Il futuro del depuratore consortile, confronto aperto sulle due ipotesi possibili

Quale futuro per il depuratore consortile oggi gestito da Ias? Se ne è discusso in Consiglio comunale a Siracusa, convocato in seduta aperta per un confronto – in particolare – sulla possibilità tecnica di impiegare la struttura per la depurazione dei reflui civili di Siracusa, Floridia e Solarino quando si “staccheranno” le grandi industrie. A settembre 2026, in ottemperanza anche alle prescrizioni della magistratura, le raffinerie si doteranno di loro impianti di depurazione. Questo determina un problema circa la sopravvivenza stessa del consortile e dei suoi 50 dipendenti.
Una delle prime soluzioni proposte è quella di collettare i reflui urbani di Siracusa, Floridia e Solarino. Per collettare Canalicchio ad Ias si potrebbe utilizzare una parte di conduttura già esistente mentre la restante parte richiederebbe un investimento di circa 1,5 milioni di euro. Se tecnicamente la proposta risulta tecnicamente “fattibile” – specie per quel che riguarda la capacità di lavorazione di Ias – non è chiaro chi dovrebbe farsi carico dell’investimento e della gestione dell’impianto che oggi non figura nell’ambito idrico. Un tavolo tecnico convocato in Regione – proprietaria dell’impianto – con il coinvolgimento tra gli altri di di AretusAcque ed Acea potrebbe essere il primo passo. Come evidenziato anche in Consiglio comunale, una soluzione di questo tipo “libererebbe” il porto Grande dallo sversamento dei reflui depurati a Canalicchio tramite il canale Grimaldi. Il che significherebbe recuperare, in alcuni anni, la piena balneabilità dell’intera linea di costa interna al porto Grande.
La seconda ipotesi è quella dell’utilizzo di Ias, per un ulteriore trattamento dei reflui depurati dai nuovi tas delle industrie. Un affinamento aggiuntivo, senza dismettere collegamenti o doverne creare di nuovi, e recuperare e riutilizzare in agricoltura importanti metri cubi di acqua. I sindacati guarderebbero con favore ad una soluzione di questo tipo.
Bisogna portare il tema in Regione, anche con una certa urgenza. E su questo sono stati chiari il deputato regionale Tiziano Spada (PD) che è anche sindaco di Solarino, il parlamentare Filippo Scerra (M5S) ed il senatore Antonio Nicita (PD). Presente anche l’ex deputato regionale Giovanni Cafeo ed il commissario Ias, Mariolo. Hanno partecipato ai lavori anche le parti sociali. Per l’amministrazione comunale era presente il vicesindaco Edy Bandiera. Non è passata inosservata l’assenza dei deputati regionali di maggioranza.




