Centro migranti Sprar Aretusa, la struttura chiude: "Noi lavoratori non pagati da 14 mesi"

Lo Sprar Aretusa di contrada Spalla è in attesa di chiusura. Destino segnato per la struttura che si occupa di accoglienza dei migranti, restano per le incertezze legate al futuro occupazionale dei lavoratori, ancora alle prese, peraltro, con la richiesta di corresponsione dei propri stipendi. Quelli arretrati sono diventati 14. La cooperativa sociale Luoghi Comuni di Acireale, a cui il Comune di Siracusa ha affidato la gestione del centro non avrebbe ancora fornito nemmeno rassicurazioni in merito, tanto che il percorso si starebbe snodando anche attraverso le sedi legali. Nessuna regolarità, da parte della cooperativa, nemmeno nella corresponsione dei pocket money per gli ospiti dello Sprar, che in diverse occasioni, insieme agli operatori, sono anche scesi in piazza per rivendicare i propri diritti. Eppure, anche alla luce di recenti sopralluoghi, l’edificio di contrada Spalla continua a non avere i requisiti richiesti, nemmeno in termini igienico-sanitari. Hanno effettuato, in questi mesi, controlli i  vigili urbani, l’ispettorato del lavoro, l’ufficio Igiene, la Digos, ciascuno per verificare gli aspetti di propria competenza. “Sappiamo che il ministero dovrà chiudere la struttura- raccontano i lavoratori, una decina, ancora impiegati nella struttura di accoglienza- ma non abbiamo alcuna notizia relativa alla tempistica e ai conseguenti passaggi. I ragazzi saranno spostati in altri centri, probabilmente in altre aree del territorio. Di noi, invece, non sembra interessarsi nessuno. Ma non ci fermeremo- aggiunge la lavoratrice- Stiamo bussando a tutte le porte. Rivendichiamo il rispetto dei nostri diritti, a partire, è ovvio, dal pagamento delle troppe spettanze maturate. Continueremo ad assicurare il nostro lavoro finchè qualcuno, ufficialmente, non metterà eventualmente la parola fine a questa vicenda.

(Foto: repertorio)