Siracusa. Refezione scolastica al palo, "difficile partire prima di febbraio 2019"

La refezione scolastica non potrà partire prima del nuovo anno. Il tema è stato oggetto di approfondimento in commissione consiliare, con la partecipazione dell’assessore Pierpaolo Coppa. L’ottimismo che traspare dagli uffici si scontrerebbe, però, con la realtà dei fatti. “Senza bilancio approvato non si può dare il via al servizio”, spiega il leader dell’opposizione, Ezechia Paolo Reale. “L’ok allo strumento da parte della giunta è arrivato nei giorni scorsi. Se facciamo in fretta, il Consiglio potrebbe esitarlo favorevolmente tra dicembre e gennaio. Il che significa che, se tutto dovesse andare per il meglio, prima di febbraio 2019 la refezione scolastica non potrà partire”, spiega con attenzione. “Sono mancate programmazione e attenzione negli anni passati, quando al governo cittadino c’era di fatto la stessa squadra di oggi. Dire che il servizio partirà a breve è una menzogna”.
Sul fronte asili nido comunali, intanto, a fine novembre dovrebbero aprire i battenti le prime tre strutture per le quali sono state avviate nei giorni scorsi le procedure di gara. Posti garantiti per 150 bambini. Altri 200 circa dovranno attendere gli sviluppi delle altre gare.

 




Siracusa. Aggredisce poliziotti con un coltello per non far portare il figlio in comunità: arrestato

Minaccia aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Arrestato con questa accusa un siracusano di 47 anni.
Nella tarda mattinata di ieri, i poliziotti hanno raggiunto l’abitazione dell’uomo per eseguire un ordinanza di collocamento in una comunità per minorenni nei confronti del figlio. Alla vista degli operatori di polizia, l’uomo è andato in escandescenza minacciandoli ed aggredendoli con un coltello da cucina, nel tentativo di impedire l’esecuzione del provvedimento. La perizia degli agenti consentiva di immobilizzare l’aggressore e di porlo agli arresti domiciliari.




Port Utility, corruzione milionaria attorno ai lavori al porto commerciale di Augusta

E’ un inquietante quadro di corruzione quello che emerge dall’indagine Port Utility, con appalti milionari attorno al porto commerciale di Augusta nelle mani dei privati sin dalla stessa redazione dei bandi di gara. Un sistema che, come ha avuto modo di sottolineare anche il procuratore aggiunto Fabio Scavone, “inquina pesantemente” il quadro della libera economia locale. C’erano delle mani (“mani preziose” scrivono alcuni degli indagati in colloqui whatsapp finiti agli atti delle indagini) che muovevano i fili che portavano alla nascita ed all’aggiudicazione di gare per svariati milioni di euro. I dubbi ed i sospetti sollevati dal responsabile anticorruzione dell’Autorità Portuale hanno permesso agli investigatori di trovare conferme su conferme a quanto emergeva dalle attività di indagine, condotte anche attraverso intercettazioni ambientali che hanno consegnato ai finanzieri persino una telefonata contenente una sorta di confessione.

