Siracusa. Sulle mascherine è scontro a distanza tra i medici di famiglia e l'Asp

Tra medici di famiglia, pediatri di libera scelta ed Asp di Siracusa è scontro a distanza sui dispositivi di protezione individuale, ed in particolare le mascherine. Nei giorni scorsi, le segreterie provinciali della Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg) e dei Pediatri (Fimp) avevano inviato una nota congiunta di diffida alla Prefettura, alla Protezione Civile e per conoscenza all’Azienda Sanitaria. A causa della mancata fornitura di mascherine e dpi, Fimmg e Fimp declinavano “ogni responsabilità per danni (da covid-19, ndr) arrecati a terzi dai propri iscritti”, ritenendo invece responsabile l’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa.
Una posizione che non è andata giù al direttore generale dell’Asp. “Spiace ricevere una simile lettera da chi, invece di collaborare con le istituzioni, cerca esclusivamente di tenersi lontano da responsabilità civili e penali, anzichè assumersi quelle morali e deontologiche”, scrive il manager Salvatore Lucio Ficarra. “I medici di Medicina generale ed i pediatri di libera scelta non sono dipendenti dell’Asp ma si tratta di liberi professionisti”, aggiunge. Non essendoci pertanto un rapporto di lavoro diretto, “resta in capo a ciascuno dei professionisti approvvigionarsi dei dpi e di quanto necessario per proteggere sè e gli altri dall’infezione coronavirus”. Il direttore dell’Asp anticipa poi controlli negli studi dei medici, per verificare il rispetto delle normative vigenti.
Il segretario della Fimmg di Siracusa, Giovanni Barone, si mostra sorpreso “dal tono aggressivo usato nei confronti dei medici di Medicina Generale, come se non volessimo fare la nostra parte in questo difficile momento”. Barone non lo conferma espressamente, ma molti colleghi hanno pesato come esagerata ed esasperata la reazione dell’Asp. “Questi presidi di protezione purtroppo non si trovano. L’assessore regionale alla Salute ha detto che, se arriveranno, saranno distribuiti anche ai medici di famiglia. Ed alla fine questo era quello che avevamo chiesto in più di una occasione. Vorremmo solo poterci difendere. Siamo in prima linea ed accettiamo con dedizione la responsabilità verso i nostri pazienti”.
Gli studi medici rimangono infatti aperti, “ma con tutte le precauzioni del caso come disposto dalle norme vigenti”, ricorda Barone. Così, ad esempio, in caso di sintomi influenzali potenzialmente sospetti, scatta il pre-triage telefonico con contatti continui tra medico e paziente. In caso di peggioramento, il medico di famiglia coordina il passaggio del caso al 118 ed alla struttura sanitaria di emergenza-urgenza. “Seguiamo scrupolosamente le norme e teniamo anche alla protezione nostra e dei nostri collaboratori di studio. Senza dimenticare che i medici di medicina generale tornano anche loro ogni sera a casa dalle loro famiglie”.
Con una sua nota, intanto, l’Asp “si rimette al senso di responsabilità richiesto in questo momento di grande emergenza, invitando tutti a prendere atto con oggettività della carenza di dispositivi di protezione individuali, problematica che investe tutto il territorio nazionale”.

foto da igv.it




Rientrano in Sicilia i lavoratori siracusani bloccati a Villa San Giovanni: "ora quarantena"

Si sono imbarcati nella tarda mattinata i lavoratori siracusani bloccati da ieri sera a Villa San Giovanni. Tra le nuove disposizioni che “chiudono” la Sicilia e le norme di prevenzione del contagio da covid-19, si erano visti negata la possibilità di traghettare lo Stretto per fare rientro a casa.
Erano partiti dalla Lombardia, dalla provincia di Pavia, dove erano impegnati nella ricostruzione dello stabilimento di San Nazzaro de’ Burgondi, andato in fiamme lo scorso anno. Distribuiti a bordo di tre furgoni da nove posti, per garantire un’adeguata distanza gli uni dagli altri, e dotati di autodichiarazione, si erano messi in marcia alle 4 di martedì. L’azienda ha infatti comunicato che l’attività è sospesa e riprenderà a pieno regime quando la situazione si sarà normalizzata.
Per i lavoratori fuori sede, quindi, è stato disposto il rientro nei rispettivi domicili. Il siracusano Pino, uno dei 9, ci racconta dell’odissea che hanno vissuto. “Abbiamo avviato tutte le procedure, come previsto dalla legge- spiega- le comunicazioni regolari, le registrazioni, la trasmissione, da parte dell’azienda, dell’elenco dei nominativi di quanti sono destinati al rientro a casa. Abbiamo fatto 1.500 chilometri senza alcun problema. Una volta arrivati a Villa San Giovanni, però, l’azienda che gestisce i percorsi in traghetto per raggiungere la Sicilia, ci ha negato a lungo la possibilità di fare i biglietti. Nessuna spiegazione ci viene fornita su quello che dovremmo fare per poter tornare a casa. Il problema è paradossale e risiede nel tipo di mezzo che utilizziamo. Il furgone a nove posti, sebbene con sole tre persone dentro, a quanto pare, non può passare. Passano, tuttavia, le auto con cinque persone a bordo o i mezzi di trasporto promiscuo”.
Evidente la stanchezza dei lavoratori che hanno passato la notte nella speranza di poter attraversare lo Stretto. “Ci era stato addirittura consigliato di lasciare i mezzi e di traghettare a piedi. Ipotesi assurda, perchè una volta a Messina non sapremmo come muoverci e paradossalmente, nel caso in cui avessimo il virus sarebbe ancora più rischioso per tutti”.
Dopo fitte interlocuzioni, è finalmente arrivato il via libera per il loro rientro in Sicilia. “Alcuni di noi sono diretti a Siracusa, altri a Gela. Ci sono colleghi che devono tornare ad Augusta, a Palazzolo. Siamo in contatto con i nostri medici ed abbiamo organizzato le nostre quarantene. Io andrò in villetta, isolato, senza contatti con la mia famiglia. Gli altri faranno altrettanto. Ci atterremo scrupolosamente alle indicazioni. Però pensate che abbiamo attraversato tutta Italia e non ci ha fermato nessuno per un controllo. Mentre eravamo fermi a Villa San Giovanni, abbiamo continuato a misurarci la temperatura per scrupolo. Godiamo di ottima salute, ma con una stanchezza addosso che aumenta minuto dopo minuto. Presto sarà finita”.




