Isab Priolo, Musumeci scrive a Draghi: “Evitare una catastrofe sociale”

«Sulla Raffineria Isab dell’area industriale di Siracusa serve chiarezza. Il governo Draghi ci dica finalmente cosa intende fare del più importante polo energetico dell’Isola». È l’appello che il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha rivolto al premier e al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, a seguito del paventato rischio di chiusura della Raffineria di Priolo, in applicazione delle sanzioni alla Russia, visto che quel Paese fornisce la totalità del petrolio lavorato.
«Ogni scelta che il governo nazionale vorrà adottare – aggiunge il governatore siciliano – non può prescindere da una serena e attenta valutazione degli effetti che ne deriverebbero, in termini economici e sociali. Parliamo di centinaia di imprese e di migliaia e migliaia di lavoratori, tra diretto e indotto. Chiedo quindi al ministro Giorgetti, del quale conosco sensibilità ed equilibrio, di coinvolgere presto la Regione e le rappresentanze datoriali e sociali per un confronto che non porti ancora una volta la mia Isola a pagare un costo non più sostenibile».
Questa mattina, l’assessore regionale all’industria, Mimmo Turano, si era rivolto al ministro leghista Giorgetti. Ma dal Ministero dello Sviluppo Economico rimbalza solo l’assicurazione di “attenzione” sulla situazione del polo industriale siracusano. Esclusa l’ipotesi del ricorso al golden power, ovvero la nazionalizzazione della raffineria Isab di Priolo. “Non è all’ordine del giorno del cdm di domani”, spiegano fonti ministeriali. “La preoccupazione per i risvolti sociali sull’area però esiste – aggiungono – e la situazione è all’attenzione del Mise”.




Zona industriale, la crisi è dietro l’angolo. Niente golden power, appello a Giorgetti

«Ho chiesto al ministro Giorgetti di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa, sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non c’è più tempo da perdere». Lo dice in una nota Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione siciliana. Turano sottolinea anche che «la guerra in Ucraina e l’inasprimento delle sanzioni alla Russia rischiano di determinare serie ripercussioni su alcune grandi imprese che operano nel territorio siracusano compromettendo il futuro dell’intero petrolchimico siracusano». In realtà il problema è ancora più serio e complesso. Il boicottaggio in atto ai danni di Isab-Lukoil sta già producendo seri problemi, al punto che nel grande stabilimento arriva oggi solo petrolio greggio russo, con la stretta creditizia delle banche. Se con le sanzioni dovesse chiudersi anche quella fornitura, sarebbe un dramma operativo con migliaia di persone improvvisamente senza lavoro.
Nelle ultime ore si era parlato di attivare la golden power per Isab Lukoil, ovvero una sorta di nazionalizzazione per tutelare la sede produttiva, i lavoratori e l’asset strategico industriale. Ma il ministro Giorgetti ha smentito una simile opzione, confermando che la situazione dell’area industriale di Siracusa “è all’attenzione del Mise”. Se cade Isab, l’effetto domino sull’intero polo siracusano sarebbe immediato. La paura aumenta con il passare dei giorni e le crescenti tensioni internazionali. Dal governo si attende un cenno che non pare arrivare. E non sono rare le voci che additano la Lega (Giorgetti è espressione di quel partito, ndr) come “responsabile” di una pericolosa tattica attendistica sull’industria siciliana.
«Non si tratta più di evitare una crisi ormai conclamata ma di scongiurare un vero e proprio disastro sociale ed economico per la Sicilia. Mi aspetto, dunque, dal ministro Giorgetti una risposta chiara sui tempi per il riconoscimento dell’area di crisi e sulle altre iniziative che il governo nazionale intende mettere in campo tutelare il petrolchimico», dice l’assessore Turano. Ma sin qui anche il governo regionale è stato poco incisivo, ha agito per spot e spesso fuori tempo massimo.