Nell’indagine della Guardia di Finanza di Siracusa finiscono quasi dieci anni di appalti finanziati con fondi nazionali e comunitari per un totale di oltre 100 milioni di affari. Le gare pubbliche bandite dall’Aurotirtà Portuale di Augusta dell’epoca sarebbero state “turbate”. I bandi e i disciplinari, infatti, non venivano direttamente predisposti dai funzionari dell’Ente pubblico appaltante, bensì da professionisti titolari di una società di progettazione siracusana. Inoltre in alcune circostanze, alcuni commissari di gara, dopo aver svolto l’incarico di componente della commissione aggiudicatrice, ricevevano – anche con lo schermo di terzi soggetti – incarichi di consulenza dalla società che si era aggiudicata l’appalto. Una sorta di “ricompensa” per l’attività svolta a favore di chi aveva tutto l’interesse ad “indirizzare” le gare.
Questa mattina sono state eseguite sei ordinanze cautelari, una in carcere (Nunzio Miceli, ingegnere) e cinque ai domiciliari (Pietro e Giovanni Magro, Giovanni Sarcià, Venerando Toscano e Antonino Sparatore). Si tratta di 4 professionisti, alcuni soci dello studio di progettazione Tecnass e di 2 funzionari dell’Autorità Portuale di Augusta. L’accusa è di corruzione e turbativa d’asta.
Gli appalti ritenuti “pilotati” rientrano in quelli previsti nella “Scheda Grandi Progetti – Hub porto di Augusta”. Le opere sono finanziate nell’ambito della programmazione 2007/2013 con fondi Pon e ammontano a circa 100 milioni di euro.
Attraverso la meticolosa ricostruzione delle “relazioni” esistenti tra i tre professionisti titolari della società di progettazione e i due funzionari dell’Autorità Portiale addetti alle procedure di evidenza pubblica, è stato ricostruito che i tre privati “ideavano” i bandi e i disciplinari di gara, mentre i Responsabili Unici del Procedimento dell’Autorità Portuale si limitavano, di fatto, alla stampa e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
L’illecito condizionamento delle procedure sarebbe stato preordinato all’aggiudicazione pilotata dell’appalto a soggetti economici con i quali i titolari dello studio di progettazione avevano già concluso “accordi preventivi”. Gli utili – illeciti – venivano “pagati” attraverso “consulenze” per un volume totale di quasi 8 milioni di euro.
Per la gestione dei contratti di consulenza, i tre professionisti avevano anche creato alcune società di diritto maltese. Queste però sono risultate utilizzate solo per incassare i relativi compensi, come hanno dimostrato anche le rogatorie internazionali richieste dalla Procura di Siracusa.
Quanto ai due funzionari dell’Autorità Portuale, incaricati di gestire le gare di appalto, avrebbero incassato circa 500 mila euro ciascuno a titolo di incentivi per le relative attività d’istituto in realtà, rivelano le indagini, svolte dai tre professionisti titolari dello studio di progettazione.
Nei personal computers in uso ai privati, è stata rinvenuta documentazione di quasi tutte le gare di appalto bandite, nonché diversi atti dell’Autorità Portuale. L’indagine tecnica svolta sui pc ha poi acclarato che lo studio di progettazione aveva stipulato accordi con le imprese che avrebbero vinto gli appalti ancor prima che venisse pubblicato il bando di gara. Inoltre gli stessi indagati, sentiti sul punto, hanno ammesso che gli atti di gara erano stati predisposti da mano privata.
Figura di spicco del complesso sistema corruttivo è – secondo la Procura – l’ingegnere Miceli considerato “regista” del sistema di distribuzione degli appalti. In passato, per una simile indagine, era già stato destinatario di una ordinanza cautelare.
Più sfumate le posizioni degli altri soggetti coinvolti come due ingegneri sospesi dall’attività per 6 mesi e 12 mesi.
Disposto anche il sequestro della somma di circa 1 milione di euro, anche per equivalente. Sequestrata anche la società di progettazione (Tecnass srl).




Truffa da 4 milioni di euro nel ragusano, anche risparmiatori siracusani tra i "beffati"

