Covid-19: "Tamponi ai sanitari e alle forze dell'ordine", pressing della Fsi Usae sulla Regione

“Servono nuove disposizione. Per un paziente intubato e collegato settimane ad un respiratore, con un quadro clinico compromesso, la possibilità d’intervento è ridotto”. La Fsi-Usae Sicilia Federazione Sindacati Indipendenti scrive al presidente della Regione, Nello Musumeci e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, chiedendo un cambio di passo. Il segretario regionale del sindacato Calogero Coniglio parla della necessità di agire per evitare il  collasso del sistema sanitario regionale, già messo a dura prova. “Il respiratore – l’opinione del sindacato- deve essere l’ultimo supporto. E’ stato ripetuto più volte di rimanere a casa in presenza di febbre e tosse per limitare l’afflusso di persone in ospedale, perché non ci sono abbastanza letti ma ciò non è sufficiente per fermare il virus.E’ necessario l’impiego dei tamponi secondo una strategia mirata, testando gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, considerati i casi di contagio che già si sono verificati in tali settori, le persone dichiarate ufficialmente rientrate dal Nord e le persone che lavorano autorizzate dal decreto “Cura Italia” in quei settori vitali per l’economia della regione, in modo da fare lavorare chi è negativo e fare stare a casa chi è positivo. Dedicare unità mobili per raggiungere tali cittadini presso le proprie abitazioni ed effettuare i tamponi domiciliari per diagnosticare l’eventuale positività al Covid-19 con personale dedicato, ricorrendo ad assunzioni e nell’immediato con prestazioni aggiuntive al personale del Ssr – conclude Coniglio – Altrimenti il crollo socio-economico regionale è dietro l’angolo.




Siracusa. Controlli a tappeto: impiegato anche il Reparto Prevenzione Crimine di Catania

Hanno dichiarato di essere diretti al Sert di Noto, struttura che al momento è chiusa. Per questo due uomini di 47 e 50 anni , avolesi, sono stati denunciati. Bloccati dalla polizia, durante i controlli in corso, hanno dato questa spiegazione, che è costata loro l’accusa di false attestazioni a pubblico ufficiale in atto pubblico. Ad Augusta un uomo di 42 anni è stato sorpreso fuori casa nonostante i domiciliari cui è sottoposto. A Priolo, gli uomini del locale commissariato, insieme al Reparto Prevenzione Crimine di Catania hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio ed hanno controllato 21 persone e 20 veicoli.




Coronavirus in ospedale, è bufera sull'Asp. La Cisl: "troppa superficialità"

Dopo i casi di sanitari positivi al coronavirus nei reparti di cardiologia e poi al pronto soccorso, è bufera sull’Asp di Siracusa.
“Immediata sospensione della disposizione di servizio inviata giovedì scorso, 26 marzo, dal direttore medico dei presidi ospedalieri Umberto I e Rizza e che autorizza il ricovero delle persone in attesa dell’esito del tampone in OBI o in MCAU: ovvero al pronto soccorso”. È la richiesta della Cisl, con il segretario generale Vera Carasi e il segretario generale del settore medici, Vincenzo Romano, che si rivolgono ai vertici dell’Asp provinciale.
“La nostra vicinanza al primario del pronto soccorso e al personale coinvolto da ieri non può bastare. Troppe incongruenze nella gestione dell’emergenza. Se il piano aziendale redatto e in via di graduale attuazione aveva disposto che i pazienti non critici fossero, comunque, seguiti, in reparto dedicato, da personale dell’Unità di Malattie infettive, non comprendiamo una disposizione che ha messo a rischio il pronto soccorso.
I pazienti che vengono definiti come ‘caso suggestivo’, eseguito il tampone orofaringeo e in attesa dell’esito, dovranno essere ricoverati al pronto soccorso e dotati di mascherina, guanti in lattice, distanziati dagli altri pazienti di almeno due metri e ‘ove possibile’ divisi da un paravento.
Qui siamo di fronte ad un evidente atto di superficialità – sottolineano Carasi e Romano – Un provvedimento adottato in maniera inspiegabile e che non tutela il personale sanitario e gli stessi cittadini. Chiediamo che si rispetti quanto previsto nel piano aziendale. Si utilizzino gli spazi di isolamento preparati anche per i casi non critici. Si attivi, da subito, l’ultimo piano dell’ala vecchia dell’Umberto I e altri reparti attualmente non operativi, per isolare il personale costretto alla quarantena ed evitare così che gli stessi possano essere ulteriore catena di contagio in famiglia. Ci chiediamo – concludono Vera Carasi e Vincenzo Romano riferendosi all’ordine di servizio che, da qualche giorno, sta portando al pronto soccorso e ai centri Covid della provincia medici da altri reparti – se già adesso si assume una strategia estrema, ovvero si attinge alle riserve mediche provenienti da discipline chirurgiche (otorini, oculisti, urologi) con competenze sicuramente non adeguate al compito, cosa avverrà se la situazione dovesse evolvere in peggio. Siamo ancora in tempo per programmare ed arruolare personale qualificato. Ci si muova subito”.
Anche la Cgil muove all’attacco dell’Asp. “Avevamo lanciato l’allarme e purtroppo si è verificato quanto temevamo: personale del pronto soccorso contagiato”. È furioso il segretario, Roberto Alosi, dopo la notizia di 3 medici contagiati e 5 infermieri che hanno appena fatto il tampone per via dei sintomi che riportavano. “L’Asp avrebbe dovuto provvedere alla continua sanificazione dei locali, tanto più che non c’è separazione fra i pazienti per sospetto contagio e quelli per altra causa; sanificazione che invece non viene fatta o perlomeno non nel modo corretto. E quando l’Azienda afferma di eseguire tutto il protocollo previsto per il Covid 19, mente sapendo di mentire. Così come mente quando afferma che i tamponi sono stati effettuati su tutto il personale dell’ospedale: fino ad oggi non sono stati eseguiti nemmeno su tutto il personale del pronto soccorso, che non è dotato nemmeno delle adeguate protezioni. Se fosse stato possibile, avremmo presidiato il pronto soccorso, ma in questo momento storico le rivendicazioni sindacali a tutela dei diritti non possono essere che verbali. E dunque rinnoviamo la richiesta di intervento immediato della magistratura, prima che questa situazione già allarmante non diventi tragica non solo per tutto il personale sanitario ma per tutta la cittadinanza”.




