Sezione Chimica, Petrolio, Energia di Confindustria: Luigi Cappellani è il nuovo presidente

È stato eletto oggi il nuovo consiglio di presidenza della sezione Chimica, Petrolio ed Energia di Confindustria Siracusa. I rappresentanti delle aziende della sezione hanno eletto all’unanimità presidente Luigi Cappellani di Isab Srl.
Il consiglio di presidenza che collaborerà con il presidente è composto da Giancarlo Bellina (B2G Sicily Srl), Davide Di Mauro (Air Liquide Italia Produzione Srl), Antonino Governanti (ENI Versalis SpA), Gaetano Petralito (Priolo Servizi Scarl), Pietro Ruta (Sasol Italy SpA) e Valentina Scaramuzza (Sonatrach Raffineria Italiana Srl).
Il presidente Cappellani, dopo aver ringraziato i delegati per la fiducia dimostrata, ha dichiarato: “Essere eletti Presidente della Sezione dei Chimici di Confindustria Siracusa non è solo un titolo. E’ una chiamata all’azione e una grande responsabilità per un settore che è, e deve continuare ad essere, uno dei pilastri dell’economia provinciale”.




Salmonella, no allarmismi sul pomodoro Igp. La politica a difesa del prodotto siciliano

L’allarme lanciato dall’Europa su un presunto allarme salmonella legato al pomodoro siciliano continua a far discutere. Le notizie di contaminazioni sono state smentite dall’assessore regionale all’agricoltura Luca Sammartino e dal presidente del Consorzio di tutela del pomodoro Igp Pachino, Sebastiano Fortunato. Anche il parlamentare Luca Cannata (FdI) si schiera a difesa dell’eccellenza dell’agricoltura nostrana. “Il pomodoro di Pachino IGP è un patrimonio della nostra terra, della nostra economia e dell’intero Made in Italy agroalimentare. In questi giorni leggiamo notizie che collegano i pomodorini siciliani ai casi di Salmonella in Europa. È doveroso mantenere la massima attenzione sanitaria, come sta già facendo il Ministro della Salute, ma senza alimentare allarmismi che rischiano di danneggiare un comparto importante. Le parole del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sono chiare: i casi rilevati in Europa rappresentano una percentuale del tutto irrisoria rispetto ai milioni di consumatori, e i controlli sanitari proseguono con la massima serietà”. Cannata condivide e ribadisce anche quanto dichiarato dal presidente del Consorzio, Sebastiano Fortunato: dai produttori del Pachino IGP non è arrivata alcuna segnalazione di problemi. “Chi coltiva questo prodotto lo porta ogni giorno sulle proprie tavole con orgoglio e piena fiducia nella qualità di ciò che produce. Non possiamo ignorare che l’agroalimentare italiano sia spesso bersaglio di concorrenza proveniente da Paesi extra-UE con standard molto meno rigorosi dei nostri, che tenta di indebolire la nostra eccellenza sui mercati. Per questo continueremo a difendere concretamente il Pachino IGP e il Made in Italy: controlli rigorosi a tutela della quella , informazione corretta, lotta alla concorrenza sleale e pieno sostegno ai nostri agricoltori. Il territorio di Pachino e l’intera filiera dell’IGP sappiano che il nostro Governo con il Ministro Lollobrigida come già dimostrato in questi anni è e sarà al loro fianco. Con determinazione continueremo a tutelare un prodotto che tutto il mondo ci invidia”.
Anche il deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso, invita ad evitare allarmismo. “Di fronte al rapporto europeo sulla salmonella, la nostra posizione è chiara: massima attenzione ai dati europei che non vanno sottovalutati, ma anche fermezza nel respingere allarmismi affrettati che rischiano di danneggiare una delle nostre eccellenze agroalimentari, fonte di orgoglio e di economia sana. Prendiamo atto del rapporto, ma non possiamo accettare che si crei un nesso automatico, assolutamente discutibile con i nostri prodotti senza un esame approfondito”, spiega il deputato forzista. “Sono evidenti alcune anomalie che gettano un’ombra di dubbio sulla ricostruzione”, aggiunge. “La prima è la gran parte dei casi è concentrata in un solo paese, l’Austria. Questo solleva seri interrogativi su dove sia realmente originato il problema, se nei nostri campi o piuttosto in fasi successive della filiera fuori dai nostri confini. La seconda anomalia è ancora più lampante. Se ci fosse un’emergenza legata al consumo di pomodoro crudo, la Sicilia sarebbe il primo focolaio. Eppure, qui da noi, dove il pomodoro si mangia fresco ogni giorno, non si registra alcun picco anomalo di casi di salmonella. Questo semplice dato di fatto parla da solo e non può essere ignorato”. Da qui la richiesta rivolta ai governi nazionale e regionale “di attivarsi subito su due fronti, ciascuno per quanto è di sua competenza. Primo: potenziare immediatamente i controlli sull’intera filiera, dalla raccolta alla grande distribuzione, con un focus specifico sui passaggi transfrontalieri. È lì che potrebbero nascondersi criticità che nulla hanno a che fare con la qualità intrinseca del nostro prodotto e con il lavoro dei nostri agricoltori. Secondo: è urgente che Governo nazionale e Regione Siciliana predispongano misure di prevenzione concrete. Dobbiamo aiutare gli agricoltori a garantire la qualità dell’acqua irrigua. I cambiamenti climatici, con l’alternanza di siccità e alluvioni, rendono questa risorsa più vulnerabile a contaminazioni”.




