Come dare un futuro al depuratore consortile Ias, l’opinione dei sindacati

Tra i primi a lanciare l’allarme sul futuro del depuratore consortile, oggi gestito da Ias, sono stati i sindacati. Adesso che la scadenza di settembre 2026 si avvicina, sono tornati a compulsare la politica per quelle scelte necessarie per salvare l’infrastruttura ed i suoi circa 50 lavoratori.
Se ne è discusso in Consigli comunale a Siracusa, con una seduta aperta dedicata in particolare all’ipotesi del convogliamento dei reflui del capoluogo, Floridia e Solarino al depuratore Ias. “Non comprendo il senso di una discussione che non affronta la vera questione: il destino del depuratore dopo settembre 2026, quando i grandi player si staccheranno, mettendo a rischio l’operatività e la sostenibilità economica dell’impianto”, commenta il segretario della Uiltec Sicilia, Andrea Bottaro.
“La risposta a questo interrogativo doveva essere chiesta ai deputati regionali di maggioranza, perché la decisione dipende dalla Regione Siciliana. Purtroppo, come spesso accade, si sono sottratti al confronto, lasciando senza risposte i cittadini e gli intervenuti”, aggiunge rimarcando l’assenza in aula degli esponenti delle forze al governo della Regione. “Noi continuiamo a sostenere che il ruolo ambientale di Ias debba proseguire, affinando le acque depurate provenienti dai grandi utenti industriali per renderle riutilizzabili. Una scelta con un duplice vantaggio ambientale: evitare nuovi sversamenti nel porto di Augusta; ridurre l’emungimento di acqua di falda a servizio dell’industria. Ho accolto con favore l’intervento odierno sulla stampa dell’onorevole Auteri, così come quello dell’onorevole Scerra, che hanno evidenziato la necessità di affrontare seriamente questa prospettiva.
Per quanto ci riguarda, siamo aperti a tutti i ragionamenti che garantiscano i livelli occupazionali e salariali dei lavoratori Ias e, soprattutto, la salvaguardia della salute dei cittadini”, spiega Bottaro.
Anche Alessandro Tripoli, segretario della Femca Cisl di Siracusa, ha partecipato alla seduta aperta. “Ho voluto innanzitutto ringraziare il Consiglio comunale per la sensibilità dimostrata ed i firmatari della richiesta per aver riacceso l’attenzione su una questione cruciale, che riguarda non solo la tutela ambientale, ma anche e soprattutto la salvaguardia occupazionale dei lavoratori dell’impianto Ias. Ho ribadito, come già espresso insieme alla Cisl, che tutte le soluzioni vanno considerate con responsabilità. Oggi, alla luce della reale situazione dell’impianto e del progressivo disimpegno dei grandi utenti industriali, la strada più concreta resta quella di un utilizzo civile del depuratore. Convogliare i reflui dei tre Comuni potrebbe rappresentare un primo passo importante, purché si proceda con tutte le valutazioni tecniche e ambientali necessarie per evitare ricadute sul depuratore di Canalicchio, che oggi serve la città di Siracusa”, il pensiero di Tripoli.
“Rimane inoltre aperta la riflessione sulla depurazione di Augusta, che potrebbe allacciarsi al sistema Ias anziché realizzare un nuovo impianto, riducendo i costi e contribuendo all’obiettivo comune di eliminare gli scarichi a mare in tempi più brevi”. Su questo punto però, il sindaco di Augusta ha già chiarito che l’iter per realizzare il depuratore di Augusta non si fermerà.
“Serve oggi più che mai una visione unitaria – rilancia Tripoli – capace di coniugare ambiente, lavoro e sviluppo, mettendo a sistema le infrastrutture già esistenti e garantendo futuro e stabilità al nostro territorio. Difendere l’impianto Ias significa difendere famiglie, la dignità del lavoro e il diritto di un intero territorio a credere ancora nella propria industria e nel proprio futuro”.