Vittorio, il primo barman con sindrome di Down: tutti lo amano a Priolo

E’ il primo ragazzo con sindrome di Down barman della provincia di Siracusa. Si chiama Vittorio e da qualche giorno ha iniziato il suo tirocinio in un bar di Priolo. Dietro il bancone si muove a suo agio, intrattiene i clienti con l’ironia e la dolcezza che, racconta chi lo conosce, lo caratterizza da sempre.  Vittorio è diventato il più noto barista della zona. L’iniziativa è dell’Aipd, l’Associazione Italiana Persone Down e si sposa con l’avviso 22, bando regionale. Prima di iniziare il suo stage, Vittorio ha seguito un percorso di formazione. Ha imparato cosa vuol dire lavorare, avere e rispettare degli orari, preparare un curriculum, sostenere un colloquio di lavoro. E il suo è andato proprio bene. Ad affiancarlo per i primi 15 giorni, una tutor appositamente formata. Non è solo a lui che darà delle dritte. Anche il contesto va preparato. Al datore di lavoro viene spiegato come approcciarsi con una persona con sindrome di Down. Nessun favoritismo, ma indicazioni chiare e coerenti, gli è stato spiegato. Anche la clientela sa che con Vittorio può rapportarsi con disinvoltura. E i clienti stanno rispondendo con entuasiasmo alla presenza del nuovo barman, che è già il preferito di molti. Sono anche in tanti a raggiungere il bar per il piacere di conoscere Vittorio. Insomma, un esordio alla grande nel mondo del lavoro. Il tirocinio durerà un anno. Nei prossimi giorni, ne partiranno altri tre per altrettanti ragazzi siracusani. Due di loro saranno impiegati in strutture alberghiere. Uno, invece, in uno store di articoli sportivi. “L’entusiasmo è alle stelle- spiega Simona Corsico, vice presidente Aipd Siracusa- E’ un’occasione concreta, non è solo un progetto con un inizio ed una fine. La mia speranza è che davvero si possa dare un’opportunità a questi ragazzi, perchè se correttamente formati, come in questo caso, possono essere una preziosa risorsa”.




Siracusa. #iospaccio, l'hashtag è virale: pioggia di video di tunisini in risposta a Salvini

Una provocazione indirizzata a Matteo Salvini, ma anche e soprattutto la voglia di rispondere mettendoci la faccia, facendo sapere a tutti da chi è fatta la comunità di tunisini in Italia. La citofonata di Salvini , con cui l’ex ministro chiede a una famiglia tunisina nel quartiere Pilastro di Bologna , con tanto di microfoni e telecamere, se chi abita in quell’appartamento spacciasse droga non ha solo aperto un caldo dibattito in Italia e  una crisi diplomatica con la Tunisia. Ha anche offeso i cittadini tunisini che vivono in Italia e che forniscono il loro contributo al territorio attraverso la propria professione. Da Siracusa parte un’iniziativa che è già virale. E’ un’idea di Ramzi Harrabi. L’hashtag è #iospaccio . L’invito è quello rivolto ai tunisini in Italia, affinchè con un video di 30 secondi raccontino cosa “spacciano” in Italia. “Io mi chiamo Ramzi e spaccio arte”, esordisce il rappresentante del centro interculturale di Siracusa, che così lancia ufficialmente la sua campagna. “Chiedo a tutti i tunisini in Italia- l’appello di Harrabi attraverso Facebook- di metterci la faccia. Sono avvocati, medici, studenti, artisti, operatori culturali, imprenditori, contadini e spacciatori di amore e fratellanza”. Ed eccoli i primi video. Li postano due donne: Il primo è un montaggio in cui una giovane risponde alla ormai nota citofonata, di spacciare “educazione ai diritti umani, diritti e doveri”. Un altro video vede invece “metterci la faccia” una docente italo-tunisina impiegata in un’università italiana.




Siracusa. Laboratori di bellezza per le donne in terapia oncologica all'Umberto I

Un laboratorio di bellezza dedicato alle pazienti oncologiche di Siracusa. Riparte all’ospedale Umberto I il programma promosso dalla onlus “La forza e il sorriso”. In una stanza del delicato reparto è stato realizzato un laboratorio dove vengono offerti alle donne in cure utili consigli e accorgimenti pratici per fronteggiare gli effetti secondari delle terapie. Un prezioso aiuto per vivere in maniera più umana la permanenza tra le stanze ospedaliere e riconquistare autostima senza rinunciare alla femminilità.

