Siracusa con Catania e Ragusa meta appetibile in bassa stagione con "Sicilia d'inverno". Oggi la presentazione

C’erano anche il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, e il presidente della Camera di Commercio aretusea, Ivan Lo Bello, alla presentazione ufficiale dell’iniziativa di destagionalizzazione turistica “Sicilia d’Inverno”. Da mercoledì 19 febbraio e fino al 13 aprile chi vuole volare in Sicilia e pernottare, ad esempio, a Siracusa può farlo a prezzi convenienti sul portale www.siciliadinverno.it. Con Garozzo e Lo Bello c’erano anche il sindaco di Catania, Enzo Bianco, il segretario generale della Camera di commercio di Catania, Alfio Pagliaro e i rappresentati Sac (Società aeroporto di Catania). “Sicilia d’inverno” è infatti promossa dal gestore dello scalo etneo in collaborazione con le Camere di commercio di Catania, Siracusa e Ragusa e con Siracusa Turismo. Finalità dell’iniziativa, che nasce dal felice esperimento “Siracusa d’inverno”, è incrementare i flussi d’arrivo durante il periodo di bassa stagione, uno degli aspetti più deboli dell’offerta turistica in Sicilia.
I prezzi offerti sono concorrenziali anche grazie ad un contributo di viaggio rimborsato dagli albergatori per incentivare le presenze di visitatori provenienti dall’Italia. Ivan Lo Bello ha evidenziato come “la Camera di commercio di Siracusa, da sempre in prima linea nel cercare come possibile di implementare i flussi turistici diretti verso la Sicilia orientale, punti molto sul programma che ritiene davvero una modalità esemplare per lo sviluppo dei territori”.
“Il progetto – ha spiegato Seby Bongiovanni, presidente del consorzio Siracusa Turismo – “propone una destinazione molto appetibile come il Sud Est della Sicilia attraverso un’azione di marketing innovativo che viene incontro alle esigenze e alle aspettative dei viaggiatori, con una proposta ricca di offerte e che centra anche importanti obiettivi strategici per lo sviluppo futuro: mettere insieme centinaia di albergatori su un progetto condiviso, permettere un riscontro economico immediato agli operatori, consentire un ritorno mediatico in grado di accrescere in termini positivi la popolarità e la reputazione della destinazione, e quindi a renderla più competitiva”.




Siracusa, città intollerante? Il caso del nigeriano violento e la reazione dei siracusani

La notizia del nigeriano 36enne che ha prima importunato i clienti di un supermercato chiedendo ripetutamente soldi e poi si è persino spinto a minacciare uno dei dipendenti con un pesante blocco di cemento ha colpito profondamente l’opinione pubblica siracusana. Sulla pagina Facebook di SiracusaOggi.it molti sono stati i commenti. Ne riportiamo alcuni: “rimandateli a casa. Non ne possiamo più”; “la colpa è anche nostra. Fanno pena e gli diamo qualcosa. E questi sono i risultati. Via da qui”; “mandateli tutti via!”; “mettetelo in un gommone e riportatelo da dove è venuto”; “ma perche’ permettono a questi di fare quello che vogliono! Sono distribuiti in tutti i semafori , in tutti i supermercati a cercare soldi, se non li dai ti minacciano. Ma perche’ non ci pensa nessuno a mandarli via”; “fateli venire qui a tutti questi emigranti e poi vedete quello che succede. Ormai non se ne può più”; “in altri paesi europei tutto questo non è permesso, non appena arrivano li rimandano indietro al loro paese” e così via.
Sulla vicenda è intervenuta anche la segreteria provinciale di Forza Nuova. “Atti come questo avvenuto  a Siracusa hanno una sola soluzione: prendere l’aggressore e rimpatriarlo immediatamente nel suo paese d’origine”. E per dribblare sul nascere le accuse di razzismo, il movimento di estrema destra puntualizza che “un atto del genere serve ad allontanare il pericolo di violenza che alloggia nelle nostre città”.
Ma Siracusa è diventata una città intollerante? La domanda nasce “spontanea” assistendo a questo florilegio di opinioni. Pochi mesi dopo l’emergenza migranti e le scene di accoglienza che hanno anche commosso il capo dello Stato, certamente non si è di colpo risvegliata xenofoba e razzista. Ci sono comunità di stranieri da tempo inserite nel tessuto cittadino, basti pensare a Cassibile, al campo rom dei Pantanelli e alla Borgata. E nessuno qui si sognerebbe una crociata per un colore di pelle diverso.
Però Siracusa ora ha paura. Ha paura che la disperazione possa produrre situazioni imprevedibili e difficili da gestire a sangue freddo. Perchè di disperati – da qualunque parte provengano – è pieno ogni incrocio. Mendicanti ai semafori, mendicanti al parcheggio, mendicanti ai supermercati. Siracusa ha paura forse della sua stessa “tensione” latente, in un periodo di crisi che a qualche economista ricorda scenari post bellici. E così basta un singolo episodio di cronaca per dar fiato alla “paura”. Non dell’altro perchè diverso, ma dell’altro perchè disperato e – nell’immaginario – potenzialmente disposto a tutto. Siracusa non è intollerante, al di là di alcune esplosioni verbali. Vuole solo sentirsi più sicura.




