Manovra e crediti d’imposta, allarme di Cna ed Ance: “grave stop alla compensazione”

Il divieto per le imprese di compensare i debiti previdenziali e assicurati (Inps/Inail) con i crediti fiscali maturati, rischia di mettere in ginocchio il comparto edile. A lanciare l’allarme sono CNA Siracusa e ANCE Siracusa. La misura del Governo in Legge di Bilancio viene ritenuta “inaccettabile e profondamente ingiusta”.
Come spiegano Cna ed Ance Siracusa, “negli ultimi anni le imprese hanno già dovuto affrontare continui e repentini cambi normativi sulla cedibilità dei bonus edilizi, generando incertezza, bloccando investimenti, congelando liquidità e portando molte realtà sull’orlo della chiusura. Nonostante ciò, con grandi sacrifici, il settore è riuscito a rialzarsi. E invece di sostenere chi crea lavoro, investe e genera valore sul territorio, si sceglie ancora una volta di introdurre burocrazia, rigidità e nuovi ostacoli finanziari, ignorando le ripetute sollecitazioni delle organizzazioni datoriali”.
La compensazione dei crediti, spiegano le due associazioni, è uno strumento vitale per le imprese edili. “Agire, oltretutto, in modo retroattivo significa compromettere la pianificazione finanziaria di aziende che, con fatica, sono uscite da uno dei periodi più complessi sotto il profilo economico. Eliminare questa possibilità equivale a creare un’ulteriore stretta creditizia in un comparto già provato”.
Per Ance e Cna, non è la richiesta di un privilegio ma la certezza di regole stabili, strumenti efficaci e rispetto per chi lavora e investe ogni giorno nel futuro delle comunità. Per questo le due associazioni esprimono ferma contrarietà a questa misura. CNA Costruzioni Siracusa e ANCE Siracusa, a tutti i livelli, sono già impegnate per fermare questa decisione, chiedendo l’apertura immediata di un tavolo di confronto.




“Siracusa 1943, sbarco in Sicilia”: viaggio esperienziale nella memoria alla Pirrera di Melilli

La Pirrera di Melilli si prepara ad accogliere il pubblico per un nuovo evento che intreccia storia, memoria e riflessione: “Siracusa 1943 alla Pirrera: lo sbarco in Sicilia e la storia di Max Corvo”, in programma domenica 23 novembre.
L’iniziativa, organizzata dalla Fondazione Museo Pino Valenti da Melilli in collaborazione con la Cooperativa Klimax, propone un percorso immersivo tra i cunicoli e le volte della cava, in un’esperienza che mescola narrazione storica, teatro e rievocazione. Due le sessioni previste, alle 15.30 e alle 17.45, per consentire ai visitatori di vivere un viaggio sensoriale nel cuore della Seconda guerra mondiale.
A guidare il progetto è Daniele Valvo, facilitatore mindfulness e regista d’esperienze, con il contributo scenico dell’Associazione teatrale CIT (Cinema–Teatro–Intrattenimento), che arricchirà il percorso con installazioni e performance dal vivo. La rievocazione storica sarà curata dal Gruppo HUSKY 1943, che riporterà in vita le atmosfere del tempo attraverso uniformi, oggetti e documenti originali.
Cuore del racconto è la figura di Max Corvo, ufficiale italoamericano dell’OSS originario del territorio melillese, protagonista silenzioso della pianificazione dello sbarco alleato in Sicilia. L’evento si concluderà con una riflessione sull’Armistizio di Cassibile e sulle sue implicazioni storiche e morali, in un invito a trasformare la memoria della guerra in cultura di pace.
L’esperienza è aperta a tutti, anche alle famiglie, purché in grado di muoversi su terreno leggermente sconnesso. Richiesta prenotazione obbligatoria.