Covid, l’analisi della settimana: contagi in rialzo, specie a Siracusa e Messina

Torna leggermente a crescere il numero di nuovi positivi in Sicilia, nella settimana dal 18 al 24 aprile. L’incidenza è pari a 33632 (+11.98%), con un valore cumulativo di 695.78/100.000 abitanti. Il tasso più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Messina (987/100.000 abitanti) e Siracusa (790/100.000). In provincia di Siracusa sono stati 3050 i nuovi positivi nei sette giorni presi in esame. Nella settimana precedente erano stati 2757.
Le fasce d’età più a rischio sono quelle tra gli 11 e i 13 anni (817/100.000 abitanti) e tra i 6 e i 10 anni (821/100.000). Prosegue il trend di decrescita delle nuove ospedalizzazioni, che riguardano in circa tre quarti dei casi pazienti non vaccinati o con ciclo vaccinale incompleto.
Sul fronte della campagna di vaccinazione i segnali sono positivi: nella settimana 20-26 aprile si è registrato un incremento dell’8,91% delle prime dosi rispetto alla settimana precedente. Il 27,72% della fascia d’età 5-11 anni è vaccinato con almeno una dose, mentre il 23,78%, pari a 74.882 bambini, ha completato il ciclo primario. I ragazzi d’età superiore a 12 anni vaccinati con almeno una dose si attestano al 90,02%, mentre ha completato il ciclo primario l’88,73% del target regionale. Complessivamente i vaccinati con dose aggiuntiva/booster sono 2.708.265, pari al 75,82% degli aventi diritto, mentre sono 863.566 i cittadini che possono effettuare la somministrazione booster ma non l’hanno ancora fatta.
Dal 12 aprile, inoltre, è stata estesa la somministrazione della seconda dose booster (quarta dose) ai cittadini over 80, ospiti dei presidi residenziali per anziani e ai soggetti tra 60 e 80 anni affetti da condizioni di particolare fragilità come indicato dal ministero della Salute. Ha diritto alla quarta dose chi ha ricevuto la prima dose booster da oltre 120 giorni senza intercorsa infezione da Covid-19. Dall’1 marzo sono state effettuate 6.016 somministrazioni di quarta dose, delle quali 3.494 a over 80.




Rifiuti in strada, la mossa dei comuni siracusani: “Riaprire a tempo le discariche in provincia”

Non c’è più spazio per i rifiuti prodotti dai comuni del siracusano nella discarica di Lentini. Messi all’angolo anche dalla “prepotenza” di Catania e Palermo, i centri aretusei hanno preparato la loro risposta alla crisi del sistema regionale di gestione dei rifiuti. Le scene peggiori nel capoluogo, con la spazzatura rimasta in strada non raccolta per raggiunti limiti, in più quartieri.
I sindaci di tutte le 21 città si sono riuniti nelle ore scorse e sotto la guida del presidente della Srr Rifiuti provinciale, il primo cittadino di Noto Corrado Figura, hanno predisposto la strategia siracusana. “Invieremo tra poche ore una nota a Palermo nella quale chiediamo che vengano attivate le procedure per stanziare finanziamenti per la riapertura a tempo delle discariche utilizzabili in provincia”, spiega Figura alla redazione di SiracusaOggi.it. Una manovra politica da leggere come una forzatura, una risposta al fastidio dilagante per i “soprusi” consentiti e permessi ai due capoluoghi principali (Palermo e Catania) in barba a norme e regole chiare sulla differenziata. La provincia di Siracusa chiede, insomma, alla Regione di permettere l’apertura – sino a quando non ci saranno i termoutilizzatori – delle discariche attivabili nel territorio: Cardona a Siracusa, una vasca a Pachino, l’organico a Noto e poi anche Rosolini. In modo da poter conferire senza i limiti imposti a Lentini dalla Sicula, vissuta come troppo “contigua” – e non solo territorialmente – a Catania (Michelangelo Giansiracusa dixit).

“Aspettiamo una convocazione a Palermo per discuterne. E se non dovessero convocarci a breve, andremo comunque a trovare il governo regionale. La protesta non rimarrà a Siracusa, ci faremo sentire anche laddove prendono le decisioni per tutti i territori”, assicura Giansiracusa, sindaco della virtuosa Ferla e capo di gabinetto del sindaco di Siracusa.
Sullo sfondo, ma neanche troppo, l’aumento del costo per il conferimento dei rifiuti a Sicula Trasporti: potrebbe a breve arrivare a 370 euro a tonnellata. “Ingestibile per noi Comuni. E non si può far ricadere tutto il peso sui cittadini, con la Tari. Noi non ci stiamo a questo gioco”, annuncia il sindaco di Noto. “Con tutti i sindaci della provincia metteremo in mora chi deve attuare quello che è previsto per legge”, assicura Figura garantendo una linea più intransigente nelle interlocuzioni con una Regione convinta di poter sempre fare il bello e il cattivo tempo in provincia di Siracusa.




