Il caso di Licia Gioia su RaiTre,le telecamere di"Chi l'ha visto? " a Siracusa

La vita di Licia Gioia, gli ultimi giorni di vita, le abitudini. La trasmissione di RaiTre “Chi l’ha visto?” è tornata, ieri sera, ad occuparsi della morta della donna, carabiniere di Latina in servizio a Siracusa. Un processo, quello in corso, a carico del marito, il poliziotto 45enne Francesco Ferrari. Licia Gioia è morta nella villetta di contrada Isola in cui, con l’uomo, viveva. La Procura ipotizza che si sia trattato di omicidio volontario, con il rinvio a giudizio per l’agente, dalla cui pistola d’ordinanza partirono due colpi, uno dei quali, alla testa e mortale. La troupe di RaiTre ha ricostruito la vicenda e riproposto stralci di dichiarazioni rilasciate, poco tempo dopo la tragedia, anche dallo stesso marito, oltre che dai genitori e da un’amica. I giornalisti di “Chi l’ha visto?” . Ferrari ha sempre sostenuto che la donna volesse suicidarsi e che la tragedia sia avvenuta nel tentativo di evitare il peggio.  L’uomo è in servizio presso la Questura di Siracusa. Per rivedere la puntata, clicca qui




Siracusa. Ufficio Tributi aperto anche il pomeriggio, "ma non c'era un esubero?"

Reazione sarcastica del sindacato (Filcams Cgil) ala notizia – anticipata da SiracusaOggi.it – dell’apertura pomeridiana degli sportelli dell’ufficio tributi del Comune di Siracusa. Dopo tre anni, rientro pomeridiano anche per via De Caprio. “Ma non c’era un esubero?”, commenta stizzito il segretario della Filcams, Alessandro Vasquez. “A fronte dell’esubero voluto nel 2015 ed ottenuto in parte dal dirigente comunale addetto ai servizi tributi, nei confronti dei lavoratori dell’allora Socosi srl, oggi Ciclat e limato con fatica solo dopo diversi accordi sindacali con la Filcams Cgil, è curioso venire a sapere che finalmente lo stesso dirigente scopre non esserci più nessun esubero ed anzi predispone finalmente l’apertura degli sportelli dei tributi anche in orario pomeridiano”, racconta d’un fiato.
“Abbiamo più volte segnalato come lo sportello dei tributi di via De Caprio, dove si paga la cara tassa della Tari, fosse l’unico chiuso il pomeriggio nel nostro Paese. Le scelte scellerate del dirigente e della precedente amministrazione comunale, avevano anche prodotto il risultato che lo sportello venisse chiuso per 3 anni, con demansionamenti e mortificazioni per i dipendenti che hanno anche vissuto la cassa integrazione dal 2014 al 2015 e
che sono stati poi adibiti a servizi del tutto inutili e 15 dei quali lasciati a casa per oltre un anno, disperdendo così professionalità acquisite in oltre 10 anni di servizio e determinando anche disastrosi ammanchi alla riscossione della tasse comunali, con evidenti danni alle casse erariali, così come affermato anche dalla Corte dei Conti”, è l’attacco frontale del sindacalista.
“Chi paga per questo giusto rientro pomeridiano? Come Ciclat sta ottemperando a questa commessa straordinaria, non essendoci alcuno stanziamento di fondi ad hoc da parte del Comune di Siracusa?”, gli interrogativi della Filcams che preconizza una nuova gara d’appalto.




Siracusa. La Procura chiede rinvio a giudizio per gli avvocati di Sai 8, Amara e Toscano

Rinvio a giudizio per gli avvocati Piero amara e Attilio Luigi Maria Toscano. E’ la richiesta della Procura di Siracusa per l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta di Sai 8 spa. Stessa accusa contestata nei mesi scorsi agli amministratori ddella società che gestiva il servizio idrico integrato.
Il reato si sarebbe consumato – secondo l’accusa – attraverso diverse fatture per prestazioni professionali ritenute esorbitanti o comunque non coerenti con i parametri degli onorari. Cifre milionarie, pagate ai due professionisti tra il 2011 e il 2013, e che per la Procura di Siracusa avrebbero contribuito a distrarre somme dalla società.




