Bando start up a Priolo Gargallo: 10mila euro a fondo perduto per idee imprenditoriali

E’ stato pubblicato, sul sito del Comune di Priolo, il bando pubblico per finanziare nuove attività imprenditoriali. Le domande potranno essere presentate entro il 30 giugno 2022.
Questi i settori interessati: commercio, artigianato ed agricoltura a vocazione equosolidale, fornitura di servizi alle imprese e alle persone, turismo e valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale, arte, design e nuove tecnologie web. L’iniziativa ha come nome ““La tua Idea d’Impresa Start Up a Priolo Gargallo”.
Ai progetti selezionati sarà concesso un finanziamento una tantum e a fondo perduto di 10 mila euro ciascuno, con fondi interamente comunali. Si tratta di somme accantonate grazie alla rinuncia dello stipendio da parte del sindaco Pippo Gianni.
“Una grande opportunità – ha sottolineato il primo cittadino – in particolare per i più giovani. Il mio invito è di cogliere questa sfida, per dare slancio alla nostra città e nuovo impulso all’innovazione del tessuto economico e sociale”.




Due televisori rubati da un b&b di Noto, denunciato un 17enne

Un 17enne è stato denunciato a Noto per furto aggravato. Nonostante la giovane età, era già volto conosciuto dalle forze dell’ordine. Lo scorso 12 febbraio, una donna ha presentato in Commissariato la denuncia per un furto perpetrato nella sua abitazione, adibita a struttura ricettiva.
In particolare, la vittima ha raccontato che intorno alle 08.30 si era accorta che in due camere mancavano i televisori installati alle pareti. Ignoti, forzando la porta finestra delle camere, se ne erano impossessati.
Le indagini di polizia giudiziaria – che si sono avvalse anche delle immagini estrapolate dall’impianto di video sorveglianza – hanno permesso agli investigatori di identificare l’autore del furto.




Siracusa. Tornano i ladri di rame al cimitero, tranciati i cavi: black-out e disagi

Sembra ormai una sorta di appuntamento fisso, praticamente settimanale o quasi. Ancora una volta i ladri di rame sono entrati in azione ai danni del cimitero comunale di Siracusa. E’ la quarta volta in un mese e mezzo circa e questa volta il danno sarebbe più importante rispetto all’ultima (che risale al 7 gennaio scorso). I malviventi, nella notte, hanno tranciato i cavi che si trovano lungo la recinzione esterna, nei pressi del secondo cancello. Si tratta di cavi che alimentano l’energia elettrica nella struttura, non solo per i lumini, ma per la refrigerazione delle salme e per gli uffici. Eliminando la guaina di plastica che riveste i cavi, i ladri si impossessano dell’ “oro rosso” da rivendere illecitamente, per tirar su, in realtà, cifre irrisorie. Avviati gli interventi di ripristino, che potrebbero comportare tempi più lunghi rispetto al previsto perchè anche la linea interna ha subito danni. Non è escluso che possa verificarsi nella giornata di oggi qualche disagio. Sul posto agenti della polizia municipale e tecnici dell’ente che eroga energia elettrica.




Viola divieto di avvicinamento alla casa della ex, arrestato e rimesso in libertà

Agenti delle Volanti di Siracusa, durante un servizio di controllo del territorio in via Santi Amato, hanno identificato un uomo di 42 anni che, dagli accertamenti è risultato destinatario del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie.
Ma in quel momento l’uomo si trovava proprio nei pressi dell’abitazione della donna. Eì stato, quindi, sottoposto agli arresti per la violazione del provvedimento di cui era destinatario. L’Autorità Giudiziaria ha successivamente disposto che l’uomo fosse rimesso in libertà.




Reati contro i giornalisti, al Siracusa Institute approfondite linee guide internazionali

Il Procuratore capo di Siracusa, Sabrina Gambino, ha indirizzato oggi, all’apertura della sessione pomeridiana, un indirizzo di saluto ai 22 Pubblici Ministeri provenienti dall’Africa, dal mondo arabo, dall’Asia, dall’Est Europa e dall’America Latina che stanno approfondendo le Linee Guida per i Pubblici Ministeri nei procedimenti per i reati contro i Giornalisti, elaborate dall’Associazione Internazionale dei Pubblici Ministeri (International Association of Prosecutors – IAP) e dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Istruzione, la Scienza e la Cultura (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization – UNESCO), in collaborazione con il Siracusa International Institute for Criminal Justice and Human Rights.
Al termine, il Procuratore ha raccolto, nel corso di una riunione ristretta, le congratulazioni del presidente del Siracusa Institute Jean-Francois Thony, del presidente dell’Associazione Internazionale dei Pubblici Ministeri, Cheol-Kyu Hwang, e del Direttore della Sezione “Libertà di Manifestazione del Pensiero e Sicurezza dei Giornalisti” dell’UNESCO, Guilherme Canela, per il contributo di conoscenza offerto ai partecipanti.
Il corso proseguirà sino al giorno 18 febbraio con l’obiettivo di fornire ai partecipanti strumenti operativi per la conduzione delle indagini e dei procedimenti penali nei reati contro I giornalisti e gli operatori del settore dell’informazione e di verificare la funzionalità dei meccanismi per la protezione dei giornalisti e delle loro fonti.