La donna morta in casa in Ortigia a Pasqua, l’autopsia esclude l’omicidio: incidente

L’autopsia ha confermato il malore come causa del decesso della 56enne trovata priva di vita nella sua abitazione di Ortigia, nel giorno di Pasqua. L’autopsia, effettuata nei giorni scorsi, ha permesso di escludere l’ipotesi di un delitto. Nessun segno di violenza, spiegano fonti vicine agli ambienti investigativi. Resta in piedi, pertanto, la prima ricostruzione, quella di un incidente. La donna, che soffriva di una patologia nervosa, avrebbe accusato un malore, finendo per perdere l’equilibrio e sbattere la testa. Nel tentativo di chiedere aiuto, si sarebbe faticosamente trascinata sul pavimento, spiegando in questo modo la scia di sangue in casa.
Le indagini, affidate ai Carabinieri, non hanno tralasciato alcuna pista. Subito erano stati anche visionati i filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, alla ricerca di eventuali elementi sospetti, senza che nulla sia emerso.




Risse e aggressione, c’era una volta l’isola felice. Riccardo Gennuso: “Blindare Marzamemi”

Adesso a Marzamemi c’è preoccupazione. Le ultime risse e le scene da far west hanno scosso il piccolo borgo. Commercianti ed operatori del settore turistico preoccupati dall’onda di commenti negativi sui social. E su tutto, il timore che possano ripetersi gli episodi di violenza del 25 aprile scorso.
“Se il far west è cominciato ed ancora non è arrivata l’estate, figuriamoci cosa accadrà in pieno agosto a Marzamemi”, si domanda Riccardo Gennuso, imprenditore nel settore turistico nella frazione di Pachino, figlio dell’ex deputato regionale Pippo e candidato alle prossime elezioni regionali. “Siamo alla vigilia della festa del 1° Maggio ed il rischio che tutto possa ripetersi è reale. Se non si fermano questi disturbatori, Marzamemi rischia di diventare un luogo della degenerazione, altro che turismo”, accusa. Il timore è che saranno tante le famiglie a rinunciare alle vacanze con disdette negli alberghi, case vacanze, b&b e ristoranti. “Dopo due anni di pandemia sarebbe una vera mazzata per l’economia locale. Purtroppo – aggiunge Riccardo Gennuso – ci sono dei ragazzini in stato di ebrezza a provocare le risse a Marzamemi e alla fine finiscono per coinvolgere anche gli adulti. Questi soggetti, oltre a rovinare l’immagine dei luoghi, danneggiano interi settori del commercio come bar, pub e ristoranti. Servono più uomini e donne delle forze dell’ordine, perchè i violenti vanno identificati e magari sanzionati con il Daspo urbano. Occorre pure istituire a Pachino un tavolo tecnico composto dall’amministrazione, dai commercianti, dagli imprenditori e dalle associazioni di categoria. Occorre blindare Marzamemi prima che sia troppo tardi”.

foto archivio




Le associazioni di categoria: “A Marzamemi garantire h24 la sicurezza dei visitatori”

“E’ necessario che venga garantita in ogni momento della giornata la sicurezza dei tantissimi visitatori che stanno scegliendo Marzamemi, in numero sempre crescente, come mèta delle loro vacanze. Ed è necessario che gli operatori economici possano essere messi in condizione di poter svolgere la loro attività in maniera ordinata e serena”. Lo dicono in una nota congiunta i rappresentati della Pro Loco Marzamemi, dell’associazione Borgo Sostenibile, del Cenaco Marzamemi e di Confartigianato Siracusa, Confesercenti, Cna, del Comitato territoriale Pachino/Noto, di Confcommercio/Federalberghi e il comandante Distaccamento A.Z.E.A. di Pachino. Nelle ore scorse si sono riuniti per esaminare la situazione del borgo marinaro, alla luce delle risse che hanno funestato la giornata del 25 aprile.
Da più parti viene chiesto l’intervento della Prefettura di Siracusa, con un vertice dedicato del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica. Il Comune di Pachino, intanto, ha disposto che da venerdì non venga diffusa musica all’esterno dei locali pubblici. “Riteniamo utili i provvedimenti urgenti adottati dalla sindaca Petralito e confermiamo la nostra piena disponibilità a collaborare con il Comune di Pachino e con tutte le Forze dell’Ordine per rendere sempre più vivibile Marzamemi, con regole che consentano il consolidarsi di un turismo di qualità”, scrivono i rappresentati delle nove associazioni firmatarie della nota.




