Consiglio comunale “omofobo”? Il Pd: “Spettacolo indecente”, la condanna delle associazioni

Oltre alle parole pronunciate dal consigliere Zappalà in aula ad imbarazzare sono anche le risatine in sottofondo dell’intera assise. Non una voce critica, non un intervento per chiedere un passo indietro. “Non c’è proprio nulla di ridere”, sbotta il giorno dopo il gruppo consiliare del Pd. “Quando parlavamo di rispetto dei luoghi di discussione e di postura politica ci riferivamo anche a questo. Quando parlavamo di una classe politica machista ci riferivamo anche a questo. Quando parlavamo di un tono istituzionale rispettoso della città e del civico consesso ci riferivamo anche a questo”, accusano. “Il livello del dibattito è talmente basso da lasciare senza parole. Lo spettacolo di ieri è stato indecente e le parole pronunciate dal consigliere Zappalá in aula ci hanno lasciato sgomenti e ci hanno sconvolto”, tuona il capogruppo Massimo Milazzo.
“Parole che sono una offesa a tutte e tutti, alla città e alle sue anime. Parole che dimostrano una inadeguatezza della classe politica a cui non vogliamo arrenderci. E il presidente dell’assise avrebbe dovuto interrompere il dibattito, riportare la dignità in quella aula, avrebbe dovuto portare ordine in un’aula così importante che è il senato della città. Condanniamo fermamente l’accaduto”, si legge nella nota del gruppo consiliare Pd. (Clicca qui per l’intervento in Consiglio comunale)
Decisamente più accesa la reazione di Stonewall e Agedo, attraverso i segretari  Alessandro Bottaro e Angelo Tarantello. “Parlare di virus riferendosi alle persone lgbtq+ è un atto gravissimo e altrettanto violento -commentano- perché lesivo della vita e della dignità della comunità che rappresentiamo come associazione e come militanti di un movimento. Vorremmo ricordare al consigliere Zappalà, che l’omosessualità, è una variante naturale del comportamento sessuale (fonte OMS), non una devianza o una malattia contagiosa. Temiamo invece che in giro ci sia un altro virus, a cui il consigliere è purtroppo patologicamente immune, quello della cultura, altrimenti ci avrebbe risparmiato questa bassezza nel luogo deputato alla democrazia cittadina dove il rispetto, verso chiunque non può e non deve mai mancare. Errare è umano ma perseverare è diabolico, Zappalà chieda scusa e si ricordi che a causa di quelle che lui definisce “battute” ci sono purtroppo, ancora oggi, persone che soffrono e che in alcuni casi si tolgono la vita”. Noi diciamo un NO fermo e categorico a chi si fa portavoce di quella subcultura machista e misogina da cui proprio il Consiglio Comunale dovrebbe invece prendere le distanze!”.
Arcigay interviene, invece, attraverso il segretario Armando Caravini. “Vorrei ricordare, al consigliere Zappalà – tuona Caravini – che certe “battute” tristi ed infelici ai nostri giorni non si fanno neanche al bar”. Poi aggiunge:  “Mi sento di dire al consigliere, candidato nella lista di Garozzo che da sindaco ha sostenuto la comunità LGBT, che la sua “battuta” infelice esposta in consiglio comunale è di una bassezza infinita ed insulta non solo la comunità ma anche gli altri consiglieri”. Infine una sollecitazione. “Si dimetta da civico consesso – conclude Armando Caravini – e lasci in fretta il suo posto a qualcuno che vuole lavorare bene per la città. Mi auguro che anche l’intero consiglio comunale si prendano provvedimenti in merito e si condannino pubblicamente le parole del consigliere non facendosi abbindolare da quella che Zappalà ha sornionamente definito battuta”.