Controlli a tappeto a Portopalo, in azione agenti della questura e del commissariato di Pachino

Una risposta alla richiesta di potenziamento dei controlli del territorio a Portopalo lanciata dall’amministrazione comunale nei giorni scorsi,a  seguito di una serie di episodi che hanno allarmato la cittadinanza, a partire dai furti in abitazione. La polizia, come disposto dal questore Roberto Pellicone, ha eseguito nella zona sud della provincia di Siracusa controlli mirati. Agenti della questura, con i colleghi del commissariato di Pachino hanno passato al setaccio la zona come azione di contrasto all’illegalità. Identificate 25 persone, controllati 16 veicoli ed elevata 1 sanzione amministrativa per violazione al Codice della Strada. Denunciato, inoltre, un uomo di 28 anni, destinatario della misura limitativa della libertà personale della libertà vigilata, con obbligo di dimora nel comune di Acireale. L’uomo è stato rintracciato dai poliziotti mentre dormiva all’interno della propria auto.I controlli degli agenti, che si sono avvalsi di personale tecnico specializzato, si sono concentrati anche nella zona delle case popolari, dove 2 persone sono state denunciate per il reato di furto di energia elettrica poiché allacciati abusivamente alla rete pubblica.A seguito di ulteriori verifiche, 7 persone sono state denunciate per occupazione abusiva degli appartamenti di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Siracusa.




Il ruolo di Cuffaro, l’appalto dei servizi di pulizia all’Asp di Siracusa: cosa c’è nelle carte dell’inchiesta

Secondo la Procura di Palermo, i 18 indagati nella nuova inchiesta sulla sanità siciliana avrebbero dato vita ad un vero e proprio “comitato d’affari occulto”. Un gruppo – secondo l’accusa – capace di influenzare le scelte della Regione siciliana. Al vertice vi sarebbe l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, la cui lunga esperienza politica gli avrebbe consentito di esercitare un’influenza determinante. È quanto emerge tra le pagine dell’atto stilato dal giudice per le indagini preliminari Carmen Salustro che ha convocato i 18 indagati, inclusi i 5 dirigenti dell’Asp di Siracusa, per gli interrogatori fissati l’11, il 13 e il 14 novembre. Oggi l’atto è stato notificato. In contemporanea, sono stati svolti accertamenti e perquisizioni che hanno interessato la sede della direzione dell’Azienda siracusana, in corso Gelone e l’ospedale Umberto I.
L’accusa di associazione a delinquere coinvolge, oltre a Cuffaro, il suo ex segretario particolare Vito Raso, il deputato regionale democristiano Carmelo Pace e il faccendiere Antonio Abbonato.
Secondo quanto riportato negli atti, il gruppo avrebbe agito “con l’obiettivo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione”, tra cui episodi di corruzione e turbativa d’asta.
L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e condotta dai carabinieri del Ros, ipotizza che Cuffaro abbia esercitato un ruolo di pressione “nelle nomine di dirigenti e funzionari regionali”, oltre che in enti strategici nei settori della sanità, degli appalti e delle opere pubbliche.
Al centro delle verifiche figurano l’appalto per i servizi di pulizia dell’Asp di Siracusa, il concorso per 15 operatori socio-sanitari all’ospedale Villa Sofia di Palermo e alcune gare del Consorzio di Bonifica della Sicilia occidentale, ente che fa capo alla Regione.
Se i nomi principali attorno a cui ruota l’inchiesta sono quelli di Totò Cuffaro e Saverio Romano, nel territorio aretuseo non passano inosservati quelli del dg Alessandro Caltagirone, del direttore sanitario dell’Umberto I Paolo Bordonaro, del direttore amministrativo dell’ospedale riunito Avola-Noto Paolo Emilio Russo, del bed manager aziendale Vito Fazzino e della dirigente amministrativa del provveditorato Giuseppa Di Mauro. Anche loro compariranno nei prossimi giorni davanti al gip che dovrà decidere sulla richiesta di domiciliari.




