“Mensa scolastica: menu immangiabile, da vegani”. Monta la polemica social ma…

“Menu da nutrizionisti vegani, con riso integrale, hamburger veg, frittata di formaggio bollito e altro cibo immangiabile”.
La mensa scolastica, servizio destinato ad alcune scuole pubbliche siracusane, torna al centro delle polemiche, che si muovono soprattutto sui social, creando scompiglio tra i genitori.
La protesta è partita dal padre di un bambino di 8 anni che frequenta la scuola dell’Isola. “Sembra di essere ricoverati in ospedale- il duro commento del genitore- E se al bambino quel cibo non piace, non può nemmeno optare per il pasto in bianco, consentito solo tre volte al mese a meno che il pediatra non certifichi la necessità di un’alimentazione di quel tipo”.
Dagli uffici comunali interessati arriva, tuttavia, subito il chiarimento: nessun menu vegano, soltanto un piano alimentare stabilito, come sempre, dall’Asp, in cui i nutrizionisti propongono pasti equilibrati, sulla scorta di quanto stabilisce anche l’Oms, l’organizzazione mondiale della Sanità.
La carne in realtà compare. Il menu attualmente in vigore prevede, cotolette di pollo, come prosciutto, come, ancora, vitello. Certamente sono presenti le verdure, i legumi, il riso integrale. Tutto, però, ben lontano dalla scelta vegana, che sarebbe da concordare con la famiglia e con i medici.
Il problema, a questo punto, sarebbe solo di gradimento e di educazione alimentare, che nelle scuole sta facendo ingresso lentamente e in ritardo rispetto ad altre realtà italiane.




Atti osceni e violenza privata: 34enne denunciato, vittima una turista

Atti osceni in luogo pubblico. Un uomo di 34 anni è stato denunciato per questo dagli agenti del commissariato di Noto, al termine di una celere attività investigativa. L’accusa è anche di violenza privata.

L’episodio risale alla scorsa settimana. Il 15 ottobre, intorno alle 14,30, i poliziotti sono intervenuti nel centro storico, su segnalazione di una turista straniera,, che segnalava che poco prima, in viale Marconi,  nei pressi della villa comunale, dopo aver pranzato in un locale pubblico, nel riprendere la propria autovettura, era stata avvicinata da un uomo. In un primo momento, l’avrebbe fissata insistentemente poi, quando la donna è entrata nell’abitacolo del veicolo, l’individuo, che si trovava evidentemente in un luogo pubblico e poco distante dall’area giochi della villa comunale, si sarebbe tirato giù i pantaloni iniziando a praticare atti di autoerotismo.  La donna, scossa per l’accaduto,ha messo  in moto l’auto per andar via ma l’uomo avrebbe tentato di sbarrarle la strada.
La donna, riuscita a lasciare quel luogo, ha sporto denuncia, riconoscendo da alcune foto che le sono state mostrate, l’uomo, già noto per condotte similari di cui in passato si è reso responsabile.




Record di evasioni per un 26enne: quattro in una settimana, torna ai domiciliari

Record di evasioni per un 26enne di Siracusa.

I Carabinieri della Sezione Radiomobile  hanno arrestato il giovane, responsabile di una serie di evasioni dagli arresti domiciliari, cui era sottoposto con braccialetto elettronico per reati in materia di stupefacenti e per piccoli furti in attività commerciali.
I militari per ben quattro volte,  in quattro giorni diversi della settimana appena trascorsa, sono stati allertati dall’allarme del braccialetto che segnalava l’allontanamento dal domicilio.
La pattuglia lo ha puntualmente rintracciato a passeggio in centro, al bar, o in giro in compagnia di amici e per ben 4 volte è stato arrestato e posto ai domiciliari.




Tempo Scaduto, a Siracusa il primo sit-in contro il caro bollette

Una bara in Largo XXV Luglio ed un necrologio: “Qui giacciono tutti gli imprenditori della provincia di Siracusa. A darne il tristo annuncio il Caro Energia”.

Così, questa mattina, le associazioni di categoria del tessuto produttive del territorio hanno voluto rendere esplicito il grido d’allarme lanciato dal cuore della città, così come, contemporaneamente, è avvenuto a Ragusa e Trapani.