Un futuro per il depuratore Ias, le parole della politica

“Bisogna fare in fretta, il tempo non è una variabile indifferente. Quando a settembre 2026 si staccheranno ii grandi player industriali, il sistema regionale dovrà farsi trovare pronto e già organizzato. Altrimenti sarà l’ennesima emergenza ambientale e sociale del siracusano a cui Schifani ed il centrodestra dimostreranno di non saper fare fronte”. Lo ha detto il parlamentare Filippo Scerra (M5S), intervenuto alla seduta aperta di Consiglio comunale a Siracusa dedicata alla discussione del futuro del depuratore consortile gestito da Ias.
“Il governo regionale deve assumersi le sue responsabilità in questa vicenda. Per l’impianto, che è di proprietà regionale, avevamo già sollecitato uno studio di fattibilità sui due assetti possibili ed immaginabili per l’immediato futuro”, ricorda Scerra. “Per questo motivo torniamo a sollecitare la convocazione di un tavolo tecnico regionale in cui valutare e decidere il percorso che possa garantire un futuro al depuratore consortile ed ai suoi lavoratori, aumentando al contempo la capacità di depurazione del siracusano. Ma non c’è più tempo da perdere. La Regione dimostri di saper regolare, e non solo subire, i fenomeni”.
La vicenda Ias rimane strettamente legata anche al futuro della zona industriale siracusana. Nei giorni scorsi, Filippo Scerra e l’eurodeputato Giuseppe Antoci hanno scritto al vice commissario esecutivo Fitto, sollevando così anche in chiave europea il nodo della transizione e dello sviluppo di uno dei principali asset energetici del Paese, “su cui l’azione del governo sin qui ha lasciato molto a desiderare nonostante sbandierate soluzioni che, alla prova dei fatti, hanno già dimostrato tutti i loro pericolosi limiti”.
Anche il deputato regionale del Pd e sindaco di Solarino, Tiziano Spada, ha preso la parola. “Ho ribadito come la mancanza di interventi strategici negli anni abbia progressivamente compromesso la tenuta del sistema fino al suo sequestro da parte dell’autorità giudiziaria. Il grande assente in questa vicenda è stato il governo regionale, guidato dal presidente Renato Schifani, che ad oggi non ha ancora definito quali e quanti investimenti intende destinare per garantire continuità lavorativa a quello che, a ragione, è stato definito il fegato della zona industriale di Siracusa. Con senso di responsabilità ritengo che questa non possa essere una battaglia di parte”, ha detto Spada.
“Oggi è necessario costruire le condizioni affinché gli errori e la cattiva gestione del passato non compromettano la possibilità di dotare il territorio di uno strumento essenziale per la zona industriale, uno strumento che potrebbe essere ripensato e utilizzato anche dai Comuni che attualmente scaricano le acque di depurazione nel Porto Grande di Siracusa, come Siracusa, Floridia e Solarino, senza che ciò comporti ulteriori aggravi sulle bollette dei cittadini, già gravati da un carico fiscale significativo”.
Per Marco Carianni, sindaco di Floridia, “in questa situazione è giusto che i sindaci decidano insieme, dopo un confronto serio con le parti sindacali, quale debba essere il futuro della depurazione nel territorio siracusano”. Nessun dubbio per Floridia. “La volontà della città che rappresento è di portare avanti il collegamento a Ias poiché è intollerabile che si continui a scaricare nel Porto Grande di Siracusa, ma bisogna porre l’accento su alcuni temi importanti. Serve un dibattito da portare avanti con serietà e grande senso di responsabilità, che in alcuni momenti si è dimostrato di non avere, altrimenti la situazione oggi sarebbe diversa. Sono d’accordo sulla tutela dei lavoratori di Ias e sull’impegno a rendere la situazione compatibile con la vicenda ambientale, ma ritengo di dover tutelare anche i cittadini di Floridia. La nostra disponibilità al confronto è notoria, adesso serve lavorare tutti insieme”.




