Sicurezza nei luoghi pubblici e di intrattenimento, l’azione costante della Polizia Amministrativa

Ultimo trimestre particolarmente intenso per la Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Siracusa. In una provincia meta di turismo internazionale, l’obiettivo è stato quello di garantire la sicurezza dei luoghi pubblici e di intrattenimento e di vigilare sulla corretta applicazione delle normative che tutelano la salubrità di cibi e bevande. Un’attività capillare, che ha interessato non solo il capoluogo ma anche i Commissariati distaccati della provincia.
Nel corso delle verifiche, sono state identificate 356 persone e controllati 185 esercizi pubblici tra paninerie, pizzerie, ristoranti, chioschi, bar, stabilimenti balneari e strutture ricettive.
L’attività ha portato all’elevazione di 92 sanzioni amministrative, per un totale di circa 115.000 euro; 21 persone sono state denunciate per violazioni legate alle licenze rilasciate dall’Autorità di Pubblica Sicurezza. In 12 casi, le irregolarità accertate hanno comportato la chiusura temporanea degli esercizi.
“La funzione di Polizia Amministrativa e Sociale – ha spiegato il Questore di Siracusa, Roberto Pellicone – è svolta in via prioritaria dalla Polizia di Stato e dalle articolazioni della Questura che vigilano sull’esatta e corretta applicazione delle leggi poste a presidio della sicurezza pubblica. Lo scopo precipuo di tale delicata attribuzione – ha aggiunto – è quello di evitare che vengano commessi illeciti amministrativi e che si verifichino eventi dannosi. Il servizio svolto è inteso a tutela della maggioranza degli imprenditori e degli esercenti che operano con scrupolo e nel rispetto delle regole, offrendo all’utenza beni e servizi in sicurezza”.
I controlli continueranno anche nei prossimi mesi, in particolare in vista delle festività e degli eventi autunnali, in modo da garantire un contesto urbano sicuro, trasparente e rispettoso della legalità.




Borsa di studio Turi Volanti, il Gagini premia la studentessa Erica Zagra

E’ Erica Zagra, studentessa della sezione figurativo grafico-pittorico del Liceo Artistico “Antonello Gagini”, la vincitrice della sesta borsa di studio intitolata a Turi Volanti, del valore di 5.000 euro. La cerimonia di consegna si terrà giovedì 16 ottobre alle ore 10.00 presso l’aula magna dell’Istituto, in via Piazza Armerina.
L’iniziativa, nata per sostenere gli alunni più meritevoli del Liceo Artistico, è resa possibile grazie alla donazione di 50.000 euro effettuata dallo stesso Turi Volanti, artista floridiano scomparso, che ha voluto destinare questa somma a favore dei giovani talenti dell’arte siracusana.
Volanti, figura centrale del panorama culturale siciliano tra gli anni Settanta e Novanta, fu fondatore di riviste come “Acquaforte”, “Climiti” e “Anapos” oltre che autore di poesie e prose in cui l’arte dialogava costantemente con la parola. Al Gagini ha inoltre donato numerose opere, oggi parte della pinacoteca dell’Istituto.




Siracusa, mercato immobiliare in leggera flessione ma resta tra i più dinamici della Sicilia

Nel primo semestre del 2025 il mercato immobiliare siracusano ha registrato una lieve flessione, ma continua a mantenersi tra i più attivi dell’Isola. Secondo l’analisi di Abitare Co., società specializzata in intermediazione e servizi immobiliari, nel periodo gennaio–giugno le compravendite di abitazioni a Siracusa sono state 816, con una variazione del -3% rispetto allo stesso periodo del 2024.
Rapportando le transazioni alla popolazione maggiorenne, il capoluogo aretuseo conta 83 compravendite ogni 10mila residenti, un valore che colloca Siracusa al terzo posto in Sicilia dopo Trapani (94) e Catania (85), davanti a Ragusa (81) e Caltanissetta (76).
Un dato che, nonostante la leggera contrazione, conferma la tenuta del mercato immobiliare locale, trainato da una domanda costante di seconde case e da investitori attratti dal fascino storico e paesaggistico della città.
A livello regionale, la Sicilia ha totalizzato nel semestre 25.917 compravendite, in crescita del +7,3% rispetto al 2024. Tuttavia, considerando il rapporto con la popolazione maggiorenne, l’Isola si posiziona al 14° posto in Italia con 64 compravendite ogni 10mila residenti, segno di un mercato che cresce ma in modo più contenuto rispetto ad altre regioni.
“Spesso i centri medio-piccoli, come Siracusa, mostrano una vivacità superiore alle grandi città grazie a una maggiore accessibilità dei prezzi e a un’offerta più diversificata”, spiega Giuseppe Crupi, CEO di Abitare Co. “Il mercato locale beneficia inoltre dell’interesse turistico e della qualità della vita, fattori che attirano acquirenti anche da fuori regione”.
Il confronto con gli altri capoluoghi siciliani mostra un quadro eterogeneo. Trapani emerge come la piazza più vivace, Catania cresce a doppia cifra (+14,9%), mentre Palermo, pur avendo il maggior numero di transazioni (3.539), risulta meno dinamica rispetto agli abitanti, con 68 compravendite ogni 10mila residenti.