Festivo del primo novembre, igiene urbana: chiusi i Ccr, regolare il porta a porta

In occasione della giornata festiva dell’1 novembre, alcuni servizi offerti dalla Tekra saranno sospesi. La comunica la stessa società che a Siracusa gestisce l’igiene urbana.
​Resteranno inattivi i centri comunali di raccolta di Targia e Cassibile così come quello mobile per il conferimento di carta, plastica, vetro e microraee. Sospesi anche i servizi Svuotacantine ed Ecosportello.
​Resteranno attivi, invece, il Ccr per gli sfalci e le potature e la raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti.
​Non subirà modifiche il servizio porta a porta, sia per le utenze domestiche che per quella commerciali.




“Danneggiate le Mura Dionigiane, istituzioni poco attente”: la denuncia

Le Mura Dionigiane sarebbero state danneggiate. A denunciarlo è Daniele Valvo, facilitatore culturale, che si sarebbe accorto, durante il Festival del Paesaggio, organizzato domenica scorsa, che “un concio delle mura è stato divelto, molto probabilmente tramite un mezzo meccanico. Perché possa “emergere” come oggi si presenta, infatti- spiega Valvo- serve utilizzare qualcosa che non può essere di certo la sola forza di una o più persone. Quei parallelepipedi di roccia perfettamente uguali, furono all’epoca disposti uniformemente per formare la cinta muraria. Un lavoro svolto in maniera eccellente. Quello che abbiamo trovato divelto era,dunque, prima che questo accadesse, incavato nel terreno, ad almeno 40 centimetri. Impossibile sollevarlo a mano. Potrebbe essere stata una pala meccanica o magari un aratro- ipotizza Valvo- Sulla ragione alla base del gesto, le ipotesi possono essere svariate. Potrebbe trattarsi di qualcuno che pensava che sotto ci fosse una tomba o di qualcuno che ha semplicemente voluto arrecare un danno”. A questa amara scoperta si aggiungerebbe un problema noto da tempo. “Lungo le Mura Dionigiane le discariche abusive regnano sovrane- Valvo esprime tutta la sua amarezza- Ogni anno,dopo il Festival del Paesaggio, invio segnalazioni e Pec a chi di competenza, chiedendo un intervento per arginare questo fenomeno. La situazione, ambientale ed archeologica, si sta aggravando sempre più e la colpa è di tutti e di nessuno. La Soprintendenza ai Beni Culturali non può avere occhi dappertutto- riconosce l’operatore turistico – Non potrebbe di certo controllare ogni singolo concio. E’ però anche vero che i cittadini hanno il dovere di dare uno sguardo ai luoghi in cui vivono. Lì ci sono delle case, ci sono dei residenti. Avrebbero dovuto segnalare”. Intanto, domenica, le Mura Dionigiane saranno percorse da quanti parteciperanno al Gran Trekking delle Mura Dionigiana, un cammino di 20 chilometri.”È sicuramente anche un percorso trasformativo-osserva Valvo- perché fare tutto il circondario di Siracusa senza mai sentirsi in città è qualcosa di incredibile. Una sfida non solo fisica ma anche concettuale. Significa valorizzare l’intero percorso e vedere le mura, ancora lì dopo 2000 anni mentre c’è chi le distrugge, forse per via di quella base di non conoscenza che cerchiamo di colmare anche con le nostre iniziative”. L’idea è, quindi, quella di far conoscere il territorio il più possibile, soprattutto ai più giovani ma, nel frattempo, di potenziare controlli e repressione. Valvo punta anche l’indice contro le istituzioni, che sarebbero a suo dire fin troppo distratte su questo problema. “Invio decine di segnalazioni senza alcun riscontro- racconta- Forse occorrerebbe acquistare un numero ancor maggiore di telecamere di videosorveglianza. Anche il caso dell’ex Tonnara di Siracusa è scandaloso: è stata ristrutturata tre volte, con una spesa di almeno 12 milioni di euro e adesso versa nuovamente in uno stato di degrado. Anche in quell’area le discariche sono numerose e insopportabili. L’amministrazione comunale potrebbe potrebbe mostrarsi molto più interessata e operativa”.




Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, “No” secco del Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente

“Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile di Siracusa nasce con una grande promessa: ridisegnare la città dei prossimi dieci anni. Ma nella realtà si sta trasformando in uno strumento calato dall’alto, usato per giustificare scelte già prese, senza una reale consultazione dei cittadini, senza una reale pianificazione basata su dati obiettivi e idea di favorire lo sviluppo dei quartieri”.
Il Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente interviene sul Pums, sottolineando diversi aspetti motivo di critica. “Nonostante il PUMS preveda, per legge, la partecipazione attiva degli stakeholder — tra cui i comitati civici — nessuna consultazione effettiva è mai avvenuta. Il Pums parla di una indagine conoscitiva a cui hanno risposto 200 cittadini. Chi ne ha mai saputo niente? 200 cittadini sono rappresentativi della popolazione? – chiede il Comitato – I cittadini, specie delle aree più critiche al traffico e alla sosta veicolare, non sono mai stati coinvolti realmente né informati per le modifiche previste all’attuale ZTL e l’introduzione delle nuove aree ZTL, nella zona Umbertina e nella Borgata Santa Lucia. Tutto ciò è stato deciso dall’amministrazione Italia senza criteri chiari, senza analisi dei flussi veicolari rispetto ai posti auto disponibili, senza rispetto per la residenzialità di chi vive e lavora in quei posti e senza le obbligatorie consultazioni”. Il comitato prosegue con un altro passaggio. “Il Pums non prende in considerazione i criteri di priorità per il rilascio del pass di accesso alla ZTL, cosa questa essenziale per una ordinata gestione del traffico e della sosta veicolare all’interno. Ciò significa replicare i disastri di Ortigia negli altri quartieri.
Questa gestione improvvisata -tuonano i residenti – sta producendo una città più difficile da vivere, non più sostenibile. Le piste ciclopedonali vengono realizzate su strade dissestate e strette, insicure, senza attenzione alla reale conformazione orografica urbana, caratterizzata da ampie discese\salite che riducono la possibilità di utilizzare monopattino e bicicletta, e senza la necessaria continuità e capillarità, cioè totalmente inutili. Il caso di via Von Platen è emblematico: una carreggiata ristretta da cordoli di cemento che rende difficile persino il passaggio dei mezzi di soccorso nei momenti di traffico intenso, creando più disagio che beneficio”.Il problema di fondo per il Comitato sarebbe una mancanza di visione.
“Un vero PUMS – sostiene il comitato- dovrebbe immaginare la Siracusa del 2035 — con una visione policentrica dei quartieri, valorizzando gli attuali poli di attrazione e prevedendone di nuovi, quindi lavorando sui servizi connessi a favorire la mobilità e la sosta in quei luoghi. Per esempio pensare a parcheggi scambiatori dedicati, trasporti integrati e servizi pubblici distribuiti nei vari quartieri della città. Invece, il piano si limita a fotografare l’esistente e ad importare le iniziative che vuole fare l’amministrazione, ignorando o semplificando i grandi cambiamenti in arrivo, come il nuovo ospedale o il crescente flusso turistico in punti diversi dalla città.L’attuale impostazione inverte la logica corretta del “push & pull”: prima si restringe la mobilità privata, poi — forse — si penserà a nuove aree di sosta e ai servizi connessi:senza prove preliminari sul campo, senza reale monitoraggio. Questo perché l’amministrazione Italia parte dal presupposto che Siracusa è viziata da una “patologia” di eccesso di auto private, che non condividiamo, e quindi, costi quel che costi, vanno ridotte di numero sulle strade”.