Come dare un futuro al depuratore consortile Ias, l’opinione dei sindacati

Tra i primi a lanciare l’allarme sul futuro del depuratore consortile, oggi gestito da Ias, sono stati i sindacati. Adesso che la scadenza di settembre 2026 si avvicina, sono tornati a compulsare la politica per quelle scelte necessarie per salvare l’infrastruttura ed i suoi circa 50 lavoratori.
Se ne è discusso in Consigli comunale a Siracusa, con una seduta aperta dedicata in particolare all’ipotesi del convogliamento dei reflui del capoluogo, Floridia e Solarino al depuratore Ias. “Non comprendo il senso di una discussione che non affronta la vera questione: il destino del depuratore dopo settembre 2026, quando i grandi player si staccheranno, mettendo a rischio l’operatività e la sostenibilità economica dell’impianto”, commenta il segretario della Uiltec Sicilia, Andrea Bottaro.
“La risposta a questo interrogativo doveva essere chiesta ai deputati regionali di maggioranza, perché la decisione dipende dalla Regione Siciliana. Purtroppo, come spesso accade, si sono sottratti al confronto, lasciando senza risposte i cittadini e gli intervenuti”, aggiunge rimarcando l’assenza in aula degli esponenti delle forze al governo della Regione. “Noi continuiamo a sostenere che il ruolo ambientale di Ias debba proseguire, affinando le acque depurate provenienti dai grandi utenti industriali per renderle riutilizzabili. Una scelta con un duplice vantaggio ambientale: evitare nuovi sversamenti nel porto di Augusta; ridurre l’emungimento di acqua di falda a servizio dell’industria. Ho accolto con favore l’intervento odierno sulla stampa dell’onorevole Auteri, così come quello dell’onorevole Scerra, che hanno evidenziato la necessità di affrontare seriamente questa prospettiva.
Per quanto ci riguarda, siamo aperti a tutti i ragionamenti che garantiscano i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori Ias e, soprattutto, la salvaguardia della salute dei cittadini”, spiega Bottaro.
Anche Alessandro Tripoli, segretario della Femca Cisl di Siracusa, ha partecipato alla seduta aperta. “Ho voluto innanzitutto ringraziare il Consiglio comunale per la sensibilità dimostrata ed i firmatari della richiesta per aver riacceso l’attenzione su una questione cruciale, che riguarda non solo la tutela ambientale, ma anche e soprattutto la salvaguardia occupazionale dei lavoratori dell’impianto Ias. Ho ribadito, come già espresso insieme alla Cisl, che tutte le soluzioni vanno considerate con responsabilità. Oggi, alla luce della reale situazione dell’impianto e del progressivo disimpegno dei grandi utenti industriali, la strada più concreta resta quella di un utilizzo civile del depuratore. Convogliare i reflui dei tre Comuni potrebbe rappresentare un primo passo importante, purché si proceda con tutte le valutazioni tecniche e ambientali necessarie per evitare ricadute sul depuratore di Canalicchio, che oggi serve la città di Siracusa”, il pensiero di Tripoli.
“Rimane inoltre aperta la riflessione sulla depurazione di Augusta, che potrebbe allacciarsi al sistema Ias anziché realizzare un nuovo impianto, riducendo i costi e contribuendo all’obiettivo comune di eliminare gli scarichi a mare in tempi più brevi”. Su questo punto però, il sindaco di Augusta ha già chiarito che l’iter per realizzare il depuratore di Augusta non si fermerà.
“Serve oggi più che mai una visione unitaria – rilancia Tripoli – capace di coniugare ambiente, lavoro e sviluppo, mettendo a sistema le infrastrutture già esistenti e garantendo futuro e stabilità al nostro territorio. Difendere l’impianto Ias significa difendere famiglie, la dignità del lavoro e il diritto di un intero territorio a credere ancora nella propria industria e nel proprio futuro”.




Augusta, pubblicato il bando per la realizzazione del depuratore. “Notizia attesa da anni”

“Una giornata di festa! Una giornata attesa da troppo tempo”. Così il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, ha commentato la notizia che la città aspettava da anni: è stato finalmente pubblicato il bando di gara per la realizzazione del nuovo impianto di depurazione.
L’appalto, dal valore complessivo di 50,7 milioni di euro, ha come committente la partecipata stalate Sogesid. Il termine per la presentazione delle offerte è fissato al 21 novembre alle ore 13.
L’opera rientra nel programma di interventi del Commissario unico nazionale per la depurazione, Fabio Fatuzzo, il quale – insediatosi due anni fa – ha impresso una accelerazione decisiva all’iter. Lo scorso luglio, infatti, era arrivata l’approvazione del progetto esecutivo, con esito positivo della verifica tecnica. I fondi sono già disponibili: la parte principale proviene da una delibera CIPE, mentre ulteriori risorse sono garantite dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).
Augusta non ha un depuratore e da decenni attendeva.
La durata dei lavori è stimata in 1.136 giorni, circa tre anni. L’obiettivo è concludere entro la fine del 2028.




Cimitero di Noto, due ricorsi e due sentenze del TAR. Riparte da capo la procedura

