Siracusa. Grandi manovre a 5 miglia est dal porto: esercitazione militare

Dalle 10 alle 12 del prossimo 18 novembre, a 5 miglia ed est dal porto Grande di Siracusa, mezzi aerei e navali saranno impegnati in una massiccia esercitazione, diretta dalla Base Aeromobili della Guardia Costiera di Catania.
Nella cartografia sopra, l’indicazione dell’area interessata dalle manovre. La Capitaneria di Porto di Siracusa ha dichiarato quella zona “pericolosa” nelle ore delle manovre, pertanto le unità in transito dovranno prestare massima attenzione “al fine della sicurezza della navigazione e della salvaguardia della vita umana in mare”. Disposto pertanto l’obbligo di mantenere una distanza di sicurezza per non intralciare l’esercitazione.




Sortino. Chiesa di San Francesco, tegole a rischio caduta: ci pensano i Vigili del Fuoco

Tegole a rischio caduta, sono dovuti intervenire i Vigili del Fuoco di Augusta per mettere in sicurezza la facciata della chiesa di San Francesco, a Sortino. Con l’ausilio dell’autoscala, i pompieri hanno rimosso gli elementi che erano in procinto di caduta, dopo il forte vento dei giorni scorsi. Eliminato così il potenziale pericolo.




VIDEO. Operazione Gap: anche prestanome alla mensa dei poveri per maxifrode

Tasse non pagate, contributi non versati, articolati e creativi meccanismi fiscali per spostare debiti ed anche denaro e poi prestanome reclutati alla mensa Caritas di Augusta e un braccio amministrativo particolarmente attivo. C’è anche tutto questo nell’operazione Gap, condotto dalla Guardia di Finanza di Augusta e diretta dalla Procura di Siracusa.
Al centro delle indagini – che hanno portato ad arresti e sequestri milionari – aziende riferibili al Consorzio CIPIS S.r.l., attivo nell’indotto della zona industriale. Appalti vinti al massimo ribasso, possibile omettendo di pagare gli oneri fiscali e previdenziali. E attraverso un giro di società riconducibili sempre alle stesse persone.
Intercettazioni, perquisizioni domiciliari, locali e informatiche anche nei confronti del titolare di uno
studio di consulenza hanno fornito alla Guardia di Finanza tutti gli elementi di prova necessari.




Operazione Gap. Maxi-frode fiscale al polo industriale: sequestri milionari ed arresti

La Guardia di Finanza di Augusta, a conclusione di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa, ha eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare, 2 misure restrittive e divieti interdittivi per altre 5 persone. Sequestrate somme per oltre 43 milioni di euro.
L’operazione, battezzata “Gap”, ha svelato un articolato sistema di frode a danno dello Stato. Lunga la lista delle contestazioni. La frode sarebbe stata commessa da una consorzio di società che lavorano nel polo industriale, attraverso l’acquisizione di appalti con forti ribassi, possibili grazie al mancato versamento di contributi, omesse dichiarazioni e false fatturazioni.
Custodia cautelare in carcere per Isabella Armenia e Stefano Bele mentre sono stati posti ai domiciliari Marilina Campisi, Paola Garofalo e Michele Fisicaro. Obbligo di dimora per Daniele Parrino e divieto di espatrio per Massimo Camizzi, considerato il factotum. Provvedimenti interdittivi a vario titolo per altri 5 soggetti e tra questi spicca il nome del commercialista Luigino Longo, destinatario di un divieto temporaneo dell’esercizio della professione: secondo gli investigatori, avrebbe favorito e suggerito soluzioni creative su bilanci ed altro. E ancora divieto temporaneo di assumere cariche in persone giuridiche per Angelo Tringali, Giovanni Platania, Roberto Giardina e Gesualdo Buono. Sequestri anche nei confronti di società, parte destinatarie del provento illecito.
Il provvedimento chiude ampie indagini di natura economico-finanziaria scattate nel 2017 dopo una verifica fiscale nei confronti di una delle società operanti nell’indotto della zona industriale. Sarebbero emerse criticità che hanno portato ad ulteriori controlli presso le imprese che erano subentrate nelle commesse dopo che la prima società, improvvisamente, aveva cessato di operare. Si è scoperto cosi che tutte le entità, parte delle quali aderenti a un Consorzio (CIPIS S.r.l) facevano capo a una nota coppia di imprenditori megaresi (Isabella Armenia, Stefano Bele) e costituivano un vero e proprio sistema di “scatole vuote”. E questo grazie anche alla compiacenza di persone con precisi ruoli e di uno staff amministrativo formato anche da “prestanomi, faccendieri e personaggi poco abbienti e mal prezzolati”, secondo la definizione fornita dalle Fiamme Gialle. I prestanome, infatti, venivano “pescati” molto spesso anche tra persone indigenti che si avvalevano della mensa Caritas di Augusta.
Il sistema illegale creato era molto sofisticato. Il Consorzio (CIPIS S.r.l.), nel tempo manutenuto “pulito” da un punto di vista contabile e gestito sempre dagli stessi coniugi (Isabella Armenia, Stefano Bele) si aggiudicava appalti nella zona industriale grazie a ribassi fuori mercato se non – come sarebbe stato accertato – omettendo di pagare le tasse ed i contributi.
Il lavoro cosi appaltato veniva poi fatto svolgere dalle consorziate di turno che nel tempo, però, si susseguivano. Cosi, quando una società aveva ormai raggiunto debiti tributari di considerevole importo, veniva sostituita con un’altra impresa di nuova costituzione, che si avvaleva sempre della stessa maestranza e degli stessi mezzi.
Intercettazioni, perquisizioni domiciliari, locali e informatiche anche nei confronti del titolare di uno
studio di consulenza (Luigino Longo) hanno fornito alla Guardia di Finanza tutti gli elementi di prova necessari.
La mole degli elementi raccolti e acquisiti agli atti ha reso evidente che le società erano tutte riconducibili all’unica famiglia di imprenditori, i quali gestivano direttamente personale, appalti e rapporti con le banche dell’intera rete societaria, della quale conoscevano dettagliatamente la situazione finanziaria, revisionando bilanci e impartendo disposizioni sugli aggiustamenti contabili da effettuare.
Erano ancora i due coniugi che, grazie all’ausilio di un faccendiere di fiducia, arruolavano persone poco
abbienti alle quali, dietro miseri compensi che variavano da 50 a 200 euro, intestavano quote societarie e/o cariche di società, alcune delle quali risultano aver movimentato volumi d’affari milionari.  
Tramite canali “social” venivano dettate disposizioni in modo criptico. Il drenaggio avveniva attraverso una società cosiddetta cartiera, costituita a Malta, la Sofintex Ltd, usata per emettere dall’estero fatture per operazioni inesistenti esclusivamente nei confronti di una delle società fallite che, pagando i falsi documenti, svuotava le proprie casse, per circa 3 milioni di euro, a esclusivo vantaggio della coppia.




Siracusa. Caso di meningite per un bimbo ricoverato all’Umberto I : “Non è meningococco”

Caso di meningite per un bimbo di Noto. E’ stato diagnosticato dal reparto di Pediatria dell’ospedale di Siracusa. Una notizia che ha destato preoccupazione e sulla quale il primario, Antonio Rotondo fa, pertanto, chiarezza. Questa mattina sono arrivati i risultati del test effettuato al piccolo ed elaborato dall’Ospedale Garibaldi Centro di Catania. Il fax inviato all’Umberto I riesce a dare un’identità al batterio isolato dal liquor . Nel caso del bambino ricoverato a Siracusa si tratta dell’ Haemophilus influenzae. Per questo germe, Rotondo darà l’eventuale profilassi da seguire. Scongiurato, quindi, l’aspetto più temuto e cioè che si potesse trattare di meningococco.




Siracusa. Processo Formosa, udienza rinviata: si va verso il rito abbreviato

Rinviata al 18 dicembre l’udienza di oggi relativa al processo per la morte di Renzo Formosa, deceduto a seguito di un impatto violento, mentre percorreva in scooter via Bartolomeo Cannizzo. Alla guida dell’auto che lo ha travolto, Santo Salerno, imputato con l’accusa di omicidio stradale. Il rinvio è stato determinato da un difetto di notifica proprio all’imputato. La difesa ha comunque anticipato che chiederà un abbreviato condizionato ad una nuova perizia tecnica. Nel caso in cui il giudice non dovesse ammettere tale richiesta, si chiederebbe il rito abbreviato secco.




Siracusa. Laboratori di analisi privati, una trentina a rischio chiusura con la riforma

Una trentina di laboratori di analisi cliniche privati a rischio chiusura in provincia di Siracusa. La riforma del sistema regionale prevede che dal 2020, le strutture private che eseguono meno di 200 mila prestazioni annue debbano accorparsi, con revoca dell’accreditamento conseguito.
“Il rischio è che i lavoratori di analisi diventino semplici punti prelievo, con ricadute occupazioni in particolare nei piccoli centri”, spiega il sindaco di Priolo, Pippo Gianni che si è già rivolto all’assessore regionale Razza a cui ha chiesto di ripensare la riforma. “Quanto potrebbe accadere è grave per una cittadina della zona industriale, dove il sistema dei laboratori è insostituibile, soprattutto per le fasce sociali più deboli”.

foto dal web




Scuola sotto sfratto, il Bartolo di Pachino per ora è salvo, grazie alla Prefettura