Il comitato definisce “azione punitiva la continua restrizione dei posti auto in città e la soppressione di aree di sosta per costringere gli utenti a camminare in bicicletta o con il trasporto urbano. Un’azione che non tiene minimamente conto delle esigenze reali di mobilità delle famiglie”.
Il Comitato ribadisce infine che non condivide questo Piano Urbano della Mobilità Sostenibile.
“Siracusa merita un piano vero-conclude il comitato-costruito insieme ai cittadini, fondato su dati reali, visione di sviluppo urbano e coerenza territoriale. Non un documento formale usato per coprire scelte sbagliate e non condivise come quella del ponte ciclopedonale o della passerella in villetta Aretusa, che non servono a niente ma solo a deturpare e a creare disagi evitabili”.




Malamovida e ‘coprifuoco’ dell’alcol, Cna: “Non penalizzare i locali pubblici in cui si rispettano le regole”

“Un confronto specifico e strutturato sui temi della mobilità urbana e la cosiddetta malamovida, con particolare riferimento alla gestione della Ztl di Ortigia ed all’annunciata ordinanza che vieta il consumo serale di alcolici in spazi pubblici”. CNA Siracusa avanza questa richiesta all’amministrazione comunale ed esprime in questo modo la “necessità di un adeguato dialogo con le categorie produttive, di quelle attività economiche che operano nel rispetto delle regole e contribuiscono alla vivibilità e all’attrattività turistica della città”.
«La pianificazione urbana e la regolazione della vita notturna devono tenere conto delle esigenze di chi lavora e investe nel territorio – dichiara il Presidente comunale Santi Lo Tauro – CNA Siracusa chiede con spirito costruttivo che si apra un tavolo di confronto con l’Amministrazione, per condividere soluzioni equilibrate e sostenibili, che tutelino la sicurezza e il decoro urbano».
Nello specifico, la previsione di estensione degli orari della ZTL in Ortigia e l’ipotesi di nuove limitazioni richiedono una riflessione approfondita e partecipata che coinvolga le rappresentanze di interessi.
Rispetto invece l’annunciata ordinanza sul consumo di alcolici, CNA Siracusa sottolinea la necessità di evitare misure generalizzate che rischiano di colpire indiscriminatamente chi opera nel rispetto delle normative, con particolare riferimento alle attività di ristorazione con somministrazione.
«Siamo pronti a collaborare con le istituzioni per individuare strumenti efficaci di regolazione e controllo – aggiunge il Presidente comunale Santi Lo Tauro – ma è fondamentale che le decisioni siano precedute da un ascolto attivo delle realtà imprenditoriali e associative».
CNA Siracusa rinnova la propria disponibilità a contribuire con proposte concrete e chiede che il confronto venga avviato in tempi brevi, nell’interesse della città, delle imprese e della qualità della vita urbana.




