Covid: 869 nuovi positivi in provincia, continua la frenata del contagio a Siracusa (-64)

Sono 869 (-4) i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Uno sguardo in dettaglio ai numeri del capoluogo dove continua la discesa del numero degli attuali positivi. Sono oggi 2.099, 64 in meno rispetto a ieri. Lieve incremento, invece, nel dato relativo alle persone in isolamento fiduciario a Siracusa città: sono 44.
Situazione ricoveri: sono 40 (-1) i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 38 (-) di loro ricovero in regime ordinario, 2 (-1) in terapia intensiva.
In Sicilia, sono 6.766 i nuovi casi registrati a fronte di 44.606 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 253.450 (-9.028). I guariti sono 15.928, 34 i decessi. Negli ospedali sono 1.401 i ricoverati (-30), 110 in terapia intensiva (-1). Quanto alle singole province, questi i dati di oggi: Palermo 1537 nuovi casi, Catania 1.166, Messina 1.356, Siracusa 869, Trapani 449, Ragusa 405, Caltanissetta 365, Agrigento 476, Enna 311.




Covid, andamento settimanale: Siracusa prima in Sicilia per tasso di incidenza

Nella settimana dal 7 al 13 febbraio lieve diminuzione dei contagi covid in Sicilia, rispetto alla precedente. L’incidenza di nuovi casi è pari a 43.072 (-13.09%), con un valore cumulativo di 891.08/100.000 abitanti.
Il tasso di nuovi positivi più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Siracusa (1.306/100.000 abitanti), Messina (1.115/100.000), Ragusa (1.065 /100.000) e Caltanissetta (976/100.000).
Le fasce d’età maggiormente a rischio risultano quelle tra i 6 ed i 10 anni (2043/100.000 abitanti) e tra i 3 ed i 5 anni (2008/100.000).
Per la quinta settimana consecutiva si consolida il trend in riduzione di nuove ospedalizzazioni. Circa tre quarti dei pazienti in ospedale nella settimana di riferimento risultano non vaccinati o con ciclo incompleto.
L’epidemia, pur mostrando segnali di arresto, è ancora in una fase delicata con un significativo impatto sui servizi territoriali e assistenziali ma con un netto trend in calo di nuove ospedalizzazioni.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale, nella settimana dal 9 al 15 febbraio, l’89,34% degli over 12 anni ha ricevuto almeno una dose. Si attesta all’86,79% la percentuale di over 12 che ha completato il ciclo primario. Il 10,66% del target regionale rimane ancora da vaccinare.
Nella fascia d’età 5-11 anni il 27,62% è vaccinato con una dose ed il 17,76% (pari a 55.908 bambini) ha completato il ciclo primario.
Complessivamente i vaccinati con terza dose sono 2.436.012 pari al 73,04% degli aventi diritto, mentre 899.304 cittadini che possono effettuare la somministrazione booster non lo hanno ancora fatto.
Ancora in calo le prime dosi: nella settimana dal 9 al 15 febbraio si è registrata una riduzione del 37,35% delle somministrazioni rispetto alla settimana precedente (2/8 febbraio).




Tragedia a Noto: 32enne muore carbonizzato nell’incendio della sua abitazione

Un 32enne di Noto ha perso la vita nell’incendio che ha avvolto la sua abitazione. E’ morto carbonizzato, senza possibilità di mettersi in salvo. La tragedia si è consumata in una abitazione a due piani, alle spalle della chiesa dell’Immacolata.
Le fiamme si sono propagate nella tarda serata di ieri e hanno coinvolto il pian terreno ed il primo piano, dove si trovava lo sfortunato 32enne. A chiedere l’intervento dei soccorsi sono stati i vicini di casa. Sul posto sono arrivati i Vigili del Fuoco che hanno subito avviato l’intervento. Ma per il 32enne non c’era purtroppo nulla da fare.
L’immobile è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Siracusa che ha aperto un inchiesta. Ancora non sono chiare le cause che hanno scatenato l’inferno di fuoco. Al momento del primo sopralluogo, impossibile per i tecnici individuare da dove tutto abbia avuto inizio. I locali sono stati infatti distrutti dalla forza del fuoco.
Le indagini sono affidate alla Polizia.