Un prezioso aiuto che non si sostituisce alle cure ed alle terapie. Semmai, spiegano le referenti dell’associazione, le umanizza. E sull’importante ruolo che rivestono anche queste attività per chi deve attraversare un momento delicato della propria vita, concorda anche il direttore di Oncologia, Paolo Tralongo.




Siracusa. Granata: "In caso di processo per il caso Ciclopica, il Comune parte civile"

“Le affermazioni del procuratore Scavone sulla presunta non autenticità delle opere di Giacometti esposte in Ciclopica, se dovessero essere confermate con un rinvio a giudizio e con l’apertura di un dibattimento penale verso i soggetti responsabili della società organizzatrice (Sicilia Musei) o verso i curatori e i proprietari delle opere, troverebbero certamente il Comune di Siracusa costituito in giudizio per il ristoro dei danni di immagine”. La possibile costituzione di parte civile viene annunciata dall’assessore Fabio Granata.
“Per quando riguarda la vacua e già sentita litania da parte di alcuni movimenti civici, lividi come sempre e mossi da rancore e frustazione, non la ritengo meritevole neanche di una replica, tanto è basata sul nulla cosmico.
Da anni mi occupo di politiche culturali e ho sempre avuto le idee molto chiare sui metodi e sulla trasparenza delle procedure: stiano sereni e si rassegnino…”, dice poi con riferimento alla richiesta di dimissioni avanzata da Progetto Siracusa.




La Lega si prende Palazzolo, il sindaco aderisce al partito di Salvini

Questa mattina l’adesione formale, a Palazzolo. Il sindaco Salvo Gallo ha formalizzato il suo ingresso nella Lega. È il primo sindaco leghista in provincia di Siracusa. “Sono e resto un moderato”, commenta.
Soddisfatto il responsabile organizzativo regionale della Lega, Massimo Gionfriddo. Con lui il commissario provinciale, Leandro Impelluso.




"Dimissioni immediate di Granata": sui falsi in mostra, torna alla carica Progetto Siracusa

“Immediate dimissioni dell’assessore Fabio Granata”. Progetto Siracusa ritorna sull’inchiesta sui presunti falsi in mostra nell’esposizione “Ciclopica” e punta il responsabile delle rubriche della Cultura e della Legalità. “Non crediamo ci siano ancora dubbi, per quanto ci riguarda, sulla opportunità di lasciare l’assessorato che ha promosso una iniziativa, Ciclopica, che ad oggi porta alla triste ipotesi di un reato da parte della Procura. Siracusa ed i siracusani, ma anche gli stessi turisti che hanno visitato mesi addietro lo spazio espositivo del Convento di San Francesco, a nostro avviso, meritano un rispetto che al momento pare non sia stato dimostrato da questa amministrazione”, attacca Loredana Faraci, del direttivo di Progetto Siracusa.
“Ancora una volta, come è stato chiesto mesi addietro, invitiamo a pubbliche scuse e dimissioni immediate in attesa di un giudizio definitivo su questa triste vicenda. Lo stesso Granata ha chiesto ai siracusani di essere all’altezza della propria storia: è il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti. Le mostre con opere false non sono certo all’altezza di Siracusa: ne tragga le conseguenze ed il Comune si costituisca parte civile contro i responsabili per il grave danno arrecato all’immagine della città”.




Ponte Cassibile, l'attesa per i lavori di consolidamento continua: "al via entro marzo"

Nuovo incontro in Anas per il consolidamento del ponte Cassibile. Confermate le ultime notizie sul completamento dell’iter per avviare gli attesi lavori. “Il progetto è al vaglio della direzione generale Anas di Roma per le ultime integrazioni e alcune valutazioni di tipo tecnico”, spiega la deputata regionale Rossana Cannata (FdI).
“Gli interventi potranno avere inizio subito dopo, si prevede entro marzo. I tempi previsti per il completamento dell’opera sono stimati in circa 8-10 mesi. Nel corso dei lavori sarà assicurata la continuità della viabilità con l’autorizzazione al senso alternato”.
Del ponte Cassibile si parla dal 2014, quando venne persino decisa la sua demolizione poi bloccata dalla Soprintendenza a cantiere Anas aperto. Da allora, una complessa rivisitazione di progetti e pareri non ancora definitivamente conclusa.

foto archivio




Viabilità in Sicilia e tariffe aeree scontate, vertice in Regione con il viceministro Cancelleri