Corte dei Conti ferma delibera sul Ponte sullo Stretto. “Alt a un progetto impossibile”

“La sezione centrale di controllo di legittimità su atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato della Corte dei conti non ha ammesso al visto e alla conseguente registrazione la Delibera Cipess n.41/2025 del Ponte sullo Stretto. Senza nemmeno attendere di leggere le motivazioni, il Governo, il Ministro Salvini e la maggioranza già ripropongono la tiritera dell’invasione di campo della magistratura contabile rispetto alla sovranità delle decisioni politiche”, lo dice il senatore del Pd, Antonio Nicita. “In uno Stato di diritto, chi controlla l’impiego di fondi pubblici costituisce un presidio di controllo e garanzia per tutti. Da anni chiediamo verifiche puntuali su tutto il processo decisionale che riguarda questa vicenda che impegna risorse pubbliche notevolissime. Leggeremo la decisione della Corte dei Conti quando saranno rese note le motivazioni. Nel frattempo si rispettino le istituzioni e il confronto si faccia sul merito delle questioni con trasparenza piena e verificabilità”.
Anche il parlamentare e Questore della Camera, Filippo Scerra (M5S)
“La bocciatura del ponte sullo Stretto da parte della Corte dei Conti conferma quanto ho già sostenuto in Aula: quell’opera fantasmagorica non si farà mai. Lo stop che arriva dalla magistratura contabile sancisce l’impreparazione e l’incapacità di un governo di sprovveduti, capace solo di disastri”. Secondo Scerra “i siciliani, come i calabresi, hanno bisogno di altro. Per questo torno a chiedere la restituzione delle somme sottratte ai siciliani: 1,3 miliardi di euro dai fondi destinati a sviluppo e coesione nell’isola e dirottati sull’impossibile progetto del Ponte. Con i soldi disponibili, facciamo opere vere, completiamo la Siracusa-Gela, realizziamo le infrastrutture di cui la Sicilia ha veramente bisogno. Basta con le stupidaggini”. Il parlamentare cinquestelle è già autore di un emendamento con cui aveva chiesto una revisione degli Accordi di coesione con le Regioni Sicilia e Calabria.




Lampade votive al cimitero, l’azienda chiarisce: “richieste di pagamento legittime”

In merito al caso nato attorno al servizio di lampade votive al cimitero comunale di Siracusa ed ai bollettini inviati dalla ditta che lo cura, sulla attuale vigenza della concessione riceviamo la seguente richiesta di replica da parte dell’avvocato Carmelo Zappulla che rappresenta l’azienda:
“Sappia dunque il lettore che giusta Determina Dirigenziale n. 2239 del 14.6.22 Prot. 954111 del 27/6/22, di consegna alla Concessionaria dell’impianto di illuminazione del comprensorio cimiteriale nell’area individuata come ‘Settore Y’, questa ha proceduto a sua cura e spese alla integrazione dell’impianto alla rete già attiva, determinando la attivazione della fattispecie di proroga a tempo indeterminato prevista dall’art. 106 del D.lgs. n. 50 del 18/4/2016. In virtù di tale proroga pertanto prosegue ed assicura in piena ed esclusiva legittimazione il servizio del quale è unica concessionaria”.
Per l’azienda l’intera vicenda ha “mera vocazione scandalistica” e “nessun fondamento legittimo”, risultando ogni ricostruzione poco attendibile, specie in merito alla “ipotizzata clandestinità della richiesta di pagamento di corrispettivo del servizio”.




