Giornata della Marina Militare: celebrazioni ad Augusta dal 7 al 10 giugno

La Marina Militare celebrerà martedì 10 giugno 2025 la Giornata della Marina in tutte le proprie basi presenti sul territorio nazionale e a bordo delle unità navali impegnate in missioni operative, sia in acque italiane che internazionali. In Sicilia, le iniziative si svolgeranno nei giorni 7, 8, 9 e 10 giugno, coinvolgendo le sedi di Augusta, Messina, Catania e Milazzo.
Ad Augusta, sabato 7 e domenica 8 giugno, dalle ore 9.00 alle 23.00, il comprensorio di Terravecchia, sede del Comando Marittimo Sicilia, sarà aperto alle visite in occasione della manifestazione velica Marisicilia Cup. Sarà possibile accedere anche alla Sala Storica.
Lunedì 9 giugno, sempre ad Augusta, dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.00, saranno visitabili le unità navali presenti presso la sede del Comando Quarta Divisione Navale (Banchina Tullio Marcon) e la sede della Stazione Navale (comprensorio Venuti). Saranno inoltre allestiti stand dimostrativi di attività marinaresche e sanitarie. I visitatori potranno accedere anche alla Scuola Comando Navale, con esposizione delle attività svolte e dimostrazioni presso il simulatore di plancia.
A Messina, sempre lunedì 9 giugno, dalle ore 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 16.30, sarà aperto al pubblico il Forte San Salvatore, con possibilità di visitare le sale storiche interne. Sarà presente un info point con proiezione di filmati istituzionali della Marina Militare.
A Catania, martedì 10 giugno, dalle ore 10.00 alle 17.00, si terrà l’Open Day presso la Stazione Elicotteri della Marina Militare (Maristaeli Catania), con esposizione statica di tre elicotteri, mostra allestita in hangar e stand promozionali.
Sempre martedì 10 giugno, ad Augusta, dalle ore 8.30 alle 12.00, saranno effettuate visite guidate presso le officine dell’Arsenale Militare Marittimo e la palazzina direzionale.
A Milazzo, infine, martedì 10 giugno alle ore 11.00, sul Lungomare Garibaldi, nei pressi del monumento dedicato alla Medaglia d’Oro al Valor Militare Luigi Rizzo, si terrà la tradizionale cerimonia alla presenza delle più alte autorità civili e militari della provincia di Messina.




Melilli, al via i lavori per la riqualificazione dell’area tennis e padel

Il Comune di Melilli ha avviato i lavori relativi al “Progetto di Manutenzione Straordinaria e di Riqualificazione dell’Area dei Campi da Tennis”, che interesserà le strutture presenti presso il “Campo Sportivo” comunale. L’intervento prevede una ristrutturazione complessiva dell’area esistente e la realizzazione di due nuovi campi da padel, con annessa area esterna attrezzata.
L’opera, voluta dall’Amministrazione guidata dal sindaco, Giuseppe Carta, mira a promuovere l’attività sportiva e il benessere collettivo, valorizzando uno spazio pubblico da sempre punto di riferimento per la comunità locale.
Il progetto è finanziato con un investimento complessivo di 700.000 euro, di cui 490.000 euro provenienti dal Bando “Sport e Periferie” e 210.000 euro stanziati direttamente dal Comune di Melilli.
I lavori comprendono, nel dettaglio, la ristrutturazione dei campi da tennis esistenti, la costruzione di due nuovi campi da padel, la riqualificazione delle aree esterne con spazi di aggregazione e servizi, la ristrutturazione della tribuna dello stadio e il rifacimento degli spogliatoi e dei servizi igienici. Tutti gli interventi saranno realizzati nel rispetto degli standard di sicurezza e accessibilità.
“Si tratta di un Progetto chiave all’interno della visione di rilancio delle infrastrutture sportive comunali – ha dichiarato il Sindaco Carta – con l’obiettivo di renderle inclusive, moderne e accessibili a tutti: investire nello sport significa investire nella salute, nella coesione sociale e nel Futuro dei nostri giovani”.




