locali, nei progetti e nelle linee di attività socio sanitarie attuate e da attuare a sostegno degli anziani e delle persone non autosufficienti.
Lo hanno deciso SPI Cgil, FNP Cisl e UIL Pensionati che, pur apprezzando alcuni interventi fatti sul territorio durante l’emergenza Covid, stigmatizzano il metodo.
“Quello che è stato fatto lo abbiamo appreso dai giornali – sottolineano i segretari generali Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Salvatore Lantieri e Sergio Adamo – I sindaci sono intervenuti a sostegno delle fasce in stato di bisogno, come famiglie, anziani, disabili, poveri, non autosufficienti. Si è risposto ai bisogni individuali anche se, abbiamo letto, non sono mancate le polemiche sulla individuazione dei beneficiari aventi diritto a volte ancora figlie di logiche paternalistiche e clientelari.
Oggi, nella cosiddetta fase 3 di questa emergenza – continuano i segretari – le categorie di riferimento stanno, però, aspettando quel confronto sociale chiesto prima, durante e dopo il covid.”
SPI, FNP e UILP ripercorrono i passaggi che, nell’ultimo anno, sono stati compiuti per sottolineare criticità e proporre soluzioni sul territorio.
“Ci siamo rivolti ai Sindaci dei Comuni capofila dei Distretti socio-sanitari – continuano Tranchina, Polizzi, Lantieri e Adamo – Abbiamo rinnovato l’appello a tutti i primi cittadini della provincia mettendo a disposizione il censimento delle case di riposo presenti. Abbiamo anche sollecitato Sua Eccellenza il Prefetto affinché si istituisse quel Tavolo di confronto tra le parti per avere contezza di quanto fatto dai Distretti socio-sanitari.
Di contro, invece, i Sindaci continuano ad affidarsi a comunicati stampa disconoscendo la necessità e il valore del confronto con le parti sociali rappresentative. Pensano di poter lasciare margini di discrezionalità all’utilizzo dei Fondi finalizzati alle politiche sociali continuano a non ascoltare i rappresentanti del sindacato e del sociale.
Riteniamo grave che le Amministrazioni non rispondano a chi chiede ufficialmente quanto speso, come lavorato e come si è intervenuto in questo periodo – sottolineano ancora i segretari – Ci sono fondi europei, nazionali e regionali stanziati a vario titolo per circa 20 capitoli che possono portare benefici per le politiche abitative, servizi sociali, dopo di noi, non autosufficienza, pac anziani e infanzia, immigrazione, inclusione sociale, povertà e altro.”
Il sindacato unitario dei Pensionati rilancia, così, con la mobilitazione sul territorio la vertenza Siracusa richiamando l’attenzione sui metodi usati dai sindaci.
“È un metodo autoritario che non vuole riconoscere il ruolo democratico di rappresentanza alle parti sociali? – si chiedono Tranchina, Polizzi, Lantieri e Adamo – Purtroppo è accaduto anche con altre categorie, non ultima quella degli edili, tenuta fuori dalla riunione del Comune di Siracusa con Ance e Iacp sulla ristrutturazione dell’ex casa di riposo Madonna delle Grazie destinata, adesso, a Casa della Solidarietà. Confronto che andava a fatto con gli edili e con i pensionati per capire, nella nuova destinazione d’uso, quanta incidenza ci sarà nella risposta di integrazione sociale e benessere abitativo alle fasce dei pensionati che rappresentiamo.”
Il sindacato dei Pensionati torna, quindi, a ribadire l’esigenza di un urgente confronto che possa entrare nel merito delle vicende amplificate, purtroppo, dal lockdown.
“La situazione non può essere affrontare con sole erogazioni economiche o distribuzione pacchi spesa – dicono ancora Valeria Tranchina, Vito Polizzi, Salvo Lantieri e Sergio Adamo -, serve un progetto complessivo che poggi su una strategia lungimirante e una programmazione definita.
Questa autonomia di intervento praticata dai Sindaci – concludono i segretari generali di SPI Cgil, FNP Cisl e UIL Pensionati – rischia di far perdere di vista i reali bisogni presenti non individuando i diversi disagi intercettati in questi mesi. Abbiamo contezza delle varie risorse che convergono su ogni singolo distretto, così come della difficoltà nel progettare e rendicontarne gli interventi. Chiediamo un welfare che sia al contempo risposta alle diseguaglianze e motore del rilancio necessario all’economia di questo territorio.
Al silenzio delle Amministrazioni rispondiamo, nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, con la mobilitazione dei nostri iscritti nei confronti dei vari Comuni.”




