Trovato morto in cella Paolo Cugno: uccise la compagna Laura Petrolito

E’ stato ritrovato privo di vita nella cella del carcere di Palermo in cui scontava la sua pena, dopo la condanna in via definitiva a trent’anni di carcere per l’omicidio della sua compagna, la giovane Laura Petrolito, 20 anni, accoltellata a marzo del 2018.

Il corpo di Paolo Cugno, 32 anni, di Canicattini Bagni,  è stato rinvenuto senza vita nella struttura carceraria palermitana. Il pubblico ministero, Claudio Camilleri, ha disposto l’autopsia, alla ricerca di elementi che possano chiarire le cause esatte del decesso.

Il giovane, condannato  in Cassazione, era stato difeso dall’avvocato Titta Rizza, che aveva sostenuto che il 32enne risentisse di  disfunzioni cerebrali causate da un incidente stradale di cui era stato vittima in passato. Una teoria che non ha convinto i magistrati.

Cugno uccise la fidanzata il 17 marzo del 2018, accoltellandola e poi nascondendo il suo corpo in un pozzo artesiano delle campagne di Canicattini. La giovane era madre di suo figlio. Il giovane confessò l’omicidio al termine di un lungo interrogatorio.

Durante gli anni di detenzione a Siracusa, nel carcere di Cavadonna, secondo indiscrezioni sarebbe stato tenuto particolarmente sotto controllo per via di comportamenti non sempre lineari.




Risolta la mini crisi degli ingombranti, a Siracusa ed Augusta riparte il servizio

Riparte il servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti. Dopo lo stop di fine agosto, è stata affidata la nuova procedura per cui a Siracusa si può tornare a conferire i rifiuti di grandi dimensioni presso il Ccr di Targia. Nel contempo, disposto l’avvio delle operazioni straordinarie di raccolta degli ingombranti abbandonati in queste lunghe settimane sulle strade del capoluogo. C’è ancora da attendere per la ripartenza del servizio di prenotazione del ritiro a domicilio. Questione di qualche giorno, assicurano da Palazzo Vermexio. Intanto, anche ad Augusta quasi tutto pronto per il nuovo affidamento e la ripresa del servizio, prevista entro la settimana prossima.
Si tratta delle due principali città della provincia aretusea – non le uniche in Sicilia – costrette a stoppare il servizio per la nota carenza di impianti disponibili a ricevere rifiuti classificati come “ingombranti”.
A causare il problema ai comuni aretusei era stato l’improvviso stop al conferimento nell’impianto di Belpasso. Venendo a mancare il terminale, era stata giocoforza necessaria l’interruzione della raccolta e del conferimento degli ingombranti. Una circostanza che si è, purtroppo, tradotta in un aumento vertiginoso degli abbandoni in strada.
“Con i primi scarichi abbiamo liberato i cassoni del Ccr di Targia, dove adesso si può tornare a conferire gli ingombranti. Nel frattempo, stiamo ricominciando a recuperare quelli abbandonati. A breve riprenderemo il servizio su prenotazione”, spiega l’assessore Andrea Buccheri (Comune di Siracusa).
C’è voluto oltre un mese per riuscire a venire a capo della problematica. “Al di là delle lungaggini amministrative – spiega – il problema di fondo è l’impossibilità di trovare impianti disponibili. Pensate che abbiamo inviato una richiesta a tutti gli impianti siciliani, ma nessuno ha dato disponibilità. Purtroppo da anni non vengono autorizzati nuovi impianti per gli ingombranti. E in quei pochi che ci sono, la capacità si esaurisce ben prima della fine dell’anno”, spiega ancora Buccheri.
Per il momento, anche questa mini-crisi nel sistema regionale dei rifiuti è risolta. In attesa di una mossa del nuovo governo regionale sul tema dei termoutilizzatori. “Non ho sentito una sola parola del presidente in pectore, Schifani, sul sistema di gestione dei rifiuti. Esterrefatto da questo silenzio. Solite sparate, tipo ponte sullo Stretto ma non una parola sulle emergenze vere”, la critica che Buccheri rivolge alla politica regionale.




