Auteri Vs La Vardera: “Affigge la sentenza Cuffaro e un articolo sul mio conto, gioca per visibilità”

“Non si gioca con la rabbia delle persone solo per aumentare la propria visibilità sui social, senza peraltro partecipare in modo costruttivo ai lavori di commissione e d’aula. Invito il presidente Galvagno ad adottare regole chiare all’interno dell’Assemblea Regionale Siciliana: non si può trasformare il Parlamento in un palcoscenico per registrazioni, teatrini e campagne di consenso personale. Le istituzioni vanno rispettate”. Lo dichiara il deputato regionale della Democrazia Cristiana Carlo Auteri, in riferimento al gesto del collega Ismaele La Vardera, che ha affisso all’ingresso del gruppo parlamentare DC la sentenza di condanna di Totò Cuffaro e un articolo di giornale riguardante lo stesso Auteri. “Premesso che il collega è sotto scorta e, ci tengo a ribadirlo con rispetto, nessuno mette in dubbio il suo coraggio e l’impegno con cui ha portato alla luce alcune vicende importanti – dice – Ma ciò non giustifica la continua spettacolarizzazione dei disagi, usati e amplificati attraverso la macchina della comunicazione per generare clamore. Lo dico da esperto: La Vardera sa essere un discreto attore, e lo dimostra in queste sue sceneggiate che gli garantiscono like, visualizzazioni e popolarità”. Non manca un passaggio sul presidente della Dc: “Quando attacchi Totò Cuffaro, attacchi un uomo che, dopo aver pagato per i propri errori e aver scontato la pena con dignità, ha scelto di dedicarsi agli altri, mettendo sempre al primo posto i rapporti umani e la speranza. Il valore di una persona si misura nella capacità di rialzarsi, non nella rabbia con cui si punta il dito. Cuffaro ha scontato con umiltà un percorso della propria vita e merita rispetto come chiunque abbia scelto la via del riscatto. A meno di non ritenere una persona colpevole a vita”. Auteri conclude con un richiamo alla coerenza: “Mi sono scusato pubblicamente per parole pronunciate nei suoi confronti in un momento di rabbia, parole che non ripeterei mai più – conclude – Ma anche il collega dovrebbe riflettere e chiedere scusa per la continua distorsione comunicativa che porta avanti, più utile a creare divisione che a costruire politica. Chi fa politica dovrebbe essere guidato da spirito di servizio, non dalla sete di visibilità. Invito quindi La Vardera a studiare la storia politica della Democrazia Cristiana, un partito che ha scritto pagine decisive per la nostra terra. La Sicilia non si cambia con i video e con la rabbia, ma con il lavoro, l’ascolto e la responsabilità”.




