Siracusa. Mapping Plemmirio, 5 mesi di studio sulla componente biotica e abiotica

Monitorare le condizioni del mare nell’Area Marina Protetta del Plemmirio e migliorare le conoscenze sugli organismi marini che vivono in questa zona: questi sono gli obiettivi del progetto MAP.PLEMM – Mapping Plemmirio, selezionato nell’ambito di MedPAN Habitat Mapping Call for Small Project e finanziato da MAVA Foundation.
Il progetto, guidato da Consorzio Plemmirio in partenariato con European Research Institute (ERI), è iniziato a luglio 2019 e terminerà a dicembre 2019.
Diverse sono le attività che verranno condotte durante i 5 mesi di progetto per realizzare delle mappe relative alla componente biotica e abiotica dell’Area Marina.
Il team del Consorzio Plemmirio e quello di ERI hanno iniziato a lavorare insieme, raccogliendo dati per tracciare il limite superiore della prateria di Posidonia (una pianta marina endemica che svolge un ruolo fondamentale nell’ecosistema marino costiero), indagare la presenza di Pinna nobilis (un bivalve endemico che è quasi completamente estinto nel Mediterraneo a causa di un parassita), censire specie ittiche aliene e monitorare le caratteristiche delle acque.




VIDEO. Siracusa. Il problema irrisolto: la strada della ex Tonnara come una discarica

Per raggiungere la pista ciclabile da Santa Panagia, si percorre una lingua di asfalto che scende sino alla ex Tonnara. Strada tecnicamente inibita alla auto, costeggia della campagna. Ma l’idilliaco paesaggio naturale è pesantemente macchiato dalla continua presenza di rifiuti scaricati illegalmente, nell’indifferenza di tutti. Il Comune lo sa, la gente lo sa. Ma nessuno, oltre un paio di bonifiche straordinarie, riesce ad arginare il problema.
Gran parte dei terreni che costeggiano la strada è di proprietà privata. Nonostante gli inviti rivolti dal Comune ai proprietari, le recinzioni che avrebbero potuto limitare gli episodi di abbandono di spazzatura varia non sono mai state montante. Nè Palazzo Vermexio ha agito in danno terzi. Nel frattempo crescono i mucchi di rifiuti. Le immagini inviate da Massimo alla nostra redazione mostrano lo stato attuale dei luoghi, visti dalla prospettiva di un ciclista.




Cassibile. Nella rotatoria doveva sorgere una aiuola: Romano, “che fine ha fatto?”

Costruita nel 2017, non è poi stata completata. Si tratta dell’aiuola all’ingresso sud di Cassibile. Lo segnala l’ex presidente della circoscrizione, Paolo Romano. “Sono sdegnato”, dice.
L’11 dicembre 2017 il Consiglio comunale deliberò di procedere con avviso pubblico per l’assegnazione ad uno sponsor privato dell’area, posta all’intersezione fra via Nazionale e via Re Martino D’Aragona. “L’obiettivo era quello di dare decoro a quella zona. Alla gara partecipano due ditte e tra queste ne venne scelta una ad aprile 2018. A questo punto – ricorda Romano – non restava altro che procedere all’assegnazione dell’area alla ditta individuata che poi avrebbe provveduto alla realizzazione nonché alla relativa manutenzione per 3 anni, accollandosi ogni costo”.
Ad oggi, però, nulla sarebbe stato fatto. “E tutto resta nell’incuria, nel degrado e nella pericolosità per i cittadini. Mi chiedo come mai non si è proceduto ad assegnare l’area dopo che si è svolta regolarmente una gara? Cosa è successo? Quanto costerà all’amministrazione e soprattutto quando sarà sistemata l’area? E chi pagare le spese?”, si domanda provocatoriamente l’ex presidente della circoscrizione Cassibile.




VIDEO. Via Algeri, nella scuola chiusa e pericolante vive una famiglia: “aiutateci”

