Ortigia, denunciati due posteggiatori abusivi che si facevano pagare dai turisti
I Carabinieri di Ortigia hanno denunciato due posteggiatori abusivi. Si tratta di un 44enne italiano con precedenti penali in materia di armi e per reati contro il patrimonio e un 27enne tunisino con precedenti di polizia per stupefacenti.
I due sono stati identificati mentre controllavano abusivamente il parcheggio dei veicoli nei pressi di via Malta e sul lungomare di Levante Elio Vittorini, facendosi pagare dai turisti.
Sequestrato il denaro provento dell’attività illecita, per entrambi è stata avviata la procedura per l’applicazione del provvedimento del Daspo urbano.
Ai domiciliari, i poliziotti lo bloccano in giro per la città con una pistola giocattolo
Un 36enne di Pachino è stato condotto in carcere per evasione. Era ristretto ai domiciliari ma il braccialetto elettronico ha segnalato un movimento sospetto. I poliziotti si sono messi allora alla ricerca dell’uomo, sorprendendolo nei pressi di via Mazzini mentre cercava di entrare in un’abitazione di un amico.
Poco prima di essere bloccato, avrebbe spaventato i passanti facendo vedere una pistola, poi risultata giocattolo ma priva del tappo rosso.
Meeting di chiusura dell’anno sociale 2024/2025 del Lions Lentini e Priolo
Serata ricca di momenti importanti, quella della chiusura dell’anno sociale 2024/25 e del Passaggio della Campana del Lions Club Lentini e Priolo Gargallo con la 56^ Charter Night del Lions Club di Lentini e la 37^ Charter Night del Lions Priolo Gargallo che si sono svolte nella sala conferenze de “La Magnolia”, in territorio di Carlentini. Alla presenza dei soci, ospiti, personalità lionistiche e sindaci di Lentni, Carlentini, Francofonte, Melilli e del Libero Consorzio di Siracusa per celebrare il rituale momento di passaggio formale delle consegne tra i presidenti uscenti di Lentini Maria Teresa Raudino, che continuerà, per il secondo anno a ricoprire la carica di presidente e Priolo Gargallo Rossella Marchese con Mariangela Musumesci, che entrerà in carica il primo luglio. Il cerimoniere del club Lions di Priolo Giuseppe Castania, dopo il tocco della campana del Presidente del Club, ha fatto eseguire gli inni e dato la lettura agli Scopi e al Codice dell’Etica Lionistica. Al meeting di chiusura hanno partecipato il Governatore del Distretto 108YB Lions Sicilia Mario Palmisciano, il presidente della Zona 19 Angelo Lopresti e il referente della VII e VIII circoscrizione GST del Distretto 108 YSB Sicilia, Giacomo Di Miceli, il past presidente del Lions di Lentini Vincenzo Cappello, i rappresentanti dei club service di Lentini e Priolo Gargallo e dei Lions club della circoscrizione VII di Siracusa, i sindaci di Lentini Rosario Lo Faro, Carlentini Giuseppe Stefio, Francofonte Daniele Lentini, il vicesindaco di Melilli Cristina Elia e il vicepresidente del Libero Consorzio Comunale di Siracusa Diego Giarratana. Le due presidentesse Maria Teresa Raudino e Rossella Marchese nella relazione di fine mandato hanno illustrato il nutrito elenco di attività svolte in dodici mesi di intenso impegno nei rispettivi territori, volendo così sottolineare la vitalità dei due club negli impegni di sussidiarietà attuati ininterrottamente in questi anni. Attività, quelle descritte, che hanno visto il coinvolgimento diretto dei soci già dalla fase preparatoria, fino ad una loro diffusa partecipazione con impegno ed interesse; attività per le quali le due presidentesse uscenti hanno voluto ringraziare singolarmente tutti gli officer di club ed i soci per l’ottimo lavoro svolto e per la grande capacità organizzativa.
