Siracusa. Ospedale Umberto I e coronavirus, attacco all'Asp: la Cisl carica a testa bassa

Sono i sindacati a caricare a testa bassa contro l’Asp di Siracusa per la gestione dell’Umberto I nei giorni dell’emergenza coronavirus. Vera Carasi, segretario provinciale della Cisl, attacca. “Ordini di servizio a disposizione di chiunque voglia prenderne visione. Condizioni di disagio e difficoltà evidenti al pronto soccorso dell’Umberto I. Gestione incomprensibilmente contraria a quanto previsto nel piano aziendale di intervento. Ce ne è abbastanza per un intervento forte e deciso dei vertici aziendali e assessoriali. Invece silenzio”.
Quanto al video circolato nelle ore scorse, “non possiamo sicuramente condividere i toni, il linguaggio e le offese contenute – aggiunge – ma non possiamo accettare, con altrettanta fermezza, il silenzio dell’Asp su quanto accaduto all’Umberto I”.
E ricorda le denunce di 24 ore fa. “L’Asp aveva il dovere, da subito, di ammettere gli errori commessi in questa vicenda e provvedere non soltanto alla normalissima sanificazione degli ambienti, ma anche ad atti conseguenziali. Le richieste di sicurezza personale, familiare e collettiva, gridate con accorata disperazione dal persone dal pronto soccorso e dalle unità operative dell’emergenza, non possono essere silenziate con note che, oltre ad essere insufficienti, offendono il lavoro e il sacrificio che si stanno compiendo all’interno dell’Umberto I e di tutti gli ospedali della provincia”.
La Cisl siracusana è durissima, come poche altre volte sino ad ora. “Ai vertici Asp ricordiamo una cosa – conclude Vera Carasi – chi gestisce la sanità di un territorio, non la possiede e non ne dispone a piacimento; chi gestisce la sanità è un servitore, ben remunerato, di chi è il vero proprietario: la collettività e chi la rappresenta”.

foto archivio




Coronavirus. In provincia 66 contagiati (35 ricoverati, 18 guariti, 3 decessi)

I casi di Coronavirus in provincia salgono a 66. Lo dicono i numeri ufficiali forniti nel pomeriggio dalla Regione all’Unità di Crisi Nazionale. Sono aggiornati alle 17 di oggi. Ad Agrigento, 75 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 61 (19, 3, 4); Catania, 368 (136, 16, 23); Enna, 181 (92, 1, 10); Messina, 266 (129, 8, 15), Palermo, 216 (78, 14, 6); Ragusa, 27 (7, 3, 2); Siracusa, 66 (35, 18, 3); Trapani, 70 (26, 0, 1). Il numero fornito dalla Protezione Civile Nazionale per la provincia di Siracusa in merito ai contagi è di 87 in quanto complessivo.

 




Siracusa, coronavirus: Asp in difficoltà, il sindaco chiede la Croce Rossa militare

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha chiesto ufficialmente al prefetto Giusy Scaduto di “valutare la possibilità della collaborazione della Croce Rossa Militare e dell’Unuci (Unione Nazionale Militari in Congedo) sul nostro territorio” per aiutare l’Asp a gestire l’emrgenza coronavirus. Non è una richiesta di commissariamento ma suona tanto come la chiamata in causa di un tutore in un momemto di difficoltà.
“Il livello di allarme sociale legato all’emergenza covid a Siracusa, rischia di diventare ulteriormente deflagrante alla luce delle denunce e degli articoli di stampa che continuano a susseguirsi sul nostro territorio, amplificati dai social media che rimandano informazioni da una famiglia all’altra configurando uno scenario a dir poco inquietante”, spiega il sindaco di Siracusa Francesco Italia.
“Lo stesso Presidente della Regione Sicilia ha rilasciato alla stampa dichiarazioni che evidenziano una grave situazione di emergenza nel territorio regionale, dovuta alla carenza di dispositivi di protezione individuali, tali da mettere a rischio i nostri preziosi infermieri e medici, in prima linea in questa guerra contro un nemico invisibile e insidioso.Nonostante gli sforzi corali di tutte le nostre istituzioni – prosegue Italia – è indispensabile da un lato stringerci intorno a coloro che sono più esposti facendo tutto il possibile per la loro protezione, dall’altro immaginare strumenti ulteriori e straordinari di aiuto e supporto alle nostre autorità sanitarie, atti a potenziare nella città di Siracusa l’assistenza sanitaria legata all’emergenza Coronavirus SARS-CoV-2”.
Con l’intervento della Croce Rossa militare e dell’Unuci, Siracusa potrebbe “avvalersi dell’esperienza di personale altamente specializzato, con mezzi e con strumenti in dotazione tali da far fronte a situazioni di emergenza, assistenza medica, strategie di contenimento e sicurezza del territorio”.
In queste ore, il primo cittadino del capoluogo sta coinvolgendo i sindaci della provincia per supportare la richiesta, “nell’interesse del nostro territorio e dei nostri concittadini più esposti e fragili”.
Di fronte alle ultime notizie ed evoluzioni, Francesco Italia ed i colleghi della provincia hanno deciso che è giunto il momento di intervenire.




