Lentini. "Quindicimila euro per stare tranquillo", due estorsori incastrati dalle immagini dei Carabinieri

La richiesta era chiara: 15 mila euro “per stare tranquillo”.Così due estorsori avevano preso di mira un cantiere al confine tra Catania e Siracusa, nei pressi di Lentini. Un impianto di compost, dove trasformare rifiuti solidi urbani e scarti agricoli biodegradabili.
Secondo gli investigatori, i due – un quarantatreenne e un trentaquattrenne – sarebbero vicini al clan Nardo di Lentini, diretta diramazione della famiglia mafiosa dei Santapaola-Ercolano di Catania.
All’imprenditore avevano richiesto quindicimila euro in tre tranche da cinquemila euro. Si è rivolto ai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, che hanno installato cimici e telecamere all’interno del cantiere, inchiodando così i due estorsori, bloccati subito dopo aver riscosso la prima tranche dalle mani dell’imprenditore.
Arrestati, sono stati rinchiusi a Catania Bicocca, a disposizione del magistrato inquirente, il sostituto procuratore della Repubblica, Marco Bisogni.




Siracusa. Prime piogge sul capoluogo, la Protezione Civile: "seguiamo evoluzione"

Si avvicina la nuova ondata di maltempo con precipitazioni annunciate sul siracusano, anche con carattere temporalesco. Dalla Protezione Civile comunale viene costantemente monitorato l’avanzamento della perturbazione. Secondo le ultime informazioni, giovedì dovrebbe essere la giornata piu complessa dal punto di vista della pioggia. Volontari pronti a scendere in strada per eventuali criticità. Controlli su fiumi, canali e argini. Intervista con l’assessore alla protezione civile, Antonio Grasso.




Siracusa. La denuncia dell'On. Zappulla e di Simona Princiotta: "ombre sui conti comunali"

“Ombre pesanti sul bilancio e sulle casse del Comune di Siracusa”. Il deputato nazionale Pd, Pippo Zappulla, e la consigliera comunale Simona Princiotta – sempre Pd – denunciano situazioni e sospetti su due vicende in particolare che “possono mettere in discussione realmente la validità e l’efficacia dei bilanci che sono stati e saranno approvati”, spiegano. “La stessa Corte dei Conti non potrà che prendere atto di alcune palesi e gravi irregolarità e assumere i provvedimenti conseguenti. Ci riferiamo in particolare e nello specifico a due questioni dirimenti”. Ed è la stessa Princiotta a spiegare nel dettaglio la loro denuncia, ai microfoni di SiracusaOggi.it




Siracusa. La Marina quasi pronta. "Ma le bitte sono piccole, perdiamo posti e yacht"

Il colpo d’occhio è notevole. La nuova Marina è quasi pronta, elegante nel suo bianco con i corpi illuminanti perfettamente integrati. Mancano poche settimane al completamento dei lavori di riqualificazione ma già il risultato finale è sotto gli occhi di tutti.
Il bello come anche qualche criticità che inizia ad emergere. Una la solleva l’agente marittimo Alfredo Boccadifuoco, esperienza decennale in giro per il mondo e punto di riferimento per i grandi diportisti internazionali che scelgono Siracusa come meta. “Le bitte sono troppo piccole, così si perdono posti barca e grandi yacht”. Sentite la sua intervista.




Siracusa. Delitto Eligia Ardita, spunta una nuova telefonata al 118 in quella drammatica nottata

Quella drammatica sera di gennaio, quando Eligia Ardita perdeva la vita per mano di suo marito Christian Leonardi, le telefonate al 118 furono due e non solo una. Lo svela il settimanale Giallo, con una nuova esclusiva. Dopo aver pubblicato la prima chiamata, quella effettuata dal marito ecco spuntare invece quella che fece l’autista soccorritrice Patrizia Cappuccio, direttamente da casa Ardita. Eligia era già “in arresto”: il suo cuore non batteva più. Era morta, uccisa dal marito Christian Leonardi almeno un’ora prima.