La morte di Eligia Ardita: ergastolo per Christian Leonardi

Ergastolo per Christian Leonardi. È la sentenza emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Siracusa nel primo pomeriggio. Al termine del processo di primo grado, l’imputato è stato riconosciuto colpevole del reato di omicidio della moglie Eligia Ardita. Non era presente in aula al momento della lettura della sentenza, come già avvenuto in occasione delle ultime udienze.
Soddisfatto il pm Scavone e gli avvocati di parte civile. “Ergastolo! La vità è un diritto inviolabile. Adesso Eligia e Giulia possono riposare in pace!””, scrive su facebook la sorella di Eligia, Luisa Ardita.
L’infermiera siracusana venne uccisa il 19 gennaio del 2015. Era all’ottavo mese di gravidanza. Le prime fasi delle indagini puntarono sui soccorsi poi, dopo otto mesi, la confessione del marito. Una confessione da lì a poco ritrattata perché sarebbe avvenuta “sotto pressione”. E l’inizio di una storia processuale che conosce oggi una sua verità, con la sentenza di primo grado e la condanna all’ergastolo con isolamento diurno per tre mesi.Dovrà pagare anche le spese legali e processuali e risarcire le parti civili: 100mila euro ciascuno per i genitori, 50 mila euro a ciascuno dei fratelli.




Ergastolo per Leonardi: "Eligia e Giulia possono ora riposare in pace, giustizia è fatta"

“Christian Leonardi è stato condannato all’ergastolo! Adesso Eligia e Giulia possono riposare in pace, giustizia è fatta!”. Così scrive Luisa Ardita, sorella dell’infermiera uccisa il 19 gennaio del 2015 dal marito. Giulia era la creatura che portava in grembo, all’ottavo mese di gravidanza, quasi ormai pronta per il primo soffio di vita.
Dando idealmente la parola a loro, alle vittime di questa tragica storia dell’orrore, Luisa immagina in un post pubblicato su Facebook la reazione di Eligia e Giulia alla notizia della condanna all’ergastolo per Leonardi: “Io e mia figlia abbiamo avuto giustizia. Grazie a chi ha creduto in me, grazie a chi mi ha sostenuta, grazie per il rispetto che meritavo. Io sono Eligia, io sono Giulia. Noi volevamo vivere”. E in un collage fotografico che unisce dolore e dolcezza, rabbia e tristezza, campeggia in rosso su sfondo nero la scritta “Stop Femminicidio”.




Frana la Valle dell'Anapo: vertice in Prefettura e sopralluoghi in elicottero

La frana di lunedì scorso sulla provinciale 45 Cassaro-Montegrosso fa paura. Il dissesto idrogeologico è nemico infido sin qui non affrontato a dovere nel siracusano. Se al momento le conseguenze sono limitate non si può tacere la pericolosità di quanto avvenuto. Se ne è discusso in Prefettura, dove è stato convocato un vertice nel corso del quale è emersa la necessità di un accurato studio gelogico per comprendere bene la natura del fenomeno franoso.
Oggi altri due sopralluoghi effettuati dalla protezione civile della ex Provincia Regionale che ha subito fatto scattare il piano di attivazione interno che prevede diversi livelli di allerta e rischio. Il primo sopralluogo in elicottero con i vigili del fuoco. E naturalmente sono stati eseguiti rilievi fotografici che saranno attentamente esaminati dal geologo del Libero Consorzio Comunale. Il secondo sopralluogo, via terra, con il fuoristrada della protezione civile: l’area inaccessibile ai normali mezzi.
Secondo i primi rilievi – ma la situazione va monitorata e studiata in profondità – si sarebbe trattato di una frana dovuta, in parte, ai recenti eventi alluvionali. Gli uffici sono ovviamente al lavoro per adottare le soluzioni più opportune, anche se prima – chiariscono – bisognerà verificare bene lo stato dei luoghi.
E un intervento corposo, in termini di moneta sonante, da parte del Dipartimento Regionale della Protezione Civile. La ex Provincia non ha infatti risorse disponibili per avviare i lavori necessari.