Siracusa. Tari: "Non è il momento delle polemiche, prima scadenza il 30 maggio"

“Non è il momento delle polemiche ma è il momento della condivisione e della collaborazione. L’Amministrazione per venire incontro alle difficoltà generate dall’emergenza del coronavirus ha deciso di differire la prima rata della Tari da marzo a maggio per un totale di sette pagamenti fino all’ultima scadenza prevista del 30 novembre che corrisponderà con il conguaglio”.
L’assessore all’Igiene urbana, Andrea Buccheri, interviene in risposta alle accuse su una presunta mancata sospensione del pagamento della tassa sui rifiuti.
“Come anticipato dal sindaco Italia, nei giorni scorsi, e come già concordato dalla metà di marzo, il settore entrate giorno 24 ha redatto la proposta di deliberazione, la numero 13. La stessa è stata inviata il giorno successivo all’Ufficio segreteria del consiglio comunale che, a sua volta, ha immediatamente girato il documento al collegio dei revisori legali per l’apposizione del parere di competenza. Il parere è stato apposto nella stessa giornata”.
Conclude l’assessore Buccheri: “A questo punto si aspettano le determinazioni di competenza che il commissario straordinario, Giuseppe Di Gaudio, in sostituzione del consiglio comunale, dovrà assumere presumibilmente nella giornata di domani in videoconferenza, secondo quanto disposto dal decreto legge numero 18”.
Ecco le nuove scadenze della Tari:
1. la prima il 30 maggio 2020;
2. la seconda il 30 giugno 2020;
3. la terza il 30 luglio 2020;
4. la quarta il 30 agosto 2020;
5. la quinta il 30 settembre 2020;
6. la sesta il 30 ottobre 2020;
7. la settima a conguaglio il 30 novembre 2020.




Siracusa. Coronavirius: "Distribuiamo spesa e medicine", delinquenti derubano anziani

Si presentano alla porta, come persone incaricate di distribuire derrate alimentari o farmaci, come fosse stati incaricati dalle istituzioni per l’emergenza Coronavirus. Nulla di più falso. Sono degli sciacalli truffatori, con intenti criminali, derubare persone, soprattutto anziane, approfittando delle disposizione che impongono di restare a casa. A Siracusa sarebbe già accaduto. In diversi condomini della città si sarebbero registrati episodi di questo tipo, tanto che su diversi portoni si vedono affissi cartelli in cui si mettono in guardia i condomini di quanto accaduto. L’invito è quello di essere prudenti e di non aprire la porta a nessuno sconosciuto, qualunque sia la qualifica con cui si presenta. Nel caso in cui si abbia il dubbio, si possono chiamare gli enti corrispondenti a quelli citati dai presunti “benefattori”, senza consentire loro l’accesso. Oppure le forze dell’ordine.




Siracusa. Coronavirus, sui social spopola il video dell'infermiere. L'Asp: "volgare fake"

La lunga notte dell’Asp di Siracusa è cominciata con la pubblicazione di un video che in poche ore è divenuto virale. Social, chat non c’era siracusano che ieri sera o questa mattina non ne parlasse. Un video di 2 minuti e 20 secondi girato da un sedicente infermiere, con mascherina, tuta e visiera. Parole forti, per denunciare all’opinione pubblica come l’autorità sanitaria non avrebbe adottato misure di sicurezza adeguate, a protezione degli operatori sanitari e dei cittadini. Il video parrebbe girato all’interno di una tenda pre-triage, forse proprio quella dell’ospedale del capoluogo.
In piena notte, secondo quanto si apprende, la direzione dell’Asp di Siracusa si sarebbe riunita d’urgenza. E non solo per limitare la portata del video che aveva cominciato a circolare con insistenza. Di domino pubblico finisce però solo la nota di secca smentita del filmato, bollato come fake.
“La direzione aziendale dell’Asp di Siracusa – si legge – esprime profonda indignazione per le falsità che sono state affermate in uno scomposto e volgare video presuntivamente girato all’interno di una tenda di pre triage da un fantomatico operatore sanitario che non risulterebbe dipendente dell’Azienda, nei confronti del quale si è già proceduto a presentare segnalazione alle forze di polizia. Del resto se quanto affermato fosse stato vero non si sarebbe nascosto dietro una maschera né avrebbe potuto rivolgere tali affermazioni nei confronti dell’intera classe medica ospedaliera che ad oggi si sta facendo in quattro per curare la gente. Fake del genere, in un momento come questo di grande emergenza, creano allarme nella popolazione e meritano di essere perseguiti in ogni sede. Infine, lo smodato e volgare attacco nei confronti del Direttore del Pronto soccorso, in questo momento, è un gesto che desta solo disprezzo”.