Droga in via Santi Amato: sequestrate 12 dosi di crack e 19 di cocaina

Ancora sequestri di droga in via Santi Amato.

Nelle prime ore di questa mattina, gli agenti delle Volanti hanno rinvenuto 12 dosi di crack e 19 di cocaina. Il rinvenimento è stato il risultato di servizi quotidiani finalizzati al contrasto della vendita e del consumo di sostanze stupefacenti nelle cosiddette piazze dello spaccio siracusano.

Foto: repertorio




Cannabis terapeutica, convegno Asp nella sede dell’Ordine dei Medici di Siracusa

Di Cannabis terapeutica nel trattamento del dolore cronico si è parlato nel convegno organizzato dall’Asp di Siracusa, in collaborazione con la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG). Nell’aula magna della sede dell’Ordine dei Medici di Siracusa a confronto esperti nazionali, farmacisti, psicologi e medici su un argomento sempre più rilevante in ambito sanitario.
Con il decreto assessoriale n.18 del gennaio 2020, l’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana ha disciplinato le modalità per la prescrizione, l’allestimento, l’erogazione e la rimborsabilità a carico del Servizio Sanitario Regionale dei preparati galenici magistrali a base di Cannabis per uso medico, con riferimento al trattamento del dolore cronico. Tali preparazioni, trovano impiego come terapia sintomatica di supporto ai trattamenti standard, quando questi non hanno prodotto gli effetti desiderati.
Il direttore sanitario dell’Asp di Siracusa, Salvatore Madonia, è intervenuto presentando il percorso avviato dall’Azienda in applicazione del decreto regionale, un percorso scandito da documenti e procedure per regolare il management sicuro della cannabis terapeutica e che ha coinvolto anche i sistemi informativi aziendali per la creazione degli applicativi informatici per il registro unico e la gestione clinica dei pazienti.
Lavinia Lo Curzio, direttrice UOC Risorse Umane, ha spiegato come dall’inizio dell’anno l’Asp di Siracusa abbia stipulato le convenzioni con le farmacie esterne per l’allestimento e la dispensazione di medicinali a base di Cannabis ed ha rimarcato l’importanza di un’adeguata informazione alla popolazione, operando un processo di educazione dei pazienti in trattamento e delle famiglie.
Marilina Schembari, responsabile dell’Unità operativa Terapia del Dolore e responsabile scientifico dell’evento, ha messo in evidenza come disporre delle esperienze che nelle diverse regioni stanno caratterizzando il lavoro delle Aziende sanitarie, permetta un utile confronto per favorire l’adozione di soluzioni efficaci ed efficienti attraverso lo scambio delle buone pratiche.
Per favorire proprio questo scambio, il convegno è stato caratterizzato da un ampio spazio alle relazioni di due esperti di rilievo: Livio Luongo, professore di Farmacologia e Neurofarmacologia dell’Università degli Studi L. Vanvitelli di Napoli e Vittorio Guardamagna, direttore UOC Terapia del Dolore e Cure Palliative dell’IEO di Milano.




Sospensione dalla carica per Pippo Gianni, applicata la legge Severino

In seguito all’arresto ed alla misura cautela dei domiciliari, a cui è sottoposto, scatta anche la sospensione dalla carica per il sindaco di Priolo. Il provvedimento, in esecuzione di quanto prevede la legge Severino, è stato disposto dalla Prefettura di Siracusa.
Questa mattina Polizia e Guardia di Finanza hanno dato corso all’ordinanza del gip del Tribunale di Siracusa. Pippo Gianni è accusato di istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici. Avrebbe agito in concorso con altre persone, privati ma anche pubblici ufficiali, tutti denunciati in stato di libertà.