Due ricorsi, due sentenze. E per il cimitero di Noto riparte da capo la procedura verso la gestione privata e l’allafgamento, deliberata dal Comune di Noto.
Il Tribunale Amministrativo di Catania ha annullato la delibera sul project financing: il Comune doveva riaprire il confronto tra le proposte. Lo hanno stabilito i giudici amministrativi che hano accolto il ricorso presentato dalla società Appaltitalia s.r.l. contro il Comune di Noto, annullando la deliberazione di Giunta dello scorso febbraio che dichiarava di pubblico interesse la proposta presentata dal costituendo RTI tra REM s.r.l. e A&P Associati & Partners s.r.l. per l’ampliamento e la gestione trentennale del cimitero comunale in project financing. La decisione, pubblicata il 24 ottobre 2025 (sentenza n. 2970/2025) rappresenta un punto di svolta nella procedura, imponendo al Comune di riaprire la fase preliminare e assicurare la corretta pubblicità dell’iniziativa, come previsto dal nuovo Codice dei contratti pubblici.
La società REM s.r.l., capogruppo del RTI con A&P Associati & Partners, aveva presentato una proposta di project financing nel 2022 per la gestione e l’ampliamento del cimitero di Noto, per un importo di circa 14,2 milioni di euro. Dopo alcuni aggiornamenti alla luce del nuovo Codice dei contratti, la proposta era stata valutata positivamente dal Comune che ne aveva dichiarato la fattibilità ed il pubblico interesse all’inizio del 2025. Appaltitalia srl, informata del procedimento solo a ridosso della deliberazione definitiva, aveva inviato una manifestazione di interesse per presentare un progetto alternativo, chiedendo all’amministrazione di pubblicare la proposta apparente di REM e di fissare – come imposto dal D.lgs. 36/2023 modificato dal D.lgs. 209/2024 – un termine di sessanta giorni per la presentazione di ulteriori proposte da parte di altri operatori economici. L’amministrazione non aveva però dato seguito alla richiesta, procedendo direttamente all’approvazione della proposta originaria.
Il Tar Catania ha riconosciuto la fondatezza del ricorso di Appaltitalia, stabilendo che la proposta di REM non potesse considerarsi completa alla data del 9 novembre 2022 né a quella del suo aggiornamento del 7 agosto 2023, poiché il Piano Economico Finanziario (PEF) asseverato – elemento essenziale della proposta ai sensi dell’articolo 193 del D.lgs. 36/2023 – era stato depositato soltanto il 15 gennaio 2025. Pertanto, al momento dell’entrata in vigore del decreto correttivo (31 dicembre 2024), il procedimento non poteva considerarsi “in corso” e rientrava a pieno titolo nell’applicazione delle nuove regole del D.lgs. 209/2024, che impongono la pubblicazione dell’iniziativa nella sezione Amministrazione Trasparente e la fissazione di un termine di sessanta giorni per eventuali proposte alternative. Il Collegio ha inoltre sottolineato che il PEF non costituisce un mero allegato formale, bensì “il fulcro della proposta progettuale”, necessario a verificarne la sostenibilità finanziaria e la reale fattibilità dell’intervento. La sua mancanza non era sanabile mediante soccorso istruttorio, poiché trattasi di un elemento sostanziale e non integrabile successivamente.
Secondo i giudici, quindi, il Comune avrebbe dovuto riattivare la procedura conformemente alle nuove previsioni normative, consentendo la partecipazione di altri operatori economici.
Con l’annullamento della deliberazione comunale di febbraio 2025, decade la dichiarazione di pubblico interesse attribuita alla proposta del RTI REM–A&P. Il Comune di Noto è ora tenuto a riaprire la procedura di project financing, ripartendo dalla pubblicazione della proposta completa sulla piattaforma di trasparenza e fissando i termini per la presentazione di eventuali proposte concorrenti, inclusa quella di Appaltitalia. La decisione chiarisce un principio di rilievo per gli enti locali e gli operatori economici: la presentazione del PEF asseverato è condizione di completezza della proposta, e solo dal suo deposito decorrono le tutele procedimentali a beneficio di altri potenziali proponenti.
In assenza di tale elemento, ogni dichiarazione di pubblico interesse adottata prima della pubblicazione e della comparazione tra proposte viola le norme di trasparenza e parità di trattamento previste dal Codice dei contratti pubblici.
Il Tar di Catania, pronunciandosi sulla stessa vicenda, ha dichiarato – con altro pronunciamento – inammissibile il ricorso presentato dal Comitato CimiteroNOPriv contro la decisione dell’amministrazione comunale di Noto di affidare in concessione a soggetti privati la gestione e l’ampliamento del cimitero cittadino.​
Il Comitato cittadino, costituito pochi giorni prima, contestava la decisione assunta dal Comune di Noto, lamentando difetti di motivazione, carenze istruttorie e presunti vizi nella procedura amministrativa. Venivano sollevate anche questioni sull’utilizzo della finanza di progetto e sulla conformità urbanistica delle opere previste, oltre alla supposta illegittimità della modifica delle tariffe cimiteriali.​
Il Tar ha ritenuto fondati i rilievi delle controparti circa la carenza di legittimazione del Comitato a proporre ricorso, evidenziando come la sua costituzione sia avvenuta appena pochi giorni prima dell’adozione della deliberazione contestata e che l’attività svolta a tutela dell’interesse collettivo sia risultata episodica e non continuativa. Secondo il Tribunale, la selezione del promotore tramite project financing genera diritto a impugnare soltanto per gli operatori economici direttamente coinvolti nella procedura, non per gruppi spontanei sorti per la difesa di interessi diffusi. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile e le spese di giudizio sono state integralmente compensate tra le parti.​
La sentenza finisce per confermare la discrezionalità della pubblica amministrazione sulla scelta delle modalità di gestione e ampliamento del cimitero, chiarendo il ruolo limitato dei comitati cittadini nell’impugnazione degli atti di project financing. Allo stato attuale, le tariffe previste dal Regolamento di Polizia Mortuaria restano invariate, mentre il Comune procederà con le fasi successive della concessione.
Fatto salvo questo punto, il Comune di Noto deve però ora riavviare la procedura pubblica per la gestione e l’ampliamento del cimitero.