Bufera giudiziaria sull’Asp di Siracusa. Indagati 5 dirigenti nell’inchiesta della Procura di Palermo

E’ un vero terremoto giudiziario quello che ha colpito l’Asp di Siracusa. Nell’indagine della Procura di Palermo su presunti appalti truccati ed ipotesi di corruzione, dei 18 indagati per i quali è stato richiesto l’arresto, 5 sono dirigenti e funzionari dell’Azienda siracusana. Se i nomi principali attorno a cui ruota l’inchiesta sono quelli di Totò Cuffaro e Saverio Romano, nel territorio aretuseo non passano inosservati quelli del dg Alessandro Caltagirone, del direttore sanitario dell’Umberto I Paolo Bordonaro, del direttore amministrativo dell’ospedale riunito Avola-Noto Paolo Emilio Russo, del bed manager aziendale Vito Fazzino e della dirigente amministrativa del provveditorato Giuseppa Di Mauro.
I giudici palermitani hanno accesso le loro attenzioni su alcuni presunti appalti truccati nella sanità. In totale, secondo quanto si apprende, sono 18 gli indagati nell’ambito di un’inchiesta nata nel 2023 e relativa ad appalti nella sanità che – secondo la Procura – sarebbero stati in qualche misura “pilotati”.
Tutti i 18 indagati – per i quali è stato richiesto l’arresto – nei prossimi giorni compariranno davanti al gip, per gli interrogatori di garanzia. Le accuse principali sono associazione a delinquere, turbativa d’asta e corruzione. Secondo gli inquirenti, l’obiettivo del gruppo sarebbe stato quello di orientare bandi e affidamenti pubblici verso imprese “amiche”, garantendo ritorni economici e politici. In corso perquisizioni e acquisizioni documentali su bandi e gare d’appalto regionali.




Appalti truccati, chiesto l’arresto di Cuffaro e Romano. Tra gli indagati anche Caltagirone, dg Asp di Siracusa

La Procura di Palermo ha chiesto l’arresto di Totò Cuffaro (Dc) e per Saverio Romano (Noi Moderati). I giudici palermitani hanno accesso le loro attenzioni su alcuni presunti appalti truccati nella sanità, contestando a vario titolo anche l’ipotesi di corruzione. In totale, secondo quanto si apprende, sono 18 gli indagati nell’ambito di un’inchiesta nata nel 2023 e relativa ad appalti nella sanità che – secondo la Procura – sarebbero stati in qualche misura “pilotati”. Tra i 18 figura anche l’attuale dg dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone che – prima dell’Azienda aretusea – era alla guida di quella di Caltanisetta.
Gli altri nomi sono quelli di Vito Raso, del deputato regionale Carmelo Pace (Dc), Roberto Colletti (ex manager di Villa Sofia), Antonio Abbonato, Ferdinando Aiello. Paolo Bordonaro, Alessandro Mario Caltagirone, Marco Dammone, Giuseppa Di Mauro, Vito Fazzino, Antonio Iacono, Mauro Marchese, Sergio Mazzola, Paolo Emilio Russo, Giovani Tomasino e Alessandro Vetro. Hanno tutti ricevuto la notifica della richiesta di arresto. Nei prossimi giorni, davanti al gip gli interrogatori.
Intanto, Saverio Romano si dichiara estraneo ai fatti contestati. In un videomessaggio spiega che si tratta di “una vicenda di cui non so nulla. Il danno è fatto, anche quando avrò dimostrato mia totale estraneità. Nessun mio coinvolgimento. Vicenda surreale da processo mediatico”.




