La proposta di Cafeo (Lega): “Strutture ad hoc per i pazienti covid, liberare gli ospedali”

“Indispensabile avere strutture sanitarie dedicate ai pazienti Covid19 e nel Siracusano la soluzione c’è”.
Lo afferma il deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo, per cui il sovraffollamento di pazienti affetti da Covid19 sta di fatto sottraendo spazi e risorse agli altri che pure necessitano di cure e di assistenza.
“Esistono strutture sanitarie private attrezzate nel nostro territorio che permetterebbero di alleggerire la pressione su tutta la rete ospedaliera siracusana. Ho avuto modo di parlare con i medici, che mi assicurano di una situazione pesantissima per i pazienti No Covid, la cui assistenza si sta ridimensionando”.
Per il parlamentare regionale della Lega il territorio siracusano sta già pagando un prezzo alto, tenuto conto che a Lentini il reparto di Medicina è stato tagliato mentre è stata ridimensionata Chirurgia ad Avola. E poi c’è anche la situazione dei malati oncologici.
“Dotare il territorio di centri esclusivi per il Covid19 avrebbe da un lato il merito di curare i pazienti al meglio, dall’altro consentirebbe di garantire posti letto e cure per chi soffre di altre patologie. Mi riferiscono – spiega ancora Cafeo – a pazienti oncologici che hanno bisogno di assistenza continua: in gioco ci sono le loro vite e non possiamo perdere del tempo, un fattore determinante per chi deve convivere con il cancro”.
“Non dobbiamo mai trovarci – conclude il deputato regionale della Lega – nella condizione di decidere chi debba essere assistito meglio. L’emergenza Covid19 esiste ed è grave ma ci sono soluzioni, come quella di strutture dedicate, in grado di garantire il diritto alla salute a tutti, nessuno escluso”.




Covid: 1.018 nuovi positivi nel siracusano, i numeri della scuola che prova a ripartire