Sosta a pagamento intorno all’ospedale, Gilistro: “Costo aggiuntivo della sanità per i cittadini”

Il costo della sosta a pagamento intorno all’ospedale Umberto I come ulteriore danno a carico dei cittadini, soprattutto per chi, per diverse ragioni, si ritrovano costretti a ricorrere alle prestazioni della sanità pubblica, magari pagando il relativo ticket,a cui va aggiungersi il pagamento degli stalli su cui lasciare la propria auto. La questione è posta dal deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Carlo Gilistro. “Attorno all’ospedale Umberto I di Siracusa -dice il parlamentare dell’Ars- la sosta è diventata, di fatto, un costo aggiuntivo anche per chi si reca lì per ricevere cure, per fare una visita specialistica o per assistere un familiare. Oltre alla prestazione sanitaria ed al ticket, bisogna aggiungere alla spesa pure il costo del parcheggio su strisce blu. È una situazione che merita una riflessione e soprattutto un intervento di buon senso da parte dell’amministrazione comunale”. Gilistro riconosce la logica che ispira la sosta a pagamento. “È comprensibile che si voglia garantire un ricambio costante dei veicoli ed un ordine complessivo nell’area. Ma attorno ad una struttura ospedaliera che non ha un vero e proprio parcheggio interno, andrebbe considerata prima di tutto la funzione pubblica e sociale del luogo. Non si tratta di una zona commerciale o turistica, ma di un’area dove ogni giorno si recano persone fragili, spesso anziane o con difficoltà motorie”.
Il parlamentare siracusano evidenzia come la presenza di parcheggi gratuiti a qualche centinaio di metri non rappresenti una vera alternativa. “È vero che poco più lontano ci sono stalli bianchi, ma la distanza non è sempre sostenibile per chi deve raggiungere i reparti, magari con un tutore, una gamba ingessata o semplicemente accompagnando un parente anziano. In questi casi – aggiunge – anche cento metri in più possono fare la differenza”.
“Sarebbe moralmente apprezzabile – propone Gilistro – che il Comune di Siracusa rivedesse il piano della sosta in quell’area, prevedendo un maggior numero di stalli bianchi nelle immediate vicinanze dell’ospedale; oppure introducendo sistemi più tolleranti come la sosta a tempo con disco orario, che consentirebbe di coniugare il ricambio con l’accessibilità che deve avere un ospedale”.
Gilistro invita infine a guardare oltre le mere logiche economiche. “Parliamo di un presidio sanitario pubblico, non di un centro commerciale. Serve un segnale di attenzione e umanità che restituisca equità ad un luogo che, più di ogni altro, dovrebbe essere accessibile a tutti”.




Priolo. Aumenta la Tari, il sindaco Gianni: “Rispettiamo le regole per pagare meno”

“Il costo della Tari aumenta perché la legge ci obbliga a coprire i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Rispettiamo le regole della raccolta differenziata per pagare meno”. Questo il chiarimento, che diventa anche l’appello, del sindaco di Priolo, Pippo Gianni, alla luce degli aumenti applicati alla tassa sui rifiuti. Il primo cittadino ricorda che
“questo tributo non può essere compensato con fondi comunali di altra natura: più alto è il costo del servizio, più alta sarà inevitabilmente la tariffa”. L’aumento del tributo – si legge nella nota dell’Amministrazione comunale – è legato a tre fattori principali: una bassa percentuale di raccolta differenziata, la presenza di discariche abusive, la mancanza di premialità da parte della Regione Siciliana. Cambiare è possibile e dipende da tutti i cittadini. Più differenziamo correttamente i nostri rifiuti, più riduciamo i costi di smaltimento e proteggiamo l’ambiente.
Ogni sacchetto abbandonato per strada-conclude Pippo Gianni- ogni comportamento scorretto, pesa sulla collettività e fa aumentare i costi per tutti.Più differenziata produciamo, meno discariche abusive creiamo e meno paghiamo la TARI”.