Siracusa. Tornano i rifiuti per strada, l'emergenza fa dimenticare le regole

All’emergenza Coronavirus rischia di aggiungersi adesso anche una possibile emergenza rifiuti. Ma questa volta nessun indice da puntare contro nessuna istituzione. Se si verificasse una situazione del genere, la responsabilità sarebbe esclusivamente di alcuni cittadini. In molti sembrano aver dimenticato quanto previsto dalle regole della raccolta differenziata “porta a porta”, servizio che si svolge regolarmente . Sacchetti dell’indifferenziata, dunque, hanno fatto la loro comparsa in diversi luoghi della città, come se ci fosse bisogno di ulteriori rischi igienico-sanitari. A rischiare di più sono ovviamente gli operai di Tekra, ogni giorno al lavoro e adesso costretti anche a porre rimedio ad un comportamento incomprensibile.




"Io resto a casa": chi sta in piazza, chi esce con gli amici, chi sfrega "gratta e vinci"

“Ancora casi di evidente superficialità”. I carabinieri riassumono così la situazione riscontrata in tutta la provincia nelle scorse ore, nell’ambito dei controlli sul rispetto del decreto “Io resto a casa”. Capita così di individuare  tra Augusta, Melilli, Carlentini, Francofonte e Sortino  casi come quello di un soggetto sorpreso per strada mentre era intento a sfregare un “gratta e vinci” e quello di un altro soggetto che ha tentato di giustificarsi dicendo di essere di ritorno da un supermercato dopo aver fatto la spesa, pur non avendo all’interno dell’autovettura alcun genere alimentare; o ancora alcuni che, controllati in automobile, sono stati sorpresi insieme a persone non conviventi. Dei giovani minorenni sono stati sorpresi a chiacchierare tranquillamente in piazza o a circolare fuori dai comuni di residenza. I carabinieri colgono ulteriormente l’occasione per ricordare che “-gli unici spostamenti devono essere determinati da “comprovate esigenze lavorative”, “situazioni di necessità”, “motivi di salute” o il “rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.




Siracusa. Autolavaggio aperto, nonostante i divieti: denunciato il titolare, 2 mesi di stop

Il titolare di un autolavaggio è stato denunciato a Siracusa. A suo carico, richiesta anche la sospensione di due mesi dell’attività. Nell’ambito dei controlli quotidiani, la Polizia Municipale è intervenuta nella zona alta del capoluogo, per verificare il rispetto di quanto previsto dal Dpcm.
Il ricorso allo stratagemma della saracinesca abbassata per trequarti non è bastato ad eludere una verifica accurata da parte della pattuglia. Gli agenti hanno così potuto riscontrare come fosse in corso l’attività, eppure non tra quelle consentite dalle ultime norme governative.
Da qui la denuncia e la sospensione dell’attività.




Cucciolo salvato dai Vigili del Fuoco, era precipitato in un pozzo profondo 12 metri

Per salvare un cucciolo finito in fondo ad un pozzo, i Vigili del Fuoco non hanno esitato a calarsi fino a 12 metri di profondità. Nella stretta fenditura si è potuto calare un solo soccorritore, con l’imbracatura e le attrezzature del caso. Dopo una lenta risalita, è riapparso con il cagnolino in braccio. Nonostante la caduta, era in buone condizioni.
E’ stato riconsegnato ai proprietari che hanno seguito con il fiato sospeso l’intervento dei Vigili del Fuoco a Siracusa. E’ successo a Floridia.