Siracusa. Coronavirus, positivo il primario del Pronto Soccorso: preoccupazione per altri sanitari

Positivo al Coronavirus anche il primario del Pronto Soccorso dell’ospedale Umberto I. Il tampone effettuato ha reso evidente l’avvenuto contagio, in giornate particolarmente intense nel nosocomio di via Testaferrata per la problematica gestione dell’emergenza Covid-19 , con una serie di lacune in termini anche l’indisponibilità di dispositivi di protezione, dato che rappresenta un ulteriore rischio a cui medici e infermieri  sono continuamente esposti. La preoccupazione riguarderebbe diversi operatori sanitari. Secondo indiscrezioni- fonti ospedaliere- sarebbero risultati positivi anche una dottoressa dell’Area Covid e due operatori sanitari dell’Umberto I.




Siracusa. Coronavirus, sanitari positivi al Pronto Soccorso: "sanificato ed operativo"

Il Pronto Soccorso dell’Umberto I è e rimane aperto ed operativo. La precisazione arriva dall’Asp di Siracusa dopo la notizia della positività al covid-19 del primario e di altri sanitari. “Tutti i locali degli ospedali dell’Asp di Siracusa vengono sottoposti a sanificazione nel caso in cui personale sanitario risulti positivo al tampone. Anche il personale asintomatico viene sottoposto a tampone. In atto la situazione è sotto controllo e a tal proposito si ribadisce ancora una volta ai cittadini la necessità di ricorrere al pre-triage in caso di sindrome influenzale, evitando col proprio senso civico il rischio di potere infettare personale sanitario e altri pazienti”.
L’operatività del reparto di emergenza viene assicurata “grazie all’impiego di altro personale che verrà trasferito da altri reparti dello stesso presidio per sostituire i colleghi ricoverati o posti in quarantena in qualsiasi reparto, dalle cardiologie ai pronto soccorso”.




Siracusa. Covid-19, Unità Speciali per chi è in isolamento e quarantena: 40 medici in campo

Unità speciali di Continuità Assistenziale per la Sorveglianza Sanitaria dei cittadini in isolamento volontario o in quarantena. Le ha istituite l’Asp di Siracusa, in ottemperanza al decreto legge  del 9 marzo e alle direttive regionali.
Le Unità speciali intervengono su richiesta del medico di medicina generale, del pediatra di libera scelta, del medico di guardia medica o del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda.
Per la composizione delle USCA l’ASP di Siracusa ha interpellato i medici inseriti nelle graduatorie regionali e aziendali per la medicina generale, o iscritti al corso di formazione in medicina generale, anche attraverso il fattivo contributo dell’Ordine dei Medici. All’avviso hanno risposto più di 40 medici e questo ha consentito di creare al momento 6 unità così suddivise: 2 per il Distretto di Siracusa, 2 per il Distretto di Noto, 1 per Lentini e 1 per Augusta.
Compito principale delle equipe è la gestione domiciliare dei pazienti in isolamento con possibile infezione da Coronavirus già conosciuti dall’Azienda o che vengono segnalati dal proprio medico di fiducia sia asintomatici o perché presentano una sintomatologia che depone per il sospetto di infezione; l’attività svolta oltre a quella clinica potrà comportare l’esecuzione del tampone necessario per la diagnosi.
Nel caso di assenza di sintomi o di una sintomatologia lieve, i pazienti vengono monitorati giornalmente con il triage telefonico e qualora alla visita domiciliare la sintomatologia sia indicativa di un impegno polmonare o peggiori nel corso del monitoraggio, viene attivato il servizio 118 per il conseguente ricovero ospedaliero.