“Il tempo è scaduto”, lo slogan scelto per far presente quanto il caro energia stia danneggiando le imprese, dalle più piccole alle grandi imprese. Tematiche che, in provincia di Siracusa, si uniscono a questioni squisitamente locali e ai tanti dubbi sul futuro della zona industriale, sui cui pesano, non solo gli equilibri legati alla contingenza internazionale, con la guerra in Ucraina in primo piano, ma anche alla vicenda Ias, il depuratore consortile, con l’inchiesta della Procura della Repubblica in corso.

C’erano i sindaci, i nuovi deputati regionali, i rappresentanti delle istituzioni e della società civile. C’erano alcune delegazioni di sindacati. C’erano, però, forse, pochi cittadini, nonostante l’appello accorato partito nei giorni scorsi, che suggeriva di chiudere per qualche ora il proprio negozio, la propria attività, per rendere più incisivo il sit-in.

La politica locale si impegna, gli imprenditori chiedono certezze.




Violento incendio distrugge tre auto in zona San Giovanni: le cause ancora un mistero

Non sono state ancora definite con certezza le cause del violento rogo che ha distrutto tre auto a Siracusa, poco prima dell’alba. I Vigili del Fuoco sono intervenuti nella zona di San Giovanni qualche minuto prima delle 5 del mattino. C’è voluta un’ora di lavoro per riuscire a domare le fiamme.
Le fiamme hanno distrutto le tre vetture, parcheggiate una accanto all’altra. Si tratta di una Fiat 500, una Peugeot ed una Aygo. Sul posto, non sono state rinvenute tracce di liquido infiammabile. Ma nessuna pista viene esclusa dagli investigatori. Questa mattina, anche la Scientifica della Questura di Siracusa ha passato al setaccio le auto e l’area di parcheggio dove è divampato il rogo.
Difficile anche stabilire con certezza da dove sia partito l’incendio che si è poi propagato ai mezzi vicini, alimentato da un leggero vento.




“Nessuna impresa chiuda”, ma sono 5mila quelle a rischio nel siracusano per caro energia

In Sicilia sono 63 mila le micro e piccole imprese a rischio chiusura per via di uno shock economico alimentato da una crisi energetica con pochi precedenti. A fornire i numeri è Confartigianato, preoccupata per le sorti di una rete imprenditoriale sempre più sofferente e con 165 mila addetti, impiegati nelle piccole e micro aziende. “Nessun impresa chiuda” è il mantra divenuto il titolo di un appello rivolto dall’associazione di categoria alla deputazione regionale e nazionale, in attesa della manifestazione regionale del 7 novembre.
In provincia di Siracusa a rischio tenuta ci sono 5.039 piccole e micro imprese che rappresentano il 24,4% delle imprese del territorio; danno lavoro a 13.386 addetti, il 23,2% del totale.
Uno studio dell’Osservatorio economico di Confartigianato, individua 10 comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo di gas ed energia elettrica e – quindi – a maggiore rischio chiusura. Si tratta dei settori energivori dei minerali non metalliferi (ceramica, vetro, cemento, refrattari, ecc), carta, metallurgia, chimica, raffinazione del petrolio, alimentare, bevande, farmaceutica, gomma e materie plastiche e prodotti in metallo.
Sono aggiunti 16 cluster manifatturieri che comprendono attività del tessile, taglio, piallatura e fabbricazione di prodotti in legno, stampa, produzione di batterie di pile e accumulatori elettrici, apparecchi per uso domestico, parti ed accessori per autoveicoli e loro motori, fornitura e gestione di acqua e rifiuti.
Infine, il perimetro settoriale è integrato da 17 comparti dei servizi messi maggiormente sotto pressione dall’escalation dei prezzi di energia elettrica, gas e carburanti, con una maggiore diffusione di margini più contenuti e rapidamente erosi dal caro-energia. Si tratta dei settori di commercio di materie prime agricole e prodotti alimentari, alloggio, ristorazione, servizi di assistenza sociale residenziale, servizi di asili nido, attività sportive (piscine, palestre, ecc..), parchi di divertimento, pulitintolavanderie e centri per il benessere fisico. A questi si aggiungono i settori del sistema dei trasporti colpiti dall’aumento del costo del gasolio, trainato dall’escalation dei prezzi di gas ed elettricità delle ultime settimane: si tratta delle imprese dei comparti di trasporto merci su strada e servizi di trasloco, taxi, noleggio di autovetture e autobus con conducente, il trasporto marittimo e per vie d’acqua. Colpita anche logistica, con il magazzinaggio e le attività di supporto ai trasporti; su alcune di queste attività, come nella intermediazione di prodotti agricoli ed alimentari, gravano anche i pesanti rincari per la refrigerazione delle merci deperibili.
La spinta al rialzo del prezzo dell’energia dovrebbero costare o,2 punti percentuali di Pil che diventeranno 0,5 nel 2023.