Malamovida a Siracusa, arriva il coprifuoco dell’alcol: stop alla vendita notturna

Disturbo della quiete pubblica, abbandono di bottiglie di vetro su strade e panchine, atti vandalici e situazioni di potenziale pericolo per l’incolumità pubblica. In una parola, malamovida. Ad incentivarla? Il consumo di bevande alcoliche a qualunque ora del giorno e della notte, ormai possibile grazie ad orari estesi di vendita e distributori h24. In Sicilia aumentano le ordinanze comunali che introducono limiti agli orari di vendita di alcolici e superalcolici, nel tentativo di arginare fenomeni di aggregazione incontrollata, degrado delle aree pubbliche e potenziale pericolo per l’incolumità delle persone. Anche Siracusa sta per dotarsi di un simile provvedimento, a seguito dell’allarme sicurezza in Borgata. Gli episodi connessi ad ubriachezza molesta sono stati esaminati anche in occasione di un focus del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, in Prefettura.
Il consumo di bevande alcoliche, in particolare nelle ore notturne e specie se diventa abuso, può favorire situazioni di rischio per l’ordine pubblico e la sicurezza urbana. Da qui, la volontà di introdurre delle limitazioni.
L’ordinanza di Palazzo Vermexio è pronta e dovrebbe entrare in vigore a breve, in attesa di definire gli ultimi aspetti, anche di carattere legale. Riguarda i minimarket ed i negozi di generi vari, bar, pub, ristoranti, ambulanti, chioschi e distributori automatici di bevande. Per tutti scatterà il divieto di vendere alcolici (da asporto, senza modificare mescita o servizio al tavolo) dopo un certo orario. Per gli eserciti di vicinato, ambulanti e chioschi, vendita vietata dalle 21.30 alle 7; per bar, pub, ristoranti, dalle 23 alle 7; mentre i distributori automatici dovranno disattivare la vendita di alcoli dalle 22 alle 7.
A partire dalle 21:00, la vendita per asporto dovrà poi avvenire solo in contenitori monouso biodegradabili o compostabili. Vietata la vendita in contenitori di vetro o lattine dalle 21:00 alle 07:00. Questo per evitare, come purtroppo ormai frequente, che le bottiglie in vetro o le lattine vengano abbandonate alla Marina come in via Piave o che possano diventare pericolosi oggetti per scalmanati. Previste sanzioni da 100 a 1.000 euro, con controlli delegati alla Municipale ed alle forze dell’ordine.
Una ordinanza di questo tipo ha però un’efficacia limitata nel tempo, solitamente non oltre i 30 giorni. Motivo per cui, il Comune di Siracusa sta predisponendo anche un nuovo regolamento per disciplinare la vendita e la somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche. Il documento sarà presentato al Consiglio comunale per l’analisi e la necessaria approvazione.
In linea di massima, introduce le stesse limitazioni presenti nell’ordinanza me le rende di fatto strutturali. Incluso anche il divieto di vendita in bottiglie di vetro o lattine, dopo un certo orario. E prevedendo, per l’estate, l’entrata in vigore differita di 30 minuti delle misure stringenti.
Molta attenzione è dedicata ai distributori automatici h24. Per installarne in Ortigia, Borgata, Fontane Bianche ed Arenella (al momento è questa la perimetrazione, ma potrebbe subire variazioni) bisognerà prima chiedere anche l’autorizzazione del Comando di Polizia Municipale. Dovranno comunque essere dotati di sistema di disattivazione automatica negli orari vietati, telecamera di videosorveglianza e sistema di verifica dell’età di chi acquista, oltre ad esporre un cartello con orari di funzionamento e normativa di riferimento.
E’ chiaro che il sistema prevede deroghe ed eccezioni in occasione di feste, sagre ed eventi singoli. Di volta in volta può essere applicato, in quelle occasioni, un regime meno stringente.




