Domenica aperti anche supermercati, outlet e centri commerciali: provvedimento regionale

Da domani, supermercati e centri commerciali potranno aprire anche di domenica. Lo consente la circolare regionale numero 20 a cui è stato dato il via libera nella serata di ieri con la firma di Calogero Foti, dirigente del Dipartimento Regionale della Protezione Civile.
La decisione è stata assunta al termine degli incontri tra l’assessore regionale delle Attività produttive e le organizzazioni sindacali e datoriali: “Considerato l´approssimarsi della stagione estiva – si legge nel documento – ma soprattutto, il grave disagio economico causato dal lungo periodo di inattività dovuto alla situazione epidemiologica, è emersa la necessità di consentire la riapertura domenicale”.
Non tutto sono però d’accordo con la scelta. Rumoreggiano i lavoratori e con loro alcune sigle sindacali.
Da domani, però, previste aperture domenicali di supermercati, centri commerciali e outlet.




Sicurezza: bombe carta ed incendi. "Episodi non collegati. Denunce e Legalità come argine"

L’improvvisa escalation di intimidazioni con il fuoco o con il ricorso a bombe carte è sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine. Due riunioni del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, in Prefettura, sono state dedicate all’analisi di quanto accaduto nelle ultime settimane nel capoluogo. Quello che sarebbe emerso è che non si tratterebbe di episodi collegati tra loro. Insomma, non ci sarebbe una unica regia criminale alle spalle. Episodi singoli, inquietanti certo, ma sulla cui lettura esatta sono a lavoro i tutori dell’ordine.
Una bomba carta esplosa a Santa Panagia, altre tre inesplose rinvenute a pochi giorni di distanza tra la centrale via Filisto e la Borgata, incendi e intimidazioni di varia natura: il post lock down della delinquenza sembra piuttosto vivace.
“Non è emerso alcun particolare allarme, gli episodi non sarebbero collegati. L’attenzione è massima e le nostre forze dell’ordine sono e saranno sempre più presenti”, commenta a proposito il sindaco di Siracusa, Francesco Italia. “Abbiamo fiducia verso chi ci tutela. Semmai ritengo non sia mai banale sottolineare l’importanza della denuncia. Denunciate situazioni poco chiare, di minacce, di estorsione. Associazioni ed enti, anche il Comune, sono dalla parte di chi è tirarsi fuori da certe spirali”, dice il primo cittadino.
“Se la criminalità organizzata pensa di poter sfruttare a proprio vantaggio la situazione venutasi a creare, anche a causa dell’emergenza coronavirus, si sbaglia di grosso”, scrivono in una nota i parlamentari nazionali ed i deputati regionali siracusani del Movimento 5 Stelle. “Le conseguenze economiche del lockdown potrebbero aprire zone grigie, in cui le associazioni criminali sono pronte a muoversi, attirando con le sirene di una pronta liquidità che però zavorra la libera vita di imprese e persone. Invitiamo chiunque si trovi in difficoltà a rivolgersi alle forze dell’ordine e alle istituzioni. E anche noi ci mettiamo a disposizione di chi, non per sua colpa, teme di essere finito nella rete della delinquenza”, il pensiero di Paolo Ficara, Stefano Zito, Filippo Scerra, Pino Pisani e Maria Marzana. “Con il contributo della società civile e con la regia della Prefettura, si alzi un forte e sicuro argine di legalità, a contrasto di ogni attività illecita. Siamo certi che gli investigatori siracusani anche questa volta, come già in passato, sapranno rispondere a chi è ancora convinto di poter seguire vecchi ed illegali retaggi. L’unica parte giusta è quella della Legalità”, dicono ancora i parlamentai nazionali ed i deputati regionali del M5S di Siracusa.