Il fine mandato della presidente del club di Lentini è stato coronato da alcuni momenti importanti per la vita di un Lions Club: l’ingresso di due nuove socie: Cettina e Beatrice Raudino, la consegna di quattro “Melvin Jones Fellow”, la più alta onorificenza del Lions Club International ai soci Francesco Moncada, Salvatore Nigroli, Giuseppe Frazzetto e Giacomo Di Miceli per la loro distintiva attività lionistica.Il Governatore ha consegnato cinque chevron per la lunga militanza all’intero del club a: Giuseppe Guarnera,ha ritirato il figlio Antonio, Carmelo La Torre, Franco Belfiore, Sebastiano Cosentino, Vincenzo Rizzo, Giuseppe Frazzetto, ha ritirato il genero Angelo Lopresti e la consegna degli attestati di riconoscimento per il service nazionale “autismo e inclusione – nessuno escluso” al presidente di Zona Angelo Lopresti, ai presidenti Maria Teresa Raudino e Rossella Marchese, ai sindaci di Francofonte, Lentini, Carlentini Daniele Lentini, Rosario Lo Faro e Giuseppe Stefio, alla vicesindaco di Melilli Cristina Elia, al vice presidente del Libero Consorzio di Siracusa Bruno Giarratana e ai dirigenti scolastici Giuseppina Sanzaro e Angela Fontana.
Dopo il rituale “Passaggio della Campana” e lo scambio dei distintivi, l’intervento dei Governatore che ha ringraziato le due presidentesse uscenti per il ricco contributo di azioni sul territorio svolto nell’anno sociale appena concluso, confermando gli sforzi a favore del servizio al territorio ma al contempo rafforzando i vincoli di amicizia tra i soci e gli altri Lions Clubs.
Riduzioni idriche da stanotte al Plemmirio, Siam: “Consumi elevati, così scongiuriamo disagi”
Meno acqua al Plemmirio a partire da questa notte.
La Siam ha annunciato che per via delle “temperature estive registrate e dell’aumento della popolazione e delle attività nelle località balneari, i consumi idrici in questi giorni sono stati particolarmente elevati, abbassando sensibilmente i livelli del serbatoio Plemmirio con conseguenze dirette sulla pressione idrica nella zona. Per tale ragione, la società sta provvedendo a razionalizzare il sistema, adattandolo alla situazione estiva e monitorando i livelli, attraverso interventi di regolazione della portata in uscita dal serbatoio”.
Tradotto in altri termini significa che potranno esserci delle riduzioni, ma “solo se necessario e solo in orari notturni, a partire da questa notte”.
L’obiettivo è quello di garantire il raggiungimento del livello necessario affinché nel fine settimana, quando le presenze aumenteranno ancora, non si verifichino abbassamenti della pressione idrica.
Chi vuol salvare la ex Provincia? Scontro tra il presidente Giansiracusa e il parlamentare Cannata (FdI)
È scontro dopo il consiglio del Libero Consorzio in seduta aperta e dedicato all’analisi delle delicate condizioni economiche dell’ente in dissesto. A dar fuoco alle polvero, è stato il parlamentare Luca Cannata (FdI) con un affondo verso il presidente Michelangelo Giansiracusa che “insieme alla sua maggioranza e ai suoi amici, ha pensato solo a nomine e poltrone. Nessun piano e nessuna proposta per risanare l’Ente”. Fratelli d’Italia, insiemena Forza Italia, non ha poi votato l’ordine del giorno sul Salva-Siracusa. “Dispiace constatare che, nonostante la gravità del momento, non si sia riusciti a raggiungere quella compattezza istituzionale che la situazione richiederebbe”, commemta Giansiracusa.
“Particolarmente spiacevole – aggiunge – è stato il comportamento dell’on. Luca Cannata, che con ripetute provocazioni ha cercato di trasformare il dibattito in una sterile polemica. Giunto con oltre due ore di ritardo, ha definito passerella la partecipazione di sindaci, amministratori e parlamentari che hanno scelto di esserci con senso di responsabilità. Alimentare lo scontro non aiuta il difficile lavoro di ricostruzione che stiamo portando avanti. Il Libero Consorzio ha bisogno di responsabilità, non di risse. L’on. Cannata farebbe bene a contribuire concretamente, piuttosto che inseguire la polemica”.
Parole che non vanno giù al vice presidente della Commissione Bilancio, che replica. “”Leggo con stupore le parole del presidente Giansiracusa, che preferisce attaccare chi, come me, chiede semplicemente un piano chiaro per risanare l’ex Provincia. È stato eletto con una sua maggioranza ma anziché fare autocritica per un incontro inutile e privo di contenuti operativi, se la prende con chi gli fa notare l’inutile convocazione plenaria”. Pet Cannata non basta chiedere unità per ottenere risultati. “Non basta riempire l’aula per dire che si sta facendo qualcosa: servono proposte, numeri, scelte coraggiose. E invece nulla: solo l’ennesimo documento, senza contenuti”.
Caos nel Partito Democratico: tutto da rifare per l’elezione del segretario cittadino
È tutto da rifare per l’elezione del segretario cittadino. del Partito Democratico. A dirlo senza mezzi termini è Giacomo D’Arrigo, delegato del commissario regionale per il congresso.
“Il voto online, che era stato deciso e autorizzato per il congresso provinciale di gennaio, non è stato previsto né, conseguentemente, autorizzato dal successivo Regolamento regionale che ha disciplinato le elezioni regionali, provinciali e di circolo tenutesi nelle scorse settimane sotto la responsabilità del Commissario On.le Stumpo”.
“L’applicazione delle vecchie regole rispetto al voto online è stata dunque superata alla luce di quanto ha successivamente deliberato dall’On.le Stumpo, il quale ha, conseguentemente, dichiarato nulli i voti online. – ha sottolineato D’Arrigo – Come delegato dell’On. Stumpo per la provincia di Siracusa ho dunque, con un mio atto, proclamato i circoli tutti i circoli che non hanno visto presenza di voto online e che hanno avuto un vincitore (chi cioè ha superato il 50% dei voti degli iscritti in presenza al proprio circolo) mentre in quattro circoli della provincia di Siracusa nei quali si è registrato il voto on line (Siracusa, Palazzolo Acreide, Pachino, Lentini) ho dato mandato ai presidenti di seggio e ai garanti in merito alle istruzioni per integrare la documentazione alla luce di questa indicazione del commissario ad acta del congresso (quindi né stravolgere, né stracciare, né tantomeno sovvertire, come erroneamente dichiarato), entro un breve lasso di tempo, trascorso il quale si procederà comunque alla finalizzazione degli atti e quindi o alla proclamazione dei segretari di circolo il cui voto in presenza risulti superiore al 50% dei votanti che si sono recati al seggio o al ballottaggio ove nessuno dei candidati abbia superato il quorum di elezione necessario.
“Su questo e su altri aspetti, terrò nei prossimi giorni una conferenza stampa presso la sede della Federazione provinciale del PD di Siracusa ed invito candidati, dirigenti, iscritti – nella legittima libertà di opinione che caratterizza il PD – a mettere al primo posto il rispetto verso la comunità di iscritti, simpatizzanti ed elettori che guardano con attenzione alle vicende del partito e che ci chiedono che politica, contenuti e modi siano messi al centro da tutti noi”, ha concluso Giacomo D’Arrigo.
Eschilo d’Oro all’attrice Elisabetta Pozzi: “Dedico questo premio al mio maestro, Giorgio Albertazzi”
L’Istituto Nazionale del Dramma Antico ha assegnato Il Premio Eschilo d’Oro alla carriera all’attrice Elisabetta Pozzi. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento si è svolta ieri sera al Teatro Greco di Siracusa, prima della replica dell’Edipo a Colono di Sofocle.
L’Eschilo d’Oro è il premio che dal 1960 viene assegnato dall’INDA a personalità nazionali e internazionali che si sono distinte nel campo del teatro classico e degli studi sull’antichità greca e latina.
Elisabetta Pozzi è fra le grandi protagoniste nella storia delle rappresentazioni classiche al Teatro Greco, dove ha interpretato il ruolo di alcune delle grandi eroine tragiche, come Clitennestra, Fedra, Medea, Ecuba, Elena e l’Elettra di Euripide. L’ultima sua interpretazione a Siracusa è quella di Lisistrata, diretta nel 2019 da Tullio Solenghi.
Il riconoscimento assegnato dall’INDA ha la seguente motivazione: “Il Premio “Eschilo d’Oro” alla carriera 2025 viene assegnato a Elisabetta Pozzi per aver interpretato, con immenso talento, decine di figure femminili, create dai tragediografi greci del V secolo e dai poeti contemporanei, e riportate in scena dai registi contemporanei: Elettra, Ecuba, Atena, Medea, Tecmessa, Fedra, Clitennestra, Elena, Cassandra, Lisistrata. Nel corso della sua carriera, Elisabetta Pozzi ha saputo dare vita e spessore alle passioni, ai furori, e ai crimini delle eterne protagoniste del dramma antico, regalando al pubblico affondi di interpretazione indimenticabili. Per avere scelto il teatro come forma di spettacolo, e il teatro greco come modo privilegiato di restituire l’antico, le è conferito oggi il massimo riconoscimento, da parte dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico, l’Eschilo d’Oro alla carriera”.
A causa di un problema legato al proprio volo di linea, Elisabetta Pozzi non era presente ieri al Teatro Greco di Siracusa. A ritirare il premio è stato Carmelo Rifici, regista che ha diretto Elisabetta Pozzi nella Fedra (Ippolito portatore di corona) del 2010. Rifici ha letto un messaggio inviato dall’attrice.
“Cari amiche e amici di questo teatro in cui si rinnova ogni anno la bellezza, in cui si riportano alla vita le storie che vale la pena continuare a raccontare, un saluto colmo di emozione a tutti voi – ha scritto nel suo messaggio Elisabetta Pozzi -. Non sono riuscita a raggiungervi per ricevere questo prestigioso premio che l’Inda ha voluto consegnarmi e di cui sono orgogliosissima, gli dei non mi sono stati favorevoli o forse dovrei dire, gli demoni malvagi hanno ostacolato il mio viaggio, perché gli dei, in questo teatro, mi sono sempre stati accanto. Durante l’emozionante rito che si celebra in questo teatro e a cui tante volte ho partecipato, ho sempre avuto la percezione che qualcosa di prodigioso stesse per accadere e spesso è accaduto: mi trovavo faccia a faccia con gli dei e ogni istante sconvolgente di quell’esperienza mi è rimasto inciso nella memoria. Devo rivolgere il mio ringraziamento sincero a tutti coloro con cui ho condiviso fatiche e gioie durante gli allestimenti; tante persone belle e generose: dal reparto tecnico agli uffici. Voglio dedicare questo premio al mio grande maestro, Giorgio Albertazzi e condividerlo con coloro con cui ho cominciato e più volte ricominciato Piero Maccarinelli, Walter Le Moli, Carmelo Rifici, Andrea Chiodi, Peter Stein, Davide Livermore, rinnovando sempre il ricordo di Cristina Pezzoli, Marco Sciaccaluga, Massimo Castri, Luca Ronconi e Carmelo Bene; ognuno di loro è un pezzo insostituibile della mia vita”.
A Elisabetta Pozzi è stata consegnata una moneta realizzata dall’orafo siracusano Massimo Sinatra.
Se il caffè diventa un piccolo…lusso: aumenti record a Siracusa e Messina
Negli ultimi tre anni il costo di una tazzina di caffè al bar è aumentato di circa il 15% a livello nazionale e la tendenza non pare voglia arrestarsi. Complici l’inflazione, il caro materie prime e l’adeguamento dei listini, il classico espresso al bar rischia di diventare un piccolo lusso quotidiano. A fornire un quadro della situazione è la piattaforma Withub, che ha elaborato i dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) in due mappe interattive (pubblicate dal Corriere della Sera), suddividendo le province italiane in base ai prezzi medi di caffè ed espresso.
Tra tutte, spiccano i casi di Siracusa e Messina che nel 2025 registrano i maggiori aumenti annuali del prezzo del caffè. A Siracusa, il costo medio di una tazzina è passato da 1,02 euro nel 2024 a 1,14 euro, segnando un rincaro del 12%. Lo stesso incremento si osserva a Messina, dove si è passati da 0,95 euro a 1,06 euro. Si tratta delle variazioni più elevate tra tutte le province italiane monitorate.
Ma in cima alla classifica per prezzo assoluto figura Benevento, con una media di 1,49 euro a tazzina. Nonostante questo, è anche l’unica provincia a far registrare un calo, seppur minimo (-1%) rispetto all’anno precedente. Seguono Bolzano, dove il caffè costa in media 1,45 euro (+7% su base annua) e Parma e Ferrara, entrambe con un prezzo medio di 1,41 euro, ma con aumenti più contenuti: +3% e +9% rispettivamente.
Il confronto tra le diverse aree del Paese mette in luce non solo un generale aumento dei prezzi, ma anche profonde differenze territoriali. Se al Nord i rincari sono più graduali, in alcune zone del Sud — in particolare in Sicilia — il costo del caffè cresce a un ritmo ben più sostenuto, facendo presagire un futuro in cui il rito dell’espresso potrebbe diventare sempre meno economico per molte famiglie.
Deflusso delle acque meteoriche a Tivoli, sopralluogo del commissario dell’Esa
Sopralluogo in contrada Tivoli del commissario regionale dell’Ente Sviluppo Agricolo, Carlo Turriciano. L’obiettivo dell’incontro è stato individuare una prima serie di interventi urgenti per limitare i danni causati dalle inondazioni che colpiscono periodicamente la zona.
“Insieme all’On. Giovanni Cafeo abbiamo accompagnato in un sopralluogo in contrada Tivoli il commissario regionale dell’Ente Sviluppo Agricolo, Carlo Turriciano, arrivato apposta da Palermo. Obiettivo dell’incontro, a cui ha partecipato anche l’Ing. Marco Ruscica, incaricato dal comitato dei Residenti ATTivoli del progetto per la riqualificazione e ripristino dei canali per il deflusso delle acque meteoriche, il suo collega Ing. Renato Messineo e il direttivo dello stesso comitato, individuare una prima serie di interventi d’urgenza che l’ESA può avviare per limitare i danni da inondazione di cui la zona soffre con periodicità costante ad ogni autunno.” A dirlo è il consigliere comunale del gruppo Insieme, Ciccio Vaccaro.
“Ringrazio ancora sia il commissario Turriciano sia Giovanni Cafeo per la disponibilità non scontata – continua il consigliere Vaccaro –. Dall’esito dell’incontro è emersa la necessità di avviare un’interlocuzione che, partendo dalle istanze del comitato e dallo studio di fattibilità presentato dall’Ing. Ruscica, coinvolga anche il Comune e il Libero Consorzio di Siracusa. Una sinergia tra enti che, come dimostrato recentemente in merito alla questione dell’illuminazione a Tivoli, per la quale ringrazio anche l’Ing. Grimaldi e il Geom. Di Pasquale, non può che portare alla risoluzione dei problemi, seppur con i necessari tempi del caso.”
“Sarà mia cura continuare a monitorare la procedura e l’iter del progetto – conclude Ciccio Vaccaro – in piena sintonia con il comitato dei Residenti ATTivoli e in ossequio al mio ruolo di consigliere comunale, svolto nell’interesse esclusivo dei cittadini.”
Tra le bombe e la speranza, la missione di Tiziana Roggio a Gaza: “Un inferno in terra”
È difficile raccontarlo, e forse trovare le parole giuste lo è ancora di più. La situazione nella Striscia di Gaza è drammatica: gli ospedali sono al collasso. C’è chi lì ci ha vissuto e lavorato per tre settimane. Lei è Tiziana Roggio. Ha 37 anni, è un chirurgo plastico, lavora al St George’s Hospital di Londra ed è di Augusta, in Sicilia. È stata l’unico medico volontario italiano ad aver operato nell’ospedale Nasser di Khan Yunis.
A lei non piace essere definita un’eroina. Tiziana Roggio è andata a Gaza perché non riusciva più a guardare, e, essendo un chirurgo plastico, sapeva di poter essere d’aiuto.
“Mi sento come una goccia nel deserto. Quando sei lì hai la sensazione che tutto quello che fai possa essere reso vano nello spazio di un secondo, perché basta una successiva bomba e può uccidere chi tu hai curato e tanti altri in più. Purtroppo, lì c’è un conflitto che si sviluppa ogni giorno e che uccide ogni giorno tantissime persone, anche persone che stanno lì semplicemente ad aspettare di avere aiuti umanitari e un chilo di farina. E quindi dobbiamo ricordarci questo”.
Tiziana Roggio, per quanto sia difficile, racconta — non senza emozione — ciò che ha visto con i suoi occhi. E poi c’è il pensiero per il piccolo Adam. È stata lei a operarlo, insieme ad altri due colleghi inglesi. Adam è un bambino palestinese di 11 anni, figlio della pediatra Alaa al-Najjar, sopravvissuto a un bombardamento israeliano che ha ucciso i suoi nove fratelli e il padre. Adam e sua madre sono ora salvi. Sono finalmente arrivati in Italia la sera dell’11 giugno, insieme alla zia e a quattro cuginetti. Adam sarà ricoverato all’Ospedale Niguarda di Milano. Ma Adam non è l’unico bambino che ha visto con i suoi occhi l’inferno.
Ci sono bambini che non hanno più le gambe, che hanno gravissime lesioni causate dai continui e incessanti bombardamenti. Una bambina è morta per sepsi. La sepsi è un’infezione generalizzata che può interessare uno o più organi e che può arrivare a comprometterne la funzionalità. È una cosa che non sarebbe mai accaduta in Occidente, ma lì è tutto molto più complesso.
Ci sono bambini morti per malnutrizione. Bambini morti per i ritardi nell’ottenere autorizzazioni per essere trasferiti fuori da Gaza per i trattamenti necessari.
A Gaza circa 2.000 famiglie non esistono più. Sono morte più di 57.000 persone.
Da questa parte del mondo, forse si fa fatica a comprendere la reale situazione a Gaza. Tiziana Roggio ha vissuto in prima persona tutto questo. “I social e i telegiornali ci danno la possibilità di vedere con i nostri occhi tantissime immagini, quindi queste hanno secondo me il maggiore impatto, perché ci rendiamo conto. Però credo che in Occidente, purtroppo, si guardi questa guerra molto da lontano, come qualcosa che non ci riguarda. Lo so, per fortuna non ci riguarda direttamente, però bisognerebbe soffermarsi un po’ di più su quelle immagini, invece di considerarle come qualcosa di lontano. Mettersi un po’ nei panni di queste persone che vivono questo conflitto da quasi due anni. Ma finché non sono arrivata lì, non potevo mai immaginare che fosse talmente orribile.”
Tiziana Roggio è arrivata nella zona di conflitto intorno alla metà di maggio. È arrivata in quell’inferno in terra da Amman, in Giordania. Dal primo momento in cui ha messo piede ha avuto paura, non lo nasconde: i continui bombardamenti fanno tanta paura. È una giovane donna, una vita davanti, ma vuole aiutare un “popolo dimenticato”, è così che lo definisce.
“La scelta di andare lì è nata perché, appunto, vedendo tutto questo e sentendo tutto questo, non riuscivo più a stare solo a guardare. Inoltre, so che nella mia attività, io faccio il chirurgo plastico, le mie competenze sono estremamente richieste lì, perché purtroppo non hanno molti medici locali specializzati in chirurgia plastica, e l’entità delle ferite e delle ustioni, nella gran parte dei casi, richiedono il nostro trattamento. Quindi sapevo che sarei stata davvero di valido aiuto.”
Per tre settimane, si è nutrita solamente di cibo in scatola: tonno, carne, cous cous — che a un certo punto ha iniziato a odiare. Ma lì non c’è tempo per pensare a cosa mangiare. Lì sono ore incessanti di lavoro. Lì si tenta disperatamente di salvare vite umane. È difficile spiegarlo. È difficile capirlo se non lo si vive.
Tiziana Roggio ha dedicato tutte le sue ferie per andare nella Striscia di Gaza, e non nasconde che vorrebbe ritornarci. Gran parte del suo tempo lo ha trascorso in sala operatoria, e quelle poche ore che aveva a disposizione le passava in “camera”: una stanza piccolissima, un letto a castello e poco tempo per dormire. Le bombe sono continue, così tante che poi ci si abitua.
Tiziana Roggio è partita con due zaini e poi condivideva delle grosse valigie con i suoi colleghi: all’interno cibo e strumenti per operare. Lì si muore di fame, lì ogni giorno si combatte per sopravvivere. I bombardamenti arrivavano a qualsiasi ora del giorno e della notte. E sono visibili e udibili anche dall’ospedale Nasser. A Gaza si opera con il timore che possa arrivare una bomba da un momento all’altro.
Una normale mattina 6.04 am dal 4 piano di Nasser, Khan Younis
Tiziana Roggio ha imparato dal popolo palestinese una cosa, la ripete più volte: la resilienza.
“Quello che vedi e che senti quando arrivi lì — ma che adesso inizia davvero ad affievolirsi — è la loro immensa resilienza. Uno dei miei colleghi mi raccontava che ha spostato la sua famiglia dopo un turno di 24 ore, perché, a seguito dell’ultimo ordine di evacuazione, ha percorso 24 km a piedi sotto il sole. È assolutamente devastante. E loro, dopo tutto questo, venivano al lavoro in maniera assolutamente dignitosa, lavoravano in maniera super professionale. Questo dovrebbe insegnarci qualcosa. Però, quando siamo andati via e li abbiamo salutati, in molti di loro ci hanno detto: ‘Ci vedremo presto, se saremo ancora vivi’. Quindi la resilienza, chiaramente, adesso sta affievolendosi.”