Il vino torna Pop: Ortigia ospita la seconda edizione di Vinacria

Torna a Siracusa Vinacria – Ortigia Wine Fest,l’evento dedicato ai vini, agli oli e alle eccellenze enogastronomiche di Sicilia. L’appuntamento è per il 23 e 24 novembre 2025 all’Antico Mercato di Ortigia, nel cuore del centro storico siracusano, dove produttori, esperti, appassionati e viaggiatori del gusto si incontreranno per celebrare un racconto autentico del vino siciliano. Il salone si articolerà in due giornate: domenica 23 novembre, dedicata al grande pubblico con banchi d’assaggio e incontri divulgativi (prezzo d’ingresso € 25 acquisto on line vinacriawinefest.it), e lunedì 24 novembre, riservata a operatori di settore, buyer e stampa con ingresso gratuito, per favorire occasioni di scambio e nuove collaborazioni professionali.
Ideato e organizzato da Giada Capriotti, presidente dell’Associazione Vinacria, in collaborazione con Kiube Studios, il salone nasce come un progetto culturale capace di unire racconto, esperienza e formazione. Dopo un primo anno che ha registrato oltre 2500 presenze, Vinacria si prepara a una nuova edizione con oltre 80 produttori (tra cui vino, olio, spirits e distribuzioni nazionali ed internazionali) confermandosi tra gli appuntamenti enogastronomici più attesi nel mondo del vino italiano. Quest’anno il tema scelto è POP – Popular, accessibile, inclusivo, autentico – con l’obiettivo di riportare il vino alla sua dimensione originaria: quella di linguaggio universale, capace di unire persone e culture, in perfetta linea con i trend che stanno spopolando, anche tra un pubblico più giovane. Vinacria sceglie di superare la barriera dell’élite per restituire al vino la sua voce popolare, rendendolo protagonista di una narrazione semplice, diretta e coinvolgente. Il vino come patrimonio collettivo, come strumento di dialogo e di identità. L’edizione 2025 accoglierà, dunque, oltre ottanta produttori di vino, olio e distillati provenienti da tutta la Sicilia, affiancati da alcune presenze “d’oltremare” che arricchiranno il confronto tra territori e tradizioni. A questi si aggiungono sei masterclass – cinque dedicate al vino e una all’olio extravergine – pensate per offrire momenti di approfondimento guidati da enologi, sommelier e comunicatori di rilievo nazionale e internazionale. Accanto alla dimensione enologica, Vinacria si propone come laboratorio di cultura e inclusione. L’iniziativa coinvolgerà attivamente gli studenti dell’Istituto Alberghiero di Siracusa, offrendo esperienze formative sul campo, e vedrà la partecipazione di esercenti, albergatori, ristoratori e botteghe di Ortigia, trasformando l’intera isola in una vera e propria festa diffusa del gusto. Un’attenzione particolare sarà dedicata alle tematiche sociali e civili, con momenti di sensibilizzazione sull’inclusione e sulla lotta alla violenza. Vinacria, infatti, non è solo un evento, ma un progetto di comunità che mette al centro la persona, il territorio e la cultura del fare. Inserito nel calendario ufficiale della Regione Europea della Gastronomia 2025, il festival rappresenta una piattaforma dinamica di confronto tra tradizione e futuro, un luogo dove il vino diventa narrazione, incontro e strumento di sviluppo territoriale.
«Sono profondamente felice per questa seconda edizione di Vinacria che registra una partecipazione ancora più ampia da parte dei produttori siciliani – dichiara Giada Capriotti, presidente dell’Associazione Vinacria- con nuove aree dedicate anche a oli, spirits e con il coinvolgimento di importanti realtà della distribuzione nazionale.Un segnale forte arriva anche dal pubblico, sempre più consapevole, curioso e partecipe, così come dagli operatori del settore: per me e per tutto il gruppo di lavoro significa aver gettato basi solide per un progetto che guarda lontano e che mette al centro la condivisione, non la speculazione».
«Vinacria-prosegue Capriotti- non è solo un festival del vino: è un progetto di marketing territoriale che punta al coinvolgimento attivo di strutture ricettive, ristoratori, albergatori, scuole, associazioni. Un lavoro di comunità che vuole creare rete, cultura e appartenenza. È anche un nuovo modo di comunicare il vino: più semplice, ma mai banale. Un luogo dove prima del calice vengono le persone, dove si racconta con parole chiare e sincere il valore del lavoro dei nostri produttori, che va compreso, sostenuto e rispettato.Crediamo in una comunicazione circolare, inclusiva, che tuteli davvero gli interessi di tutto il comparto – piccoli e grandi produttori – e che dia spazio a temi fondamentali come l’inclusione, la socialità e la consapevolezza».
«Vinacria prende posizione contro ogni forma di violenza, contro la guerra, il bullismo, la mafia. Intrecceremo queste tematiche allo sviluppo della manifestazione perché sentiamo la responsabilità di affrontarle, soprattutto con i più giovani, promuovendo anche un’educazione al bere consapevole».