Sono 1.018 i nuovi positivi al covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Il dato è contenuto nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute che presto dovrebbe su subire degli accorgimenti, al momento in discussione. Il dato aretuseo è il terzo oggi in Sicilia, dietro alla provincia di Catania (2.957) e quella di Palermo (2.492). Quanto alle altre province: Messina 674, Trapani 458, Ragusa 724, Caltanissetta 699, Agrigento 856, Enna 145.
In Sicilia sono 10.023 i nuovi casi di covid19, a fronte di 50.567 tamponi processati. Il tasso di positività sale al 19,8%. Gli attuali positivi sono 159.593 (+9.127). I guariti sono 875, 21 i decessi. Negli ospedali siciliani sono 1.472 i ricoverati (+9), 165 in terapia intensiva (+2).
Sono 161 i comuni siciliani i cui sindaci hanno emanato ordinanze di sospensione delle attività didattiche, tra questi 20 città siracusane ad eccezione di Cassaro. Tra le 548 scuole ricadenti nei Comuni in cui sono stati adottati provvedimenti di chiusura, 513 (434.237 studenti) hanno attivato la didattica a distanza, mentre 35 (28.912 alunni) non hanno svolto lezioni.
Dopo il complicato riavvio dell’anno scolastico il 13 gennaio, gli alunni assenti per positività da Covid-19, non superano il 5%: questo emerge dal monitoraggio effettuato dall’Ufficio scolastico regionale che comunica di avere censito 706 istituzioni scolastiche, pari all’86% del totale. Anche alla luce di questi dati il governo Musumeci, pur comprendendo le preoccupazioni che hanno inaspettatamente ispirato, dopo la conclusione dei lavori dell’ultima task force, la restrittiva condotta dei sindaci, conferma il proprio intendimento di favorire la ripresa delle attività in presenza, nel rispetto delle intervenute disposizioni nazionali e dell’ordinanza del Presidente della Regione dello scorso 7 gennaio.
«Dopo il comprensibile differimento dell’avvio post-natalizio delle lezioni in presenza – afferma l’assessore Roberto Lagalla – dovuto all’esigenza, rappresentata dai dirigenti scolastici, di ottimizzare gli aspetti organizzativi, alla luce delle nuove disposizioni nazionali, il governo della Regione ha ritenuto di dare doverosa e necessaria attuazione alla ripresa delle attività didattiche, con l’obiettivo di privilegiare le lezioni in presenza e di riservare alla Dad una funzione complementare, da adottare in definite situazioni di effettiva e documentata necessità. La finalità è quella di ridurre le diseguaglianze e migliorare gli standard formativi per evitare marginalizzazione sociale e ritardi di apprendimento».
Una posizione condivisa anche dall’Usr. «Come Ufficio scolastico regionale ribadiamo l’importanza della scuola in presenza, al fine di garantire un percorso equilibrato di crescita e una piena realizzazione del progetto di vita di ogni alunno. Si ringrazia il personale della scuola per l’impegno profuso e finalizzato a garantire le condizioni di sicurezza per la comunità» dichiara il direttore generale dell’Usr, Stefano Suraniti.
La presenza degli studenti in classe non può essere disgiunta dalla necessità di garantire condizioni di sicurezza e tutela della salute. «Grazie alla fattiva collaborazione dell’assessorato della Salute e al rigoroso rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid19 all’interno delle scuole – aggiunge Lagalla – si provvede, contestualmente, a tutelare la salute degli studenti e a rassicurare le famiglie, anche attraverso una diffusa azione di potenziamento, sia nelle scuole che sul territorio, dell’immunizzazione vaccinale e del monitoraggio sanitario della popolazione scolastica. È particolarmente vivo in ciascuno di noi il senso di profonda responsabilità a contemporanea garanzia della salute e del diritto allo studio, ma anche la consapevolezza che le scelte, al momento adottate, sono compatibili con l’emergenza in corso e con il rispetto di vincolanti previsioni normative».
E continua: «Se da qualche parte si parla di confusione, probabilmente inevitabile nell’attuale momento storico, questa non è certamente ascrivibile all’istituzione regionale, quanto a difformi comportamenti sul territorio. I sindaci hanno ben ragione a intervenire conformemente alla legge in caso di documentato e straordinario pericolo, e ciò è ampiamente garantito dalle disposizioni nazionali e regionali. Ma evidentemente non ricorre, al momento, un così evidente pericolo. Assistiamo infatti, in questi giorni, a segnalazioni dei Prefetti e provvedimenti della magistratura amministrativa che, in alcuni casi, hanno sollevato evidenti dubbi sulla legittimità dei provvedimenti adottati in sede locale, forse talvolta viziati da eccesso di zelo e malcelata ansia di protagonismo».