Il porta a porta? A Siracusa non funziona. Idee per un nuovo modello di raccolta

A sei anni dall’avvio del servizio porta a porta su tutto il territorio comunale di Siracusa, il sistema fa i conti con tutti i suoi limiti. E parlare di fallimento non appare fuori luogo: secondo l’ultimo dato disponibile sul catasto ambiente di Ispra (anno 2023), la differenziata è al 50,32%. Dati del servizio igiene urbana del Comune di Siracusa spostano la percentuale al 53% circa. Non è stato però possibile verificare in maniera autonoma il dato. In ogni caso, si rimane lontanissimi dall’obiettivo minimo del 65% e da quella riduzione del costo del servizio che erano stati promessi nel 2019.
In particolare, con l’appalto affidato alla Tekra per sette anni (importo stimato di circa 121 milioni di euro), è stato ribadito l’impegno: “obbligo di trend di crescita graduale della raccolta differenziata”. Nel capitolato era espressamente previsto che il gestore avrebbe dovuto raggiungere la soglia del 65% nel breve termine, con penali pesanti se ciò non fosse avvenuto (una decurtazione del 50% degli oneri di smaltimento e sanzioni da 10.000 euro al mese). L’ambiziosa rivoluzione culturale che prevedeva un deciso cambio di paradigma nella gestione dei rifiuti a Siracusa, una responsabilizzazione dei cittadini al conferimento differenziato e la collegata riduzione della pressione sul sistema dei rifiuti, si è presto arenata al contatto con la realtà.
Ed oggi è giusto chiedersi se non sia il caso di studiare forti correttivi, se non addirittura cambiamenti, nel sistema di raccolta e conferimento attivo a Siracusa. L’occasione potrebbe essere fornita dal nuovo capitolato e della nuova gara di affidamento del servizio.
D’altronde, a distanza di anni dall’avvio del porta a porta, i numeri mostrano una situazione ben più fragile di quanto si era previsto.
Analizzando le condizioni locali e le criticità emerse, è possibile individuare alcune cause principali del mancato successo del porta a porta. Anzitutto, il sistema di differenziata richiede una stretta collaborazione tra cittadini (che devono conferire correttamente), gestore (che deve ritirare nei tempi e modi previsti) ed ente pubblico (che deve controllare, sanzionare e garantire le infrastrutture). Si registrano però mancanza e ritardi in tutti questi tre anelli. I cittadini autori di abbandoni indiscriminati, sacchetti lasciati ai bordi delle strade, roghi di rifiuti, zone in “autogestione”. Il gestore per il mancato raggiungimento degli obiettivi di RD e penalità previste che – secondo diverse fonti – non sarebbero applicate. Quanto al Comune, nonostante gli sforzi i controlli sono e restano insufficienti, le infrastrutture ferme e, in generale, le promesse non mantenute.
Ad esempio, da anni c’è un solo centro comunale di raccolta (CCR) operativo per tutta la città. Ed in una realtà urbana estesa come Siracusa, chiaramente, non basta. Il CCR di contrada Arenaura è da tempo sotto sequestro e inattivo. Il piccolo CCR di Cassibile funziona quasi come un’isola ecologica e alcune lamentele dei residenti sono anche condivisibili.
Il mancato funzionamento o la chiusura di piattaforme di conferimento penalizza il sistema complessivo, generando abbandoni e comportamenti fuori norma. Le pecche del sistema regionale di gestione dei rifiuti sono note ma non valgono come alibi pieno per Siracusa dove, per fare un altro esempio, non si riesce a far partire la tariffazione puntuale che Palazzo Vermexio più volte ha annunciato, anche chiedendo adesione a campione alla mai avviata sperimentazione. In un contesto in cui la tassa sui rifiutiregistra livelli elevati di evasione, il meccanismo “chi conferisce bene, paga meno” fatica a reggere. Se molti non sono in regola o se il meccanismo di premialità/non-premialità non è percepito come reale, decade l’incentivo alla collaborazione. Ed ecco che proliferano gli abbandoni, incentivati anche da carrellati presenti a decine sulla pubblica via e utilizzati com ei vecchi cassonetti stradali.