Siracusa. Covid-19: "Noi senza tutela, aspettiamo solo di prendere il virus", lo sfogo di un'infermiera dell'Umberto I

“Per noi, nessuna tutela; in ospedale, percorsi condivisi, senza alcuna distinzione tra “sporchi” – come si dice in gergo- e “puliti”; dispositivi di sicurezza inadeguati, oltre che insufficienti e un’attenzione nei confronti degli operatori sanitari carente. Aspettiamo solo di beccarci il virus e tentiamo come possiamo di proteggere le nostre famiglie”. Lo sfogo è quello di un’infermiera dell’Umberto I -di cui non citiamo il nome per tutelarne la privacy – ma le sue parole sono esattamente coincidenti con quelle di tanti altri colleghi. Si ritrova, come tutti gli altri operatori della sanità locale, a gestire l’emergenza Coronavirus in prima linea ma senza tutele, o quasi. Ai problemi nazionali e regionali, qui sembra si aggiungano dinamiche che complicano ancor di più il quadro. “Circolari che vietavano l’utilizzo di mascherine per non preoccupare i pazienti- cita l’operatrice- si sono susseguite, lasciando infine spazio ad una sorta di protocollo per l’utilizzo dei dispositivi, che indica che alcune manovre vanno effettuate con il solo utilizzo di mascherina chirurgica, quando è ben noto che, in caso di contatto diretto, la sola mascherina non può affatto proteggerci dal contagio”. Che la disponibilità di Dpi sia esigua è fatto purtroppo non nuovo. In diverse occasioni anche il presidente della Regione, Nello Musumeci ha chiaramente espresso la propria ira per la mancanza di materiale adeguato dal punto di vista quantitativo e qualitativo. “Quello che dispiace di più- lo sfogo dell’infermiera- è che sembra quasi ci sia il tentativo di convincerci che la situazione sia sotto controllo , che vada bene così, che l’utilizzo di certi dispositivi non sia indispensabile, quando è fin troppo evidente che invece lo è, anzi, lo sarebbe, eccome. La paura prende il sopravvento, anche in chi, come noi, ha la capacità, per mestiere e per esperienza, di mantenere la lucidità, di separare nettamente l’aspetto emotivo da quello professionale. Altra cosa è sentirsi quasi “immolati””. Perché sotto quei camici ci sono persone, che sanno di essere a rischio e che le conseguenze di quel rischio le conoscono, perché le vedono ogni giorno e le contrastano con quello che c’è a disposizione. “Chi lavora in ospedale, ovviamente ha contatti anche fuori dal proprio reparto e ha il diritto di sapere se subentrano casi di contagio- sbotta l’infermiera siracusana- Siamo venuti a conoscenza dei positivi tra il personale medico soltanto attraverso la stampa. Questo non è giusto e mette a repentaglio, non solo noi e le nostre famiglie, ma tutti i pazienti e i colleghi con cui si continua, non sapendo di non potere, a venire in contatto”. La creazione di percorsi distinti sarebbe fondamentale. Eppure, secondo quanto lamenta la sanitaria, non sarebbe ancora stata organizzata a dovere all’interno dell’ospedale Umberto I di Siracusa. “Molti di noi hanno deciso di tenere le famiglie lontane, per proteggerle- conclude – Noi lo sappiamo che siamo esposti e, vista l’assenza di misure adeguate – sappiamo anche che quel virus lo prenderemo e che non abbiamo modo di proteggerci. Confidiamo solo nella fortuna”.