Cambiano gli orari della Ztl in Ortigia, feriali e festivi: ecco il nuovo sistema

Cambiano gli orari della Zona a traffico limitato in Ortigia. Lo prevede un’ordinanza del settore Mobilità e trasporti pubblicata oggi. Da domani (16 ottobre), nei giorni feriali, le auto non potranno accedere nel centro storico di Siracusa dalle 11 alle 15.30 e dalle 17 alle 2 del giorno successivo, fatta eccezione per i mezzi dei residenti e per quelli degli autorizzati. Nelle domeniche e nei festivi la chiusura sarà anticipata alle ore 10 per proseguire ininterrottamente fino alle 2 del giorno dopo.
​Per quel che riguarda le operazioni di carico e scarico delle merci, nei giorni feriali saranno consentita solo nelle ore di apertura della Ztl, cioè dalle 2 alle 11 e dalle 15.30 alle 17 (ad eccezione delle aree pedonali). I mezzi dovranno sostare solo negli stalli previsti e fino a un massimo di 30 minuti, esponendo il disco orario.
​Questa regolamentazione resterà in vigore fino all’approvazione dei nuovi provvedimenti che riguarderanno, oltre alla Ztl, pedonalizzazione, zone scolastiche e congestion charge.




Omicidio di Lele Scieri, definitive le condanne ai due ex parà della Folgore

La Cassazione ha rigettato i ricorsi dei due imputati per l’omicidio in concorso di Emanuele Scieri. Diventano così definitive le condanne a 22 anni per Alessandro Panella e 9 anni e 9 mesi per Luigi Zabara, ex parà della Folgore e commilitoni di Scieri. Secondo la ricostruzione della procura di Pisa, il giovane siracusano fu vittima di un grave atto di nonnismo: il militare morì il 13 agosto 1999 all’interno della caserma Gamerra, dopo essere caduto da una torre di asciugatura dei paracadute.
“E’ stata definitivamente scritta la storia e adesso la mamma di Emanuele e suo fratello Francesco conoscono finalmente i volti dei suoi assassini”, ha commentato sui social l’avvocato della famiglia Scieri, Ivan Albo. “Ventisei anni fa è stato ucciso da balordi che per punirlo, assumendo avesse violato le loro regole del nonnismo, lo picchiarono selvaggiamente, imposero che si svestisse, lo martoriarono e nella fuga disperata su di una scala in una torretta per sottrarsi alla violenza feroce e irrazionale veniva inseguito e gettato nel vuoto a circa dieci metri di altezza. E infine il suo corpo occultato perchè non venisse rintracciato nell’immediato, ma solo tre giorni dopo. Tutto questo adesso è storia. Verità e giustizia per Lele”, aggiunge.
Carlo Garozzo ha guidato l’azione dell’associazione Giustizia per Lele Comitato per Lele, lungo tutti questi 26 anni. “Abbiamo combattuto la battaglia di verità e giustizia nel nome di Emanuele Scieri con la compostezza e signorilità che si doveva ad Emanuele e alla sua famiglia. Mai una parola fuori luogo, mai una parola di odio, mai una oltre le righe se non quella del lecito e giustificabile sentimento di dolore e di questo ringraziamo la famiglia Scieri per l’insegnamento ricevuto. Per molti la nostra battaglia sembrava essere solo una perdita di tempo, un inutile tentativo di affermare quel sentimento di giustizia sempre più lontano dal comune sentire”, racconta. “Abbiamo passato notti insonni, pianto e appesantito i nostri pensieri ma nel nostro sangue Emanuele ha avuto la forza di scorrere e indicarci la strada”.