Una scuola abbandonata a se stessa da pochi mesi. Eppure l’istituto scolastico di via Algeri, che era destinato ad ospitare, in una sua parte, addirittura il nuovo comando della Polizia Municipale, oggi si presenta come un edificio devastato, pericolante, più volte vandalizzato, senza quasi più nemmeno una finestra. C’è il ricordo di un androne, c’è il ricordo di una bacheca in cui ancora si leggono degli avvisi che risalgono allo scorso gennaio. Poi la scuola è stata chiusa per ragioni di sicurezza e igienico-sanitarie. Da allora, nessun intervento, solo uno scempio che aumenta giorno dopo giorno. Ringhiere divelte, strutture  con i ferri arrugginiti a fare bella mostra di sè. E addirittura, al primo piano,  un appartamento improvvisato, occupato.
Mentre giravamo le nostre immagini, ci siamo accorti della presenza di qualcuno. Siamo stati raggiunti da alcune persone. E abbiamo scoperto che un nucleo familiare vive lì da due mesi. Hanno la loro piccola cucina, un bagno, una camera da letto. Un lampadario di vetro per sentire la differenza tra scuola e qualcosa che somigli ad una casa. Ma non c’è una porta, non c’è una finestra che possano essere chiuse. Tutto spalancato. E c’è un cane come unico “guardiano”.
Sono italiani, siracusani. In passato hanno sbagliato, da anni- ci raccontano- rigano dritto. A proposito di anni, da 19 chiedono una casa popolare. Niente da fare. Hanno dei figli, vivono in una comunità. Chiedono una sistemazione più dignitosa, qualcosa che, prima che arrivi l’inverno, in quel palazzo senza finestre, possa scongiurare il peggio. Raccontano che le forze dell’ordine sanno della loro presenza in quel luogo. Che hanno fatto irruzione, un giorno, ma cercavano droga. Non l’hanno trovata. “Non troveranno niente del genere, qui- ci raccontano- noi vogliamo vivere in maniera onesta.Vogliamo che i nostri figli siano orgogliosi di noi”.
Ma nessuno è mai tornato. A quanto pare hanno anche tentato la carta della Caritas, ma i proprietari di case in affitto hanno parecchie remore a concederle per iniziative di solidarietà, nonostante la garanzia del pagamento, per un anno, del canone da parte della Caritas. E adesso la coppia che vive in quei locali- pare in origine fossero quelli destinati al custode- si dice pronta ad azioni eclatanti. E chiedono che qualcuno li aiuti.




La scuola sotto sfratto: assemblea degli studenti del Bartolo di Pachino. Chi li salverà?

Una soluzione per l’istituto Bartolo di Pachino ancora non c’è. La scuola, con i suoi 600 alunni, è sotto sfratto esecutivo. La ex Provincia Regionale non ha pagato i canoni di locazione e con 400mila euro di crediti vantati dalla proprietà dell’immobile, anche il Tribunale ha riconosciuto valide le ragioni dello sfratto.
La speranza è tutta racchiusa in una dilazione dei tempi dello sfratto, per consentire quanto meno il completamento dell’anno scolastico in corso. La possibilità è emersa questa mattina, durante una partecipatissima assemblea al cinema Politeama di Pachino. Ne hanno discusso i ragazzi dell’istituto insieme al dirigente scolastico, ai commissari del Comune di Pachino, ai rappresentanti della ex Provincia ed ai deputati regionali Rossana Cannata (FdI) e Stefano Zito (M5s).
La prima ha lasciato aperta la porta ad un possibile e futuro intervento straordinario, attraverso un fondo di riserva da destinare all’istituto che, nel frattempo, potrebbe essere tutelato ricorrendo a un accordo da parte della ex Provincia e della Prefettura con il proprietario dell’immobile. E nel frattempo, con la collaborazione della Commissione prefettizia del Comune di Pachino, si dovrebbe cercare una nuova sede.
Il deputato regionale pentastellato ha invece insistito sulla necessità di garantire condizioni di serenità agli studenti. “Prima dell’incontro pubblico, ho parlato con il commissario della ex Provincia, Floreno, per capire se ci sono le condizioni per evitare lo sfratto imminente degli studenti dall’istituto di viale Aldo Moro”, dice Zito. Poi la stoccata diretta alla Regione. “Dovrebbe essere l’assessore Grasso a spiegare agli studenti perché la nostra provincia è ancora il fanalino di coda e, nonostante il dissesto, arrivino meno fondi di quelli che una legge regionale ha stabilito che venissero erogati in seguito all’accordo Stato–Regione. Venga il presidente Musumeci a spiegare come mai alla provincia di Catania siano andati quasi 11 milioni di euro su 28 totali che dovevano essere distribuiti in base alle emergenze finanziarie e perché solo 1,2 milioni di euro a Siracusa. Risponda lui alla studentessa che si è chiesta come mai si possono trovare somme per una gara come la ‘Coppa d’assi’, guarda caso nel catanese, e non si possono invece trovarne altre per salvare il diritto allo studio e un istituto scolastico sotto sfratto come il Bartolo”, conclude Stefano Zito.