Povera Siracusa, senza alleati in provincia: anche Sortino boccia l'ospedale alla Pizzuta

Anche il Consiglio comunale di Sortino prende una posizione netta sul nuovo ospedale di Siracusa. E seguendo quella che sembra una strategia politica unica, delega il sindaco Enzo Parlato a “tutelare il diritto alla salute dei cittadini di Sortino”.
Nonostante la Regione tagli presidi, tolga i medici dalle ambulanze e non rafforza i mezzi del 118 in provincia di Siracusa, i vari Comuni aretusei preferiscono concentrarsi sul bersaglio piccolo: l’ubicazione del nuovo ospedale. No alla Pizzuta (come deciso da Siracusa), si ad un’area non ancora meglio identificata nei pressi dello svincolo autostradale. “I cittadini sortinesi per raggiungere un presidio ospedaliero così interno alla città perderebbero minuti preziosi nel traffico mentre se si costruisse lungo l’asse autostradale si riuscirebbe a rendere l’accesso più semplice e immediato”, spiega la presidente del civico consesso di Sortino, Pia Parlato. “La vera battaglia però rimane quella di riuscire ad avere un presidio Hub perchè così avremmo un nosocomio completo e moderno e questo non sarebbe possibile con un ospedale situato in una zona come la Pizzuta, che per di più è destinata a una espansione limitata per motivi urbanistici”. Ma anche la battaglia per un ospedale di secondo livello arriva fuori tempo massimo, dopo che a luglio scorso la Regione ha già approvato il piano ospedaliero che mette l’Umberto I (anche quello nuovo che verrà) allo stesso livello del Di Maria-Trigona, dell’ospedale di Scicli o di Acireale.
Anche l’atto approvato dal Consiglio comunale di Sortino è stato trasmesso ai vertici dell’Asp, al presidente Musumeci e all’assessore regionale alla Salute, Razza.




Rifiuti: prima sfida per il nuovo gestore, la Borgata. Individuati 2.000 nuclei "fantasma"

Uno dei primi nodi da affrontare e risolvere per il nuovo gestore del servizio rifiuti sarà la Borgata. Il popoloso rione di Santa Lucia è tra le aree con maggiori criticità e per vincere la scommessa della differenziata, Tekra dovrà partire da qui.
Non solo potenziare comunicazione e servizio, serve anche una fattiva operazione di contrasto. Le ultime bonifiche straordinarie disposte da Igm in media ogni settimana hanno tolto dalle strade circa 14 tonnellate di rifiuti abbandonati. Una cifra monstre. Dietro cui si nasconde una certa allergia e resistenza alla differenziata, certo. Ma soprattutto un problema sin qui sotto stimato: la presenza nel quartiere di famiglie (ed utenze) fantasma. Non solo la cronica evasione: persone o interi nuclei familiari di cui non si sa nulla. Eppure lì vivono, in abitazioni fatiscenti considerate chiuse o disabitate.
La Polizia Municipale ha avviato nelle settimane scorse una coraggiosa attività di censimento porta a porta. I risultati saranno illustrati dal comandante, Enzo Miccoli. Secondo alcune indiscrezioni, sarebbero circa 2.000 le persone o famiglie “fantasma” individuate. Numeri che producono spazzatura che finisce in strada perchè fuori dal circuito “legale” dei mastelli e della differenziata. Niente residenza o domicilio, niente altre utenze. Ma loro sono lì, vivono lì. E producono spazzatura.
Individuati numeri ed indirizzi resta da capire come risolvere una “grana” che adesso non dovrebbe più – anche per ordine pubblico – essere esclusiva briga di Comune e gestore del servizio di igiene urbana.




