Siracusa. Pensioni in anticipo, assalto agli Uffici Postali: lunghe code davanti agli sportelli

Lunghe code anche oggi davanti agli uffici postali della città. E’ così da ieri, per via di quanto disposto per il ritiro delle pensioni, accreditate in anticipo, cosi’ come accadrà fino a giugno, nell’ambito delle misure di contenimento del contagio da coronavirus. Visto che  per i pensionati che non hanno l’accredito sul conto corrente l’assegno sarà pagato con queste modalità, e in giornate scaglionate, in ordine alfabetico, sono numerosi gli anziani che si stanno accalcando. Trascorrono ore fuori dagli uffici in attesa e non sempre rispettando la distanza minima tra l’uno e l’altro di un metro o gli altri comportamenti a tutela della propria e dell’altrui salute. In base a quanto stabilito dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo d’accordo con Poste Italiane,  le pensioni del mese di aprile sono state accreditate ieri per i titolari di un libretto di risparmio, di un conto BancoPosta o di una Postepay Evolution. I titolari di carta Postamat, Carta Libretto o di Postepay Evolution potranno prelevare i contanti da oltre 7.000 Atm Postamat, senza bisogno di andare presso uno sportello. Intanto, in coda, le temperature non aiutano di certo i pensionati a vivere bene l’interminabile attesa. C’è caos, c’è tensione. Una scena, quella che mi mostriamo, che fotografa la mattinata di oggi davanti agli uffici di viale Zecchino, ma che ne ricalca altre, analoghe, in altre sedi del territorio. Ma un altro aspetto che salta all’occhio è l’incremento del traffico in città. Ci sono auto in giro, ci sono persone, come se l’emergenza fosse stata superata, proprio nel momento in cui, al contrario, le misure si sono fatte più stringenti proprio per la necessità di mettere un argine al contagio del Covid-19.




Siracusa. Coronavirus, morire senza sacramenti: l'arcivescovo e il sindaco in preghiera per le vittime

Pellegrinaggio al cimitero per pregare per i malati di coronavirus morti senza il conforto dei parenti e senza sacramenti. Anche a Siracusa, il Venerdì della Misericordia della Chiesa è stato celebrato in questo modo. L’arcivescovo, Monsignor Salvatore Pappalardo e il sindaco, Francesco Italia hanno raggiunto alle 11.00 il cimitero di Siracusa per un momento di raccoglimento e benedizione, per affidare alla misericordia del Padre tutti i defunti di questa pandemia, nonché  esprimere anche in questo modo la vicinanza della Chiesa a quanti sono nel pianto e nel dolore. Il pastore della Chiesa siracusana . Dopo la lettura di un passo del Vangelo, Monsignor Pappalardo e il sindaco hanno recitato il Padre Nostro, in diretta streaming. “L’immagine dei mezzi militari, che trasportano le bare verso i forni crematori, rende in maniera plastica la drammaticità di quello che il Paese vive – si legge nella nota della CEI -. Per il rispetto delle misure sanitarie, tanti di questi defunti sono morti isolati, senza alcun conforto, né quello degli affetti più cari, né quello assicurato dai sacramenti. Le comunità cristiane, pur impossibilitate alla vicinanza fisica, non fanno mancare la loro prossimità di preghiera e di carità. Tutti i giorni i sacerdoti celebrano la Santa Messa per l’intero popolo di Dio, vivi e defunti. L’attesa è per la fine dell’emergenza, quando si potrà tornare a celebrare l’Eucaristia insieme, in suffragio di questi fratelli“.




"La Renault 4 dei francesi è a Noto" : è un fotomontaggio, la fake scatena l'ira sui social

E’ certamente uno dei simboli di questo periodo. La vecchia Renault 4 più famosa d’Europa, qualche giorno fa, è stata al centro delle cronache nazionali, non solo perchè in coda per i traghetti e poi in viaggio per la Sicilia, ma anche per le modalità di gestione del bagagliaio e dei suoi passeggeri. Qualcuno ha giurato di avere visto quell’auto a Noto. La “prova” fornita sarebbe una foto. L’ira sui social si scatena, la paura, altrettanto. E mentre tutto questo accade, c’è qualcuno che certamente se la ride. E’ un fotomontaggio. Nè più, nè meno che un fotomontaggio. I passeggeri di quell’auto sono in quarantena obbligatoria. Ma ripercorriamo la vicenda. Dopo una serie di congetture, che poi si sono rivelate sbagliate, il giorno il cui si scatenò in maniera plateale l’ira del sindaco di Messina, Cateno De Luca, era stato accertato che a bordo del mezzo viaggiavano degli artisti di strada francesi, già in Italia quando tutto è stato bloccato. In realtà quell’auto è anche la loro casa, ma avendo bisogno di un tetto per osservare le prescrizioni che impongono di non uscire se non per giustificati motivi, stavano raggiungendo (ed hanno poi raggiunto) amici che potevano dare loro la necessaria ospitalità. Adesso stanno osservando la quarantena obbligatoria.




