Siracusa. Parcheggi,il Comune ne progetta tre:attesa per il Mazzanti

Tre parcheggi nella zona sud di Siracusa e l’attivazione del parcheggio di via Mazzanti per la zona nord. Sono le previsioni a cui il Comune sta lavorando con gli uffici del settore Mobilità e Trasporti. L’assessore Giovanni Randazzo ne ha parlato ieri, durante la seduta del consiglio comunale dedicata al Question Time, rispondendo ad un’interrogazione di Pippo Impallomeni in merito alla viabilità tra Siracusa e Floridia. Per decongestionare il traffico veicolare e limitare l’ingresso di auto, secondo le spiegazioni fornite dal vice sindaco, si ipotizza la realizzazione di un parcheggio a ridosso del cimitero comunale, oltre all’area destinata alla sosta nella zona di Pantanelli. Il parcheggio di via Elorina, già utilizzato in via temporanea in alcuni periodi, d’estate, per evitare l’accesso in Ortigia, dovrà essere adeguatamente attrezzato. Si tratta di un’area a rischio idrogeologico. Per questo sono necessarie delle opere di mitigazione e una serie di passaggi da concordare anche con la Regione. “Si tratta di attività programmatorie- spiega Randazzo- in funzione di importanti passaggi,come l’adozione del nuovo Bilancio di Previsione 2019. Ipotizziamo di poter utilizzare i fondi di Agenda Urbana, ma non dipende soltanto dall’amministrazione comunale”. Attesa per l’esito di un bando regionale a cui il Comune ha partecipato con il progetto relativo al piano terra del parcheggio Mazzanti. Si tratterebbe della possibilità di ottenere finanziamenti per circa un milione di euro. La scadenza per la presentazione è stata prorogata al 7 maggio. “Ovviamente- osserva Randazzo- se arrivassimo ad approvare il Piano del Traffico, insieme al Piano della Mobilità Sostenibile, avremmo delle chance in più. Questo spetta al consiglio comunale, visto che noi, come giunta comunale, abbiamo provveduto alla redazione della proposta su cui l’assise cittadina dovrà pronunciarsi”.




Siracusa. Centro per l’Impiego: gli appuntamenti si fissano solo on line

Cambiano le modalità di accesso ai servizi del Centro per l’Impiego di Siracusa, Augusta, Lentini e Noto. Una “rivoluzione” che sposta tutto su internet, nell’ambito di un progetto di semplificazione e snellimento del lavoro agli sportelli, con il fine di limitare anche i disagi per gli utenti e le lunghe code a cui molti sono quotidianamente sottoposti. Dal 4 febbraio, prenotazioni degli appuntamenti soltanto on line.Ci si dovrà collegare al sito www.silavora.it, andare su Agenda on line, compilare il relativo form e, dunque, registrarsi. Una volta ottenute le credenziali, si potrà accedere al Menu, cliccare su “Prenotazione appuntamenti”, selezionare la provincia, poi il comune, con il relativo sportello e infine il servizio da richiedere sulle diverse possibilità proposte. Sarà la piattaforma, a quel punto, a fornire le date e gli orari disponibili. L’utente sceglierà quello a lui più congeniale. Gli appuntamenti saranno fissati dal lunedì al venerdi dalle 9 alle 12,30 e il mercoledì anche nel pomeriggio, dalle 15 alle 16,30.




Siracusa. Porticato di Santa Lucia extra moenia “ingabbiato”, preoccupano le colonne

Il porticato della chiesa di Santa Lucia extra moenia rimane un osservato speciale. Nelle settimane scorse è stato oggetto di un intervento di messa in sicurezza, ovvero è stato “ingabbiato” con una struttura metallica: impalcature e ponteggi. Ma le condizioni delle colonne mostrano evidenti segnali di sofferenza che richiederebbero un intervento deciso di restauro. I lavori degli ultimi anni non sembrano aver prodotto gli effetti sperati. Lesioni sulle colonne sono evidenti. Alcune mostrano scoperta l’anima in ferro interna. In molti siracusani è ancora vivo il ricordo del rovinoso crollo del 1970 che richiese poi 4 anni di lavoro per ricostruire la struttura settecentesca, riutilizzando molti dei pezzi originali.




