Erosione e dissesto idrogeologico: non solo via lido Sacramento. La costa si sfalda

Che quasi l’intera linea di costa del porto Grande di Siracusa sia esposta ad erosione e dissesto idrogeologico non è un mistero. I segnali sono evidenti a tutti, le risposte ancora timide se non in ritardo. Nel frattempo, si sfalda la falesia e iniziano a manifestarsi i primi problemi.
Di recente, ha fatto molto discutere il caso di via lido Sacramento. Un tratto della strada, chiusa da metà marzo al traffico, si è abbassato di diversi centimetri. La scogliera su cui poggia risente dell’azione incessante del mare e dell’antropizzazione delle aree. A giugno dovrebbe essere riaperta ma il vero consolidamento del costone non verrà attuato prima di settembre. I tecnici comunali stanno monitorando costantemente la situazione, pronti intanto ad un intervento tampone per “salvare” il traffico in zona durante la stagione estiva.
Ma questo è solo uno degli esempi più lampanti. I casi sono decine: dalla parete del magazzino del sale crollata all’interno della riserva del Ciane alla piscina privata di punta della Mola. E come non citare i tanti accessi al mare “vietati” o “inibiti” con cartello di avviso per il pericolo di crolli e cedimenti. Dall’Isola all’Arenella, passando per il Plemmirio e, in particolare, la Pillirina. In quest’ultima area paesaggistica, al centro di mille attenzioni, i varchi di accesso al mare sono tecnicamente (ma non fisicamente) vietati. Noto anche il caso del bunker circolare della Fanusa che sta lentamente precipitando in mare per via dell’erosione costiera con rischi anche per il vicino parchetto della Fanusa. L’associazione Tfm, in collaborazione con Lamba Doria, ha chiesto al Comune interventi per la messa in sicurezza ed il ripristino.
Famoso – per l’opinione pubblica – anche quanto da anni accade all’Arenella, nei pressi della spiaggia libera, all’altezza dell’ex belvedere di quello che fu il lido Polizia. Un cartello del Comune di Siracusa invita a non sostare nei pressi per il pericolo di crolli. Il Comitato Pro-Arenella è tornano a segnalarne la pericolosità, “quest’anno aggravatasi”, spiega il portavoce Sandro Caia. “L’area va resa sicura ed accessibile. E non bastano cartelli o barriere removibili inutili”.
Non sta meglio Fontane Bianche, con la scogliera dove si continua a posteggiare nonostante i divieti e la possibilità che venga tutto giù. La vecchia barriera in tubi di acciaio lato mare è ormai perduta e ciò che ne rimane è un pericolo per i bagnanti.
Ma non bisogna andare per forza nelle zone balneari: l’area sottostante al Monumento ai Caduti e parte della scogliera su cui poggia Riviera Dionisio il Grande sono osservati speciali. Il geologo Marco Andolina ha poco concluso uno attento studio nell’area, condotto l’Università di Catania.
Insomma, i segnali dell’erosione e del dissesto sono chiari ed evidenti. Le risorse per intervenire sono disponibili e ci sono progetti che interessano Punta della Mola e le aree limitrofe in lento procedere da anni. La natura, però, non ha voglia di aspettare la burocrazia. Men che meno quella elefantiaca siracusana e regionale. Al punto che è lecito domandarsi: arriveranno prima i lavori o i crolli?