Strade, un milione di euro per il Giro d’Italia che parte da Avola e passa in provincia

In vista del Giro d’Italia, le strade di Avola si rifanno il look. Il maggio partenza della carovana rosa proprio dalla cittadina siracusana. Avviati i lavori di ripavimentazione e di messa in sicurezza del tracciato urbano e provinciale, conferma la deputata regionale Rossana Cannata, candidata a sindaco di Avola.
“Ammontano a circa un milione di euro gli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria alla viabilità che il governo regionale, tramite l’assessorato delle Infrastrutture, ha destinato alla provincia siracusana”, scrive in una lettera. “Il Giro d’Italia rappresenta una straordinaria vetrina internazionale per la nostra città, la provincia siracusana e l’intera Sicilia. Una prestigiosa partenza che ho fortemente voluto e sostenuto, in sinergia con l’assessore regionale dello Sport Messina e il presidente Musumeci. L’evento consentirà di accogliere sportivi, e non solo, provenienti da ogni parte del mondo, apportando un notevole impulso allo sviluppo turistico e a tutto il suo indotto”.
La parlamentare regionale conclude: “Il Giro d’Italia, inoltre, consegnerà ai residenti e utenti benefici in termini di decoro e messa in sicurezza grazie agli interventi di manutenzione delle strade percorse dai ciclisti”.




Viabilità asfittica verso sud: via Elorina e Siracusa-Rosolini, “problema che si ripresenta”

Il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Paolo Ficara (M5s), punta la sua attenzione sulla asfittica viabilità della zona sud di Siracusa. Il parlamentare aretuseo ha raccolto numerose testimonianze di cittadini e turisti, costretti a lunghe file in auto per raggiungere le spiagge del capoluogo e le bellissime località della zona sud della provincia.
“Già questi primi momenti festivi, tra Pasqua ed il ponte del 25 aprile, hanno confermato l’esistenza di un problema che si ripresenta puntualmente con la bella stagione ed aggravato dal cantiere su una corsia della Siracusa-Gela nei pressi di Cassibile”, spiega proprio Ficara.
“Ma non solo. Non esistono alternative all’uso dell’auto privata e, sempre in tema di viabilità zona sud, via Elorina diventa spesso un budello obbligato in entrata e uscita dal capoluogo per centinaia di automobilisti. E l’autostrada, specie tra Siracusa e Rosolini, è spesso un calvario. In particolare, il cantiere presso Cassibile non sembra affatto procedere celermente. La Regione richiami il Consorzio Autostrade Siciliane, che gestisce quel tratto, e faccia qualcosa nell’interesse di questa provincia. La Regione – insiste Paolo Ficara – potrebbe anche chiedere a Trenitalia l’attivazione della fermata dei treni alla stazioncina di Fontane Bianche nei giorni festivi, quando cioè più serve in questo periodo. Al momento non è prevista. Ecco, chiedo al governo regionale di intervenire in modo da offrire quantomeno una alternativa all’auto ed alle file eterne. Discorso a parte meriterebbe il trasporto pubblico verso le zone balneari di Siracusa”, aggiunge Paolo Ficara.
“Si parla tanto di transizione, mobilità sostenibile ma all’atto pratico, tutte queste situazioni concrete, evidenziano la assenza di iniziative virtuose e strutturali”.




Tende all’esterno del villaggio dei braccianti di Cassibile. I residenti: “Paradossale”

Non sono passate inosservate quelle tende montate davanti all’ingresso del villaggio per braccianti stagionali di Cassibile. La struttura, allestita un anno fa per evitare che si formassero baraccapoli nelle aree rurali a ridosso della frazione siracusana, è aperta da circa una decina di giorni. Sono poco meno di 40 attualmente gli ospiti, braccianti stranieri con regolare contratto (richiesto per poter essere ospitati nel villaggio).
Quelle tende all’esterno, verosimilmente, ospitano persone non ancora “regolarizzate” che hanno comunque deciso di piazzarsi a ridosso del punto di ritrovo che è la struttura di contrada Palazzo. La situazione è stata già segnalata dai residenti. “Le tende installate a ridosso del cancello di ingresso del villaggio sono passate da due a tre e le baraccopoli sparse nel territorio sono in cospicuo aumento”, denuncia il portavoce del Comitato spontaneo dei residenti, Paolo Romano. “Sapete cosa da più fastidio? L’indifferenza di molti, che si girano dall’altra parte e diventano complici di una situazione assurda e irreale. Lo scorso anno si erano annunciate roboanti soluzioni per la problematica con annessi e connessi. Evidentemente il comitato dei cittadini che si è sempre opposto a questa dispendiosa ed inutile soluzione aveva ragione”, rivendica Romano. “Purtuttavia ci preme sottolineare come la situazione sia fuori controllo e chi di competenza si adoperi per ripristinare il vivere civile in un territorio già di per sé fortemente penalizzato”.