Tentato omicidio ad Avola, si costituisce il presunto autore. In gravi condizioni la vittima

Si trova in carcere, in stato di fermo, il 30enne Sebastiano Di Pietro. Lo hanno bloccato gli agenti della Polizia di Avola, dopo scrupolose indagini giudiziarie. Secondo la ricostruzione degli investigatori, sarebbe stato lui, la sera del 4 giugno scorso, ad aggredire con un coltello l’ex cognato, all’interno di un ristorante di Avola. La vittima si trova ricoverata in ospedale, in gravi condizioni, dopo un primo e delicato intervento chirurgico. Le ricerche dell’aggressore, che in un primo momento aveva fatto perdere le proprie tracce, non si sono mai arrestate sino a quando, nella tarda mattinata di ieri, Sebastiano Di Pietro si è presentato in commissariato accompagnato dal suo avvocato.




La protesta della scuola, mobilitazione anche a Siracusa: "classi meno affollate e sicurezza"

La ripartenza del prossimo anno scolastico deve avvenire in classe e in sicurezza. È la richiesta dei sindacati della scuola che hanno organizzato una giornata regionale di mobilitazione. Lunedì 8 luglio, flashmob in piazza Castelnuovo a Palermo e in tutte le altre province, Siracusa compresa. L’iniziativa è organizzata dalle organizzazioni sindacali regionali e provinciali della Sicilia di Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams.
A Siracusa, i segretari provinciali incontreranno lunedì mattina il prefetto, Giusy Scaduto. Al rappresentante del governo consegneranno una piattaforma di richieste: dal tetto massimo di 20 alunni per classe ad un piano straordinario di investimenti per la sicurezza; dal potenziamento degli organici al rinnovo delle graduatorie provinciali.
“Servono decisioni urgenti – scrivono i sindacati – perché il tempo stringe, per una programmazione adeguata delle attività che assicuri il più possibile quelle in presenza, in modo compatibile con le regole imposte dall’emergenza. Per lavorare con classi e sezioni meno affollate, senza che per questo sia sottratta parte dell’offerta formativa e il fondamentale diritto di essere a scuola, servirebbero più spazi, obiettivo non facile, ma che si possono riottenere adattando quelli esistenti; è indispensabile dare continuità al lavoro a quanti da anni assicurano il funzionamento del servizio scolastico, ma serve certamente più personale”.
Per i sindacati servono molte risorse, “senz’altro più di quelle al momento previste. Questa è un’occasione straordinaria per rimettere al centro la scuola, nelle priorità reali del Paese”.


L’addetto stampa




Siracusa. La morte di Monjii, Harrabi: "Gli ultimi dimenticati, il business dell'immigrazione funziona cosi"

“Monji aveva 61 anni, era in Italia da 40 anni, aveva lavorato in maniera regolare, versato le tasse. Poi, a causa di una legge troppo rigida, che penalizza i penalizzati, si è improvvisamente ritrovato clandestino. Non aveva raggiunto, nell’anno precedente, gli 8 mila euro di reddito necessari per poter continuare a rimanere in Italia”. Ramzi Harrabi racconta la storia dell’uomo rinvenuto cadavere in una piccola baracca dell’area del Molo. Il suo corpo senza vita è stato trovato da un amico, che da un paio di giorni non lo vedeva alla mensa Caritas. Troppo strano che non ci fosse. Il sospetto che potesse essere accaduto qualcosa di grave era già quasi una certezza, non avendo alternative allo sfamarsi. Dure le parole di Harrabi, adesso in contatto con la famiglia di Monjii, che vorrebbe che il suo corpo potesse tornare in Tunisia, il suo Paese. Non sarà possibile, almeno per il momento, anche a causa dell’emergenza Covid, ma l’ambasciata ha avviato un’interlocuzione con la Procura della Repubblica per comprendere il da farsi. Intanto a Monjii sarà dato l’estremo saluto con rito musulmano. Il suo caso, purtroppo emerso per la tragica fine che l’ha riguardato, è simile a quello di tanti altri immigrati. Ramzi Harrabi lo dice a chiare lettera e non lesina accuse al sistema giuridico italiano e anche alle organizzazioni che si occupano dei migranti. “In Italia-  fa notare Harrabi- se sei regolare, appena perdi il lavoro, perdi anche il diritto di restare . Questa è la situazione di Monjii. E’ diventato invisibile, in un’area in cui dormono altri invisibili come lui, a due passi dal Comando dei Vigili Urbani. Ha finito i suo giorni da solo. Per migranti in Italia intendiamo solo quelli che sbarcano. Degli altri, che versano i contributi allo Stato, ci dimentichiamo. Per loro non c’è nulla, mentre per gli sbarchi, attenzione alle stelle, con un business bel collaudato. A seguire i senzatetto, invece, non c’è interesse economico”. Parole dal senso ben chiaro, che Ramzi Harrabi chiarisce ulteriormente. ” I fondi vengono stanziati  per chi sbarca, per insegnare loro ad esempio la  lingua italiana, per l’inserimento. ma chi ha versato per 30 anni contributi e perde il lavoro, resta solo la clandestinità. Nessuno va ad aiutarli, eccezion fatta, ad esempio a Siracusa, per la Caritas di padre Marco e per la Casa di Sarah e Abramo”. Harrabi cita progetti da centinaia di migliaia di euro. “Di recente, 470 mila euro per la realizzazione di progetti legati all’immigrazione. Compensi d’oro per i manager. E mi sembra un dato che possa parlare da solo. Piangiamo alla Targia, davanti alla Sea Whatch, gridiamo “fateli scendere”. Beh, poi sono scesi. Sapete dove sono? Cosa abbiamo dato loro?”.