“Lele ha cucito la vita di tante persone. Finalmente giustizia, quando pochi ci speravano”

Ventisei anni dopo, c’è una verità processuale. Ci sono due condanne definitive per l’omicidio di Lele Scieri. C’è la conferma di una ricostruzione agghiacciante, partita da atti di nonnismo spiccioli e dilagata in violenza omicida. Ventisei anni. Dopo una coraggiosa commissione parlamentare d’indagine, una determinata Procura di Pisa, un nuovo atteggiamento del ministero della Difesa, una dignitosa famiglia che ha combattuto sempre e solo per la verità.
Ha vinto la giustizia, ha perso la giustizia? Sentimenti e sensazioni contrastanti, in una storia che ha rischiato per tanto, troppo tempo di essere “solo” uno dei tanti misteri italiani, casi senza soluzione eppure così dolorosi.
“Sono vere entrambe le cose. Perché sicuramente questa storia è caratterizzata da un cambio di passo, evidenziato anche ieri dal procuratore generale nel corso della requisitoria in Cassazione. L’inizio è stato purtroppo caratterizzato da quell’omertà che ha portato tutti a tacere, in coda ad indagini che probabilmente non sono state svolte correttamente. Anche il ritrovamento del cadavere tre giorni dopo la morte ha sicuramente influito, in quanto le condizioni del cadavere non hanno consentito di rintracciare tante delle ferite che magari avrebbero potuto chiarire fin dall’inizio, come la famiglia ha sempre saputo, come gli amici hanno sempre saputo, che non si poteva trattare di un suicidio. Quindi c’è stata questa omertà, anche da parte dello Stato”, commenta oggi l’avvocato Alessandra Furnari che insieme al collega Ivan Albo ha assistito la famiglia di Lele Scieri. “C’è stato un momento, però, in cui lo Stato ha cambiato la sua prospettiva. E quel momento ha coinciso con la commissione parlamentare presieduta da Sofia Amoddio. E poi con l’impegno che la Procura di Pisa ha posto nello svolgimento di queste nuove indagini. Anche la Difesa, che noi avevamo chiamato come responsabile civile, ha assunto le proprie responsabilità in ordine a quel tempo ed a quelli che erano i suoi militari”.
Se oggi esiste una verità processuale, una buona parte del merito è da riconoscere al lavoro solitario e certosino condotto dall’allora parlamentare del Pd, Sofia Amoddio, con una commissione parlamentare d’indagine che svelò i buchi delle vecchie teorie e gli elementi di prova, molti esistenti già all’epoca dei fatti. “Emanuele ha cucito le vite di tante persone che si sono ritrovate a lottare per la giustizia in un momento in cui nessuno più ci credeva”, commenta. “Oggi dopo tanti anni posso dire che sono accadute le cose giuste, al momento giusto. Io in due anni di commissione ci ho messo tutta me stessa, ma era un tunnel buio. Non sapevo dove saremmo arrivati. Ho conosciuto tante persone, anche ad esempio il procuratore Crini. Fino ad arrivare agli avvocati che hanno poi seguito il caso perché io non volevo mischiare i ruoli”.
E’ la prima volta in Italia che una commissione parlamentare riesce a far riaprire un caso giudiziario. “Erano state fatte quattro archiviazioni, due dalla Procura di Pisa e altrettante da parte della Procura Militare.
Dalla riapertura del caso, sono stati individuati i responsabili per come evidenziato dalla commissione. E poi gli avvocati hanno fatto il percorso processuale, insieme alla famiglia. Oggi siamo alla parola fine, dopo 26 anni. E sono tanti…”.




Il sindaco Italia: “Emanuele Scieri, finalmente giustizia è fatta”