Il dramma di Aleandro e l'indifferenza della società

“Spero che ora non soffri più come soffrivi qua, Ale! Ciao cucciolino, un abbraccio forte a te e alla mamma”. E’ uno dei tanti messaggi comparsi nelle ultime ore sui social network. Amici, compagni di scuola, semplici conoscenti tutti a dedicare un messaggio ad un “ragazzo speciale”. Così raccontano Aleandro.
Aveva 16 anni. Frequentava il Liceo Artistico di Siracusa, era al primo anno, sezione A. In classe, il suo banco è rimasto vuoto questa mattina, tra lo sgomento di insegnanti e coetanei. “Sto male, domani non vengo a scuola”, aveva anticipato su Whatsapp nel gruppo condiviso con decine di amici. Ma quel malessere che forse covava da tempo lo ha spinto a togliersi la vita, nella sua casa di Floridia, ieri pomeriggio.
“Era difficile immaginare un gesto di questo tipo”, dice la dirigente della scuola, Simonetta Arnone. “Frequentava da poco, l’anno scolastico era appena iniziato. Era espansivo, amante della pittura, gli piaceva scrivere”, ricorda ancora. I ragazzi della I A hanno realizzato uno striscione, la scuola sarà presente ai funerali.
Intanto i carabinieri hanno sequestrato il diario di Aleandro. Era in camera. Una prima analisi di quelle pagine avrebbe fatto emergere il disagio che Aleandro, ragazzo generoso e brillante, viveva da tempo. Legato ad una ragazza e allo stesso tempo innamorato di un coetaneo.
“Non è possibile che perché un ragazzo è gay non è ancora accettato da ste teste di m***a! Io non ci credo davvero, cioè ma non vi fate schifo?”, scrive con rabbia un amico dello sfortunato giovane sulla bacheca Facebook.
“Era questo quello che volevate…pezzi di m***a…Ciao Ale…Sei e resterai sempre un ragazzo speciale”. Ancora parole di adolescenti feriti, increduli di fronte alla tragedia. Con quella gigante domanda a campeggiare su tutto: perchè?.
“Valevi molto di più di tutta quella gente che ti discriminava perché eri te stesso”, scrivono ancora in un dolente coro di struggente amarezza. “Non meritavi tutta la cattiveria e l’odio di questo mondo di m***a. Lassù starai indubbiamente meglio”, chiosa una ragazza.
La comunità floridiana è sotto choc. Stretta da ieri attorno alla famiglia, alla mamma distrutta dal dolore. E’ stata lei a trovare il figlio senza vita. “E’ l’ennesimo fallimento della cosiddetta società civile”, continua a ripetere Armando Caravini, presidente della sezione provinciale di Arcigay.
“A volte noi figli ci vergogniamo a parlarne con i genitori perché temiamo la loro reazione”, racconta a SiracusaOggi.it Carlo (il nome è di fantasia, per tutelare la sua privacy). Ha vissuto una esperienza simile e la racconta. “Io ad esempio sono andato via dall’Italia per 15 anni, poi ho raggiunto il mio star bene con me stesso e sono ritornato non nascondendomi più. Qualcuno aveva detto a mio padre di buttarmi via da casa per la mia diversità! Mio padre mi ha difeso, dicendo che io non stavo facendo del male a nessuno. Questo per far capire a tanti ragazzi che è semplice parlare con i genitori, non abbiate paura, nons tate zitti per vivere male”.




Priolo. Piove nelle case popolari di via Alcide de Gasperi, la situazione in un video

Piove nelle case popolari di via Alcide De Gasperi, a Priolo. Allagamenti e degrado in strutture fatiscenti: un cittadino denuncia tutto tramite un filmato che finisce su Facebook. E i consiglieri Biamonte e Fiducia interrogano il sindaco. “Non si può rimanere a guardare, l’amministrazione e l’istituto Autonomo Case Popolari hanno l’obbligo di intervenire per evitare qualsiasi evento drammatico”.
Il reportage video sulle case popolari di via De Gasperi è comparso sul social network, attirando click e commenti. l’Autore è Luciano Auteri.
Nelle immagini, fuoruscita d’acqua dai tetti, addirittura dai muri portanti, garage allagati da cui si sprigionano odori fognari. Piove in casa degli inquilini agli ultimi piani, mentre umidità ed infiltrazioni potrebbero rendere molte case inabitabili.
Alessandro Biamonte, capogruppo di Costruiamo Priolo Adesso afferma che “sarebbe necessaria una urgente manutenzione, soprattutto per l’approssimarsi dell’arrivo delle piogge. Vero che la competenza è dell’istituto Autonomo Case Popolari e per questo noi stiamo procedendo a chiedere un intervento dell’esecutivo Provinciale del Pd, coinvolgendo la deputazione regionale, ma ricordiamo che il sindaco è il garante della salute dei cittadini: ecco
perché questa amministrazione deve attivarsi”.




