Siracusa. Dopo il Cga: quando rilancio fa rima con rimpasto

Senza più la spada di Damocle di un giudizio sospeso, l’amministrazione Italia può ora muoversi nel pieno dei suo poteri. Via quella condizione frenante e, al tempo stesso, via quell’alibi.
Non è un caso se le forze politiche alleate del sindaco di Siracusa tornano a chiedere – chi sottotraccia, chi apertamente – un cambio di passo invocato a più riprese anche in passato. Ma che, effettivamente, da dicembre ad oggi non si è potuto o voluto tradurre in azioni concrete proprio per via dell’attesa del giudizio del Cga. Tolto quel senso di precarietà, ora la giunta può e deve rilanciarsi. Magari guidando ed agevolando la necessaria ripresa economica e sociale del capoluogo postl lockdown.
Una delle prime azioni sarà un inevitabile rimpasto. Almeno due cambi in giunta. Erano nella mente del primo cittadino già da mesi, serviva però scrivere prima la parola fine sul lungo caso del ricorso elettorale.
Ora si può. E sarà fatto. Questione di tempo, poco tempo. Giorno, al massimo. Giusto un paio di consultazioni tra forze politiche alleate e poi si procederà con le aggiustate alla squadra di governo cittadino.
Tutti da valutare i rapporti con Italia Viva che però mira a mantenere la doppia rappresentanza in giunta (Furnari, Burti). Nel gioco di forze c’è da valutare anche il “peso” elettoral-rappresentativo dei singoli assessori, cosa che potrebbe lasciare immaginare delle sorprese. Indiscrezioni. El




Siracusa dopo la sentenza del Cga, Italia: "Nuove priorità e querele per chi ha gettato fango"

L’amministrazione comunale è pronta programmare i prossimi tre anni. Una rivoluzione della mobilità sostenibile, l’ambiente, la macchina amministrativa quella che il sindaco, Francesco Italia ha annunciato questa mattina, durante la conferenza stampa convocata dopo la sentenza del Cga, che conferma la sua elezione e respinge l’appello di Ezechia Paolo Reale, suo competitor alle ultime amministrative. Con i legali che hanno seguito la vicenda nelle sedi della giustizia amministrativa, il primo cittadino è entrato nel merito della sentenza che ribalta il pronunciamento del Tar di Catania. Un’occasione per entrare nel merito della vicenda, ma anche per parlare di futuro e di rapporti politici con le forze che sostengono l’amministrazione Italia. A illustrare la sentenza, l’avvocato Gianluca Rossitto. “Eravamo convinti che la sentenza del Tar fosse sbagliata – ha detto il legale .In sintesi vengono sanciti diversi aspetti, innanzitutto che il ricorso e la sentenza di primo grado erano basati su tesi, teorie, non suffragate, nemmeno minimamente, da prove ed elementi. E’ un manuale di diritto elettorale. I giudici, cinque magistrati, fanno presente che gli errori fisiologici non possono e non devono, per ragioni di natura democratica, travolgere un esito elettorale chiaro”. Il sindaco, Francesco Italia ha ripercorso quella che ha definito “una vicenda dolorosa per la città. A causa del ricorso qualcuno ha strumentalmente cavalcato alcune espressioni che non sono degne di questa città. Si è parlato di brogli elettorali-ha ricordato-  come se stessimo parlando di un apparato deliquenzale che aveva complottato e questo sarebbe avvenuto al primo turno, con 7 candidati sindaci e uno dei quali pronto a vincere subito, al primo turno, visto che la sua candidatura era stata studiata a tavolino proprio per questo. Per due anni abbiamo dovuto leggere di brogli quando era evidente fin dall’inizio che si trattava di errori fisiologici. Emerge dalla sentenza- dice ancora il primo cittadino- che la volontà elettorale è stata espressa in maniera chiara e precisa e mai messa in discussione”. Sguardo adesso puntato al futuro amministrativo, con alcune priorità che Italia indica fin da adesso. Mobilità sostenibile, riorganizzazione della macchina amministrativa tra i punti principali della programmazione dei prossimi tre anni. “La sfida è alla nostra portata- sostiene Italia- Abbiamo dimostrato di esserci e di essere in grado di portare la città fuori dalle mani di chi ha favorito interessi. Da parte nostra,  vedrete solo ricerca del bene comune e trasparenza”.  Ma la vicenda, seppur chiusa dal punto di vista della giustizia amministrativa, non sembra destinata a lasciare le sedi legali. Il sindaco è pronto, infatti, a querelare  “tutti coloro che si sono permessi di insinuare rapporti di questa amministrazione e brogli”. Un riferimento, infine, anche alle accuse delle ultime settimane secondo cui Italia avrebbe voluto nascondere alla città il sequestro di plichi. “Non ne eravamo a conoscenza- commenta Italia- Lo abbiamo appreso in quel momento”.