Attesa e preghiere per la donna accoltellata a Canicattini. I medici: “Cauto ottimismo”

Sono ore di attesa e preghiera per Maria Carola, la 33enne aggredita dall’ex compagno a Canicattini Bagni. Trasportata ieri in codice rosso all’Umberto I di Siracusa, è stata sottoposta ieri ad delicato intervento chirurgico. Le indicazioni che arrivano dai sanitari quest’oggi aprono ad un cauto ottimismo. Nonostante le ferite profonde all’addome ed al torace, non sono stati compromessi organi vitali.
Sul suo corpo si è scatenata la violenza inaudita dell’uomo che diceva di amarla, un 34enne di Avola con cui aveva intrecciato una relazione sentimentale chiusa da qualche tempo. L’ha attesa all’uscita dalla casa di cura in cui lavora, a Canicattini Bagni. Una volta entrata in auto, è iniziato l’incubo. Un numero impressionante di fendenti sferrati con un coltello prima di darsi ad una breve fuga, mentre iniziavano i disperati soccorsi.
“A nome mio personale, dell’Amministrazione comunale e di tutta la Comunità di Canicattini Bagni non posso che esprimere vicinanza alla giovane vittima di questo increscioso e vigliacco crimine e alla sua famiglia”, dice il sindaco Paolo Amenta. “Desidero ringraziare per l’immediato intervento la Polizia Municipale, gli operatori del 118 e i Carabinieri che con tempestività hanno prestato soccorso alla giovane vittima e, nel contempo, individuato e assicurato alla giustizia l’accoltellatore. Auguriamo alla nostra giovane concittadina una veloce guarigione che la riporti all’affetto dei suoi cari”. E il pensiero corre subito ai due figli della donna, di 8 e 9 anni, avuti da una precedente relazione.
Attesa, intanto, per l’interrogatorio del 34enne avolese arrestato poco dopo il tremendo fatto di sangue. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, la donna lo aveva già denunciato per minacce. Una relazione complessa la loro, interrotta – rivelando alcune fonti locali – dalla stessa ragazza, allarmata da alcuni tratti caratteriali dell’uomo.




Amenta: “Quando una donna trova il coraggio di denunciare, lo Stato deve agire subito”

“Una comunità sgomenta, una giovane madre in ospedale e una violenza che non riusciamo più a comprendere né a fermare”. Sono le parole amare del sindaco di Canicattini Bagni, Paolo Amenta, il giorno dopo il drammatico accoltellamento della 33enne Maria Carola, aggredita dall’ex compagno, un 34enne di Avola, arrestato con l’accusa di tentato omicidio.
La vittima è ricoverata all’ospedale Umberto I di Siracusa, dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico. C’è ottimismo da parte dei medici, le ferite al torace ed all’addome – seppur numerose e profonde – non hanno compromesso organi o funzioni vitali. “Si sta provando a salvare la vita ad una mamma di due bambini”, ha detto Amenta prima di definire l’aggressione “un gesto di una viltà e di una vigliaccheria disarmante”.
Il primo cittadino di Canicattini non nasconde la rabbia e la preoccupazione per “una violenza ormai fuori controllo, che si insinua anche nelle comunità più tranquille”. E punta il dito contro l’abuso di droghe e il degrado sociale. “Non è comprensibile una violenza di questo tipo, se non determinata da una cattiva salute mentale o dall’uso di sostanze che fanno diventare aggressivi in modo incredibile. Oggi c’è in giro qualcosa che non riusciamo più a controllare: troppi stupefacenti, troppe armi. Le nostre città la notte sembrano popolate da zombie”.
Ma il cuore dell’intervento del primo cittadino è un appello preciso al legislatore nazionale, affinchè vengano modificate le norme sulla tutela delle donne e rendere immediato l’intervento dopo una denuncia. “Quando una donna trova il coraggio di denunciare, lo Stato deve agire subito. Bisogna intervenire subito, mettere al sicuro la vita di chi denuncia e poi capire chi ha torto o ragione”, dice Amenta in diretta su FMITALIA. “Non possiamo più aspettare i tempi lunghi della burocrazia: la società è cambiata, le leggi devono cambiare con essa”.
Secondo Amenta, il sistema di prevenzione è “fermo a vent’anni fa” ed oggi è incapace di rispondere alla nuova realtà sociale. “Viviamo in una società pericolosissima – ribadisce – dove l’uso di sostanze, la disponibilità di armi e la perdita di valori rendono tutto più instabile. Servono norme rapide, semplici e strumenti che permettano alle forze dell’ordine di intervenire prima che sia troppo tardi. Non possiamo più nascondere la testa sotto la sabbia. Serve prevenzione, serve collaborazione tra istituzioni, serve una presa di coscienza collettiva. Nessuno può permettersi il lusso di togliere la vita a un’altra persona. Una vita umana non è solo una tragedia individuale, trascina nel baratro un’intera comunità”.