Ci sono anche alcuni investitori della provincia di Siracusa nella lunga lista di truffati da due promotori finanziari ed un imprenditore ragusano. Una quarta persona, una donna, è ricercata. Da mesi vive all’estero. Secondo la Guardia di Finanza, avevano organizzato una truffa del valore di oltre quattro milioni di euro approfittando della fiducia di ignari investitori delle province di Ragusa, Siracusa e Catania che continuavano ad affidargli i loro risparmi.
Associazione a delinquere dedita all’esercizio abusivo della raccolta del risparmio, fatture false, appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni di circa 70 famiglie: sono queste le accuse contestate ai due promotori finanziari, il cui compito era quello di raccogliere il denaro, ed ai due imprenditori, che avrebbero dovuto gestire ed investire il le somme.
L’indagine è partita nel 2017 dopo le denunce di alcuni risparmiatori che, dietro la promessa di rendimenti altissimi, avevano deciso di investire i risparmi di una vita. Il sistema era ingegnoso, ma allo stesso tempo molto semplice: i promotori finanziari, forti del rapporto di fiducia che potevano vantare con molti investitori e, soprattutto, consapevoli della consistenza dei risparmi di molti loro clienti, sceglievano con cura le proprie vittime, in alcuni casi anche ultra 70enni, selezionandole tra quelle che non avrebbero fatto troppe domande sugli investimenti proposti.
D’altro canto i guadagni e le condizioni promesse erano ottime: basso rischio, tassi di rendimento fissi, investimenti garantiti e possibilità di smobilizzare in qualsiasi momento. Peccato che nulla di tutto questo fosse vero.
Infatti, le vittime, pensando di investire in strumenti finanziari o addirittura in titoli azionari di grosse società, in verità, sottoscrivevano contratti di associazione in partecipazione riconducibili ad una società a ristretta base azionaria, denominata CIFRA S.r.l.. Questo particolare istituto giuridico consente alle società di ottenere finanziamenti in partecipazione da parte di soggetti associati senza che questi acquisiscano la veste di soci.
Gli associati, a ragion di legge, investono capitale di rischio in un particolare progetto, nel caso di specie in una costruzione residenziale, in merito al quale devono però essere costantemente informati e liquidati nel caso in cui detto progetto porti degli utili.
Gli ignari investitori, invece, ricevevano periodicamente delle cedole, contabilmente giustificate come anticipi sugli utili, che non servivano ad altro se non a far credere che tutto procedesse secondo quanto promesso e l’investimento fosse fruttuoso.
Nel frattempo gli amministratori della società potevano appropriarsi indisturbati del capitale investito, spostando periodicamente somme sui propri conti correnti. In alcuni casi, addirittura, è stato provato come alcune movimentazioni finanziarie dai conti della società siano state fatte grazie all’utilizzo di fatture per operazioni
inesistenti emesse per lavori di edilizia da un imprenditore compiacente, che poi provvedeva a girare il denaro sui conti correnti degli amministratori della CIFRA S.r.l.
Complessivamente il valore della truffa arriva ad oltre 4 milioni di euro. Contestualmente alle misure cautelari personali è stato disposto anche il sequestro delle quote della CIFRA S.r.l.. La società, che avrebbe dovuto procedere ad eseguire la costruzione residenziale, verrà ora affidata alla gestione di un amministratore giudiziario, il quale tenterà, per quanto possibile, di risarcire i malcapitati investitori. L’immobile di proprietà della società del valore di circa 2,5 milioni euro, ad oggi in costruzione, servirà per risarcire tutti gli associati, alcuni dei quali sono arrivati a perdere anche più di mezzo milione di euro, con gravi ripercussioni anche sulla vita dei nuclei familiari delle persone coinvolte.




Siracusa. Escrementi di topo tra i preziosi reperti, scandalo al museo Paolo Orsi

Povero Museo Regionale Paolo Orsi. Di “regionale” è rimasta solo l’incuria e il disinteresse. L’importante sito museale siracusano pare essere finito nel dimenticatoio dei Beni Culturali. E mentre si discute di grande parco archeologico di Siracusa, del turismo come settore economico predominante ecco che all’interno del museo si passeggia tra clamorose macchie di umidità sulla moquette del pavimento, escrementi di topi anche all’interno delle bacheche accanto ai preziosi reperti in mostra e addirittura cartacce dentro vasi in terracotta esposti in teca. Per non tacere delle lampade rotte nelle sale e vari loro resti sul pavimento.
Sono ormai settimane, se non mesi, che si ripetono episodi simili e segnalazioni al limite del masochismo di una presunta città turistica. Abbastanza per gridare allo scandalo. Anche se il vero scandalo è l’assenza di risorse messe a disposizione anche solo pulire, dopo i recenti tagli al personale. Verrebbe da suggerire all’attuale direzione una clamorosa iniziativa di protesta: chiudere il museo per protesta verso le condizioni in cui Palermo e la sua miopia costringono una istituzione culturale che meriterebbe ben altro livello.




