Depuratore consortile Ias: rimane ancora un mistero il futuro. "Per ora efficiente, ma ci sono carenze"

Il depuratore consortile Ias è considerato il “fegato” della zona industriale: depura e purifica fanghi ed altri materiali che rischierebbero, altrimenti, di compromettere il corretto funzionamento degli impianti industriali e il mare di marina di Priolo.
Da trent’anni svolge egregiamente il suo compito ma la crisi di governance che si è venuta recentemente a creare, con uno stop anche alla manutenzione, rischia di mettere in difficoltà la sua funzione primaria.
In mezzo, il futuro anche dei dipendenti. Finita la proroga, la società è tecnicamente in liquidazione dal primo gennaio. Esisterebbe un progetto alternativo, una nuova società, che però rimane ancora un mistero a livello pubblico. Difficile così capire cosa ne sarà della struttura e dei dipendenti.




Siracusa, Priolo e Melilli insieme: "più attenzione per il fenomeno dei miasmi"

Per la prima volta insieme, i sindaci di Siracusa, Priolo e Melilli hanno chiesto più attenzione per il fenomeno dei miasmi. Un fenomeno su cui sino ad ora si è assistito ad un certo scaricabarile tra Roma e Palermo. Adesso, dopo gli esposti presentati singolarmente dai tre primi cittadini l’annuncio di un’azione comune. Non un attacco alla zona industriale, hanno chiarito Garozzo, Rizza e Cannata quanto invece la richiesta di un nuovo equilibrio che possa contemplare anche la salute dei cittadini, con maggiore attenzione rispetto a quanto fatto finora.
Da qui la volontà di inoltrare precise richieste da inserire nelle prossime autorizzazioni ambientali, in discussione al ministero dell’Ambiente. I tre si presenteranno con un documento unico, chiedendo l’inserimento di nuove prescrizioni.
Tirata d’orecchie ai deputati regionali che non essere riusciti ad aggiornare il piano qualità dell’aria e per le pochissime risorse concesse ad Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente, oggi in difficoltà.




Siracusa. E' scontro totale: Simona Princiotta sfida il sindaco, "commissariare Palazzo Vermexio"

E’ scontro totale. Simona Princiotta da una parte, il sindaco di Siracusa Giancarlo Garozzo dall’altra. Con accuse pesanti che piovono in mezzo ad audizioni in commissione regionale antimafia e in attesa dell’entrata in campo della commissione nazionale.
A dare fuoco alle polveri è la consigliera comunale che con accuse e denunce ha dato la stura a varie indagini attorno palazzo Vermexio. Il giorno dopo la sua audizione in commissione regionale antimafia si presenta in conferenza stampa per illustrare i temi oggetto dell’incontro palermitano. Non lesina dettagli e nomi: consiglieri, dirigenti e funzionari comunali con i relativi dubbi e sospetti spesso oggetto di indagine. Ma è soprattutto all’indirizzo del sindaco Garozzo che lancia le sue bordate.
La principale è relativa ai presunti rapporti tra il primo cittadino ed il collaboratore di giustizia Rosario Piccione. “Ho potuto certificare con prova documentale e audio che il Piccione viene aizzato e contatto personalmente dal sindaco a fare dichiarazioni contro la sottoscritta”, dice la Princiotta. A stretto giro di posta arriva la replica di Giancarlo Garozzo. “Falso, non ho nessun rapporto con il collaboratore di giustizia. Neanche per interposta persona. Non lo conosco. Mi sono già consultato con il mio legale per procedere per calunnia nei confronti della consigliera Princiotta”, spiega. Lei, intanto, va dritta per la sua strada e invoca il commissariamento del Comune per uscire dal momento buio.