Terapia intensiva sotto pressione: posti occupati, solo covid

In piena emergenza covid, la Regione aveva promesso 571 nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva. Ma ad oggi ne sono stati completati appena 95. E’ uno dei dati emersi dalla relazione della commissione Sanità dell’Ars che ha acceso i suoi riflettori su questo aspetto della pandemia.
Entro il 31 marzo la Regione siciliana, ente attuatore del piano statale, prevede di completare altre 232 posti letto. Ma si viaggia ancora in ritardo sui tempi previsti, emerge sempre dall’analisi della commissione.
Di questi 232 posti letto, 12 riguardano la provincia di Siracusa (Umberto I di Siracusa e Di Maria di Avola per terapia intensiva, Trigona di Noto per sub intensiva).
Oggi l’ospedale del capoluogo conta 13 posti letto in terapia intensiva. Agli 8 ordinari se ne sono aggiunti 5 ricavati nei locali del vecchio pronto soccorso. Sono tutti destinati ai casi covid, per una precisa scelta che ha “eletto” l’Umberto I a nosocomio covid della provincia. Se, quindi, un paziente in regime di ricovero ordinario in uno dei reparti della struttura sanitaria dovesse aggravarsi e necessitare del ricorso alla rianimazione, non vi sarebbe alternativa al trasferimento in altro ospedale, nella stragrande maggioranza dei casi. Come è accaduto pochi giorni fa ad un ragazzo siracusano vittima di incidente stradale: sottoposto ad intervento chirurgico, ha accusato un peggioramento che ha richiesto il ricorso alla terapia intensiva, ma a Taormina. Anche perchè, poi, la rianimazione di Siracusa è piena.
Dall’inizio dell’anno, tutti e 13 i posti sono costantemente occupati da positivi intubati. Se ne parla poco, presi come siamo solo dai grandi numeri del contagio. Ma il vero termometro dell’emergenza lo si respira nel delicato reparto della rianimazione aretusea, dove medici e 32 infermieri combattono per evitare l’epilogo fatale dell’infezione. Sono pochi rispetto alle necessità e nonostante i “rinforzi” dell’ultimo anno, poi destinati ad altri reparti. Si dividono in tre turni quotidiani, bardati di tutto punto: tuta, visore e mascherina per 7 ore nei turni della mattina e del pomeriggio, 10 per quello della notte.
I familiari delle persone intubate non possono accedere al delicato reparto. Niente contatti, se non telefonicamente con i medici, durante giornate di ansia indicibile.
Secondo fonti sanitarie, un ricoverato in terapia intensiva a Siracusa vi rimane in media per 7/8 giorni. “E per pochi riesce il miracolo”, spiega amaro chi lì lavora. Attualmente, è la fascia 55-65 anni quella con il maggior numero di pazienti in rianimazione. Nell’83% dei casi di tratta di persone non vaccinate.
Un uomo di Siracusa, una donna di Portopalo, un signore di Francofonte: sono le vittime di questi ultimi giorni.




Studenti positivi in dad: si spacca il mondo della scuola. “Ammetterli alle lezioni a distanza”

Ha destato scalpore ed aperto un acceso dibattito la scelta di un istituto superiore di Siracusa che non permette agli alunni positivi ma asintomatici di partecipare alle lezioni in dad. Il dirigente scolastico del Fermi, la scuola in questione, ha giustificato la scelta parlando di imprescindibile tutela del diritto alla salute. Ma sulla questione le opinioni sono diverse. Anche da scuola a scuola. Prendiamo il caso di due licei, il Corbino e l’Einaudi. In entrambe le scuole la linea è quella di far partecipare alle lezioni in dad i loro studenti positivi al covid che dovessero essere nelle condizioni di seguire la didattica a distanza. “E’ la logica stessa della dad, nasce per mantenere il legame con la didattica. Tra allerta meteo ed emergenze varie ormai non si fa più scuola, quasi. Valutiamo le situazioni, ma deve vincere il buon senso”, dice Lilly Fronte, preside del Corbino. “Se stanno bene ed i genitori sono concordi, non è il caso di essere rigidi e consentire ai ragazzi di continuare il loro percorso di studio. Una negativizzazione piena può richiedere anche venti giorni: che facciamo? Tagliamo i ragazzi fuori dal loro futuro? Dal punto di vista sociale, vietare loro di partecipare sarebbe grave”, aggiunge la Fronte.
Sulla stessa linea anche Teresella Celesti, preside dell’Einaudi. “Ho 90 positivi su circa 1.200 studenti. Se mi dicono di non avere sintomi e che stanno bene, io li faccio partecipare. Io credo che in questa fase delicata non ci sia bisogno di creare nuovi problemi. La scuola non è solo compiti, lezioni, interrogazioni”, spiega la dirigente scolastica. “Pensiamo a quando non c’era il covid. Capita, è sempre successo, che un ragazzo possa accusare un lieve malessere un classe, ad esempio un mal di pancia. Ma mai gli si è detto di andare via o lasciare la lezione. A maggior ragione, in tempi di covid, non vedo l’esigenza di allontanare i positivi asintomatici dalla dad”.
Molti presidi del territorio condividono questa posizione. D’altronde, partecipare alle lezioni a distanza non comporta grande stress: si sta seduti in camera, davanti ad un pc.