Anche il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha accolto con soddisfazione la conclusione del percorso processuale sulla morte di Emanuele Scieri, con la conferma delle condanne per omicidio volontario in concorso. “Ci sono voluti 26 anni ma alla fine giustizia è stata fatta. Con il pronunciamento della Cassazione si chiude la vicenda giudiziaria di Emanuele Scieri, un nostro concittadino, giovane avvocato morto, durate la leva, nella caserma dei paracadutisti a Pisa per un atto di nonnismo dettato da un distorta interpretazione di parole come gerarchia, comando, onore, Patria”, dice Italia in una nota.
“Oggi – prosegue il sindaco Italia – il mio pensiero va alla famiglia di Emanuele, al padre che non c’è più e a quanti hanno lottato ogni giorno affinché quella tragedia non fosse dimenticata. Mi riferisco agli amici di Emanuele e a quanti in seno alla commissione parlamentare, presieduta dall’onorevole Sofia Amoddio, raccolsero elementi che consentirono di riaprire un’indagine giunta a un punto morto”.
Resta l’amarezza per quasi trent’anni di attesa per avere giustizia. “E rimane l’amaro per una vita che poteva essere salvata se fossero stati chiamati i soccorsi e per l’impunità di cui hanno goduto coloro i quali hanno tentato di impedire che la verità venisse a galla o che hanno agito contro i doveri dello Stato”.




Sbarco di 45 migranti a Portopalo, tra loro 13 donne e diversi minorenni

Nella serata di ieri, poco dopo le 21, sbarco di migranti a Portopalo. Sotto a pioggia, a bordo di una piccola imbarcazione, sono arrivati in contrada Guardiani in 45. Tra loro anche 13 donne e molti minorenni. Si tratta di eritrei, somali e sudanesi.
Per le prime operazioni di soccorso, in campo la Protezione Civile di Portopalo insieme alle forze dell’ordine. I volontari si sono occupati di rifocillare i 45 stranieri, poi accompagnati all’interno di un capannone messo a disposizione da un privato. A coordinare le operazioni, la Prefettura di Siracusa.
I migranti sono apparsi in buone condizioni e nelle prossime ore dovrebbero lasciare Portopalo per raggiungere con un autobus l’hotspot di Augusta. Qui verranno espletate le procedure di identificazione e fotosegnalamento.
Le indagini dovranno invece occuparsi della presenza di eventuali scafisti e approfondimenti sul porto di partenza e la rotta seguita.




Stazione elettrica Terna a Palazzolo, i dubbi del senatore Nicita in una interrogazione

Il senatore Antonio Nicita (PD) ha presentato un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente e della Cultura sul progetto della Stazione Elettrica 380/150 kV di Terna prevista a Palazzolo Acreide. L’esponente dem chiede di fare piena luce sulla natura e sulle finalità dell’opera, ufficialmente descritta come connessione locale ma che, per dimensioni e caratteristiche tecniche, “appare come un vero e proprio hub strategico per la distribuzione dell’energia rinnovabile nel Sud-Est siciliano”.
Nel documento, Nicita evidenzia diverse criticità e incongruenze. A partire dal fatto che la stazione elettrica è definita in modo difforme nei vari Piani di sviluppo di Terna (2021, 2023 e 2025); per proseguire con il parere negativo che sarebbe stato espresso dalla Soprintendenza di Siracusa per la presenza di vincoli archeologici nell’area di Santo Lio, parte del comprensorio Unesco di Siracusa e del Val di Noto; concludendo poi con il parere contrario sul progetto espresso dal Consiglio comunale di Palazzolo Acreide .
Il senatore richiama inoltre la mancanza di studi geologici, viari e di sicurezza pur trattandosi di un impianto situato in un’area con rischi sismici e idrogeologici.
“La stazione elettrica non può essere qualificata in modo diverso a seconda della convenienza procedurale. Se si tratta di un hub strategico per le rinnovabili, deve essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale cumulativa e a Valutazione di Incidenza Appropriata, nel rispetto delle direttive europee e dei vincoli archeologici”, puntualizza Nicita.
Il senatore Pd ha infine chiesto al governo di chiarire la copertura finanziaria del progetto e di sospendere le procedure espropriative in corso fino al completamento delle verifiche ambientali e archeologiche.




