Cosa succede se si fermano a marzo i bus dell'Ast? Piano B: subentra Sais/Interbus

Cosa succederà se il 7 febbraio il vertice regionale con Ast si concluderà con un nulla di fatto? Città come Siracusa, Augusta, Lentini e Carlentini si ritroverebbero senza trasporto urbano a partire dal primo marzo. Una sorte simile avrebbe il servizio a Ragusa, Modica e Caltagirone gli altri grandi centri in cui sono i bus dell’Azienda Siciliana Trasporti ad assicurare una base di trasporto pubblico locale.
Il Comune di Siracusa ha però pronto il piano B. Non sono certo un mistero che vi siano state già interlocuzioni con un altro operatore, disponibile a subentrare: si tratta di Sais/Interbus. Il passaggio avverrebbe rapidamente, cogliendo l’opportunità offerta dall’assessore alle Infrastrutture della Regione Siciliana, Alessandro Aricò. “Pronti a mettere i sindaci nelle condizioni di attivare nuove convenzioni con altre aziende di trasporto in modo rapido”, le sue parole. Di fatto valgono come un via libera per un cambio “storico”, dopo decenni di servizio monopolizzato a Siracusa dall’Ast, tra alti e bassi. La crisi finanziaria in cui è precipitata negli ultimi anni la società partecipata dalla Regione si è tradotta in un parco mezzi circolante anziano ed inquinante, poco performante e tagli su tagli ai chilometri percorsi e quindi meno corse per garantire una copertura ragionata della città.
Niente da fare per una municipalizzata dei trasporti. Il Comune di Siracusa dispone di due bus elettrici di proprietà – ma fermi in deposito – ed ha in programma di acquistarne 10 a metano. Nonostante una flotta futuribile di 12 mezzi, come ha spiegato l’assessore comunale Enzo Pantano non ci sono attualmente nè i tempi e neanche le risorse per dar vita ad un simile progetto.