Riunione dedicata alla soluzione del problema della scuola sotto sfratto, l’istituto superiore Bartolo di Pachino. Incontro convocato dal vicario Filippo Romano che ha voluto monitorare lo stato delle trattative in corso per il
rinnovo del contratto di locazione ed evitare complicati traslochi. Hanno partecipato i rappresentanti del Libero Consorzio Comunale di Siracusa nonché i titolari della ditta Fratelli Beninato s.a.s., proprietari dell’immobile, accomapgnati dal loro legale.
Grazie alla preziosa mediazione della Prefettura, che si è mossa per garantire la continuità dell’anno scolastico in corse, alla fine è stato trovato un accordo. Innanzitutto, si procederà ad una transazione per chiudere la vicenda giudiziaria ed escludere lo sfratto. Quindi verrà stipulato un nuovo contratto di locazione per 12 anni (6+6) anni con il pagamento anticipato di dodici mensilità. Il Libero Consorzio Comunale pagherà entro giugno 2020 i canoni precedenti non ancora pagati, sul presupposto che sarà nel frattempo approvato il nuovo bilancio regionale.




Caso Scieri, si muove la Procura Militare: ex caporale rifiuta il test del Dna

Per la morte del parà siracusano Lele Scieri, avvenuta nell’agosto del 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa, si muove anche la procura militare di Roma che aveva chiesto nelle settimane scorse la trasmissione degli atti da parte della Procura ordinaria di Pisa.
Il primo atto di questa indagine riguarda Alessandro Panella, 40 anni di Cerveteri, invitato ieri a comparire nella caserma dei carabinieri della città di residenza dove gli è stato chiesto di prestare il consenso ad un tampone salivare per il campionamento di Dna. Consenso che l’ex caporale ha negato. Lo riferisce il quotidiano “La Nazione”. I carabinieri, dopo aver identificato Panella, l’hanno informato del procedimento a suo carico da parte della giustizia militare per “violenze ad inferiore mediante omicidio in concorso” relativamente alla morte di Scieri.
La morte di Scieri è un giallo lungo due decenni che, nell’agosto del 2018 e sulla spinta degli esiti della commissione parlamentare d’inchiesta, ha visto una prima svolta: la procura di Pisa – guidata dal procuratore capo Alessandro Crini – dopo una serie di approfondimenti ha indagato, per omicidio volontario, tre commilitoni del 26enne siracusano trovato morto.
Scieri sarebbe stato vittima di nonnismo ed a lui sarebbero stati negati i soccorsi, seppur agonizzante.




Siracusa. Scuole dopo il maltempo: infiltrazioni e problemi, in corso le verifiche

Il giorno dopo il maltempo e l’allerta meteo rossa, riaprono le scuole. Non sono mancate, purtroppo, le brutte sorprese. All’istituto superiore Insolera, infiltrazioni di acqua piovana hanno causato il distacco di alcune pannellatura in cartongesso del controsoffitto. Le immagini sono subito finite sui social e rilancio il tema della sicurezza a scuola. Dovrà essere la ex Provincia Regionale ad avviare verifiche e controlli nell’istituto superiore, dopo quanto accaduto. E che riporta con la mente agli eventi dello scorso ottobre che hanno interessato un’altra scuola superiore, l’Alberghiero.
Va un pò meglio all’interno dei comprensivi comunali. Verifiche in corso solo all’Archimede, nel plesso centrale. Due aule sono rimaste oggi chiuse per scrupolo e precauzione. I tecnici comunali hanno effettuato i controlli richiesti dalla scuola e al massimo lunedì le due aule saranno riaperte. Nessun problema per le lezioni, regolarmente in corso. Tutti gli alunni sono entrati in classe dopo qualche minuto concitato all’ora di ingresso. Infiltrazioni segnalate anche in due classi della Giaracà di via Gela. Anche qui verifiche in corso da parte del personale comunale.
E’ rimasta invece chiusa anche oggi la Raiti. “Si ritiene opportuno, prima di un’eventuale riapertura, accertare lo stato di sicurezza dell’edificio scolastico, al fine di escludere la possibilità di pericoli o rischi per gli alunni e il personale”, si legge nella comunicazione diramata dalla dirigenza scolastica. Una simile richiesta, dopo il forte vento di ieri, era partita nelle ore scorse da diverse scuole ma dagli uffici dell’edilizia scolastica non è stato ritenuto necessario procedere con una proroga dell’ordinanza di chiusura. La dirigenza della Raiti ha comunque optato per la chiusura e l’espressa richiesta di sopralluoghi “per accertare l’assenza o rimuovere eventuali pericoli e, quindi, disporre la riapertura della scuola alle attività didattiche per la giornata di giovedì 14 novembre”.

Pertanto si richiede un sopralluogo da parte di tecnici del Comune di Siracusa, nella mattinata di mercoledì 13, per accertare l’assenza o rimuovere eventuali pericoli e, quindi, disporre la riapertura della scuola alle attività didattiche per la giornata di giovedì 14 novembre.