Polemiche Inda. Stancheris: "Polverone per nascondere lacune organizzative. Servono progetti". Lunedì sarà a Siracusa

Michela Stancheris e la Fondazione Inda. I rapporti tra l’assessore regionale al turismo e l’istituzione siracusana non riescono proprio a decollare. “Eppure sono una delle poche che vorrebbe parlare e promuovere bene l’Inda”, spiega l’esponente del governo Crocetta al telefono su Fm Italia, durante RadioBlog. E’ informata sulle polemiche scoppiate a Siracusa dopo il caso della “svista” della Regione che, alla Bit di Milano, non ha inserito nel calendario principale degli eventi promozionati le rappresentazioni classiche al teatro greco. Per di più nell’anno del Centenario. “Non ho voluto replicare perchè le polemiche fanno solo male all’Inda. Avrei consigliato di evitare”, dice serena la Stancheris. “L’impressione è che la Fondazione voglia una corsia preferenziale. Bene, non è più questo il metodo. Non è la Regione che deve andare in giro provincia per provincia ad invitare ma devono essere enti e associazioni interessate a proporsi, con progetti seri, secondo i bandi regionali. Per cui, se la lamentela è che l’Inda non è stata invitata, io rispondo: non ho invitato nessuno”. Secca e perentoria, l’assessore al Turismo non si nasconde. “Il commissario straordinario Giacchetti mi ha chiamato solo lo scorso giovedì, giorno di apertura della Bit. Era chiaramente troppo tardi. Eppure già a luglio avevo avvisato la Fondazione, chiedendo un progetto per le fiere”. Ma in assessorato non sarebbe arrivato nulla. Motivo per cui l’Inda ha “saltato” l’appuntamento di Milano. “Comunque ho rassicurato Giacchetti: al prossimo appuntamento, quello di Berlino, l’Inda ci sarà. Basta un progetto sensato e non ci saranno problemi, come non ci sarebbero stati per la Bit”. E per dimostrare ulteriormente che non ha nessuna preclusione verso l’Istituto del Dramma Antico, Michela Stancheris annuncia che verrà a Siracusa per la prima della stagione del Centenario. “Ma voglio pagare il biglietto”, aggiunge in puro stile bergamasco, sorridendo. In realtà, l’assessore sarà in città già lunedì per una conferenza stampa congiunta con il commissario straordinario Giacchetti nel salone del palazzo Inda di Corso Gelone.




Il bimbo di 23 mesi ricoverato a Messina rimane in coma farmacologico. Rinviato il "risveglio"

Continua ad essere mantenuto in stato di coma farmacologico il bimbo di 23 mesi ricoverato da tre giorni al policlinico di Messina. Il piccolo è stato ricoverato d’urgenza in terapia intensiva pediatrica dopo esser caduto dal balcone al primo piano della sua abitazione a Siracusa. L’equipe medica, con in capo la dottoressa Eloisa Gitto, ha preferito rinviare il momento dell’estubazione. Pertanto rimane intubato e assistito nella respirazione. Una decisione di cautela perchè la situazione del polmone e degli organi interni rimane ancora delicata. Il bimbo ha comunque risposto positivamente nelle finestre di risveglio ed ha riconosciuto la mamma, che non lo abbandona un solo istante. La prognosi sulla vita rimane ancora riservata.




Dopo l'assoluzione, parla Ugo Rossi: "Siracusa non mi è stata vicina. Ma da lì mi hanno cacciato e lì devo tornare"