La situazione negli ospedali di Gaza è grave, e anche qui Tiziana Roggio racconta ciò che ha visto.
“Nella nostra sala di chirurgia plastica operavamo all’incirca 10-15 pazienti al giorno. E poi, la sera, le emergenze — o comunque a seconda della priorità. Questa era la lista elettiva: tutte ustioni, fratture esposte, gravi traumi. Mancano parecchie cose. Ci siamo trovati a utilizzare l’aceto per medicare le ustioni. Mancano gli antibiotici. Mancano tutti gli strumenti monouso, ad esempio i camici sterili, che noi di solito qui utilizziamo e buttiamo via.”
“Gli ospedali sono pochissimi. Potete immaginare che in tutta la Striscia di Gaza ci sono soltanto sei o sette macchinari TAC disponibili. Nasser è uno dei pochissimi ospedali che può fornire un alto livello di cure, ancora attivo, ma è nella zona di evacuazione da due giorni a questa parte, per cui è ad altissimo rischio di essere evacuato. E se verrà evacuato, non ci saranno più terapie intensive che potranno supportare i pazienti. Non ci saranno più grosse sale operatorie che possono accomodare interventi di alta specialità chirurgica.”
“Nessuno merita una cosa del genere”, dice Tiziana. “Sono senza Wi-Fi, hanno tagliato i cavi della fibra ottica. Non gli arrivano gli ordini di evacuazione.”
Al Mawasi
Tiziana è arrabbiata, vorrebbe che ci fosse un maggiore impegno affinché ci sia un cessate il fuoco vero e duraturo. Vorrebbe che questo conflitto venisse raccontato in maniera diversa. Tiziana vorrebbe che si parlasse più di loro, di un popolo che non esiste più. “Vorrei che non venissero dimenticati. Ci vuole più rispetto e più umanità.”
Tiziana non si arrende: con molta probabilità ritornerà a Gaza. Queste non sono righe che hanno l’intenzione di prendere una posizione politica, ma sono righe che raccontano la verità, secondo gli occhi di Tiziana Roggio. Non esiste una verità più profonda di quella di chi l’ha vissuta con i propri occhi.
Tiziana Roggio chiede soltanto umanità. Da diverse settimane la stampa nazionale e internazionale ha avuto ospite Tiziana Roggio, che sta diffondendo la sua cruda realtà, con coraggio, paura, ma anche determinazione.
Che sia la prima, la seconda o la terza volta, varcare il confine della Striscia è un momento che il chirurgo plastico non dimentica. La consapevolezza di entrare in una zona di conflitto c’è, la paura pure: “Tremavo”.
Tiziana adesso è tornata a casa, ad Augusta, ed è circondata dall’amore immenso della famiglia.
“Purtroppo, quando torni nel quotidiano della tua vita, gli impegni ti riportano un po’ a quelli che sono i problemi che lì sembravano così piccoli e così stupidi. Quindi ti distolgono sicuramente un po’ l’attenzione. Io continuo a sentire regolarmente i miei colleghi che sono rimasti lì, perché penso che quello che devo a loro è continuare a diffondere le loro testimonianze e fare in modo che non vengano dimenticate.”
Tiziana non si sente un’eroina. “Gli eroi sono tutti i medici che stanno lì e non hanno paura di affrontare e sfidare la morte.”
L’auspicio di Tiziana è quello di tornare, con la speranza che la pace e il cessate il fuoco possano arrivare. “La mia speranza, ovviamente, è che questa guerra possa finire il prima possibile, che si possa ottenere un cessate il fuoco. Vorrei che il nostro governo e i governi occidentali premessero un po’ di più perché tutto questo accada. E, soprattutto, che queste persone che ho conosciuto e che ho curato, e i bambini, possano riuscire ad avere un futuro. Perché se lo meritano, come tutti gli altri al mondo.”
Tiziana Roggio
Tiziana Roggio non è un’eroina, fa semplicemente il suo lavoro e mette a disposizione tutte le sue capacità in un luogo che ha tanto bisogno. Ma nonostante questo, quello che possiamo dire in questo momento a Tiziana è una sola parola: grazie.