Elezioni regionali bis del 2014: revoca delle sentenze, punto a favore di Pippo Gianni

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo ha emesso un’ordinanza collegiale, di natura interlocutoria, nei processi instaurati dall’ex deputato Pippo Gianni.
Il sindaco di Priolo ha chiesto la revocazione delle sentenze del 2014, relative alla ripetizione delle elezioni regionali in alcune sezioni del siracusano, emesse proprio dal Cga allota presieduto dal giudice De Lipsis. La tesi dei difensori di Gianni ipotizza il dolo nelle decisioni poi assunte e che lo hanno poi portato fuori da Sala d’Ercole.
Il Collegio ha adesso disposto l’acquisizione nel processo di tutti gli atti dei procedimenti penali in corso e/o conclusi sulla vicenda, nonché di tutti gli atti delle elezioni del 2012 da parte della Prefettura di Siracusa.
Gli avvocati Michele Cimino, Massimiliano Mangano e Valentina Castellucci attendono adesso l’appuntamento nel merito, con udienza fissata per il 23 settembre. “Attendo con ansia la pronuncia sul merito, in modo da ristabilire al più presto la giustizia violata. Sono pronto ad intraprendere ogni ulteriore via legale, attivando anche la Corte di Giustizia Europea, la mia è una battaglia legale per far rispettare la costituzionalità dello Statuto della regione; Sono fiducioso che il Cga potrà prendere atto del fatto che quelle sentenze di cui si chiede la revocazione siano state emesse con dolo del giudice, condannato per corruzione in atti giudiziari, ed eliminando la mortificazione che è stata fatta della legislazione regionale”, commenta Pippo Gianni.




Blitz nella più grande discarica della Sicilia: 9 indagati e sequestri milionari

La Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con lo Scico e il gruppo aeronavale di Messina, sta eseguendo un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di nove persone (2 in carcere, 3 ai domiciliari e 4 sottoposti a obblighi di Pg) per una presunta illecita conduzione della discarica di Lentini (Siracusa), la più estesa della Sicilia, gestita dalla Sicula Trasporti, dove peraltro conferisce parte dei suoi rifiuti anche il Comune di Siracusa. “Mazzetta Sicula” il nome dato all’operazione.
Secondo le accuse, i reati ipotizzati a vario titolo vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, alla frode nelle pubbliche forniture sino alla corruzione continuata, rivelazione di segreto d’ufficio e concorso esterno all’associazione mafiosa.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’amministratore della Sicula Trasporti srl, il 57enne Antonino Leonardi, peraltro amministratore di fatto della Gesac Srl ed amministratore di diritto della Sicula Compost Srl. E’ accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture. In carcere anche Filadelfo Amarindo, 68 anni, dipendente della Sicula Trasporti Srl che dovrà rispondere di concorso esterno all’associazione mafiosa.
Disposti i domiciliari per Salvatore Leonardi, 57 anni, fratello di Antonino, socio della Sicula Trasporti Srl e della Gesac Srl; Vincenzo Liuzzo, 57 anni, dirigente di unità operativa semplice della sede di Siracusa dell’Arpa Sicilia, addetto ai controlli ed ai monitoraggi ambientali; e per Salvatore Pecora, 63 anni, istruttore tecnico impiegato presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.
Le imprese destinatarie del sequestro preventivo sono la Sicula Trasporti Srl (ora Sicula Trasporti Spa) di Catania, società con fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti; Sicula Compost Srl, con sede a Catania, con circa 20 dipendenti e fatturato di 3,6 milioni di euro; Gesac Srl, con sede a Catania, con oltre 20 dipendenti e fatturato annuo medio di circa 2 milioni di euro. Sequestrato preventivamente oltre 6 milioni di euro, ritenuti illecito profitto.