Amore criminale, la psicologa: “Relazioni tossiche e possesso, serve educazione sentimentale”

E’ successo un’altra volta. Ancora un uomo che aggredisce una donna, quella che diceva di amare. Sotto shock la comunità di Canicattini Bagni, con il pensiero che corre alle tragedie di Laura Petrolito (17 marzo del 2018) e Maria Ton (16 giugno 2014). E sullo sfondo, quella fastidiosa sensazione che forse si poteva evitare l’ultimo feroce atto. C’erano i segnali e, si apprende, anche una denuncia per minacce.
E quella domanda che agita i pensieri: perchè? “I segnali di escalation vengono spesso sottovalutati”, risponde la psicologa Marta Mancuso. “Al netto degli aspetti giuridici, si tratta di un qualcosa vissuto come un vero e proprio affronto personale. Da quanto osserviamo noi – spiega la professionista che opera nel recupero di uomini autori di violenza – le persone che rispondono con condotte aggressive al termine della relazione, manifestano una totale incapacità di vedere la donna come una persona libera e sul proprio stesso piano. E questo è aggravato drammaticamente nei casi in cui ci sia la presenza, non importa se reale o immaginaria, di un altro uomo”.
L’autostima vacilla, in storie personali di uomini con un presente ed un passato di abbandoni. “L’esercizio del potere, attraverso una relazione violenta e controllante, aiuta a mantenere in piedi un’immagine identitaria molto precaria, poco resiliente, pronta a crollare facilmente. Dall’esperienza sul campo – aggiunge la dottoressa Mancuso – il pensiero di massima che un uomo autore di violenza formula quando una donna decide di interrompere la relazione è ‘sicuramente c’è un altro’, verbalizzato e vissuto con un’angoscia malcelata che parla della necessità atavica di affermazione ‘territoriale’ del maschio, che in una logica antica ancora operativa domina”.
Alla donna non vengono riconosciuti gli stessi diritti che invece l’uomo riconosce a se stesso, sottacendo invece “la paura costante di essere tradito, abbandonato, ingannato e un attaccamento tanto rigido da diventare mortifero”.
Ancora nel 2025, la legittimazione delle donne come esseri umani sullo stesso piano degli uomini “viene vissuta come una minaccia che fa persino storcere il naso, anche a molti trentenni. Pensate a quanti ragazzi sono pronti a giurare oggi che ‘non ci sono più le femmine di una volta’, che ‘una volta era meglio’ e che ‘il mondo è perso ormai’. La cosa allarmante – analizza Marta Mancuso – è che queste dinamiche dilagano tra i giovanissimi e parliamo anche di molti minori”.
E’ venuta meno l’educazione emotiva. “Come professionista, credo debba essere urgentemente introdotta a scuola, a partire dall’età dell’infanzia. Perché dove c’è ascolto non c’è violenza. E l’ascolto, prima che dell’altro, dobbiamo imparare ad averlo di noi stessi”.