Emergenza Coronavirus, il Comune chiama a raccolta tutte le associazioni

Il Comune alla ricerca di associazioni di volontariato ed Onlus che vogliano dare il proprio supporto per affrontare l’emergenza Coronavirus, a sostegno delle associazioni di protezione civile. Palazzo Vermexio ha pubblicato un avviso, con l’obiettivo, illustrato dal sindaco, Francesco Italia e dall’assessore alle Pari Opportunità Sociali, Alessandra Furnari, di “ampliare, grazie alle associazioni che aderiranno, il supporto e l’ausilio di natura sociale ed organizzativa alla cittadinanza nella gestione delle attività quotidiane compromesse, o comunque rese difficoltose, a causa dell’emergenza sanitaria in atto e delle relative misure restrittive dirette a limitarne la diffusione”. “L’idea di avviare un percorso collaborativo finalizzato ad un’azione sinergica delle associazioni con l’ente nasce sia dalla consapevolezza che al momento i nostri cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più deboli, manifestano necessità diverse; sia dall’aver avuto conferma che a Siracusa esistono numerose realtà associative che, anche in questo momento così difficile, sono pronte a dare una mano a chi si trova in difficoltà. Con questo avviso- concludono Italia e Furnari- ampliando la collaborazione con associazioni diverse da quelle di Protezione civile che fin dal primo momento hanno fornito il loro supporto e che ringraziamo ancora una volta, speriamo di poter rispondere a tutte le esigenze che di giorno in giorno ci vengono rappresentate dai cittadini”.




Palazzolo vs Canicattini? Colpa della cassa continua…

Un problema con la cassa continua dell’Unicredit di Canicattini, il Dpcm sulle restrizioni legate agli spostamenti, quindi il divieto di superare i confini del proprio comune di residenza se non per comprovate ragioni di necessità, lavorative o di salute. Su tutto questo, l’emergenza Coronavirus. Sono gli ingredienti di una polemica che si è sviluppata nelle scorse ore e che ha visto contrapposti i comuni di Canicattini da una parte , di Palazzolo dall’altro. Visti i problemi riscontrati nella cassa continua del centro retto dal sindaco Miceli, l’idea lanciata era quella di poter effettuare le operazioni nel vicino borgo di Palazzolo. “No”, la risposta del sindaco, Salvo Gallo. Sembrava, tuttavia, che tra i due primi cittadini si fossero creati momenti di tensione. Al centro, una telefonata nel corso della quale sarebbe sembrato, questo quanto poi è circolato su Facebook, che Gallo non volesse mettere il proprio territorio a rischio, visti i casi di Covid-19 riscontrati a Canicattini. Oggi Gallo spiega, invece, le ragioni della sua presa di posizione. “L’ Unicredit – argomenta il primo cittadino di Palazzolo- è un’istituto bancario privato e nel settore è un colosso in Europa, guadagna interessi e commissioni suĺla clientela. L’istituto bancario ha l’obbligo di inviare giornalmente i portavalori per svuotare e rendere funzionale la cassa continua, assicurando i servizi bancari alle comunità servite , così come previsto dal DPCR del Presidente del Consiglio. Le parole che ho detto al telefono al sindaco di Canicattini Bagni non sono state quelle riportate nel post. Da responsabile di filiale di un un’istituto bancario , ho suggerito quello che avrebbe dovuto fare nell’immediatezza e all’eventuale diniego dell’Unicredit di assicurare il funzionamento della cassa continua fare intervenire il Prefetto in modo da garantire il servizio e l’ordine pubblico, poi se è stato riportato altro, fa parte dell’isteria del momento. Aggiungo ancora, a prescindere dal divieto DPCR che impedisce di uscire dai propri Comuni di residenza se non per particolarissime esigenze, esporre i correntisti dell’Unicredit all’elevato rischio di rapine sulla Maremonti non è solo un problema di sicurezza pubblica ma anche un’azzardo. Non esiterò mai ad aiutare i fratelli cittadini di Canicattini Bagni , se dovessero presentarsi emergenze sanitarie, di farmaci, di acqua, di mezzi o di qualsiasi altra cosa. Aizzare su i social due comunità da sempre in fratellanza per un disservizio causato da un colosso bancario europeo è veramente sbagliato soprattutto in un momento così grave e pieno di incognite”.