Parco Archeologico, l’esperta: “Siracusa ok in Consiglio Regionale, per evitare i ricorsi”

Storica dell’arte e giornalista, Silvia Mazza ci aiuta a comprendere meglio cosa sta accadendo a Palermo attorno all’istituzione dei parchi archeologici tra i quali anche quello di Siracusa. “Sembrava che il Governo regionale si fosse dimenticato della sua esistenza, quand’ecco che ieri viene convocato dal presidente Musumeci il Consiglio Regionale dei Beni culturali per dirimere una questione che si stava facendo incandescente, perché se si era potuto fare a meno (benché la legge lo richiedesse) del suo parere per parchi come quelli di Segesta e Piazza Armerina, mentre per quello di Siracusa non se la sono sentita evidentemente di correre dei rischi, con i privati pronti a ricorrere al Tar, come hanno già fatto finora che il parco è stato solo perimetrato”, spiega subito l’esperta. “Solo che – aggiunge – invece di trasformare in legge il ddl di riforma del Consiglio, eliminando del tutto la componente politica, approvato dalla Giunta lo scorso luglio, si è scelto di affidarsi di nuovo all’organo politicizzato (5 componenti su 15, di cui uno è proprio il Presidente della Regione), insediato da Crocetta a fine legislatura e per cui in campagna elettorale Musumeci aveva commentato: ‘alla fine la montagna ha partorito il topolino’. Sempre Musumeci allora diceva anche di essere ‘per organismi snelli ed agili, affidati a persone di provata competenza, la politica faccia un passo indietro’. Tant’è, ciò che è avvenuto ieri non è altro che una ‘sanatoria’ delle situazioni di irregolarità che segnalo da tempo (e su cui sono tornata qualche giorno fa su ‘Il Giornale dell’Architettura’) e una scorciatoia in barba di nuovo alla legge che norma la materia dei parchi archeologici: da una parte è stata ratificata l’istituzione di Segesta e Pazza Armerina (dunque, avevo ragione a dire che erano nati due parchi carenti del pronunciamento del Consiglio), dall’altra, in una sola seduta, è stato dato parere favorevole all’istituzione di tutti e 15 Parchi archeologici mancanti (Siracusa compresa, anche se l’Assessore Granata non sembra essersene accorto), mentre la legge richiede che gli esperti si esprimano sui singoli casi, come del resto dimostrato dai parchi già creati diversi anni fa (Naxos e Selinunte). Ma le apparenze sono fatte salve, c’è finalmente il parere del Consiglio!”.




Sea Watch a Catania e ora Siracusa si interroga: città ipocrita o dal cuore d’oro?

Ora che la Sea Watch è a Catania, si spengono le luci su Siracusa. Le troupe e gli inviati si sono spostati, puntando le telecamere verso nuovi scenari ed altri protagonisti. E ora la città si interroga sulla sua sostanza: è terra dal cuore d’oro o patria dell’ipocrisia?
La risposta non è così semplice come potrebbe apparire in un primo momento. Al di là dello spirito di partigianeria delle due fazioni in lotta, attorno alla Sea Watch ferma in rada si è mosso il meglio ed il peggio della siracusanità.
Per un capoluogo che raramente prende posizione, assistere a sei giorni di presidio, rivedere gente scendere in piazza per una mobilitazione continua, anche se minoritaria, è novità degna di nota. Il riaffiorare della forza di un ideale, condivisibile o meno, è fattore positivo. Meno il tentativo di voler imporre lo slancio umanitario come pensiero dominante e di civiltà assoluta, senza ascoltare o provare a capire le ragioni di chi ha chiesto stessa attenzione per gli ultimi di casa nostra, finendo per essere etichettato come razzista. Siracusa è città accogliente, ma è anche città in sofferenza (e non insofferente).
Non che siano mancati gli allarmanti segnali di una rabbia xenofoba, ammaliata da slogan che parlano alla pancia. Però non ha aiutato a contrastarne l’avanzata quella ipocrisia a go-go che ha spinto ad offrire lavoro ai 47 migranti che a Siracusa nemmeno ci volevano venire, voltando le spalle alla disoccupazione che galoppa tra i giovani siracusani. E i sindacati che hanno sventolato i loro vessilli a Stentinello o in largo XXV Luglio questo dovrebbero saperlo. Accecati dal circo mediatico, tutti pronti a spararla sempre più grossa quasi come se esistesse una solidarietà più chic di un’altra. E guai a dire che anche a Siracusa la fame morde, il lavoro non c’è ed i giovani siracusani fanno i migranti in Italia ed in Europa per un futuro che da qui non si vede se non lontano, molto lontano dalla baia di Santa Panagia. Ed in effetti la politica non lo ha fatto, impegnata a precipitarsi da ogni dove per portare solidarietà, a saltare sui gommoni ed a salire a bordo senza accorgersi di quel polo industriale di fronte alla Sea Watch ed alle problematiche connesse: dall’occupazione all’inquinamento. Senza notare quella fabbrica di Eternit dismessa accanto alla quale parcheggiavano gli uplink per i collegamenti tv o i rifiuti a bordo strada e sugli scogli, da Targia a Stentinello.
E’ sbagliato confondere e mischiare i livelli narrativi, si dirà. Ed in parte è vero. Ma la cattiveria di tanti commenti social nasce anche perchè ci sono persone che si sentono abbandonate, che galleggiano a fatica in mezzo ad una società che non li vede o finge di non vederli mentre annegano tra debiti, sfratti e disoccupazione senza alcuna speranza di incrociare una nave Ong che possa traghettarli altrove.
Cosa ci lascia allora questa complessa vicenda? La necessità di tornare a guardarci allo specchio, a vedere con occhi spalancati cosa è Siracusa senza nasconderci le sofferenze, i problemi, i limiti ma anche le qualità ed i buoni esempi. Riprendiamo a parlarci, ad incontrarci, ad ascoltarci e magari provare a capirci più che dividerci. Perchè non è sempre e solo questione di avere ragione o torto. Il cuore di Siracusa è sempre stato grande, ma adesso è stanco.




Parco Archeologico di Siracusa, l’assessore Tusa prende tempo e fa arrabbiare Granata

Sarà che Siracusa è zona sventurata ma nelle sue cose non riesce ad aver fortuna. Prendiamo il parco archeologico della Neapolis. Tutti d’accordo sulla necessità di renderlo autonomo, gestionalmente e e finanziariamente. Beh, tutti. Quasi tutti. Le contrarietà politiche non mancano, Forza Italia in testa. Però la stragande maggiroanza dell’opinione pubblica locale è per la sua istituzione. Crede nella sua utilità, nella capacità di reinvestire e creare economia se non proprio occupazione. Eppure non basta per ottenere quello che appare “giusto”. Ma siamo sicuri che sia davvero questione solo di “fortuna”?!?
La nota dell’assessorato regionale ai Beni Culturali sembra lascia sperare bene. “Via libera all’istituzione di tutti i parchi archeologici siciliani. Riunitosi a Palermo, il Consiglio regionale dei Beni culturali, presieduto dall’assessore Sebastiano Tusa su delega del presidente Musumeci, ha espresso all’unanimità parere favorevole alla proposta di completare la formazione di tutti quelli previsti dalla legge regionale 20 del 2000. In conformità al parere del Consiglio, nei prossimi giorni l’assessore Tusa firmerà i decreti di istituzione dei 15 Parchi mancanti alla completa attuazione della legge”. Nell’elenco c’è anche Siracusa ma il Consiglio Regionale non ne ha ratificato l’istituzione chiedendo “approfondimenti”.
L’assessore alla cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, sbotta. “Ennesimo rinvio. E’ un fatto gravissimo e da stigmatizzare, alla luce della importanza dell’istituzione del parco per il turismo culturale, la crescita economica e la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico di Siracusa. E tutto questo in barba agli interessi dei cittadini siracusani e nonostante i continui proclami da parte del Governo della Regione”. Granata si dice costernato e incredulo. “Sarebbe molto grave dover prendere atto che a Siracusa gli interessi di pochi speculatori continuino ad essere prevalenti rispetto a quelli diffusi di una intera comunità”, aggiunge richiamando tra le righe le recenti scintille con Forza Italia. “Spero che tutto questo sia presto smentito da un atto politico chiaro e trasparente da parte di Sebastiano Tusa, in linea con ciò che ha sempre pubblicamente sostenuto”.




Melilli. Nuove realizzazioni industriali, il sindaco Carta: “chi inquina, paga”

No ad un impianto di gestione anaerobica e compostaggio di rifiuti organici a pochi passi dal centro abito di Melilli. Il sindaco Giuseppe Carta da voce alla posizione espressa dalla maggioranza dei cittadini. “Chiusa l’era dei saccheggi al territorio di Melilli. D’ora in poi chi inquina, paga”, annuncia al termine di uno degli ultimi tavoli tecnici sulla vicenda.
E lo ha spiegato anche ai rappresentanti della Bioenergie srl che vorrebbe realizzarlo quell’impianto, in contrada Bondifè. Il progetto è stato presentato nel 2016. Pur non essendo contrario alla nascita di tali impianti, Carta fa propri i timori della maggior parte deí cittadini, che appaiono ostili all’insediamento a pochi passi dal centro urbano, preoccupati da eventuali fenomeni odorigeni, dalla presenza di percolato e dai disagi per la viabilità che sarebbero causati dalla presenza giornaliera di mezzi di trasporto pesanti.
L’amministrazione Carta non ha rilasciato alcun parere favorevole per la realizzazione dell’impianto, evidenziando piuttosto una carenza di istruttoria che ha portato all’annullamento in autotutela del precedente parere favorevole rilasciato dal Comune di Melilli nel 2016. L’assessorato regionale competente autorizzava ugualmente l’impianto, ma il Comune di Melilli ha promosso ricorso al Tar Catania, tutt’ora pendente.
Il sindaco Carta, intanto, ha chiesto lo spostamento dell’ubicazione dell’impianto ed ha trasferito ai rappresentati della Bioenergie il concetto del “chi inquina paga” secondo quelle compensazioni previste dal decreto ministeriale del settembre 2010. Prevede compensazione ambientali e territoriali per impianti e infrastrutture ad elevato impatto territoriale in favore deí Comuni.
“Chiunque intende costruire impianti ad elevato impatto territoriale dovrà attenersi alla normativa delle compensazioni ambientali, trovando in caso contrario la ferma opposizione da parte dell’amministrazione, pronta a far quadrato con i cittadini per la tutela del territorio troppe volte violentato e privato della sua identità”.




Noto. La Guardia di Finanza dona 350 paia di scarpe alla Caritas

La Tenenza della Guardia di Finanza di Noto ha donato alla Caritas la merce sequestrata nel corso delle operazioni di servizio compiute negli ultimi mesi. Si tratta di circa 350 paia di scarpe. Sarebbero state destinate alla distruzione, ma le Fiamme Gialle hanno chiesto ed ottenuto dalla competente Autorità Giudiziaria l’autorizzazione a disporne la donazione per scopi sociali.
L’iniziativa serve innanzitutto a fornire un aiuto concreto a coloro che si trovano in condizioni di indigenza e si colloca tra i compiti demandati alla Guardia di Finanza quale Forza di Polizia economica e finanziaria a vocazione sociale, impegnata a tutelare le imprese oneste e le fasce sociali più in difficoltà.
Parole di apprezzamento e gratitudine per l’iniziativa, sono state rivolte ai Finanzieri della Tenenza di Noto da Don Sebastiano Boccaccio, assistente spirituale della Caritas netina.




Siracusa. Dieci panetti di hashish nascosti in auto, arrestato un 40enne floridiano

Arrestato a Siracusa il floridiano Salvatore Testa, 40 anni. E’ accusato di detenzione ai fini dello spaccio di droga. Gli investigatori della Squadra Mobile lo hanno bloccato alla guida di una vettura al cui interno c’erano dieci panetti di hashish, per un peso complessivo di un chilo. La successiva perquisizione domiciliare ha permesso di sequestrare altri venticinque grammi della stessa sostanza. Testa, dopo le incombenze di rito, è stato condotto in carcere.




Ore 6.40, la Sea Watch parte da Siracusa: rotta verso Catania, rischia il sequestro?

La Sea Watch è partita da Siracusa, direzione Catania. Scortata da due motovedette della Guardia di Finanza, ha levato l’ancora solo alle prime luci dell’alba. Mancavano pochi minuti alle 6 del mattino quando la nave ong ha virato la prua direzione Catania,tirato su il verricello dell’ancora ed avviato le operazioni che hanno richiesto una trentina di minuti prima di registrare un concreto movimento dell’imbarcazione.
A rallentare la partenza, dopo il via libera di ieri pomeriggio del Viminale, un dichiarato guasto al verricello dell’ancora. Poi una richiesta di rinvio per far riposare l’equipaggio con la Capitaneria di Porto che ha ribadito l’ordine di partenza. Lentamente, a 5km all’ora, la Sea Watch raggiungerà Catania verso le 9.30.
Filtrerebbe una certa preoccupazione da bordo. A Catania, infatti, la Procura ha mostrato una linea chiara verso le ong che trasportano migranti e le loro discusse operazioni di salvataggio. La linea del procuratore Zuccaro è nota a tutti. E dalla Sea Watch temono il sequestro, una volta a Catania.
Nel porto etneo verranno fatti sbarcare i migranti. Prima i minori, per i quali sono stati nominati i tutori legali a Siracusa, poi i maggiorenni che raggiungeranno Messina. Dopo le procedure di identificazione, spazio ai ricollocamenti presso quei paesi europei che hanno dato la loro disponibilità. “In Italia ne rimarranno due o tre al massimo”, annuncia Salvini.