“Vivrai nei nostri cuori”, striscioni e fuochi d’artificio per l’ultimo saluto a Luca

L’ultimo, commosso saluto a Luca Centofanti è un mix di composto dolore e fragore dei fuochi d’artificio. In mezzo, l’incredulità per una morte in così tenera età. Aveva 14 anni e la sua giovane vita si è interrotta d’improvviso, chiudendosi ai sogni ed ai progetti futuri, contro l’asfalto di via Algeri.
Gremita la chiesa di San Corrado Confalonieri, alla Mazzarona. Tanti ragazzi, molti poco più grandi di Luca. All’interno, una cintura di calore umano abbraccia la mamma ed il papà dello sfortunato ragazzo. Occhi lucidi e singhiozzi accompagnano l’intero rito.
All’esterno, palloncini e striscioni. Come anche nella palazzina dove Luca viveva. “Continuerai a vivere nei nostri cuori, il quartiere non ti dimenticherà mai”, si legge su uno di questi striscioni, in via Algeri, poco distante dal luogo dell’incidente. Ieri anche allo stadio gli ultras della Curva Anna hanno voluto ricordare Luca, dedicandogli un coro.

Sul fronte delle indagini, la pista di una presunta auto pirata viene ormai esclusa dagli investigatori. La Procura ha aperto un’inchiesta per omicidio stradale. Al momento, come atto dovuto, c’è un unico indagato, il 16enne che si trovava insieme a Luca sullo scooter di grossa cilindrata, al momento dell’incidente.




Il sindaco di Priolo ai domiciliari, le accuse: pressioni, assunzioni e denaro

Istigazione alla corruzione, tentata concussione, concussione, falsità materiale ed ideologica in atti pubblici: sono le accuse mosse al sindaco di Priolo, Pippo Gianni, posto questa mattina ai domiciliari. Per alcuni dei reati contestati – secondo la Procura di Siracusa – avrebbe agito in concorso con altre persone, privati ma anche pubblici ufficiali. Sono stati denunciati in stato di libertà.
Nello specifico – spiegano gli investigatori – il primo cittadino priolese avrebbe intimato a imprenditori locali, abusando delle propria posizione di vertice dell’amministrazione comunale, la dazione di ingenti somme di denaro a società da lui indicate, al fine di favorire imprese compiacenti nell’ambito delle gare di appalto, secondo la formula del partenariato pubblico – privato, “garantendo alle stesse un diritto di prelazione rispetto alle altre società concorrenti”.
Altre “pressioni illegittime” sarebbero state poste in essere per agevolare l’assunzione di personale presso aziende leader del polo industriale siracusano. Dalle intercettazioni, è emerso che il sindaco, nel corso di colloqui con alcuni dirigenti dell’area industriale, avrebbe minacciato “l’effettuazione di penetranti controlli e verifiche, nell’esercizio delle competenze attribuite al Comune nel settore ambientale”, nonché “l’irrogazione di sanzioni pecuniarie alle aziende che gli stessi rappresentavano”, qualora non avessero assecondato le sue richieste.
L’attività di interferenza del sindaco – fanno sapere fonti di indagine – è stata riscontrata anche nello stesso ambito comunale, rispetto alla libertà di autodeterminazione dei funzionari dell’ente.
In questo caso, secondo l’accusa, avrebbe imposto al dirigente di settore l’accoglimento di un’istanza volta a ottenere il patrocinio di una manifestazione pubblica nonché un contributo economico per l’organizzazione della stessa, “incidendo sulla sfera decisionale del funzionario”. Atteggiamento simile sarebbe stato posto in essere nei confronti di un altro dirigente comunale, per la revoca in autotutela di un provvedimento con effetti sfavorevoli rispetto alla pratica relativa ad un lido balneare sul litorale priolese.
E ancora, sarebbe stato disposto l’annullamento di multe stradali, elevate a privati che hanno richiesto un suo intervento, “alterando il contenuto dei verbali, in concorso con personale del Comando della Polizia municipale di Priolo”.
Questa mattina è stata eseguita la misura cautelare. In contemporanea sono state svolte delle perquisizioni presso l’abitazione dell’indagato e degli uffici comunali nella sua disponibilità, con la collaborazione di militari del nucleo PEF della Guardia di Finanza.