Aumento del carburante, gli autotrasportatori siracusani pronti a fermarsi: “900 euro il pieno”

L’aumento del costo del carburante mette in ginocchio gli autotrasportatori. Il presidente provinciale della Fita-Cna, Salvatore Ranno, non fa mistero del momento drammatico. “Aumenta tutto. Il carburante, l’ad blue, le manutenzioni, il costo del traghetto. Siamo messi male. Se non c’è un intervento deciso del governo, qua si ferma tutto. E non è una minaccia, piuttosto una necessità. Non possiamo continuare a lavorare in perdita”.
Fermare tutto significherebbe, di fatto, bloccare l’Italia. Con i tir che non partono e le merci che non vengono consegnate. In Italia l’80% delle merci viaggia infatti su gomma, da sud a nord. Pensare ad una serrata delle ditte di autotrasporto e logistica avrebbe conseguenze immediate sui banchi dei supermercati (che si svuoterebbero) e sui prezzi del fresco (che aumenterebbero).
“Non abbiamo più soldi per andare avanti. Un pieno in media per un tir non costa meno di 900 euro. Produciamo i carburanti dietro casa, escono dalle raffinerie a 50 centesimi e poi paghiamo almeno 1,80 a litro. Il governo lì deve intervenire. Pensate che dal primo marzo aumenta anche il costo per traghettare. D’altronde, anche le navi si spostano con carburante e subiscono a loro volta gli aumenti. Il governo già domani deve muoversi se non vuole ritrovarsi con il Paese fermo, come nel 2013”, dice ancora Ranno, intervenendo su FMITALIA.
“Oggi viaggiamo in perdita. Quando un camion esce, non porta utili. Ma dobbiamo accontentare il cliente storico, con cui lavoriamo da sempre. E allora usciamo comunque. Ma possiamo resistere ancora per pochissimo tempo. Il malumore è diffuso. La maggior parte delle aziende qua è pronta a fermarsi. Parlo con i colleghi tutti i giorni, hanno bisogno di respirare. E’ aumentato tutto. Per le famiglie, per le aziende e per noi del settore trasporti. E purtroppo gli aumenti peggiori devono ancora arrivare.




Parcheggio Mazzanti, lavori ancora fermi. La Soprintendenza chiede saggi archeologici

Sono ancora sospesi i lavori per la realizzazione di un parcheggio di interscambio nell’area del Mazzanti. Lo stop a mezzi ed operai è stato imposto dalla Soprintendenza di Siracusa alla fine di gennaio. Le successive interlocuzioni avviate con il Comune hanno, in parte, permesso di superare i problemi di ordine burocratico ed in particolare la lamentata mancata comunicazione di avvio lavori in area sottoposta a vincolo archeologico. Ma prima che le operazioni possano riprendere, bisogna assecondare la richiesta della Soprintendenza: saggi archeologici preventivi, a spese di Palazzo Vermexio.
Il progetto presentato dai tecnici comunali, ed esaminato dalla Soprintendenza, riguarda un’area parzialmente occupata da una necropoli greca già nota (contrada Palazzo) ma prevede anche scavi nel sottosuolo in una sezione non sottoposta ad esplorazione archeologica. Motivo per cui, prima di approvare il progetto, l’ufficio regionale di tutela dei beni culturali ha richiesto l’esecuzione dei saggi preventivi nelle aree a nord e a sud del parcheggio e
coinvolte nelle opere da realizzare. Il Comune di Siracusa dovrà fare fronte ai nuovi costi, relativi alla realizzazione dello scavo archeologico nei settori non ancora indagati. Nel dettaglio: nella zona dedicata al realizzando parcheggio degli autobus, lungo via Mazzanti; e nei pressi del realizzando nuovo ingresso di via Bulgaria. A seguito dei saggi archeologici, verranno individuate le soluzioni più idonee a salvaguardare il patrimonio archeologico e la possibilità di completare l’opera pubblica avviata.