Omicidio Emanuele Nastasi, caso di lupara bianca nel 2015: arrestato il presunto killer

I Carabinieri della Compagnia di Noto hanno arrestato un uomo di Pachino, ritenuto responsabile dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Emanuele Nastasi, all’epoca 35enne, avvenuti nel 2015. Il corpo della vittima, la cui autovettura fu ritrovata bruciata nelle campagne del siracusano, non è mai stato ritrovato, ma le indagini, pur a distanza di cinque anni, hanno permesso di arrestare il presunto assassino, noto spacciatore del luogo, con cui la vittima, per un banale debito di droga, aveva avuto delle discussioni e si era ribellato, pagando l’affronto con il sangue. Il fatto risale alla sera del 4 gennaio 2015, quando il cellulare di Nastasi smise di funzionare e in contrada Campo Reale fu rinvenuta la sua auto in fiamme. Voci artatamente messe in giro per depistare le indagini dicevano che si fosse allontanato volontariamente. Nessuna lettera di addio, né altri indizi che potessero fare pensare alla sua fuga o ad un gesto autolesionistico. Le indagini sono state dirette dal Sostituto Procuratore  Gaetano Bono e coordinate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica  Fabio Scavone. L’omicidio sarebbe stato commesso da  Raffaele (Rabbiele) Forestieri e Paolo Forestieri (ucciso nel 2015).
Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Noto, coadiuvati da quelli del Nucleo cinofili di Nicolosi (CT) e con l’ausilio di un elicottero del 12° Elinucleo di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Siracusa  Salvatore Palmeri  hanno tratto in arresto Raffaele Forestieri, pachinese, 42 anni,  e lo hanno condotto presso la Casa di Reclusione di Noto. Durante le perquisizioni eseguite al momento dell’arresto, i Carabinieri hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, 77 proiettili del medesimo calibro, 16 grammi di cocaina e ben 900 grammi di marijuana, oltre a circa € 1200 in banconote di vario taglio, tutto materiale rinvenuto nelle pertinenze delle case popolari dove vive Forestieri.  Saranno ora svolti specifici accertamenti volti ad attribuire la riconducibilità del materiale sequestrato ed in particolare l’arma sarà inviata al RIS di Messina perché su di essa siano svolti specifici accertamenti dattiloscopici e balistici utili a stabilire chi ne fosse il detentore e se essa sia stata già utilizzata in qualche evento delittuoso in passato.
La storia della morte di Nastasi si interseca con il suo stato di tossicodipendenza.
Le indagini hanno evidenziato che l’uomo comprava l’eroina dai Forestieri .  Ed è proprio da un debito di droga di appena 80 euro che trarrebbe origine la vicenda.Una settimana prima della sua scomparsa, Nastasi avrebbe acquistato un quantitativo di droga per 80 euro, ma si trattava di eroina di scarsa qualità e di quantità inferiore rispetto al prezzo pattuito. Nastasi avrebbe fatto delle rimostranze agli spacciatori. Questa sua “irriverenza” sarebbe stata alla base della sua uccisione. Forestieri, infatti, sarebbe solito  sottomettere i suoi debitori incutendo timore con la sola presenza, specie nel complesso delle case popolari di Via Mascagni, dove si atteggerebbe a piccolo boss forte del suo  curriculum criminale e della sua pericolosità sociale, ben nota ai  residenti, traendone profitto. Del corpo, nessuna traccia, nonostante le attente ricerche, anche con l’ausilio di personale specializzato del Nucleo Speleo-Alpino-Fluviale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa.




Siracusa. Amministrative 2018 e la conferma di Italia sindaco: le reazioni della politica