Covid, il bollettino: 232 nuovi positivi in provincia, in calo a Siracusa (-47)

Sono 232 i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Come ogni lunedì, numeri ridotti rispetto ai giorni precedenti anche per il minor numero di tamponi processati nel fine settimana. Uno sguardo in dettaglio ai numeri del capoluogo. A Siracusa, scende lievemente di 47 unità il numero degli attuali positivi: sono ora sono 2.280. Sono 46 le persone in isolamento fiduciario a Siracusa città.
Situazione ricoveri: sono 39 i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 35 di loro ricovero in regime ordinario, 4 in terapie intensiva.
In Sicilia, in questo primo giorno in zona gialla, sono 2.524 i nuovi casi registrati a fronte di 19.703 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 260.900 (+894). I guariti sono 1.770, 19 i decessi. Negli ospedali siciliani sono 1.430 i ricoverati (+21), 116 (+1) in terapia intensiva. Quanto alle singole province, questi i numeri di oggi: Palermo 660 nuovi casi, Catania 648, Messina 341, Siracusa 232, Trapani 165, Ragusa 167, Caltanissetta 160, Agrigento 182, Enna 128.




L’altra emergenza: Lungomare di Levante, l’ingrottamento alla base del muraglione

L’insolita prospettiva permette di analizzare meglio le condizioni del muraglione di Levante, alla cui base si è aperta nei mesi scorsi una vera e propria “voragine”, lunga più di 12 metri e profonda almeno 2. Grazie allo scatto realizzato da Dario Ponzo, in un solo colpo d’occhio è facile capire perchè – a livello della strada – sia stato inibito il passaggio dei pedoni e la sosta delle auto.
Alla base della parete est dell’isolotto era già stato segnalato ad agosto 2021 un piccolo “buco”. Poi, a causa della continua azione del mare, il problema si è amplificato a dismisura, assumendo le proporzioni attuali. I marosi, soprattutto con le mareggiate di ottobre e novembre, hanno “mangiato” diversi metri di riempimento all’interno del muraglione su cui poggia via Vittorio Veneto.
Dalla Protezione Civile è stato assicurato uno stanziamento pari a circa 190mila euro, per un intervento di somma urgenza. Nei prossimi giorni previsto un incontro tra il responsabile regionale della Protezione Civile, Salvo Cocina, ed il capo di gabinetto del sindaco di Siracusa. Da definire tempi e modalità di intervento, e non solo per il lungomare di Levante pure tra i temi in discussione.
Secondo prime indicazioni, i lavori qui dovrebbero essere svolti attraverso l’ausilio di un ponteggio. Impossibile, spiegano i tecnici, fare ricorso ad una chiatta: il basso fondale e la presenza a poca distanza dei frangiflutti sconsiglierebbero il ricorso ad un intervento via mare. Si cercherà allora di recuperare e riutilizzare i conci del rivestimento interno finiti in mare sotto i colpi delle onde, anche per garantire quanto più possibile l’omogeneità del muraglione. Il rattoppo, insomma, non dovrebbe essere troppo evidente. L’obiettivo dichiarato è quello di chiudere prima possibile quell’ingrottamento, specie prima che possa iniziare a destare qualche ulteriore preoccupazione. La soluzione definitiva del problema passa, ancora una volta, dalla necessità di adottare nuove protezioni per “depotenziare” i marosi che si infrangono sulle coste siracusane esposte.




Orrore ad Augusta: ridotto in fin di vita da tre aguzzini, 56enne in rianimazione

Hanno sequestrato un 56enne. Lo hanno picchiato ripetutamente per farsi consegnare del denaro. Scene da Arancia Meccanica ad Augusta dove tre persone – due uomini ed una donna – sono state arrestate dai Carabinieri. Il trio era già noto alle forze dell’ordine. A comporlo un 39enne, una 38enne ed un 30enne, tutti augustani.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i tre da tempo vessavano la vittima con continue richieste di soldi che l’uomo non voleva e non poteva più soddisfare. All’ennesima richiesta, lo scorso sabato sera ed al successivo rifiuto, i tre lo hanno raggiunto in casa danneggiando parti dell’abitazione ed usando un ombrello e delle sedie trovate sul posto per aggredirlo.
Per costringerlo a dare loro il denaro, lo hanno successivamente caricato in macchina e portato a casa della ex moglie, distruggendo anche questa abitazione perché pure la donna si era rifiutata di consegnar loro del denaro.
La vicenda ha avuto ulteriore seguito per strada, in via Lavaggi, davanti ad un noto bar, dove alcuni avventori hanno chiamato i Carabinieri consentendo loro di arrestare gli aggressori e di richiedere l’intervento del 118 per la vittima.
L’uomo, ricoverato presso il locale ospedale, versa in prognosi riservata ed in pericolo di vita per le lesioni interne e l’emorragia celebrale riportate.
I tre aggressori sono stati arrestati e condotti in carcere a Cavadonna e Messina (Gazzi). Sono accusati di tentato omicidio e sequestro di persona a scopo di estorsione.