Cassibile senza ambulanza h24 e senza pediatra: si mobilitano i residenti della frazione

Una petizione popolare, con 650 firme in calce, con cui i residenti di Cassibile rivendicano il ripristino del servizio di ambulanza h24 e l’assegnazione di un pediatra di libera scelta nel quartiere periferico, visto che da quando la precedente specialista è andata in pensione, nessun ambulatorio nuovo è stato attivato a Cassibile.

Così un comitato cittadino ha deciso di promuovere la battaglia sulle questioni sanitarie che riguardano la zona a sud del capoluogo.

Breve il testo della petizione. “Negli ultimi anni -si legge in premessa- la zona di Cassibile- Fontane Bianche è stata privata dei propri organismi e rappresentanti istituzionali democraticamente eletti determinando uno stato di abbandono del territorio pressochè totale. Da mesi il servizio di ambulanza 118 di stanza a Fontane Bianche è stato soppresso e solo di recente funziona saltuariamente h12”.

Cassibile, insieme a Fontane Bianche, conta circa 7 mila residenti, che durante i mesi estivi diventano 35 mila, secondo le stime del comitato. “Da gennaio le famiglie con bambini sono costrette a raggiungere Siracusa, che si trova a 15 km o Avola, che si trova a 10 Km di distanza, per poter curare i propri figli”. Disservizi che il comitato chiede di eliminare, “soprattutto in un periodo di emergenza sanitaria come quello che stiamo attraversando”.

 




“Un ospedale di Comunità a Palazzolo”: la richiesta dei sindaci della Valle degli Iblei

Forti perplessità sui principi che hanno ispirato la bozza di ripartizione delle così dette “Case di Comunita” e degli “Ospedali di Comunità”. Li hanno espressi il presidente dell’Unione dei Comuni Valle degli Iblei ed i sindaci di Ferla, Buscemi, Cassaro, Sortino, Palazzolo e Canicattini, che aderiscono all’Unione.

L’occasione è stata la seduta del Consiglio dell’Unione convocato dalla presidente Miriam Failla ieri.

L’auspicio emerso è quello che si arrivi in un breve lasso di tempo ad una “rivisitazione del piano, che garantisca, in particolare, una più equa distribuzione delle nuove strutture da realizzare e che risponda alle effettive esigenze della Provincia di Siracusa e, nello specifico, della Zona Montana”.

Nel dettaglio i Sindaci e l’intero Consiglio dell’Unione dei Comuni chiedono all’unanimità che venga prevista “l’istituzione di un Ospedale di Comunità da collocare a Palazzolo e con esattezza nella struttura già nella disponibilità dell’ASP e rispondente ai requisiti previsti dal PNRR; in aggiunta, inoltre, la Zona Montana chiede il potenziamento delle Guardie Mediche esistenti e degli ambulatori territoriali, “oltre che l’istituzione ove mancanti e la conversione ove presenti di ambulanze medicalizzate,che siano in servizio h24 in ciascun Comune dell’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”.

” Nessuno sa più di noi cosa voglia dire resilienza – dichiara il Presidente dell’Unione Alessandro Caiazzo – considerato che le aree montane interne, in particolare del Sud d’Italia, hanno da sempre dovuto assorbire i contraccolpi di una politica che ha visto questi territori come marginali e poco appetibili. Oggi è giunto il momento di invertire questa tendenza, ma non per meri scopi elettorali o per eventuali appetiti politici, ma solo al fine di riconoscere il diritto di residenza in zone che nulla hanno a che vedere con le dinamiche dei grandi centri urbani, ma che rappresentano certamente avamposti di qualità e presidi di sicurezza anche delle Zone Costiere. A tal riguardo non dimentichiamo che lo spopolamento delle zone montane, conseguenza anche della chiusura o centralizzazione dei servizi sanitari, comporta l’abbandono di territori che sono custodi di tradizioni millenarie e, cosa ancora più importante, unici rimedi possibili contro i sempre più persistenti fenomeni legati al rischio idrogeologico. Per tale ragione, nell’intento di centrare realmente l’obbiettivo del PNRR e sottraendoci da qualsiasi tentativo di speculazione politica, intendiamo rivolgerci al Governo Regionale ed all’Assemblea Regionale, che rappresentano il popolo siciliano tutto, affinchè-conclude Caiazzo- coscienti delle peculiarità e delle fragilità dei nostri territori, facciano la scelta giusta ed assumano le proprie decisioni in maniera ponderata ed oggettiva, così da rispondere alle reali esigenze delle popolazioni interessate”.