Siracusa in tv: Il Borgo dei Borghi (Rai Tre) tra i vicoli di Ortigia e Noto

C’è gloria tv anche per Siracusa e Noto nella trasmissione di Rai Tre “Il Borgo dei Borghi”. Dopo il debutto nella competizione di Ferla, in lizza tra i 60 borghi italiani coinvolti nella sfida televisiva (si vota anche online fino al 22 novembre), sabato sera tocca al capoluogo ed alla cittadina barocca far bella mostra di sè sulla terza rete.
Camila Raznovich, che conduce la trasmissione, e lo storico dell’arte Philippe Daverio condurranno gli spettatori alla scoperta dei borghi in gara durante un percorso eccezionale fra le stradine e i monumenti di Ortigia e tra le acque del Porto Grande, con mezzi di trasporto storici e caratteristici locali. Lo stesso anche a Noto, presentata oltre le tradizionali immagini e storie da copertina.
Alla realizzazione delle riprese ha collaborato la Film Commission del Comune di Siracusa, affiancando i protagonisti, la troupe e la Produzione “Elephant Italia” per l’intera organizzazione sul territorio e per una migliore valorizzazione e promozione, nonché visibilità del Patrimonio inserito nella impostazione prevista dal citato programma televisivo.
L’assessore alla Cultura, Fabio Granata, ha ribadito “come Siracusa sia stata messa ancora una volta in vetrina grazie al suo patrimonio storico-artistico di eccellenza che non è sfuggito alla nuova interpretazione che la Rai ha voluto dare a quest’edizione straordinaria de Il Borgo dei Borghi. Non è un caso – ha aggiunto – che Siracusa continui ad avere richieste di collaborazione da svariate Produzioni televisive che scelgono la nostra città quale location di particolare rilevanza per i programmi, dove proprio Siracusa riempie spesso la durata di una intera puntata e le Produzioni che si occupano di spot pubblicitari per noti brand, la scelgono per il lancio sul mercato dei loro progetti”.
E tra gli spot in lavorazione con Siracusa come set c’è la versione dedicata al mercato americano della nuova campagna Martini. Non solo, la Song Design Factory (etichetta musicale tedesca) sta lanciando un brano interamente dedicato a Siracusa e ad un amore che nasce tra gli incantevoli scorci di Ortigia, che presto sarà divulgato sui canali web.




Archimede a Siracusa, viaggio immersivo nella città antica: mostra alla Galleria Montevergini

(cs) La nuova mostra dedicata a Archimede offre ai visitatori l’occasione, unica, di conoscere da vicino una delle più geniali figure dell’intera storia dell’umanità e, grazie alle più avanzate applicazioni multimediali, di immergersi nella Siracusa del terzo secolo avanti Cristo; in questa città, una delle più importanti del Mediterraneo, il grande scienziato ha vissuto e concepito le straordinarie invenzioni che lo hanno reso celebre già nell’antichità; a Siracusa, infine, è stato ucciso da un soldato romano appena entrato in città da conquistatore.
La mostra si apre nella ex Chiesa – e oggi Galleria – di Montevergini, in un ampio ambiente attrezzato con 16 video proiettori per una visione multimediale a 360 gradi, che conduce il visitatore in un vero e proprio viaggio nel tempo, per “immergersi” all’interno della città in cui Archimede visse. Una ricostruzione spettacolare e filologicamente accurata mostra alcuni degli edifici simbolo (dal Castello Eurialo al Teatro Greco e al tempio di Atena) che fecero di Siracusa uno dei più importanti centri del Mediterraneo anche dal punto di vista artistico e culturale. Una serie di animazioni progettate da Lorenzo Lopane e realizzate con gli allievi dell’INDA rende viva la presenza degli antichi siracusani e, tra loro, del grande scienziato. Emerge in tal modo l’importanza della città e quindi del contesto, troppo spesso trascurato, in cui si è formata la personalità di Archimede. Basata sulle fonti storiche e archeologiche, una suggestiva narrazione disponibile in 4 lingue e affidata in italiano alla voce di Massimo Popolizio, consente di seguire gli eventi che portarono, sul finire della seconda guerra punica, allo scontro con Roma. Le straordinarie macchine ideate da Archimede, utili in tempo di pace come in guerra, diventano protagoniste di questo racconto, che si conclude con la tragica vicenda dell’uccisione del grande siracusano. La proiezione immersiva non è che l’inizio di un articolato percorso di approfondimento, nel quale i visitatori possono interagire con oltre venti modelli funzionanti di macchine che la tradizione attribuisce a Archimede: dalla vite idraulica alla vite senza fine, dagli specchi ustori ai dispositivi per sollevare ingenti carichi. Il fascino che l’immagine del Siracusano ha sempre esercitato non è dovuto solo alle macchine che la tradizione gli attribuisce, ma anche agli importantissimi risultati raggiunti dalle sue ricerche e dei quali restano tracce nei suoi scritti, particolarmente complessi. Per rendere accessibile al grande pubblico questa parte dell’opera di Archimede, una serie di modelli funzionanti e dispositivi illustra gli aspetti salienti delle ricerche compiute dal Siracusano e gli straordinari obiettivi raggiunti anche sul piano delle applicazioni pratiche. Ciascun exhibit è accompagnato da video didattici, di approfondimento e interattivi.
L’immagine di Archimede attraversa intatta 23 secoli di storia. Il suo inesauribile desiderio di conoscenza e la profondità degli studi ne hanno fatto l’antesignano dell’inventore per eccellenza, capace di realizzare dispositivi meccanici destinati a entrare nell’immaginario collettivo di tutte le generazioni: al punto che ancora oggi il suo nome è sinonimo di invenzione e innovazione nel campo della produzione industriale e del design. Ammirato dagli uomini di cultura di ogni epoca, ad Archimede vengono attribuiti, sin dall’antichità e per tutto il Medioevo latino e arabo, gli appellativi di inventore, astronomo, matematico ed esperto costruttore di dispositivi meccanici.
La nuova mostra su Archimede propone un itinerario nel quale il visitatore è accompagnato alla scoperta della cultura tecnico scientifica del Mediterraneo antico e di cui Siracusa fu splendida protagonista.La mostra, ideata dal Museo Galileo e curata da Giovanni Di Pasquale con la consulenza scientifica di Giuseppe Voza e Cettina Pipitone Voza, è promossa dal Comune di Siracusa e prodotta da Civita Mostre con Opera Laboratori Fiorentini e la collaborazione di UnitàC1 e dell’Istituto Nazionale Dramma Antico di Siracusa.