Stangata per le famiglie: alimentari su dell’11,7%, +652 euro all’anno. I dati Codacons

L’inflazione all’8,9% determina una stangata per gli italiani, considerata la totalità dei consumi di una famiglia “tipo”. A fare i conti in tasca è il Codacons: 2.734 euro annui in più per le famiglie, conto che sale a +3.551 euro per una famiglia con due figli.
Francesco Tanasi docente dell’Università San Raffaele Roma e segretario nazionale Codacons spiega che “Siamo di fronte ad uno tsunami economico senza precedenti, e la crescita dei prezzi al dettaglio è destinata purtroppo ad aggravarsi nelle prossime settimane. I rialzi di benzina e gasolio, i cui listini alla pompa sono tornati a salire negli ultimi giorni, assieme ai maxi-aumenti del +59% delle bollette elettriche scattati a ottobre e ai nuovi incrementi del gas alle porte, avranno effetti diretti sui prezzi al dettaglio, portando a nuovi rincari a danno dei consumatori”.
Devastanti i dati sugli alimentari, i cui listini salgono a settembre dell’11,7% – analizza il Codacons – Tradotto in cifre, equivale ad una maggiore spesa solo per il cibo pari a +652 euro annui per la famiglia tipo, +876 euro per un nucleo con due figli.
Infine per il prof. Tanasi “Il nuovo Governo deve correre ai ripari disponendo subito il taglio dell’Iva sugli alimentari e sui generi di prima necessità, in modo da alleggerire la spesa delle famiglie e contenere gli effetti disastrosi dell’inflazione, e disporre un “condono” per i 5 milioni d italiani che, a causa della crisi in atto, non sono riusciti a pagare le bollette e rischiano di vedersi interrompere le forniture”.

foto dal web




Droga, arrestato un 36enne di Priolo: droga e soldi in casa, ai domiciliari

E’ stato arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti un uomo di 36 anni, di Priolo. Dopo un mirato servizio di osservazione, i poliziotti del commissariato hanno effettuato un’attenta perquisizione domiciliare, nell’abitazione dell’uomo, ritenuto uno spacciatore. Hanno rinvenuto e sequestrato 142 grammi di hashish, materiale utile al confezionamento dello stupefacente, un bilancino di precisione e del denaro, probabile provento dell’attività di spaccio. Arrestato, è stato posto ai domiciliari.




Contrasto allo spaccio: sequestrata droga nascosta tra via Santi Amato e Ortigia

E’ continua l’azione di contrasto condotta dalla Questura di Siracusa contro il triste fenomeno dello spaccio e del consumo di droga. Agenti della Squadra Mobile, nella solita zona di via Santi Amato hanno rinvenuto e sequestrato 21 dosi di cocaina e altrettante di hashish.
Identificati e segnalati all’Autorità Amministrativa competente tre giovani (due di 24 ed uno di 21 anni) per possesso di una modica quantità di droga, probabilmente acquistata poco prima dai pusher della zona.
Inoltre, agenti del Commissariato di Ortigia, hanno rinvenuto e sequestrato nei pressi di largo della Graziella, nascoste in un cespuglio ai piedi di un albero di ulivo, 19 dosi di hashish e 3 di marijuana, già pronte per essere cedute agli assuntori della zona.




Lavora al bar ma percepisce il reddito di cittadinanza: denunciata una 32enne

Una 32enne è stata denunciata a Pachino. La donna lavorava in un bar ma percepiva il reddito di cittadinanza: 1.100 euro al mese. Dovrà ora rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato e di indebita percezione del reddito di cittadinanza.
Il titolare dell’esercizio commerciale è stato sanzionato per oltre 4.000 euro per aver impiegato una lavoratrice non in regola e dovrà stabilizzare la posizione della dipendente, pena la sospensione dell’attività.