Siracusa. Renzo Formosa, c’è la data della nuova udienza: 13 novembre

È stata fissata la data della nuova udienza del processo per la morte di Renzo Formosa. Appuntamento in aula, al Tribunale di Siracusa, il 13 novembre. Il fascicolo è stato assegnato al giudice Cavallaro, nomina necessaria dopo il pronunciamento nel merito del precedente magistrato che ha respinto la quarta richiesta di patteggiamento.
In occasione della nuova udienza, la difesa di Santo Salerno, il giovane imputato di omicidio stradale, potrebbe decidere di optare per il rito abbreviato.
La famiglia, intanto, attende che venga sciolta la riserva nel parallelo procedimento che punta le sue attenzioni sui rilievi condotti dalla Municipale, in occasione dell’incidente. La Procura ha chiesto l’archiviazione per i due ispettori intervenuti. Il legale della famiglia si è opposto. Attesa a giorni la decisione motivata.

Foto: Renzo Formosa. Il giovane siracusano perse la vita in seguito ad un incidente stradale in via Cannizzo




Sofia Amoddio, lo sfogo: “perchè la Procura Militare ora si interessa del caso Scieri?”

“La Procura militare generale di Roma chiede di avocare le indagini che sta conducendo la Procura ordinaria di Pisa per la morte di Emanuele Scieri ucciso, nel agosto del 1999, dentro la caserma Gamerra. Perché ora?”. Una domanda che tutti, nelle ultime ore, ci siamo posti. Ma ha mille volte più forza se il quesito passa per la voce di Sofia Amoddio.
L’ex parlamentare Pd ha guidato con coraggio e caparbietà la commissione parlamentare d’indagine che è riuscita a rompere muri e catene di omertà, a più livelli. Dopo vent’anni di silenzi e reticenze sulla morte di un giovane parà siracusano, all’interno di una caserma dello Stato italiano.
“Nel 1999 la procura militare archiviò il caso. Con una legge a mia firma, il parlamento italiano ha istituito la commissione di inchiesta il 4 novembre del 2015. Perché la procura militare non riaprì le indagini nel 2015? La commissione di inchiesta parlamentare il 5 dicembre 2017 ha depositato la relazione al Parlamento e alcuni mesi prima aveva chiesto ed ottenuto che la Procura ordinaria di Pisa riaprisse le indagini sul caso. Perché la Procura militare non iniziò le indagini nel 2017?”, scrive la Amoddio.
“Hanno dovuto attendere un avvocato di provincia (parla di se stessa, ndr), aiutata da parlamentari visionari che hanno creduto nel sogno della verità, per ricercare nelle carte del 1999 cosa era avvenuto. Cosa è accaduto oggi di nuovo? Rimango attonita e silente in questo interrogativo carico di dolore a cui nessuno potrà darmi una risposta: perché ora?”.
La Amoddio non lo scrive ma quel suo “perchè ora?” è domanda tronca. La versione completa, è impressione diffusa, è che la domanda per esteso potrebbe suonare più o meno così: perchè proprio ora che la verità è vicina ed i responsabili sono chiamati a rispondere delle loro responsabilità?

Foto: la Amoddio interroga in commissione il generale Celentano




Siracusa. Cani randagi in pista ciclabile, il piano del Comune per accalappiarli

Accelerata per trovare una soluzione al problema dei cani randagi lungo la pista ciclabile. Un branco, piuttosto nutrito ma non ancora quantificato con esattezza, si aggira da diverse settimane nel tratto nei pressi della ex tonnara Santa Panagia. In molti hanno segnalato inseguimenti e qualche istante di paura alla vista degli animali che, è bene dirlo, fino ad oggi non hanno morso nessuno. Non si fanno avvicinare dall’uomo, però. E preoccupano le loro imprevedibili reazioni.
Dopo la denuncia presentata alla Polizia pochi giorni fa, è stato subito convocato un tavolo tecnico tra Comune ed Asp per trovare una soluzione al caso. L’Azienda Sanitaria ha sottolineato l’importanza di dotarsi di un servizio di cattura animali di cui, attualmente, Palazzo Vermexio è sprovvisto (da aprile, ndr).
Il piano redatto dagli uffici diretti dall’assessore Cosimo Burti prevede il ricorso ad un veterinario abilitato all’uso di arma narcotizzante ad aria compressa. Sono diversi i professionisti che operano nella Sicilia sudorientale. Per evitare poi che il branco possa fuggire e disperdersi, si valuta il ricorso ad un recinto trappola.
Nei mesi scorsi sono stati condotti ben 7 tentativi per accalappiare i cani vaganti della zona, senza grandi fortune. La cerbottana narcotizzante non ha ottenuto risultati apprezzabili: come detto, gli animali diffidano dell’uomo e non si fanno avvicinare. Erano così quasi sempre fuori portata. E’ stata tentata anche la carta delle gabbie trappola che, però, hanno finito per catturare due volpi (poi rimesse in libertà) ma nessun cane.




Siracusa. La protesta inascoltata dei ragazzi dell’Alberghiero e quello striscione d’accusa

“Da tempo i tetti stanno cadendo..la Provincia se ne sta sbattendo”. Così c’è scritto sul grande striscione srotolato questa mattina dagli studenti del plesso di via Polibio dell’Alberghiero. Dalla scorsa settimana, dopo il distacco di intonaco dal soffitto avvenuto in un’aula, sono in agitazione e attendono che qualcuno si faccia carico della incredibile situazione che stanno vivendo.
Pochi giorni prima del distacco, i Vigili del Fuoco avevano “chiuso” l’ingresso principale ed il cornice del plesso, a causa della caduta di pezzi di cornicione del palazzo che – nei suoi bassi – ospita classi, laboratori e uffici della scuola superiore divisa in tre plessi senza una sede adeguata.
Dalla ex Provincia Regionale, competente per gli interventi nelle scuole superiori, ancora nessun cenno. E difficilmente ne potrà arrivare qualcuno, considerando l’assenza cronica di soldi per gli interventi. Ma al di là delle competenze, ancora nessuna istituzione ha avvertito il dovere o la necessità di incontrare, ascoltare e parlare con i ragazzi.
Una protesta destinata a rimanere inascoltata e salutata tutt’al più dal freddo gesto delle spallucce. Gli ultimi vent’anni di politica e classe dirigente locale non hanno saputo produrre o approntare risposte adeguate alle esigenze della scuola siracusana. E adesso tutti i nodi vengono al pettine. Compresi gli sfratti a catena recapitati al Bartolo di Pachino ed alle sedi distaccate degli istituti con classi nell’edificio di via Pitia. Preso atto del fallimento, chi si assume l’onere di guidare una transizione verso la sicurezza della scuola siracusana?




FOTO. Diamo voce agli studenti dell’Alberghiero: i loro striscioni, le loro richieste

Nessuno sembra prestare attenzione alla protesta degli studenti dell’Alberghiero di Siracusa. Le condizioni della sede di via Polibio sono davvero “limite”. Ma non c’è ancora alcuna presa di posizione da parte di chi dovrebbe fornire risposte, vigilare, intervenire.
Con la sicurezza a scuola non si scherza. E lo sanno bene gli studenti di quel plesso, tra distacchi di cornicioni esterni e caduta di intonaci all’interno. Tutto in locali ricavati nei bassi di un palazzo di edilizia civile.
Nei loro striscioni, esposti questa mattina in largo XXV Luglio, le loro legittime richieste. “Vogliamo un edificio sicuro! Chi di dovere si faccia avanti!”, si legge in uno dei cartelloni esposti. “Dobbiamo avere più fondi per ristrutturare la scuola”, recita un altro. E ancora, “Si alla sicurezza scolastica”. Fino al grande e polemico striscione: “Da tempo i tetti stanno cadendo…la Provincia se ne sta sbattendo”.




Lieve intossicazione per due operai nella zona industriale di Augusta

Stanno bene i due operai della Termisol investiti questa mattina pare da esalazioni di vapore miste ad idrocarburi, mentre erano a lavoro nell’impianto Sonatrach di Augusta.
Una lieve intossicazione per loro, con ricorso precauzionale al pronto soccorso del Muscatello di Augusta.
L’incidente alle 9.30 circa di questa mattina. Nel primo pomeriggio sono stati dimessi ed hanno fatto ritorno al cantiere.
Le cause dell’accaduto sono già oggetto di valutazione secondo le procedure interne della raffineria.  




Siracusa. Anziano investito in via Sturzo, disposta l’autopsia: ipotesi omicidio stradale

Dopo il decesso dell’81enne siracusano investito in via Don Sturzo lo scorso 10 settembre, la Procura ha disposto l’autopsia. Nominati anche due periti (un medico legale ed un ingegnere) per le attività di indagine con l’ipotesi di reato di omicidio stradale.
L’anziano stava attraversando a piedi lo stradone, poco dopo essere uscito da un supermercato. L’auto non è riuscita ad evitare l’impatto. Alla guida c’era una donna di 31 anni. Trasportato in codice rosso all’Umberto I di Siracusa, era stato poi trasferito in rianimazione in seguito ad alcune complicazioni. Venerdì scorso, purtroppo, il decesso.




Siracusa. Centri scommesse irregolari: 12 indagati e 5 sequestri

Vasta operazione di Guardia di Finanza e Polizia di Stato che, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Siracusa e in esecuzione di apposito provvedimento cautelare emesso dal Giudice per le indagini preliminari del locale Tribunale, hanno individuato 8 attività commerciali dove illecitamente venivano raccolte scommesse su eventi sportivi.
Tutti i centri sono stati oggetto di un provvedimento sequestro emesso dal Gip. Tre di questi (1 a Canicattini e 2 a Siracusa) hanno rapidamente cessato la loro attività, per cui i sigilli sono stati apposti solo sui 5 centri ancora operativi, 2  ad Avola e 3 nel capoluogo . I titolari, nove in tutto, risultano indagati per aver gestito, in assenza di licenza  e concessione A.A.M.S., centri scommesse a insegna “Stanleybet”, svolgendo illecitamente un’attività organizzata al fine di accettare, raccogliere e comunque favorire l’accettazione e la raccolta delle giocate che, per via telefonica o telematica, venivano accettate all’estero dalla società maltese Stanleybet Malta Limited.
Il provvedimento cautelare giunge al culmine di penetranti attività di indagine, dispiegate dai finanzieri del Nucleo Pef di Siracusa e della Tenenza di Noto nonché dai poliziotti dei Commissariati di Avola e Noto, all’esito delle quali è stata acclarata, presso le attività commerciali investigate, la conduzione di illecita attività di raccolta di scommesse su eventi sportivi.
In particolare, le indagini hanno evidenziato che i centri scommesse sequestrati, in primis, hanno operato privi di validi titoli per l’esercizio dell’attività, quali la concessione rilasciata dall’Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato e la licenza di P.S. rilasciata dalla Questura di Siracusa; in secondo luogo, operando per conto di una società di scommesse con sede a Malta, la Stanleybet Malta Limited, avrebbero raccolto su rete fisica le scommesse mediante la consegna di denaro contante da parte degli avventori e l’utilizzo di conti giochi appositi, intestati ai titolari del centro o di soggetti terzi, per la giocata presso il server della casa madre. Tale modalità di raccolta delle “puntate”, con cui i titolari dei centri procedono alla raccolta diretta di somme di denaro dagli scommettitori, origina una illecita attività di intermediazione in favore del gestore estero, in questo caso ubicato a Malta. Il gestore sarebbe infatti legittimato a raccogliere le proprie scommesse sul territorio nazionale soltanto a distanza ovvero da remoto.In sostanza, i centri scommesse che operano sul territorio nazionale, legati a società straniere, possono limitarsi a fornire ausilio informatico agli avventori, mettendo a loro disposizione i terminali su cui gli stessi potranno generare conti gioco individuali, univocamente riferibili allo scommettitore, originando un rapporto diretto tra scommettitore e bookmaker estero.Nei centri scommesse indagati, invece, è stato rilevato che il rapporto diretto tra scommettitore e società maltese di raccolta non si è realizzato, atteso che venivano riscosse in contante le scommesse dei singoli avventori, facendo confluire le somme in conti gioco non riferibili al giocatore.L’attività, nell’ambito della quale sono indagati ulteriori tre soggetti per aver partecipato alle illecite attività, evidenzia il ruolo svolto dalle Forze dell’ordine che, in questo caso, hanno puntato sulla loro complementarietà per la più ampia tutela dell’ordine pubblico economico.