L’attesa, l’aggressione, la fuga e l’arresto: in carcere il 34enne che ha accoltellato la ex

Nelle prossime ore comparirà davanti al magistrato per l’udienza di convalida, il 34enne arrestato per il tentato omicidio di Canicattini Bagni. Tanti gli interrogativi che cercano risposta, a partire dal perchè di tanta, assurda e cieca violenza. Ma l’uomo potrebbe anche optare in questa fase per il non rispondere alle domande.
I Carabinieri lo hanno bloccato nel pomeriggio di ieri, poco dopo l’aggressione. Determinanti alcune testimonianze circa l’auto usata per la fuga e la targa. Lo hanno trovato al Pronto soccorso dell’ospedale Di Maria di Avola, la sua città di origine. Nella colluttazione con la ex compagna, si sarebbe procurato una ferita con lo stesso coltello usato per colpire ripetutamente la 33enne. Sulle condizioni della donna, cauto ottimismo dei medici dopo l’intervento chirurgico a cui è stata sottoposta.
L’arma è stata ritrovata e posta sotto sequestro dagli investigatori. La scelta di raggiungere Canicattini con un coltello per poi attendere la 33enne all’uscita del lavoro, verosimile segnale della già maturata intenzione di aggredirla, potrebbe portare anche alla contestazione della premeditazione.
Una volta bloccato, è stato dapprima condotto in caserma. Dopo quelle che sarebbero state le prime ammissioni, è poi scattato il trasferimento in carcere. Le indagini dirette dalla Procura di Siracusa proseguono, per definire il quadro di un episodio drammatico




Tentato femminicidio di Canicattini, il Codacons: “Codice rosso, falle nella prevenzione”

Il Codacons e il Codacons Donna intervengono sul tentato femminicidio di Canicattini Bagni e sollevano dubbi sull’efficacia del Codice Rosso. “Ancora una volta ci troviamo di fronte a una vicenda che mette in luce falle profonde nei meccanismi di prevenzione e protezione. Non basta che una donna trovi il coraggio di denunciare: lo Stato deve essere pronto a garantirle tutela immediata e reale”. Lo dice l’avvocato Federica Prestidonato, presidente di Codacons Donna. “Il Codice Rosso, nato per velocizzare le procedure, rischia di rimanere un contenitore vuoto se non accompagnato da una rete operativa efficiente e da risorse adeguate. Servono risposte concrete e tempestive, non solo buone intenzioni.”
Le due realtà associative intendono richiamare l’attenzione sulle criticità dei meccanismi di tutela previsti dalla normativa vigente e sulla necessità di un intervento più rapido e coordinato da parte delle autorità competenti.
“Se, come riportato dagli organi di stampa, la vittima aveva già sporto denuncia contro l’ex nel mese di settembre – afferma l’avvocato Bruno Messina, Vicepresidente Regionale Codacons – è doveroso chiedersi quali misure siano state effettivamente attivate nei giorni e nelle settimane successive. Il Codice Rosso è davvero uno strumento efficace nei casi in cui la rapidità può salvare una vita?”.
“Si tratta dell’ennesimo atto di violenza inaudita – prosegue Messina – che colpisce una donna indifesa e conferma quanto sia ancora radicata una cultura di sopraffazione e possesso. Ma sostenere la vittima adesso non basta: occorre comprendere se gli strumenti previsti dalla legge siano realmente in grado di prevenire simili tragedie. È necessario migliorare i protocolli di intervento e rafforzare la collaborazione tra Prefetture, Forze dell’Ordine e Centri Antiviolenza, affinché gli inquirenti possano realmente proteggere chi rischia di subire violenza da un ex compagno o da uno spasimante molesto”.
Per Messina, “la tempestività è decisiva. Intervenire subito e in modo coordinato dopo una denuncia può fare la differenza tra la vita e la morte. Servono risposte concrete, una rete stabile tra istituzioni e cittadini e un potenziamento degli strumenti di tutela per evitare che simili episodi si ripetano”.




Da Palermo a Canicattini Bagni, i giorni della violenza. Le parole della politica