“Dono di Gioia”, parte l’iniziativa per regalare giocattoli ai piccoli pazienti degli ospedali del siracusano

Un gesto di solidarietà e vicinanza ai bambini ricoverati nei pronto soccorso degli ospedali di Siracusa, Lentini, Augusta e Avola prende forma grazie all’iniziativa “Dono di Gioia”, promossa dal Panathlon International Club di Siracusa, dal Distretto Rotary 2110 e dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa. L’iniziativa, patrocinata dalla Polizia di Stato, dall’Arma dei Carabinieri e dalla Guardia di Finanza, ha istituito una rete di centri di raccolta per giocattoli nuovi (nel pieno rispetto dei requisiti di sicurezza a norma CE) destinati proprio ai piccoli pazienti che si trovano a dover affrontare momenti di difficoltà in ospedale.
L’obiettivo è regalare un sorriso e un momento di spensieratezza ai bambini durante le cure, offrendo loro la possibilità di ricevere un dono che possa alleviare la tensione e rendere meno gravose le giornate trascorse in ospedale. Un’iniziativa che unisce enti, istituzioni e associazioni in un’azione concreta di supporto e attenzione verso le fasce più fragili della comunità.
Per facilitare la raccolta dei giocattoli, sono stati individuati quattro centri di raccolta distribuiti sul territorio provinciale. A Siracusa sarà possibile consegnare i doni alla Cittadella dello Sport (telefono 0931.30692). Ad Augusta, il punto di raccolta è all’associazione filantropica “Umberto I” in Via P. Umberto 128 (telefono 345.8937007). A Lentini, il centro è la Pro Loco di Via Conte Alaimo 5 (telefono 331.3235435), mentre ad Avola la raccolta avverrà alla Pro Loco di Piazza Umberto I (telefono 340.8392708).
L’iniziativa “Dono di Gioia” rappresenta un esempio di come la collaborazione tra realtà diverse e il coinvolgimento di enti pubblici e privati possano generare un impatto positivo concreto nella vita delle persone, in particolare di chi si trova in condizioni di vulnerabilità come i bambini ricoverati.
Il Panathlon International Club di Siracusa, il Distretto Rotary 2110 e l’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa invitano tutta la cittadinanza a partecipare numerosa, contribuendo con giocattoli nuovi che possano portare un momento di gioia e serenità ai piccoli pazienti degli ospedali del territorio.




Una rotatoria tra le vie Guardo e Ozanam: “Si” della prima commissione alla proposta di Vaccaro

“Via libera” della Prima Commissione alla rotatoria tra via Guardo e via Ozanam.
La proposta, avanzata dal vicepresidente Ciccio Vaccaro del gruppo Insieme, è stata approvata all’unanimità. Si tratta di un atto di indirizzo che spinge l’amministrazione alla realizzazione di una rotatoria nell’intersezione tra Via Professor Vittorio Guardo e Via Antonio Federico Ozanam, alla Pizzuta.
Secondo quanto emerso, l’intervento potrebbe risolvere diverse criticità. Quell’incrocio è percepito come pericoloso, soprattutto per via del comportamento alla guida di automobilisti e conducente di mezzi a due ruote che lo attraversano ad una velocità elevata. In passato è stato condotto un tentativo di restringimento della carreggiata, che non ha sortito gli effetti sperati.
“Sono estremamente soddisfatto per l’approvazione unanime da parte dei colleghi della Prima Commissione, che ringrazio sentitamente per la sensibilità dimostrata-commenta Vaccaro- Questa rotatoria rappresenta una soluzione concreta per incrementare i livelli di sicurezza stradale e migliorare la fluidità della circolazione in un’area ad alta intensità di traffico. Andrà inoltre a decongestionare le altre due rotatorie già presenti lungo Via Guardo, quelle con Viale Epipoli e con Via Luigi Maria Monti “.
L’atto di indirizzo impegna nel dettaglio l’amministrazione comunale a promuovere uno studio di fattibilità tecnico-economica e a predisporre un intervento completo che includa, oltre alla rotatoria, il rifacimento del manto stradale, l’installazione di nuova segnaletica orizzontale e verticale e la realizzazione di arredo urbano.
“Lavorare insieme per la sicurezza dei cittadini -conclude Vaccaro- è una priorità e questo intervento ne è chiara testimonianza”.