Siracusa. Prezzi di frutta e verdura, verifiche su presunti aumenti al mercato

Primi, sensibili aumenti dei prezzi registrati al mercato generale di Siracusa? Alcuni operatori che vanno a rifornirsi di frutta e verdura fresca da esporre e vendere sui loro banchi cittadini, fanno notare l’incremento. “Il prezzo dei broccoletti è aumentato in maniera esponenziale. Una cassetta di fragole, da 3 euro è passata 6 euro. La melanzana da 60 centesimi ad un euro e 40 centesimi. La zucchina addirittura da 60 centesimi a 2 euro”, ci racconta uno degli operatori. “Non è giusto. Così noi a quanto dovremmo vendere frutta e verdura ai siracusani?”.
Se per le fragole si tratta di primizie e per i broccoletti il prezzo può essere influenzato dal fuori stagione, meritano attenzione gli ulteriori aumenti segnalati su prodotti di consumo quotidiano.
L’assessore alle attività produttive, Cosimo Burti, si mostra sorpreso. “Ho fatto le prime verifiche proprio per il principio di inizio filiera commerciale. E tutto era a prezzi bassi, tranne i broccoletti. Non so da chi si rifornisca chi lamenta aumenti. Le nostre verifiche sui due rifornitori principali non hanno segnalato aumenti significativi. Mi riservo di approfondire ancora meglio la questione”, le parole dell’assessore Burti.




Sequestro di mascherine a Floridia, rivendute con rincari del 900 per cento

Oltre 100 mascherine vendute sequestrate in una ferramenta di Floridia dai carabinieri. I proprietari vendevano mascherine protettive ad un costo dieci volte superiori al costo di mercato. Sequestro operato dai carabinieri . L’attività è scaturita dalla denuncia di un privato cittadino che, intenzionato ad acquistare una mascherina, si è trovato a doverla pagare un prezzo dieci volte superiore a quello di mercato. Acquisita la denuncia, i Carabinieri della Tenenza di Floridia hanno individuato i titolari della ferramenta e li hanno deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di manovre speculative su merci, punito con pene variabili da 6 mesi a 3 anni di reclusione.
Ieri, dando esito all’attività delegata dalla locale Procura, i Carabinieri sono ritornati nel negozio e hanno proceduto al sequestro di tutte le mascherine presenti, per scongiurare la possibilità del protrarsi della speculazione. Le mascherine, consistenti in dispositivi FFP1 con o senza valvola, venivano rivendute al pubblico rispettivamente a 30,00 e 10,00 euro laddove, come appurato dai militari operanti, esse erano state acquistate dal negoziante a 4,92 e 0,90 euro, con rincari quindi tra il 500% e il 900%.
I Carabinieri della Tenenza, su incarico dell’Autorità Giudiziaria, stanno valutando come reimpiegare queste mascherine, che saranno donate a chi tutti i giorni silenziosamente combatte la guerra contro l’epidemia.




Siracusa. Covid-19, Mangiafico e Favara: "Dpi e buoni spesa, il Comune anticipi e stanzi"

Un impegno del Comune, con l’acquisto di dpi per gli operatori sanitari. Gli ex consiglieri Michele Mnagiafico e Gaetano Favara chiedono un intervento all’amministrazione comunale come risposta al disagio del personale medico, para-medico e infermieristico degli ospedali della provincia. ” In attesa che arrivi il materiale necessario da parte della Protezione civile nazionale-la proposta di Mangiafico e Favara-  chiediamo un impegno all’Amministrazione comunale di Siracusa: l’acquisto di 100 mila euro in dpi per gli operatori sanitari con fondi comunali, ivi compreso il fondo di riserva del Sindaco, l’anticipazione di 100 mila euro in buoni spesa per famiglie disagiate in attesa dell’arrivo dei fondi anticipati in conferenza stampa dal Presidente Conte, l’acquisto di ulteriori dpi con le indennità della Giunta quale segnale di estrema vicinanza al fronte di questa battaglia, con la consegna “brevi manu” quale segnale di sostegno e incoraggiamento e la destinazione della Casa del Pellegrino a foresteria per medici, para-medici e infermieri al fine di alleviare lo stress frutto del rischio di contagio ai propri familiari”. “Abbiamo il dovere, come comunità, di proteggere al massimo delle nostre possibilità le persone più direttamente impegnate a difesa della nostra salute. Tutti gli operatori sanitari di tutti i reparti. Perché non sarà sfuggito a nessuno che il problema non è solo nella trincea delle “Malattie infettive”, del “Pronto Soccorso”, della “Rianimazione” e del reparto “Covid”, ma in tutti i reparti il personale è a rischio contatto col virus, come ha dimostrato Cardiologia, come potrebbe emergere da altri reparti dove il personale ha già fatto tamponi. – concludono – L’istituzione locale e la comunità nel suo complesso difenda intanto con mezzi propri il fronte della lotta al nuovo Coronavirus.”