Siracusa. Delitto Eligia: candeggina e due stracci, così Leonardi pensava di farla franca

Christian Leonardi è rinchiuso a Cavadonna. Il gip ha convalidato il fermo, confermato il quadro accusatorio ricostruito dagli investigatori. Che hanno potuto contare sul contributo importante delle analisi svolte dai Ris di Messina. I carabinieri del Reparto Investigazioni Speciali hanno permesso di ricostruire quello che accadde nella casa di via Calatabiano dove vivevano Eligia ed il marito reo confesso dell’omicidio.
Il tenente colonnello Sergio Schiavone, 49 anni, guida i Ris peloritani. “Il risultato è stato raggiunto facendo un sopralluogo nel corso del quale sono emerse tracce non visibili a occhio nudo, che ci hanno aiutato a ricostruire le modalità del delitto. Questo ha portato a un cambio di strategia della Procura”, spiega all’AdnKronos.
Ecco cosa sarebbe successo quella drammatica sera del 19 gennaio. Con la moglie appena uccisa, invece di chiamare i soccorsi, Christian Leonardi avrebbe preso la candeggina, un secchio d’acqua e due stracci per pulire la parete e il pavimento, sporchi di vomito e sangue della povera vittima. Solo dopo ha chiamato il 118 e i genitori di Eligia. Ma la sfortunata infermiera era ormai morta, al termine di un litigio degenerato. E con lei la piccola Giulia che portava in grembo. Ma a distanza di 8 mesi sono emerse quelle minuscole tracce di saliva e vomito, cancellate dopo l’omicidio.
I Carabinieri del Ris – racconta sempre l’AdnKronos – hanno usato dei reattivi chimici, come il luminol, dei kit di identificazione, lampade a lunghezza d’onda variabile che fanno vedere le varie tracce biologiche.
La famiglia della giovane vittima, intanto, non nasconde il suo dubbio: qualcuno ha aiutato Christian?
Lo choccante audio della telefonata di Leonardi al 118 (Esclusiva Settimanale Giallo)

La puntata di “Chi l’ha visto?” (Rai Tre) del 23 settembre




Delitto Ardita, il padre Agatino: "Cercate i complici". Il 3 ottobre cerimonia al Pantheon per Eligia

Una sollecitazione chiara. Ancora una volta la famiglia di Eligia Ardita si mostra determinata. Dopo la svolta nelle indagini e il fermo, convalidato, del marito, Christian Leonardi, reo confesso dell’omicidio dell’infermiera di 35 anni , all’ottavo mese di gravidanza, i familiari avanzano nuovi sospetti.
Sono convinti che la verità non sia stata raccontata per intero. Agli investigatori Tino Ardita, papà di Eligia, chiede ancora uno sforzo. “Non vogliamo accusare nessuno- precisa – ma riteniamo che vada rivista la posizione di alcuni amici, per comprendere se qualcuno possa essere coinvolto in questa storia. Non credo- aggiunge- che in un’ora Christian abbia potuto fare tutto da solo, senza l’aiuto di nessuno. Ci sono degli amici carissimi che lo hanno frequentato prima e dopo la tragica sera del 19 gennaio scorso. E’ lì che va puntata la massima attenzione perché il quadro risulti davvero chiaro e completo”.
Nella ricostruzione fatta dai familiari i tempi non tornano. E ci sarebbero altre circostanze da valutare. Ecco perchè parte questo nuovo appello.
Intanto il 3 ottobre, sarebbe stato il compleanno di Eligia, il Pantheon di Siracusa ospiterà alle 18.30 una cerimonia per ricordare la sfortunata infermiera. “Speriamo che il sindaco indirrà il lutto cittadino, sarebbe un segno di vicinanza tangibile al dolore della nostra famiglia”, le parole di papà Tino.




Rosolini. Pizzo ad imprenditori, sgominato gruppo criminale: quattro arresti

I Carabinieri di Noto hanno smantellato un gruppo criminale dedito alle estorsioni. Quattro le misure cautelari emesse, destinatari pregiudicati pregiudicati. Le indagini si sono concentrate su Rosolini, centro su cui i quattro avevano seminato il terrore tra commercianti e cittadini.
Bruno Monti (40 anni), e Massimo Di Mare (39) sono stati tratti in arresto. Ai domiciliari è finito invece Benedetto Polizzo (35). Obbligo di firma per il 39enne B.G.
Almeno una decina i casi consumati e tentati di estorsione, dal tradizionale pizzo al cosiddetto cavallo di ritorno. L’indagine è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa. Gli arrestati, è stato accertato, per convincere le vittime a pagare non esitavano a porre in essere comportamenti violenti e vessatori. Le indagini sono state condotte con il supporto dei carabinieri della stazione di Rosolini e del gruppo cinofili di Nicolosi.
Il comandante della stazione di Noto, Sabato Landi, ha anche parlato di un caso particolare, in cui la persona destinataria della richiesta di “pizzo” sarebbe stata minacciata di essere, in caso di diniego, coinvolta in un procedimento giudiziario. La somma richiesta ai commercianti si aggirava intorno ai 300 euro mensili. I quattro arrestati erano già noti alle forze dell’ordine e conosciuti per la “loro propensione alla violenza”. Fondamentale  la collaborazione da parte delle vittime, sia in termini di denunce , sia in termini di racconti come fonte confidenziale. L’attività prosegue. I carabinieri sperano di ottenere ulteriori risposte a breve.