Non si mostra particolarmente sorpreso, Ezechia Paolo Reale dalla sentenza del Cga, che ha accolto il ricorso presentato dal sindaco, Francesco Italia contro il primo pronunciamento, quello del Tar, sulla vicenda elezioni amministrative. Il consiglio di giustizia amministrativa ha respinto l’appello incidentale di Reale e, in poche parole, lascia Italia alla guida della città. “Il Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo ha preso la propria decisione, in parte già anticipata dalla velocissima sospensione della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale di Catania, ratificando il risultato delle elezioni amministrative di Siracusa-commenta Reale, competitor di Italia al ballottaggio-
Le numerose e ripetute irregolarità verificatesi nei seggi elettorali, pur riscontrate anche nel corso della verifica ordinata dal giudice ed eseguita dal Prefetto, non sono state ritenute sufficienti per giungere all’annullamento delle elezioni, valutandosi necessaria anche una prova sicura e certa che tali irregolarità fossero preordinate ad alterare il risultato elettorale o abbiano concretamente influito sui suoi risultati”. Il leader di Progetto Siracusa non nasconde la propria amarezza ed esprime anche delle perplessità. “L’esito del giudizio e le valutazioni del giudice amministrativo- spiega- ovviamente, mi amareggiano e non mi convincono affatto, perché abbassano le garanzia del procedimento elettorale ad un livello troppo basso, rendendo praticamente inutili tutti gli accorgimenti che la legge impone per proteggere la genuinità del risultato elettorale.
Ho portato avanti con convinzione una battaglia di principio, non personale, che, nonostante la decisione contraria, continuo, quindi, a ritenere giusta e fondata. La risposta giudiziaria è stata molto insoddisfacente non solo per me, il che è di nessuna importanza, ma per il futuro di ogni elezione che potrà, in base a questi principi – che spero non vengano applicati in altri casi, come già al di fuori della Sicilia in altre importanti decisioni non sono stati applicati – svolgersi nel più grande disordine e senza alcun rispetto per le necessarie formalità, tra schede mancanti, voti non assegnati e voti assegnati in misura maggiore dei votanti, senza che ciò possa incidere sulla validità del risultato.
Io continuo a pensare e credere che il livello di garanzie necessario durante il procedimento elettorale sia molto più in alto del punto in cui lo ha individuato oggi un giudice amministrativo, ma la mia resta, a questo punto, solo una posizione personale che, peraltro, so non essere affatto isolata”. Ma con la sentenza, risposta definitiva dell’autorità giudiziaria, Reale annuncia anche di voler rispettare quanto stabilito, seppur ritenuto ingiusto. “Da questo momento, quindi-conclude- è giusto, anche da parte mia, riconoscere a Francesco Italia pienezza di poteri e legittimazione e mi sento di augurargli di riuscire a fare il bene di Siracusa e dei siracusani in un momento di grandissima difficoltà per tutti”. Le reazioni sono diverse in ambito politico. Il deputato regionale Giovanni Cafeo , parla di una vicenda “che ha rischiato di immobilizzare l’attività amministrativa di una città importante come Siracusa e che adesso si è conclusa”. dal segretario della commissione Attività Produttive dell’Ars, l’augurio di un “buon lavoro al sindaco confermato Francesco Italia”.
“Con i pensieri sgombri dalle preoccupazioni legate alla riconferma e alle prese con uno dei momenti di maggiore difficoltà della storia recente, è arrivato il momento per questa Amministrazione di cambiare passo – prosegue l’On. Cafeo – abbandonando ogni atteggiamento prudenzialmente attendista per provare ad agire con l’obiettivo di studiare una strategia per il medio e lungo periodo, in grado di far tornare a vivere con ottimismo e speranza la nostra città”.
“Oggi, il sindaco Italia si trova finalmente nelle condizioni di poter agire, anche se la città resta orfana del suo organo di rappresentanza collegiale, ossia il Consiglio Comunale – continua Cafeo – ma paradossalmente proprio l’assenza dell’assise comunale potrebbe diventare un elemento di velocizzazione per le scelte amministrative verso le quali il sindaco, in ogni caso, avrebbe comunque un dovere quanto meno morale di condivisione con i cittadini, seppur ormai in altra forma”.
“È il momento di dare risposte politiche a problemi non più procrastinabili – continua ancora Giovanni Cafeo – aprendo un confronto con le forze economiche e sociali della città, instaurando un dialogo costruttivo e provando così a ricucire una frattura che in questi mesi ha alimentato lo scontro tra fazioni, male assoluto in una città che prova a risollevarsi dopo una terribile pandemia con conseguente crisi economica”. Il candidato alla segreteria provinciale del Pd, Giovanni Giuca parla di una “decisione dei giudici amministrativi che  riempie di soddisfazione ed entusiasmo.
Assicurare ad una città la continuità amministrativa è già un valore di per sé. Che questo valore venga rappresentato da un sindaco bravo, preparato, dinamico e lungimirante come Francesco Italia allora diventa una grande conquista per tutta la realtà siracusana. Francesco Italia oggi-prosegue Giuca- rappresenta quanto di meglio riesce ad esprimere la nuova classe dirigente e questo è dimostrato dalla circostanza che il sostegno e l’ammirazione per il suo operato travalica i confini della città di Siracusa.  La gestione commissariale che avrebbe comportato l’accoglimento del ricorso è quanto di peggio e irresponsabile si possa augurare . Dalla costruzione del nuovo ospedale al rilancio economico post covid: basta solo questo per dimostrare quanto è impegnativo il ruolo pubblico del Sindaco e della coalizione che lo sostiene e quanto sia importante che questi obiettivi vengano perseguiti dalla politica, quella vera, quella vicina alle esigenze delle persone e che punta allo sviluppo delle nostre realtà”. Poi un’anticipazione di quelli che possono essere i rapporti, non sempre idilliaci in passato, tra il Pd e Italia. “Da oggi -conclude  Giuca- possiamo scrivere una pagina nuova fatta di leale collaborazione e di sostegno al Sindaco Italia nell’interesse di Siracusa e di tutto il territorio siracusano”. Lealtà e Condivisione esprime soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo e sollecita l’amministrazione comunale a compiere una serie di passi, con un cambiamento di passo. “Ora la giunta -l’auspicio del movimento politico che esprime un assessore in giunta-  potrà proseguire la sua attività con rinnovato vigore e un più saldo rapporto e confronto con tutte le forze che la sostengono, come più volte richiesto. Ma tutto deve cambiare perché tutto è cambiato. Da un lato l’amministrazione dovrà compiere quanto è nelle sue possibilità per venire incontro alle persone più colpite dagli effetti economici e sociali della pandemia; dall’altra deve saper essere radicale guardando lontano e cogliere questa crisi come opportunità per realizzare la Siracusa del 2030. Una città – conclude Lealtà e Condivisione- dove mettere in atto le pratiche più innovative, altrove sperimentate, di cittadinanza attiva, di coesione sociale, di ecosostenibilità”. Di ben altro tenore il commento di Vincenzo Vinciullo che è stato componente dell’Ufficio Elettorale Centrale, “che ha constatato e attestato le anomalie emerse in sede di controllo dei verbali dei singoli seggi, confermate, in seguito, dalla Prefettura di Siracusa. La decisione per chi, come me, ha esaminato i verbali-commenta-  è inaccettabile e del resto la mia opinione sul C.G.A è notoria, avendone, a suo tempo, con un apposito disegno di legge chiesto l’abrogazione. Dopo questa decisione -conclude Vinciullo- credo che sia inutile mantenere in vita gli Uffici Elettorali Centrali”.