Siracusa. Il presidente dell'antimafia regionale, Musumeci: "problema di etica nella politica aretusea"

Pesa bene ogni singola parola, il suo commento sul “caso” Siracusa è destinato a far discutere. Nello Musumeci, deputato regionale, è il presidente della commissione regionale Antimafia. Intervenuto telefonicamente su FM Italia dopo le prime audizioni dedicate ai veleni attorno palazzo Vermexio non si perde in giri di parole. “Servono ulteriori riscontri, ma sembra emerge un contesto politico poco rassicurante”, dice. Per poi sottolineare l’esistenza “di un problema di etica nella politica siracusana” e l’esistenza di elementi che potrebbe avere “una rilevanza penale”. Tirata di orecchie anche “al sistema burocratico” che sembra tirare in ballo gli uffici comunali.
Musumeci ha confermato che la commissione ascolterà altri personaggi e la circostanza che abbia chiesto ulteriori documenti al Comune e “ad altri uffici”. Anche da Roma seguono con attenzione il caso: la commissione nazionale antimafia ha chiesto infatti la trasmissione di alcuni atti. Il 19 ottobre il sindaco, Garozzo, sarà ascoltato dalla presidente Rosy Bindi.




Siracusa. Garozzo contrattacca: "Nessun rapporto con il collaboratore di giustizia Piccione, ora denuncio io"

“Non conosco il collaboratore di giustizia Piccione. E’ tutto falso, denuncio la Princiotta per calunnia”. E’ uno dei passaggi della replica del sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, alle pesanti accuse lanciate in conferenza stampa dalla consigliera comunale. Il primo cittadino risponde all’attacco e fornisce una sua lettura di quanto sta accadendo a Siracusa.




Siracusa la barbara "stroncata" su Il Fatto Quotidiano: parla l'autrice dell'articolo

Il suo articolo è diventato oggetto di discussione e divisione. E’ uscito lunedì su Il Fatto Quotidiano e in tutte le edicole italiane ha portato un ritratto particolare di Siracusa. Crudo, senza remissione di peccati, lontano dalle immagini da cartolina del Duomo e di Ortigia. In tanti si sono arrabbiati, altri hanno dato un senso a quel ceffone dritto in faccia ad una Siracusa dove i segni di civismo sono sempre più rari.
E’ un articolo che prova a spiegare la genesi di una barbarie senza senso, quei tre ragazzi che picchiano e danno alle fiamme un anziano di 80 anni. E diventa un epitaffio per quello che c’è oltre i ponti, fuori Ortigia.
“La città non esiste in realtà se non nella proiezione fasulla di alcune vie del centro storico, tutto il resto è uno spregio cementizio, senza ordine, pudore, bellezza. Il caos è la periferia”, ha scritto la Tomassini. “Sono zone di spaccio o di nulla. Condomini simili a fortini. Torri cadenti. Mondezzai. Lager per una umanità negletta, scura, sporca, più negletta scura sporca delle altre”. E Mazzarona diventa, nell’analisi della Tomassini, un luogo simbolo, suo malgrado. “Mazzarruna è il nome generico dove passa tutto, ogni abominio e ogni falanstero. Loculi senza lucernari. Inavvicinabile, malgrado i propalatori del restyling edilizio gridino alla rinascita, millantando cooperative che a scanso di equivoci sono la pezza nuova nel vestito vecchio. E vorremmo crederci se non fosse il testamento di un fallimento, l’idea di comunità frana rumorosamente entrando a Mazzarruna e nelle vie che ne autorizzano le infamie, via Italia, Santa Panagia, via Grottasanta”.
Il giudizio sulla Siracusa di oggi, quella che non è solo Ortigia, è duro. “Siracusa è una città con la vocazione al commissariamento, con una commissione antimafia che indaga sugli illeciti del palazzo (potrebbe restare ab aeterno). La città di gettonopoli. Governa l’ignoranza, non solo intesa nel senso di preparazione (prescolare?). Una cafonaggine generale, è la definizione più giusta. Governati dalla cafonaggine (o dell’inestetica della cura). Cafonaggine da parvenu”. Lo hanno letto in tanti su Il Fatto Quotidiano. E c’è chi ha anche lanciato una petizione su change.org per chiedere al giornale di pubblicare un articolo meno pessimista su Siracusa, quasi fosse lesa maestà essere costretti a sbattere contro quello che molti vedono e pensano ma non dicono per un politicaly correct sempre meno di moda.