Siracusa non è solo centro urbano compatto: molte “case sparse”, contrade costiere, aree semicampestri rendono logisticamente difficile il porta a porta classico, soprattutto nelle zone con popolazione sparsa. La logistica del ritiro, la varietà dei tempi e l’effettivo coinvolgimento delle utenze risultano più complicati da gestire. Altre buone ragioni per cambiare metodo.
Insistiamo: la “rivoluzione culturale” annunciata, richiedeva un vero salto di mentalità da parte dei cittadini. Ma se manca fiducia verso il sistema (vedi infrastrutture ferme, disservizi) il messaggio “porta a porta = benefici per tutti”, viene meno. I cittadini percepiscono solo un maggiore onere ed impegno richiesto (dotazione mastelli, separazione più rigorosa, regole di conferimento ed esposizione) rispetto al beneficio immediato (costo in bolletta, praticità del servizio puntuale).
In sintesi, la “formula” del porta a porta (in sé coerente e applicata con successo altrove), qui si è scontrata con la realtà locale.
Il dato stagnante della percentuale di differenziata, mostra che è in atto un’emergenza ambientale. Che poi è sotto gli occhi di tutti. Basta contare le discariche abusive di sacchetti di spazzatura, gli abbandoni lungo le strade, i roghi di rifiuti, i cassonetti reintrodotti in alcune aree e poi tolti e crescente disordine.
Dal punto di vista economico, il mancato raggiungimento degli obiettivi comporta costi superiori (più indifferenziato da smaltire, più discariche, più trasporti) e mancati risparmi annunciati.
Succede così che cittadini, ma anche parte della politica, predichi il ritorno ai vecchi cassonetti stradali, perché “almeno butto quando voglio”. Altro segno di frustrazione del sistema. Il livello di contropartita tra dovere di conferimento corretto e incentivo percepito appare insufficiente, ribadiamo. E non invoglia a seguire le regole.
Alternative e correttivi? Vista la difficoltà nel far decollare il porta a porta “puro” in tutto il territorio siracusano, è opportuno pensare a metodi ibridi. Insistere su un modello unico per tutta la città, non è scelta che funziona. Si deve riconoscere che zone urbane, zone balneari, contrade e frazioni sparse hanno esigenze diverse. Il modello può prevedere allaora una combinazione: porta a porta nelle zone ad alta densità e mini-centrali o cassonetti attrezzati nelle zone sparpagliate. con monitoraggio continuo delle performance zona per zona per rimodulazione del servizio e dei ritiri.
Nelle zone più “riottose”, dove il porta a porta risulta logisticamente complesso o poco rispettato, si possono installare cassonetti “smart” accessibili solo con tessera o badge attribuita all’utenza, così da combinare la comodità del conferimento nei contenitori stradali con la tracciabilità immediata e la facilità (anche da remoto) nel sanzionare chi non partecipa al sistema collettivo. Altra opzione, applicata in contesti urbani simili a Siracusa, è quella della raccolta multimodale: una combinazione tra porta a porta per organico e carta e cassonetti intelligenti per le altre frazioni, più adatta ad aree urbane con scarsa collaborazione.
Per non mortificare ulteriormente la buona volontà dei cittadini, il sistema “chi produce meno/conferisce meglio, paga meno” va attivato su scala reale e visibile: dotando le utenze di misurazione (conteggio sacchi, peso, badge) e prevedendo sconti tangibili in fattura.
A Siracusa si producono ancora troppi rifiuti. Nel 2023 (ultimo dato disponibile) la produzione pro capite si attesta a 521 kg per abitante, con un leggero aumento rispetto al 2022 (+1,8 kg). Questo dato è superiore alla media regionale siciliana, che è di circa 449 kg/abitante, e mostra una tendenza opposta rispetto alla riduzione osservata in molte altre province dell’isola.