Inchiesta sull’Asp di Siracusa, le reazioni. M5S e Pd: “Quadro che allarma, Schifani si dimetta”

Con una nota battuta ad ora di pranzo, la Presidenza della Regione commenta le notizie sull’inchiesta della Procura di Palermo che su presunti appalti pilotati nella sanità siciliana. “La Presidenza della Regione segue con la massima attenzione e con il massimo rigore gli sviluppi dell’inchiesta odierna della Procura di Palermo con riferimento all’Asp di Siracusa, riservandosi di adottare i provvedimenti di competenza all’esito della pronuncia del Gip”, recita il breve testo inviato alle redazioni.
Saverio Romano, coordinatore nazionale di Noi Moderati tra i 18 indagati per i quali la Procura ha chiesto l’arresto, ha definito la vicenda un surreale processo mediatico e si è detto certo di dimostrare la sua estraneità alle contestazioni.
“La richiesta di arresto per Totò Cuffaro, con altri nomi eccellenti della politica nazionale e regionale, è l’ennesimo episodio che investe la sanità siciliana. C’è un sistema di malaffare e clientelismo che questo governo, guidato da Renato Schifani e di cui Cuffaro è uno dei suoi maggiori consiglieri politici, non è riuscito a spezzare e che noi denunciamo da troppo tempo: quello attuale è un modello di gestione opaco, che sfiora il criminogeno, con manifeste storture e dove spesso prevalgono interessi illeciti”. Lo dichiara il segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo a proposito dell’inchiesta della procura di Palermo.
Posizione simile è quella espressa dal parlamentare Filippo Scerra e dal deputato regionale Carlo Gilistro, entrambi del Movimento 5 Stelle e siracusani. “Ancora un durissimo colpo per la credibilità del governo Schifani e della sanità siciliana, per come intesa dal centrodestra. Siamo preoccupati da queste presunte ingerenze esterne che, se confermate in giudizio, restituirebbero un quadro di interessi terzi e per nulla in linea con le necessità di pazienti e degenti, in particolare in provincia di Siracusa. La presenza di 5 dirigenti dell’Azienda Sanitaria Provinciale aretusea tra i 18 indagati per i quali la Procura di Palermo ha richiesto l’arresto, e tra questi lo stesso direttore generale, allarma e inquieta. Siamo lontani da questo modo di intendere e gestire l’interesse della cosa pubblica e ne prendiamo con forza le distanze, auspicando si faccia piena luce”.
Dura la censura politica di Scerra e Gilistro. “Si moltiplicano le indagini che coinvolgono esponenti del governo Schifani e i rappresentanti di partiti su cui si poggia la maggioranza di centrodestra. Crediamo, pertanto, che sia arrivato il momento per il presidente della Regione di liberare la Sicilia, regione per la quale non ha prodotto risultati apprezzabili dai cittadini e che anzi sembra avere affossato definitivamente la Sanità, dopo avere litigato lungamente e sotto la luce del sole per la spartizione delle poltrone che contano. Siamo ben consapevoli – concludono i due pentastellati – che non siamo in presenza di una sentenza di condanna. Iniziano, però, a diventare troppe le ombre attorno a settori ed azioni chiave del governo regionale, sempre più lontano da bisogni e necessità dei siciliani”.