“Questa vicenda è ancora lunga da raccontare”. Esordisce così l’ex procuratore capo di Siracusa, Ugo Rossi. Accetta di buon grado l’invito di Fm Italia e SiracusaOggi.it e commenta la recente sentenza del Tribunale di Messina con cui è stato assolto nella vicenda dei cosiddetti veleni in Procura. Ma prima di dare voce alla sua soddisfazione, spiega subito che “ci saranno sviluppi lunghi”. Primo sassolino tolto dalla scarpa.
“Ho dimostrato in maniera inconfutabile che io sono una persona senza ombre nella sua attività di magistrato. Ho sempre operato con il massimo delle garanzie e della trasparenza. Questo emerge dalla sentenza di assoluzione con la formula più ampia. Ed è l’aspetto positivo di questa vicenda”. Quanto al resto, Ugo Rossi – trasferito ad Enna con funzioni da sostituto – ha le idee chiare. “In altre sedi avrò le giuste soddisfazioni”. Quali che siano è facile capirlo seguendo il suo racconto. “Ho subito una vera persecuzione da parte degli organi istituzionali,a cominciare dal ministro (Cancellieri, ndr) con provvedimenti che sono sconosciuti al Csm. Un capo di un ufficio può essere trasferito  ma mai a fare il sostituto ad Enna. Pensate che sono stato trasferito con un fax nel giro di 5 giorni”. Senza entrare troppo nel dettaglio, Rossi è convinto che vi siano state “una serie di condotte che denotano la volontà di distruggermi. Per quali motivi? Saranno presto chiari”, si limita a far sapere.
Di certo c’è che non finisce qui. Anzi, Ugo Rossi è pronto a passare all’attacco. “Le amarezza che mi sono state riservate richiedono riparazione. Ci vorranno mesi, forse un anno. Ma questa strada la percorrerò interamente compiendo tutti i passi legali per la piena soddisfazione che merito”. Compreso anche il ritorno a capo della Procura di Siracusa. “Tornerei, certamente. Rifiuterei  la presidenza della prima corte di Cassazione per tornare. Ma non per un amore particolare verso una città che non mi è stata mai vicina in questa vicenda. Da lì sono stato cacciato e lì devo tornare”.




Aggiornamento: gravi ma stabili le condizioni del bimbo siracusano caduto dal balcone. Preoccupa un polmone

Assistito dai medici del’equipe di terapia intensiva pediatrica dell policlinico di Messina e dai due genitori, il piccolo caduto ieri dal balcone della sua abitazione ha trascorso una giornata tranquilla. La prognosi sulla vita resta riservata, rimane mantenuto in coma farmacologico indotto, intubato e ventilato. Le condizioni neurologiche non desterebbero particolari preoccupazioni e sono state controllate operando delle finestre di risveglio a cui il piccolo paziente avrebbe risposto positivamente. Ma oltre ad un forte trauma cranico, il bimbo ha riportato una forte contusione al petto. E delicata è proprio la situazione polmonare. All’arrivo all’ospedale di Siracusa, nelle fasi di primo soccorso, si è subito effettuato un drenaggio. Adesso, a Messina, si segue l’evolversi della situazione con il controllo della dottoressa Eloisa Gitto che guida l’unità. E’ ancora presto per ipotizzare di stubare il bimbo, la cautela dello staf medico del policlinico peloritano è massima.




Veleni in Procura: quattro assoluzioni e due sentenze di non luogo a procedere

Nessun colpevole. Quattro assoluzioni e due sentenze di non luogo a procedere per chiudere il caso dei cosiddetti veleni in Procura. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Messina, Monica Marino, ha assolto Maurizio Musco, ex pm a Siracusa  trasferito a Palermo su decisione del Csm; Ugo Rossi, ex procuratore capo aretuseo e oggi pm a Enna, anche lui trasferito proprio per il suo coinvolgimento nell’inchiesta; Roberto Campisi, ex procuratore a Siracusa e oggi aggiunto a Catania; l’ispettore di polizia, Giancarlo Chiara. Avevano tutti deciso di esse processati con il rito abbreviato. Non luogo a procedere per l’avvocato Piero Amara e per l’imprenditore Alessandro Ferraro.
Gli imputati erano accusati, a vario titolo, di abuso di ufficio. Il pubblico ministero, al termine delle requisitoria, aveva chiesto condanne da quattordici a quattro mesi.




Siracusa. Autostrada fino a Gela, ritardi su ritardi. I 19 km per Modica pronti solo nel 2018