Manutenzione delle trascurate strade siciliane, continuità territoriale per gli aeroporti di Trapani e Comiso e tariffe sociali da e per Palermo e Catania su tutte le tratte nazionali con sconti del 30 per cento. Sono queste alcune delle novità che riguardano la mobilità in Sicilia emerse nel corso dell’audizione della IV Commissione parlamentare Ars con la presenza tra gli altri, del vice ministro delle infrastrutture e trasporti, Giancarlo Cancelleri.
Nel corso dell’incontro, i deputati Ars hanno sottoposto al vice ministro Cancelleri e ad Anas lo stato di difficoltà che quotidianamente affrontano le comunità sul sistema viario siciliano. Nello specifico il vice ministro ha comunicato lo stato di avanzamento del raddoppio della SS 640 Caltanissetta-Agrigento con relativo innesto nella A19. A tal proposito ha rassicurato sull’imminente apertura al transito del viadotto Himera ed altrettanto imminente quella del viadotto Cannatello sulla A19.
“La Sicilia, la mia terra, merita di essere rispettata e la promessa è il massimo impegno per risultati rapidi e garantisti di una viabilità normale per tutti i cittadini del territorio”, ha detto al termine Cancelleri.




Le sorprese della ex Tonnara: demolizioni, ritrovamenti archeologici e archi rubati

Nella storia recente dei lavori per la riqualificazione della ex Tonnara di Santa Panagia ci sono anche archi ottocenteschi in pietra abbattuti e scomparsi, insieme a reperti archeologici rinvenuti a sorpresa.
I lavori, presentati tra scroscianti applausi, si interruppero nel 2017 al culmine di una contrapposizione tra la Soprintendenza di Siracusa (responsabile dell’opera) e la ditta Melita Group (esecutrice dei lavori). Ne è nato un contenzioso che potrebbe ora chiudersi in via extragiudiziale con un accordo tra le parti. Cosa che condurrebbe peraltro alla ripresa dei lavori e magari alla consegna di un’opera finita e non più incompiuta, almeno in larga parte.
In attesa di capire se la buona volontà delle parti produrrà i risultati sperati, emergono alcune curiosità da quello che era il cantiere della ex Tonnara, oggi in abbandono ed a rischio crollo. Alcune destinate forse a sorprendere, in certa misura, il lettore.
Prendiamo ad esempio il cosiddetto blocco A del complesso della ex Tonnara. Per il progetto della Soprintendenza doveva essere abbattuto. La riqualificazione prevede l’abbattimento (e in parte la ricostruzione) di alcune parti della Tonnara di Santa Panagia. Scrupolosamente, gli operai si attengono a quella indicazione.
Durante la demolizione, per scrupolo, gli elementi in pietra che costituiscono gli archi delle aperture vengono smontati e accatastati con cura. In alcuni casi si tratterebbe di elementi decorativi di pregio, tra cui un concio di chiave con stemma in maiolica dipinta che riproduce lo stemma araldico della famiglia Gargallo. Di quel materiale, oggi, però non c’è traccia. E’ sparito dal cantiere, come centinaia di altri elementi: dalle impalcature in ferro alle travi in legno.
Una volta demolito il blocco A, ci si prepara a spianare l’area per le future operazioni. Senonchè, durante lo sbancamento, ecco la nuova sorpresa: quel caseggiato sorgeva su di un’area archeologica. Da sotto la Tonnara spuntano antiche scale in pietra e fondazioni di blocchi murari. Presumibilmente di epoca greca. Ci si muove con prudenza e senza l’ausilio di mezzi meccanici per via del rinvenimento di reperti fragili e di varie dimensioni come frammenti ceramici, carboni, materiale osteologico, paleobotanico e sedimentologico. L’area viene recintata e sospesa ogni attività nei pressi. Quegli scavi, con una più che probabile variante al progetto originale, verranno mantenuti a vista e valorizzati con apposita illuminazione.