Siracusa. Riscossione Sicilia: sospese nuove notifiche e termini versamento cartelle

Chiudono fino al 25 marzo gli sportelli di Riscossione Sicilia. Intanto, come previsto dal decreto Cura Italia, l’agenzia per la riscossione nelle province siciliane ha comunicato la sospensione delle attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione, fino al 31 maggio 2020. Differiti al 30 giugno i termini di versamento di tutte le entrate tributarie e non, derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di accertamento e addebito in scadenza nel periodo 8 marzo-31 maggio. Prorogata al 31 maggio la rata della rottamazione ter e del saldo e stralcio.

foto dal web




Siracusa. Coronavirus, oltre 360 autodenunciati rientranti dal Nord Italia

Sono  364  i cittadini che dai primi di marzo ad oggi si sono autodenunciati come rientranti da regioni del Nord Italia a Siracusa. I numeri sono quelli della Protezione Civile. Li fornisce l’assessore, Giusy Genovesi. Dati che sono stati trasmessi alla prefettura. I siracusani in questione sono stati posti tutti in quarantena. Oltre 600, invece, le telefonate arrivate al numero verde della Protezione Civile 800187500. I controlli proseguono senza soluzione di continuità in tutto il territorio. “Il rispetto delle norme non è facoltativo- ricorda l’assessore Genovesi- e se dovesse rendersi necessario, siamo pronti a richiedere l’intervento dell’Esercito per garantire che tutto sia svolto nel modo corretto”. L’appello dell’assessore alla Protezione Civile è quello di attenersi scrupolosamente alle norme, anche in casa, nei casi di quarantena”. L’assessore Genovesi sottolinea poi  un dato che ritiene importante e che riguarda i cantieri edili. “Nel decreto del presidente del Consiglio non esiste una norma specifica sul tema. Ricordo, tuttavia, agli operatori del settore e ai liberi professionisti che ci sono delle circolari che di fatto definiscono le modalità per le quali si può o meno mantenere attivo un cantiere. E’ nella responsabilità dei direttori dei lavori valutare se ci siano le condizioni che rispettino le norme del decreto. Stessa responsabilità a chi si occupa della sicurezza. Sono attività che raramente possono soddisfare quelle condizioni previste”.

 




Siracusa. Coronavirus, chiusi in casa: e i bambini? I pediatri: "riscopriamo il gioco"

Un vademecum per tutti i genitori che si trovano confinati in casa, insieme ai loro figli. Lo ha redatto la società italiana di pediatria (Sipps) per aiutare genitori a bambini in questo momento di forte disagio. Consigli e suggerimenti per riscoprire il valore del gioco. Con risorse limitate, con fantasia e un pizzico di buona volontà i genitori possono attuare un programma della giornata utile a stimolare i bambini nel loro sviluppo e a non farli annoiare. “Messaggi positivi per i bambini, non solo raccomandazioni e divieti”, spiega il pediatra siracusano Carlo Gilistro.
“Giochiamo insieme ai bambini in questi giorni in cui stiamo riscoprendo la famiglia. Giochiamo a scoprire come farci aiutare dai piccoli nelle situazioni quotidiane. Condividiamo le attività e usiamo la fantasia: fiocchi, nastri, palline di carta per giocare ed imparare il rapporto collaborativo tra persone. Leggiamo storie come fossimo attori, ascoltiamo musica e danziamo con loro”, dice ancora Gilistro sintetizzando i 10 consigli del vademecum.
Potete scaricare il vademecum per i genitori qui:
Gioca con i bimbi




Piano Covid-19, l'Asp chiarisce: "I posti letto al Trigona attivati all'occorrenza"

“Saranno attivati man mano che se ne dovesse manifestare la necessità i posti letto previsti all’ospedale Trigona di Noto per l’emergenza Covid-19”. La precisazione arriva dal direttore generale dell’azienda sanitaria provinciale, Salvatore Lucio Ficarra, che così replica ad alcune polemiche divampate in questi giorni , soprattutto attraverso i social. “Il Piano Covid-19 dell’azienda- spiega il general manager- è stato ben interpretato dal sindaco, Corrado Bonfanti. Vuol dire che con la stessa logica degli altri ospedali della provincia, i 36 posti letto previsti all’ospedale Trigona di Noto saranno attivati man mano che se ne manifestasse la non auspicata necessità, mentre sono in fase di attivazione, non appena arriva personale e attrezzature, due posti di terapia intensiva”. Alcune attività sono invece state sospese, “per potere andare incontro al contrasto della patologia più pericolosa. Il tutto -chiarisce Ficarra- nelle more della messa in funzione del primo piano della struttura che, non essendo un albergo ma un ospedale, deve necessariamente essere rimesso in funzione”. Infine un chiarimento ulteriore. “Gli altri reparti del Trigona sono previsti dalla rete regionale che l’Azienda sanitaria non ha il potere né la volontà di modificare avendo, com’è noto-conclude il direttore-  già presentato il piano per l’assegnazione ai privati accreditati di parte dell’ospedale temporaneamente sospesa per l’emergenza in corso”.