Per il segretario provinciale del Pd, Gerratana, “la richiesta di arresti legata ad appalti nella Asp Siracusa, con il coinvolgimento di personalità politiche di spicco e di responsabili amministrativi ai vari livelli, desta profondo allarme su ipotesi di malaffare all’ombra della salute dei cittadini siciliani e siracusani. Ciò impone massima chiarezza politica a tutela dei cittadini, nel rispetto dell’azione autonoma e indipendente della magistratura e delle garanzie previste a tutela degli indagati. Proprio in un comparto in sofferenza, come quello della sanità e della salute dei cittadini, occorre sgombrare subito il campo da sospetti che possano gettare ombre sulla gestione della sanità siracusana e assumere decisioni politiche chiare, indipendentemente dagli sviluppi giudiziari che la vicenda assumerà. Il Presidente Schifani si adoperi subito per assumere le necessarie iniziative al riguardo”.
“La richiesta di arresti domiciliari per Totò Cuffaro, Saverio Romano e altri sedici tra politici, funzionari e imprenditori, nell’ambito di un’inchiesta su corruzione e appalti truccati nella sanità, rappresenta l’ennesimo schiaffo alla credibilità delle istituzioni siciliane e alla fiducia dei cittadini nella politica. Ancora una volta, emerge l’ipotesi di un sistema di potere che intreccia politica e interessi privati, che considera la cosa pubblica come terreno di scambio e di favori. È un copione che la Sicilia conosce bene e che ha già pagato a caro prezzo, in termini di sviluppo, di servizi e di dignità. Chi ha già compromesso la credibilità della politica non può pensare di tornare a gestire affari pubblici. La Sicilia non ha bisogno di chi usa la politica come strumento di controllo, ma di chi la vive come servizio e responsabilità. Se queste accuse dovessero essere confermate, sarebbe un segnale inequivocabile della necessità di una svolta radicale: la politica deve restare fuori dalla sanità e la sanità deve essere liberata dalle mani di chi l’ha trasformata in un sistema di potere. La Sicilia ha bisogno di trasparenza, di etica, di competenza. Non di vecchie logiche, non di chi pensa che tutto si possa barattare. È tempo di restituire alla nostra terra una politica pulita, autonoma e capace di guardare solo all’interesse dei cittadini”. Lo ha detto il deputato palermitano M5S Davide Aiello in un intervento di fine seduta alla Camera.
Per il deputato regionale siracusano Tiziano Spada (PD) “Confidiamo, come sempre, nel lavoro della Magistratura e sul ruolo che ricopre. Sfidare apertamente chi sta portando avanti le indagini non è segno di rispetto sia verso le istituzioni sia nei confronti di chi ricopre cariche pubbliche. È giusto che ognuno definisca la propria posizione nelle sedi opportune e si prenda le proprie responsabilità, anche dal punto di vista politico”, dice prima di definirsi “preoccupato per le indiscrezioni che chiamano in causa l’Asp di Siracusa”.
A proposito dell’azione politica del Governo Regionale, Spada aggiunge: “Il presidente Schifani prenda atto che,
ogni giorno che passa, la sua esperienza di Governo conferma di essere fallimentare dal punto di vista della gestione della cosa pubblica. Duole sottolineare, purtroppo, che sempre più spesso alle domande che gli pervengono dai siciliani il presidente finisce per rispondere solamente con il silenzio”.
Il senatore Antonio Nicita (Pd) parla di “altro scandalo sulla politica siciliana. Ancora ipotesi di politiche clientelari e affaristiche per consenso elettorale. Se dovesse essere confermato quanto si legge sui giornali, la sanità a Siracusa sarebbe stata al servizio di interessi illeciti e non dei cittadini”, afferma. “Al di là degli sviluppi giudiziari, c’è oggi un tema di rispetto e garanzia delle istituzioni che non ammettono sospetti. Schifani agisca subito o ne tragga le conseguenze”, conclude.




Assalto al depuratore Canalicchio: rubano cavi e danneggiano impianto, reflui nel Grimaldi

Ignoti nella notte hanno preso di mira la centrale di contrada Fusco, dove confluiscono tutti i reflui di Siracusa oltre che di Floridia e Solarino. Un tentativo di furto con grave danneggiamento dei quadri elettrici di comando. I malviventi, nel tentativo di rubare i cavi elettrici, hanno infatti manomesso l’intero impianto e praticato significativi tagli ai cavi di alimentazione delle pompe di sollevamento dirette al depuratore biologico di Contrada Canalicchio.
Il tempestivo intervento del personale reperibile di turno, che ha ricevuto il segnale di allarme, ha consentito di evitare che il danno, già di per sé grave, assumesse dimensioni preoccupanti.
“Il danneggiamento subito ha causato lo sversamento dei reflui in ingresso direttamente nel canale Grimaldi. Le squadre di pronto intervento hanno immediatamente attivato le operazioni di riparazione e ripristino dell’impianto, rimettendo già in funzione una parte delle pompe e ripristinando il sollevamento dell’intera portata complessiva, fermando lo sversamento dei reflui nel canale Grimaldi. Questo dovrebbe consentire, nel pomeriggio, di riportare la situazione dell’impianto al suo stato originario”, spiega una nota di Siam.
Sull’episodio è stata presentata formale denuncia e, attualmente, è in corso un sopralluogo da parte di personale della Polizia di Stato, volto ad effettuare ulteriori e approfonditi accertamenti, anche nelle aree limitrofe all’impianto.
“Quello di stanotte è un gravissimo episodio, ma solo l’ultimo di tanti, troppi episodi di danneggiamento, vandalismo, furto che si sono verificati in questi anni ai danni degli impianti, così come delle nostre casette dell’acqua. Siamo stanchi di dover fare i conti con questi continui atti di inciviltà e invitiamo pertanto la cittadinanza a segnalare e denunciare eventuali azioni criminose o comportamenti sospetti. Perché il bene di una comunità si difende collettivamente”, l’invito di Siam.




Incidente mortale in autostrada, perde la vita conducente di un camion

Ancora sangue sulle strade. Il conducente di un camion per il trasporto di merci è deceduto in seguito ad un incidente avvenuto sull’autostrada Siracusa-Modica, nel tratto tra Modica ed Ispica, in direzione di Siracusa. L’uomo aveva 33 anni. Non risultano coinvolti altri mezzi. Sul posto, la Polizia Stradale di Noto ed il 118 insieme agli operatori del Consorzio Autostrade Siciliane.
Per consentire le operazioni di rilievo e messa in sicurezza del tratto in cui è avvenuto il sinistro mortale, disposta l’uscita obbligatoria a Modica, per chi procede in direzione Siracusa.




Metalmeccanici, si rompe il fronte comune? Fim e Uilm contro la Fiom: “Uscita inopportuna”

Le segreterie territoriali di FIM-CISL e UILM-UIL di Siracusa non nascondono il loro “profondo disappunto” dopo la presa di posizione della FIOM-CGIL che definiscono “unilaterale e inopportuna” in un momento tanto delicato per il futuro industriale e occupazionale del territorio.
“In questa fase – sottolineano Fim e Uilm – è indispensabile mantenere un fronte compatto, evitando fughe in avanti che rischiano di compromettere il percorso unitario avviato con grande fatica tra le tre organizzazioni sindacali, insieme a Confindustria Siracusa e Federmeccanica”. Le due sigle ricordano che lo scorso 20 ottobre si era tenuto un tavolo di confronto tra tutte le parti coinvolte, in attesa di riscontro da parte delle associazioni datoriali. Negli ultimi mesi, infatti, Fim, Fiom e Uilm avevano condiviso la necessità di un’azione comune per chiedere con forza l’apertura di un tavolo di crisi nazionale, con il coinvolgimento di Governo, Regione e rappresentanze imprenditoriali. Un percorso che, spiegano, aveva cominciato a produrre primi segnali di attenzione da parte delle istituzioni, rafforzando la credibilità del sindacato e la fiducia dei lavoratori.
“Proprio per questo – aggiungono Fim e Uilm – riteniamo grave ogni comunicazione o iniziativa che possa indebolire questa unità, alimentando divisioni e incertezze. La crisi del petrolchimico non può essere gestita con logiche di bandiera, ma con responsabilità, visione e spirito di squadra”.
Le due sigle ribadiscono infine il proprio impegno “per la difesa dell’occupazione, la tutela ambientale e la riconversione sostenibile del polo industriale di Siracusa”, auspicando che tutte le organizzazioni sindacali tornino a un confronto serio e condiviso, nell’interesse esclusivo dei lavoratori e del territorio.