Bosco delle Troiane: il pasticcio dell'area concessa ad altri, del sequestro e dei sigilli

Nel 2012, la giunta comunale di Siracusa concesse ad un privato parte del terreno su cui oggi sta sorgendo il Bosco delle Troiane. Un’area di 10.000mq su viale Scala Greca, alle spalle del tribunale, in concessione per 15 anni in cambio di un canone annuo di poco più di 3mila euro.
All’epoca, sindaco era Roberto Visentin. “Fu una decisione alquanto discutibile”, ha recentemente detto l’assessore Giusy Genovesi a proposito di quell’atto datato 2012. Una definizione (“discutibile”) che a Visentin non è andata proprio giù. “Vorrei consigliare all’assessore, prima di fare affermazioni gratuite anche con parole che si prestano a varie interpretazioni, di informarsi correttamente presso gli uffici acquisendo la documentazione relativa. Come può rilevarsi dalla delibera n° 489 del 10/12/2012, per realizzare una nuova strada di collegamento tra via del Porto Grande e via Perasso, necessaria per decongestionare il traffico nella zona umbertina, era necessario acquisire un’area utilizzata dal Centro Sportivo Epipoli, gestore di due campetti di calcio regolamentari in nome e per conto della Rete ferroviaria Italiana”, racconta Visentin.
“Dopo alterne vicende in merito ad altre aree non ritenute idonee (viale Epipoli, pressi Ip, poi ancora viale Epipoli, quindi Scala Greca, ndr) ed a seguito di regolare istruttoria da parte degli uffici, la giunta assegnò l’area di viale Scala Greca con una delibera regolarmente corredata di tutti i pareri necessari resi dagli Uffici Patrimonio, Urbanistica e Ragioneria e quindi assolutamente legittima. L’area è individuata nel prg come idonea ad attrezzature per verde, gioco e sport e quindi non si è elusa alcuna previsione urbanistica e l’intervento sarebbe stato coerente con le previsioni di piano. Piuttosto – contrattacca l’ex primo cittadino – vorrei chiedere all’assessore se alla base della realizzazione del Bosco delle Troiane esiste un progetto dotato dei pareri tecnici indispensabili”.
Ad un osservatore qualunque magari sorprende il fatto che dopo sette anni di silenzio o quasi sulla vicenda, si siano accese attenzioni solo dopo la piantumazione dei lecci destinati a dare vita al Bosco delle Troiane. E dire che nel 2014 il Consiglio comunale aveva approvato un atto di indirizzo che chiedeva la revoca del provvedimento del 2012 e quindi della relativa concessione dell’area per la realizzazione di impianti sportivi. La giunta Garozzo, però, non concretizzò quella richiesta del Consiglio comunale.
La storia è complessa. Aggiungiamo altri pezzi. Nel marzo del 2013 venne stipulata la relativa convenzione tra il Comune e l’associazione sportiva. Dopo alcune richieste di rimodulazione del progetto, a dicembre del 2014 viene negata la concessione edilizia per una serie di ragioni tra cui la “non rispondenza del progetto di impianto sportivo su quelle aree comunali S3”. Tra relazioni, rivisitazioni, sentenze del Consiglio di Stato si arriva nel 2016 alla comunicazione – da parte dell’associazione sportiva – di realizzare una recinzione per i campetti di calcetto da costruire e la posa di pali per l’illuminazione degli stessi. A febbraio 2017, un controllo al cantiere portò a sanzionare una violazione urbanistica ed il relativo sequestro dell’area.
Dal 2017 bisogna arrivare al dicembre 2019 ed al Bosco delle Troiane: “occupazione abusiva di terreno già concesso all’associazione Centro Sportivo Epipoli”, tuona il presidente dell’associazione stessa. “Nessuna violazione di sigilli”, rispondono gli organizzatori. “Come è possibile che si blocchi tutto per incompatibilità dell’intervento su di un’area che lo stesso Comune ha messo a bando con quello scopo?”, si interrogano i rappresentanti del Centro Sportivo Epipoli lamentando peraltro una lista di costi sostenuti negli anni che si è fatta lunga: ricorsi al Tar, spese tecniche e legali, rivisitazioni di progetti.
Il Comune di Siracusa, intanto, starebbe valutando (in ritardo) la revoca in autotutela della delibera del 2012, sulla scorta anche del pronunciamento del Consiglio comunale del 2014. Nella speranza che la lunga sequela di eventi non finisca per coinvolgere il Bosco delle Troiane.
“L’area su cui sorge il Bosco delle Troiane è senza ombra di dubbio un’area comunale e il progetto di forestazione urbana con la piantumazione di nuovi alberi non è in discussione”, ripete con sicurezza l’assessore Genovesi. ““È una situazione complessa a cui gli uffici stanno lavorando per porvi rimedio dopo la confusione che purtroppo nel tempo loro stessi hanno creato”, ammette l’esponente della giunta comunale. “Nei prossimi giorni – conclude Giusy Genovesi – saremo in grado di fornire informazioni più dettagliate, attribuire responsabilità certe e concludere, una volta per tutte, questa vicenda surreale che si trascina da più di dieci anni”.