Siracusa. Riapre l’ipogeo di piazza Duomo, nel 1942 protesse il simulacro di Santa Lucia

Riapre alle visite l’ipogeo di piazza Duomo, dopo oltre un anno di chiusura, per dei lavori di manutenzione.
Percorso sotterraneo ricco di storia, venne utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale come rifugio antiaereo.
L’ipogeo è composto da una galleria principale da cui si dipano altre minori ed una di queste si lega alla grande cisterna dell’Arcivescovado.
Ma è il conflitto bellico a rendere famosa questa lingua sotterranea che da piazza Duomo confluisce nell’area della Marina. Per allestire il rifugio, vennero realizzati dei lavori per ampliare gli ambienti. In una delle camere fu sistemato nel 1942, in pieno conflitto, il simulacro di Santa Lucia.
Al termine della guerra, l’ipogeo tornò a diventare un patrimonio storico e culturale e negli ultimi anni è diventato una meta turistica.
I lavori, conclusi da poco, sono stati finanziati dal Dipartimento regionale dei Beni culturali. Visite nel fine settimana, in un primo e temporaneo calendario di riaperture predisposto dalla Soprintendenza ai Beni Culturali.




Siracusa. Soccorso in mare per turista a bordo di nave da crociera a 40 miglia dalla costa

Un passeggero a bordo della nave da crociera Msc Poesia necessitava di cure mediche immediate. E’ stato disposto l’invio di una motovedetta della Capitaneria di Porto di Siracusa per il primo soccorso. L’incrocio con la nave a circa 40 miglia a sud sud est di Siracusa.
L’uomo, un turista francese, accompagnato dal medico di bordo, è stato trasbordato insieme al medico di bordo. Raggiunto il porto di Siracusa, hanno trovato ad attenderli un’ambulanza del 118 per la corso all’ospedale Umberto I di Siracusa.




“Fermiamo l’inquinamento”, 175mila firme per il ministro Costa. Lunedì la consegna

Prima di raggiungere Augusta e Priolo, il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, sarà lunedì alle 11 a Catania per siglare il protocollo d’intesa sulla qualità dell’aria con la Regione Sicilia. In quell’occasione, gli verranno consegnate le 175.000 mila firme della petizione change.org/siracusa per fermare l’inquinamento nell’area industriale di Siracusa, Melilli, Augusta e Priolo promossa da Giuseppe Patti.
La campagna, lanciata a gennaio, in poche settimane aveva attirato l’attenzione dei media ed ha raccolto il sostegno di tanti abitanti della zona e del resto d’Italia. Al governo viene chiesto di aggiornare il Catasto Inquinanti e di attuare una transizione ecologica; alla Regione Sicilia, invece, di implementare una migliore rete di monitoraggio della qualità dell’aria per tutelare la salute dei cittadini.
“La presenza del ministro Costa per la firma di un protocollo d’intesa per migliorare e monitorare la qualità dell’aria ci fa sentire meno soli e ci consegna anche una speranza per il futuro delle nuove generazioni”, ha commentato Patti.




Caro biglietti aerei, rabbia alle stelle. Dal 2020 prezzi calmierati da Comiso e Trapani