Ambientaliadi al comprensivo Archimede: in scena le cinque “P” di Agenda 2030

Hanno affrontato il tema della pace proponendo una particolare rilettura dell’Odissea. Gli alunni delle classi quinte sezioni A e B del XIII Istituto comprensivo Archimede di Siracusa hanno dato vita allo spettacolo “La pace dentro e fuori di me”. In scena con un’interpretazione in dialetto siciliano, circa 78 ragazze e ragazzi. Lo spettacolo si inserisce nel programma delle “Ambientaliadi … in corsa verso il 2030”, un fitto calendario di appuntamenti che coinvolge tutta la scuola e che si è aperto con “Prosperità”, che ha coinvolto gli alunni delle classi III A, III B e III C del plesso Aldo Moro.
Obiettivo del progetto è affrontare con gli studenti le finalità dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. “Le Ambientaliadi rappresentano le cinque p cardine dell’agenda 2030 – hanno raccontato le docenti dell’istituto guidato da Giusy Aprile -. Sono le p di persona, pianeta, prosperità, partenariato e pace. Le classi quinte sono state coinvolte sul tema della pace. Non solo intesa come pace tra popoli, ma un equilibrio da ricercare all’interno della propria persona. In occasione della manifestazione abbiamo anche voluto coniugare un laboratorio che riguardava la lettura dell’Odissea. Abbiamo tratto spunto dai viaggi di Ulisse e dalle caratteristiche e peculiarità dei personaggi, ma al contempo, abbiamo adattato la storia alla nostra contemporaneità. Il personaggio di Ulisse è un personaggio furbo che abbiamo mantenuto con questa accezione, inganna e allo stesso tempo deve affrontare diverse situazioni critiche che, nel nostro adattamento, riguardano la famiglia, il lavoro e le responsabilità in genere. Si tratta di un un viaggio anche nella nostra società. Il nostro Ulisse deve saper gestire i momenti di ansia, di stress, di responsabilità. Questa narrazione riguarda anche i nostri alunni che vivono in una fascia d’età, quella dei dieci anni, combattuta, durante la quale sono costretti a confrontarsi con le proprie emozioni e imparare a gestirle”. Lo spettacolo, inoltre, è stato riscritto in dialetto siciliano. “La scelta del siciliano – hanno proseguito i docenti – è stato un modo per recuperare il nostro dialetto inteso come una lingua a tutti gli effetti. Ci siamo resi conto che i bambini, i nostri figli ed alunni non lo conoscono e abbiamo fatto in modo, con questo percorso che culmina con gli spettacoli, di tornare alle radici, ma anche riscoprire la nostra identità culturale”.
”Lavoriamo a questo progetto da diverse settimane, io interpreto Ulisse, ma non solo l’unico Ulisse in scena – ha raccontato lo studente Francesco Capodicasa -. Ulisse ha usato il potere dell’inganno e ha inviato degli amici al posto suo. Io faccio parte della scena in cui vado in ufficio ad affrontare il capo. Secondo me è una recita molto importante sia per la comprensione ma anche perché è molto divertente. Alla fine, riesco a superare il capoufficio che è il signor Polifemo”. “Io sono l’Ulisse della prima parte – ha spiegato Leonardo Fortuna -. Arrivo a casa, sono molto stanco, svogliato e devo fare le cose che mi dicono mia moglie Penelope e mio figlio Telemaco”. “’Ulisse dell’ultima parte – ha raccontato Roberto Latino – in cui Ulisse arriva in un’azienda agricola che si trova a Catania. Ho molte parti in siciliano. Devo trovare anche delle noci, mi ha dato questo incarico Penelope che deve seguire una dieta”. Tra gli studenti che hanno interpretato Ulisse anche Tommaso Guastella.
Pronti ad andare in scena anche i protagonisti di Odissea 2.O. Per Sebastiano Zappalà “questo viaggio si lega alla vita dell’uomo perché il viaggio di Ulisse rappresenta un viaggio gli permetterà di trovare il suo benessere, quando tornerà a casa sua. Così come l’uomo nella sua vita”. Per Vincenzo Morana della V D, appassionato di mitologia da 5 anni, si è trattato di “una passione che riguarda sia l’Iliade che l’Odissea. In particolare, la guerra tra Ettore e Achille è la vicenda che mi sembra più avvincente. In occasione dello spettacolo ho pensato e scritto un rap su Polifemo che rappresenta la vita moderna”.




Siracusa, la bella scelta della Prefettura che vale come mille lezioni di civiltà

La speranza del futuro era al centro delle celebrazioni per la 79.a festa della Repubblica. Ed a Siracusa, la Prefettura ha perfettamente reso il senso della giornata con una scelta tanto sorprendente quanto felice. A leggere il messaggio del Presidente della Repubblica è stata infatti “chiamata” la 16enne Anna. Studentessa avolese, è stata l’unica a cercare di bloccare l’aggressione ai danni di una coetanea da parte di un gruppo di bullette adolescenti, mentre tutti attorno filmavano o ridevano. Era lo scorso aprile.
Per quel gesto, Anna aveva già ricevuto l’encomio pubblico della sindaca di Avola, Rossana Cannata. E proprio la prima cittadina ha “accompagnato” la coraggiosa studentessa alla cerimonia di ieri, in largo Aretusa. Un meritato riconoscimento per una ragazza che ha saputo fare l’unica cosa giusta in quella situazione totalmente sbagliata. “Con la sua voce, ha testimoniato il suo forte senso di responsabilità e cittadinanza attiva”, ha commentato sui social la sindaca Rossana Cannata.