Tensione a Cassibile: "Immigrati urinano in piazza", interviene la polizia. Monta la protesta

“Cassibile è allo stremo, il Prefetto deve rendersi conto di come si è ridotta la nostra comunità. Mi chiedo cosa aspetti ad intervenire”. Dure le parole dell’ex presidente della circoscrizione Cassibile- Fontane Bianche dopo l’episodio che si è verificato ieri sera in piazza, dove i locali pubblici hanno ripreso la loro attività in attesa che la stagione balneare parta sul serio garantendo guadagni.  La convivenza tra una parte di cassibilesi e i braccianti extracomunitari impiegati nei campi e accampati nella tendopoli all’ingresso sud si fa sempre più difficile. Abitudini diverse, in alcuni casi mancanza di rispetto. Non una considerazione legata a discriminazioni razziali, ma certamente a discriminazioni di comportamenti, fa notare Romano. Proteste, dunque, ieri sera, quando alcuni uomini, immigrati attualmente a Cassibile,avrebbero iniziato ad urinare in piazza,  incuranti delle lamentele di chi notava il gesto, compiuto, secondo testimoni, proprio a ridosso dell’ingresso di una pizzeria. Sul posto, le Volanti. Gli agenti avrebbero riportato ordine, ma resta l’amarezza. Romano torna a chiedere l’intervento del prefetto. Il tono si fa piu’ aspro rispetto alle scorse settimane. “Non sono bastate- chiede rivolgendosi alla rappresentante dell’ufficio territoriale di Governo, Giusi Scaduto- le denunce, gli esposti, le interrogazioni parlamentari, le manifestazioni. Faccia il suo dovere e risolva il problema baraccopoli”. In realtà a Cassibile, da anni, abitano famiglie di immigrati ormai stanziali. Sono integrati nel territorio e nel tessuto sociale e gestiscono attività economiche punto di riferimento anche per i residenti. La questione, dunque, fanno notare i cittadini che chiedono una soluzione al problema baraccopoli, non ha nulla a che fare con presunti atteggiamenti xenofobi. “Ieri sera quegli uomini urinavano in piazza- puntualizza Romano- non certamente in luoghi nascosti. E si tratta di qualcosa che si verifica praticamente ogni giorno e che non è davvero più tollerabile. L’atmosfera si sta facendo sempre più pesante. E’ una vergogna a cui chi di competenza deve mettere fine”.