Destituito dalla magistratura, consulente a Priolo: il caso Musco fa arrabbiare Pd e Italia Viva

La decisione del Comune di Priolo di affidare un incarico di consulente all’ex pm Maurizio Musco non piace al Partito Democratico. E’ il segretario provinciale, Salvo Adorno, a mostrare tutto il suo stranimento per la scelta.
“Il dott. Musco è stato al centro di gravi vicende giudiziarie che riguardano la vita democratica della nostra provincia e che hanno portato alla sua destituzione dalla Magistratura. In questo contesto – scrive in una nota – pur nel rispetto dell’autonomia delle scelte delle amministrazioni comunali, il conferimento dell’incarico appare irrituale e inopportuno”.
A Musco, qualificato nel provvedimento del Comune di Priolo “giurista ambientale”, è stato conferito l’incarico di assistenza tecnico-giuridica in ordine alla individuazione ed elaborazione di un progetto per il finanziamento di “Proposte volte alla realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata”.
L’ex magistrato è finito coinvolto nell’inchiesta “Veleni in Procura” è stato condannato in via definitiva per abuso di ufficio (un anno e sei mesi), per una mancata astensione nella vicenda giudiziaria che riguardava l’iter di approvazione della piattaforma polifunzionale Oikoten. Musco è stato poi destituito dalla magistratura perchè – così ha motivato il Csm – avrebbe violato “consapevolmente e reiteratamente” l’obbligo di astenersi dalla trattazione di un procedimento penale che riguardava familiari e clienti dell’avvocato Pietro Amara, al centro di numerosi scandali, al quale Musco sarebbe stato legato da amicizia e ma soprattutto relazioni economiche.
Anche i coordinatori provinciali di Italia Viva, Alessandra Furnari e Saverio Bosco, criticano la decisione del Comune di Priolo. “Sulla vicenda si è detto che questa nomina sarebbe inopportuna, noi – scrivono Furnari e Bosco – riteniamo invece che sia il modo giusto per rinnovare, proprio in questi giorni, nella memoria degli abitanti del nostro territorio, il ricordo di ciò che per anni ha massacrato la nostra provincia; per ricordare le vicende che hanno influenzato le amministrazioni locali, le lotte e la resistenza che è stato necessario attuare ed i rischi che hanno corso tutti coloro che hanno tentato di portare alla luce quel sistema di potere che si articolava anche grazie alla corruzione all’interno dei Palazzi di Giustizia. Questo ricordo dovrebbe aiutarci a capire che ogni errore o corruzione del sistema, ogni diritto violato nei confronti di uno, è una dolorosa ferita per tutti coloro che nella giustizia e nella sua corretta amministrazione credono e se ciò non bastasse, deve farci ricordare che la mancanza di ‘prestigio dell’istituzione giudiziaria’ può colpire ognuno di noi come proprio dalle nostre parti è già successo e solo grazie all’impegno di magistrati onesti, istituzioni e cittadini, il pericolo di rimanere vittime di quel sistema è, almeno momentaneamente, scampato”.




Diga foranea di Augusta, via ai lavori da 50 milioni di euro. Ficara: “Esempio di operatività”