in foto: il prefetto Giovanni Signer, Anna e la sindaca Rossana Cannata




Umanità disconessa, la morte di un senza tetto e la movida che scorre tutto intorno

In un sabato sera qualsiasi, tra le luci soffuse dei locali e le note allegre di una band che suonava poco distante, è morto un uomo. Era un senza fissa dimora, invisibile ai più. Ha esalato l’ultimo respiro in un locale abbandonato, di via Trieste, Ortigia. Per lui era rifugio, casa, riparo.
Un corpo coperto da un lenzuolo, una bara di metallo chiusa in silenzio, il via vai dei Carabinieri, della Municipale, del medico legale. Intorno, la vita che andava avanti indifferente. In fondo, forse nessuno quell’uomo lo ha mai davvero visto.
Scene di un’umanità sospesa, sistematicamente allenata ad ignorare. Ignorare il disagio, la povertà estrema, l’abbandono. Tutto finisce ai margini della coscienza collettiva, esattamente come quegli uomini che trovano rifugio al Mazzanti o nella ex Casa del Pellegrino.
La morte di un senza tetto non fa più notizia, non smuove coscienze e neanche interrompe per un minuto il ritmo della città che ha disimparato a vedere, a sentire, a riconoscere l’altro come proprio simile.
L’empatia è parcheggiata sui social, dove indignarsi è semplice. Ma sulle strade di Siracusa, sui marciapiedi di Ortigia, nei vicoli in cui si muore in silenzio, l’umanità vera si è disconnessa.
Quel corpo chiuso in una bara, mentre tutto scorreva come se nulla fosse, ci restituisce l’immagine spietata di una società che ha perso il senso della compassione, della prossimità. Un patto sociale che si sgretola dalla base.




Incidente sul lavoro a Noto, muore un autotrasportatore di 48 anni

Un grave incidente sul lavoro si è verificato nel pomeriggio di sabato 31 maggio in un’azienda agricola situata a Noto. Un autotrasportatore di 48 anni, originario di Biancavilla, nel catanese, ha perso la vita mentre era impegnato nelle sue mansioni. La dinamica dell’incidente non è ancora chiara e sono in corso gli accertamenti per ricostruire quanto accaduto.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Noto e gli ispettori dello Spresal (Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro), che hanno avviato gli accertamenti necessari. Il personale medico del 118, giunto sul luogo, non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo.
L’episodio ha profondamente scosso sia la comunità netina che quella di Biancavilla, dove l’autotrasportatore era conosciuto. “La strada era la tua vita, il volante la tua libertà. Ora viaggi tra le stelle. Resterai per sempre nel cuore di chi ti ha voluto bene”, si legge sui canali social tra i tanti messaggi di cordoglio.




Non è un fotomontaggio: ecco perché lo scatto dell’Etna di Kevin Saragozza è autentico

L’attività esplosiva dell’Etna, dal cratere di Sud-Est, che si è verificata nella giornata di ieri, ha lasciato a bocca aperta il mondo intero. L’eruzione ha causato il crollo di una parete del cratere, sollevando una nube eruttiva piroclastica alta chilometri.
Ma a fare il giro del web, oltre ai numerosi video realizzati da turisti e siciliani a due passi dal vulcano, è stato lo spettacolare scatto del fotografo siracusano Kevin Saragozza. La fotografia raffigura la potenza della natura durante l’attività esplosiva dal cratere di Sud-Est, vista da Siracusa alle ore 12:45.

Numerose sono state le reazioni sui social, con commenti entusiasti sulla bellezza dello scatto, ma anche insinuazioni su un possibile fotomontaggio. Proviamo però a fare chiarezza e spieghiamo perché non si tratta affatto di un fotomontaggio.
È tutta una questione di pianificazione, e a fare la differenza è la distanza dall’elemento ripreso. Spieghiamo meglio.
Lo scatto è stato realizzato da Kevin Saragozza da un punto strategico: il Minareto. Nella foto si vedono Siracusa, il Santuario e, perfettamente in asse e in tutta la sua maestosità, l’Etna.
Per capire ancora meglio, la redazione di SiracusaOggi.it ha intervistato il fotografo siracusano, che ha così spiegato: “Si utilizzano dei teleobiettivi, in questo caso da 600 mm. Noi visioniamo questo scenario e non facciamo altro che ingrandirlo”.
Per realizzare scatti di questo tipo, l’aspetto fondamentale è che il soggetto sia distante almeno 2–3 km. Nel caso specifico, dalla posizione da cui è stata scattata la foto a Siracusa, la distanza era di circa 3,8 km. Una distanza ideale per ingrandire lo scenario e fare in modo che l’Etna sembri inglobare la città.
Ma perché l’Etna da Siracusa sembra così grande? L’Etna appare imponente principalmente per la sua ampiezza e altitudine, che generano un’impressione visiva di grandezza. Inoltre, la distanza tra Siracusa e l’Etna (circa 120 km) può amplificare l’effetto, soprattutto se si utilizza un obiettivo con focale elevata (zoom).
Un discorso simile può essere fatto per un altro scatto di Kevin Saragozza: la superluna su Ortigia, scelta addirittura come immagine del giorno dalla NASA. Anche in quel caso, la luna appare gigantesca rispetto al Castello Maniace: la foto è stata scattata a 2,2 km di distanza ed è tutta questione di illusione ottica.