Il Pd di Siracusa: “servono più infermieri, reparti in tilt ed il Pronto Soccorso scoppia”

L’attuale situazione pandemica ha purtroppo finito per aggravare alcune note problematiche della sanità locale, specie negli ospedali. Emblematico il caso del Pronto Soccorso di Siracusa. Entro la fine di marzo la Regione dovrebbe aggiudicare i lavori per ampliamento e ammodernamento. Ma al momento la situazione è complessa. Anzi, secondo il segretario cittadino del Pd, Santino Romano, è “disastrosa”.
Le responsabilità, secondo Romano, sarebbero tutte in capo alla Regione ed in particolare al governo Musumeci. “Porta avanti la realizzazione di una sanità regionale etno-centrica che sta svuotando le altre Asp. E quella di
Siracusa, data la vicinanza geografica, è una delle vittime principali di questo sistema, il tutto accelerato dalla pandemia che da più di due anni non da pace agli operatori sanitari”.
Per il segretario cittadino del Pd, le carenze principali “si riscontrano dal punto di vista delle unità lavorative che coprono le mansioni infermieristiche, a tal punto che interi reparti dell’Ospedale Umberto I non sono nella situazione di poter lavorare. E questo nonostante dal punto di vista strutturale siano perfettamente idonee ad accogliere ed assistere i pazienti che ne abbiano bisogno”.
Sottodimensionamento, quindi. I reparti ne soffrirebbero finendo per ingolfare il Pronto Soccorso “pulito” dove, una volta accolto e visitato il paziente, “non si può effettuare il ricovero nel reparto di destinazione – dice il segretario cittadino del Pd – perchè chiuso o pieno. E sempre più spesso il paziente rimane al Pronto Soccorso, dove iniziano a scarseggiare anche le barelle”.
I casi eclatanti riguarderebbero poi i reparti di Medicina e Geriatria a Lentini perchè “riconvertiti in reparti covid”. Gli stessi reparti a Siracusa, rivela l’esponente del Partito Democratico, “hanno avuto una drastica riduzione di posti letto”.
Da qui la necessità di ricorrere a maggiore personale infermieristico, sfruttando le occasioni disponibili per nuove assunzioni “a vario titolo”, al fine di “consentire la riapertura e la funzionalità dei reparti ospedalieri in modo da decongestionare il Pronto Soccorso”.




Elicotteri dell’Aeronautica a Siracusa, touch and go a pochi giorni dalla decisione sul futuro