Grave incidente alle porte di Solarino, elisoccorso per un motociclista

Ancora un grave incidente lungo le strade del siracusano. Nel pomeriggio, nei pressi di Solarino, impatto tra un’auto ed una moto, sulla Statale 124. Ad avere la peggio, il giovane centauro per il quale è stato disposto il trasferimento in elisoccorso al Cannizzaro di Catania. Al momento, poche e frammentarie le informazioni. Sul luogo del sinistro sono intervenuti i Carabinieri e la Municipale di Solarino.
Secondo una prima ricostruzione, al vaglio delle forze dell’ordine, lo scontro si sarebbe verificato mentre la vettura stava immettendosi sul rettilineo della 124 da contrada Zaiera. Proprio in quegli istanti, la moto stava sopraggiungendo in direzione Solarino. Saranno gli ulteriori accertamenti a definire la dinamica esatta.
All’arrivo dei sanitari del 118, le condizioni del ferito sono state giudicate tali da richiedere il trasferimento in elicottero – atterrato poco distante – al trauma center del Cannizzaro.




Innovation Forum a Siracusa, la sfida: fermare emorragia di talenti per costruire futuro

Si è concluso l’Education and Open Innovation Forum, appuntamento nazionale a Siracusa voluto da Confindustria per mettere al centro il futuro del capitale umano. Se ne è discusso al teatro comunale di Ortigia dove si sono ritrovati numerosi esponenti di imprese, istituzioni e mondo accademico per affrontare le grandi sfide demografiche, digitali e produttive del Paese, promuovendo una collaborazione innovativa tra formazione, ricerca e lavoro per costruire nuovi percorsi di sviluppo sostenibile e inclusivo. Il forum è stato soprattutto un’occasione per riflettere sul futuro dei giovani e del territorio e per mettere in campo azioni concrete per invertire il trend dell’emigrazione e valorizzare il capitale umano locale. Nonostante una recente crescita dell’occupazione, uno dei nodi principali emersi è proprio la persistente emorragia giovanile dalla Sicilia: tra il 2003 e il 2023, oltre 219mila giovani under 34 hanno lasciato l’isola, con un significativo aumento della percentuale di laureati in fuga, salita dall’8% del 2003 al 42% del 2023.
Il presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale, ha sottolineato come nella sola Sicilia la popolazione giovanile emigrata equivalga quasi al doppio degli abitanti di una città come Siracusa, ipotizzando la sparizione di una città intera abitata esclusivamente da giovani. A peggiorare il quadro, il saldo migratorio universitario risulta fortemente negativo: nel 2023 sono stati oltre 27mila gli studenti che hanno lasciato la Sicilia per studiare altrove, mentre solo poco più di 5mila si sono iscritti ad atenei siciliani, su un totale di 32mila iscritti originari dell’isola.
Reale ha definito questo fenomeno un “problema sociale ed economico enorme e drammatico” che si intreccia con le difficoltà demografiche, influenzando negativamente sulla formazione della futura classe dirigente. La sua proposta è quella di un rafforzamento della sinergia tra imprese, scuole e università per sviluppare un ecosistema formativo e produttivo capace di offrire concrete opportunità ai giovani, valorizzando le competenze locali e migliorando la competitività delle aziende, con l’obiettivo di contrastare l’emigrazione.
Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha posto l’accento sull’importanza di mettere la persona al centro, citando l’esperienza unica del museo interattivo di Siracusa, che racconta la storia della città attraverso i suoi personaggi illustri, da Platone ad Archimede fino a Paolo Orsi e Enzo Maiorca. “La storia del mondo è storia delle persone – ha affermato – e l’unico modo per guardare al futuro con fiducia è puntare sulle capacità, competenze e valori degli individui”.
Durante la due giorni si è discusso anche di intelligenza artificiale. “Rappresenta una trasformazione che va oltre la quarta rivoluzione digitale e potrà incidere profondamente sulla vita quotidiana, sul lavoro e sulla sanità”. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini ch ha richiamato la necessità di “appassionare i giovani a fare impresa”, incoraggiandoli non solo con un migliore accesso al credito ma anche con un dialogo più stretto tra università e mondo produttivo. “In Italia ci sono oltre 250mila imprese con più di dieci dipendenti – ha ricordato – un dato che testimonia la forza del nostro tessuto industriale”.
Sulla manovra 2026, il presidente di Confindustria ha ribadito la richiesta di una visione di lungo periodo. “Serve un piano industriale nazionale ed europeo, non misure limitate a un solo anno. Restano criticità sulla doppia tassazione e sul credito d’imposta, mentre i fondi di garanzia possono dare un sostegno concreto agli investimenti”.
In collegamento con l’Education and Open Innovation Forum di Siracusa, è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. Ha annunciato un investimento da 265 milioni di euro in tre anni per potenziare gli ITS, definendoli “fondamentali per il mondo produttivo”.
Tra i temi al centro del suo intervento il gap ancora esistente tra formazione e mondo del lavoro, a cui il ministero risponde con la riforma del 4+2, che prevede una maggiore partecipazione delle imprese alla progettazione dei curricula e la possibilità per manager e tecnici di insegnare nelle scuole.
Sul fronte digitale, Valditara ha ricordato i 2,1 miliardi di euro già investiti per la digitalizzazione delle scuole, per ridurre il divario tecnologico. Ha poi annunciato l’introduzione di ore obbligatorie di educazione all’uso consapevole dell’IA e 450 milioni per la formazione dei docenti.
Il ministro ha anche illustrato i risultati dei programmi Agenda Sud e Agenda Nord, che aprono le scuole al territorio oltre l’orario curriculare ed ha preannunciato il raddoppio degli investimenti. “Supereremo il miliardo di euro, coinvolgendo tutte le scuole primarie e 1.200 istituti da nord a sud”.