Priolo. Identificato il presunto autore del furto al Palazzo Municipale: denunciato

Identificato e denunciato il presunto autore del furto perpetrato all’interno del palazzo comunale di Priolo. Si tratta di un giovane di 26 anni, accusato di furto aggravato .Il presunto ladro si sarebbe impossessato del denaro contenuto all’interno della macchinetta del caffè. Nei giorni precedenti si sarebbe introdotto anche all’interno  della biblioteca comunale . Era pertanto destinatario di un avviso orale e sottoposto all’obbligo di dimora. Adesso, l’aggravamento della misura cui è destinatario.




Coronavirus, Siracusa e provincia: i positivi sono 9, altro giorno senza nuovi contagi

Gli attuali positivi in provincia di Siracusa scendono sotto la doppia cifra: sono 9. Diventano 213 i guariti, una sola la persona ricoverata, in terapia intensiva. Ultime 24 ore senza nuovi contagiati.
Sono i dati principali contenuti nell’aggiornamento quotidiano fornito dalla Regione sull’andamento dell’epidemia nell’Isola.
Dalla comparsa del coronavirus, sono stati 251 i contagiati in provincia di Siracusa. Ad oggi sono stati effettuati 16.721 tamponi. Attuale tasso positivi a 0,23 per 10.000 abitanti.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle altre province: Agrigento, 32 (0 ricoverati, 108 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 18 (5, 147, 11); Catania, 411 (22, 561, 100); Enna, 12 (1, 384, 29); Messina, 131 (22, 377, 57); Palermo, 265 (16, 279, 36); Ragusa, 11 (0, 79, 7); Trapani, 15 (0, 120, 5).




Siracusa. Italia resta sindaco: il Cga ribalta la sentenza del Tar e respinge l'appello di Reale

Era attesa da giorni, dopo l’udienza del 28 maggio scorso. La sentenza del Cga è stata pubblicata nel primo pomeriggio e stabilisce che Francesco Italia debba restare sindaco di Siracusa. Il consiglio di giustizia amministrativa ha accolto il suo ricorso, presentato dopo la sentenza del Tar. Respinto, invece, l’appello incidentale di Ezechia Paolo Reale, suo competitor al ballottaggio delle ultime elezioni amministrative. Con il controricorso, il leader di Progetto Siracusa chiedeva di votare in ulteriori 10 sezioni oltre a quelle oggetto del primo passaggio nella giustizia amministrativa. ll Tar di Catania aveva annullato gli atti di proclamazione del sindaco e del consiglio comunale, con l’indicazione di ripetere le elezioni in nove sezioni elettorali (la 14, 20, 46, 61, 75, 95, 99, 116 e 123). Dopo la decisione del tribunale amministrativo, il Comune fu commissariato. A distanza di poche ore, tuttavia, il sindaco tornò a palazzo Vermexio in virtù dell’accoglimento della richiesta di  sospensiva.
“Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, in sede giurisdizionale, definitivamente pronunciando sugli appelli in epigrafe, accoglie l’appello principale e respinge quello incidentale, e per l’effetto, in riforma, per quanto di ragione, della sentenza impugnata, rigetta integralmente il ricorso di prime cure”, si legge alla fine delle 43 pagine di provvedimento con cui si chiude la lunga vicenda amministrativa.
Una sentenza in cui non mancano anche note critiche. A proposito dei dati non sempre coincidenti circa voti e votanti in alcune sezioni, il Cga riscontra “carenze di verbalizzazione” che “rendono formulabili delle congetture in chiave critica, quali quelle riproposte
dall’appellante incidentale”. Non sufficienti però per parlare di irregolarità nello spoglio. “Mere ipotesi astratte prive di riscontri, non suffragate da alcun indice di effettiva irregolarità sostanziale delle operazioni”, si legge ancora nella sentenza.