Siracusa. Fuochi d'artificio per Santa Lucia: verso il "si" per la Borgata ma ai ponti…

Manca solo il parere della Soprintendenza ai Beni Culturali e poi il ritorno dei fuochi d’artificio alla Borgata, per salutare l’arrivo del simulacro di Santa Lucia sarà ufficiale. La Deputazione della Cappella ha presentato il suo progetto, che prevede un giochi di luci (fontane, girandole, etc) in piazza Santa Lucia. I fuochi d’artificio alla Borgata erano richiesti a gran voce e da tempo da quanti seguono con passione e devozione la festa del 13 dicembre.
Confermati i fuochi di giorno 20, processione dell’Ottava, all’altezza dei ponti. Saranno “sparati” dal Molo Sant’Antonio e non dal piazzale della Capitaneria. Dalla Deputazione filtra dispiacere per l’impossibilità di tenere lo spettacolo pirotecnico vicino alla processione, alla Santa ed ai fedeli. Ma non era possibile altra scelta. Quando due anni fa venne usato il piazzale IV Novembre si trattò di una eccezione legata a fortunate condizioni difficilmente ripetibili. Non c’erano unità navali vicine, i pescherecci erano stati spostati, le banchine si presentavano in una determinata condizione, c’erano lavori in corso al pontile privato della Marina, per cui anche lì non vi erano barche etc. Ma l’unico luogo nell’area che è stato omologato per eventi di questo tipo dalla commissione materiali esplodenti della Prefettura è all’altezza del Molo Sant’Antonio. Deroga a quella scelta non è possibile, se non su input diretto della Prefettura.
Pucci Piccione, presidente della Deputazione, avrebbe preferito poter riavere i fuochi d’artificio davvero sui ponti. Non sarà possibile. “Così si allontana lo spettacolo dalle persone per cui quello spettacolo è pensato. Peccato perchè non sono segnalati particolari problemi di sicurezza. Dovremo cambiare anche la posizione del simulacro e spingerlo fino alla fine del ponte Umbertino prima dei fuochi, altrimenti ne impedirebbe o quasi la vista. Lo faremo, senza polemica. Ma se dovesse esserci tempo e margine per altra soluzione, sarebbe gradita”.




Siracusa "ponte" diplomatico tra 12 Nazioni che cercano intesa contro i traffici illeciti

I rappresentanti di 12 Paesi dell’area balcanica allargata provano a trovare una lingua comune ed a dialogare sul contrasto al traffico illecito in Europa sudorientale. Contraffazione, droga, armi, diamanti, organi e tratte di essere umani: dietro la definizione di traffico illecito c’è una galassia di attività illegali che fruttano miliardi alle organizzazioni criminali.
Contrastarle in maniera univoca e decisa cooperando tra Nazioni differenti non è sempre facile, specie in aree che solo da pochi anni hanno messo alle spalle sanguinosi conflitti che però lasciano pesanti scorie nelle relazioni internazionali. Manca il dialogo e allora il Siracusa International Institute (ex Isisc) prova a fare da ponte con una due giorni dedicata al primo regional strategic dialogue.
Oggi e domani ministri e funzionari nazionali dell’ampia regione geografica, oltre che i maggiori attori regionali e internazionali impegnati nella lotta al fenomeno, prenderanno parte alla sessione di confronto. Alla presenza del direttore esecutivo Interpol, Tim Morris. E poi Snejana Maleeva, direttore generale Southeast European Law Enforcement Center (SELEC); Brian Donald, capo dello staff del direttore esecutivo Europol; Jean-Luc Lemahieu, direttore della sezione Policy Affairs and Public Information dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Controllo della droga e la Prevenzione del Crimine; Leigh Winchell, ex vicedirettore dell’unità Enforcement and Compliance, Organizzazione Mondiale delle Dogane.
Lo scopo principale dell’iniziativa è discutere con i leader politici e le diverse autorità nazionali,
regionali e internazionali le sfide poste dal traffico illecito sviluppando al contempo nuove strategie di contrasto al fenomeno.
Il Regional Strategic Dialogue è organizzato dall’Istituto nell’ambito del suo progetto biennale di ricerca e assistenza tecnica sul “Rafforzamento della lotta contro il traffico illecito in Europa Sudorientale”.