Siracusa. Ex Provincia, quattro mesi senza stipendio. Lenta agonia dei dipendenti: "ma no default"

Torna alta la tensione tra i dipendenti della ex Provincia di Siracusa. Da quattro mesi senza stipendio e con un futuro che non pare davvero voler regalare una soluzione definitiva, i lavoratori si preparano ad eclatanti azioni di protesta. Intanto solidarizzano con gli studenti dell’istituto Fermi e lavorano anche una nuova manifestazione a Palermo. Ma lo spettro del default fa paura ed i sindacati chiedono che si eviti la dichiarazione di dissesto pur in presenza di conti ormai quasi impossibili da mantenere.




Siracusa. Lavori al "Fermi", i genitori dal commissario Arnone: "I fondi ci sono, al via le indagini statiche"

Un incontro per fare il punto della situazione, a pochi giorni dalla mobilitazione studentesca. I genitori degli studenti dell’istituto tecnico “Enrico Fermi” di Siracusa hanno raggiunto, questa mattina, il commissario straordinario del Libero Consorzio (l’ex Provincia), Giovanni Arnone, a cui hanno chiesto chiarimenti. Una riunione improvvisata, che è servita per ottenere delle garanzie. Il commissario ha annunciato che questa mattina saranno adottati due atti: “il reperimento delle risorse con una apposita delibera-ha dichiarato Arnone in diretta su FM ITALIA-  e  il conferimento dell’incarico ad un ingegnere strutturista (in questo caso si tratta di una struttura in cemento armato) che, con una ditta specializzata,  condurrà le indagini che consentiranno di stabilire le condizioni statiche dell’edificio. Abbiamo le risorse finanziarie -ribadisce il commissario-  per la sistemazione dell’intero edificio. Risolveremo il problema della risalita capillare d’acqua, con il conseguente ammaloramento dell’edificio. Pronti anche a intervenire qualora si riscontrino carenze strutturali dell’edificio”. Per il commissario straordinario, gli studenti potrebbero rientrare a scuola anche domattina. La scelta dipenderà proprio dai ragazzi, che al momento non sciolgono le riserve e annunciano l’intenzione di riprendere le normali lezioni solo dopo dei documenti che certifichino la sicurezza. Intanto, per non perdere tempo prezioso, molti studenti starebbero concordando con i docenti dei percorsi didattici da condurre in maniera autonoma, in attesa che si torni in classe.




Siracusa. "Ha visto tre uomini incappucciati": il vicino dell'anziano aggredito e bruciato parla a Canale 5. Il video

Su Canale 5 parla il vicino di casa di Giuseppe Scarso, l’80enne aggredito e bruciato in casa. Durante la diretta di Pomeriggio Cinque, in collegamento da Siracusa, ha raccontato soprattutto come già il giorno prima i balordi avessero tentato di portare a termine il loro agghiacciante piano. Non un episodio isolato, allora, ma una premeditazione criminale. Come testimonierebbero anche le denunce presentate che, però, non sono bastate a difendere l’anziano. Al vicino di casa è riuscito a raccontare di avere visto tre persone incappucciate. E intorno al barbaro e vile commando la squadra Mobile è pronta a chiudere il cerchio, con il coordinamento della Procura. Uno dei tre sarebbe già stato identificato.
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Siracusa. Grottasanta si stringe a Don Pippo, veglia per l'80enne brutalmente aggredito

Grottasanta si stringe a “Don Pippo”, l’80enne vittima di una brutale aggressione conclusa con l’uomo dato alle fiamme da balordi. Mercoledì alle 17, sul piazzale della parrocchia – distante appena pochi passi dalla casa teatro del terribile evento – si sono dati appuntamento i residenti del quartiere. Prima una veglia di preghiera per l’anziano ricoverato al Cannizzaro di Catania in prognosi riservata quindi una sorta di processione fino alla casa dell’uomo.
A Grottasanta, lontani dalle telecamere, emergono altri dettagli. Si parla di giovani che in passato avevano preso di mira anche la parrocchia, rompendo il vetro di una bacheca e rubando l’offertorio. Bestemmie e lanci di pietre. Il povero don Pippo, con qualche problema fisico e mentale, era spesso un comodo obiettivo.