La Spiaggetta delle Grazie discarica abusiva: un'impresa privata la ripulisce a proprie spese

Una ditta privata ripulisce la spiaggetta delle Grazie, circondata da anni da una discarica abusiva. L’impresa Patania srl, specializzata nelle attività di bonifica e operante nel porto di Augusta, si è proposta per effettuare, a proprie spese, l’intervento, così da rendere più piacevole la frequentazione del litorale nel periodo estivo. La proposta è stata accolta dall’amministrazione comunale, con la collaborazione della Capitaneria di Porto che, ad Augusta, è guidata dal comandante Antonio Catino. L’impresa si è aperta al territorio anche in altre occasioni. Durante l’emergenza Covid-19, ad esempio, ha avviato una raccolta fondi per l’acquisto di materiale sanitario destinato all’ospedale Muscatello . Abbiamo voluto collaborare con l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Cettina Di Pietro – dice Tania Patania , responsabile amministrativo dell’impresa – perché riteniamo imprescindibile il contatto con il territorio e la responsabilità sociale che deriva dalla nostra attività. Abbiamo sempre pensato ad un modello di sviluppo che fosse inclusivo, di valorizzazione delle risorse locali e di sostenibilità, ponendoci nella prospettiva di cosa, come impresa, possiamo fare per la nostra collettività. Questa occasione ci da l’opportunità di restituire alla fruibilità dei cittadini un tratto di litorale cercando di contribuire a migliorare la vita di tutti specie in un momento così buio che stiamo per lasciarci alle spalle. Noi lo sentiamo come un atto che dobbiamo ai nostri concittadini”. Gli interventi sono previsti per il 19 giugno prossimo. I mezzi entreranno in azione alle 8. Da bonificare 200 metri circa di costa e gli spazi limitrofi.




Siracusa, resta sotto controllo il coronavirus: 0 attuali positivi, +3 in Sicilia

La provincia di Siracusa mantiene lo 0 quanto ad attuali positivi. Salgono così a 18 i giorni senza nuovi contagi.Un risultato ancora non eguagliato da altre province in regione. Un buon veicolo promozionale, anche per una stagione turistica da inventare. Peraltro in attesa di capire proprio quanto la mobilità tra regioni e nazioni europee eventualmente inciderà sull’andamento dell’epidemia.
In Sicilia registrati tre nuovi positivi, sono 805 gli attuali. Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle altre province dell’Isola, negli ultimi due giorni (11 e 12 giugno), aggiornati alle ore 15 di oggi, così come segnalati dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.
Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province:

Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto);
Caltanissetta, 10 (2, 155, 11);
Catania, 398 (11, 578, 101);
Enna, 8 (0, 388, 29);
Messina, 119 (12, 387, 59);
Palermo, 217 (9, 328, 38);
Ragusa, 7 (0, 84, 7);
Siracusa, 0 (0, 222, 29);
Trapani, 14 (0, 123, 5).




Gli industriali siciliani e calabresi vogliono il Ponte sullo Stretto. "Senza non c'è futuro"

Gli industriali siciliani vogliono fortissimamente il ponte sullo Stretto. “Sono passati 65 anni, spesi 960 milioni di euro, coinvolti circa 300 progettisti, 100 tra società, enti, atenei: ma ancora da Messina a Villa San Giovanni ci vuole il traghetto. Per 3,3 km, un’ora. Se va bene”.
Ed è solo un passaggio del dossier preparato dagli industriali siciliani e calabresi, con “tutte le scandalose cifre del ponte sullo Stretto”.
Unindustria Calabria, Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa sono insieme in questa battaglia. “Non si può parlare di futuro e non si può parlare di Italia senza ponte. Siamo nel 2020, usciamo da una pandemia: non c’è spazio e non c’è tempo per battaglie ideologiche. Sicilia e Calabria sono distanti 3 miglia. Un trasportatore può impiegare (dipende dal traffico) fino a 3 ore per varcare lo Stretto – rilevano il vicepresidente di Confindustria Natale Mazzuca, il vicepresidente vicario di Sicindustria Alessandro Albanese, il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco, il presidente di Confindustria Siracusa Diego Bivona – Questo è inaccettabile, in un’epoca in cui il mondo viaggia con l’alta velocità. Scandaloso in un Paese in cui un progetto di rilancio e unità del Paese diventa terreno di scontri politici e merce di scambio nella becera partita delle logiche spartitorie. Occorre programmare la ripresa dell’Italia e questa passa dall’alta velocità, Calabria e Sicilia comprese. Cioè dal ponte sullo Stretto. Occorre scardinare il falso paradigma secondo cui costruire il ponte significa non realizzare e/o completare le altre infrastrutture necessarie”. 
Le voci contrarie o il rassegnato ‘tanto non si farà mai’? Per gli industriali siciliani è “il pretesto per chi non vuole progettare un modello di sviluppo del Meridione slegato da dipendenze politiche ed economiche. È un alibi per chi preferisce guardare al Sud con lo specchietto retrovisore”.
La richiesta degli industriali della Calabria e della Sicilia ha il peso specifico di una rappresentanza diffusa e articolata: in Sicilia ci sono quasi 470 mila imprese, per un totale di ricavi che sfiora i 40 miliardi e circa 500.000 lavoratori occupati. In Calabria sono poco più di 187 mila imprese per un totale di 400 mila addetti circa e ricavi per oltre 20 miliardi di euro. Insieme si tratta di una robusta falange di oltre 650 mila imprese che, unite, sostengono l’improrogabilità del ponte.
Per realizzarlo è necessaria una gestione commissariale, con tempi e costi certi. Per far sì che non ci sia più un Paese diviso a metà.
Per il momento, il ponte sullo Stretto rimane uno dei più clamorosi buchi nell’acqua della storia della Repubblica. Lo dice il report degli industruali insieme a tutta una serie di dati come quanto costa il ponte, quanti esempi ci sono già nel mondo, quanti anni servono per la costruzione; e poi ancora, quanti fondi sono stati già investiti, quanti enti, progettisti, finanziatori, imprese, quanti soggetti coinvolti finora.