Depuratore consortile, nuovo amministratore giudiziario per Ias. Verso stop reflui industriali

Nei giorni scorsi è stato nominato un nuovo amministratore giudiziario per Ias, la società che gestisce il depuratore consortile a servizio della zona industriale, da maggio sotto sequestro. Antonio Mariolo prende il posto di Piero Antonio Capitini. Mariolo è un dottore commercialista specializzato nell’amministrazione di impianti di depurazione.
Nel provvedimento con cui è stato nominato, gli viene espressamente richiesto di curare con sollecitudine l’esecuzione del provvedimento dello scorso maggio. Un passaggio non da poco, perchè segnala la volontà – da parte della Procura di Siracusa – di cambiare passo, dopo aver pazientemente atteso per mesi.
A maggio arrivò il provvedimento “shock”, con la pesantissima accusa di disastro ambientale aggravato e “tuttora in consumazione”, dell’aria e del mare. Venne per questo sequestrato il depuratore consortile gestito da Ias. Oltre all’impianto, destinato alla depurazione dei reflui dell’area industriale siracusana e dei Comuni di Melilli e Priolo, sequestrate le quote e l’intero patrimonio aziendale di Ias. Tra le accusa connesse, anche “l’illegittimità dei titoli autorizzatori”.
Il gip accolse la ricostruzione offerta dalla Procura di Siracusa, riconoscendo “la totale inadeguatezza dell’impianto sequestrato allo smaltimento dei reflui industriali immessi dalle società coinvolte”, tanto da stabilire che “il depuratore dovrà continuare ad operare solo con riferimento ai reflui c.d. domestici, senza più poter consentire l’immissione dei reflui provenienti dalle grandi aziende del polo industriale”.
Ed ecco il punto su cui, presumibilmente, la Procura chiede ora di accelerare dopo aver atteso da maggio ad oggi: lo stop effettivo ai conferimenti di natura industriale. Alcuni provvedimenti di questo tipo hanno coinvolto, di recente, Priolo Servizi, ad esempio.
Nel mezzo, secondo alcune fonti, vi sarebbe anche la querelle attorno ad una relazione tecnica inviata dalla curatela alla Regione e datata settembre 2022. Un elaborato in contrasto con le consulenze della Procura di Siracusa e con una consulenza redatta nel 2015 dallo stesso specialista a cui è attribuita questa recente relazione. Sembra una quisquilia tecnica ma il dettaglio, invero, non è da poco visto che questa contestata analisi avrebbe concluso valutando l’impianto capace di trattare quanto allo stato attuale recapitato in fognatura, diversamente da quelle che sono le conclusioni degli inquirenti che sono poi alla base dell’inchiesta e dei provvedimenti sin qui assunti e mantenuti.




Dopo gli incidenti sul lavoro, incontro in Prefettura per un protocollo sicurezza

Di sicurezza sul lavoro si è discusso questa mattina in Prefettura, a Siracusa. I sindacati avevano richiesto il vertice dopo la sequenza di incidenti, anche gravi, nella zona industriale siracusana. Al tavolo, il viceprefetto Alberto Grassia. “Come organizzazioni sindacali registriamo un confronto proficuo su un tema sensibile, per le sue implicazioni, come la sicurezza. Oggi non è più il tempo delle parole ma occorre, di fronte a quella che è diventata una vera emergenza, mettere in equilibrio un intero sistema e riportarlo in un giusto contesto di legalità”, commentano i sindacati Al termine. Alla riunione hanno preso parte anche rappresentati di Confindustria, Asp, Ispettorato del lavoro e Inail per cercare di costruire, ognuno con le proprie competenze, un percorso condiviso che porti alla sottoscrizione di un protocollo di intesa su appalti e sicurezza. “Le organizzazioni sindacali hanno evidenziato che è improcrastinabile affrontare finalmente lo spinoso tema degli ‘appalti al massimo ribasso’, con la convinzione che la sicurezza sul lavoro non può essere considerata un costo dalle aziende, ma rappresenta un investimento e un valore fondamentale del fare impresa“.
I rappresentanti sindacali hanno ribadito la necessità di un tavolo tecnico permanente per definire regole comuni ed esigibili in materia di sicurezza e appalti. Le parti si incontreranno a breve per definire la costruzione di un protocollo condiviso su appalti e sicurezza.




