Siracusa. Sopralluogo al centro di raccolta Arenaura dopo il video-denuncia

Dopo il video-denuncia comparso sui social network nei giorni scorsi, la Polizia Ambientale ha effettuato un sopralluogo nel Ccr di contrada Arenaura. Nella parte della struttura non aperta al pubblico, il cosiddetto centro di trasferenza, è stato verificato cosa contenesse (e cosa fuoriuscisse) da uno dei cassoni blu ripresi nel video.
L’ispezione di verifica è avvenuta poche ore dopo la diffusione delle immagini, con un discreto ma attento interesse anche della Procura di Siracusa.
In attesa dei dati di laboratorio, relativi alle analisi del liquido che filtrava dal cassone sul piazzale, sono stati raccolti elementi per risalire alla provenienza della sostanza. Pare escluso che possa trattarsi di percolato. La certezza arriverà nelle prossime ore. Quello che si vede nei video, altro non sarebbe altro che un mix di acqua e fanghiglia.
Si tratterebbe, secondo alcune indiscrezioni, del liquido utilizzato dalle spazzatrici che ripuliscono le strade cittadine. Il sistema di pulizia ed aspirazione funziona utilizzando anche getti d’acqua. Il contenuto aspirato dalle spazzatrici finirebbe poi in quei cassoni. Una procedura comunque non corretta, tanto che sarebbe stato subito disposto l’utilizzo di cassoni a tenuta stagna e un collegamento diretto con il pozzetto deputato alla raccolta di questa acqua “sporca”. Il caso, pertanto, non dovrebbe avere ulteriori ripercussioni.




Siracusa. Sigilli ad un impianto gestione rifiuti, emerse violazioni: sequestro da 4 mln

Sono scattati i sigilli per un impianto di gestione rifiuti di Siracusa, coinvolto nell’inchiesta nazionale che ha svelato un traffico illecito di pannelli solari. I Carabinieri del Noe di Catania, insieme ai tecnici dell’Arpa di Siracusa, hanno posto sotto sequestro la struttura che sorge a nord, poco fuori dal centro abitato. Sarebbero emerse violazioni nella gestione dei rifiuti, consistenti in enormi cumuli di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche stoccati in big bags, casse di metallo e cassoni collocati in maniera illecita ed esposti alle intemperie, nella quasi totalità dell’area esterna. Sono state anche rinvenute circa 60 tonnellate di pannelli solari sui quali saranno condotti approfondimenti investigativi per verificarne la regolarità delle operazioni di stoccaggio, trattamento e recupero. Il valore dell’intero impianto posto sotto sequestro è di 4 milioni di Euro.
Il responsabile legale e principale socio dell’impianto, il 23 gennaio scorso, era stato già arrestato su mandato di cattura emesso dal Gip del Tribunale di Perugia. Gravi le accuse: è sospettato di essere uno dei principali responsabili di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti anche transfrontaliero, riciclaggio, autoriciclaggio, contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi e altre condotte illecite.
Secondo quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri per la Tutela Ambientale i proprietari di interi impianti di produzione di energia solare hanno consegnato migliaia di pannelli solari esausti alle ditte incaricate per lo smaltimento che, invece di procedere allo smontaggio delle varie componenti, provvedevano a dotare i pannelli di nuovi e false etichette, così da renderli commerciabili ed esportabili. Le indagini hanno permesso di stabilire che la destinazione di questi pannelli resuscitati erano principalmente gli Stati del Senegal, Burkina Faso, Nigeria, Marocco, Mauritania, Turchia e Siria. 
Il sequestro dell’impianto ha avuto come primo effetto anche quello di bloccare il servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti nel territorio comunale di Siracusa. Venivano infatti stoccati nell’area a cui sono stati apposti i sigilli. Palazzo Vermexio ha già individuato un altro impianto e dalla prossima settimana il servizio dovrebbe tornare alla normalità.