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Un riferimento anche al caso Cassibile, con la sua tendopoli oggetto anche di interventi politici a livello nazionale, dopo le proteste dei residenti per una serie di episodi che mettono tensione nella comunità: i braccianti stagionali che si lavano nelle fontanelle della frazione, che urinano per strada e altri comportamenti fortemente contestati e di certo contrari al pubblico decoro. “Non c’è dubbio che non sia una bella immagine- dice Ramzi Harrabi- E’ anche vero che il problema va compreso nella sua interezza. Vivono senza acqua, senza servizi igienici. Trovano l’unica strada possibile, che naturalmente non è quella giusta. Occorre aiutare i cassibilesi ad aiutare i braccianti. Tanti di quei ragazzi sono regolari, sono rifugiati. Hanno diritto ad una casa. E’ con un progetto complessivo che occorre operare. Episodi come quelli segnalati a Cassibile, del resto- conclude Harrabi- si verificavano anche in Belgio, nelle miniere, e a lavarsi nelle fontanelle e ad urinare per strada erano purtroppo i lavoratori italiani”.




VIDEO. Ancora sconosciute le cause dell'incendio a bordo del cabinato, nel Porto Grande

Sono ancora sconosciute le cause dell’incendio divampato ieri pomeriggio a bordo del cabinato di circa 8 metri, in zona Isola, all’interno del porto Grande. Le fiamme hanno divorato l’imbarcazione. A bordo c’erano tre persone, un uomo ed i suoi figli. Per salvarsi, si sono gettati in mare per poi raggiungere la riva a nuoto. Sono stati soccorsi dal 118, buono lo stato di salute ma forte è stato lo shock per l’accaduto. Di certo, la prontezza con cui si sono gettati nelle acque del porto Grande ha evitato guai peggiori.
Sul posto sono interventi i Vigili del Fuoco da terra e, via mare, la Capitaneria di Porto che ha anche richiesto l’intervento dell’antinquinamento.
Quello che è rimasto del cabinato, è stato rimorchiato in un circolo nautico della zona, tirata a terra e messa in sicurezza. Sono adesso da accertare le cause dell’incendio che ha distrutto l’imbarcazione.




Siracusa. Costone pericolante all'Arenella: c'è chi abbatte le transenne per passare

L’area è interdetta e lo dice a chiare lettere anche un cartello, eppure in tanti continuano a preferire un passaggio più “comodo”, non ritenendo che il rischio di crollo del costone roccioso (la scala non va pertanto utilizzata) possa rappresentare un problema a fronte della possibilità di arrivare subito e agevolmente sulla spiaggia. C’è addirittura chi arriva ad abbattere  la recinzione, per poter passare nonostante la barriera. Scenari che si ripetono all’Arenella, dove lo scorso anno è stato interdetto l’accesso al piazzale di quello che era il Lido della Polizia. Si trattava e si tratta di un’ordinanza del Dipartimento Ambiente dell’assessorato regionale per  “grave pericolo per l’incolumità pubblica”. La recinzione montata lo scorso anno per sbarrare fisicamente il passaggio e obbligare al rispetto dell’ordinanza è stata adesso ripristinata. Nonostante questo, gli irriducibili del “faccio come voglio” continuano a comportarsi come se nulla fosse.