Sono cominciate questa mattina le prove tecniche di atterraggio e decollo degli elicotteri dell’Aeronautica Militare a Siracusa. Anche all’esterno della grande area della caserma che costeggia via Elorina, non sono passati inosservati quei velivoli, alle prese con ripetute manovre.
Si tratta di elicotteri di stanza a Trapani ma inviati a Siracusa per quello che viene tecnicamente definito un touch and go. Dopo anni di calma piatta e smobilitazione, improvvisamente nuovi segnali di attività in quella che era la sede del 34.o Gruppo Radar, poi man mano dirottato su Testa dell’Acqua (Noto). Al punto che la base dell’Aeronautica di via Elorina era diventata più una (grande) sede di rappresentanza più che sede di vere e proprie attività logistiche. Tanto che da diverso tempo ha preso piede una decisa e unanime richiesta rivolta al ministero della Difesa: smilitarizzare in parte quell’area, in modo da restituire a Siracusa una porzione importante del suo porto.
Appare ai più curioso che queste prove tecniche di nuove attività avvengano a pochi giorni dal sopralluogo del sottosegretario Giorgio Mulè (FI), la cui presenza è stata fortemente richiesta dal Comitato per il decoro di Siracusa e dai parlamentari Paolo Ficara (M5s) e Stefania Prestigiacomo (FI) che, con ripetute interrogazioni parlamentari, hanno dato ancora più forza alla richiesta di Siracusa che rivuole una parte di quella grande area militare. Lunedì il sottosegretario effettuerà un sopralluogo nell’area ed incontrerà poi la stampa. La Difesa ha sempre definita strategica Siracusa: ma serve oggi tutta quella porzione vietata e considerata militare?
Pezzi importanti del Comitato per il Decoro di Siracusa che sta battagliando per la smilitarizzazione parziale di via Elorina leggono questa mossa come “una provocazione bella e buona”. E’ bene dire che non è certo questa l’intenzione dell’Aeronautica, preziosa istituzione che con orgoglio Siracusa rivendica. Ma è comprensibile che la circostanza possa prestarsi a varie letture. Non foss’altro che, dopo diversi anni in cui la Difesa ha svuotato di uomini ed attività Siracusa, improvvisamente e proprio poco prima della visita del sottosegretario – e nei giorni caldi del dibattito sul futuro dell’area – si assiste a nuove attività tecniche e logistiche.
Il clima si scalda proprio nel momento in cui, invece, servirebbe calma e buon senso da tutte le parti in causa, per decidere con la dovuta serenità del futuro di Siracusa e delle nuove esigenze (anche di spazi) dell’Aeronautica.




Vaccini, fine settimana “porte aperte” negli hub per 5-18 anni e over 50

Domani (sabato 15 gennaio) e domenica vaccinazioni anti-Covid anche senza prenotazione per la fascia 5-18 anni e per gli over 50 negli hub delle Asp siciliane, quindi anche in quelli di Siracusa e Portopalo. L’iniziativa “porte aperte” è stata voluta dall’assessorato regionale alla Salute.
Per il target 5-11 anni le somministrazioni avverranno solo in quegli hub che prevedono apposite corsie riservate alle vaccinazioni pediatriche (Siracusa).
L’obiettivo è incentivare ulteriormente l’immunizzazione nelle due particolari fasce d’età tenendo conto, da una parte, della ripresa delle lezioni in Sicilia e, dall’altra, dell’obbligo per la popolazione over 50.
Per quanto riguarda i minori, il giorno della vaccinazione è necessario che sia presente anche uno solo dei genitori/tutori legali, che dovrà dichiarare di avere informato l’altro genitore. La modulistica da presentare è disponibile anche sul sito www.siciliacoronavirus.it nelle rispettive sezioni.




Si ricostruisce il torrione dell’Umbertino, via anche ai lavori sulle ringhiere del lungomare

Al via i lavori di ricostruzione del ponte Umbertino, a Siracusa, nella parte danneggiata lo scorso settembre durante un intervento di messa in sicurezza. E partono anche i lavori per il recupero di oltre 40 pilastrini e della ringhiera del lungomare di Levante di Ortigia, dal Castello Maniace fino al forte San Giovannello. L’intervento sulle ringhiere è iniziato stamattina, lunedì partirà l’altro. La durata prevista è di circa 4 mesi.
La spesa complessiva supera i 144 mila euro ed è il frutto di due diversi affidamenti: uno per i lavori sulle parti in ferro, da 74 mila 420 euro; e uno per le opere murarie da 70 mila e 40 euro. Per quel che riguarda il ponte umbertino, il ripristino avverrà riutilizzando per quanto possibile le parti crollate, come nel caso delle decorazioni del torrione, e la sostituzione di quelle irrimediabilmente danneggiate impiegando materiali dello stesso tipo. L’intervento sulla balaustra si svilupperà per una lunghezza di 4 metri, mentre quello sul torrione prevede anche la ricollocazione del lampione rimosso completo di cablaggio.
«Si tratta – dichiara il sindaco, Francesco Italia – di interventi attesi per i quali, non appena è stato possibile, abbiamo provveduto. Iniziamo i lavori in questo primo sorcio del 2022 così da completare in tempo prima dell’estate, per restituire decoro al ponte umbertino e ad uno dei tratti del lungomare di Ortigia maggiormente frequentati dai visitatori».