“Esprimo la mia più profonda vicinanza alla donna gravemente ferita nel terribile tentato femminicidio avvenuto ieri, a Canicattini Bagni, ed ai suoi familiari, sconvolti da un atto di violenza che scuote le coscienze di tutti noi”. Lo dice il deputato regionale Carlo Gilistro (M5S) che condanna con fermezza l’ennesimo episodio di violenza in Sicilia. “Da Palermo a Canicattini stiamo vivendo giorni segnati da un orrore oltre ogni limite, che testimonia il profondo smarrimento di una società che ha perso i propri riferimenti, travolta dall’abuso di droghe, dall’indifferenza e da una crescente depersonalizzazione alimentata dai social network”, aggiunge Gilistro.
“Occorre – aggiunge l’esponente cinquestelle – uno sforzo collettivo per tornare a guardare negli occhi la realtà, per ascoltare e comprendere i fenomeni che agitano le nostre comunità. Non possiamo limitarci alla condanna morale dopo ogni tragedia: servono strumenti educativi, sociali e normativi per prevenire e ricostruire legami umani e comunitari. Il centrodestra metta da parte i toni muscolari e la tentazione di alimentare divisioni. La violenza si combatte con la responsabilità, la cultura, il dialogo e la presenza delle istituzioni nei territori”.
Anche il deputato regionale del PD e sindaco di Solarino, Tiziano Spada, ha commentato l’accaduto. “A nome mio, e della comunità di Solarino che rappresento, esprimo ferma condanna per quello che è successo a una giovane donna canicattinese, vittima di tentato femminicidio”. Spada esprime vicinanza alla donna e alla sua famiglia, augurando loro di potersi ritrovare al più presto e di considerare, con il passare del tempo, questo tragico evento come un brutto ricordo. “Ho già sentito telefonicamente il sindaco Paolo Amenta, condivido la sua rabbia e gli ho espresso solidarietà nei confronti dell’intera città. Canicattini Bagni è un comune virtuoso, e la comunità saprà compattarsi intorno a questa giovane donna che è stata vittima di un comportamento inaccettabile, da condannare in ogni sede. Da rappresentante delle istituzioni voglio ringraziare il personale sanitario del 118, intervenuto prontamente per soccorrere la donna, e le forze dell’ordine che si sono subito adoperate per svolgere le indagini e individuare il presunto responsabile”.
Anche la sindaca di Avola, Rossana Cannata, non nasconde lo sconcerto alla notizia dell’aggressione avvenuta a Canicattini. “Condanniamo con forza il ricorso alla violenza, specie nel contesto di relazioni affettive passate, comportamento intollerabile e inaccettabile. Confidiamo nel costante impegno e nel lavoro dei Carabinieri che stanno conducendo le indagini, delle Forze dell’Ordine e della Magistratura. Alla vittima va la totale solidarietà mia personale e quella della Città di Avola, insieme all’augurio di una pronta guarigione”.




Gestione emergenza Ecomac, la Regione avvia un accertamento ispettivo

La Regione Siciliana ha disposto l’avvio di un accertamento ispettivo nei confronti dell’Asp di Siracusa, in merito alla gestione dell’emergenza dovuta al rovinoso incendio sviluppatosi nell’impianto di stoccaggio rifiuti Ecomac.
Rispondendo alla richiesta del parlamentare Luca Cannata (FdI) che aveva denunciato “criticità gestionali”, il Presidente della Regione Renato Schifani ha trasmesso agli assessorati e dipartimenti regionali competenti la richiesta di avvio di indagine.
La Regione ha invitato gli uffici preposti ad avviare “ogni adempimento di competenza” per poi relazionare direttamente alla presidenza circa gli esiti. La comunicazione è stata rivolta all’assessorato regionale alla Salute, al Dipartimento di Pianificazione Strategica ed al Dipartimento per le Attività Sanitarie.
L’esponente di FdI aveva trasmesso lo scorso 10 ottobre la richiesta formale richiesta di attivazione di un’indagine ispettiva nei confronti della Direzione Generale dell’Asp di Siracusa. “Le disfunzioni e le omissioni riscontrate – ha attaccato Cannato – risultano allarmanti, perché dimostrano una carenza di preparazione e coordinamento che, in caso di incidente industriale su larga scala, potrebbero determinare conseguenze gravi e irreparabili per la popolazione esposta”, con riferimento alla gestione della vicenda Ecomac.
Alle parole di Cannata aveva replicato lo stesso dg dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone. “L’emergenza seguita all’incendio presso l’impianto Ecomac è stata gestita con tempestività, rigore e trasparenza, nel pieno rispetto del principio di precauzione ed in costante coordinamento con Prefettura, Arpa, Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine e Comuni interessati e con l’attivazione di un articolato sistema di sorveglianza e prevenzione sanitaria che ha coinvolto in modo integrato tutti i dipartimenti aziendali”, le sue parole. Il dg ha respinto con fermezza ogni accusa di inerzia o omissione nella gestione dell’emergenza sanitaria seguita al grave incendio.
Sulla richiesta di ispezione si era spaccato il centrodestra siracusano, con i deputati regionali Riccardo Gennuso (FI) e Carlo Auteri (DC) che hanno criticato l’iniziativa del parlamentare Cannata, difendendo l’azione dell’Azienda Sanitaria aretusea.