Un esposto alle Procure di Palermo e Catania per valutare eventuali responsabilità dello Stato Italiano, dell’Unione Europea, della Regione Siciliana, delle autorità competenti e di tutti i possibili responsabili della mancata calmierazione dei prezzi dei biglietti aerei da e per la Sicilia. E’ l’iniziativa annunciata dal Codacons dopo la soppressione dei voli da parte della compagnia Vueling e il lievitare dei prezzi da parte delle uniche due compagnie rimaste, ovvero Alitalia e Ryanair.
Secondo il Codacons, che ipotizza i reati di “sequestro di persona, estorsione e di altra fattispecie”, il caro biglietti “viola il diritto costituzionale dei siciliani alla libertà di movimento”. Nell’esposto l’associazione di consumatori parla di “tariffe scandalose che superano 500 euro a tratta” e sottolinea che “il trasporto aereo è l’unico mezzo di collegamento di cui può servirsi un siciliano in assenza di tutte le altre infrastrutture, a iniziare dall’alta velocità ferroviaria”.
Il problema tocca da vicino quasi una famiglia su tre in provincia di Siracusa. Figli all’università, viaggi per ragioni sanitarie o per cause di forza maggiore: raggiungere Torino o Roma, partendo da Catania può arrivare a costare diverse centinaia di euro. Ed i prezzi lievitano di giorno in giorno.
Da Roma, il governo cerca una soluzione. Il sottosegretario alle Infrastrutture è il siciliano Giancarlo Cancellieri e nelle prossime ore incontrerà il presidente di Enac. Richieste fasce protette per i residenti. Intanto dal 29 marzo 2020 sarà possibile viaggiare ,a prezzo calmierato dagli aeroporti di Comiso e Trapani, per le principali destinazioni italiane. Saranno soggette a oneri di servizio pubblico le rotte da Comiso a Roma Fiumicino e Milano Linate e viceversa; da Trapani a Trieste, Brindisi, Parma, Ancona, Perugia e Napoli e viceversa. Per ogni singola tratta il vettore dovrà garantire all’utenza frequenze minime (uno o due voli quotidiani), orari e un numero minimo di posti. Il decreto firmato nei mesi scorsi dall’allora ministro Toninelli prevede anche le tariffe massime da applicare per tutto l’anno su ciascuna rotta, sia per i residenti in Sicilia (da 35 a 50 euro) che per i non residenti (da 50 a 150 euro).




Sfreccia sulla Siracusa-Catania, cocaina in auto: arrestata una 41enne

A grande velocità stava percorrendo la Siracusa-Catania. Quando i carabinieri l’hanno fermata per un controllo, hanno scoperto la causa di tanta premura: all’interno dell’auto c’era un involucro di plastica di colore bianco, contenente circa 11 grammi di cocaina. Una successiva perquisizione personale ha permesso di rinvenire un ulteriore grammo della stessa sostanza. Lo stupefacente – sequestrato – sarebbe stato destinato probabilmente allo spaccio a Siracusa. E’ stata arrestata, in flagranza di reato, la 41enne Concetta Malato.




Siracusa. Ancora un’auto in fiamme, incendio doloso in viale Zecchino

Alle 5.00 circa di questa mattina, Vigili del Fuoco e agenti delle Volanti sono intervenuti in viale Zecchino per
l’incendio di una Nissan Micra. L’auto è di proprietà di un uomo di 51 anni. Le tracce rinvenute lasciano presupporre che si sia trattato di incendio doloso.




Borgo dei Borghi, la Rai risponde: vittoria resta a Bobbio, provvedimenti verso Daverio

La direzione di Rai Tre chiude le polemiche sul risultato finale della trasmissione tv Il Borgo dei Borghi. Il titolo rimane a Bobbio, niente da fare per Palazzolo Acreide. “Si precisa che nel corso della serata finale dell’ultima edizione, trasmessa in diretta e basata sul televoto e sul voto della giuria di esperti, i due distinti risultati — come previsto dal regolamento -hanno avuto pari peso nella determinazione dell’esito finale (50% televoto e 50% voto della giuria di esperti). Le votazioni si sono svolte con assoluta regolarità e trasparenza sotto il controllo di un notaio. Il borgo di Bobbio è stato votato da tutti e tre i giudici come prima scelta per la vittoria finale. Sarebbero stati sufficienti però anche i voti di due giudici soltanto per determinare il medesimo risultato. In altre parole, anche senza il voto del presidente della giuria Philippe Daveno, la classifica sarebbe stata uguale a quella poi risultata definitiva”, si legge nella nota diramata dalla Rai in risposta alle interrogazioni presentate in commissione di Vigilanza.
Quanto a Philippe Daverio, autore peraltro di dichiarazioni indigeste all’indirizzo della Sicilia e dei siciliani, “in sede di firma del contratto, ha sottoscritto il codice etico e non ha informato la Rai di essere cittadino onorario di Bobbio, né di eventuali conflitti di interessi rispetto al programma a cui era stato chiamato a collaborare. In tale quadro, la Rai sta studiando tutti i provvedimenti necessari che dovranno essere adottati per evitare che si possano ripetere episodi simili, che hanno distolto l’attenzione dalle reali intenzioni di servizio pubblico alla base del programma”.