Siracusa. Cestini portarifiuti in spiaggia usati come cassonetti: multe dell'Ambientale

Abbandonano i rifiuti cercando luoghi isolati o, esattamente al contrario, manifestando disinvoltura anche in presenza di altre persone. Sono gli incalliti abbandonatori di immondizia, a cui si deve la creazione di piccole o grandi discariche. Rischiano sanzioni elevate e alcune di queste stanno per partire, visto che il lavoro dell’Ambientale si sta concentrando su di loro. Fototrappola che non lasciano scampo a questi cittadini, come dimostrano alcune delle foto che li immortalano e al contempo inchiodano alle loro responsabilità. Tra i casi che strappano un sorriso amaro, quello di cui parla l’assessore all’Igiene Urbana, Andrea Buccheri. Mentre il Comune provvede alla pulizia delle spiagge pubbliche e alla pettinatura dell’arenile, con l’impiego anche di trattore e mentre i cestini sono stati posizionati per agevolare i bagnanti e garantire quanta piu’ igiene possibile, nell’ottica Covid e non soltanto, qualche proprietario di villetta ha ben pensato di utilizzare i cestini alla stregua dei vecchi cassonetti stradali dell’indifferenziata, di cui hanno evidentemente nostalgia. Sarcasmo che serve in questo caso a sottolineare quanto sbagliato sia questo comportamento. “L’Ambientale- racconta Buccheri- ha beccato anche persone che, trasferitesi nelle case al mare, gettavano quanto ormai inutilizzabile, dalle teglie alle suppellettili, all’interno di un cestino portarifiuti posizionato a ridosso di un accesso al mare, non di certo per quel tipo di utilizzo”. Altre immagini, invece, parlano di abbandoni su strade poco trafficate come in piena città.




Droga nascosta tra i mobili di casa: arrestato 27enne già ai domiciliari

Continuano i servizi di contrasto ai reati in materia di sostanze stupefacenti condotti dai Carabinieri di Augusta.
I militari dell’Aliquota Operativa del NORM della Compagnia di Augusta hanno tratto in arresto in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti il pregiudicato catanese Alfio Coco, 27enne, già sottoposto alla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, poiché nel corso una perquisizione domiciliare è stato trovato in possesso di 40 grammi di cocaina.
Lo stupefacente era abilmente occultato tra la mobilia , insieme a vario materiale idoneo alla sua pesatura, ma le accurate ricerche effettuate dai Carabinieri, ben avvezzi a tal genere di operazioni, sono comunque riuscite a rinvenirlo.
La sostanza rinvenuta è stata sequestrata ed inviata presso il Laboratorio Analisi Sostanze Stupefacenti di Sant’Agata Li Battiati (CT) per l’esame quantitativo e qualitativo.
L’uomo, su disposizione del Pubblico Ministero presso la Procura della Repubblica di Siracusa, è stato ricondotto presso la sua abitazione per restarvi ristretto in regime di arresti domiciliari.




Pachino. Inseguimento ad alta velocità finisce contro un traliccio, denunciato un 19enne

In un primo momento, approfittando del buio, era riuscito a far perdere le proprie tracce. Ma gli agenti della Polizia di Pachino sono comunque riusciti a risalire alla sua identità. E’ stato così denunciato un 19enne, accusato di resistenza a pubblico ufficiale e guida senza patente.
A bordo della sua auto, ha cercato di eludere un controllo, scappando via dalla centrale piazza Vittorio Emanuele. Ne è nato un inseguimento, terminato con un incidente: la vettura in fuga si è scontrata con un traliccio della linea telefonica, in via Maucini.
Il conducente, in un primo momento, era riuscito ad allontanarsi. Le indagini di Polizia hanno però permesso di identificare il fuggitivo, poi denunciato.