La luna, infatti, può sembrare più grande rispetto a un monumento a causa di un effetto noto come “illusione lunare”. Quando la luna è sull’orizzonte, appare più vicina perché viene confrontata visivamente con oggetti familiari (come alberi, edifici o montagne) che si trovano anche a distanze notevoli, come 2, 5 o 10 km.
Un altro elemento fondamentale per realizzare questo tipo di scatti sono le condizioni atmosferiche. La qualità dell’aria deve essere ottimale per ottenere risultati nitidi e spettacolari.
In sintesi, guardare qualcosa attraverso un telescopio o un teleobiettivo è la stessa cosa: si ingrandisce la scena. Il punto fondamentale è la pianificazione dello scatto.
Nessun fotomontaggio, dunque, ma solo la bravura e la competenza di un fotografo come Kevin Saragozza, capace di realizzare una foto da copertina che ha fatto il giro del mondo e ha fatto parlare di sé.




Prima che sia troppo tardi, torniamo ad educare al rispetto. Le spiagge non sono pattumiere

Con l’arrivo dell’estate, le spiagge tornano a riempirsi di voci, colori e vitalità. E puntuale, come da qualche anno a questa parte, torna a presentarsi quella incivile abitudine: lasciare rifiuti sparsi sulla sabbia, come se il mare potesse inghiottire tutto e cancellare le nostre tracce. Il lungo fine settimana appena trascorso ha lasciato un’amara testimonianza all’Arenella, ma il fenomeno riguarda tutte le spiagge libere del capoluogo e non solo.
La dinamica è sempre la stessa: bottiglie di plastica, carte unte, resti di picnic disseminati qua e là, quando va bene raccolti in un sacchetto ma comunque lasciato sulla sabbia. E la colpa non è certo del servizio pubblico che, rispetto agli anni scorsi, non è certo stato depotenziato. I cestini per la differenziata, anche nelle spiagge libere, sono presenti.
E allora il problema deve essere più profondo di quanto sin qui ritenuto. Non si tratta di maleducazione, bensì di ineducazione ambientale. Tutto quello che è oltre la soglia di casa, per molti, resta qualcosa di esterno a sé, non parte integrante della propria quotidianità. È come se la spiaggia fosse un luogo da sfruttare e non da custodire.
La differenza tra chi vive questo rispetto e chi lo ignora è evidente: per molti nostri vicini corregionale, la cura del territorio è un valore condiviso, trasmesso in famiglia, rafforzato dalla scuola, promosso dalle istituzioni. E le spiagge, anche quelle libere, sono in ordine.
A Siracusa, invece, è venuto meno il patto educativo collettivo. Si pretende che le spiagge vengano pulite, ma non ci si sente coinvolti nella loro tutela. Eppure, nessun operatore ecologico potrà mai riparare il danno di una società che vive come normale l’abbandono dei rifiuti.
Come recuperare il gap? Un primo aiuto, da non sottovalutare, riguarda la comunicazione istituzionale oggi quasi invisibile. Mancano cartelli, appelli, campagne che richiamino al senso civico e alla responsabilità. Dire e ribadire che lasciare rifiuti in spiaggia è sbagliato, tornerebbe utile. Perchè quando un messaggio – per quanto ovvio – non viene ripetuto, condiviso e ribadito, perde forza. E così l’abbandono della spazzatura non è più vissuto come una colpa, ma come un gesto normale, socialmente accettato.
Al Comune di Siracusa è giusto allora chiedere l’avvio di una nuova stagione di educazione ambientale, che utilizzi i media locali, le associazioni, i social e coinvolga le famiglie. Una campagna massiccia, visibile, emotivamente coinvolgente che non si limiti a vietare ma che spieghi perché è importante rispettare la spiaggia. Perchè se davvero si punta alla Bandiera Blu nel 2026, servono acque ma anche coscienze cristalline.