Bonus bebè, il Comune di Priolo a sostegno delle famiglie meno abbienti

Potranno essere presentate entro il 31 dicembre, presso l’ufficio Politiche Sociali, le istanze per l’erogazione del “Bonus Nascituro” assegnato dal Comune di Priolo ai nuclei familiari di nuovi nati negli anni 2018 e 2019.
Per accedere al contributo economico una tantum, il bebè dovrà essere nato nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2018 e il 31 dicembre 2019. Il Bonus sarà concesso tenendo conto della situazione economica complessiva del nucleo familiare, che non dovrà superare il minimo vitale, e solo se almeno uno dei genitori è residente a Priolo Gargallo da non meno di un anno.
“L’intento dell’amministrazione – ha detto il sindaco, Pippo Gianni – è quello di alleviare almeno in parte i bisogni di prima necessità delle famiglie meno abbienti, ulteriormente gravate dalla nascita di un figlio. La concessione del contributo va nella direzione della promozione della famiglia, in particolare quella di nuova costituzione”.
La proposta del “Bonus Nascituro” è del consigliere comunale del Gruppo SiAmo Priolo, Patrizia Arangio, ed è stata seguita dall’assessore ai Servizi Demografici, Maria Grazia Pulvirenti. “La mia idea – ha commentato la Arangio – era quella di premiare tutte le nascite, indipendentemente dal reddito, ma purtroppo la Legge non lo consente e ci siamo dovuti attenere ai dati ISEE. Nel nostro paese – ha continuato il consigliere di maggioranza – le nascite eguagliano le morti e per questo dobbiamo sostenere le famiglie che decidono di mettere al mondo un figlio, facendo crescere demograficamente Priolo”.




Il caso Scieri, si muove la Procura Militare: gli amici, “non si arresti ricerca verità”

La possibilità che la Procura Generale Militare possa avocare a se le attività di indagini sulla morte di Lele Scieri, faticosamente riaperte dalla Procura di Pisa, preoccupa molti. A Siracusa ci si ricorda ancora della velocità con cui, ai tempi, si archiviarono i procedimenti seguiti alla morte del parà siracusano. E ci sono voluti vent’anni e una commissione parlamentare di inchiesta per rompere muri e catene di omertà.
Il presidente dell’associazione Giustizia per Lele, Carlo Garozzo, da voce alla preoccupazione dei più. “Questa notizia mi fa paura, mi spaventa e non ho alcun timore nel palesare questa paura perché so di cosa si parla. E allora mi rivolgo alle Procure di questo paese, civili e militari che trattano il caso Scieri. E’ sufficiente leggere e rileggere le carte di questa vicenda per capire che il 13 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra di Pisa accadde il più tragico dei fatti: quella notte si decise della vita di un ragazzo di 26 anni”.
La verità intravista dopo vent’anni dai fatti, gli indagati, l’accusa di omicidio: “nessuno rallenti questo percorso di verità, non bloccatelo neanche per un attimo. Dateci questa benedetta giustizia e finiamola qua”, dice con passione il presidente dell’associazione Giustizia per Lele.

foto: archivio, Lele Scieri con la sua famiglia