Di Sarcina verso la presidenza dell’Autorità del Mare. Prestigiacomo (FI): “Inaccettabile”

Dopo l’intesa con tra il ministro Giovannini ed il presidente della Regione Musumeci sul nome di Francesco Di Sarcina, manca solo il voto delle commissioni parlamentari per la definizione conclusione della lunga partita per la presidenza dell’autorità Portuale della Sicilia Orientale (Augusta-Catania). Non ci sta l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, contraria dal primo minuto. “La nomina del Presidente dell’Autorità Portuale di Augusta-Catania da parte del ministro Giovannini è stata concordata con i gruppi di maggioranza ad esclusione di Forza Italia. E’ stata infranta una prassi di condivisione fra i gruppi che sostengono il governo, un metodo che invece aveva condotto a scelte condivise per altre autorità portuali come Ancona e la stessa La Spezia. Affossare Augusta con una scelta manageriale di ripiego significa compromettere la crescita del Mezzogiorno. Una scelta scellerata e che richiede una assunzione di responsabilità del Governo nel suo complesso”.
La parlamentare azzurra si appella al presidente Draghi ed ai ministri di Forza Italia (Gelmini, Carfagna e Brunetta): “Dicano come la pensano, assumano una posizione chiara su questo caso che non è solo politico, è anche economico e sociale, per i riflessi che potrebbe avere sullo sviluppo dell’area e sugli assetti occupazionali.
Da parte nostra sottoporremo la questione anche a livello UE coinvolgendo il direttore generale delle politiche regionali di Bruxellese, Marc Lemaitre”.
Per la Prestigiacomo, la scelta di Francesco Di Sarcina sarebbe “frutto di un accordo a spese della Sicilia e, ahi noi, che vede la condivisione personale del presidente Musumeci, forse poco attento al fatto che pur di liberare il posto di segretario generale a La Spezia si è promossa una figura che altrimenti non avrebbe mai potuto ambire a ricoprire tale incarico. Il porto petrolifero di Augusta, riconosciuto dall’Europa come porto ‘core’, ha potenzialità di crescita e sviluppo che da oltre 20 anni, a causa di scelte scellerate, restano inespresse. Siamo l’unico porto privo di progetti finanziabili pur avendo immense possibilità di diventare scalo principale del Mediterraneo. Una ennesima scelta sbagliata per i prossimi 4 anni penalizzerà lo sviluppo dell’isola. Siamo basiti dal fatto che non si vuole comprendere che ciò che ci sta a cuore è esclusivamente il futuro del nostro paese. Giovannini sembra non sapere che abbiamo dovuto subire anni di gestione inconcludente tanto per la bonifica della rada per la quale da 12 anni giacciono fondi non spesi in una contabilità speciale presso la regione siciliana, quanto per la trasformazione dello scalo in hub internazionale. Un ritardo che ha penalizzato e continuerà a penalizzare il Mezzogiorno, la sua crescita e l’occupazione. Chiedo quindi al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di ripensarci. Di tornare indietro. Ribadisco altresì l’invito al presidente Musumeci di revocare l’intesa su una scelta non condivisa che non rispecchia le esigenze del territorio e della portualità della Sicilia sud orientale”.




Merci pericolose e il divieto di transito sulla Siracusa-Catania: “Altri 270 giorni di lavoro”

Il governo ha risposto alla interrogazione parlamentare, presentata nelle scorse settimane da Paolo Ficara (M5s), sul divieto di transito imposto ai mezzi che trasportano merci pericolose, lungo la Siracusa-Catania.
Il parlamentare siracusano aveva chiesto l’intervento del Ministero dei Trasporti per risolvere una situazione di disagio per i lavoratori del settore che si protrae da 6 anni ormai, a causa del furto di cavi di rame che ha compromesso l’illuminazione e la funzionalità delle gallerie.
Cosa che costringe i mezzi che trasportano merci pericolose a percorrere la statale 114 sia in direzione Catania che Siracusa, attraversando zone oramai fortemente urbanizzate, come quella di Agnone Bagni, e con un aumento nel consumo e nella spesa di carburanti.
Il ministro Giovannini ha accolto le rimostranze di Paolo Ficara ed ha assicurato che entro il primo semestre del 2022 verranno avviati i necessari lavori per ripristinare la funzionalità degli impianti e rimuovere il divieto. “Ci vorranno però almeno 270 giorni di lavoro, secondo le previsioni di Anas. Pertanto, la riapertura al transito dell’autostrada per i mezzi che trasportano merci pericolose e l’eliminazione delle varie limitazioni, slitta al 2023. Se da un lato, francamente, considero la risposta insoddisfacente perchè nel frattempo sono già passati 6 anni di disagi e penalizzazioni per il settore della logistica di casa nostra, dall’altro non posso che essere soddisfatto per il fatto che il continuo pressing su Anas e le strutture ministeriali abbia permesso di avere una cronologia precisa e un impegno sui tempi. Continueremo a monitorare la situazione affinché non si perda un solo giorno in più”.

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