Miasmi, linea dura del Comune di Priolo contro la zona industriale: “chi non ci sta, vada via”

Priolo ha scelto la linea dura, minacciando persino ordinanza di chiusura degli impianti industriali che non dovessero collaborare nella “caccia” ai miasmi. Il Comune ha commissionato alle Università di Trieste, Milano e Catania studi specifici per individuare quali aziende potrebbero avere delle responsabilità nel rilascio delle emissioni che stanno creando episodi di cattiva qualità dell’aria.
Il sindaco di Priolo, Pippo Gianni, lo ha spiegato a chiare lettere ai rappresentanti della zona industriali – grandi e piccoli impianti – convocati in Municipio. “Dovete segnala eventuali anomalie che possano avere provocato i miasmi che nell’ultima settimana hanno reso ancora più invivibile il nostro paese”, ha detto rivolgendosi a loro il primo cittadino priolese. “Nell’ultimo anno si è tentato di instaurare un dialogo, di collaborare con le industrie – ha aggiunto – ma ora sembra più possibile. Ogni stabilimento interpellato dopo gli ultimi episodi, ha scaricato la responsabilità su un altro impianto”.
E’ emersa qualche perplessità sulla copertura legislativa delle iniziative che il Comune vuole portare avanti. Il sindaco, però, pare non preoccuparsi, “Metterò in atto tutti i poteri che la legge mi conferisce come responsabile della mia comunità”.
Il Comune di Priolo ha anche anticipato la volontà di chiedere al Ministero dell’Ambiente una revisione delle AIA, le autorizzazioni ambientali rilasciate agli impianti. Ma quest’ultimo sembra più che altro un monito. Per molti degli impianti, le autorizzazioni sono state recentemente rinnovate e al termine di severissime istruttorie che hanno imposto – almeno alle gradi raffinerie – vincoli più stringenti, in alcuni casi, rispetto a quelli prescritti dalla Procura. “Le industrie che non ci stanno – ha continuato serafico Pippo Gianni – possono anche abbandonare il nostro territorio”.
Il primo cittadino ha però annunciato che chiamerà il Consiglio comunale ad approvare una proposta da portare alla Camera, al Senato e all’Ars, per far sì che le industrie che decidono di abbandonare debbano prima bonificare e sanare i luoghi. Tra due settimane, nuovo incontro e questa volta sul tavolo ci saranno dati, analisi e nuovi studi.




Siracusa. Riportare in vita l’ex Mercato Ittico, bando di gara per l’ambizioso obiettivo

L’obiettivo è quello di riportare in vita l’ex mercato ittico di Siracusa, rendendolo struttura aperta anche al pubblico con nuovi servizi e la vendita di prodotti lavorati in loco. Una evoluzione – necessaria – di quello che era una volta il semplice mercato ittico.
A giugno 2018 la Regione ha emesso il decreto di finanziamento con fondi europei (bando Po Feap 2014/2020). Il progetto è stato svelato mesi addietro e le elaborazioni grafiche hanno sollevato curiosità e gradimento. Ma adesso viene la parte più difficile: trasformare tutto in realtà.
Il 20 novembre scadrà il termine per la presentazione delle offerte al bando di gara redatto dal Comune di Siracusa. Si tratta di una procedura aperta, con il criterio del minor prezzo. L’importo a base d’asta è di 1,7 milioni di euro. Quando il progetto venne presentato a dicembre 2017 si era però parlato di un intervento da 3,2 milioni di euro. Tecnicamente è un progetto di manutenzione straordinaria e rifunzionalizzazione. Tra i lavori previsti: coibentazione della copertura, sostituzione infissi esterni, spicconatura e rifacimento degli intonaci esterni, pittura interna, impiantistica ed efficientamento energetico.
Nella rifunzionalizzata struttura sarà possibile fare commercio all’ingrosso, all’asta, direttamente al consumatore finale o per via telematica. Oltre agli impianti per la produzione e il confezionamento del ghiaccio, prevista la realizzazione anche di quelli per la lavorazione e la trasformazione del pesce.