In agitazione i lavoratori dell’appalto pulizie della Marina Militare di Augusta

Proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’appalto pulizie della Marina Militare Marisicilia di Augusta. Sono 38 e la loro protesta si inserisce nella più vasta vertenza che vede coinvolte anche le basi di Catania, Messina, Palermo, Trapani e Agrigento.
Lo stato di agitazione è stato proclamato “per contrastare l’immobilismo del Comando Marina Militare di Marisicilia di Augusta, il quale, pur essendo stata incalzata dalla Filcams Sicilia sulla insostenibilità della gara indetta per il servizio di pulizia, ha già convocato al Ministero della Difesa le ditte aggiudicatarie per la sottoscrizione dei contratti l’avvio per l’immissione in appalto”.
La decurtazione della base d’asta e del monte ore/annuo non è ritenuta accettabile dal sindacato. “Avrà effetti devastanti per i lavoratori impiegati nell’appalto, prevedendo a gara un monte ore insufficiente al corretto espletamento di tutte le prestazioni richieste per l’intero Lotto 4, con 33.800 ore/anno (ad oggi la sola base di Augusta conta su un monte ore di 36.000 ore/anno) contro il monte ore della precedente gara di 49.000 ore/anno, tanto che l’impresa risultante aggiudicataria dell’attuale procedura di gara per il Lotto 4 (BSF s.r.l.), ha già dichiarato esuberi di personale di rilevante entità ovvero, nella migliore delle ipotesi, un taglio complessivo delle ore contrattuali dei singoli lavoratori stimato in circa il 30-40%”.
Le segreterie Nazionali Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno già richiesto un incontro urgente al Ministero della Difesa, evidenziando le pesanti ricadute sui livelli occupazionali con inevitabili conseguenze drammatiche per i lavoratori dell’appalto.
“Ancora una volta, la Marina Militare si prepara ad augurare il buon Natale ai lavoratori dell’appalto delle pulizie, ipotizzando una decurtazione sostanziale del loro misero salario, ovviamente a parità di superfici da pulire e sanificare. Di fronte a salari di poche centinaia di euro mensili, solo ipotizzare la possibilità di ridurre anche solo di 100 euro lo stipendio di questi lavoratori, significa mandare sul lastrico famiglie che vivono con stipendi ben al di sotto del reddito di cittadinanza”, dicono il segretario provinciale Filcams, Alessandro Vasquez, ed il regionale Stefano Gugliotta. “Già il 26 giugno 2015 i lavoratori dell’appalto manifestarono davanti al Ministero della Difesa a Roma per difendere il loro salario, anche in questo caso siamo pronti a mobilitare i lavoratori siciliani con i colleghi della Toscana, Liguria e Sardegna per difendere il diritto alla dignità dei lavoratori che solo il lavoro può dare”.