Siracusa. Multe, 2 milioni nelle casse del Comune: ecco come si spendono

Ammontano a circa 2 milioni 244 mila euro i proventi da sanzioni per violazioni al Codice della Strada che entrano in un anno nelle casse comunali. Questa, quantomeno, è la previsione per l’anno 2018 (che in realtà è un dato che emerge quando l’anno è già quasi terminato). La giunta comunale ha approvato nei giorni scorsi il nuovo piano di ripartizione delle quote, modificato rispetto ad una precedente ipotesi. Al miglioramento della circolazione veicolare, palazzo Vermexio decide di destinare 106 mila euro, con altri 105 mila per la segnaletica stradale. Spulciando la delibera dell’esecutivo guidato dal sindaco, Francesco Italia, emergono anche altre cifre. All’acquisto di attrezzature per la Ztl di Ortigia e impianti semaforici, l’esecutivo destina 70 mila euro, mentre alla manutenzione stradale ordinaria vanno 37 mila euro. Somma che sale a 55 mila euro per gli interventi di sicurezza stradale “per utenti deboli”. Inserita anche la voce “videosorveglianza  e monitoraggio traffico, per una somma di 25 mila euro. Per la rimozione dei veicoli, 40 mila euro. Cifra ben più consistente per il canone dell’illuminazione pubblica: si tratta di 324.312 euro.

135 mila euro vanno invece per “progetti speciali e interventi straordinari per il miglioramento della circolazione veicolare, inclusi la manutenzione e il mantenimento dei mezzi”. Curiosità a margine,  alle esercitazioni di tiro a segno della polizia municipale vengono destinati circa 12 mila euro.