Scuole sempre meno “sicure”: fondi dal Miur, “la ex Provincia presenti subito istanza”

Distacchi di cornici ed intonaci, cedimenti di controsoffitti: purtroppo anche nelle scuole della provincia di Siracusa diventano ricorrenti gli episodi. Gli studenti sono scesi in piazza per chiedere più sicurezza nelle aule e nei corridoi degli edifici che li ospitano per sei ore al giorno. “Basta col refrain del ‘non abbiamo fondi’. Comuni ed ex Provincia Regionale possono intervenire grazie al piano straordinario di prevenzione del Ministero dell’Istruzione. Potrà contare su uno stanziamento di 65,9 milioni di euro, fondi da assegnare agli enti locali proprietari di immobili pubblici adibiti ad uso scuola per la verifica della solidità delle strutture”. A darne notizia è il parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s).
“Il bando di finanziamento, pubblicato sul sito del Miur, prevede due linee di intervento. La principale per le indagini diagnostiche che permetteranno di conoscere lo stato di salute degli edifici scolastici. Poco meno di 26 milioni di euro serviranno per finanziare gli eventuali interventi urgenti di messa in sicurezza delle strutture, dopo le verifiche. In particolare, il 70% delle risorse sarà riservato a Comuni o alle Unioni di Comuni, mentre la restante parte sarà ad appannaggio di Province e Città Metropolitane”, spiega Ficara.
“I Comuni siracusani e la ex Provincia Regionale devono fare in fretta: devono presentare la loro istanza entro le 15.00 del 29 novembre 2019. Non c’è tempo da perdere, la sicurezza non si fa a parole ma con i fatti. Alla luce dei tanti problemi recentemente emersi sulle condizioni di molte scuole siracusane, non presentare domanda per accedere alla misura sarebbe due volte grave. Nessuno deve dormire su questa tema. Mi aspetto che soprattutto la ex Provincia Regionale dia un segno. Capisco le difficoltà degli uffici e del personale, e sono loro vicino, ma anche i cittadini si attendono segnali. E questo sarebbe uno particolarmente importante”, l’invito del deputato Paolo Ficara (M5s).
Le domande saranno selezionate sulla base dei seguenti criteri: vetustà degli immobili, con particolare riferimento agli edifici costruiti prima del 1970, zona sismica, popolazione scolastica coinvolta, tipologia costruttiva dei solai, assenza di finanziamento negli ultimi cinque anni per interventi strutturali o per indagini diagnostiche, eventuale quota di cofinanziamento.
Queste somme sono parte di interventi maggiori, ma sono soldi messi subito a disposizione per indagini strutturali sugli edifici.

foto archivio




VIDEO. Quattro catanesi arrestati a Noto: sorpresi mentre tentavano un “colpo” in villa

Quattro catanesi, già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati ieri mattina a Noto in flagranza di tentato furto aggravato in abitazione. I poliziotti hanno bloccato il 51enne Alfio Bonconsiglio, Orazio Amara (46 anni), Giovanni Calì (30) e Francesco Antonino Mammone (38).
Alle 11.00 di ieri, allertati dalla segnalazione di un’autovettura sospetta, operatori della Volante sono intervenuti a San Corrado Fuori le Mura, dove si trovano numerose villette residenziali. I poliziotti hanno notato la vettura in sosta nei pressi di una villa con due individui a bordo che stavano aspettando altri complici che furtivamente, usciti dall’abitazione, hanno cercato di fuggire alla vista della Volante. Bloccati, sono stati arrestati e condotti in carcere.
“Mi complimento con il vice questore aggiunto Paolo Arena e con i suoi uomini per la brillante operazione di Polizia condotta in queste ultime ore. La presenza nella nostra Noto delle Forze dell’Ordine è ben percepita e anche questo episodio, che vede protagonisti nella segnalazione i miei concittadini, testimonia come collaborazione e denuncia siano alla base di ogni successo e risultato, determinanti per la dotazione di uomini e di mezzi necessari per la sicurezza e l’incolumità pubblica”. Lo dichiara il sindaco Corrado Bonfanti, dopo l’operazione condotta dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Noto che ha portato all’arresto di quattro persone per tentato furto aggravato in abitazione.




Convalidato il fermo ma niente domiciliari per il 37enne accusato di violenza su minore

E’ stato convalidato il fermo giudiziario del 37enne melillese accusato di violenza sessuale su una ragazza di 16 anni. Il gip del Tribunale di Siracusa ha però disposto la sua scarcerazione. Niente domiciliari, valutati sufficienti i divieti di avvicinamento alla vittima e di allontanarsi dall’Italia senza autorizzazione dei magistrati. Nessun ulteriore elemento è emerso durante l’udienza di convalida, anche perchè l’uomo – assistito dal suo legale – si è avvalso della facoltà di non rispondere.
A denunciare ai carabinieri le “strane attenzioni” dell’uomo verso la ragazzina era stata la madre di quest’ultima. I fatti contestati sarebbero accaduti tra agosto e ottobre 2018.
Secondo quando accertato dagli investigatori, il 37enne avrebbe commesso “molteplici atti sessuali nei confronti della giovane donna, nonostante la sua contrarietà”.

foto archivio