Nuovo ospedale, via al bando per la progettazione: avrà un'anima tecnologica 4.0

Come il direttore generale dell’Asp, Salvatore Lucio Ficarra, aveva anticipato con una intervista a SiracusaOggi.it (clicca qui) è stato pubblicato il bando per la progettazione del nuovo ospedale di Siracusa. Si tratta di un concorso di idee mirato all’acquisizione di una proposta ideativa, con l’individuazione di un soggetto vincitore a cui affidare successivamente le fasi della progettazione e della direzione dei lavori, attraverso una procedura negoziata senza bando.
Nella progettazione del nuovo ospedale, una particolare attenzione viene richiesta all’innovazione tecnologica che deve supportare i processi di produzione ed erogazione delle prestazioni sanitarie, cliniche o chirurgiche.
E’ corretto parlare di un ospedale 4.0, dove tutto è collegato: dai sensori ai devices, dagli apparati alle attrezzature, dai macchinari fino al letto del paziente.
Ogni camera dovrà avere, come per le degenze ordinarie, più aspetto alberghiero che ospedaliero per finiture, arredi e colori. Ogni letto paziente potrà essere monitorato per i parametri di base.
Il costo stimato per la realizzazione dell’opera, comprensivo degli oneri della sicurezza, è di 138.260.000 euro. In totale, la Regione ha stanziato 200 milioni di euro per l’ospedale siracusano che sorgerà su di un’area nei pressi dello svincolo autostradale Sud.
Le tre idee progettuali ritenute migliori da una apposita commissione, verranno premiate con 115.000 euro la prima classificata, 25.000 la seconda e 20.000 la terza.
C’è tempo fino al termine di maggio 2020 per far pervenire all’Asp di Siracusa le proposte progettuali. Entro la fine dell’anno si potrebbe procedere a tappe forzate verso l’appalto dei lavori ed ipotizzare la posa della prima pietra nel 2021.
Per il nuovo ospedale non è ancora stato deciso il nome. Potrebbe profilarsi un ballottaggio tra Santa Lucia ed Archimede.




Sequestro di beni milionario, c'è anche il commissario della ex Provincia di Siracusa

Brutta tegola per il commissario della ex Provincia Regionale di Siracusa, Domenico Percolla. A lui ed a Francesco Carmelo Vazzana sono stati sequestrati beni mobili e immobili per quasi tre milioni di euro. Operazione dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, su disposizione della Procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria.
Percolla era all’epoca dei fatti contestati commissario straordinario delegato per la mitigazione del rischio idrogeologico in Calabria. Secondo l’accusa, nel periodo 2011-2015, insieme a Vazzana, avrebbero indebitamente utilizzato fondi pubblici, destinandoli irregolarmente alla realizzazione di rilievi cartografici e satellitari per lo studio della pericolosità idrogeologica del territorio calabrese.
Dalla indagini è emerso che il servizio era stato commissionato senza alcuna procedura di evidenza pubblica, a prezzi superiori a quelli di mercato, ad un ente che non aveva i requisiti per essere considerato di diritto pubblico.
Dalle indagini e’ emerso, inoltre, che alcune prestazioni eseguite erano state contabilizzate e fatturate senza un preciso criterio di determinazione, ostacolando di fatto la ricostruzione del reale ammontare dovuto all’ente. Inoltre, i rilievi cartografici richiesti dalla struttura speciale sarebbero stati non solo indebitamente disposti ma anche inutili perchè il rilevamento geografico non rientrava nei compiti istituzionali del Commissario e perche’ le carte geografiche e le mappature del territorio erano già disponibili e accessibili alla pubblica amministrazione per mezzo del “Geoportale nazionale” gestito proprio dal Ministero dell’ambiente. La circostanza era stata a piu’ riprese segnalata nel 2012 ma la struttura speciale del Commissario pro tempore aveva comunque continuato a far svolgere e a pagare gli accertamenti cartografici. Da qui, nel settembre del 2019, la condanna dei due dirigenti pubblici da parte della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Calabria chiamati a risarcire il Ministero per danno erariale. Ed e’ stato proprio a seguito della condanna che, su autorizzazione del presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per la Calabria, su richiesta della Procura contabile, che i finanzieri i finanzieri hanno posto sotto sequestro conservativo valori patrimoniali e finanziari per un importo corrispondente al danno erariale accertato




Lega Sud Sicilia, federalista ma non con Salvini: Ciccio Midolo il presidente regionale

Il siracusano Ciccio Midolo è il presidente della Lega Sud Sicilia. Dopo la frattura con la Lega di Matteo Salvini, rilanciato il progetto federalista che si rifà ad un movimento nato negli anni 90. Ad Enna, nei giorni scorsi, il primo incontro ufficiale.
Midolo potrà contare sul supporto della catenese Laura Amata e della palermitana Marina Sorrentino. L’ufficio di presidenza così composto ha nominato Graziella Manno coordinatrice regionale del partito.
Nella stessa occasione sono stati nominati i coordinatori per quattro province. A Palermo Beppe Cannizzaro; a Messina, Daniela Di Ciuccio; a Catania, Salvo Marischi; per Agrigento, Nino Sguali. Siracusa e Enna sono temporaneamente coperte dal presidente e dal coordinatore regionale. Nelle prossime settimane il partito promuoverà degli incontri con le altre forze politiche e chiederà un confronto con il governatore Nello Musumeci.
Lega Sicilia fa parte del movimento politico federale Lega Sud. Il simbolo è un cerchio che racchiude il profilo dell’Italia meridionale e della Sicilia con, a lato, la figura di un guerriero mitico. Si prefigge la trasformazione dello Stato centralista italiano in uno stato federale, un cambiamento da perseguire con metodi democratici ed elettorali.




Danno erariale, parla il commissario Percolla: "paradossale, ma fiducioso per l'appello"

“Il danno erariale attribuitomi dalla Corte dei Conti in primo grado è l’epilogo di una vicenda che a dir poco può definirsi paradossale”. Inizia così la nota del commissario straordinario della ex Provincia di Siracusa, Domenico Percolla. A lui, in concorso con l’attuale presidente di Arpa Sicilia, sono stati sequestrati beni mobili e immobili per quasi tre milioni di euro nell’ambito di una perazione dei finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, su disposizione della Procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria.
“Gli accertamenti della Guardia di Finanza hanno preso spunto, nel 2014, da una denuncia da me presentata nella qualità di Commissario Straordinario per il dissesto idrogeologico della Regione Calabria proprio alla Guardia di Finanza, al fine di verificare la congruità di una somma pagata ad una società (Istituto di diritto pubblico) alla quale furono commissionati rilievi topografici con sistema leader per intenderci, rilevamenti aerei, per la progettazione di opere di sistemazione idrauliche in alvei fluviali, soggetti per le caratteristiche morfologiche, a continue variazioni, per la precisione 30 siti per i quali era urgente procedere alla realizzazione delle opere. Mi disposi a pagare la cifra di due milioni e cinquecentomila euro fatturata dalla società a seguito di una dichiarazione di congruità che mi venne confermata dal tecnico incaricato”, specifica Percolla.
“Successivamente, nella predisposizione di atti contabili mi resi conto che verosimilmente la cifra pagata avrebbe potuto essere non congrua e pertanto sporsi denuncia per i dovuti accertamenti. A seguito di tale denuncia, anziché procedere come sarebbe stato opportuno, mi venne contestato il danno erariale sul presupposto di avere pagato una cifra non congrua alla società che aveva effettuato i rilievi. La motivazione di tale presunto danno fu anche basata sul fatto che il Ministero dell’Ambiente sarebbe stato in possesso della stessa tipologia di rilievi e che, malgrado ciò, gli elementi a disposizione non erano stati utilizzati. Nel corso del giudizio – prosegue Domenico Percolla – è stato ampiamente dimostrato con una perizia giurata di tecnici specializzati che i rilievi effettuati dal Ministero dell’Ambiente avevano una finalità di monitoraggio del territorio e non una funzione progettuale rispetto, invece, alla precisione fornita dai rilievi commissionati. Sono fiducioso – conclude – che le mie buone ragioni vengano accolte in Appello e venga ristabilita la verità dei fatti”.




Scritte antisemite nella sede scout di Noto: denunciati due ragazzini di 15 e 16 anni

Sono identificati e denunciati gli autori delle scritte antisemite apparse a Noto, sulle pareti della chiesa di Sant’Agata, sede dell’Agesci. Frasi antisemite, insulti e e simboli anarchici che avevano creato un certo alla rme sociale. Le attente indagini del commissariato di Noto hanno permesso di identificare nel giro di 6 giorni quelli che sarebbero gli autori del gesto. Si tratta di due giovanissimi, di 15 e 16 anni. Sono stati denunciati alla Procura dei Minori di Catania. Dovranno rispondere di danneggiamento ed imbrattamento aggravato dalla discriminazione razziale in concorso.




Siracusa. Fiera del mercoledì, basta rifiuti per terra: sacchetti e regole per gli ambulanti

Più pulizia, più ordine e più decoro. Non è uno slogan quanto piuttosto la richiesta, pressante, che nelle ultime settimane si è levata forte dalle aree interessate il mercoledì dalla grande fiera settimanale di piazzale Sgarlata. Trecento venditori ambulanti circa, la gran parte purtroppo poco attenta al rispetto dei luoghi, ogni mercoledì riempiti di spazzatura varia, in particolare plastica, lasciata per terra o sotto le bancarelle. Risultato finale? Una zozzeria inenarrabile.
Questa mattina, con una operazione congiunta degli assessorati alle attività produttive ed all’ambiente, ai venditori sono stati consegnati i sacchetti per la raccolta dei rifiuti. Agenti dell’Ambientale hanno il compito di verificare, a più riprese, il loro effettivo utilizzo ed il corretto conferimento. Chi continuerà a buttare i propri rifiuti in terra o sotto la bancarella, verrà multato.
Lo ha spiegato ai rappresentanti dei venditori ambulanti lo stesso assessore alla attività produttive, Cosimo Burti, che ha seguito l’intera operazione in piazzale Sgarlata. Il presidente regionale di Associazione degli Ambulanti, Coco, nelle settimane scorse aveva chiesto misure dure di contrasto all’inciviltà al mercato settimanale di Siracusa, spingendo anche per misure ancora più estreme come la revoca dello stallo alla terza multa.




Siracusa. Parcheggi Talete e Molo Sant'Antonio: soluzioni per migliorarne l'efficienza

Una soluzione definitiva per migliorare la funzionalità dei parcheggi a pagamento di Ortigia: il Talete e il Molo Sant’Antonio. E’ in questi giorni allo studio dell’assessorato alla Mobilità, retto da Maura Fontana. I continui problemi tecnici che si verificano in entrambe le strutture vanno affrontati in maniera organica e definitiva. Ieri, i tecnici del Comune hanno effettuato un sopralluogo nelle strutture, attualmente a gestione comunale,  per avere maggiore contezza della situazione. Un secondo sopralluogo dovrebbe essere effettuato nelle prossime ore. L’obiettivo è quello di decidere il da farsi nel giro di pochi giorni. “Avremo le idee molto più chiare la prossima settimana- spiega l’assessore Fontana- Il sistema è obsoleto. Abbiamo ascoltato la ditta che fornisce il sistema e che lo ha realizzato nel 2013. Il problema è che va continuamente in tilt, secondo l’impresa perchè il nostro quadro elettrico, a cui il sistema è agganciato, sarebbe vecchio, si riempirebbe d’acqua in caso di pioggia e andrebbe in corto. Le schede per questa ragione si brucerebbero”. L’elettricista del Comune non la vede alla stessa maniera. Suppone, piuttosto, che sia il sistema ad essere ormai vetusto, visto che andrebbero aggiornati ogni due anni. “A questo punto stiamo valutando con la ditta e con altre imprese che hanno fornito e gestiscono la manutenzione dei sistemi di altri parcheggi, che funzionano perfettamente,  il da farsi. Nell’analisi teniamo in considerazione tutti gli aspetti in ballo, ovviamente anche dal punto di vista economico”.Motivo di rammarico per l’assessore Fontana il comportamento di alcuni utenti che, in più di un’occasione, forzano la barra d’accesso per evitare di pagare quando posteggiano il proprio veicolo all’interno dell’area. A questi si aggiungono anche quanti danneggiano i parcometri, anche con l’intento di scassinarli.




Siracusa. Colto sul fatto in via Ascari: abbandono di rifiuti, 600 euro di multa

Nonostante sia una delle zone più controllate da agenti in borghese dell’Ambientale e da fotocamere, l’area di via Ascari continua ad essere frequentata da chi cerca di eliminare rifiuti in maniera abusiva. Emblematico il caso dell’uomo che è stato sorpreso questa mattina in azione mentre stava abbandonando lungo la strada rifiuti ingombranti.
Gli è stata contestata l’infrazione, con un verbale da 600 euro. Dovrà, inoltre, provvedere al ripristino dei luoghi.