Rendering da strettoweb




Supermercato della droga alla Giudecca sempre aperto, smantellata organizzazione: 8 arresti

E’ scattata alle prime ore di questa mattina l’operazione dei Carabinieri denominata “Posto Fisso”. Con il supporto di un elicottero e circa 50 militari impiegati, insieme ad unità cinofile antidroga, sono stati eseguiti 8 provvedimenti cautelari (6 in carcere e 2 ai domiciliari) emessi dal gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, su richiesta del procuratore aggiunto, Fabio Scavone, insieme ai sostituti Andrea Palmieri e Carlo Enea Parodi. Gli 8 sono accusati, a vario titolo, di concorso in detenzione illecita di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Le indagini sono stati avviate nel mese di ottobre. Numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento hanno permesso di ricostruire e quindi disarticolare l’attività del gruppo criminale dedito ad una fiorente attività di spaccio di droga alla Giudecca, nel centro storico di Siracusa. Elementi utili alle indagini sono arrivati anche dalle videocamere appositamente piazzate e da intercettazioni telefoniche.
L’indagine si è incentrata tra via Alagona e vicolo dell’Ulivo, dove era stata realizzata una vera e propria “piazza di spaccio”, nella quale avevano trovato impiego a tempo pieno (da cui il nome dell’indagine “Posto Fisso”) gli 8 siracusani ora agli arresti.
Nel corso di una intercettazione tra due di loro, emerge la richiesta di sostituzione per un turno di spaccio, in modo da permettere all’altro di svolgere alcune commissione. Qui emerge l’organizzazione con orari prefissati per un’attività di spaccio, marjiuana e cocaina in particolare, sempre attiva.
Le numerose cessioni di droga immortalate dalle telecamere hanno fornito il dettaglio di una quotidiana e frenetica attività dei soggetti coinvolti, da cui è stato possibile individuare e isolare singoli episodi estremamente significativi che hanno portato agli arresti di oggi.
I vari pusher sotto indagine avrebbero organizzato il loro traffico illecito secondo i canoni caratterizzanti di una vera e propria attività lavorativa. La piazza di spaccio, secondo quanto emerso nell’indagine, apriva i battenti verso le 11.00 del mattino e rimaneva operativa sino alle 4.00 del giorno successivo, sette giorni su sette. I giovani pusher, che si avvalevano anche di “pali”, per rilevare la presenza di appartenenti alle Forze dell’Ordine, seguivano turni ben definiti, dandosi il cambio sul posto, dopo aver celato le confezioni di stupefacente da spacciare nel corso del loro “turno di servizio” in anfratti dei muri delle abitazioni degli angusti vicoli della Giudecca, sopra gli stipiti delle porte delle case abbandonate di Ortigia, nonché all’interno di uno scooter parcheggiato, disponendo di dosi di vario peso, in relazione alle richieste degli acquirenti.
In alcuni casi è stato accertato che la cessione di stupefacenti avveniva all’interno di private abitazioni, previo “squillo” telefonico a cui seguiva la consegna delle dosi, anche lanciate dalla finestra all’acquirente.
Da ottobre 2018 a maggio 2019, sono state documentate ben 2.642 cessioni di stupefacente. I soggetti che si approvvigionavano di stupefacenti dal sodalizio erano di varia estrazione sociale e provenienza e, fra di loro, figurano anche alcuni minorenni.
Nel corso dell’indagine, i carabinieri della Stazione di Siracusa-Ortigia hanno eseguito riscontri a carico di numerosi clienti della piazza di spaccio di via Alagona, molti dei quali turisti in visita nella città di Siracusa, tutti segnalati alla Prefettura di residenza quali assuntori. Sono stati sequestrati complessivamente 170,92 grammi di hashish, 2,18 grammi di marijuana e 17 grammi di cocaina. Durante la perquisizione di alcuni “bassi” di Ortigia, nel corso delle indagini, i militari hanno rinvenuto anche copioso materiale idoneo al confezionamento delle dosi, nonché un foglio su cui erano riepilogate come in un memorandum alcune azioni da effettuare per il buon andamento della gestione degli affari illeciti.
Sebbene le indagini si siano concluse a maggio, i Carabinieri hanno continuato a censire movimenti del gruppo fino agli ultimi mesi del 2019. Nel corso delle perquisizioni odierne, sono stati rinvenute 9 dosi di cocaina del peso di 9 grammi.