Capire quando sarà completata la Siracusa-Gela in tutti i suoi 130,80 chilometri è operazione che sfida ogni potere divinatorio. Ad oggi, la cosiddetta autostrada è attiva fino a Rosolini, in totale 40 km realizzati in diversi lustri. Tra magagne varie ed immancabili, non ultima quella relativa al casello di Cassibile ed al suo gemello in costruzione.E poi, in ordine sparso, l’asfalto, i ritardi, il blocco dei lavori, le inchieste. Insomma, per concorrere alla carica di eterna incompiuta ha le carte in regola.
Sono in ritardo anche i lavori per la costruzione dei lotti 6+7 e 8 quelli che da Rosolini “allungheranno” la lingua d’asfalto fino a Modica. In totale 19 km. Ultima previsione per il completamento di questa tratta: maggio 2018. A cui è possibile aggiungere l’ineffabile chiosa del “se tutto va bene”.
Secondo l’ultimo cronoprogramma stilato dal Consorzio Autostrade Siciliane, i lavori saranno consegnati alla ditta che se li è aggiudicati il 24 marzo di quest’anno. Ovviamente in ritardo. Perchè in ritardo si sarebbe mossa anche la Commissione di gara. Sempre secondo la nuova tabella di marcia, il lotto 6 insieme a qualche opera dei successivi – vale a dire il viadotto Scardina – sarà completato entro il dicembre del 2015. Opere ultimate a febbraio 2018, male che va maggio. E si arriva a Modica. Da Modica a Gela mancano altri 80 chilometri. E, con questa media (6 km all’anno), qualche decennio.
Visto il ritardo accumulato – che peraltro aveva messo a rischio anche  il finanziamento europeo – la Regione ha deciso di procedere con un unico appalto per assicurare subito la copertura finanziaria con risorse comunitarie, del piano di salvaguardia e del Cas. Lo ha spiegato al parlamentare regionale siracusano, Enzo Vinciullo, l’assessore alle infrastrutture Cartabellotta. L’esponente di Ncd ha pungolato la Regione sui ritardi accumulati. Al punto che lo stesso Cartabellotta ha dovuto ammettere che “i tempi di attuazione si sono dilatati in maniera consistente, tali da non potere assicurare la funzionalità dei lotti 6+7 e 8 nei tempi inizialmente previsti”. Una presa d’atto, braccia allargate e portate pazienza. In fondo, Siracusa – vista da Palermo – è così distante… Specie se i collegamenti autostradali continuano ad essere miraggi.




Priolo. Sit-in dei socialisti in piazza Quattro Canti, Signorelli: "Subito la bonifica del Vallone Monachella, inquinato dal catrame"

L’area è stata posta sotto sequestro la scorsa estate, dopo il rinvenimento di una vecchia conduttura dismessa di prodotti bituminosi, impregnata di una sostanza nera e catramosa. Sono trascorsi oltre sei mesi, ma nessuno ha provveduto a bonificare il Vallone Monachella, distante non più di 50 metri da un pozzo dell’acquedotto municipale di Priolo. E’ questa la ragione per cui questa mattina, fino alle 13, i Socialisti di Priolo, supportati dalla federazione provinciale Psi di Siracusa, protestano in piazza Quattro Canti. Un sit-in con cui i socialisti priolesi chiedono un intervento immediato e risolutivo. Hanno avviato una petizione, “da inoltrare alle autorità competenti- spiega il segretario, Ulisse Signorelli – perché si bonifichino immediatamente le condutture dismesse, il suolo ed il sottosuolo, anche a salvaguardia del vicino pozzo”. Il sit- in di oggi è stato preceduto da diverse denunce sui giornali e sui social network. “Non è, però, purtroppo accaduto nulla- conclude Signorelli- ed il liquido che fuoriesce, si ritrova ad oltre un centinaio di metri dalla tubatura, continuando nella sua marcia inquinante”.




Omicidio colposo plurimo: che condanna rischia Restuccia, l'uomo alla guida della Ypsilon grigia

Abbiamo chiesto all’avvocato Michele Mauceri perchè all’uomo alla guida dell’auto travolta dal torrente è stato contestato l’omicidio colposo plurimo. “Gli inquirenti hanno evidentemente riscontrato nella condotta del guidatore delle irresponsabilità tali da risultare determinanti nel rapporto di causa/effetto. La prima, la più evidente, è la constatazione che dentro l’auto vi fossero sette persone. Un numero spropositato per quel tipo di vettura, specie perchè a tre porte. Immagino che il magistrato abbia subito valutato che quattro persone sedute dietro equivalga a limitare, se non annullare, le possibilità di movimento dentro l’auto”. Chi era seduto dietro si sarebbe, insomma, ritrovato in trappola una volta travolti dall’onda di piena. “Non credo – prosegue l’avvocato Mauceri – che il magistrato abbia tenuto in considerazione nella formulazione dell’accusa l’eccessivo rischio costituito dalla decisione di procedere comunque. Immagino, piuttosto, pesi di più sull’accusa il carico eccessivo che ha reso la macchina meno agile in manovra, aumentando la superficie esposta alle acque. Un altro fattore che, dovrà essere provato, potrebbe aver trasformato l’auto in una bara”. Per Antonino Restuccia, il 32enne che era alla guida dell’auto, si sono aperte ieri le porte del carcere. “E il processo potrebbe concludersi con una condanna non inferiore a tre anni”, ci spiega Michele Mauceri. “Nel caso di un patteggiamento, probabile che si arrivi a due anni e sei mesi. Meno, non credo proprio. “.