Siracusa. Coronavirus, ci sono anche i primi guariti. Due trattati con il Tocilizumab

“Sei pazienti sono stati dimessi dal reparto Malattie Infettive dell’ospedale Umberto I di Siracusa perché guariti clinicamente dal covid-19. Due guariti anche sierologicamente, trattati con Tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide secondo il protocollo disposto dall’Assessorato regionale della Salute, ed hanno fatto rientro a casa”.
È il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Salvatore Lucio Ficarra, insieme all’infettivologa Antonella Franco, a comunicare anche l’interessante dato sui guariti, durante la conferenza stampa via web assieme al sindaco di Siracusa Francesco Italia organizzata da Assostampa, moderata dal giornalista Prospero Dente e con la partecipazione interattiva di 14 testate giornalistiche accreditate.
“Occorre stare a casa e avere fiducia nel grande impegno di tutti, operatori della sanità e di ogni istituzione. Il momento è straordinario, occorre evitare allarmismi e seguire tutte le disposizioni ministeriali e assessoriali. E ne usciremo”.
Un pensiero particolare il direttore generale ha rivolto a tutti gli operatori sanitari che stanno gestendo una situazione così straordinaria. Un particolare ringraziamento viene indirizzato dall’Asp di Siracusa ai tantissimi benefattori che stanno facendo arrivare all’azienda, in un momento di grande difficoltà, migliaia di mascherine ed altri dispostivi di protezione, utili, ad integrazione di quelli forniti dalla Protezione civile, a garantire innanzitutto adeguata protezione al personale sanitario e apparecchiature come ventilatori che vanno ad arricchire di strumentazione le singole postazioni per la cura dei pazienti nei reparti attrezzati per l’emergenza Covid negli ospedali di Siracusa, Augusta e Noto. “Lo spirito liberale che c’è a Siracusa – ha detto Ficarra – è formidabile e commovente”.
Rispondendo alle domande dei giornalisti il direttore generale ha manifestato apprezzamento per la decisione dell’Assessorato di accreditare il laboratorio analisi dell’ospedale Umberto I di Siracusa che già dalla prossima settimana, non appena arriveranno le apparecchiature già richieste, consentirà assieme ai laboratori privati accreditati, di ottenere in meno di 24 ore i risultati dei tamponi.
I ritardi segnalati da alcuni cittadini riguardo ai referti, infatti, sono addebitabili alle criticità dei laboratori accreditati di altre aziende alle quali ha dovuto fare riferimento fino ad oggi l’Asp di Siracusa. Grazie al provvedimento assessoriale nei prossimi giorni sarà possibile gestire in proprio tamponi e referti azzerando i precedenti tempi di attesa. Ha inoltre sottolineato l’impegno del Dipartimento di prevenzione e di tutti i dirigenti medici coinvolti nell’Unità di crisi aziendale ed ha illustrato la programmazione per l’emergenza Covid, con posti letto per meno gravi e di terapia intensiva sufficienti alle necessità del momento, in evoluzione a seconda delle necessità che via via si andranno presentando. Ha infine rivolto un ulteriore appello agli anestesisti in pensione di farsi avanti considerato che l’attuale normativa consente di riassumerli.




Siracusa. La prima rata della Tari slitta a maggio, "sette rate per pagare"

La prima rata della Tari slitta a maggio. Ad anticipare la decisione del Comune di Siracusa è il sindaco, Francesco Italia, nel corso di una conference call sui social, organizzata dal segretario dell’Assostampa Siracusa, Prospero Dente, insieme ai giornalisti siracusani.
“Attendo il parere dei revisori dei conti – ha specificato il primo cittadino – in ogni caso aggiungo che sarà possibile pagare in sette rate, in modo da alleggerire i contribuenti  siracusani che, come tutti, stanno attraverso un periodo difficile. Però faccio appello ai contribuenti più facoltosi di fare uno sforzo per la comunità, pagando l’imposta in un’unica soluzione”.
Anche a Noto, l’amministrazione comunale guidata da Corrado Bonfanti ha deciso di far slittare in avanti le scadenze per il pagamento delle imposte locali.




Siracusa. Coronavirus: 72 positivi in provincia (28 i ricoverati): in Sicilia 414 in ospedale

I contagiati in provincia sono 72, i ricoverati 28. I dati li ha forniti questa mattina il direttore generale dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra. In Sicilia dall’inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 9.658. Di questi sono risultati positivi 1.164 (170 più di ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.095 persone (+159 rispetto a ieri).
Sono ricoverati 414 pazienti, di cui 68 in terapia intensiva, mentre 681 sono in isolamento domiciliare, 36 guariti e 33 deceduti (due in provincia di Siracusa)




Siracusa. Coronavirus, l'attesa per il tampone: svela ex consigliere, "avvisano solo se positivo"