Ex Idroscalo, Nicita (Pd): “La Difesa faccia chiarezza. L’area torni alla città, non ai privati”

Il senatore Antonio Nicita (Pd) ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro della Difesa sul futuro dell’ex idroscalo “De Filippis” di Siracusa, inserito da Difesa Servizi S.p.A. nell’avviso di finanza di progetto pubblicato a luglio 2024, che prevede la possibile concessione a privati fino a 50 anni di aree oggi appartenenti al demanio militare.
“Parliamo di uno dei luoghi più belli e simbolici del waterfront siracusano, affacciato sul Porto Grande e di fronte a Ortigia”, dichiara Nicita. “Da decenni l’idroscalo non ha alcuna funzione militare effettiva, essendo in uso all’Aeronautica Militare solo per attività logistiche residuali e per l’alloggio di pochi dipendenti, e la città chiede da anni che quell’area venga restituita alla collettività per finalità pubbliche, culturali e ambientali, anche immaginando scambi con altre aree”.
Nell’interrogazione, il senatore sottolinea come, senza alcuna concertazione con il Comune di Siracusa o la Regione Siciliana, Difesa Servizi appare aver modificato di recente la scheda dell’immobile (n. 27 del Cluster 3 “Idroscali Marina Militare”), reintroducendo la qualifica di bene strategico-militare.
“Una decisione assunta nel silenzio e nell’opacità”, prosegue Nicita, “in contrasto con i principi di trasparenza amministrativa e leale collaborazione istituzionale. È necessario chiarire chi e perché abbia disposto questa modifica, e con quali atti”
Nell’interrogazione, Nicit.a chiede al Ministro di chiarire le motivazioni tecnico-operative che giustificano la permanenza della qualifica militare; sospendere ogni procedura di concessione a privati fino all’esito dei ricorsi al TAR e delle valutazioni ambientali e urbanistiche; riaprire un tavolo tecnico con Comune, Regione e associazioni civiche per definire un progetto condiviso di riqualificazione pubblica e sostenibile dell’area.
“Siracusa merita un percorso trasparente e partecipato, che restituisca alla città un luogo di grande valore paesaggistico e simbolico. Difendere il pubblico non significa bloccare lo sviluppo, ma costruirlo insieme” conclude Nicita.