Gare d'appalto pilotate al porto di Augusta, sei arresti

Avevano costituito un articolato sistema per “alterare” le gare d’appalto bandite dall’autorità portuale di Augusta. Lavori da importi anche milionari per la realizzazione di opere infrastrutturali nel porto commerciale, finanziate con fondi nazionali o europei. In sei sono finiti agli arresti (1 in carcere, 5 ai domiciliari) a conclusione di una nuova tranche dell’operazione Port Utility della Guardia di Finanza di Siracusa, articolata indagine coordinata dalla Procura. Due persone sono state raggiunte anche da misure interdittive mentre è stata posta sotto sequestro una società ed alcune somme di denaro per circa 1 milione di euro.Gli arrestati sono:  Gaetano Nunzio Miceli, ingegnere, Pietro Magro, architetto con il geometra Giovanni Magro, soci dello studio di progettazione Tecnass. I funzionari dell’Autorità Portuale arrestati sono invece l’ingegnere Giovanni Sarcià e il geometra Venerando Toscano, oltre ad Antonino Sparatore. Interdetti, invece Salvatore La Rosa e Francesco Patania, ingegneri. Nel dettaglio , gli appalti “pilotati” rientrano in quelli previsti nella “Scheda Grandi Progetti – Hub porto di Augusta”. Le opere sono finanziate nell’ambito della programmazione 2007/2013 con fondi PON e ammontano a circa 100 milioni di euro. Le investigazioni, condotte dal Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria sotto la direzione e il coordinamento della Procura, hanno anzitutto dimostrato che le gare pubbliche bandite dall’A.P.A. sono state “turbate”. I bandi e i disciplinari di gara, infatti, non venivano direttamente predisposti dai funzionari dell’Ente pubblico appaltante, bensì venivano realizzati da professionisti titolari di una società di progettazione siracusana. Inoltre in alcune circostanze, taluni commissari di gara, dopo aver svolto l’incarico di
componente della commissione aggiudicatrice, ricevevano – anche con lo schermo di terzi
soggetti – incarichi di consulenza dalla società che si era aggiudicata l’appalto.
Attraverso la meticolosa ricostruzione delle “relazioni” intercorrenti tra i tre professionisti
titolari della società di progettazione e i due funzionari dell’A.P.A. addetti alle procedure
di evidenza pubblica, è stato acclarato che i tre privati “ideavano” i bandi e i disciplinari di
gara, mentre i Responsabili Unici del Procedimento dell’Autorità Portuale si limitavano, di
fatto, alla stampa e alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Sotto altro profilo è emerso che l’illecito condizionamento delle procedure era preordinato alla pilotata aggiudicazione dell’appalto a soggetti economici con i quali i titolari dello studio di progettazione avevano già concluso “accordi preventivi” finalizzati a trasferire agli stessi importanti quote di utili, attraverso apposite “consulenze”. Un collaudato sistema che ha portato gli stessi professionisti ad assicurarsi “consulenze” per quasi 8 milioni di euro, da incassare dai vincitori delle milionarie gare d’appalto.
Per la gestione dei contratti di consulenza i tre professionisti avevano anche creato alcune
società di diritto maltese. Queste però sono risultate strumentalmente utilizzate solo per
incassare i relativi compensi. Infatti, all’esito delle apposite rogatorie internazionali, le
società straniere sono risultate prive di effettiva operatività e preordinate all’illecito
sistema.
Dal lato pubblico, i due funzionari dell’Autorità Portuale, incaricati di gestire le gare di
appalto quali Responsabili Unici del Procedimento, avrebbero incassato circa 500 mila euro
ciascuno a titolo di incentivi per le relative attività d’istituto. Come dimostrato dalle indagini,
queste attività sono state in realtà svolte dai tre professionisti titolari dello studio di
progettazione.
Il meccanismo sopra delineato troverebbe  conferma negli atti d’indagine eseguiti.
Nei personal computer in uso ai privati è stata infatti rinvenuta documentazione di quasi
tutte le gare di appalto bandite, nonché diversi atti dell’Autorità Portuale. L’indagine tecnica
sui computers ha poi acclarato che lo studio di progettazione aveva stipulato accordi con
le imprese che avrebbero vinto gli appalti ancor prima che venisse pubblicato il bando di
gara. Inoltre gli stessi indagati, sentiti sul punto, hanno ammesso che gli atti di gara erano
stati predisposti da mano privata.
Figura di spicco del complesso sistema corruttivo è risultato l’ingegnere dello studio di
progettazione, il quale assume il ruolo di “regista” del sistema di distribuzione degli appalti.
Soci in affari sono risultati invece gli altri titolari dello Studio, un architetto e un geometra,
tra loro fratelli e i due funzionari pubblici “piegati” al generale sistema.
Agli indagati, a vario titolo, vengono contestati i reati di corruzione per atto contrario ai
doveri d’ufficio unitamente alle circostanze aggravanti  e alle pene per il corruttore , turbata libertà degli incanti.
Infine è stato disposto il sequestro della somma di circa 1 milione di euro, anche per
equivalente, in ordine ai patrimoni personali di ciascuno, ivi comprese eventuali
partecipazioni in società o enti. Sequestrata anche la società di progettazione siracusana




Siracusa. Licia Gioia, per il marito poliziotto accusa di omicidio volontario

La Procura di Siracusa ha emesso un avviso di conclusioni indagini per omicidio volontario nei confronti di Francesco Ferrari, 45 anni, poliziotto in servizio alla Questura di Siracusa. L’agente è accusato della morte della moglie, Licia Gioia, sottufficiale dei carabinieri trovata morta la notte del 28 febbraio 2017 nella loro casa.
Dalla sua pistola d’ordinanza erano partiti due colpi, quello mortale alla testa. Inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato l’istigazione al suicidio e poi l’omicidio colposo: la vittima, al termine di una lite con il marito, avrebbe tentato il suicidio e l’uomo sarebbe intervenuto per evitarlo. Ma la perizia del medico legale della Procura avrebbe ricostruito uno scenario diverso, che attribuisce una precisa responsabilità a Ferrari. (Ansa)