Ci voleva il Siracusa, questo Siracusa, per far tornare alla vittoria il Catania. Al Massimino vincono i rossoazzurri per 2-0. Il Siracusa chiude con tanto possesso palla e nessun tiro in porta, oltre una svirgolata di Contini al 92. Fatta salva la evidente differenza di valore tra le due squadre, una costruita per vincere e l’altra per sopravvivere, è il modo in cui arriva la sconfitta a fare male ai tifosi azzurri. La voce grinta nel derby più atteso, non è pervenuta. I soliti errori, quelli si.
Il pane si fa con la farina che uno ha a disposizione. O come diceva il prof Romano, è il cappello che si deve adattare alla testa e non viceversa. Senza metafora, il gioco di Marco Turati è bello e forse anche vincente. Ma quando hai gli uomini giusti per farlo. Questo Siracusa non ha (ancora) quelle qualità che servono per una proposta di quel tipo. E allora, siccome per salvarsi bisogna fare punti, urge capire se non sia il caso di cambiare, profondamente, valorizzando quello che si ha, magari badando a non prenderle, mettendo anche il pullman a difesa della porta. Perché con il solo possesso palla non si lascia l’ultimo posto in classifica. I gol al passivo sono troppi, quelli fatti troppo pochi.
Parigini dal primo minuto è l’unica novità proposta da Turati, che non rinuncia al gioco offensivo ed alla densità nella trequarti avversaria. Un atteggiamento propositivo che il Siracusa del primo tempo non mette in pratica. E con il solito gentile omaggio, azzurri (in maglia verde) subito sotto. Limonelli non si libera del pallone a centrocampo, perde la sfera e Lunetta se ne va da solo in porta, superando sulla corsa una difesa sempre troppo alta. È il 5 minuto. Tutto facile per il Catania che senza neanche impegnarsi passa subito in vantaggio. La reazione di Candiano e compagni è tutta in un traversone largo al 16. Tre minuti più tardi, Turati chiede la revisione per un contatto a centrocampo. La panchina azzurra voleva un rosso. Alla revisione, però, è tutto regolare per Gauzzolino.
La confusione del Siracusa è evidente al 24, quando Puzone anziché avanzare a centrocampo palla al piede, decide di tornare sui suoi passi, andando incontro all’avversario. Palla persa e fallo. Il continuo possesso palla azzurro è totalmente sterile e non trova sbocchi sulle fasce, con Valente poco ispirato. Meglio a destra Parigini.
Ma le occasioni sono tutte del Catania. Tocchi veloci tagliano da destra a sinistra una difesa sempre ad inseguire. Come al 27 (tocco largo) e soprattutto al 34 con conclusione alta di Gimenez da dentro l’area di rigore. Manovra insolitamente lenta quella del Siracusa. Gli etnei ringraziano e giocano di attesa. A referto, primo calcio d’angolo azzurro al 37. Cervellotico a dir poco lo schema corto che non porta a nulla, neanche ad un cross. Al 43 ancora una facile ripartenza del Catania e soliti problemi per il Siracusa che deve ringraziare prima Farroni per la parata e poi la mira sbilenca di Casasola. Di fatto, il primo tempo si chiude con possesso palla su percentuali altissime per il Siracusa, ma nessun tiro in porta o almeno da quelle parti.
Nessun cambio per Turati nell’intervallo. Evidentemente lui è soddisfatto così.
Al 58 fuori Parigini per Molina. Finalmente un attaccante di ruolo. Calcio d’angolo. Nella mischia, fallo di confusione per il Catania. Fischio discutibile. Sembra crescere il Siracusa ma è il Catania che sa di poter attendere per far male. E puntualmente succede. Al 64 Ierardi indovina il tiro da fuori, dopo una corsa senza ostacoli di palla e giocatori rossoazzurri. Raddoppio in contropiede, forse nel momento migliore del Siracusa. Ma con ogni probabilità, è la prova provata che il sistema di gioco azzurro va modificato sostanzialmente. Sensazione confermata anche dall’incredibile rischio corso in area al 73 da Frisenna, entrato da pochi minuti. Il Siracusa tenta ancora di farsi male da solo. Per il Fvs non è rigore, per fortuna. Niente fortuna per Molina che esce al 77. La sua partita è durata 20 minuti. E per il Siracusa piove sul bagnato. Pacciardi e Iob limitano i danni. All’82 fvs per un penalty chiesto dal Siracusa per fallo su Frisenna, per l’arbitro non c’è contatto falloso. All’85 Catania vicino al tris, miracoloso il salvataggio di Puzone. Stanca attesa del fischio finale, con 7 minuti di recupero. All’ultimo secondo, Farroni prodigioso. A preoccupare, adesso, è l’assenza di una parvenza di reazione.