“È possibile che un soggetto sottoposto a tampone debba ricevere riscontro solo se l’esito risulta positivo? Ed è possibile ancora che a distanza di un mese dalla dichiarazione di pandemia, nessun laboratorio delle strutture pubbliche di Siracusa esegua l’esame dei tamponi, obbligando i siracusani ad
attendere il risultato per più di cinque giorni?”. Sono gli interrogativi che pone pubblicamente l’ex consigliere comunale di Siracusa, Ferdinando Messina.
La sua è una di quelle storie personali che si intrecciano con la Sovrintendenza di Siracusa, dove lavora e dove ha condivisivo le sue giornate con i vertici del Parco archeologico e del museo Paolo Orsi. La recente morte del direttore Calogero Rizzuto e ieri quella della sua collaboratrice Silvana Ruggeri hanno allarmato molti tra dirigenti e funzionari della Sovrintendenza e non è un mistero che alcuni siano risultati positivi al coronavirus.
“Questa mattina mi sono recato volontariamente, avendo atteso per più di due settimane la chiamata dell’Asp, presso il pre-triage dell’ospedale Umberto I di Siracusa, per chiedere di essere sottoposto all’esame del tampone per accertare l’eventuale positività al covid-19”, racconta ancora Ferdinando Messina.
“L’ho fatto anche alla luce dei numerosi casi di contagio, noti anche a mezzo stampa, che hanno coinvolto i dipendenti della Soprintendenza e del Parco Archeologico di Siracusa, con i quali ho condiviso fino a fine febbraio le mie giornate lavorative. Concluso l’esame, la gentile e professionale infermiera lasciata sola nella postazione pre-triage mi ha informato che avrei ricevuto una telefonata entro cinque giorni da parte dell’Asp di Siracusa ma solo in caso di positività. Altrimenti potrei anche non ricevere nessuna telefonata qualora l’esame risultasse negativo”.
Una metodologia che l’ex consigliere comunale mostra di non gradire. “Orbene, è possibile che un soggetto sottoposto ad esame debba ricevere riscontro solo se l’esito risulta positivo? E’ come se effettuata una radiografia, l’esito viene comunicato solo se riscontrata
la frattura”.




Emergenza coronavirus, piano della Regione: terapia intensiva, 30 posti per Siracusa

La Regione lancia un piano da 2.800 posti letto – 600 di terapia intensiva – tutti interamente dedicati all’epidemia Covid-19. E’ la strategia messa in atto dal governo Musumeci che, nella peggiore delle situazioni epidemiolgiche, si prepara a garantire assistenza a circa 7mila contagiati.
Attualmente, in Sicilia, i pazienti contagiati in terapia intensiva sono 67 su un totale di 337 ricoverati e al momento, sulla base delle analisi effettuate sull’andamento del virus nell’Isola, l’ipotesi prospettata nel Piano è ancora remota. La proiezione, tuttavia, si rifà alle condizioni di estremo sofferenza sul modello di quanto avvenuto in alcune aree del Nord Italia.
Si sta procedendo per step: attualmente sono attivi 213 posti di terapia intensiva e 800 posti letto di degenza ordinaria distribuiti su tutto il territorio regionale. La strategia messa in atto dal governo regionale assicura, entro il 20 aprile, di disporre di 587 unità di terapia intensiva e 2.798 posti letto, tutti riservati ai pazienti che potrebbero contrarre il Covid-19, che vanno ad aggiungersi alla dotazione già esistente.
Questo il dato della distribuzione provinciale dei posti letto prevista entro il 10 aprile: Palermo, 298; Catania, 390; Messina , 334; Agrigento, 113; Caltanissetta, 139; Enna, 120; Ragusa, 130; Siracusa, 98; Trapani, 55.
Questo il dato della distribuzione provinciale dei posti letto entro il 20 aprile: Palermo, 674; Catania, 692; Messina, 458; Agrigento194; Caltanissetta, 155; Enna, 150; Ragusa, 170; Siracusa, 160; Trapani, 145.
Questo il dato della distribuzione provinciale dei posti letto di terapia intensiva entro il 10 aprile: Palermo, 128; Catania, 112; Messina, 83; Agrigento, 15; Caltanissetta, 26; Enna, 20; Ragusa, 20; Siracusa, 20; Trapani, 35.
Questo il dato della distribuzione provinciale dei posti letto di terapia intensiva entro il 20 aprile: Palermo, 162; Catania, 128; Messina, 111 Agrigento, 23; Caltanissetta, 36; Enna, 22; Ragusa, 40; Siracusa, 30; Trapani, 35.
Va evidenziato, per maggiore chiarezza e ulteriore precauzione, al fine di garantire l’effettiva messa in atto del Piano che laddove la Protezione civile nazionale dovesse ritardare nella consegna di tutte le componenti elettromedicali, le stesse potranno essere reperite attraverso l’utilizzo delle stesse tecnologie presenti nelle sale operatorie non utilizzate, così come sperimentato in Lombardia.

foto Avvenire.it