Siracusa. Targia, nel 2018 Garozzo stava per realizzare lo spartitraffico: “Era tutto pronto”

C’era un progetto per realizzare lo spartitraffico a Targia. E c’erano anche i soldi per realizzarlo subito, con la partecipazione di alcune attività commerciali della zona. Non bisogna andare troppo indietro nel tempo, era il 2018, sindaco Giancarlo Garozzo e assessore alla Mobilità Giuseppe Raimondo.
Raggiunto al telefono dalla nostra redazione, l’ex sindaco conferma. “Si, c’era il progetto e grazie all’impegno dell’assessore Raimondo avevamo ottenuto l’impegno di alcuni privati, con attività nella zona, ad intervenire economicamente. Il costo per il Comune di Siracusa sarebbe stato quasi nullo”, dice Garozzo senza citare il parere della Protezione Civile comunale, quasi a significare che potrebbe comunque anche non essere vincolante. Ma allora perchè poi non si è fatto? “Preferirei non commentare. Non ero più sindaco”, si limita a dire.
In effetti, nel dibattito degli ultimi giorni, la grande distanza tra le richieste dell’opinione pubblica (che spinge per lo spartitraffico o misure similari) e le inamovibili posizioni degli uffici comunali, rischia di ingenerare la sensazione che si stiano cercando più i motivi per non realizzare lo spartitraffico che quelli per cui valga la pena farlo. “Non è così. Abbiamo anzi recuperato quel progetto di massima e ipotizzato anche sezioni ulteriormente ristrette e con elementi più economici. Ma rimarrebbero problemi nella corsia direzione Scala Greca”, spiega senza sottrarsi l’attuale assessore alla Mobilità, Maura Fontana. A cui, peraltro, va riconosciuto un impegno serio e concreto sulla problematica di contrada Targia.
Ma come la si giri, giri spunta sempre una norma o un parere ostativo, da una parte e dall’altra. Le soluzioni non mancherebbero ma appare difficilissimo rendere sicura una strada comunale, quale in effetti è Targia dopo la donazione di Anas. Sembra quasi debba avere dimensioni da autostrada per poter far qualcosa di concreto, altro che strada urbana.
Il problema di fondo, sarebbe in realtà la sua natura di infrastruttura a rischio per la presenza di siti come il pontile Isab e la galleria ferroviaria. Per cui, se fai lo spartitraffico devi poi pensare ad una corsia di emergenza per i mezzi di soccorso. Piccola considerazione: oggi la corsia di emergenza non c’è in ogni caso. Come muoversi allora in caso di grave incidente industriale? I mezzi in transito andrebbero convogliati tutti su di un lato ed i mezzi di soccorso di passaggio sull’altro. Senza divisione di carreggiate e con in più il panico di un grave incidente industriale. Si può immaginare quale trappola diverrebbe per gli automobilisti che si ritroverebbero sul posto, con imbottigliamento certo per i mezzi di soccorso. Sicuri allora che il problema sia lo spartitraffico?
Ci sarebbe, invero, un discorso di responsabilità. Chi si assumerebbe quella di realizzare un’opera che, in caso di incidente, potrebbe essere indicata come concausa? Con freddezza, verrebbe da dire chi è convinto di fare una cosa giusta, che metterebbe al riparo potenziali vittime innocenti coinvolte altrimenti, e senza colpa, in frontali e simili.
Un esempio vale una riflessione, pur nella obiettiva differenza. Corso Umberto è considerato via di fuga. Eppure il suo tratto finale, dove oggi c’è il terminal bus, è stato chiuso (temporanea interdizione) al traffico, creando una strettoia verso via del Foro Siracusano. Volere, in fondo, è potere.




Siracusa. Violenza sessuale, condannato osteopata: “palpeggiò una paziente”

Il gup del tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, ha condannato a 4 anni di carcere con l’accusa di violenza sessuale un osteopata di 42 anni.
L’uomo, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe avuto in cura nel settembre dello scorso anno una giovane di 22 anni. Nel corso di una seduta, l’osteopata avrebbe approfittato della ragazza, palpeggiandola nelle parti intime.
La vittima, difesa dall’avvocato Daniela La Runa, ha trovato la forza di denunciare l’accaduto, parlando con i familiari che l’hanno sostenuta in questo complicato percorso.
Ne è nato un procedimento giudiziario a carico dell’osteopata, che ha scelto di farsi giudicare con il rito abbreviato. Il pubblico ministero, Andrea Palmieri, al termine della requisitoria, aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione.