Celebrata anche a Siracusa la 75ª Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro. La ricorrenza è occasione di riflessione e memoria, ma soprattutto di impegno per una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il programma siracusano, promosso dalla sede territoriale dell’Anmil, si è aperto alle 10.30 con una celebrazione nella chiesa del Sacro Cuore. Subito dopo, presso il Monumento ai Caduti sul Lavoro in piazzale Carmelo Ganci, si è tenuta la deposizione della corona d’alloro e la benedizione delle nuove tavole della memoria.
Le targhe, che riportano i nomi dei caduti sul lavoro della provincia di Siracusa, sono state ripristinate grazie al contributo del Comune dopo un atto di vandalismo che le aveva danneggiate.
Alla cerimonia hanno preso parte le autorità politiche, civili e militari del territorio. Toccante il momento di raccoglimento e condivisione dedicato al ricordo e alla consapevolezza. A cuore aperto anche l’intervento di Zaira Salerno, moglie di Adriano Corvaglia che perse la vita in un incidente mentre tornava dal lavoro. Il suo è uno dei nomi presenti sulle targhe della memora. “Ho preso parola perché ho ritenuto doveroso far presente che la sicurezza dev’essere anche sulle strade e non solo sui luoghi di lavoro. Ma soprattutto ho sottolineato come, dopo 18 mesi, il ponte dal quale è volato mio marito sia ancora privo di guardrail a norma e delimitato solamente dai new jersey in plastica. Così la strada continua ad essere non sicura ed ogni giorno è percorsa da molti lavoratori provenienti dal polo industriale”. Il vicesindaco Edy Bandiera, presente alla cerimonia, ha assicurato che la vicenda sarà adeguatamente attenzionata.
Nel suo intervento, il presidente territoriale dell’Anmil di Siracusa, Matteo La Spina, ha ricordato con parole forti la drammatica realtà del fenomeno. “Viviamo in una nazione che conta, solo nelle statistiche ufficiali, un morto sul lavoro ogni otto ore”, ha detto.
La Spina ha poi sottolineato la necessità di non fermarsi alle cifre, ma di guardare anche a coloro che restano invisibili. “In questa Giornata ci siamo ripromessi di non limitarci a questa atroce statistica giornaliera, bensì di estenderla a quanti non ottengono neanche il diritto di rientrarvi a pieno titolo: i non assicurati Inail, i lavoratori del sommerso, gli autonomi, le Forze dell’Ordine, i Vigili del Fuoco, i volontari. E vogliamo ricordare anche le vittime di malattie professionali cadute nell’oblio: i morti per amianto, per l’inquinamento, per le sostanze nocive che mietono vite dopo anni di silenziosa esposizione”.