Emergenze ambientali, Cannata (FdI): “Chiarezza sulla gestione sanitaria nelle aree a rischio”

Dopo l’incendio del sito Ecomac e gli interrogativi aperti sulla gestione dell’emergenza sanitaria e ambientale, il parlamentare nazionale di Fratelli d’Italia Luca Cannata, interviene con una nuova iniziativa istituzionale. In una nota inviata ai vertici dell’Asp di Siracusa, Cannata ha chiesto chiarimenti urgenti sulla gestione sanitaria nelle Aree a Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA) che comprendono i territori di Augusta, Floridia, Melilli, Priolo Gargallo, Siracusa e Solarino. “È doveroso verificare se esistano tutte le procedure, i protocolli e le informazioni necessarie per affrontare eventi accidentali. La salute dei cittadini non può essere lasciata al caso né all’improvvisazione”, spiega.
Il documento, trasmesso anche al Ministero della Salute, alla Prefettura, ad Arpa Sicilia e agli Assessorati regionali alla Salute e all’Ambiente, segnala sette criticità nella gestione delle emergenze: assenza di reperibilità h24 del Dipartimento di Prevenzione, mancanza di protocolli operativi con Arpa, scarsa trasparenza sui dati del Laboratorio di Sanità Pubblica, oltre alla mancata pubblicazione di schede sanitarie e report aggiornati nei Piani di emergenza.
Cannata chiede all’Asp di aggiornare e rendere pubbliche le informazioni, di attivare un protocollo formale con Arpa e Prefettura e di predisporre materiali informativi accessibili ai cittadini, soprattutto per le fasce più vulnerabili.
Il parlamentare ha fissato un termine di dieci giorni lavorativi per ricevere un riscontro formale, con l’indicazione di un referente e di un cronoprogramma per eventuali interventi.
“Il tema è la chiarezza. Ogni cittadino ha diritto di sapere quali strumenti esistono per tutelare la propria salute. L’obiettivo è rafforzare la prevenzione e restituire fiducia a un territorio che merita risposte concrete”.




Il “si” convinto di Carlo Auteri (Dc) ai due termovalorizzatori in Sicilia

“L’introduzione dei termovalorizzatori in Sicilia rappresenta non solo un passaggio tecnico, ma un vero cambio di paradigma nella gestione dei rifiuti”. Ne è sicuro Carlo Auteri, deputato regionale della Democrazia Cristiana, che in commissione Ambiente ha espresso voto favorevole al provvedimento che apre alla realizzazione dei nuovi impianti.
Per il parlamentare siracusano si tratta di “un passo importante, in linea con quanto avviene nel resto del mondo. La gestione dei rifiuti deve finalmente uscire da logiche opache e diventare un modello trasparente, sostenibile e innovativo. Il termovalorizzatore – aggiunge – non è un nemico dell’ambiente, ma uno strumento per trasformare il rifiuto in risorsa, se gestito in modo sano e intelligente”.
Auteri cita come esempio CopenHill, l’impianto di termovalorizzazione di Copenaghen, capace di trattare oltre 400 mila tonnellate di rifiuti l’anno e di convertirli in energia e calore per migliaia di abitazioni, integrando spazi pubblici e impianti sportivi sulla sua copertura.
“Lì la tecnologia è diventata simbolo di sostenibilità e rigenerazione urbana. È tempo che anche la Sicilia compia questo cambio di passo, aprendosi a una gestione moderna e responsabile del ciclo dei rifiuti”.
Il deputato Dc sottolinea che la realizzazione di due termovalorizzatori, a Catania e Palermo, rappresenterebbe “una scelta storica per liberare definitivamente le città dall’incubo della spazzatura abbandonata e dai costi del trasporto dei rifiuti fuori regione”.
“Il beneficio più importante – conclude Auteri – sarà culturale: ogni siciliano potrà diventare protagonista attivo di un ciclo virtuoso, dove il conferimento corretto dei rifiuti genera valore. È l’occasione per trasformare una criticità cronica in una straordinaria opportunità di rinascita ambientale, economica e sociale per l’intera isola”.