Con la consegna del primo stralcio, via ai lavori di rifiorimento e ripristino statico della diga foranea del Porto di Augusta. L’intervento riguarda la sezione originaria della struttura realizzata negli anni 30’ del secolo scorso, per recuperare la piena efficienza della struttura portuale e garantire la sicurezza della navigazione all’interno della rada. I lavori consistono nella ricostruzione della mantellata della diga foranea mediante la collocazione di massi artificiali, previa ricostruzione del nucleo con scogli naturali.
Per la realizzazione dell’opera è previsto l’allestimento di un’area di cantiere di circa 10.000 mq presso i piazzali del porto commerciale di Augusta.
Il commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale, Alberto Chiovelli, non nasconde la soddisfazione per la celerità dell’iter che ha portato alla consegna dei lavori. “Abbiamo lavorato alacremente per raggiungere questo risultato nei tempi previsti, ed è con grande orgoglio che possiamo dichiarare di avere raggiunto l’obiettivo grazie alla collaborazione di tutto lo staff coinvolto nel progetto. Una squadra vincente, si può quindi affermare”.
Si tratta di un appalto da oltre 50 milioni di euro, finanziato con fondi ministeriali nell’agosto 2020. “Non posso che ringraziare il commissario Chiovelli e tutta la macchina dell’AdSP che ha lavorato in questi mesi per rispettare tempistiche e raggiungere quest’ennesimo buon risultato”, dice invece il vicepresidente della commissione trasporti della Camera, il siracusano Paolo Ficara. “E’ un esempio concreto di operatività e servizio, a dispetto delle falsità lette negli ultimi mesi circa un immobilismo dell’Autorità portuale puntualmente smentito dai fatti degli ultimi due anni. Come le gratuite illazioni sulla mancanza di progetti finanziati o finanziabili, anche queste smentite dal lavoro svolto e consultabile da tutti grazie ad atti pubblici. Ancora adesso c’è chi non rinuncia a diffondere notizie non vere come l’assenza di progettualità, la non partecipazione ai bandi del Pnrr o alla conferenza dei servizi sulla bonifica della rada. Si può essere d’accordo o meno con l’operato di una determinata dirigenza, ma i fatti bisognerebbe riconoscerli altrimenti si fa solo allarmismo che mette in fuga possibili investitori, facendo male a tutto il territorio. Utile sarebbe voltarsi indietro e capire perché nei 30 anni precedenti non si è fatto (quasi) nulla, individuando le responsabilità politiche. Sulla situazione attuale, piaccia o no, lo sforzo progettuale presente e futuro è sotto gli occhi di tutti, con numerosi finanziamenti intercettati negli ultimi anni , compresi quelli del Pnrr. E poi cantieri attivi, altri in partenza, come quello affidato ieri”.




Autorità del Mare di Augusta, Stefania Prestigiacomo contro il ministro Giovannini

Continua la battaglia della parlamentare Stefania Prestigiacomo, contraria alla indicazione di Francesco Di Sarcina come presidente dell’Autorità del Mare con sede ad Augusta. Oggi in aula a Montecitorio, durante il question time, l’ex ministro ha sollecitato l’attenzione del ministro Giovannini sulla vicenda. La risposta ottenuta ha lasciato insoddisfatta l’esponente di Forza Italia. “Non le chiederò le dimissioni, in quest’occasione, perché faccio parte di questa maggioranza. Ma dovrei. È grave e inaccettabile ciò che è accaduto”, ha detto.
Prestigiacomo ha rivolto a Giovannini la richiesta di “ritirare la nomina del Presidente Autorità Portuale della Sicilia-Orientale, condivisa solo con un pezzo della maggioranza di governo, perché altrimenti si incrina in modo serio il rapporto di fiducia con un gruppo della maggioranza di governo. Forza Italia non può essere considerata dal ministro Giovannini un parente povero. L’invito pertanto è quello di ripensare una scelta manageriale assolutamente di ripiego, solo per liberare posizioni al nord e che di fatto affossa i porti di Augusta e Catania e le prospettive di sviluppo di un pezzo significativo del Mezzogiorno”.
La Prestigiacomo non ha risparmiato critiche per la scelta all’indirizzo del viceministro Cancelleri. “Dietro le polemiche probabilmente si nasconde la grave crisi nel centrodestra esplosa dopo la settimana del Quirinale. Ad oggi, è un dato di fatto, tutti i nomi proposti sono stati criticati, compreso l’ultimo”, argomenta sponda M5s il parlamentare siracusano, Paolo Ficara. “La nostra unica intenzione era quella di chiudere la gestione commissariale, convergendo sul nome proposto dal ministro che ha scelto tra una rosa di professionisti con ottimi curricula ed esperienza nel mondo della portualità”, aggiunge.