Servizio Civile Universale, a Siracusa c’è posto per 8 operatori volontari: i progetti

Siracusa è uno dei quattro Comuni siciliani che potranno attivare il “Servizio civile universale”. Sono in tutto 8 i posti di operatore volontario che saranno destinati a due specifici progetti comunali, nei settori Educazione ed Ambiente.
Il primo è denominato “Città educativa. Volontari per contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico”; il secondo “Polmoni della città: percorsi di tutela ambientale e riqualificazione urbana”.
Il “Servizio civile universale”, attivabile una sola volta, è un’opportunità offerta a ragazzi e ragazze “di partecipare attivamente alla vita sociale e civile, impegnandosi concretamente in progetti di particolare rilevanza sociale”, spiega la nota di Palazzo Vermexio.
Il bando è disponibile sul sito istituzionale del Comune di Siracusa. Gli interessati avranno tempo fino alle ore 14 di mercoledì 26 gennaio per presentare le domande di partecipazione. Ai giovani selezionati, che saranno poi avviati al servizio civile, è riconosciuto un assegno mensile pari a € 444,30.
“Nella nostra Regione oltre Siracusa soltanto i comuni di Palermo, Messina e Pantelleria sono riusciti ad attivare progetti afferenti al “Servizio civile nazionale”. Questo successo è il risultato della sinergia tra Amministrazione e uffici comunali fondamentale per la crescita culturale, sociale ed economica della nostra città”: lo dichiara il sindaco, Francesco Italia.
Per l’assessore alle Politiche sociali Concetta Carbone “L’attivazione dei due progetti permetterà ad 8 giovani di vivere un’esperienza unica di cittadinanza attiva all’interno dell’Ente comunale. Un’opportunità di formazione e di crescita professionale per i giovani che sono una risorsa fondamentale per il progresso della nostra società”.




Dissesto idrogeologico, nuovo bando. Ficara (M5s): “I Comuni siracusani colgano opportunità”

“Il Ministero dell’Interno ha pubblicato il bando che mette a disposizione i 450 milioni di euro per gli enti locali previsti per l’annualità 2022. Somme stanziate nelle scorse leggi di bilancio con i governi Conte e che potranno essere impiegate per la messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, la messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e l’efficientamento energetico degli edifici pubblici, con precedenza per gli edifici scolastici”.
Ficara ricorda come “l’ultima ondata di maltempo che si è abbattuta nei mesi scorsi sulla provincia di Siracusa ha reso evidenti le fragilità del nostro territorio, ed in particolare del capoluogo. Avendo approvato il bilancio consuntivo relativo al 2020 lo scorso mese di ottobre, il Comune di Siracusa può presentare la sua istanza per un contributo massimo di 5 milioni di euro. Sono certo che Palazzo Vermexio saprà cogliere questa volta la preziosa occasione che permetterebbe di intervenire per tempo sulle fragilità emerse, specie lungo la linea di costa e sulle strade a causa di allagamenti e dissesto idrogeologico. Lo ricordo perchè, purtroppo, lo scorso anno il capoluogo, e altri comuni della provincia, rimasero esclusi un pò per svista e un pò per mancanza dei requisiti per partecipare. Quello di Siracusa, nonostante avesse approvato il bilancio 2019, comunque non partecipò”.
Le richieste di contributo dovranno essere inviate entro il 15 febbraio 2022. Possono partecipare tutti i Comuni della provincia di Siracusa per una o più opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio, per un importo massimo di 1 milione di euro per i Comuni con una popolazione fino a 5.000 abitanti, di 2 milioni e mezzo per i Comuni con popolazione da 5 a 25mila abitanti e di 5 milioni di euro i Comuni con popolazione superiore a 25mila abitanti.