Parco degli Iblei, chi vuole l’istituzione: “Conversione ecologia a Siracusa, Catania e Ragusa”

Mentre è in corso un vivace dibattito sull’opportunità di istituire il parco nazionale degli Iblei per come perimetrato al momento, 61 enti ed istituzioni locali hanno siglato un documento con cui chiedono di velocizzare l’iter. Ad illustrare il “si” al parco così come è stato immaginato in 15 anni di vicissitudini burocratiche è Marco Mastriani, nome di peso dell’Ente Fauna Siciliana.
“L’istituzione del Parco nazionale degli Iblei, oltre a rappresentare un indispensabile riconoscimento utile alla tutela e alla conservazione di un’intera area dell’altipiano ibleo compreso fra le province di Siracusa, Ragusa e Catania (…) rappresenta anche e soprattutto un concreto e nuovo modello di sviluppo che pone le sue fondamenta nel riconoscimento dell’ecoturismo come perno centrale di una nuova programmazione dei territori interessati, ponendo al centro come priorità la tutela del patrimonio ambientale, naturale, culturale e del paesaggio, verso una fruizione consapevole e responsabile degli stessi, con importanti e concreti benefici socio-economici per le comunità locali”, si legge nel documento inviato al Ministero della Transizione Ecologica.
Le perplessità dei territori interessati – attraverso sindaci e associazioni di categoria – puntano sulla zonizzazione poco ragionata che porrebbe limiti in aree già urbanizzate, i dubbi sull’ente gestore e sui fondi per garantire il funzionamento di un parco così grande.
Mastriani ricorda che “l’istituzione del Parco nazionale degli Iblei rientra in linea con gli obiettivi prefissati dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile” e sottolinea poi la necessità di tutelare la biodiversità iblea (“solo nell’anno 2021, in Sicilia, compresa l’area degli Iblei, sono andati in fumo oltre 78 mila ettari di superficie boschiva e vegetazionale”). Motivi per cui “istituire il Parco nazionale degli Iblei consentirebbe di avere maggiori strumenti e risorse economiche finalizzati alla tutela, prevenzione e monitoraggio del fenomeno, oggi divenuto allarmante con dati sempre in crescita, a cui l’istituzione dell’area protetta farebbe scaturire una
notevole diminuzione degli incendi nella Sicilia sud-orientale, anche per il venir meno di eventuali speculazioni sui territori interessati”. Non è chiarito, però, come e chi dovrebbe occuparsi di questa importante tutela in una vastissima area come quella del parco nazionale degli Iblei.
Sulla validità del modello “aree protette”, le 61 associazioni non nutrono il minimo dubbio. “Dallo studio che ha preso in analisi i territori di 23 parchi nazionali, è emerso il censimento di oltre 68.000 attività produttive, con un’incidenza elevata di attività commerciali, attività artigianali, aziende agricole, attività di ristorazione e in generale al comparto diretto e indiretto del settore del turismo, di fatto in controtendenza a coloro che affermano una ipotetica paralisi delle attività economiche all’interno delle aree protette”, si legge nella nota.
E ancora: “Le aree protette costituiscono oggi un vero e grande laboratorio di nuove pratiche innovative ed
ecocompatibili, puntando sulla sostenibilità ed economia dei territori interessati, ponendo al centro le comunità locali, con piccole e medie imprese, oggi sempre di più la vera essenza del modello produttivo italiano. Oggi parlare di blue economy e di green economy, diventa imprescindibile sé non si coinvolgono e accompagnano le comunità locali verso una crescita sostenibile per attuare concretamente una vera transizione ecologica”.
Il parco degli Iblei interviene, però, anche in aree già urbanizzate o con la presenza di attività imprenditoriali o manufatturiere. Non prevedendo un modello ibrido di gestione e tutela, la zonizzazione con il sistema a vincoli crescenti preoccupa le comunità locali che intravedono piuttosto il rischio di una “desertificazione”.
Un rischio che le 61 associazioni ed imprese che firmano la richiesta di accelerare l’istituzione del parco non intravedono e smentiscono. “Si proceda, riconoscendo sempre di più l’importanza e il valore della biodiversità in Italia e in Sicilia, attuando politiche di tutela, promozione e valorizzazione del patrimonio naturale, ambientale e culturale del nostro paese e avviando una vera e propria conversione ecologica ma anche e soprattutto socio-economica nei territori compresi della Sicilia orientale e nello specifico in provincia di Siracusa, Ragusa e Catania”.