Commercianti cinesi donano ai cassibilesi 3.000 mascherine: "sono nostri veri amici"

Bel gesto di una famiglia di imprenditori cinesi da anni residente a Cassibile: hanno donato agli abitanti 3.000 mascherine. Quasi introvabili sul mercato, sono state distribuite quasi porta a porta e fino ad esaurimento dai volontari della Fratres che hanno collaborato alla riuscita dell’iniziativa.
La famiglia cinese dei Chen da diverso tempo è presente a Cassibile con un negozio nella centrale via Nazionale. La titolare è per tutti Silvia, italianizzazione del suo nome. Non appena reperite le mascherine, le hanno messe gratuitamente a disposizione di Cassibile, all’interno di scatoloni con il tricolore disegnato e la scritta “Andrà tutto bene”.
A seguire le operazioni anche Paolo Romano, ex presidente della circoscrizione. “Ringrazio Silvia e la sua famiglia per il bellissimo gesto di solidarietà e la vicinanza dimostrata a noi cassibilesi. E’ nella difficoltà che si vedono i veri amici ed i Chen si sono mostrati tali. Un gesto che non dimenticheremo”. La distribuzione delle mascherine è stata completata in tarda mattinata.




Coronavirus, Palazzolo spegne le luci: "coi risparmi soldi per le famiglie"

L’emergenza coronavirus rischia di mettere in ginocchio anche i Comuni e quelli della provincia di Siracusa non fanno certo eccezione. Entrate praticamente azzerate, tributi rimandati ma spese per stipendi e servizi da garantire. Le casse non hanno liquidità infinita e la paura che i conti possano saltare è dietro l’angolo.
Palazzolo Acreide anticipa il problema e corre ai ripari con una iniziativa particolare. La giunta sta preparando una delibera con cui si “spengono” le luci della cittadina montana. Nelle ore serali, quando cala l’oscurità, gli impianti di illuminazione pubblica rimarranno spenti in quasi tutta Palazzolo. In fondo, ai cittadini è già fatto divieto di uscire, se non per ragioni strettamente necessarie.
“Decideremo di oscurare Palazzolo per risparmiare qualcosa come 700 euro al giorno di energia elettrica. Soldi che destineremo interamente, com variazione di bilancio, alle nuove famiglie indigenti, piegate e messe in difficoltà dalla crisi nata con l’epidemia di covid-19. E faremo così questo fin quando non finirà l’emergenza o fin quando non avremo un aiuto da parte dello Stato”, dice chiaro il sindaco, Salvo Gallo.
“Ci garantiamo un risparmio perchè altrimenti non potremo aiutare i palazzolesi da qui a breve. Per la sicurezza, faremo le ronde di vigilanza la sera ed io in primis con i volontari. Tanto da casa non si può uscire”, aggiunge il primo cittadino. “Fin quando non avremo risposte concrete dal governo, faremo così. Quando avremo certezza economica di poter affrontare tutte le spese, torneremo ad illuminare la sera Palazzolo. Per ora, luci spente e soldi a chi rischia senza colpa di ritrovarsi fuori da tutto”.




Siracusa. Spesa solidale al supermercato, i volontari dalla parte della Caritas

Nei momenti di emergenza, c’è chi non esita un istante a schierarsi dalla parte di chi è in difficoltà. Come i volontari della cooperativa sociale Insieme di Siracusa.
Da diversi giorni è possibile notarli all’ingresso di alcuni supermercati della città. Indossano le pettorine della Caritas, con cui collaborano. E invitano chi fa la spesa, con le precauzioni del caso, a donare alimenti per chi si trova in condizioni di indigenza.
“Una iniziativa nata pur supportare le attività di distribuzione di generi alimentari condotte dalla Caritas diocesana”, spiega Nando De Paola, una delle anime della cooperativa sociale Insieme.
Tra i primi supermercati ad aprire le porte ai volontari, i Conad di viale Epipoli e di via dell’Olimpiade. Ma l’elenco sta allungandosi e già da lunedì altri punti vendita metteranno postazioni a disposizione dei volontari mentre alcune insegne discount hanno già donato diverse spese all’iniziativa.
“Chiediamo di acquistare prodotti specifici per bambini o a lunga conservazione e di consegnarli ai volontari della cooperativa sociale Insieme, preposti alla raccolta degli stessi dinanzi alle entrate/uscite dei supermercati”, spiegano a conferma dalla Caritas.




Coronavirus, prezzi al rialzo? Disposti controlli su filiera dei prodotti agroalimentari

Su disposizione del governatore Nello Musumeci, da domani il Nucleo operativo per la sicurezza agroalimentare del Corpo forestale della Regione Siciliana inizierà nelle province dell’Isola controlli a campione sui prezzi dei prodotti del settore.
“Un’operazione – spiega il presidente Musumeci – che tende a tutelare il consumatore in un momento in cui, a causa dell’emergenza provocata dal Coronavirus, c’è stata purtroppo una ingiustificata corsa collettiva per riempire le dispense. Non vorremmo che qualcuno ne abbia approfittato per operare inammissibili rincari e vigileremo affinchè ciò non accada e per colpire, eventualmente, i trasgressori”.
Gli uomini della Forestale, guidati da Luca Ferlito, opereranno sia sulle piattaforme della grande distribuzione, sia in diversi punti vendita.

foto: ilfattoalimentare.it/Regione Siciliana