VIDEO. Spaccio di droga, operazione "Posto Fisso": i nomi e le foto degli arrestati

Avevano fatto della Giudecca, in Ortigia, il loro posto di “lavoro”. Con una rigida organizzazione in turni e consegne, avevano messo su un fiorente traffico di droga, “aperto” dalla 11 del mattino fino a tarda serata. Le indagini condotte dai Carabinieri e coordinate dalla Procura di Siracusa hanno permesso di smantellare l’attività del gruppo.
Con l’operazione Posto Fisso, questa mattina, eseguite 8 ordinanza di custodia cautelare, sei in carcere e 2 ai domiciliari. Sono stati condotti in carcere, a Noto e Catania: Francesco “Cesco” Mauceri, 29 anni, ritenuto il vero e proprio deus ex machina del gruppo; Francesco Gallitto (detto Franco “U Baffuni”), di 64 anni; Andrea Aliano, 38 anni; Michele Amenta, 32 anni; Salvatore Grande, anche lui 32enne; Federico Diana, 28 anni.
Misura dei domiciliari per Alessio Iacono, 24 anni, e Mirko Lo Manto, 20 anni.




La morte di Lele Scieri, 5 avvisi di conclusione indagine emessi dalla Procura di Pisa

La polizia sta notificando a cinque persone l’avviso di conclusione delle indagini preliminari della Procura di Pisa in relazione alla morte del siracusano Emanuele Scieri, l’allievo parà della Folgore morto il 13 agosto 1999 nella caserma Gamerra di Pisa. Le indagini, condotte dalla squadra Mobile di Firenze e dalla sezione di pg della polizia della procura pisana nell’estate del 2018 portarono a una misura cautelare per omicidio.
La Procura toscana ha riaperto il caso nel 2017 ed indagato per concorso in omicidio tre ex commilitoni. Un impulso decisivo per le indagini, quasi 20 anni dopo i fatti, venne dalla commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dalla allora parlamentare siracusana, Sofia Amoddio.
Il mese scorso, anche la Procura Militare di Roma ha chiuso le sue indagini sul caso: tre gli ex commilitoni indagati, per l’ipotesi di violenza ad inferiore mediante omicidio pluriaggravato, in concorso.




Carabiniere arrestato per l'omicidio Lucifora: era in servizio a Buccheri

Era stato trasferito poco più di sei mesi fa alla Stazione Carabinieri di Buccheri. Ma dopo un mese circa era arrivata la sospensione dal servizio. Questa mattina il 39enne Davide Corallo è stato arrestato con l’accusa di omicidio.
Il carabiniere originario di Giarratana, era tra i sospettati per la morte del cuoco ragusano, Peppe Lucifora. Il corpo privo di vita era stato trovato all’interno della sua abitazione di Largo XI febbraio, lo scorso 10 novembre.
A Buccheri il carabiniere 39enne è rimasto in servizio per un mese circa. Dal giorno seguente all’interrogatorio e all’avviso di garanzia (era febbraio) è stato dichiarato temporaneamente non idoneo al servizio militare incondizionato.
Secondo gli investigatori, motivi passionali sarebbero alla base del delitto, alla luce di quelli che sarebbero stati i rapporti tra la vittima e il 39enne arrestato questa mattina.




Siracusa. Ritrovato il gommone rubato ad uno yacht: nascosto al Ciane

Un gommone da 100.000 euro è stato recuperato da Polizia e Guardia di Finanza di Siracusa. Era stato rubato nei giorni scorsi, da una imbarcazione ormeggiata nel porto di Siracusa di cui era il tender.
Nonostante fosse legato con una catena metallica ed assicurato ad un lucchetto, è stato rubato con tutto il motore da 200 cavalli.
Le ricerche scattate subito dopo la denuncia, hanno prodotto i loro frutti. Ieri mattina hanmo trovato il tender nei pressi della foce del fiume Ciane, celato tra gli arbusti fluviali.
Il gommone, ancora in perfette condizioni, è stato recuperato e riconsegnato al comandante dell’imbarcazione britannica che ha ringraziato i poliziotti ed i militari
della Guardia di Finanza con una lettera con cui si è congratulato per l’operazione.